tre brevi dall’estero

figurati, qui si sostiene che l’euro un dogma, perfino i più “ribelli” in Italia non ammettono discussioni a riguardo. Far decidere al popolo? E’ populismo, sia mai. In Italia manco si fanno più le elezioni, ficnhé ci sono i tecnocrati e gli uomini del Pd la democrazia non potrebbe essere più “protetta” dal popolo.

OLANDA / GRANDE SVOLTA: ANCHE I LABURISTI SONO PER IL REFERENDUM SULL’EURO!
11 marzo – L’ex ministro delle finanze olandese e ex leader del partito di centro-sinistra laburista, Wouter Bos, si è espresso a favore di un referendum per chiedere alla popolazione se l’Olanda debba continuare o meno a mantenere l’euro come valuta di riferimento. Secondo Bos questo aumenterebbe “la legittimità democratica” dell’euro. L’ex ministro delle finanze dell’Olanda ha poi aggiunto come come se dovesse vincere il ”No, significa no con tutte le sue conseguenze e quindi l’Olanda via dall’euro”
http://www.ilnord.it/b-1811_OLANDA__GRANDE_SVOLTA_ANCHE_I_LABURISTI_SONO_PER_IL_REFERENDUM_SULLEURO

razzisti, xenofobi, populisti questi svedesi e sicuramente guerrafondai
SVEZIA / SONDAGGIO: L’81% DEGLI SVEDESI GIUDICA L’UNIONE EUROPEA ”FUORI STRADA”
11 marzo – Un nuovo sondaggio Dagens Nyheter/Ipsos mostra come solo il 18% dei svedesi pensino che lo sviluppo dell’Unione Europea stia andando nella “giusta” direzione, mentre il 38% ritiene che si stia muovendo in quella “sbagliata”. Il 23% si sono dichiarati indecisi e il 20% ha dichiarato di considerare che le istituzioni di Bruxelles non abbiano intrapreso né la via corretta, né quella sbagliata. Semplicemente, sono inadatte a gestire l’Europa.
http://www.ilnord.it/b-1810_SVEZIA__SONDAGGIO_L81_DEGLI_SVEDESI_GIUDICA_LUNIONE_EUROPEA_FUORI_STRADA

E cosa credevate fosse la “libertà di espressione” in Europa?
IL ”DEMOCRATICO” GOVERNO AL POTERE A KIEV ORDINA DI OSCURARE TUTTE LE TV RUSSE.
11 marzo – Il consiglio nazionale sulla televisione e radiodiffusione dell’Ucraina ha ordinato di interrompere il segnale di cinque canali televisivi russi. Le tv russe dovranno essere oscurate entro le 18 di oggi. I canali chiusi: Rossiya 1, Rossiya 24, ORT Pervy Kanal, RTR Planeta e NTV-Mir, ha riferito l’ufficio stampa del consiglio nazionale. L’organo di sorveglianza ucraino spiega questa decisione per ”garantire la sicurezza delle informazioni sull’Ucraina”(censurando notizie sgradite? Complimenti!)
http://www.ilnord.it/b-1812_IL_DEMOCRATICO_GOVERNO_AL_POTERE_A_KIEV_ORDINA_DI_OSCURARE_TUTTE_LE_TV_RUSSE

Alexis Tsipras scrive ad Andrea Camilleri e Paolo Flores D’Arcais: “Non si creino tensioni” (FOTO)

Tsipras preferisce il partito colluso con Ilva ed il potere?

L’Huffington Post  |  Pubblicato: 11/03/2014 18:40 CET 

“Sostengo tutti i garanti che aiutino il successo della lista, senza alimentare continue e superate tensioni”. È un passaggio della lettera che Alexis Tsipras ha inviato ad Andrea Camilleri e Paolo Flores D’Arcais dopo il loro strappo con il comitato dei garanti della lista Tsipras per l’Europa. “Sono proprio queste le tensioni che voi avete voluto evitare con il Manifesto “L’Europa al bivio”: l’unità della società civile e della sinistra al di sopra delle contrapposizioni personali, politiche e di partito”, spiega Tsipras.
“Ho letto con soddisfazione lo spirito presente nella parte finale della vostra lettera e non ho nessun dubbio che svolgerete un ruolo importante nella nostra lotta comune per la ricostruzione di una sinistra italiana forte nella società, nei movimenti e nella vita politica”, aggiunge il leader greco che esprimere “tutto il dispiacere per la mancata candidatura di Andrea Camilleri, che rappresenta un punto di riferimento per la sinistra italiana e tutti i cittadini democratici e progressisti in Europa e non solo”.
“La formazione delle liste rappresenta sempre un compito difficile, perché si deve rappresentare una proposta politica con la scelta di determinate persone – scrive Tsipras – La chiusura della liste si è svolta con eccezionali procedure democratiche, che si sono espresse con le votazioni per le candidature che non avevano una comune accettazione, rispettando sempre le regole poste dai garanti. Come garanti abbiamo dato a Barbara Spinelli il mandato di presentare le liste nella conferenza stampa, fatto che è stato svolto con assoluta coerenza e grande successo”.
“Riaffermo il mio impegno a rimanere garante della lista l’Altra Europa con Tsipras e la mia stretta collaborazione con Barbara Spinelli, che ha svolto un lavoro importante e chiamando tutti noi a sostenerla e a lavorare per un risultato positivo”, conclude il capolista della lista-contenitore delle sinistre.

