Genocidio Grecia: la troika chiede licenziamenti anche nel settore privato

la troika è composta da sagge persone, con un interesse per la salvaguardia della sacra Ue, svincolati dai corrotti governi nazionali…sono quasi divini gli eurocrati
lunedì, 17, marzo, 2014
 
Le trattative tra il governo greco e la troika (Fmi, Ue e Bce) – interrotte questa mattina alle 05:00 dopo una maratona durata oltre 14 ore senza giungere ad un accordo – riprendono oggi pomeriggio nella speranza di concludere in serata, secondo quanto hanno riferito fonti vicine al Ministero delle Finanze.
Stando alle stesse fonti, le due parti si trovano vicine ad un accordo che potrebbe essere raggiunto entro questa sera anche se rimangono ancora aperte importanti questioni, tra cui i licenziamenti nel settore privato e in quello pubblico anche per il 2015, l’attuazione dell’intero pacchetto delle proposte dell’Ocse – che i rappresentanti della troika considerano fondamentali per il rafforzamento della competitività dell’economia greca – e la distribuzione di parte dell’avanzo primario del 2013, sul quale la troika si è trovata in difficoltà in quanto non si aspettava che fosse così elevato.(ANSAmed).

Soros vuole l’Ucraina nella Ue

17-03-2014

Parlando a Londra, ha detto che è ‘straziante’ vedere i governi europei non agire davanti a quella che il noto sciacallo di Wall Street definisce ‘rivolta popolare senza precedenti in nome dell’Unione europea’. “Gli ucraini hanno dimostrato che sono disposti a sacrificare la loro vita per avvicinarsi a un’Europa che è, allo stesso tempo, in un processo di disintegrazione”, ha detto.
“E ‘una sfida, e spero che l’Europa risponderà ritrovando la sua missione originaria perché è quello che si è perso.”
“L’Europa era totalmente impreparata per questa crisi e Putin l’ha manovrata senza alcuna difficoltà.”
Soros ha sostenuto che è più importante per l’Europa offrire un aiuto al governo ucraino in difficoltà. “E ‘molto importante rispondere e rispondere nel modo giusto, che non è necessariamente quello di imporre sanzioni alla Russia, ma aiutare effettivamente l’Ucraina finanziariamente, e anche con assistenza come un Piano Marshall europeo per l’Ucraina, che sarebbe la risposta giusta , “ha detto.

Deve avere investito in Ucraina.
http://voxnews.info/2014/03/17/soros-vuole-lucraina-nella-ue/

Realismi

Qualche settimana fa mi hanno chiamato dalla Coop mi hanno detto che c’eran dei dati che dimostravano che stava crollando il tasso di lettura in Italia e mi hanno invitato a fare una lettura a Imola per fare qualcosa per reagire a questo crollo che era attestato dai dati dei prestiti della Salaborsa, che è la biblioteca che c’è a Bologna che è sempre stata quella che faceva più prestiti in Italia e che, quando ci vado, la vedo sempre piena e questa notizia mi ha un po’ stupito e anche, minimamente, mortificato.

E ho pensato che se crollavano anche i prestiti in Salaborsa non potevo far finta di niente, e ho detto di sì, che sarei andato a far quella lettura a Imola contro il crollo del tasso di lettura anche se dopo, devo dire, non ci sono andato. E quando poi, la settimana scorsa, sono stato a fare una lettura in Salaborsa, proprio in quella biblioteca dove era crollato il tasso di lettura, ho detto alla bibliotecaria che avevo saputo del crollo del tasso di lettura e che mi ero un po’ stupito e che la cosa mi aveva anche, minimamente, mortificato. E lei mi ha raccontato una storia che a me ha fatto venire in mente il realismo socialista. E la storia era che un giornale, Repubblica, ha pubblicato un articolo dove si diceva che Salaborsa, nell’ultimo anno, aveva perso centomila utenti, e si intervistavano l’assessore alla cultura e il presidente dell’istituzione biblioteche che dicevano, in sostanza, che gli utenti che c’erano adesso, quantitativamente erano meno, ma magari qualitativamente erano migliori.

