Colombia: attentato contro la candidata della Sinistra alle presidenziali

Gli avvenimenti venezuelani delle ultime settimane sembrano ripercuotersi sui paesi vicini dell’America Latina. L’oggettivo processo di indebolimento del fronte bolivariano ha prima coinvolto l’Ecuador dell’amico Correa, dove nelle elezioni amministrative i bolivariani hanno patito una dura battuta d’arresto, ora, è il turno della Colombia, in cui la candidata della Sinistra alle elezioni presidenziali ha subito un attentato.
Domenica mattina la candidata alle elezioni presidenziali dell’Unione patriottica, Aida Avella, è miracolosamente scampata ad alcune raffiche di mitra sparate sull’automobile nella quale era in viaggio assieme ad un altro candidato della Sinistra. L’attentato ha avuto luogo a pochi chilometri da una base militare, non lontano da Puerto Jordán (dipartimento di Arauca) dove i due candidati erano attesi per un comizio elettorale.

L’odierno clima politico colombiano vede l’attuale presidente di Destra, Juan Manuel Santos, vittima di un piano di boicottaggio, orchestrato dai settori più retrivi del suo steso partito,  a causa dei colloqui di pace da lui intavolati, ed attualmente in corso a l’Avana, con la guerriglia delle Farc, piano di cui sono parte attiva pezzi importanti dell’esercito e dei servizi segreti. “Ho dato istruzione che si protegga Aída Avella con tutti i mezzi necessari e si indaghi su cosa è successo” ha fatto sapere Santos, annunciando misure di sicurezza speciali per la candidata presidenziale del partito nato dalla guerriglia e falcidiato fra gli anni ‘80 e ‘90 dagli ‘squadroni della morte’.
Attualmente, si sono costituiti nuovi gruppi paramilitari agli ordini dei latifondisti e di frequente, in contatto col dipartimento di Stato statunitense.

Negli ultimi mesi, si è registrato nel Paese un deciso peggioramento del clima politico, dovuto ad un’ulteriore escalation della violenza, cui non è affatto estranea l’azione banditesca delle squadre paramilitari, in una fragile democrazia dove, nello scorso anno, si sono registrati ben 78 omicidi politici e 209 casi di minacce. A denunciarlo, il programma “Somos Defensores” in due documenti che offrono uno spaccato inquietante a ridosso delle elezioni legislative e alle presidenziali di maggio.
http://www.signoraggio.it/colombia-attentato-contro-candidata-della-sinistra-alle-presidenziali/

VN Likhachev: Lottiamo per l’Ucraina!

28 febbraio intervento parlamentare VN Likhachev.
 
