Maxiprocesso #notav aula bunker, diretta udienza 28 febbraio 2014

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Scarpello_AreaArcheologicaVenerdì 28 febbraio seguite qui il resoconto in diretta dall’aula bunker.

Gli imputati hanno annunciato un’iniziativa in solidarietà con i compagni arrestati il 9 dicembre con l’accusa di terrorismo.

Dopo l’appello, due imputati chiedono di poter fare una dichiarazione spontanea, il primo revoca i difensori anche per un compagno, il secondo legge un comunicato quasi corale (mentre Quinto Bosio ricorda ai giornalisti presenti in aula che gli imputati hanno negato il permesso alla ripresa), il testo del comunicato:

“Questo processo, sin dai suoi esordi, si è palesato non come un dibattimento volto all’accertamento dei fatti e a stabilire eventuali responsabilità, ma come un dibattimento a senso unico, quello della procura torinese, in totale assenza di arbitri imparziali.

 

La scelta stessa di quest’aula – scelta più volte giustificata come mancanza di maxi-aule per infine svelarsi per quello che era: una precisa scelta politica – lo dimostra. La pesante militarizzazione dell’aula, i pesanti controlli e le perquisizioni all’ingresso, la registrazione (e la duplicazione) dei documenti d’identità del pubblico presente non sono altro che espedienti per creare un clima di pericolosità sociale intorno al movimento NO TAV volto a condizionare l’opinione pubblica sulla legittimità di provvedimenti sempre più pesanti. Non a caso si è passati dalle comuni imputazioni di resistenza a quelle di terrorismo.

L’ammissione come parte civile di ben tre ministeri – interno difesa ed economia -, cosa mai accaduta in presenza di semplici reati di resistenza e lesioni, è prova di come questo clima, costruito ad arte dalla procura torinese, trovi nel tribunale la sua legittimazione e la benedizione dei vari governi del TAV.
All’inverso la non ammissione, come testi della difesa, dei tecnici NO TAV è l’ennesima riprova di come si voglia condurre il processo su binari prestabiliti, presentare cioè quanto è accaduto nelle giornate del 27 giugno e del 3 luglio 2011, estrapolandolo da ogni contesto reale e senza tentare minimamente di comprendere le motivazioni e le ragioni degli imputati. Si vuole processare il movimento NO TAV senza che si parli mai del TAV.

Il modo stesso in cui sono regolati e limitati i diritti della difesa –  il reiterato rigetto di ogni istanza difensiva, l’impossibilità di conoscere (e quindi poter citare) i nomi dei dirigenti delle forze dell’ordine nelle giornate per cui siamo accusati, l’impossibilità di poter controinterrogare i testi dell’accusa su argomenti di cui i PM non hanno già posto domande, l’impossibilità di valutare l’attendibilità dei testi nel caso di agenti che hanno redatto relazioni di servizio usando le medesime frasi – sono per noi la dimostrazione di quanto tutto sia già stato deciso e il dibattimento rappresenti solamente una formalità necessaria.

La fretta stessa con cui si vuol giungere alla sentenza, il ritmo imposto da tribunale – con udienze massacranti di diverse ore, inframmezzate solo da una brevissima pausa per il pranzo, tenute con una già pesante cadenza settimanale ottenuta solo dopo la protesta unanime dei difensori, non disposti ad accettarne due la settimana – rappresenta un grave impedimento all’esercizio del nostro diritto alla difesa.

Il reiterato divieto da parte del tribunale di ascoltare gli imputati – negando loro quasi sempre la parola e invitando i carabinieri ad allontanarli – sono la palese dimostrazione di come gli imputati non siano considerati degli attori comprimari del processo ma semplici comparse, indispensabili ma senza diritti, utili solo alla prosecuzione della rappresentazione.

Per questi motivi siamo giunti alla conclusione che qualsiasi sforzo generoso da parte dei nostri difensori sarà sempre vanificato dal clima di ostilità che si respira in quest’aula.
Pensavamo che il metodo con cui la procura torinese imbastisce le proprie inchieste contro il movimento NO TAV potesse essere messo liberamente in discussione in sede processuale da parte dei nostri difensori.
Pensavamo di essere processati per delle ipotesi di reato, ma ci siamo accorti – nel corso del procedimento – che siamo processati non per quello che potremmo aver fatto ma per quello che siamo.
Pensavamo di avere un processo normale in un tribunale normale, ma ci sembra – in quanto NO TAV – di essere sottoposti a un procedimento che si dimostra sempre più “speciale”.

Per queste ragioni abbiamo deciso oggi di disertare questo processo.
Abbandoniamo quest’aula, lasciandovi liberi di sperimentare i nuovi metodi di procedura legale da usarsi contro il movimento NO TAV, e ce ne andiamo in Val Clarea, luogo simbolo della nostra resistenza alla devastazione della Val Susa, per testimoniare ancora una volta la nostra determinazione e il nostro impegno in questa lotta.

In un clima di grande tensione, il pubblico con le bandiere notav tra le numerose forze dell’ordine, si riesce a terminare la lettura di un discretamente lungo e comnpleto comunicato degli imputati, fortemente applauditi dal pubblico e viene chiesto il documento vada agli atti.
La difesa chiede poi che anche l’imputato Maniero Fabrizio legga un suo comunicato. Pm si oppone, pubblico e imputati rumoreggiano, Presidente permette, lettura inizia. Viene reiterato il concetto che il processo, con l’ammissione come parte civile di ben tre ministeri, mentre sono stati rigettate le iswtanze difensive di nominare tecnici, e soprattutto il modo in cui sono regolati e limitati i diritti della difesa, la fretta stessa con cui si vuole giungere alla sentenza, l’impossibilità di conoscere i nomi dei dirigenti delle FO in azione i giorni dei fatti, l’impossibilità di controinterrogare i testi dell’accusa, porta alla conclusione che trattasi di procedimento sempre + speciale, di essere processati non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che siamo.
E a questo punto gli imputati lasciano l’aula tra le urla del pubblico GIU’ LE MANI DALLA VALSUSA, GIU’ LE MANI DALLA VALSUSA…

TERRORISTA E’ LO STATO – TUTTI LIBERI TUTTE LIBERE – LA VALSUSA PAURA NON NE HA – TERRORISTI SIETEVOI. I pm e i digos confabulano alquanto innervositi con i carabinieri, e impongono l’allontanamento di TUTTO IL PUBBLICO. Se non cacciano anche me, la verbalizzazione andrà avanti.
Il giudice si ritirà per deliberare qualcosa, in aula restano gli avvocati accusa e difesa.
Ore 10.07, l’attesa si prolunga, anche perchè in Camera Charitatis, come la chiamano qui, la corte deve decidere sulla revoca da parte degli imputati dei difensori in quanto parte del sistema. Già ci sono in aula, come prevede la leggem, i difensori d’ufficio, ma pare manchi una firma di un imputato…