Solo che, mi aveva detto la bibliotecaria, quantitativamente gli utenti non erano meno, perché il giornalista di Repubblica aveva preso dei dati sbagliati e i dati giusti dimostravano che il numero di utenti che avevano preso in prestito almeno un libro erano passati dai 51.432 del 2012 ai 55.410 del 2013, e il numero di prestiti complessivi dai 716.224 del 2012 ai 742.235 del 2013. Allora io, a quel punto, ho pensato al realismo socialista, e alla relazione di Ždanov al primo congresso degli scrittori sovietici del 1934 dove si diceva che il realismo socialista consisteva in una descrizione della realtà eroica e grandiosa. Cioè bisognava essere realisti, ma nello stesso tempo eroici e grandiosi. Io, per esempio, che abito su Via Porrettana, nelle immediate vicinanze di Bologna, se fossi vissuto ai tempi del realismo socialista, e mi fossi affacciato alla finestra per descrivere via Porrettana e la curva che di Via Porrettana si vede da casa mia, avrei dovuto descriverle come una via e una curva eroiche e grandiose, e sarebbe stato difficile, perché via Porrettana è una via grande ma non grandiosa, e la curva che si vede dalla finestra della mia stanza, io, devo dire, mi piace, ma non mi sentirei di dire che è una curva eroica.

Se fossi però veramente vissuto all’epoca del realismo socialista, forse avrei trovato quella curva una curva eroica così come oggi, in questo periodo che stiamo vivendo che si potrebbe forse definire un periodo di realismo della crisi, siamo così convinti della miseria e della viltà dei nostri tempi che di fronte a dei dati falsi che parlano del crollo del tasso di lettura in Italia non solo non ci accorgiamo che sono falsi, cerchiamo di trovare delle spiegazioni e organizziamo anche delle manifestazioni per fare fronte a quel crollo che non c’è mai stato.

Paolo Nori
Fonte: www.paolonori.it
15.03.2014 

Libia: Marina Usa prende controllo tanker nordcoreano

Aveva caricato illegalmente petrolio da ex ribelli
17 marzo, 09:52

Le forze Navy Seals della Marina americana hanno preso il controllo della petroliera nordcoreana Morning Glory che trasportava greggio – caricato illegalmente da ex ribelli- di proprietà della compagnia nazionale petrolifera libica. Lo ha reso noto il Pentagono, sottolineando che nessuno è rimasto ferito. Lo riporta il sito della Cnn. Fonte Ansa

In nome di quale legge è stato sequestrato questo cargo nordcoreano ?
In questi tempi tumultuosi e pericolosi, soprattutto per la crisi sistemica della quale si vuole anche negare l’ esistenza, dobbiamo fare la massima attenzione al diritto internazionale.
Su questo episodio, anche sul referendum in Crimea, ma anche sulla violenza che ha “spazzato via” in Ucraina l’ accordo tra opposizione, Janukovic e Unione Europea.
ma era coreana la Morning Glory?

va da se che se fosse stata una nave alleata nessuno si sarebbe scandalizzato a meno che…non sia fatto apposta per far credere qualcos’altro
Ah non era manco coerana la Morning Glory e questo articolo era di una settimana e più fa potevano essere un pò più precisi quelli dell’Ansa

“L’8 marzo la nave cisterna battente bandiera panamense Morning Glory, ma di proprietà di una società saudita, ormeggiava al terminal di al-Sidra, il primo ministro Ali Zaydan aveva ordinato di non far imbarcare il greggio altrimenti la petroliera sarebbe stata bombardata, mentre il ministro del petrolio, Omar Shaqmaq, accusava i separatisti di “pirateria”. tratto da
https://aurorasito.wordpress.com/2014/03/10/la-situazione-in-libia-ambizioni-militari-e-racket-del-petrolio/

Libia, marina Usa ha abbordato petroliera sequestrata
Washington – Il Dipartimento di Stato degli Usa ha annunciato che le forze speciali della Marina di questo paese sono salite a bordo di una petroliera che trasportava petrolio acquistato illegalmente dai ribelli libici.
Nessuno e’ rimasto ferito. Secondo il Pentagono “i Navy Seals sono entrati in azioni, su richiesta dei governi di Libia e Cipro, e “hanno preso il controllo della petroliera Morning Glory, nave sequestrata questo mese da tre libici armati”. La petroliera, battente bandiera nordcoreana, era stata sequestrata il 10 marzo dalle forze filogovernative libiche ma era riuscita a fuggire il giorno successivo, approfittando delle cattive condizioni meteo.
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/156216-libia,-marina-usa-ha-abbordato-petroliera-sequestrata

La vicenda della petroliera sequestrata è legata alla caduta del premier Zeidan che è fuggito in Germania.