Hollande assume rapper come ghost-writer

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Ex critico musicale scriverà discorsi presidente
10 marzo, 17:03
Hollande assume rapper come ghost-writer (ANSA) – PARIGI, 10 MAR – Dal rap all’Eliseo: da inizio marzo, a scrivere i discorsi del presidente francese, Francois Hollande, c’è un nuovo ‘ghost-writer’, Pierre-Yves Bocquet.
Diplomato all’Ena, la scuola nazionale di amministrazione che è il fiore all’occhiello della Francia, Bocquet ha avuto in passato un’altra vita: quella di critico musicale del mondo gangsta-rap. All’epoca, celava il suo vero nome dietro allo pseudonimo di Pierre Evil.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2014/03/10/Hollande-assume-rapper-come-ghost-writer_10210151.html

Tsipras: Paolo Flores D’Arcais e Andrea Camilleri lasciano la commissione dei garanti

L’Huffington Post  |  Di Andrea Punzo
Pubblicato: 11/03/2014 13:11 CET  
 
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Ennesimo scossone in casa Tsipras. Dopo le polemiche e gli addii dei giorni scorsi, la lista che fa capo al leader della sinistra greca fa i conti con un ulteriore doppia defezione. Paolo Flores D’Arcais e Andrea Camilleri lasciano i vertici. Un addio che farà senza dubbio rumore visto che i due facevano parte di una commissione di garanti composta da sei persone.
Dopo le polemiche di ieri, la decisione oggi con un comunicato pubblicato sul sito di Micromega: “Andrea Camilleri e Paolo Flores d’Arcais – si legge – comunicano di avere scritto venerdì 7 marzo una lettera a Alexis Tsipras con cui prendono atto di non fare più parte dei garanti della lista ‘l’Altra Europa con Tsipras”.
Camilleri avrebbe dovuto essere candidato come capolista dalla lista Tsipras, ma ha rinunciato per il suo dissenso su alcune candidature. mentre Flores D’Arcais non aveva per nulla digerito l’esclusione della candidatura di Antonia Battaglia, l’attivista ed esponente di primo piano dell’associazione PeaceLink di Taranto. “Ricordo – scrive il giornalista in una lettera indirizzata ai colleghi – che di fronte alla possibilità che Antonia Battaglia ponesse come condizione sine qua non ‘o i dirigenti di Sel o lei’, avevo espressamente detto (anche a nome di Andrea Camilleri che mi aveva delegato a rappresentarlo) che avremmo dovuto rispondere ‘lei’, cioè Antonia Battaglia, escludendo i dirigenti Sel”.
 
La questione Battaglia è però solo la più classica delle gocce che ha fatto traboccare il vaso in una lista nata già divisa dove il vero nodo è un altro: la divisione nei vertici. Da una parte il blocco dei “giustizialisti” (Flores, Camilleri, Gallino) che spingevano per candidature di peso (vedi Travaglio Scanzi) costretti ad incassare il no su Sonia Alfano, dall’altra la corrente più “movimentista” (Spinelli, Revelli, Viale) che invece ha voluto a tutti i costi il ritorno sull’agone politico dell’ex no global Casarini. Due visioni troppo distanti per trovare una sintesi.
 

Le armi dell’economia

Di Manlio Dinucci
Nel gioco degli specchi mediatici, appaiono false immagini sulla crisi ucraina: tipo quella delle multinazionali e banche statunitensi ed europee che vedono andare in fumo i loro in-vestimenti in Ucraina e stanno per abbandonare la nave prima che affondi.
Proprio ora che stanno per ottenere ciò che vogliono: il completo controllo dell’economia ucraina.
La corda di salvataggio che il Fmi e la Ue lanciano a Kiev, attraverso prestiti di miliardi di dollari, è in realtà un cappio al collo. Il debito estero dell’Ucraina, documenta la Banca mondiale, si è decuplicato in dieci anni superando i 135 miliardi di dollari. Solo d’interessi l’Ucraina deve pagare circa 4,5 miliardi annui. A questo serviranno i nuovi prestiti che, accrescendo il debito estero, costringeranno Kiev a «liberalizzare» ancor più l’economia, svendendo alle multinazionali e alle banche occidentali tutto ciò che resta da privatizzare.
Le condizioni annesse ai prestiti vengono dettate dal Fondo monetario internazionale, dominato dagli Stati uniti (che detengono il 17,5% dei voti, sette volte più della Russia) e dalle altre maggiori potenze occidentali, mentre uno stato come l’Ucraina ha diritto solo a mezzo voto.
In tale situazione, per responsabilità dei governi succedutisi dal 1991 ad oggi, è stato portato il paese, pur possedendo ancora una notevole base industriale e agri-cola e avendo concluso nel 2009 con Mosca un vantaggioso accordo decennale sui diritti di transito delle forniture energe-tiche russe all’Europa.
La condizione dell’Ucraina è dovuta allo stesso tempo alla penetrazione occidentale nel suo tessuto politico ed economico. Solo per promuovere il «buon governo» in Ucraina, ha dichiarato la vice-segretaria di stato Victoria Nuland, gli Stati uniti hanno investito oltre 5 miliardi di dollari. Investimento che permette alla Nuland, nella conversazione telefonica venuta alla luce, di ordinare chi de-ve e chi non deve far parte del nuovo governo di Kiev e di di-re che «la Ue vada a farsi fottere». Espressione che, nono-stante le scuse della Nuland, è rivelatrice della politica di Washington verso l’Europa.
L’amministrazione Obama, scri-ve il New York Times, persegue una «strategia aggressiva» che mira a ridurre le forniture russe di gas all’Europa, i cui maggiori importatori sono la Germania e l’Ucraina (l’Italia è al quinto posto). Il piano prevede che la ExxonMobil e altre compagnie statunitensi forniscano crescenti quantità di gas all’Europa, sfruttando i giacimenti mediorientali, africani e altri, compresi quelli statunitensi la cui produzione è aumen-tata.
Già le grandi compagnie hanno presentato al Diparti-mento dell’energia 21 richieste di costruzione di impianti portuali per l’esportazione di gas liquefatto. Il piano prevede anche una forte pressione sulla Gazprom, la maggiore com-pagnia russa di cui lo stato ha riassunto il pacchetto di mag-gioranza, ma che è aperta agli investimenti stranieri: è quota-ta alle borse di Londra, Berlino e Parigi e, secondo la J. P. Morgan, oltre la metà dei suoi azionisti esteri è costituita da statunitensi.
La strategia di Washington persegue dunque un duplice obiettivo: da un lato, mettere l’Ucraina nella mani del Fmi, dominato dagli Usa, e annetterla alla Nato sotto leader-ship statunitense; dall’altro, sfruttare la crisi ucraina, che Wa-shington ha contribuito a provocare, per rafforzare l’influenza statunitense sugli alleati europei. A tale scopo Washington si sta accordando con Berlino per una spartizione di aree di in-fluenza.
Mentre Renzi, rispolverando un libro delle elementa-ri, recita che non si può essere insensibili al «grido di dolore del popolo ucraino».
FONTE
“Il Manifesto”, 11 marzo 2014
http://polemos-war.blogspot.it/2014/03/le-armi-delleconomia.html

DALLE FALSE ”FOSSE COMUNI IN SERBIA” IN POI, MEDIA OCCIDENTALI SPECIALISTI NELLA DISINFORMAZIONE: ORA TOCCA ALL’UCRAINA.

martedì 11 marzo 2014
 
Sulle cose della politica proprio le menzogne, se continuamente ripetute, riescono a sembrare le uniche verità e tutti vi si adeguano. Una clamorosa dimostrazione di questa tecnica fu, durante la guerra che la Nato scatenò contro la Serbia, la storia delle fosse comuni.
 