10.50 rientra la corte e il giudice Quinto Bosio comunica che non si riesce a contattare un difensore d’ufficio.
L’udienza prosegue con l’introduzione del teste per l’accusa Imperato Gino, in forza all’epoca dei fatti presso Reparto Mobile di Torino, riferisce a domande Pm di avere il 3 luglio riportato una ferita al mento in area archeologica, circa intorno a mezzogiorno, medicato e impossibilitato a proseguire il servizio, prognosi 10 giorni, nessun risarcimento nè costituzione parte civile.
La difesa chiede conferma del luogo, e il teste conferma zona archeologica.
Teste Cigliore Francesco, il 3 luglio 2011 in servizio presso Reparto Mobile Torino, in area archeologica colpito al polso da un sasso che arrivava dall’alto, intorno alle 13-13,30, 15 gg prognosi poi prolungata a 30 complessivi. Nessun risarcimento ma costituzione parte civile.
Difesa chiede se teste indossava scudo e se ha chiesto causa di servizio. Risposta affermativa. Nessuna assicurazione privata.
Difesa chiede conferma dati anagrafici, orario e luogo ferimento, e modalità, cioè se stava caricando i manifestanti, lui o i suoi colleghi. Lui no, i suoi colleghi non ricorda. Il sasso nel frattempo è divenuto I SASSI.
Teste agente scelto Albertini Michele, in servizio il 3 luglio 2011 presso V Reparto Mobile, si trovava in area museale nella boscaglia sotto l’autostrada su un sentiero, dove fu colpito al braccio destro ginocchio sinistro e alla coscia destra da pietre, biglie, bulloni, altri colpi attutiti da protezioni.
7 giorni di prognosi, non prolungati. Costituito parte civile, non risarcito, nè indennizzo nè assicurazione privata.
Difesa chiede ora di scontri in boscaglia: risposta certa 9, 9-30- perchè qualche collega aveva detto poco prima “ora sono le 9.15″ -, e ricorda scontri violenti con sproporzione forze per cui agenti dovettero desistere.. Non ricorda ora se ha chiesto risarcimento.
AL giudice che chiede chiarimenti, risponde che erano in 30 uomini per avvistamenti, ma che furono attorniati dai manifestanti, l’ora precisa della cessazione servizio non la ricorda. “ERA IL 3 LUGLIO, era giorno perchè c’era il sole E FACEVA MOLTO CALDO, questo è poco ma sicuro”
La difesa chiede chiarimenti sull’azione, e il teste risponde che il terreno era disagevole e addirittura c’era un muro, che risalirono con le corde, sulla strada dell’Avanà, dopo aver iniziato il servizio alle 4.40, poi alle 7 in cantiere e alle 8 x avvistamenti nella boscaglia, fronte montagna, spalle museo, sul sentiero direzione viadotto autostradale. Le corde quindi servirono una volta deciso di RIPIEGARE, non riuscendo a FRONTEGGIARE la gente, insieme ai ROCCIATORI che aiutavano, e ricorda recinzione cantiere che la Difesa chiede in particolare in cosa consisteva, e soprattutto dove. Che fosse una delimitazione cantiere, ammette di essere sua deduzione.
Difesa chiede chiarimenti su discesa verso viadotto.
Teste risponde che erano in 30, altri 30 posti non ricorda dove, ma ricorda sentiero che portava al cantiere e poi dopo mezzora essendo aggrediti dai manifestanti DOPO AVER MESSO IN AZIONE TUTTI MEZZI A LORO DISPOSIZIONE, ripiegarono sul sentiero scendendo e arrivando sotto il viadotto, cintato, quindi aggirato, obbligati a risalire con le corde per rientrare area museale, il viadotto sorpassato, quindi alle spalle. Furono sparati lacrimogeni.

11.25 entra il teste Persi Andrea, il 3 luglio in servizio presso I reparto mobile di Roma a Chiomonte, dove fu ferito all’arcata sopracciliare sinistra, per lancio di oggetti in area museale, in particolare un sasso che ruppe il casco, prognosi giorni SE NON RICORDA MALE 15, poi prolungati a 25. “Negativo” se gli misero punti, negativo assicurazione, negativo risarcimento. Interruppe attività, poi continuò. “Confermo.
Difesa chiede chiarimenti sul casco, teste: è personale, quindi non fu restituito, CASCHI MOLTO FORTI E RESISTENTI.
Difesa chiede se scrisse relazione di servizio insieme al collega Tagliaboschi. Pm fa opposizione.
Difesa chiede su ruoli all’interno squadra: su 9, 10 persone due sono addetti ai lanci. Teste non ricorda bene la relazione del 28 ottobre, e ci sono discordanze sui giorni di prognosi.
Difesa chiede se relazione servizio viene fatta subito o no.
Teste risponde che di solito si fa subito, ma nel caso complesso e molti impediti fisicamente, ognuno scrisse per se stesso, e molti mesi dopo i fatti fu chiesto loro di chiarire ulteriormente: il teste afferma di essere stato ASSOLUTAMENTE SOLO MENTRE SCRIVEVA.

Viene introdotto il teste Persano Luigi, il 3 luglio in servizio presso Compagnia di Prato a Chiomonte, ferito al braccio sinistro da artifizio in area museale, intorno alle 14,30, servizio sospeso, 6 giorni poi prolungati a 20 a Firenze, parte civile, indennizzo ricevuto non ricorda la cifra da assicurazione privata. Indossava materiale rimasto danneggiato, riconsegnato. L’oggetto che l’ha colpito era tipo un PROIETTILE, di un centimetro circa.
DIFESA se ha fatto causa risarcimento danno da servizio.
TESTE è in corso
DIFESA per il prolungamento sono stati fatti esami?
Risposta no.

Viene introdotto il teste Monocore Gennaro, il 3 luglio in servizio presso I reparto mobile di Roma a Chiomonte in zona museale, fu ferito in + parti, al braccio sinistro, alla caviglia, rotte le protezioni e accusò ronzii all’orecchio per scoppi di razzi. Giorni di prognosi preciso NON RICORDA.
PM rileva che prognosi è su BRACCIO DESTRO
. Orario non ricorda di preciso. 
. No risarcimento no indennizzo no parte civile.
DIFESA chiede conferma luogo ferimento e come scrisse relazione di servizio, se insieme ai colleghi? Risposta NO.
Come mai le parti sono identiche?PM si oppone domanda.

Entra teste Scottodiperrotolo Michele, in servizio il 3 luglio presso I reparto mobile di Roma con turno fino alle 13 poi proseguito. Sospetta frattura piede destro, x sasso sinceramente non ricorda la grandezza, prognosi 15 giorni poi prolungata, decisero gessi x 20 giorni anche se successivamente frattura fortunatamente non era, poi fisioterapia. Orario preciso non ricorda, ma prima delle 16. Colpito anche da altri sassi, ma protezioni retto bene. Non risarcito, nè causa civile nè nulla.
Difesa chiede se relazione servizio l’ha scritta da solo o no.
Risposta sì. Difesa chiede come mai è assolutamente precisa ad altre, PM si oppone alla domanda.
Difesa chiede con quale squadra era, risposta sovrintendente Riccardi Reparto Roma 301.
Difesa chiede se al termine del servizio era solo o insieme alla squadra.
Teste Insieme alla squadra. Ci hanno bombardati tutti.
Difesa Ma come è possibile se 301 non era sul luogo
PM si oppone
Difesa insiste dicendo fare domande su attendibilità teste, consentite dal codice, circa impeachement.
PM dice di non sapere cos’è impeachement
Difesa avv. Pellegrin dice di informarsi ed istruirsi
Giudice dichiara di non volere ammettere domanda.

Entra teste Sbardella Franco, in servizio il 3 luglio presso I reparto mobile di Roma a Chiomonte, area Giaglione e poi area archeologica, colpito a spalla destra, escoriazioni e distrazione cervicale. Orario 15,30 circa. Altri sassi non fecero danni per tenuta difese, solo una causò lesioni, servizio interrotto per prime cure, poi rientrato in area archeologica e a fine servizio CTO, prognosi 8 gg poi altri 22 da ortopedico privato con visita senza esami, già fatti a Torino. Poi c’era escoriazione su spalla destra. Risarcito da assicurazione privata non ricorda ma intorno ai 300 euro, non parte civile, ma causa di servizio come è prassi.
Difesa chiede come mai in relazione di servizio non parla di essere stato ferito. PM si oppone, giudice ammette.
Difesa propone di leggere relazione 7 settembre, agli atti fascicolo PM, in cui Sbardella Franco non parla di lesioni.
Teste riferisce che non trattasi della prima relazione da lui fatta, massimo qualche giorno dopo i fatti.
PM legge parte in cui secondo lei ci si riferisce al ferimento personale “TUTTI SONO STATI FERITI”, quindi anche il teste…

Sempre il teste Sbardella Franco esce un attimo e rientra con copia della relazione 4 luglio 2011, su cui c’è scritto “lo scrivente veniva colpito da una grossa pietra…”
Difesa chiede se era agli atti, altrimenti non può essere letta, gli avvocati della difesa non l’hanno mai vista. Visto che il giudice permette viene chiesto come ha fatto a giudicare se era grossa avendo scritto di non averla vista.