Libia, sfiduciato il premier Zeidan La petroliera attaccata dalla Marina
Il Congresso sfiducia i capo del governo e lo sostituisce con il ministro
della Difesa Al Thani.
Situazione caotica nell’Est: la nave nordcoreana con 350mila barili di greggio comprati dai secessionisti forza il blocco ma le navi fedeli a Tripoli sparano. Danneggiata, forse è in fiamme
Zeidan aveva promesso fiamme e fuoco contro i ribelli secessionisti della Cirenaica che lo avevano sfidato con la vendita del primo carico di petrolio a uno Stato straniero, 350mila barili per 30 milioni di dollari: «Bombarderò quella nave se lascia il porto di Al Sidra».
Ieri mattina la Morning Glory, battente bandiera nordcoreana, forzato il cordone di navi da guerra (in realtà pescherecci armati di mitragliere) che doveva impedirle di lasciare la rada, e ha preso il largo. Ma è stata inseguita fino alle acque internazionali e, mentre a Tripoli si consumavano le ultime ore da premier di Zeidan (gira voce addirittura di un mandato di arresto per corruzione da parte del procuratore generale), è stata colpita e danneggiata. Secondo alcune fonti sui social media locali, ci sarebbe un incendio a bordo. …..

http://www.lastampa.it/2014/03/11/esteri/libia-sfiduciato-il-premier-zeidan-la-petroliera-ribelle-prende-il-largo-lPUOQZ2BLTLoeIAXjubpnJ/pagina.html
yakoviev
Un atto di pirateria internazionale. Uno dei tanti.

Danza della morte degli squali attorno a Cipputi

Gli squali Camusso,Landini,Bonanni, Sacconi,Poletti,Renzi si esibiscono in una danza della morte attorno al frastornato Cipputi
Pensavo che peggiore Ministro del Welfare di Fornero non ci potesse essere nessuno. Sbagliavo: Poletti è di gran lunga peggiore. Si è spinto fino a dire che “l’efficienza è migliore della giustizia”!!
Pensavo che peggiore della Camusso non ci fosse nessuno! Sbagliavo: Landini è di gran lunga peggiore di lei! E’ appattato con Renzi e porta avanti u n gioco sporco assieme a Sacconi e Bonanni per spiazzare continuamente sulla destra la segretaria della CGIL.
Il potere che hanno i sindacalisti sul diritto del lavoro è eccessivo ed anticostituzionale. Tutte le concessioni che questi signori fanno al governo ed al padronato per essere valide dovrebbero essere ratificate con referendum dai lavoratori. Invece non è così: hanno diritto di vita e di morte senza rendere conto a nessuno. Questo è peggiore del corporativismo fascista che almeno osservava delle regole.

Leggete che cosa scrive oggi su questi personaggi che Cipputi ha la disgrazia di avere sul groppo l’opinionista del Corriere della Sera Dario Di Vico:

http://www.dirittiglobali.it/2014/03/17/cambiano-alleanze-landini-poletti-camusso-boeri/

WASHINGTON AMMETTE: “IL MUOS SERVE A FARE LA GUERRA NEL MONDO”

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/washington-ammette-il-muos-serve-fare.html

di Gianni Lannes

Sul sito internet dell’ambasciata degli Stati Uniti d’America in Italia si legge a chiare lettere che il Muos è fondamentalmente uno strumento per fare la guerra nel mondo. Perché? Disarmante: per sottomettere l’umanità e sfruttare all’inverosimile le risorse di madre Terra.