Vasily Likhachev
ucraina
– Cari colleghi! C’è un famoso motto latino, in russo suona così, crolli tutto ma non lo stato di diritto. Questa formula può essere applicata per descrivere quanto accaduto in Ucraina. Un’orda neonazista e antidemocratica ha spazzato via lo stato di diritto. Per quanto riguarda il ritorno allo stato di diritto tutto diventa complicato. Il ministero degli esteri Lavrov ha indicato la questione ucraina come una delle sue priorità, ha annunciato che l’attività diplomatica riporterà lo stato diritto in Ucraina. Su questo punto non vogliamo polemizzare, questo approccio diplomatico pone la Russia come un partner diplomatico mondiale importante. Questo permetterà alla Russia di essere in grado di affrontare criticità di ogni tipo. Vorrei sottolineare di come i politici abbiano enfatizzato la necessità di restaurare la certezza del diritto tornando a porre al centro un’alta moralità in campo politico ed etico, tutti aspetti che ora sono estremamente rilevanti per l’Ucraina. Quanto è accaduto a Kiev non è stato deciso in loco, anche se gli interpreti sono autoctoni, le sedi legali di questi attori pseudo rivoluzionari sono a Bruxelles o a Washington. Per noi adesso è importante che ci sia un ritorno alle garanzie legislative di uno stato di diritto, che si applichi la costituzione, che si applichi la legge ucraina fondamentale, che lo stato ucraino torni ad essere unitario, e che naturalmente vengano rispettate le norme del diritto internazionale. Oggi l’occidente sproloquia molto sulla questione ucraina, mettano pure in guardia la Russia, peccato però che la Russia non ha avuto interferenze nello stato ucraino fino ad adesso. Noi non sosteniamo una politica di intromissione, non vogliamo calpestare lo statuto delle nazioni unite, sarebbe un atto nichilista da parte della Russia. Se ci sono altri mezzi pratici e le rispettive applicazioni si può realizzare la distensione nella società ucraina? Si si può. Vorrei sottolineare l’enorme potenziale del diritto internazionale su una questione spinosa quale quella ucraina, lo farò sintetizzando il tutto in due punti.
Primo. Va notato che gli ideologi Euromaydan di Kiev, e l’ex Speaker del Parlamento, Pat Cox, e l’ex presidente polacco Kwasniewski, e l’attuale commissario europeo per gli affari esteri Catherine Ashton, e molti altri hanno bisogno di prestare attenzione al disastro politico e umanitario che si sta creando, e che, a quanto pare, sarà amplificato a Kiev. Questo disastro è legato principalmente al fatto che chi è al potere in Ucraina non ci è arrivato scandalosamente e basta, costoro hanno agito in modo pericoloso per il futuro agitando una dichiarazione di discriminazione per russi, tatari, ebrei, polacchi, ungheresi, le cosiddette minoranze che vivono oggi in Ucraina. Costoro ignorano la convenzione europea del 1951 sui diritti fondamentali. La carta europea sulla tutela delle lingue, questa carta tutela ogni minoranza etnica culturale dal punto di vista linguistico. Il nuovo governo è tenuto a rispettare questa convenzione? La risposta è affermativa. La Federazione Russa in quanto membro permanente dell’Onu ha il dovere di porre la questione dell’integrità ucraina in sede dell’Onu e non solo presso la Duma. Non escludo ci possa essere una catastrofe umanitaria se si ignorasse ancora la questione.
Il secondo punto è molto importante. Riguarda la decisione del parlamento di Crimea, la sua decisione di autogovernarsi e di non riconoscere il nuovo governo di Kiev. La decisione è legittima, non solo giuridicamente ma anche politicamente. E’ legata alla proposta di cambiare lo stato ucraino, insomma l’occidente è contro tale decisione perché viene vista come decisione frutto dell’ingerenza di Mosca e in quanto romperebbe l’integrità territoriale ucraina. Cari amici, ricordiamoci che la Crimea è autonoma da molto tempo prima che scoppiasse il caos in Ucraina. Dal punto di visata giuridico ricordiamo che ogni popolo ha il diritto di autogovernarsi come sancito dal principio di autodeterminazione dei popoli. Il popolo di Crimea deve poter godere di tale diritto! Questi sono due esempi in cui il diritto internazionale esercita appieno la propria funzione normativo distensiva, teniamo presenti tali principi anche per future questioni. Ricordiamo che comunque la Duma ha avviato un piano di sostegno legale internazionale per la risoluzione pacifica della questione ucraina. Mi appello al presidente della Duma e al presidente del consiglio della Federazione, ritengo necessaria la convocazione degli enti sopracitati. Suggerisco inoltre la convocazione del parlamento del consiglio di stati indipendenti (CSI). Abbiamo altre misure legittime da impugnare, tutto deve essere attuato in modo pragmatico ed efficace. Non perderemo in Ucraina, a costo di dovere combattere, la parola lotta dovrà diventare molto popolare in parlamento e anche nel consiglio della Federazione! Questo succederà almeno nel futuro prossimo poi trarremo un bilancio dell’operato.
 
Traduzione a cura di Dario Daniele Raffo

Obama aveva affermato che Mosca “avrebbe pagato a caro prezzo le sue politiche in Ucraina”.

Ma quanto c’ha ragione la Russia-
 
da segnalare che nella rovente situazione ucraina ci si mette d’impegno Obama (malgrado Lavrov continui a dire che l’occidente non si deve immischiare nella situazione ucraina)
 
20:40
Il vice presidente del Senato russo aveva ricordato che ieri Obama aveva affermato che Mosca “avrebbe pagato a caro prezzo le sue politiche in Ucraina”.
20:39
Secondo Vorobiev, è necessario richiamare l’ambasciatore russo degli Stati Uniti.
20:36
Сon le sue affermazioni, secondo cui Mosca “pagherà cara la sua politica”, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama “ha superato la linea rossa e insultato il popolo russo”, ha dichiarato il vice presidente del Consiglio della Federazione (camera alta del Parlamento russo) Yury Vorobiev. Ha descritto le parole del presidente USA come una “minaccia diretta”.
 