Poco prima l’attacco, tutta l’opinione pubblica mondiale rimase impressionata da fotografie aeree che mostravano cumuli di terra che, ripetevano i media, racchiudevano corpi di vittime kossovare innocenti trucidate dagli spietati serbi. Peccato che, alla fine della guerra, i medici di varie nazioni inviati dal Tribunale Penale Internazionale scoprirono trattarsi, nella maggior parte dei casi, solo di terra smossa che non copriva un bel niente: anche nelle poche vere fosse dove furono ritrovati corpi, i medici stabilirono essere cadaveri seppelliti a guerra già iniziata e la cui etnia era impossibile accertare. Le foto comunque erano già bastate agli attaccanti per giustificare davanti alle opinioni pubbliche le ragioni per la guerra e ottenere così il consenso dei più.
Lo stesso metodo, disinformazione e propaganda, è quanto sta avvenendo oggi a proposito della questione Ucraina. I giornali, alcuni in buona fede, altri molto meno, continuano a sostenere concetti la cui veridicità o coerenza è per lo meno dubbia.
Vediamone alcuni.
1.Il popolo ucraino si è democraticamente ribellato contro un governo illegittimo e la crudele repressione attuata dalle forze di polizia è stata un’operazione dittatoriale per contrastare la volontà popolare.
 
Ma le elezioni che portarono al potere Yanukovich e il suo partito furono giudicate “sufficientemente corrette” dagli osservatori internazionali dell’OSCE e quindi quel governo era, a tutti gli effetti, legittimo. In qualunque parte del mondo, quando le manifestazioni di piazza diventano violente, è dovere delle locali forze dell’ordine intervenire per fare rispettare la legge.
 
2. Il presidente Yanukovich e il suo governo sono stati democraticamente destituiti dal Parlamento Ucraino, che ha così dato spazio alla volontà della maggioranza dei cittadini. Su quel “democraticamente” ci sarebbe molto da discutere perché è sotto gli occhi di tutti che il Parlamento ha dovuto decidere sotto la pressione della violenza e non certo a seguito di una normale dialettica politica. Il nuovo Governo non ha avuto nessuna legittimità elettorale e, tra l’altro, è, pure lui, contestato da una gran parte degli stessi manifestanti.
 
3. La maggioranza degli ucraini è scesa in piazza perché non ha condiviso la decisione di Yanukovich di abbandonare il tavolo delle negoziazioni con l’Unione Europea.
Visto da lontano e in base alle sole informazioni ripetute dai media occidentali sembrerebbe così, salvo che la stessa USAID, ente governativo americano, aveva svolto in Ucraina, pochi giorni prima, un’indagine dalla quale risultava che solo il 40% degli Ucraini preferiva l’opzione europea. E’ inoltre risaputo che tra costoro molti erano, e sono, illusi dal pensare che l’associazione economica con l’Unione Europea possa coincidere con un futuro di ricchezza per ciascuno e di fine delle difficoltà economiche che tuttora soffocano il Paese.
 
4. Il desiderio manifestato dal governo di Crimea di far svolgere un referendum per chiedere l’indipendenza e la richiesta di adesione alla Federazione Russa sono contro la Costituzione Ucraina. Poiché la Russia appoggia tali richieste, si pone fuori del diritto internazionale e l’invio di propri militari in Crimea per proteggere la locale maggioranza russa da discriminazioni costituisce una condannabile invasione.
USA e Governi Europei che sostengono quanto sopra dimenticano quanto essi stessi fecero con il Kosovo. Nessuno si domandò cosa dicesse in proposito la Costituzione Serba e tantomeno se ci fossero cittadini europei o americani da salvaguardare. Fu proprio dopo quella guerra che molti Paesi decisero di riconoscere il Kosovo come Stato indipendente, violando, allora sì ogni diritto internazionale.
 
5. Il nuovo governo di Kiev è e sarà democratico e non ha alcuna intenzione di discriminare cittadini di etnia diversa da quella ucraina.
Strano, però, che uno dei primi provvedimenti votati “democraticamente” proibisse l’uso della lingua russa su tutto il territorio ucraino. Quel provvedimento è stato ritirato solo dopo i “suggerimenti “ degli europei che, oltre a vergognarsene, temevano le ripercussioni, negative per l’immagine, che ne derivavano.
Strano anche che interi gruppi di cosiddetti manifestanti abbiano fatto a gara nell’urlare insulti e minacce antisemite, razziste e contro la popolazione di origine russa.
 
6. Gli europei desiderano da sempre che l’Ucraina entri nell’Unione, percependola come parte integrante dell’organismo politico europeo.
Niente di più falso! La maggior parte dei cittadini europei non ha alcun desiderio, né interesse, a che l’Ucraina faccia parte dell’Unione Europea. Senza contare che la crisi economica è talmente forte da rendere economicamente impossibile, se non suicida, pensare di poter provvedere al risanamento della disastrata economia ucraina. Quei politici europei che hanno promesso 15 miliardi di euro come aiuto immediato al nuovo Governo ucraino dovrebbero spiegare ai cittadini di ogni Paese membro dell’Unione da dove arriverebbero quei soldi, cioè da quali tasche saranno presi. E già che ci sono dicano anche come pensano di continuare con gli aiuti dopo che quel primo “dono” si sarà velocemente esaurito. Altri fondi per aiutare le aree depresse? E altri ancora per pagare gas e petrolio che non avranno più i prezzi agevolati prima garantiti da Mosca? I cittadini europei amano gli Ucraini, ma non possono ne’ vogliono un altro Paese che gravi ancora di più sulle sofferenti economie comunitarie.
 