Teste Russo Nicola, in servizio presso digos questura di Milano, settore informativo Sinistra Antagonista, chiamato da questura di Torino per riconoscimenti.
“nella fattispecie ci sono state inviate fotografie e abbiamo potuto riconoscere attivisti della realtà milanese”… Ne elenca i nomi, parecchi. Alcuni conosciuti proprio di persona.
La difesa si oppone mancando chiedendo non conoscendo posizioni di rinviare deposizione teste. Giudice non concede.
Avv. difesa insiste chiedendo almeno motivazioni: l’imputato, sostiene, ha comunque diritto ad essere assistito.
Si procede con altri nomi, e il teste risponde a pm che la situazione era simile per tutti, noti personalmente per occupazioni stabili etc. Vengono fatte visionare alcune foto,
e il pm chiede se il teste riconosce qualcuno: sì su Garufi Nicolò, Milani Lorenzo in 2 foto, poi interruzione difesa che contesta e dichiara “ridicolo” atteggiamento PM che suggerisce risposta,
si procede e viene riconosciuta una persona con il casco viola, riconosciuta perchè in altra foto aveva il casco in mano.
Difesa chiede se in verbale, dove ci sono 12mila foto, si riesca a risalire con un codice + preciso alla foto in oggetto.
La Corte si consulta e dopo parecchi minuti si riprende perchè giudice Quinto Bosio non ritiene opportuno accettare richiesta della difesa su maggiori indicazioni relative a foto, ritenendole sufficienti
Si passa ad altra foto, e il teste riconosce Sistili Clara dal casco viola in mano come in foto precedente.
Difesa chiede di descrivere il casco viola.
Teste dice che era viola e sferico, con visierina, senza segni particolari
Difesa: come molti altri durante manifestazioni?
Teste: sì

In altra foto prodotta dal Pm, il teste riconosce con i calzoni bianchi e maschera antigas Baldini Filippo, da lui fermato in pulman alla sera dopo i fatti.
In altra foto, di nuovo ragazza dal casco viola e per terra il ragazzo dai calzoni bianchi.
In altra, effettuata durante il controllo di polizia al pulman cui faceva riferimento prima, il teste riconosce Baldini Filippo.

Si va avanti: in foto assai fumosa il teste riconosce Iara Marin con maschera e occhiali da piscina in testa, grazie ad altri fotogrammi in cui era a viso scoperto e vestito allo stesso modo.
Vengono fatti visionare tali fotogrammi.
Difesa chiede quindi se l’ha riconosciuto solo dall’abbigliamento nel fotogramma in cui è travisato. Teste risponde “no anche dagli occhi”
Difesa “Di che colore sono?”
Teste “marroni”.

In altra foto sempre con il fumo, viene risconosciuto ragazzo di pelle scura con occhiali e cappuccio, altro ragazzo e di nuovo ragazza dal casco viola. In altra MOLTO FUMOSA, riconoscimenti già dal viso nonostante il fumo.

Entra teste Garinei Cesare Giulio, carabiniere scelto presso Battaglione di Firenze, il 3 luglio area museale in prime file, colpito caviglia da pietra presume abbastanza grossa anche se non l’ha vista.
Portato in infermeria, 10 gg e doccia gessata, poi prolungati in 10-15 gg dal suo medico.
PM corregge, sono 17. Teste conferma

Causa di servizio ma niente indennizzo.
Avv. Bertone chiede se ne conosce il motivo.
Teste non sa rispondere, se ci sia soglia o no.
Avv. Vitale chiede precisazioni sul luogo e modalità ferimento
Teste ripete di aver sentito solo il dolore, e di essere schierati avanzando e indietreggiando, erano 30 carabinieri.

Teste Galletti Nicola, il 3 luglio in servizio carabiniere scelto presso VI battaglione Toscana Firenze, a Chiomonte in area “in quella strada in quel bosco circa verso l’una preciso quel casolare su Chiomonte sì i lavori poer la Tav”, malore per respirazione gas, curato in serata, nessun giorno di prognosi.
Avv. Bertone chiede chi minacciava chi sparava se si ricorda. Teste ricorda cappa di gas lacrimogeni, circa verso le 13. Non ricorda di altri intossicati forte come lui, però qualcuno sì, anche se non proprio come lui.

L’udienza si conclude – ore 13 – con accordi tra avvocati e giudice per prossime udienze, circa posizione imputati che revocano difesa o no, per fissazione ulteriori date. Quinto Bosio conferma quindi data 7 marzo in aula bunker ore 9 con elenco testi in ordine alfabetico. Ci sono vari problemi: dice PM Quaglino che da molti testi cui è stata inviata notifica non è arrivata prova di ricevimento.
Difesa protesta per la vaghezza delle convocazioni, ribadendo quanto danneggi la loro vita professionale, e avviene l’ennesima schermaglia tra pm e difesa: oggi sono comparsi 11 testi, persone offese, precisa Difesa, non semplici testi, a meno che si derubrichi il capo d’imputazione…
Si verificano i nomi almeno per prossima udienza.

Eleonora Forno TG Maddalena

IL CALENDARIO DELLE PROSSIME UDIENZE

Pro natura – comunicato stampa

http://www.tgvallesusa.it/?p=6125

Posted on 2 marzo 2014 da 

 Facciamo il punto sulla Torino – Lione

Il 31 dicembre 2013 si è concluso il periodo di sette anni oggetto del programma di finanziamento della rete di trasporto intereuropea TEN per il periodo 2007-2013, da cui è scaturito il finanziamento europeo alla Torino–Lione di 671 milioni di euro, quale contributo su una spesa di circa 2 miliardi e 115 milioni di euro a carico dello Stato italiano e francese.

Anche se la Commissione Europea, con atto benevolo, ha concesso una proroga dei termini di due anni, rimodulando il cronoprogramma, Pro Natura Piemonte ritiene utile fare una valutazione del lavoro eseguito da LTF (Lyon Turin Ferroviaire), Commissione Inter Governativa (CIG) e Commissario del Governo, quest’ultimo anche come presidente della C.I.G. e dell’Osservatorio della Torino–Lione.

Al 31 dicembre 2013 LTF è riuscita a spendere nei 7 anni (2007 – 2013) circa 300 milioni, con il margine d’incertezza dovuto al fatto che l’Unione Europea non ha ancora comunicato i saldi degli ultimi due anni, ma ha solo fornito indicazioni di massima. In pratica LTF, con l’apporto degli Enti e dei responsabili sopra citati, è riuscita a fare realmente solo il 15% (anzichè il 100%) degli interventi per i quali i due Stati si erano impegnati.