20:55
“L’autorizzazione è concessa al possibile impiego delle forze armate della Federazione Russa”, – ha detto Karasin. – E’ una decisione sofferta, la situazione in Ucraina accresce le tensioni nella comunità russa e continua a peggiorare,”– ha aggiunto.
 
Sabato, 01 Marzo 2014 16:38
Russia, possibile richiamare l’ambasciatore in Usa
 
Mosca – La Camera Alta dell’Assemblea Federale (Parlamento) della Russia ha chiesto al presidente Putin di richiamare il suo ambasciatore a Washington. Lo riferisce al Jazeera.
 
 
Vitaly Klitschko, uno dei leader dell’opposizione ucraina, ha invitato il Parlamento a mobilitare l’esercito, dopo che il Consiglio della Federazione russa ha autorizzato l’impiego delle forze armate russe nel territorio dell’Ucraina.
 
Il leader del partito ucraino Udar ha chiesto inoltre al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di convocare una riunione d’emergenza sulla crisi attuale.
 
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a sua volta ha programmato una riunione di emergenza sulla situazione in Ucraina.
 

Muos, il Pentagono tira dritto “Sarà operativo entro il 2017” – Alta tensione in Sicilia per il corteo di oggi contro il piano

01/03/2014 – il caso
francesco semprini
washington
 
Duemiladiciassette. È questo l’anno nel quale il Muos, il nuovo sistema di comunicazione satellitare globale del dipartimento della Difesa Usa, sarà pienamente operativo. Il «Mobile User Objective System è un sofisticato complesso costituito da cinque satelliti e quattro stazioni terrestri ( Chesapeake in Virginia, Wahiawa alle Hawaii, Geraldton, nell’ovest dell’Australia, e Niscemi in provincia di Caltanissetta). I primi tre siti sono già operativi, quello siciliano è in fase di completamento.
 
«Entro novembre di quest’anno saranno ultimati i test», spiega Rachel Ellehuus, direttore per le politiche dell’Europa del dipartimento della Difesa. Il Pentagono non lascia spazio a dubbi, Niscemi sarà pienamente operativa nel 2016, dopo i test di quest’anno e il lancio del satellite nell’aprile 2015: quindi, dice Ellehuus «l’intera struttura, ovvero tutto e quattro le basi, si metterà in moto nel 2017».
 
I lavori presso la Naval Radio Trasmitter Facility, a 60 chilometri circa dalla base aeronavale Usa di Sigonella, sono da tempo oggetto di un lunga battaglia tra sostenitori e una parte della popolazione che si oppone. L’onda di protesta, attuata sotto il simbolo del «No-Muos» ha causato la sospensione dei lavori e un rallentamento di circa sei mesi nel 2013. I contrari temono ricadute sull’ambiente, in particolare sulla riserva naturale della Sughereta, e soprattutto sulla salute dei cittadini a causa delle radiazioni emesse dalle antenne nevralgiche del Muos. La base siciliana copre l’area che va dall’Oceano Atlantico agli Oceani Indiani, consente una copertura ad alta e bassa frequenza per unità Nato marine terrestri e aeree, e pertanto, dal punto di vista degli americani, è un progetto di «fondamentale importanza» come ha riconosciuto Barack Obama, nell’ambito dello sviluppo congiunto Italia-Usa. 
 
Washington supporta la sua ragion di Stato da alcuni dati scientifici sugli effetti delle emissioni elettromagnetiche. John Oetting, studioso della Johns Hopkin University che per otto anni ha analizzato le performance del Muos parla di emissioni elettromagnetiche molto al di sotto dei limiti legali», ovvero una potenza di radiotrasmissione di massimo 200 watts. Numeri che il Pentagono spiega tentando di confutare altre analisi, come quella del professor Massimo Zucchetti che aveva parlato di livelli di emissioni elevati, e ricorrendo a esempi concreti: l’intensità delle onde del Muos è mille volte inferiore – la tesi Usa – a quelle assorbite da una persona che fa due telefonate col cellulare di cinque minuti ogni due ore.
 