7.Le forze politiche progressiste di tutto il mondo stanno dalla parte dei ribelli ucraini perché bisogna stare sempre con il “Paese reale” e non con il “Paese legale”.
Chiamare “Paese reale” gruppi di persone che sfasciano i palazzi delle Istituzioni, uccidono poliziotti e non rispettano le loro stesse leggi è un atteggiamento pericoloso, soprattutto quando è molto dubbio il consenso vero che costoro hanno nel resto della popolazione. Ma, si dice, i “progressisti” stanno sempre con i rivoluzionari. Perché, allora, in Venezuela questi stessi “progressisti” difendono il legittimo governo Maduro e non i ribelli che manifestano da settimane nelle piazze?
 
La verità è che quanto successo in Ucraina ha più a che fare con la geo-politica che con i bisogni del popolo. Qualcuno, in occidente ha nostalgia della guerra fredda e continua a pensare sia una necessità “contenere” la Russia, ancora identificata con “ il nemico”. Chi dispensa false informazioni e false promesse non ha a cuore la sorte degli ucraini e li sta usando come semplice strumento per tutt’altri scopi che non possono essere dichiarati apertamente. E’ importante, quindi, che noi, cittadini europei, si sappia distinguere tra informazioni e propaganda e, poi, ognuno scelga liberamente da che parte stare.
 
LA VOCE DELLA RUSSIA
 
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Lo strapotere degli assistenti sociali produce dei mostri

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Dei bambini sottratti all’affetto della propria famiglia e rinchiusi in istituti in base alla decisione, spesso discutibile, degli assistenti sociali ne abbiamo già parlato più volte: in Italia sono 32.000 i bambini sottratti alle proprie famiglie.
 
Alcuni casi, finiti al centro delle cronache, sono davvero eclatanti. Spesso i bambini vengono sottratti alla famiglia a causa dell’indigenza: ma anziché aiutare la famiglia in difficoltà (sarebbero sufficienti 7/800€) viene tolto il bambino alla famiglia e rinchiuso in un istituto, dove mantenerlo costa 10 volte tanto!
 
Famiglie in situazione di indigenza ce ne sono tante: e nella stragrande maggioranza dei casi, la situazione passa inosservata. Ma se per qualche motivo se ne interessano gli assistenti sociali, iniziano i problemi. Troppo spesso i bambini vengono sottratti alle famiglie con estrema “leggerezza” ovvero senza considerare quanta sofferenza provoca ai genitori e al bambino stesso una decisione come questa. Più volte abbiamo assistito a gesti estremi da parte dei genitori che si sono visti togliere i figlianche (non sempre) per futili motiviGenitori che dalla disperazione si sono suicidati, oppure il caso di una madre che si è gettata dalla finestra con la figlia pur di non farsi togliere la figlia.
 
Secondo le associazioni che si occupano di questi casi, le strutture “devono lavorare“, ovvero per funzionare “hanno bisogno di bambini” e pertanto vengono riempite. Proprio così: se non ci fossero bambini “reclusi”, queste strutture verrebbero chiuse: pertanto pur di riempirle, vengono applicate in modo ferreo, eccessivo le normative…
 
Le Iene nei giorni scorsi hanno documentato il caso di una coppia a cui sono stati tolti i figli… perché la casa era sporca!!! Proprio così: guardate il servizio.
 
Sempre Le Iene alcune settimane fa avevano documentato un altro allucinante caso, dove in modo a dir poco superficiale e sommario un’assistente sociale ha disposto la “reclusione” in un istituto di una bambina di 12 anni (vedi il servizio) per il rapporto conflittuale con i genitori: rapporto conflittuale come quello che hanno decine di migliaia di 12enni. La bambina è stata “liberata” grazie alla serietà di un’altra assistente sociale che ha capito la situazione. Resta il fatto che gli assistenti sociali hanno troppo potere discrezionale, e sopratutto in molti casi non sembrano essere così competenti. Molti assistenti sociali non hanno nemmeno una laurea, sono semplici diplomati, ma dispongono di un potere sicuramente eccessivo.
 
In merito al caso dei tre bambini sottratti alla famiglia perché la casa era sporca: premesso che noi di nocensura.com non siamo “razzisti” ed evitiamo accuratamente di divulgare notizie che possono in qualche modo alimentare sentimenti xenofobi: questo perché secondo noi i responsabili di certe situazioni sono i governanti (nel caso delle leggi che permettono certe situazionie coloro che affamano i popoli per arricchirsi: è ovvio che certi popoli vogliano scappare da situazioni di povertà.
 
Dinnanzi ad una notizia così, ci chiediamo come mai questi assistenti sociali non fanno visita ai campi nomadi, per vedere in quali situazioni igieniche vengono cresciuti i bambini; bambini che molto spesso vengono utilizzati  per accattonaggio e furti: come quelli che avvengono quotidianamente nella metropolitana di Roma, dove decine e decine di bambini di 12-14 anni borseggiano anziani e tuisti.
 
Una situazione, quella dei borseggi in metropolitana, ben nota a tutti i romani, che ha portato Roma ad essere in testa alla classifica europea dei borseggi, a dispetto di quanti credono che certe cose accadano a Napoli, che non compare nemmeno nella classifica in oggetto.
 
Fonte: Nocensura

FORTETO: LA COMUNITA’ DOVE PER DECENNI I BAMBINI SONO STATI ABUSATI. E MATTEO RENZI SOFFRE DI AMNESIA

come dice certa gente “emancipata”, i bambini non possono dire se gradiscono il sesso se non lo conoscono, per cui sarebbe opera di bene dar loro la possibilità di provare anzitempo