Nella tabella allegata abbiamo fatto riferimento alle date del cronoprogramma conseguente all’atto di contributo europeo firmato da Italia, Francia e Unione Europea il 5 dicembre 2008; questo riferimento ci
sembra corretto, considerato che le successive rimodulazioni sono correzioni in negativo del programma originario in base al quale è stato concesso il finanziamento.
Risulta quindi che su 14 “tappe” e azioni individuate, il ritardo medio al 31 dicembre 2013 è di 34 mesi, su un periodo di 7 anni, equivalente al 40%. Poco o nulla di questo è dovuto all’azione fisica dei “No TAV” che, con la loro presenza, hanno spostato di alcuni giorni il termine di un paio di azioni, certamente non di alcuni mesi. Le responsabilità e le inefficienze sono quindi nel sistema, anzi nel progetto della Torino – Lione, ed è su questi aspetti che chiediamo una riflessione al nuovo Governo.

Pro Natura Piemonte chiede una riflessione anche alla Magistratura. La documentazione inviata dalla Unione Europea dimostra che il meccanismo di adeguamento e di revisione del contributo comunitario è profondamente diverso da quello diffuso tramite i vari organi d’informazione. La galleria geognostica della Maddalena di Chiomonte non è un’opera strategica perchè rappresenta solo il 7% del programma e delle relative inefficienze del settennato appena trascorso.
Pertanto Pro Natura Piemonte ritiene che la Magistratura debba porre attenzione anche al restante 93% del programma. In particolare ricordiamo che i ritardi verificatisi alla Maddalena di Chiomonte nel 2011
sono dovuti a problemi tecnici, finanziari e autorizzativi legati alla procedura di riaffidamento dell’incarico alla CMC, non alla presenza dei “No TAV” autorizzata dal comune di Chiomonte; se tale riaffidamento non fosse stato effettuato, pur con una discussa soluzione sancita con la firma del 20 dicembre 2011, si sarebbe dovuta indire una nuova gara di appalto con ulteriori enormi ritardi.

Pro Natura Piemonte evidenzia che il tunnel geognostico della Maddalena, secondo quanto risulta dai primi 14 mesi di scavo con metodo tradizionale e con la “talpa” TBM, verrà completato non prima del 2025, data prevista nel progetto complessivo come termine dell’intera opera. Tuttavia si deve ricordare che l’abolizione del tunnel della Maddalena avrebbe comportato, a fronte di una spesa per lo Stato italiano di 80 milioni di euro, un mancato finanziamento europeo di 40 milioni di euro, cifra inferiore ai costi derivanti dal massiccio impiego delle Forze dell’ordine nei primi due anni, con i disagi e le tensioni causati a tutti, compresi gli agenti stessi.

28 febbraio 2014, il Presidente dott. Mario Cavargna.

Allegato:

cronoprogramma

Movimento 5 Stelle: espulsioni & epurazioni

http://www.tgvallesusa.it/?p=6119

Il M5S nuovamente al centro di polemiche furiose dopo l’espulsione di quattro senatori: davvero il movimento di Beppe Grillo è un sistema dittatoriale?

Posted on 2 marzo 2014 da  

 Sono trascorsi anni… a dire il vero no; sono stati mesi… o forse solo settimane da quando il M5S è stato messo sotto accusa -mediatica- per la rubrica dedicata ai giornalisti apparsa sul blog di Beppe Grillo. Fascisti, squadristi, anti democratici, illiberali; un nutrito gruppo di intellettuali metteva sotto accusa la “gogna”, il “bavaglio”, con i quali Grillo voleva bloccare la “libera” informazione (quella già al 70° posto -per proprio merito- nelle classifiche internazionali sulla libertà di informazione, tanto per intenderci). Liste di proscrizione, messa all’indice dei giornalisti considerati scomodi al guru. Ve lo ricordate?

Trascorso un po’ di tempo la rubrica “giornalista del giorno” è sempre lì, sul blog. Ci trovi pubblicate le frasi nobili dei giornalisti che hanno come principale attività non quella di documentare e informare ma quella di gettare un po’ di fango sul movimento, su Grillo, sul lavoro dei parlamentari, sempre con l’antica tecnica dell’attacco personale, dell’accusa eclatante, del discorsetto verosimile sbugiardabile in un battere di sinapsi funzionanti ma che impressiona la gente sfruttando l’immeritata autorevolezza delle testate che pubblicano queste micro menzogne quotidiane a ciclo continuo.

Nessuna squadraccia fascio-grillina ha dato la caccia a questi giornalisti. Nessun editto bulgaro di qualsivoglia efficacia è caduto sulle loro teste, nessuna caccia alle streghe ha prodotto roghi con crocefissi infuocati davanti alle abitazioni degli additati. Magari qualche insano insulto da Bar dello Sport, qualche commento fuori luogo, insomma un nulla di fatto: nessuna conseguenza fisica, morale o di carriera per i giornalisti che proseguono integerrimi nel fare il lavoro sporco per conto dei padroni di sempre. Tanto rumore per nulla.

Ora è la volta delle espulsioni dei quattro senatori. Il disco, la scenografia, il copione ripartono. Fascisti, assolutisti, anti democratici, succubi del guru. Monotoni come una telenovela di quart’ordine, una fiction televisiva sull’upupa, una commedia da oratorio. Sul Fatto Quotidiano Peter Gomez arriva a scomodare Toqueville con la “dittatura della maggioranza” e Bruno Tinti elogia l’assolutismo del capo Grillo ma vede con favore la rottura e la fuoriscita dei “dissidenti” che guadagnano, ai suoi occhi, indipendenza ed autonomia di pensiero rispetto al capo branco.

L’area del PD non perde l’occasione per sperticarsi in dichiarazioni ipocrite sulla democrazia altrui e predicano dallo stesso pulpito di cartone dal quale sono partite tante “epurazioni” di dissidenti interni (vecchio vizietto già dai tempi lontani del PCI) da perdere il conto. Qui in Val di Susa tutti si ricordano la cacciata dei militanti PD di Avigliana rei di aver osato dichiararsi No Tav (e che hanno comunque vinto le elezioni in barba al regime democratico del loro ex-partito).

Ormai lo sappiamo: ciò che conta nella politica italiana di oggi è il verosimile, non il vero. Venti anni di scuola berlusconiana hanno infettato il sistema comunicativo e intellettuale. Non conta la ricerca della verità ma ciò che può essere apparire come verità da vendere al pubblico per conseguire uno scoponon dichiarato.

In questa babele di dichiarazioni e accuse non conta se davvero i quattro senatori abbiano agito contro gli interessi del gruppo e della attività duramente svolta dallo stesso. La qualifica di dissidenti attribuisce loro, come pre-giudizio, un valore aggiunto atto a definire un profilo da martire per accusare Grillo e il movimento di essere non democratici. La storia ci insegna che i “dissidenti” (quelli veri) sono persone (sovente fini intelletuali) che rischiano in prima persona per affermare principi e valori all’interno di un sistema tirannico o dittatoriale. Quelli sovietici finivano in Siberia e molti non facevano ritorno.

I nostri nuovi “eroi” vengono fregiati delle mostrine e delle croci al merito senza aver compiuto nessun gesto eroico: la rivista Micromega non manca occasione di intervistare ex-grillini di cui ha ignorato l’esistenza sino al momento in cui sono diventati ex. Con questa nuova qualifica essi assurgono automaticamente a uno status di benemerenza a prescindere da qualsiasi scopo perseguano e da qualsiasi azione abbiano compiuto.

Cosa rischiano questi dissidenti? Di fatto nulla. O, per dirla tutta: rischiano di tenersi tutti i soldi e di non rinunciare alla maggior parte di essi come hanno fatto i grillini “succubi” del guru Grillo (rispettando il patto con gli elettori). Rischiano di dare appoggio a personaggi, liste, gruppi, che non sono quelli per i quali gli elettori hanno scelto il M5S. Rischiano di vendersi al miglior offerente. Di proprio non rischiano nulla.