A far riflettere è tuttavia la dichiarazione dell’ammiraglio Christian Becker, responsabile del comando e controllo delle comunicazioni e dell’intelligence del Pentagono. L’alto ufficiale spiega che l’America ha scartata l’ipotesi di fare il Muos a Sigonella perché le onde avrebbero interferito col traffico aereo dei vicini scali. Allora perché non dovrebbero avere effetti simili sull’uomo? È questo che si chiede il movimento No-Muos che oggi scende in piazza per un estremo tentativo di protesta.
 
Ma Washington tira dritto, e anzi rilancia cercando di evidenziare, in positivo, le ricadute economiche del progetto: «Si apriranno grandi opportunità per le comunità locali, vogliamo rassicurare i siciliani, sono pronti investimenti significativi», spiega la Ellehuus. Intanto la Road Map è ben scandita.
 
 
 
NISCEMI – Massimo spiegamento di forze dell’ordine per la marcia No Muos a Niscemi. Uomini e mezzi presidiano l’ingresso di Niscemi da dove tra poco partirà la marcia per dire no alla installazione delle antenne statunitensi. Il questore di Caltanissetta Filippo Nicastro ha emesso un divieto con cui ha intimato i manifestanti a non attraversare i terreni della sughereta per raggiungere contrada Ulmo. Ma gli attivisti non indietreggiano nei confronti dell’ordinanza e percorreranno lo stesso tratto che attraversarono lo scorso nove agosto. Dunque, è muro contro muro.

Putin alla guerra, truppe russe in Crimea Obama: valutiamo conseguenze e costi

Questa volta la situazione sembra difficilissima.
E’ sempre difficile capire, ma ritengo un errore, naturalmente se ho capito bene la situazione, la decisione russa.
L’ UE e gli USA hanno fatto un disastro, ma credo che anche ii pacifisti n Occidente abbiamo delle piccole responsabilità, non ci siamo mobilitati , prima per capire e poi per contrastare la forzatura della questione ucraina, con i gruppi neonazisti che hanno addirittura rovesciato un accordo tra Governo, opposizione e Ue, almeno che non sia stato fatto saltare dagli USA……..
Nel mio piccolo…avrei voglia di fare un digiuno contro la guerra….ma la reazione sarebbe…”e chi se ne frega…..”, continuerò quindi a cercare di capire e fare conoscere cose che la propaganda nasconde.
ma mai nessuna guerra è giustificata,…tutti, proprio tutti giustificano le proprie guerre, ….è la guerra che non deve esistere e si può sempre evitare….
marcopa

ANSA.it

Senato di Mosca approva l’uso della forza e chiede di richiamare l’ambasciatore in Usa. Mezzi blindati in movimento anche verso il sud-est del Paese
01 marzo, 16:51

KIEV – Venti di guerra in Ucraina. Il Senato di Mosca ha approvato la richiesta del presidente russo Vladimir Putin di inviare truppe in Ucraina “per normalizzare la situazione”, chiedendo anche che venga richiamato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti in relazione alle affermazioni di Barack Obama. Dagli Usa intanto fonti della Casa Bianca fanno sapere che si sta “monitorando da vicino la situazione, consultandoci con nostri partner, e considerando i costi potenziali, le conseguenze di cui ha parlato il presidente Obama”.

Un Consiglio dei ministri degli Esteri Ue straordinario potrebbe essere convocato già per lunedì prossimo per affrontare la questione Ucraina. Questa, a quanto si è appreso, l’ipotesi a cui sta lavorando il servizio diplomatico (Eeas) guidato dall’Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza Catherine Ashton

Anche il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, sta seguendo “con attenzione e preoccupazione” insieme allo Stato maggiore della Difesa, l’evolversi della situazione.

Intanto decine di uomini armati con kalashnikov e incappucciati, in uniforme non identificabile, si sono posizionati vicino al Parlamento della Crimea, nella capitale Simferopoli. Il Palazzo è stato poi assaltato dai filorussi, provocando decine di feriti. I filo-russi assediano anche il quartier generale della Guardia costiera in Crimea e le truppe russe in territorio ucraino si stanno muovendo non solo in Crimea. La testata online Tizhden.ua segnala una colonna di mezzi blindati di Mosca in movimento nella regione di Zaporizhia, nell’Ucraina sud-orientale.