Posted By Lino Bottaro On 11 marzo 2014
LE-IENE-FORTETO-ABUSI-8
 [1]
  di Gianni Lannes
Sulla mera carta dagli anni ‘70: comunità, cooperativa, fondazione. In realtà, un inferno in terra per i bambini – consegnati a questa struttura per decenni senza controlli dal Tribunale per i minorenni di Firenze – sistematicamente violentati. Un laboratorio sperimentale di maltrattamenti protetto dalla casta politica, da certa magistratura, con la tacita connivenza di medici e assistenti sociali. Un cancro del sistema di potere, non un caso di più singoli. L’attuale primo ministro ha negato l’evidenza. Un’amnesia?
«I ragazzi del comune non venivano e non vengono naturalmente affidati al Forteto, per noi la vicenda è meno di zero dal punto di vista amministrativo» ha detto testualmente Matteo Renzi  all’intervistatore Trincia della trasmissione tv Le Iene, andata in onda il 5 maggio 2013.
Vicenda_Forteto__Torselli__FdI__presenta_un_interrogazione_1
 [2]
20130509_dichiarazioni_su_Il_Forteto-1
 [3]
La seguente interrogazione in seno al Consiglio comunale fiorentino non lascia alcun dubbio:
«Oggetto: dichiarazioni Sindaco sulla nota vicenda del “Forteto”. Proponente: Francesco Torselli. Altri firmatari: Stefano Alessandri, Jacopo Cellai, Emanuele Roselli, Marco Semplici. Il sottoscritto Consigliere Comunale, Vista l’intervista del sindaco Matteo Renzi rilasciata alla trasmissione televisiva “Le Iene” trasmessa dal canale tv Italia 1 in data 5 maggio 2013; Preso atto della risposta in aula fornita dall’Assessore Saccardi nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 30.07.2012 in risposta all’interrogazione n. 813/2012 avente ad oggetto: Eventuali legami pregressi o in essere tra la Fondazione Il Forteto ed i sindaci, i membri delle giunte ed i consiglieri del Comune di Firenze INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE 1. Se corrisponde a verità quanto detto dall’Assessore Saccardi nella seduta sopracitata, ovvero che nel 1995 sono state affidate due minori residenti nel Comune di Firenze alla Comunità Il Forteto, una delle quali oggi coinvolta nella nota vicenda giudiziaria; 2. In caso di risposta affermativa al punto 1), come mai il Sindaco Renzi ha dichiarato alle “Iene” che mai alcun minore è stato affidato alla Comunità il Forteto dal comune di Firenze; 3. In caso di risposta affermativa al punto 1), se il Comune di Firenze nella figura del Sindaco ha interesse di porgere le proprie scuse alle persone coinvolte nella nota vicenda giudiziaria a seguito di quanto dichiarato nella trasmissione suddetta; 4. I motivi per i quali non sia stato dato seguito agli impegni assunti sia dalla Giunta che dalle Commissioni competenti di approfondire, assieme al Tribunale dei Minori di Firenze, l’eventuale coinvolgimento del Comune di Firenze nel caso del “Forteto”. Francesco Torselli, Firenze, 9 maggio 2013».
I consiglieri comunali Francesco Torselli e Caterina Coralli, rispettivamente di Firenze e di Vicchio con una nota hanno smentito categoricamente l’attuale primo ministro Renzi: «non è vero ciò che ha riferito il Sindaco, ci sono fiorentini e fiorentine oggi maggiorenni che da ragazzi sono stati affidati dal tribunale dei minori di Firenze a Il Forteto e i servizi sociali della città non hanno fatto niente per tutelarli».
Torselli spiega: «Durante il consiglio comunale del 30 luglio dello scorso anno, rispondendo ad una mia precisa interrogazione – spiega Francesco Torselli – l’assessore alle politiche sociali del Comune di Firenze dichiarava che il Comune di Firenze aveva fatto il suo ultimo inserimento di due bambine, ai tempi minorenni, proprio al Forteto nel 1995, smentendo di fatto le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco a Le Iene. E lo stesso assessore precisava anche che una delle due bambine è oggi tra coloro che si sono costituite vittime delle violenze denunciate. L’ultima cosa che serve in questa drammatica vicenda è mostrare ancora una volta rappresentanti nelle Istituzioni pronti a mentire e a girare le spalle ai drammi delle vittime solo per tornaconto personale o superficialità. Renzi, provi semplicemente a chiedere scusa a nome suo, della politica e della città».
LE-IENE-FORTETO-ABUSI-2
 [4]
Matteo Renzi pochi giorni prima dell’arresto di Fiesoli nel 2011 aveva ospitato nel Salone dei Cinquecento lo stesso capo spirituale della comunità-setta. Nel servizio hanno anche letto una prefazione dell’onorevole Di Pietro, che poi si è negato per un’intervista, ad un libro dello stesso Fiesoli.
20120419_convegno_TEDxFirenze-1
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Il Forteto è una delle principali comunità toscane di cosiddetto “recupero” per minori disagiati. Nel 1975 inizia l’esperienza della comune del Forteto. A rivestire il ruolo di leader è Rodolfo Fiesoli, coadiuvato da Luigi Goffredi, l’ideologo. Il progetto si caratterizza subito per la proposta fondata sull’abolizione della famiglia basata sull’unione stabile tra un uomo e una donna, in nome di un’idea totalizzante di comunità improntata alla pratica omosessuale.
 