Qualsiasi organizzazione, sia essa una semplice associazione, un movimento, un partito o un’azienda, si dota di una serie di regole organizzative che è necessario rispettare per il buon funzionamento del sistema. Ma non solo. Fanno parte integrante di questo sistema una serie di obiettivi, dichiarati in uno statuto o anche solamente condivisi a voce, che le persone intendono perseguire mediantel’organizzazione datasi.

La possibilità di dibattere internamente le idee, il confronto tra opinioni differenti, è la forza che permette all’organizzazione di definire delle strategie per cercare di raggiungere gli obiettivi posti.

La scelta delle strategie da porre in atto può seguire diversi criteri a seconda del tipo di organizzazione. Nel caso di organismi politici accettiamo e auspichiamo che i meccanismi seguano regole democratiche e che le scelte siano il più possibile condivise tra i membri.

Chiunque non sia soddisfatto delle scelte intraprese dall’organizzazione di cui fa parte, in termini di obiettivi e di strategie, ha due possibilità: esprimere democraticamente la propria contrarietà, accettando le scelte democraticamente assunte, oppure decidere di abbandonare l’organizzazione.

Nel caso del M5S c’è una (voluta) confusione nei giudizi espressi sul movimento tra gli obiettivi predefiniti (con il non Statuto e con il patto elettorale proposto agli elettori) e le strategie decise per conseguire quegli obiettivi.

Piaccia o meno, giusto o sbagliato che sia, uno degli obiettivi del movimento è cacciare dalla politica chi ha devastato l’economia, l’etica, le finanze del nostro paese. Per conseguire questo obiettivo la strategia definita da subito è stata quella di evitare alleanze con chi ha compiuto sistematicamente questo disastro (e se ne conosco nomi e cognomi). E poichè l’obiettivo primario è il bene pubblico e l’interesse dei cittadini (esautorati da tempo dalle decisioni che li riguardano) il M5S si è sempre dato disponibile per votare e sostenere progetti utili al paese da qualunque parte politica fossero stati promossi.

Se qualcuno non condivide questi obiettivi e queste strategie non può nascondersi dietro il filo d’erba delle storiella delle decisioni calate dall’alto o delle sfuriate di Beppe Grillo.

Come ha illustrato Di Battista in un post su FB, la questione non è assenza di dibattito interno, che c’è, eccome, difficile, a volte, appassionante e faticoso nel cercare il più possibile di trovare una linea comune. Ma nel momento in cui una decisione è presa non è accettabile che i giornalisti, che attendono al varco le prede per pubblicare non i contenuti ma creare il gossip, siano i referenti immediati di coloro che non accettano le decisioni democraticamente prese in assemblea.

Questo è il motivo per il quale i quattro senatori sono stati messi in stato di accusa. Per non avere accettato le scelte democraticamente espresse dalle assemblee e aver offerto il movimento in pasto a una pubblicistica che non manca occasione per infangare il movimento.

E’ vero che le espulsioni non sono mai una piacevole scelta e dovrebbero essere l’ultima ratio di un processo articolato nel verificare le responsabilità individuali ma è altrettanto vero che un movimento oggetto di continui e reiterati attacchi menzogneri da parte della stampa e delle televisioni si trova perennemente in una condizione di tensione e non può permettersi di avere persone che colpiscono alle spalle mettendo in pericolo la credibilità del gruppo.

Qualcuno ritiene che la credibilità del M5S venga proprio minata da questa iniziativa delle espulsioni. Non lo credo. Chi vuole continuare a vedere il movimento come un ammasso di “grulli” o “grullini” dedidi alla venerazione del capo e senza capacità di discernimento continua e continuerà a farlo cullandosi nelle mezze verità o verosimiglianze dei discorsi di chi ha tutto l’interesse a screditare il movimento e il suo operato. In questo ore è eclatante l’esempio del contestato decreto Imu_BankItalia: i deputati del M5S sono stati zittiti con il sistema della cosidetta ghigliottina (da parte della PresidenteBoldrin) e successivamente sanzionati per aver contestato duramente le scelte del governo e della Presidente della Camera; il decreto è stato approvato e ieri l’UE chiede spiegazioni all’Italia in quanto sospetta che quel decreto violi le regole della Comunità Europea. Ovvero, i “grullini” avevano ragioni da vendere, abbiamo fatto l’ennesima figuraccia con l’Europa ma le Tv e i giornali hanno trascorso settimane nel raccontare la storiella dei “violenti” grillini che impedivano al Parlamento di lavorare.

Chi invece ha voluto, vuole e vorrà concedere un po’ di curiosità a se stesso potrà facilmente sperimentare e comprendere chi sono davvero questi ragazzi che si prodigano ogni giorno instancabilemente alternando le aule dei palazzi romani con le strade delle città e dei paesi per incontrare la gente e spiegare loro le cose della politica che influenzano la vita dei cittadini e come questi possono, e devono, riappropriarsi della Res-Pubblica.

A tal proposito vale la pena menzionare l’interessante articolo (sul Fatto Quotidiano) di Massimo Pillera che ricorda come il modello di democrazia del M5S sia tutt’altro che campato in aria ma fondale sue radici nel modello svizzero nel quale i cittadini vengono normalmente consultati per esprimere pareri e decidere su questioni politiche che li riguardano.

Questo sistema e il modello non sono esenti da pecche e necessitano aggiustamenti ma se la politica italiana (intendendo i partiti politici) negli ultimi quindici anni avesse compiuto il salto di qualità (e avesse avuto lo stesso tasso di crescita intellettuale e professionale) realizzato dal Movimento 5 Stelle (nella figura dei suoi eletti) durante questi nove mesi… di certo saremmo uno dei paesi che potrebbe dare del “tu” alla Cancelliera Merkel anziché essere il fanalino di coda (spento) dell’Europa.

Davide Amerio 02.03.14

AFRIQUE MEDIA’ TV CE 2 MARS …

Emission LE DEBAT PANAFRICAIN/ – avec PCN-SPO/ 2014 03 02 /

http://www.lucmichel.net/

« j’ai éte ému par ses interventions sur Africa Media.

C’est ce genre d’Européens que nous cherchons »

– Un téléspectateur africain (sur Facebook).

PCN-TV - LM sur Afrique Media Tv 3 (2014 03 02) FR 2

VOIR ce dimanche 2 mars 2014 après-midi de 13H00 à 19H30

(attention démarrage possible entre 12h30 et 13h30 suivant les aléas des émissions précédentes)

Luc MICHEL sur l’UKRAINE et le VENEZUELA (notamment)

parmi les invités de la TV panafricaine AFRIQUE MEDIA …

… en streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm/

 SUJETS DU ‘DEBAT PANAFRICAIN’

DU DIMANCHE 2 MARS 2014 :

PCN-TV - LM sur Afrique Media Tv 3 (2014 03 02) FR

SUJETS D’ACCEUIL :

1- COTE D’IVOIRE : Guillaume SORO dit avoir rencontré le président OUATTARA, et que le chef de l’état ivoirien se porte très bien.  (Paul NKEN, Dr BASSILAKIN)

2- GABON/PRESIDENTIELLE : Le positionnement politique actuel de Jean Ping, ancien président de la Commission de l’Union Africaine (UA), aurait-il un quelconque lien avec l’audit lancé dans les milieux du pétrole ? (Patrick SAPACK, François BIKORO)

3- RDC/SOUDAN : Le président Joseph KABILA entre le marteau et l’enclume. La CPI a «demandé à la République démocratique du Congo d’arrêter immédiatement Omar el-Béchir, qui est à Kinshasa pour le sommet des chefs d’État et de gouvernement du Marché commun de l’Afrique de l’Est et australe et de le remettre à la Cour», a-t-elle indiqué dans un communiqué. (ERIC YOMBI, BAAH MAMADOU)

4- MAROC/FRANCE: Le Maroc a décidé de suspendre «l’exécution de tous les accords de coopération judiciaire avec la France», dans le cadre de la querelle diplomatique née de plaintes à Paris visant le patron du contre-espionnage marocain. A quoi doit-on s’attendre ? (JP SAMNICK, Pd BAONGLA)

5- DOUBLE NATIONALITE : à qui profite la loi ? (NOUHA SADIO, Richard NTONDO)

6- VENEZUELA : le Chavisme, difficile héritage pour NICOLAS MADURO ?