… Il MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo… ”.
Ebbene, l’Italia, in virtù dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana, ha il dovere di impedire che questa installazione bellica sia completata e attivata sul suolo italiano. L’altro giorno a Niscemi hanno picchiato a sangue dei giovani che manifestavano pacificamente! Invito le persone di buona volontà, gli avvistatori di scie chimiche e tutti quelli che a parole dicono di essere contro la guerra ambientale, a scendere in Sicilia per arrestare definitivamente il pericoloso e illegale Muos che serve proprio al suddetto scopo, ovvero annientare la vita. Con la chemioterapia bellica quotidiana nei cieli hanno già trasformato l’Europa in una gigantesca camera a gas. Cosa si attende per fermarli, uno sterminio di massa?
Allora Matteo Renzi lei che fa, a parte minacciare in tv trattamenti sanitari obbligatori a chi smaschera la realtà, e chiacchierare senza contraddittorio, per promettere un’elemosina di 80 euro in busta paga ai dipendenti pubblici? Perché la spesa militare del ministero della “Difesa” è lievitata a 5 miliardi di euro per il 2014?

Una rinfrescata di memoria per i governanti nostrani, sempre più telecomandati:

Articolo 11 della Costituzione
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

“Правый сектор” терроризирует Днепропетровск.

Правда о событиях в Украине.

Сегодня в полудень, 16 марта, около 10 членов «Правого сектора» напали на молодую пару, шедшую на митинг сопротивления, и жестоко избили парня.
У девушки пострадавшего, которая была с ним и прикрывала от ударов, истерика, а самому парню оказали медицинскую помощь в магазине, расположенном недалеко от места происшествия.
По версии “правосеков”, “парень, увидев активистов «Правого сектора», начал выкрикивать оскорбления и показывать нецензурные жесты, за что и поплатился полученными травмами.”

“Tav e media. Quale informazione?” A Bussoleno, lunedì 17 marzo

http://www.tgvallesusa.it/?p=6610

Posted on 15 marzo 2014

Dal Cratilo di Platone sappiamo quale grande potere abbia la nominalizzazione delle cose. Dare un nome a ogni cosa è potere dell’uomo, un potere che crea una realtà. Ma a leggere i quotidiani odierni pare piuttosto di essere diventati non già gli esseri divini descritti da Platone, bensì figli boccaloni dell’Ikea. Non fosse che la massiccia offensiva mediatica che ha interessato il movimento No Tav da qualche anno a questa parte è andata parecchio al di là dell’ingenuità dei nomi, con cui ciascun prodotto del famoso mobilificio è distinto.

Così Irene Pepe, Massimo Bonato, Eloisa Spina, coordinati da Maurizio Pagliassotti, autore del libro Chi comanda Torino, hanno condotto uno studio sulla produzione giornalistica di «Repubblica», «Corriere della Sera» e «La Stampa» dal luglio al settembre 2013.

I risultati della ricerca verranno discussi in un dibattito lunedì 17 marzo a Bussoleno, nel Salone Polivalente, alle 21, a cui parteciperanno Cosimo Caridi de «Il Fatto Quotidiano», Ester Castano di «Altromilanese» e «Il Fatto», i cronisti di «NoTav.info» e «TG Vallesusa», Andrea Doi, caporedattore di «Nuovasocietà» e Marta Tondo di «Nuovasocietà».

Minaccia di morte per le reti di Pozzolo

http://www.notavterzovalico.info/

NoTavTerzoValico Logo

17 marzo 2014

NEWS Pozzolo Formigaro

“Al mio paese chi butta giù le reti gli viene tagliata la gola, fanno un buco e lo infilano sotto terra” questa la frase che Lunedì scorso si è sentito dire il nostro Tino, instancabile attivista del comitato pozzolese contro il Terzo Valico e da sempre in prima fila nelle iniziative del movimento che si tratti di preparare una polenta o tagliare delle recinzioni. La sua colpa quella di essere andato alla cascina Romanellotta insieme ad un altro attivista del comitato di Novi dove alcuni operai della Lande, ditta attenzionata per rapporti con la camorra, stavano risistemando gli oltre quattro chilometri di recinzioni che erano state divelte da centinaia di donne e uomini nella giornata di Sabato 22 Febbraio. Proprio al fianco del cantiere sorge il Presidio No Tav – Terzo Valico di Pozzolo e quindi, non di rado, capita di incontrarsi con gli operai del Cociv. Era sempre prevalso il buon senso fino a Lunedì scorso, quando invece uno dei quattro operai ha pensato bene di minacciare in dialetto il nostro Tino. Un dialetto che Tino, calabrese emigrato nelle nostre terre da moltissimi anni, capisce benissimo. Dopo averne discusso nella riunione di coordinamento dei comitati, si è deciso che fosse giusto presentare querela alla locale stazione dei Carabinieri di Pozzolo, cosa che è avvenuta nella giornata di ieri.