Il drammatico sviluppo è giunto al termine di una mattinata in cui le notizie provenienti dal paese ed in particolare dalla Crimea si sono fatte sempre più incalzanti ed il contagio delle manifestazioni filo russe si e’ esteso anche alle regioni sudorientali del paese.

Il ministro della difesa ucraino aveva gia’ annunciato l’arrivo in Crimea di 6.000 soldati e di 30 blindati russi, mentre il neopremier della regione autonoma Serghiei Aksionov, eletto giovedì scorso dopo l’occupazione del parlamento locale da parte di elementi filorussi armati, aveva chiesto a Putin di “aiutare a garantire la pace e la calma nel territorio di Crimea”. Un grido subito raccolto da un responsabile del Cremlino che aveva detto che Mosca non avrebbe ignorato la richiesta. La Duma poi ha fatto appello al presidente Putin affinché “siano usate tutte le misure per stabilizzare la situazione in Crimea e proteggere la popolazione”. Ancora piu’ esplicita era stata la Presidente del Senato russo che aveva preannunciato la possibilità dell’invio di truppe.

Anche nelle piazze intanto i filorussi alzano il tiro. A Donetsk, nell’sudest dell’Ucraina, feudo dell’ex presidente ucraino Viktor Ianukovich, sono scese in piazza 10.000 persone sventolando bandiere russe, mentre a Kharkiv, sempre nelle regioni orientali, insorti filorussi hanno occupato il palazzo dell’amministrazione regionale e decine di persone sono rimaste ferite nell’assalto.

Un’accelerazione si registra anche sul fronte del futuro status della Crimea. Il nuovo governo di Simferopoli, che il premier ucraino Arseni Iatseniuk ha oggi definito “illegittimo”, ha deciso di anticipare il referendum per una maggiore autonomia della regione al 30 marzo dal 25 maggio inizialmente previsto, mentre nei prossimi giorni il parlamento russo esaminerà una proposta di legge che facilita l’assorbimento di nuovi territori senza bisogno della firma di un trattato internazionale. Sarà appunto sufficiente organizzare un referendum.

Sembra rimanere quindi assolutamente inascoltato l’appello lanciato dal ministro degli esteri ucraino Andrei Deshizia che ha auspicato un “dialogo con la Russia”. “Non dobbiamo passarci pezzi di carta – ha detto – Io parlo russo, posso comunicare”. Pure nel vuoto sembrano cadere gli appelli a preservare “l’integrità” e “la democrazia” dell’Ucraina dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso e da altre voci europee.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=192733#192733

Il Giappone revoca l’ordine di evacuazione dell’area di Fukushima e i primi sfollati tornano a casa

Il governo giapponese ha deciso di revocare l’ordine di evacuazione di un’area vicina alla centrale nucleare di Fukushima, provvedimento che permetterà ai primi profughi giapponesi di tornare a casa a tre anni dal violento sisma e dall’onda anomala che hanno devastato la regione. Quindi per la prima volta dalla catastrofe nucleare  avvenuta tre anni fa e che ha lasciato un saldo di 20 mila morti, centinaia di residenti della zona sono stati autorizzati a far ritorno alle proprie case in un’area che era stata interdetta. Più di 50 mila persone che risiedevano in prossimità della centrale di Fukushima non hanno potuto fare ritorno alle proprie abitazioni dopo l’incidente causato da un terremoto e da uno tsunami l’11 marzo 2011.
Secondo la notizia diffusa dalla televisione pubblica giapponese Nhk, a partire da aprile gli sfollati del distretto di Tamura potranno tornarvi a vivere. “La formale revoca dell’ordine di evacuazione entrerà in vigore il primo aprile e coinvolgerà 300 persone”, le cui abitazioni si trovano a Tamura, città a circa 20 chilometri a ovest dalla centrale, ha detto un funzionario dell’ufficio del primo ministro. Nei prossimi due anni, circa 30.000 persone saranno autorizzate a tornare nelle proprie abitazioni, abbandonate a causa delle potenti radiazioni emanate dal sito nucleare devastato dal sisma. In realtà, molti giapponesi sono indecisi sull’opportunità di rientrare o meno a casa, temendo ancora per le conseguenze sulla propria salute. Le località in prossimità della centrale nucleare registrano ancora alti livelli di radiazioni.
Secondo le direttive del governo, le zone più vicine alla centrale di Fukushima possono essere dichiarate nuovamente abitabili se una persona è esposta a una dose radioattiva inferiore a 20 millisievert all’anno.
La Commissione internazionale per la protezione radiologica raccomanda un’esposizione media di un millisievert all’anno, ma considera che sotto i 100 millisievert annui non esiste alcun aumento significativo del rischio di cancro tra le persone interessate.