La cooperativa agricola il Forteto, fondata nel 1977 nell’azienda agricola di Bovecchio, comune di Barberino di Mugello (Firenze), negli ultimi mesi è stata al centro di una vicenda giudiziaria per abusi sessuali e maltrattamenti anche su minori e bambini presi in affido, costretti a lavori durissimi, punizioni corporali per futili motivi, abusi sessuali ed incentivi all’omosessualità; Rodolfo Fiesoli detto il “profeta” insieme al cofondatore Luigi Goffredi, si avvalevano di falsi titoli di studio come quello in Psicologia; nel 1985 furono processati e condannati ad una pena di reclusione per maltrattamenti aggravati ed atti di libidine nei confronti degli ospiti della comunità; nonostante questi gravissimi capi di imputazione, nel 1997 Fiesoli risultava ancora a capo della comunità e, fatto ancora più grave, il tribunale ha continuato ad affidare minori alla struttura, se ne contano almeno 60 fino al 2009.
Il Forteto fu oggetto, alla fine degli anni ’70, di un’inchiesta penale in relazione ai suoi fondatori per atti di zoofilia e pedofilia commessi all’interno della cooperativa. Il 30 novembre 1978 Rodolfo Fiesoli viene arrestato su richiesta del giudice Carlo Casini che aveva aperto un procedimento per abusi sessuali nel Forteto. L’1 giugno 1979 Fiesoli lascia il carcere per tornare alla comune dove, lo stesso giorno, affidato dal tribunale dei minori, giunge il primo bambino down e il presidente del Tribunale, Giampaolo Meucci, afferma di non credere nell’indagine del giudice Casini e di ritenere Il Forteto una comunità accogliente e idonea.
Nel 1982 la cooperativa acquista una proprietà di quasi 500 ettari a Dicomano (Firenze) e vi si trasferisce. L’azienda continuerà a prosperare per diventare attualmente un’azienda con un fatturato da 18 milioni di euro all’anno, con circa 130 occupati. Nel 1985 viene emessa la sentenza di condanna per Luigi Goffredi e Rodolfo Fiesoli. Il Fiesoli viene condannato a due anni di reclusione per maltrattamenti nei confronti di una ragazza a lui affidata, attidi libidine violenta e corruzione di minorenne; dalla sentenza emerge «istigazione da parte dei responsabili del Forteto alla rottura dei rapporti tra i bambini che erano loro affidati e i genitori biologici» e «una pratica diffusa di omosessualità». L’8 maggio 1985 viene respinto il ricorso in Cassazione avanzato dai due condannati: gli affidamenti di minori ai due e a persone interne alla comunità Il Forteto proseguono però senza soluzione di continuità.
Nel 1998 la Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo riceve la richiesta di ricorso contro l’Italia, e in particolare contro l’operato del Tribunale dei minori di Firenze, da parte di due madri con doppia cittadinanza, italiana e belga, cui il Tribunale per i minorenni di Firenze aveva imposto di interrompere ogni relazione con i rispettivi figli, collocati presso la comunità Il forteto. Le donne, inoltre, denunciarono trattamenti violenti e inumani nei confronti dei minori, con una scolarizzazione pressoché inesistente.
Il 13 luglio 2000 la Corte ha condannato l’Italia, per l’affidamento alla comunità dei due bambini, a pagare una multa di 200 milioni di lire come risarcimento dei danni morali. Nella sentenza (caso Scozzari e Giunta contro Italia – ricorso n. 39221/98 et 41963/98), la Corte sottolinea come «la circostanza che nell’ambito dell’affidamento di bambini da parte dei pubblici poteri, due persone condannate, certamente venti anni prima, per maltrattamenti e abusi commessi su persone che a quell’epoca erano loro affidate all’interno della stessa comunità possano svolgere un ruolo tanto attivo suscita delle serie riserve»; nonostante ciò gli affidamenti di minori proseguono ancora.
Nel 2002 l’eurodeputata Cristiana Muscardini aveva presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo l’allontanamento immediato di tutti i minori presenti nella struttura e la cancellazione de Il forteto quale centro di riferimento per la commissione per l’infanzia. Tuttavia la Commissione incredibilmente si dichiarò non competente.
Il 20 dicembre 2011 Rodolfo Fiesoli viene arrestato con l’accusa di maltrattamenti e abusi su minorenni affidati all’interno della comunità.
Nel giugno 2012 il Consiglio regionale della Toscana attiva una commissione d’inchiesta sull’affidamento dei minori alla luce della vicenda il Forteto presieduta dal consigliere Stefano Mugnai. La Commissione chiude i suoi lavori nel gennaio 2013 con una relazione, licenziata all’unanimità, che attraverso numerose testimonianze dai contenuti drammaticamente univoci e concordanti ricostruisce, al pari di quanto rilevato dai magistrati nella loro attività inquirente, un quadro raccapricciante dove, si legge nella relazione stessa, «l’abuso era la prassi». Le pratiche abusanti rilevate dai commissari vanno dall’abuso fisico a quello sessuale, dall’impiego del lavoro dei minori a varie pratiche di coercizione fisica e mentale fino all’abuso psicoemotivo e affettivo, in particolare attraverso la rescissione dei legami con la famiglia d’ origine.
ITALIA: L’ORRORE DELLA PEDOFILIA
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A questo atto parlamentare il governo Monti non ha mai risposto!
di Gianni Lannes
Ecco cosa accade quando gli esseri umani si rapportano come oggetti da consumare, quando il corpo diventa sempre più merce. L’ultima notizia di cronaca nera a Roma: “Baby squillo, tra i venti indagati c’è il marito della Mussolini”.  Tra i venti indagati, clienti delle giovani prostitute e accusati di prostituzione minorile, c’è anche il marito di Alessandra Mussolini, Mauro Floriani. Ex ufficiale della Guardia di Finanza, da quasi vent’anni passato ai vertici delle Ferrovie dello Stato, il “capitano Mussolini”, così era soprannominato, è stato identificato dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma delegati alle indagini sul caso delle due minorenni che si prostituivano ai Parioli, quartiere altolocato della capitale. Floriani ha respinto ogni accusa con i carabinieri e ha negato di avere avuto rapporti con le due adolescenti, ma il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Cristiana Macchiusi hanno comunque deciso di iscriverlo tra gli indagati per prostituzione minorile, reato che prevede la reclusione da uno a sei anni.
«Il fenomeno della prostituzione minorile è sempre esistito, ma sicuramente negli ultimi tempi è più diffuso o, almeno, emerge di più. C’è una maggiore attenzione: c’è il cliente che denuncia quando si trova davanti a una ragazza evidentemente troppo giovane e c’è il gregario, cui l’organizzazione affida compiti logistici, che si ribella». Ad affermarlo è il presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, Melita Cavallo, chiamata in audizione davanti alla Commissione parlamentare per l’Infanzia qualche giorno fa, impegnata in un’indagine conoscitiva sul fenomeno. «Ci sono ragazzine che vanno per soldi anche con clienti molto anziani» ha ammesso la presidente, stigmatizzando un’idea di sesso del tutto slegato dall’affettività.
Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno, nell’anno 2013 nel Belpaese sono  scomparsi più di 3 mila minori. E nessuno ha battuto ciglio, neanche il Vaticano, e neppure l’attuale Papa, né tantomeno vescovi, arcivescovi e cardinali che a parole proclamano di “lottare per la vita”. Ma quale? E perché il silenzio generale se i bambini rappresentano il futuro dell’umanità?
Quanto assai raramente qualche onorevole interroga il Governo io carica, non ci sono mai risposte, neppure su tempi così delicati ed essenziali per il futura della società, in dice di un decadimento sempre più avanzato.
Lo sfruttamento, l’abuso sessuale, la violenza, il maltrattamento dei bambini sono orrori che assumono proporzioni internazionali e turbano le coscienze. Ci sono bambini che soffrono all’interno della famiglia stessa, che vivono in ambienti degradati, che trascorrono le loro giornate in solitudine, privati della loro infanzia, a volte eccessivamente responsabilizzati dai genitori.
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Troppi, tanti casi di pedofilia tollerata e di violenza ai minori stanno via via emergendo anche in ambienti ritenuti come i più accreditati custodi dell’infanzia.
Gli episodi sono intollerabili, spesso perpetrati in una lunga serie di anni –come nel caso mdel Forteto protetto da certa magistratura e dalla casta politica rossastra – a volte oltre alla violenza si arriva alla mercificazione; la nostra cultura, votata al profitto e al consumismo, veicola anche immagini ambigue dove minori sono ritratti in pose particolari, spesso giustificate dall’intenzione artistica di chi le ha scattate, per esempio un certo tipo di pubblicità.
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Non vi è univocità tra le normative statali relativamente al significato legale del termine “bambino” equelle connesse ed attinenti alla definizione del reato di “pornografia infantile”. L’aggiornamento dei codici penali nazionali diventa un’esigenza imprescindibile nella lotta al crimine internazionale. I bambini non sono strumenti, oggetti o cose, ma sono portatori di diritti. In qualsiasi società, rappresentano l’innocenza e il futuro. Non tenerne conto rende tutti corresponsabili di una degradazione in massa della civiltà umana. La violenza esercitata sui bambini è l’emblema di una convivenza civile deteriorata, di una civiltà che muore, che ha perso i valori necessari alla sua sopravvivenza. L’orrore della pedofilia che turba l’innocenza e il futuro dei bambini.
La tradizione cristiana e gli stessi Vangeli condannano chi approfitta della fiducia che i bambini concedono agli adulti:
«ma se taluno scandalizzerà uno di quei piccoli meglio per lui mettersi al collo
una macina d’asino e farsi affogare nel fondo del mare».