Sappiamo bene che Tino non è certamente persona da farsi intimidire, ma pensiamo che questo sia il momento di prendere parola, perchè quella minaccia di morte è una minaccia contro le migliaia di donne e di uomini che si battono da anni in difesa della propria terra. E’ la conferma che come più volte è stato denunciato, le tante ditte malavitose all’opera negli appalti del Terzo Valico pensano di poter fare il bello e il cattivo tempo in un clima di protezione che la classe politica gli fornisce. Chissà se il Prefetto di Alessandria Romilda Tafuri, quella che pochi giorni fa parlava al convegno della Cisl della necessità di isolare i violenti, decida di fare qualcosa a proposito. Violento è chi pensa di poter minacciare di morte un signore di sessant’anni con l’unica colpa di difendere con amore la terra in cui vive.

Sia chiara una cosa, i No Tav – Terzo Valico non hanno paura, non si fanno intimorire e oggi hanno una ragione in più per continuare a far cadere le recinzioni di Pozzolo Formigaro, dove è bene ricordare sorgerà la più grossa cava del progetto del Terzo Valico e verranno prelevati oltre due milioni di metri cubi di ghiaia che verrà sostituita con altrettanti metri cubi di materiale inquinante. Il 5 Aprile ci si vede ad Arquata per la grande marcia popolare fino al cantiere di Radimero e poi, tutti insieme, si dovrà tornare alla cascina Romanellotta.

La paura da queste parti non è di casa.

Meyssan – John Kerry non ha una politica, ma una tattica

ma certo, sarà per favorire la Germania no?

Nel mondo globalizzato, ogni conflitto è legato all’altro. Pertanto, quel che succede ora in Ucraina si riflette in altre regioni. Per Thierry Meyssan, le rodomontate di Washington non sono destinate a fare la guerra a Mosca, bensì a spingere gli europei ad automutilarsi per il suo sommo profitto. Allo stesso modo, l’abbandono del processo di Ginevra può essere un modo per far cadere gli interessi sauditi e concentrarsi su una qualche regolazione in Palestina

Il Segretario di Stato John Kerry (qui durante il suo scalo a Roma) non ha una politica predefinita. Prende l’iniziativa su tutti i temi, ma non in modo da conseguire vittorie decisive, bensì al fine di trovare occasioni per avanzare le sue pedine. Così, dopo aver sostenuto il colpo di stato della CIA in Ucraina, si preoccupa ora non tanto del futuro della Crimea, quanto di come potrà avvantaggiarsi sul piano economico complessivo della sua sconfitta politica locale.
Tre eventi hanno appena sconvolto la scena internazionale: da un lato, la crisi che oppone gli occidentali alla Russia in merito all’Ucraina, dall’altro, la guerra segreta che gli Stati del Golfo hanno dichiarato l’uno contro l’altro, e infine l’adozione da parte del Consiglio del popolo siriano di una legge elettorale che esclude di fatto la candidatura di cittadini fuggiti dal paese durante la guerra.
Gli Stati Uniti avevano previsto un quarto evento, una “rivoluzione colorata” in Venezuela, ma l’opposizione non è riuscita a unire a sé le classi popolari. Gli occorrerà buttare giù questa carta più tardi.