(panorama du sujet introduit par Luc Michel)

SUJETS A DEBATTRE :

1- RCA : SAGARIS joue les prolongations. A quelle fin ?

2- NIGERIA/FRANCE : Hollande à Abuja : prémices d’une intervention internationale contre BOKO HARAM ?

3- MAROC : Tournée du Roi Mohamed VI en Afrique Subsaharienne. Quel impact ?

4- CRISE EN UKRAINE : Vers une scission du pays ?

 LA CHAINE PANAFRICAINE ‘AFRIQUE MEDIA’ :

« PRESENTER UNE AUTRE AFRIQUE »

La chaîne AFRIQUE MEDIA, chaîne panafricaine à caractère informationnel et thématique : l’information  des africains  sur les enjeux internationaux, la chaîne  de référence  miroir de l’Afrique …

La Vision de AFRIQUE MEDIA : leitmotiv, lever un pan de voile sur la nouvelle Afrique, une Afrique loin des clichés longtemps dépeints sur les toiles occidentales. Une Afrique forte, une Afrique  dynamique, une Afrique  participant à la construction  du monde. Un souci majeur  pour l’Afrique : être un pont virtuel sur lequel l’Afrique marchera  pour se réapproprier  l’Histoire, son histoire, mais aussi la réécrire avec ses propres mots. Un autre  point important pour l’équipe de la TV est de faire vivre l’actualité sur le vif, dans  un monde  qui se transforme et une actualité qui évolue. L’ultime ambition de la TV est de créer une synergie, de rapprocher  les africains d’ici et d’ailleurs, sous la coupole de la construction  du continent, afin que toutes les forces soient réunies pour offrir aux générations africaines futures une Afrique dont elles seront fières.

KH / PCN-SPO

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# TV panafricaine AFRIQUE MEDIA …

Website : http://afriquemedia.tv/

Streaming : http://lb.streamakaci.com/afm/

‘LE CHOC DES DEUX UKRAINES’ SUR RADIO CAMEROUN

Emission « Sans Détour » – animée par Joli-beau Koubé.

Théme : « LES EVENEMENTS D’UKRAINE, LA CRIMEE ET L’INTERVENTION RUSSE »

Ce soir 2 mars 2013 / 19h (Paris – Bruxelles – Yaounde)

 sur CAMEROON VOICE – RADIO CAMEROUN

Radio internationale / Montréal – New-York – Paris – Yaounde …

Ecouter l’émission en direct sur:

http://cameroonvoice.com/radio/radio.html

Plateau :

Joli-beau Koubé – Mikhail Gamandiy-Egorov – Fabrice Beaur – Luc Michel

 QUE SE PASSE-T-IL EN UKRAINE, OU L’HISTOIRE S’ACCELERE ? -

En Ukraine les événements se sont accélérés depuis les débuts du ‘Maidan 2013’, une nouvelle « révolution de couleur » en Ukraine. Du putch de l’Opposition pro-occidentale à Kiev il y a deux semaines au soulèvement de l’Est et de la Crimée pro-russes et à l’intervention russe de ces derniers jours …

Premier round :  le 21 février, profitant d’un accord entre le gouvernement et l’opposition (garanti par Paris, Berlin et Varsovie) et des JO de Sotchi (obligeant la Rusie à la réserve), l’opposition a pris le pouvoir par un putch armé, parrainé par Washington et Bruxelles, et dont le fer de lance sont les néofascistes de Svoboda (ex partenaire du FN français) et les néonazis de la milice Praviy Sektor (secteur droit). Le Parlement, sous la menace, a déchu le président élu Ianoukovitch, qui a du prendre la fuite. La constitution est grossièrement violée, avec l’accord des USA, de l’UE et de l’OTAN. Un changement de régime, qui rappelle les méthodes du parti nazi en 1933, a eu lieu : nouveau président, nouveau gouvernement et premier ministre, entrée de Svoboda et Praviy Sektor dans les ministères de force (intérieur, armée).

Second round : Immédiatement des mesures anti-russes sont prises, notamment l’abrogation du Russe comme langue officielle (dans une Ukraine où le Russe est la langue maternelle ou sociétale de 60% de la population). Le rapprochement avec Moscou (clé de l’aide économique russe) dénoncé. Des mesures répressives et un climat de terreur politique s’installe, la police (dont les ‘Berkouts’ unités d’élite) et l’armée sont épurées. 140.000 russophones demandent l’asile politique en Russie. RC - Emission Ukraine 2 (2014 03 02) FR 2

Troisième round : Vendredi passé le 21 février, alors que les JO de Sotchi se terminent, l’Est ukrainien se mobilise. Un ‘Congrès des régions de l’Est’ (l’Ukraine est un état semi-fédéral) se tient à Kharkov qui prend partie pour « l’auto-administration ». Répression immédiate, le gouverneur (parti des régions) de la région doit fuir en Russie, des commandos arrivent à Kharkov mercredi 26 février et s’emparent de la Mairie. Samedi 22 février, la Crimée commence à se soulever depuis Sébastopol. Des ‘milices d’auto-défense’ sont créées. Les ‘Berkouts’ les rejoignent et refusent leur dissolution par Kiev. La foule ou les parlements régionaux commencent à élire de nouveaux maires et gouverneurs pro-russes. Ce Vendredi 28 février elles apparaissent en uniformes dans plusieurs villes. Ianoukovitch parle depuis la frontière russe et la Russie le reconnaît toujours comme président. Dans la nuit de ce vendredi les forces de Kiev tentent un coup de force à Sébastopol.

Quatrième round : ce samedi 1er mars tout l’Est, et pas seulement la Crimée, se soulève. Des drapeaux russes sont hissés sur toutes les grandes villes. A Moscou au matin, la Douma appelle Poutine à intervenir. A 14h, le Sénat se réunit et vote à l’unanimité l’intervention, « sur tout le territoire ukrainien ». Les milices néofascistes arrivées à l’Est sont neutralisées par des foules en colère, sur laquelle elles tirent à Kharkov. L’Armée russe, depuis ses bases de Crimée (où elle est installée légalement jusqu’en 2047), neutralise l’armée ukrainienne en Crimée et se déploie à l’Est. Obama et l’OTAN protestent, la Russie rappelle son ambassadeur à Waqshington …

 # PARMI LES SUJETS TRAITES PAR LES INVITES :

* Par Luc MICHEL :

1/ les événements : la révolution de couleur, l’action de l’UE et du NATO, celle des réseaux américains, les réactions de Moscou, la manipulation médiatique (le ‘storytelling’) des médias de l’OTAN …

2/ le fonds géopolitique : le vrai agenda est celui de l’OTAN (expansion à l’Est continue depuis 1992), le rôle de l’Ukraine (Brezinski, Thiriart) et de la Crimée, le partenariat oriental de l’UE enlisé,

3/ le fonds idéologique : les deux Ukraines, que tout sépare, la véritable nature du Maidan,

4/ les similitudes en terme de valence géopolitique ( vu de Moscou et de Bruxelles/Washington) entre la Crimée , la Transdniestrie, l’Abkhazie et l’Ossetie du Sud,

5/ Ukraine – Syrie – Venezuela : un même processus d’agression occidentale, ‘révolutions de couleur’ et ‘printemps arabe’, ce qui se passe et va se passer à Caracas.