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Grillini low cost non proprio tutti

ABBIAMO ANALIZZATO LE BUSTE PAGA DEI PARLAMENTARI DEL MOVIMENTO 5 STELLE. PERCEPISCONO LA METÀ DEGLI ALTRI, MA ANCHE TRA LORO CI SONO DIFFERENZE E QUALCUNO HA SPESO SOLDI SENZA SCONTRINI L’ESPULSO BOCCHINO HA DICHIARATO DI PAGARE TAXI PER QUASI 1800 EURO AL MESE: CON UN LEASING COMPRAVA UNA MASERATI E NON SI CAPISCE PERCHÉ LA DIARIA (10.000 EURO AL MESE) PER ALCUNI NON BASTI: SPENDONO DI PIÙ.

Questione di soldi. Di risparmio. E trasparenza. Scontrini, dicono alcuni giornali. Trasparenza, ribatte Beppe Grillo. Intanto è bene sgombrare il campo da ogni dubbio: con le dovute eccezioni i parlamentari del Movimento 5 stelle, tra stipendio e diaria, alla fine del mese spendono quasi la metà di un parlamentare di qualsiasi altro partito. E questo è grazie alla trasparenza: ogni spesa è dichiarata, messa al rendiconto, consultabile su internet. Tutti – una o due le eccezioni – restituiscono dai circa cinquemila euro dello stipendio 1800 euro. Nessuno inciampa su questo. Il punto, casomai, è la diaria che per ogni parlamentare ammonta a qualcosa come 10.000 euro. E qui nascono le differenze. Ci sono quelli come Francesco Campanella e Lorenzo Battista, freschi di espulsione, che addirittura, nel mese di ottobre, hanno speso di più di quello che hanno ricevuto. Alta la voce delle collaborazioni, quella delle consulenze e la generica “altro”. Un problema che dal prossimo mese non si porrà: potranno fare l’uso che vogliono dei circa quindicimila euro netti che percepiscono ogni mese. E non è un dettaglio. “E’ un’infamia dire che è per guadagno”, spiega un altro degli espulsi Louis Orellana. “Non volevamo uscire dal Movimento, siamo stati cacciati. Espulsi per un reato d’opinione”.

Ma non è questo il punto che siamo ad affrontare. La questione è che Grillo, con il sistema della rendicontazione, ha dimostrato che tutti i parlamentari potrebbero guadagnare la metà dei soldi che percepiscono ogni mese. Basta abbattere il costo dell’affitto, quello dei taxi, le spese telefoniche e dei collaboratori personali. A lungo termine sarebbe un 40 per cento che resta nelle casse dello Stato. “Non è questo il problema dell’Italia”, dicono la maggior parte degli uomini di governo e dei parlamentari. “E’ questione di principio, rispetto ed esempio”, spiegano i talebani penta-stellati. “Gesti simbolici, perché la politica è fatta anche di quelli se vogliamo riavvicinarci alla gente”, dicono altri ancora.

LO STIPENDIO. Ogni parlamentare del Movimento 5 stelle riceve in media circa 5000 euro. Qui la decurtazione non viene messa in discussione: quasi tutti restituiscono 1800 euro, il 40 per cento, che finisce in un fondo destinato alle micro imprese. Dalla decurtazione dello stipendio non è sfuggito nessuno, anche perché era firmato in un accordo antecedente, cioè prima addirittura delle candidature. L’unico a opporsi in maniera palese è stato Alessio Tacconi: vive in Svizzera. Non gli è mai piaciuta la decurtazione anche se la fa. Ivan Catalano invece ha preferito la Caritas al fondo per le imprese. Ma lo stipendio non è la voce più importante sulla quale ogni parlamentare può contare. Anzi. La più piccola. Vanno aggiunti la diaria, che è il doppio, le missioni, le spese di viaggio e quelle telefoniche.