Washington vuole trasformare la sua sconfitta in Ucraina in una vittoria per la sua l’economia
La crisi in Ucraina è stata preparata e messa in opera dagli occidentali, ha preso la forma di un colpo di stato sullo sfondo di violenze da mostrare in televisione. La Russia ha risposto con abilità, seguendo la strategia di Sun Tzu, prendendosi la Crimea senza combattere e lasciando i problemi del paese, economici e politici, ai suoi avversari. Nonostante le rodomontate di Bruxelles e di Washington, gli occidentali non infliggeranno un secondo colpo e non adotteranno alcuna sanzione economica significativa nei confronti di Mosca: l’Unione europea esporta il 7% della propria produzione verso la Russia (123 miliardi di euro in macchine utensili, automobili, prodotti chimici…) e importa il 12% dei suoi beni (215 miliardi di euro principalmente in idrocarburi). Il Regno Unito, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi, la Polonia e la Francia verrebbero particolarmente colpite. La City è largamente finanziata da patrimoni russi che stanno già evaporando, come indicato da una nota interna di Downing Street fotografata dalla stampa britannica. Aziende come BP, Shell, Eni, Volkswagen, Continental, Siemens, Deutsche Telecom, Reiffsen, Unicredit e sicuramente molte altre, verrebbero affondate. Negli Stati Uniti, la situazione è migliore, ma alcune multinazionali, come la seconda impresa del paese, la Exxon, hanno notevoli attività in Russia.
In ogni caso, Washington sostiene un discorso assai vigoroso che la obbligherà a reagire. Tutto avviene come se il colpo di Stato sia stato preparato dalle figure radicali del regime (Victoria Nuland, John McCain…) e abbia inizialmente imbarazzato il presidente Obama, sebbene gli abbia offerto un’opportunità inaspettata per risolvere la sua crisi economica a spese dei suoi alleati: i disordini in Ucraina, se si generalizzano sul piano economico e politico in Europa, spingeranno i capitali attualmente basati sul vecchio continente verso Wall Street. Questa sarebbe l’applicazione sia della dottrina Wolfowitz del 1992 (impedire all’Unione europea di diventare un potenziale concorrente degli Stati Uniti) sia della teoria di Christina Romer, del 2009 (salvare l’economia USA attraverso un assorbimento dei capitali europei come alla fine della crisi del 1929). Ecco perché dovremmo aspettarci un gelo nelle relazioni diplomatiche tra Washington e Mosca, almeno apparentemente, e una forte recessione in Europa nel 2014.
In queste condizioni, non si vede in che modo l’accordo sulla pace generale nel Vicino Oriente potrebbe essere attuato, nel momento in cui ogni pezzo della scacchiera stava per trovare il suo posto. Intanto, il progetto di Ginevra 3 per la Siria è sospeso sine die. Mentre la “pace” israelo-palestinese, che aveva fatto passi in avanti con il ritorno di Mohamed Dahlan, è stata silurata dalla Lega Araba che si oppone – per ora – al riconoscimento di Israele come “Stato ebraico”.

Fra gli Stati del Golfo c’è ora uno strappo sui Fratelli Musulmani
Un altro elemento nuovo: la guerra segreta che ormai si sono scatenati reciprocamente gli Stati del Golfo. Il Qatar ha appoggiato un tentativo di colpo di stato dei Fratelli Musulmani negli Emirati a novembre. Gli Emirati, l’Arabia Saudita e il Bahrain hanno appena sospeso le loro relazioni diplomatiche con il Qatar, e i sauditi sono stati i mandanti di un attentato a Doha. Il Qatar non sembra pronto ad abbandonare i Fratelli Musulmani per il cui trionfo Washington aveva organizzato le “primavere arabe”, prima di lasciarle cadere.

La politica degli Stati del Golfo è diventata un inverosimile ginepraio nella misura in cui dei monarchi da operetta mescolano i loro interessi statali con le loro ambizioni personali e affinità mondane. Dimenticati gli anatemi tra il Servitore-delle-due-sante-moschee e la Guida della rivoluzione iraniana, che negoziano la loro riconciliazione, la lite del giorno ruota attorno ai Fratelli Musulmani considerati non come una corrente ideologica, ma come una carta da giocare.