 * Par Mikhail GAMANDIY-EGOROV :

1/ Que représentent véritablement les événements en Ukraine,

2/ le parallèle entre la Syrie et l’Ukraine,

3/ Comment les autorités russes ont-t-elles réagi jusqu’à maintenant en ce qui concerne les événements ukrainiens,

4/ La Russie avait récemment accordé un crédit de 15 milliards de dollars US à l’Ukraine, dont une première tranche de 3 milliards a déjà été transferé. Qu’en sera-t-il maintenant,

5/ Y-a-t-il un risque réel de sécession aujourd’hui en Ukraine,

6/ Le changement de pouvoir à Kiev peut-il où va-t-il modifier les termes de l’accord de Kharkov du 21 avril 2010 relatif au prolongement du bail de la flotte Russe à Sébastopol jusqu’en 2042,

* Par Fabrice BEAUR :

1/ le point de vue russe sur les événements d’Ukraine, ce que pensent les media russes et l’opinion russe de la situation en Ukraine actuellement,

2/ une information minorée dans les media occidentaux : à savoir la présence très importante de l’extrême-droite dans les rangs de l’opposition,

3/ D’un côté, il y a les médias occidentaux qui parlent de “révolution” et les médias russes qui parlent de “Coup d’Etat”. Qui a vraiment raison ?

4/ l’impact de la situation en Crimée en Russie même, dans la région frontalière du Kouban.

# LES INVITÉS :

 Mikhail GAMANDIY-EGOROV/ BIO EXPRESS /

Mikhail Gamandiy-Egorov, 26 ans, Moscovite, enfance au Maroc, études supérieures en France. Diplômé de la Sorbonne (Paris).

Partisan du partenariat Afrique-Russie et de la souveraineté des Etats.

Depuis tout récemment cadre de SKOLKOVO, la “Silicon Valley russe”.

Chroniqueur pour le Service francophone de Radio d’Etat russe “La Voix de la Russie”, éditeur du Blog ‘L’Axe Russie-Afrique’, éditorialiste pour ‘Trans-Europa Médias’ (Brussels-South)  :

http://french.ruvr.ru/by_author/89470235/

Blog : http://afriquerussie.wordpress.com/

Fabrice BEAUR/ BIO EXPRESS /

Fabrice Béaur, Secrétaire-Général du PCN-NCP, organisation transnationale extra-parlementaire (mais qui a eu des députés en Belgique dans les Années 90), aujourd’hui active dans les deux Europes. Centrale à Bruxelles, secrétariats à Paris, Kichinev (Moldavie), Moscou, Sotchi (Caucase) et Istanbul (le n°3 du PCN est turc).

Spécialiste des médias et des réseaux sociaux.

Habite en Russie près de Sotchi. Travaille (consultant) entre Moscou et le Kouban, la région sud de la Russie, au bord de la Mer Noire et au pied du Caucase.

Marié avec une russe qui fut une cadre de NASHI, le mouvement antifasciste de la jeunesse, organisation de jeune pro-poutine très actif et importante dans les années des deux premiers mandats de Poutine en tant que président de la Fédération de Russie.

Deux enfants.

Luc MICHEL/ BIO EXPRESS /

Luc Michel, 56 ans et plus de 40 ans d’une vie politique engagée au service d’une idée force : ‘la Grande-Europe de Vladivostok à Reykjavik’. Considéré comme un ‘intellectuel slavophile’ et un adversaire radical de l’OTAN. Editeur, il dirige les Editions MACHIAVEL depuis 1982.

Entre 1983 et 1991 anime avec Jean Thiriart « l’Ecole géopolitique euro-soviétique » qui envisageait la fusion entre URSS et UE. L’Eurasisme russe, de droite (Douguine) comme de gauche (Zouganov), en est issu après 1992.

Cette action intellectuelle débouche aussi sur une action politique, une praxis : le PCN-NCP, Il anime aussi un Think Tank, EODE, ‘Eurasian Observatory for Democracy and Elections’, qui défend la même idée.

Depuis les Années 80, Luc Michel a voyagé dans toute l’Europe de l’Est (en plus d’une action permanente en Afrique et Pays arabes depuis le milieu des Années 90) : Pays baltes, Europe centrale, Russie, Sibérie, Belarus, Yougoslavie, Caucase, Balkans … Nombreuses missions pour EODE qui organise du monitoring électoral. Nombreuses actions politiques, meetings ou conférences pour le PCN.

Il connaît particulièrement l’Ukraine, la Moldavie et la Transdniestrie (PMR). Il a notamment écrit pour EODE un Rapport de 250 pages sur la PMR et la Moldavie, très diffusé (3 éditions depuis 2006) :

Enfin il a orienté aussi à l’Est sa vie privée, compagne ukrainienne, puis marié à une Russe de Riga (Lettonie). Sa compagne actuelle est native de Transylvanie.

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QUE SE PASSE-T-IL EN UKRAINE, OU L’HISTOIRE S’ACCELERE ?

Luc MICHEL/ En Bref / avec PCN-SPO / 2014 03 02 / LM.NET - EN BREF histoire s'accélère en ukraine (2014 03 02) FR

En Ukraine les événements se sont accélérés depuis les débuts du ‘Maidan 2013’ fin novembre 2013, une nouvelle « révolution de couleur » en Ukraine. Du putch de l’Opposition pro-occidentale à Kiev il y a deux semaines au soulèvement de l’Est et de la Crimée pro-russes et à l’intervention russe de ces derniers jours …

 LE PUTCH NEOFASCISTE DU 21 FEVRIER A KIEV ET LVIV

Premier round :  le 21 février, profitant d’un accord entre le gouvernement et l’opposition (garanti par Paris, Berlin et Varsovie) et des JO de Sotchi (obligeant la Rusie à la réserve), l’opposition a pris le pouvoir à Kiev et à Lviv par un putch armé, parrainé par Washington et Bruxelles, et dont le fer de lance sont les néofascistes de Svoboda (ex partenaire du FN français) et les néonazis de la milice Praviy Sektor (secteur droit).

Le Parlement, sous la menace, a déchu le président élu Ianoukovitch, qui a du prendre la fuite. La constitution est grossièrement violée, avec l’accord des USA, de l’UE et de l’OTAN.

Un changement de régime, qui rappelle les méthodes du parti nazi en 1933, a eu lieu : nouveau président, nouveau gouvernement et premier ministre, entrée de Svoboda et Praviy Sektor dans les ministères de force (intérieur, armée).

 LA RUSSOPHOBIE AU POUVOIR CONTRE LA MAJORITE DELA POPULATION

Second round : Immédiatement des mesures anti-russes sont prises, notamment l’abrogation du Russe comme langue officielle (dans une Ukraine où le Russe est la langue maternelle ou sociétale de 60% de la population). Le rapprochement avec Moscou (clé de l’aide économique russe) dénoncé.

Des mesures répressives et un climat de terreur politique s’installe, la police (dont les ‘Berkouts’ unités d’élite) et l’armée sont épurées. 140.000 russophones demandent l’asile politique en Russie.

 L’EST SE MOBILISE POUR L’AUTO-ADMINISTRATION

Troisième round : Vendredi passé le 21 février, alors que les JO de Sotchi se terminent, l’Est ukrainien se mobilise. Un ‘Congrès des régions de l’Est’ (l’Ukraine est un état semi-fédéral) se tient à Kharkov qui prend partie pour « l’auto-administration ».

Répression immédiate, le gouverneur (parti des régions) de la région doit fuir en Russie, des commandos arrivent à Kharkov mercredi 26 février et s’emparent de la Mairie.

Samedi 22 février, la Crimée commence à se soulever depuis Sébastopol. Des ‘milices d’auto-défense’ sont créées. Les ‘Berkouts’ les rejoignent et refusent leur dissolution par Kiev. La foule ou les parlements régionaux commencent à élire de nouveaux maires et gouverneurs pro-russes.

Ce Vendredi 28 février elles apparaissent en uniformes dans plusieurs villes.

Ianoukovitch parle depuis la frontière russe et la Russie le reconnaît toujours comme président. Dans la nuit de ce vendredi les forces de Kiev tentent un coup de force à Sébastopol.

 REVOLUTION POPULAIRE A L’EST CONTRE LE FASCISME DE LA JUNTE DE KIEV ET INTERVENTION RUSSE

Quatrième round : ce samedi 1er mars tout l’Est, et pas seulement la Crimée, se soulève. Des drapeaux russes sont hissés sur toutes les grandes villes.

A Moscou au matin, la Douma appelle Poutine à intervenir. A 14h, le Sénat se réunit et vote à l’unanimité l’intervention, « sur tout le territoire ukrainien ».

Les milices néofascistes arrivées à l’Est sont neutralisées par des foules en colère, sur laquelle elles tirent à Kharkov.

L’Armée russe, depuis ses bases de Crimée (où elle est installée légalement jusqu’en 2047), neutralise l’armée ukrainienne en Crimée et se déploie à l’Est.

Obama et l’OTAN protestent, la Russie rappelle son ambassadeur à Washington …

Luc MICHEL

Photo : Soulèvement pro-russe à Kharkov. Sur la pancarte « frères en Russie, esclaves en UE …

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УКРАИНА: СМЕХ ОКОНЧЕН ДЛЯ ПРЕССТИТУТОК ЗАПАДНЫХ СМИ…

Люк МИШЕЛЬ & Фабрис БЭОР – 2014 01 03 /

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PIH - LM ukraine libe panique (2014 03 01)  FR

Журнал Libe в полной панике в эту субботу утром.

PIH - LM ukraine libe panique (2014 03 01)  RU 1

Аплодисментам в пользу неофашистских путчистов в Киеве пришел конец. Путчистов, которых поддерживает США и НАТО, и которых выдавали за “про-европейских демократов”… Антисемитские и анти европейские представители Правого сектора наверно хорошо посмеялись.

А в то же время происходит настоящая НАРОДНАЯ РЕВОЛЮЦИЯ, и не только в ее эпицентре (в Крыму), а на всем юго-востоке страны.

Прямая демократия, группы самообороны, самоуправление : у маленьких парижских и брюссельских буржуев уже наверно полностью грязные трусы.

И теперь низкая русофобия западных редакций, где кстати хорошо платят, пришла к эффекту бумеранга. Российский президент подал проект в Совет Федерации на “использование вооруженных сил Российский Федерации на Украине” до нормализации ситуации в стране. А Государственная Дума призвала Путина к реакции сегодня утром.

Тем самым и судя по всему, Москва наплевала на “предупреждения” Обамы и НАТО, которыми так пестрили западные СМИ еще вчера.

В Москве возвращают пощёчины вдвойне …

Люк МИШЕЛЬ & Фабрис БЭОР

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UKRAINE : FINI DE RIRE POUR LES PRESSTITUTES DES MEDIAS DE L’OTAN …

Luc MICHEL & Fabrice BEAUR pour PCN-INFO / 2014 02 27 /

avec RIA Novosti –lucmichel.net – PCN-SPO /

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PIH - LM ukraine libe panique (2014 03 01)  FR

Libe est en pleine panique ce samedi matin .

Comme tous les médias de l’OTAN. Pour une fois écouter ou lire les mercenaires médiatiques de Washington est réjouissant. Panique qui répond étroitement à celle de la Junte fasciste de Kiev. Les putchistes de Kiev et Lviv sont « sonnés » nous dit France 3.

On n’est plus en train d’applaudir les putchistes néofascistes de Kiev parrainés par les USA, l’OTAN et l’UE, présentés comme des ‘démocrates pro européens’ (sic) … Les nazis antisémites et anti UE de PRAVIY SEKTOR doivent bien en rire.

Une véritable REVOLUTION POPULAIRE soulève l’est ukrainien et pas seulement la Crimée qui n’en est que l’épicentre. Démocratie directe, milices d’auto-défense, auto-administration : les petit-bourgeois bobos parisiens ou bruxellois doivent en avoir le slip tout sali.

 “L’UKRAINE PRO RUSSE SE SOULEVE” TITRE L’AFP …

LA REVOLUTION CONTRE LE MAIDAN FASCISTE EST EN MARCHE !

«Je ne reconnais pas le nouveau président par intérim (un bendériste),

je suis contre l’ukraïnisation forcée. Je suis citoyenne soviétique,

je veux vivre dans la paix»

– Tatiana Leonova (Odessa)

Odessa – qui a hissé le drapeau rouge soviétique-, Donetsk, Kharkov, Simféropol, Sébastopol. Et encore Melitopol, Yevpatoria and Mariupol. Et d’autres villes encore, loin de la Crimée … « Les points chauds se multipliaient dans l’est et le sud russophones de l’Ukraine », selon des correspondants de l’AFP, « qui ont observé des irruptions d’hommes armés dans plusieurs sites stratégiques ou d’importantes manifestations pro-russes ».

Des dizaines de personnes ont été blessées à Kharkov (est de l’Ukraine) par des miliciens fascistes arrivés de Kiev mercredi (et arrêtés enfin), en marge d’une manifestation pro-russe qui a conduit à la prise d’assaut du siège de l’administration régionale par quelque 300 manifestants. Plus de 20.000 personnes ont manifesté samedi matin à Donetsk, fief du président élu Viktor Ianoukovitch dans l’est de l’Ukraine, contre les nouvelles autorités de Kiev en brandissant des drapeaux russes. Sur un podium improvisé, des intervenants déclaraient soutenir “l”aspiration de la Crimée à rejoindre la Russie”.

 MOSCOU INERVIENT POUR PROTEGER LES CIVILS

Et la russophobie si facile dans les rédactions, surtout que ces putains médiatiques sont bien payées, trouve son effet boomerang. Le président russe a demandé et obtenu à l’unanimité ce samedi au Conseil de la Fédération d’approuver « le recours aux forces armées russes sur le territoire de l’Ukraine, jusqu’à la normalisation de la situation politique dans ce pays ». Sur le territoire de l’Ukraine et pas en crimée …

La Douma elle a appelé Poutine à intervenir ce matin.

La Douma (chambre basse du Parlement russe) avait demandé ce samedi matin au président Vladimir Poutine de «protéger par tous les moyens» la population de Crimée «contre l’arbitraire et la violence», a déclaré son président, Sergueï Narychkine. «Les députés appellent le président à prendre des mesures pour stabiliser la situation et protéger par tous les moyens la population contre l’arbitraire et la violence en Crimée», a déclaré Narychkine

Visiblement on s’assied à Moscou sur les mises en garde arrogantes d’Obama et de l’OTAN dont les médias occidentaux se gargarisaient hier. « Dans le bras de fer diplomatique comme sur le terrain, la Russie apparaît de son côté souvent avec un coup d’avance. » avoue Libé. Le Sénat russe a ainsi estimé que Obama avait franchi une «ligne rouge» avec sa mise en garde à Moscou et indiqué qu’il allait demander au Président Poutine le rappel de l’ambassadeur de Russie aux Etats-Unis.

A Moscou généralement on rend les claques par deux …

Luc MICHEL & Fabrice BEAUR

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