fonte: Atlas – Quotidiano di esteri
http://www.signoraggio.it/il-giappone-revoca-lordine-evacuazione-dellarea-fukushima-primi-sfollati-tornano-a-casa/

Crimea, in 10mila hanno chiesto unione con Russia

Sabato, 01 Marzo 2014 13:20

Sinferopoli – Piu’ di diecimila manifestanti sono scesi in piazza a Donetsk, feudo dell’ex presidente Viktor Ianukovich nell’Ucraina sudorientale, per protestare contro il nuovo potere insediatosi a Kiev.

Lo hanno reso noto i cronisti presenti sul posto. I manifestanti hanno scandito “Russia,Russia” sventolando bandiere russe mentre su un podio improvvisato si alternavano oratori improvvisati che hanno dichiarato di sostenere “l’aspirazione della Crimea a unirsi alla Russia”. Decine di dimostranti filorussi, inoltre, hanno dato vita ad una manifestazione nel centro di Cherason, la città che si staglia alle porte della Crimea, nel Sud dell’Ucraina. ‘No al fascismo’, gridano i manifestanti riferendosi alla presa del potere dell’opposizione a Kiev. Pochi chilometri a sud della città c’è il primo imponente check-point dei movimenti pro Russia della Crimea, controllato dai cosacchi russi. Intanto la Russia ha fatto sapere che non ignorerà la richiesta di aiuto dei dirigenti della Crimea. L’avvertimento è arrivato proprio dal Cremlino.
http://italian.irib.ir/notizie/politica5/item/155211-crimea,-in-10mila-hanno-chiesto-unione-con-russia

La foresta in rivolta

http://www.internazionale.it/portfolio/la-foresta-in-rivolta/

Stephane Mahe (Reuters/Contrasto)
A Notre-Dame-des-Landes, nell’ovest della Francia, circa duecento persone, tra agricoltori e abitanti del posto, occupano da due anni alcune case e terreni espropriati nella Zone d’aménagement différé (Zad, Zona di pianificazione differita), dove è prevista la costruzione di un nuovo aeroporto.

I residenti della Zad, che ha un’area di circa 1.600 ettari, hanno formato una cinquantina di gruppi che vivono in case, capanne e tende. La polizia ha più volte fatto irruzione nella zona distruggendo le abitazioni e cercando di espellere gli occupanti, che però hanno sempre resistito.

Gli abitanti hanno anche organizzato progetti agricoli e orticoli e spazi collettivi per la cottura del pane, una farmacia, laboratori di cucito e per la riparazione di biciclette. Il 22 febbraio, a Nantes, ventimila persone hanno protestato contro l’aeroporto, che dovrebbe servire l’intera regione ed essere inaugurato entro il 2017. Una decina di manifestanti sono stati arrestati.

Le foto sono state scattate nelle aree vicino a Notre-Dame-des-Landes.

In questa foto: un abitante della località di La Chataigneraie, il 17 febbraio.

Tav: docente Politecnico, “cantiere solleva polvere radioattiva”

C’è della radioattività naturale nelle polveri sollevate dal cantiere del Tav in Valle di Susa. A dimostrarlo, attraverso un piccolo esperimento compiuto a beneficio del pubblico, è stato Massimo Zucchetti, docente di “Protezione dalle radiazioni” al Politecnico di Torino, nel corso di un convegno dedicato ai “Rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il Tav”, durante il quale vari relatori, oltre a parlare dei potenziali pericoli della salute, hanno sollevato il problema della scarsa informazione sull’argomento.