La Siria non vuole negoziare la pace con i sauditi
Il terzo elemento di novità è l’approvazione, ritrasmessa alla televisione, da parte del Consiglio del Popolo (Parlamento), della prossima legge elettorale siriana. I deputati alla fine hanno adottato una clausola secondo la quale i candidati alla presidenza dovranno aver vissuto nel corso degli ultimi dieci anni nel paese. Tale disposizione esclude di fatto i cittadini che sono fuggiti dalla Siria durante la guerra.
L’inviato speciale dei Segretari generali della Lega araba e delle Nazioni Unite, Lakhdar Brahimi, ha immediatamente dichiarato che questa scelta rischiava di mettere fine al processo di risoluzione negoziata del conflitto. La Francia ha depositato un progetto di dichiarazione del Consiglio di Sicurezza per rilanciare il processo di Ginevra. Sebbene non vi sia alcuna menzione della nuova legge elettorale, è l’ultimo tentativo occidentale di reputare la guerra in Siria come una “rivoluzione” e di considerare la pace come un accordo tra Damasco e un’opposizione fantoccio interamente nelle mani dell’Arabia Saudita. L’ex portavoce del Consiglio nazionale siriano, Basma Kodmani, che è stata allevata in un’ambasciata saudita, ha assicurato che “il regime di Damasco” non sarebbe in grado di tenere le elezioni presidenziali e ha proposto di prendere in considerazione questo fallimento in piena guerra come la prova che si tratti di una dittatura. La NATO potrebbe così tornare in scena e farla finita con Bashar al-Assad, così come pianificato a partire dal 2003 e nonostante le occasioni mancate dei “massacri” del 2011 e del “bombardamento chimico” del 2013. Tuttavia, dopo essersi riconciliata con Riyadh, attraverso l’organizzazione di Ginevra 2 a propria discrezione, Washington si disinteressa nuovamente dei collaboratori siriani dei sauditi.
Se non c’è Ginevra 3, l’Occidente dovrà o attaccare la Siria (che non è più possibile che prendere la Crimea, come si è già sperimentato la scorsa estate), o lasciare marcire la situazione per un decennio, o addirittura affermare che la “Rivoluzione” è stata sequestrata dagli jihadisti e ammettere che la guerra è ormai una questione anti-terroristica di interesse globale.
John Kerry, che è un uomo d’affari prima di essere un diplomatico, non ha una politica prestabilita, ma una tattica. Come al solito, Washington non sceglierà una soluzione piuttosto che un’altra, ma farà ogni sforzo per privilegiare un esito che gli risulti preferibile intanto che si perseguono le altre opzioni, per ogni evenienza. Non potendo più negoziare con la Russia, lo farà con l’altro alleato militare della Siria, l’Iran. Da un anno in qua, il Dipartimento di Stato discute con la Repubblica islamica, prima segretamente in Oman, e poi ufficialmente con il nuovo presidente Rohani. Ma le cose si scontrano con i khomeinisti per i quali con gli imperialisti non si parla, li si combatte fino alla morte. Tenuto conto delle contraddizioni interne dell’Iran, Washington ha moltiplicato le avanzate e le ritirate per progredire meno velocemente del previsto.
Se non vi è alcuna urgenza per gli Stati Uniti di risolvere la questione siriana, è al contrario di vitale importanza garantire la perpetuazione della colonizzazione ebraica della Palestina. A questo proposito, l’Iran si è ricordato il Dipartimento di Stato: su suo ordine, la Jihad islamica ha improvvisamente bombardato il confine israeliano. Teheran, che era stata esclusa da Ginevra 2, si è pertanto invitata a qualcosa di assai più importante: la trattativa regionale. In questo spirito, il Senato USA terrà tra una decina di giorni un’audizione sul tema “La Siria dopo Ginevra”. La formulazione suggerisce che si sia messa una croce sopra sul prosieguo di questa “conferenza di pace”. I senatori non sentiranno gli esperti dei think-tank israeliani a Washington, come fanno di solito quando si tratta del Vicino Oriente, ma la responsabile del fascicolo presso il Dipartimento di Stato, il loro miglior stratega in materia di guerriglia, e uno dei loro due principali esperti sull’Iran.
In definitiva, la “pace” regionale, se dovesse mai accadere, potrà essere solo nella maniera immaginata da John Kerry: sacrificare il popolo palestinese anziché la colonia ebraica. Hassan Nasrallah ha messo in guardia contro questa ingiustizia, ma chi si opporrà quando i principali leader palestinesi hanno già tradito i loro rappresentati?

Thierry Meyssan
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=99667&typeb=0&John-Kerry-non-ha-una-politica-ma-una-tattica
16.03.2014

Traduzione a cura di Matzu Yagi.