LA DIARIA. Questa è la voce più importante. Una seconda busta che ogni mese contiene diecimila euro. Grillo, perché non sfuggisse di mano la situazione, ha scelto la strada più rapida: spendete quello che è necessario, ma giustificatelo. Quello che vi rimane finisce in un fondo che a fine anno verrà restituito”. E qui sono iniziati i problemi e soprattutto le discussioni. Sarebbe stata più facile la via che percorrono altri partiti: un forfait che viene devoluto ogni mese e finanzia la politica del proprio gruppo. Ma in questo sarebbe mancata la trasparenza: Grillo non vuole fondi per il Movimento, vuole semplicemente che le spese siano visibili agli elettori e rendicontate. Simboli, è vero. Ma è una scelta che li differenzia dagli altri. E allora cosa succede. Che alcuni spendono pochissimo, sono attenti e accantonano più soldi possibile. Altri fanno un ragionamento diverso: fare politica e farla bene ha un costo, per cui la diaria deve essere spesa per queste ragioni.

I GRILLINI VIRTUOSI. Prendete Tatiana Basilio. Nel mese di ottobre ha ricevuto 10.516 euro, ma ne ha spesi 1600. Tutto il resto tornerà indietro. La voce più evidente sono i 600 euro di vitto che divisi per 26 giorni vuol dire 23 euro al giorno. Niente. Si muove in metropolitana, qualche volta in auto. Ferdinando Alberti anche: dei 10.000 ne ha spesi 3000. In affitto spende 1133 euro. Pochissimo. Niente in trasporti, zero auto, 460 euro per mangiare. Virtuosa è Roberta Lombardi (complice la sua residenza a Roma), ex capogruppo:dei quasi 8.000 euro a disposizione ne ha spesi 2000, quasi tutti finiti ai collaboratori. Promossa anche Giulia Sarti: poteva spendere 10.000, ne ha speso a ottobre solo la metà. Vivere low cost a Roma è possibile. Basta evitare i ristoranti da cento euro a testa, pagare un affitto sui mille euro, muoversi coi mezzi pubblici.

GLI SPENDACCIONI. C’è anche chi, invece, la diaria l’ha spesa. Abbiamo detto di Campanella e Battista, tutti i soldi a disposizione. Come il senatore Fabrizio Bocchino, giusto per parlare di un altro espulso: 1700 euro in affitto, altri 1700 euro in taxi. E per un gruppo che conduce una battaglia sulle auto blu 1700 euro al mese in taxi sono troppi. O chi, come Massimo Artini, spende in affitto 3000 euro: non pochi. Sopra la media anche i rimborsi per il vitto di Paola Taverna, che a ottobre ha speso in pasti quasi 1200 euro. Ma anche gli emergentissimi Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Luigi Di Maio, Vito Crimi. Tutto giustificato, e comunque meno rispetto agli altri. Anche e soprattutto perché hanno rinunciato anche al finanziamento pubblico, una quarantina di milioni di euro. Il totale fa una politica low cost. Lo dicono i numeri.

Emiliano Liuzzi
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
10.03.2014.

L’ Aspartame è sicuro per l’ EFSA – Studio europeo delude tutte le ricerche indipendenti

quando si dice lobbing

L’autorità europea per la sicurezza degli alimenti a Parma ha riesaminato la sua posizione sul dolcificante artificiale aspartame.

Il dolcificante artificiale venduto come Dietor e Misura e contrassegnato in etichetta con la sigla E-95, composto di due aminoacidi e metanolo è stato accusato di causare vari effetti collaterali e perfino di causare cancro negli animali di laboratorio. (La Fondazione Ramazzini conferma: “l’aspartame è cancerogeno”.)
 
Secondo l’EFSA però, “L’aspartame e i suoi prodotti di degradazione sono sicuri per il consumo umano ai livelli di esposizione attuali: queste le conclusioni dell’EFSA nella sua prima valutazione completa del rischio dal dolcificante. “Per eseguire la valutazione l’EFSA ha condotto un rigoroso esame di tutte le ricerche scientifiche disponibili sull’aspartame e sui suoi prodotti di degradazione, compresi studi sugli animali e sull’uomo.”
 
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“Questo parere rappresenta una delle più complete valutazioni del rischio associato all’aspartame mai intraprese. È un passo avanti per rafforzare la fiducia del consumatore nei fondamenti scientifici del sistema di sicurezza alimentare dell’UE e nel sistema di regolamentazione degli additivi alimentari”, dice la dott.ssa Alicja Mortensen, presidente del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sugli additivi alimentari.
Quindi il “caso aspartame” è chiuso – non abbiamo trovato niente.
Ma come ha potuto non trovare niente a carico del dolcificante l’EFSA? Ce lo spiega Erik Millstone, professore di politica della scienza all’università del Sussex…
 
In un documento titolato “EFSA on Aspartame, January and December 2013” Millstone spiega come l’EFSA ha usato due pesi e due misure nella sua analisi degli studi scientifici, per giustificare la sua decisione di appoggiare l’industria invece dei consumatori del dolcificante.
Gli studi che non hanno trovato effetti avversi, per lo più commissionati dall’industria, sono stati considerati “molto attendibili”, mentre gli studi che hanno trovato problemi con la sostanza, tutti fatti senza ricorso a finanziamenti industriali, sono stati classificati senza eccezione come “studi spazzatura”.
 
“I difetti degli studi che vedevano nessun problema con l’aspartame (e che venivano considerati attendibili) erano spesso molto maggiori dei difetti degli studi che trovarono problemi (e che venivano considerati completamente inattendibili)”, spiega il prof Millstone. “I parametri di credibilità perciò erano ovviamente asimmetrici, nel modo che favorivano l’industria piuttosto che gli interessi dei consumatori.”
 
“Per esempio, Il comitato dell’EFSA ha rigettato come completamente inattendibili gli unici studi di alimentazione di cavie a lungo termine, condotti dalla fondazione Ramazzini senza finanziamenti commerciali e pubblicati nel nuovo secolo. In contrasto, l’EFSA considera perfettamente affidabili gli studi condotti negli anni settanta sotto la regia dello sponsor commerciale dell’aspartame (G D Searle) nonostante siano stati condotti in modo incompetente e descritti in modo ingannevole.”
 
Millstone riassume i differenti modi di valutare gli studi in due tabelle dalle quali è ovvio in questo processo di valutazione non era la qualità degli studi a determinare la loro accettazione bensì il risultato – favorevole all’aspartame o no.
A quanto pare, i “fondamenti scientifici del sistema di sicurezza alimentare” richiamati dalla dott.ssa Mortensen nella comunicazione stampa dell’EFSA sembrano fatalmente distorti se non del tutto mancanti.
 
Fonte: