Euro sempre forte malgrado le dichiarazioni della Bundesbank. Ecco perché.

Scritto il 26 marzo 2014 alle 11:30 da Danilo DT
 
Analisi delle anomalie sulla corretta valutazione del crossEuroDollaro, la correlazione coi i tassi di interesse e le motivazioni che spingono al rialzo le quotazione del cross EUR USD.
 
Non sono bastate le solite promesse di Mario Draghi, questa volta supportate dalle dichiarazioni di Weidmann, dove non si esclude nelle prossime puntate l’impiego del quantitative easing europeo (ma con sottostanti non titoli periferici ma bond di alta qualità).
L’EuroDollaro continua imperterrito la sua corsa vero area 1.40 anche se in uno scenario che definirei non così evidente.
Tanto per cominciare il grafico. Come potete vedere, nel breve periodo l’Euro ha rotto la media mobile a 21 giorni e la resistenza dinamica verde (1) per poi andare ad appoggiarsi su un supporto dinamico ex resistenza dove è rimbalzato (2).
 
Grafico EuroDollaro
 
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Ora siamo sempre sotto la media mobile a 21 giorni e la tendenza è per lo più laterale. Perde quindi quello smalto “bullish” ma non è assolutamente diventato bearsi, malgrado le dichiarazioni sopra esposte.
 
La grossa anomalia la troviamo in ambito di rendimenti. Infatti come potete vedere da questo grafico, c’è sempre stata un forte correlazione tra il differenziale di rendimenti dei bond USA e bond Eurozona (nel grfico qui sotto in giallo). Questa correlazione ultimamente è saltata. Di per se rappresenta un elemento illogico in quanto, in ambitocarry trade, viene sempre premiata la valuta che rende di più. In questo momento contano altri fattori. Ovviamente:
 
1 – la politica monetaria,
 
2 – la bilancia dei pagamenti e soprattutto
 
3 – i flussi finanziari.
 
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Infatti è arcinoto che molti denari, in arrivo da Asia ed USA, escono da altri mercati (emergenti) per essere investiti in Europa. Questo non può che far lievitare l’Euro, anche se il nostro modello di valutazione colloca il cross EURUSD quanto meno ad un 9% sotto le quotazioni attuali. In altri termin, la vluatzione del cross EUR USD sarebbe coerente con un differenziale a favore del Bund pari ad almeno +0.25. Invece il differenziale è a -0.087. Incoerente.
Ma attenzione, se guardate il grafico noterete che poi, questi eccessi tendono a rientrare riportando la correlazione ad un maggiore equilibrio Ed è quello che mi aspetto capiti anche con l’Euro.
 
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From Wall Street Journal
 
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STAY TUNED!
 

Ora si che vi riconosco!

La velocità di pensiero (ma non d’azione) di Renzi avevano un po’ nascosto la vera faccia del Parlamento.
 
Ma le prova dei fatti, fa cadere la cortina di promesse e illusioni.
 
 
Ma nel futuro, grazie all’accordo Renzi FI (non si parla più di PD, oramai si dice sempre e solo Renzi), il premier potrà revocare i ministri che lui ha scelto.
 
La proposta che rende più difficile le dimissioni in bianco (specie per le donne) trova il voto conrtario di NCD, SC e anche M5S (perché?).
 
Forza Italia è ostile ad una stretta sul voto di scambio (garantismo di scambio).
 
Gira che ti rigira, le uniche riforme per il lavoro parlano di maggiore flessibilità e di rimozione dell’articolo 18.
 
Il ministro Poletti, l’uomo delle cooperative, assicura che i suoi effetti si vedranno tra 3-4 anni. Quando saremo tutti morti.
 
Gli 80 euro al mese? Una tantum. Vediamo.
 
La grande riforma della pp.aa.? Prepensionamenti e assunzioni per precari (forse). Un bel risparmio per lo stato, meno per l’inps.
 
I sindacati non sono d’accordo? Non c’è tempo per discutere (ormai è una gara a chi prende di più a pesci in faccia il sindacato).
 
Le promesse di tagli ai super stipendi?
 
Per intanto godiamoci il piano da 24 miliardi (più della metà sono investimenti pubblici) di Trenitalia.
 
Forse qualche briciola arriverà anche ai pendolari.
 
Che dovranno pagare di tasca, loro due volte (tasse e rincari dei biglietti)) i nuovi treni.
 
Nell’inchiesta su Finmeccanica esce il nome di Cesa: l’UDC può tornare così al centro dell’attenzione.
 
L’inchiesta sugli appalti per Expo e i soldi ai giornali affinché possano elogiare la grande opera.
 
Perché come diceva M. il cinema è “l’arma più forte dello Stato”, se sa celebrare la grandezza del regime.
 
E chi siamo noi per gufare?
 
Ora si che vi riconosco.
 

Razzismo merceologico

per anni siamo stati inondati a norma di legge dai prodotti cinesi, pur vincolati da dazi. Ma i produttori europei che la compravano e/o producevano sono sempre stati liberi di piazzare la mercanzia in Ue.
Ma ora c’è il TTIP in arrivo, e c’è da precludere certi mercati onde far posto per la mercanzia a stelle e strisce, che, VIENE COMUNQUE PRODOTTA IN CINA, ma i margini di guadagno passando dagli Usa sono “esclusivi”
la Ue subito emana il dispaccio allarmistico….

La Cinesizzazione dell’Italia è voluta dall’Ue – Limiti del Rapex

Mercoledì, Marzo 26th/ 2014

La Commissione Ue presenta il Rapporto Rapex 2013: prodotti cinesi nocivi e pericolosi.
Bruxelles e la scoperta dell’acqua calda!

Redazione Qui Europa
Rapporto Rapex 2013 – La scoperta dell’ovvio

Bruxelles – Nella giornata di ieri, martedì 25 marzo, la Commissione europea ha pubblicato il rapporto RAPEX 2013, sui prodotti di consumo pericolosi notificati dalle autorità nazionali dei Paesi Membri. Quel che è emerso non è una novità, ma la naturale evoluzione di politiche liberiste autodistruttive che l’Ue da decenni sta avallando ai danni delle pmi e delle famiglie europee. Secondo il documento, in particolare, il 64% delle segnalazioni di prodotti che rappresentano un rischio grave per la salute e l’incolumità dei cittadini riguarda prodotti cinesi. La scoperta dell’acqua calda! Tali prodotti provocano come noto danni fisici alle persone, derivanti dalla lavorazione di prodotti contaminati e dal’utilizzo improprio e disinvolto di agenti chimici. Gli effetti vanno dal cancro allo strangolamento; dallo shock elettrico al soffocamento, e via dicendo…

 Dietro la cinesizzazione dell’Italia, la matrigna Ue

 Ma qual che è più grave è che il dato numerico dei fenomeni rilevati è in costante aumento: la cinesizzazione dell’Italia, d’altronde, è probabilmente l’esempio più emblematico della deriva che Bruxelles con una mano denuncia e rileva, e con l’altra fomenta, in nome dellafavoletta del “libero mercato auto-equilibrante” spacciata come Vangelo nelle università, nei corsi di economia. Tra i prodotti segnalati come più contaminati e percicolosi vi sono capi d’abbigliamento, giocattoli, apparecchi elettrici e cosmetici. Senza scordare – aggiungiamo – che il 40% del pomodoro che viene consumato in Italia,  come denunciato da Quieuropa in tempi non sospetti (vedi qui – Pomodoro Rosso Sangue ) proviene proprio dalla Cina. E – ovviamente – spesso e volentieri – nel 50% dei casi – è  impossibile identificarne il fabbricante degli stessi prodotti analizzati. Un motivo in più per boicottare gli esercizi commerciali cinesi e per riflettere sulle molteplici e distorte facce oscure della matrigna chiamata Unione europea, che mentre apre agli OGM, commissiona gli orticelli (vedi qui – L’Ue Commissiona l’Orticello – La Morte dei Piccoli Agricoltori e dell’intera Creazione ) e riempe di debiti i suoi figli… chiude il grande occhio della sua bandiera sulle porcherie cinesi – e made in Usa – che invadono ed invaderanno l’Europa oggi e in un prossimo futuro con l’accordo di libero scambio Ue-Usa (vedi qui – G8: Libero Scambio Usa-Ue, Bomba Ecologica OGM).OGM inclusi!

Redazione Qui Europa (Copyright © 2014 Qui Europa)
http://www.quieuropa.it/la-cinesizzazione-dellitalia-e-voluta-dallue-limiti-del-rapex/

Il caso-Moro e la politica internazionale

26 MARZO 2014
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di Francesco Carlesi
 
E’ il 2009 quando un lettera anonima alla Stampa a proposito del caso – Moro si conclude con queste parole: «La mattina del 16 marzo ero su di una moto e operavo alle dipendenze del colonnello Guglielmi, con me alla guida della moto un altro uomo proveniente come me da Torino; il nostro compito era quello di proteggere le Br nella loro azione da disturbi di qualsiasi genere. Io non credo che voi giornalisti non sappiate come veramente andarono le cose ma nel caso fosse così, provate a parlare con chi guidava la moto, è possibile che voglia farlo, da allora non ci siamo più parlati, anche se ho avuto modo di incontralo ultimamente…Tanto io posso dire, sta a voi decidere se saperne di più». Partendo proprio da queste rivelazioni, l’esperto di antiterrorismo Enrico Rossi ha svolto una serie di indagini, sollevando recentemente il dubbio di un “intervento di copertura” dei servizi segreti in occasione della strage di Via Fani. L’ispettore Rossi, ora in pensione, riapre una delle ferite più gravi della storia repubblicana, i cui contorni appaiono ancor oggi tutt’altro che chiari.
 
Ma le sue parole possono stupire solamente gli sprovveduti o i disinformati. Sin dai giorni del sequestro, la seduta spiritica a cui partecipò Romano Prodi fece capire che qualcosa di torbido si celava dietro la vicenda. E il documentatissimo libro Doveva Morire del giudice Ferdinando Imposimato, che si occupò a lungo del caso, già aveva messo a nudo le barriere che magistrati e polizia avevano trovato nelle loro indagini. Muri eretti da personaggi i cui nomi e cognomi sono noti, come l’allora ministro dell’Interno Francesco Cossiga, che creò un apposito “comitato ombra” per perseguire i suoi scopi. Fini personali e “americani”.  Aiutato per l’occasione dall’immancabile CIA nella persona di Steve Pieczenik. E si capisce come non abbia senso qui tirare in ballo il ritornello dei “servizi deviati”, se è vero che la politica filoatlantica è stata uno dei capisaldi della classe dirigente italiana del dopoguerra, e di rimando di militari e forze dell’ordine. E proprio chi tentò di “deviare” da questa linea è stato inesorabilmente colpito, come Mattei e lo stesso Moro. Aprire al mondo arabo e cercare una via indipendente per l’Italia è stato il grande peccato mortale della politica italiana post – 1945, da allora inesorabilmente inquinata dalle manovre dei servizi americani, russi e israeliani (oltre che delle logge massoniche nazionali e internazionali quale la P2), in cerca dei loro interessi nel paese crocevia geopolitico del mediterraneo. Rilevare ciò è un mero dato di fatto che non ha nulla a che vedere con l’altro abusato ritornello del “complottismo”. «Non esistono complotti, solo strategie», e basta qui rifarsi al citato libro di Imposimato, o ad acute ricerche quale Dominio incontrollato di Filippo Ghira.
 
Se è vero quindi che molti giovani di diverse fazioni si organizzarono per “combattere il sistema” con mezzi spesso illegali, altrettanto pacifico sembra rilevare il ruolo che i servizi segreti giocarono negli anni della Guerra fredda. Servizi di tutto il mondo, e strutture internazionali come l’Hyperion di Corrado Simioni, che elaborarono raffinate strategie e fecero dell’infiltrazione uno dei capisaldi del loro modus operandi. Non a caso Bettino Craxi nel 1980 indicò proprio Simioni come il “grande vecchio” dietro le Br e diverse azioni terroristiche sul suolo italiano. Ma a suggerimenti di questo tipo troppo spesso la stampa e la politica non ha dato seguito con indagini e (auto)critiche serie. Vedremo se le parole di Rossi saranno un momento per riflettere e tentare di scoprire una delle tante verità celate dietro l’apparenza della democrazia, oppure solo l’ennesima occasione mancata.
 

Il Torquemada dei nostri giorni: da “Le Iene” al licenziamento della d.ssa De Petris

Aggiornamento del 26 marzo 2014.
Esattamente ieri, 25 marzo, la Direzione Sanitaria dell’Ospedale San Raffaele di Milano, ha pubblicato un comunicato stampa ufficiale, dal titolo: “Nutrizione e patologie oncologiche“.
Con tale nota affermano che quanto pubblicato in alcuni siti di informazione, come questo p.e., in merito alla vicenda della d.ssa Michela De Petris, è tutto errato!
I baroni dell’HSR, dichiarano quindi pubblicamente, che “il contratto di consulenza per prestazioni mediche libero professionali è tuttora in corso, e che non vi è mai stato alcun ‘licenziamento in tronco’ della dottoressa“. Quindi il medico può continuare a lavorare senza alcun problema?
Strano, perché la d.ssa De Petris conferma che le cose riportate da questo articolo sono avvenute realmente.
Quindi qualcuno non ce la sta raccontando giusta.
Chi sarà? Il medico, lasciato solo e isolato anche “dai colleghi che tengono famiglia”, la cui unica colpa è quella di praticare in Scienza e Coscienza l’Ars Medica, oppure chi è culo e camicia con le industrie del farmaco, che guadagnano montagne di soldi dalle cure oncologiche?
 
———————–
 
di Marcello Pamio – 24 marzo 2014
 
Sono passati non molti secoli, da quando i men in black, gli uomini in nero della santa chiesa cattolica e apostolica di Roma, mandavano sul rogo tutte le persone, soprattutto donne, in particolar modo levatrici, cioè le antesignane delle ostetriche che sapevano far nascere, e le erboriste, coloro che sapevano usare le piante medicinali.
Chiunque in odore di maligno faceva una triste fine.
Nei nostri giorni le cataste di legna sono andate un po’ fuori moda, vuoi anche per il costo della stessa, eppure il sistema non è cambiato, ad eccezione se vogliamo, della tunica che è passata dal nero ecclesiastico al bianco dei camici ospedalieri.
 
Oggi l’inquisizione, per così dire scientifica, lavora alacremente forse anche più del passato, con la differenza che nel corso del tempo il sistema si è fatto più intelligente e meno spudorato.
I processi inquisitori, in cui il giudice e l’accusatore sono incarnati dalla stessa persona o istituzione, avvengono utilizzando vari strumenti, tra cui la diffamazione e la calunnia, il discredito per giungere alle minacce e ritorsioni professionali. In tutto questo gioca un ruolo importantissimo lo strumento prìncipe di controllo sociale: i mezzi di comunicazione di massa!
 
Veniamo ai fatti.
 
Mercoledì 5 marzo 2014, durante la trasmissione  de “Le Iene” su Italia1, è andato in onda un servizio ben documentato su Antonio (“La storia del tumore guarito di Antonio“), un signore malato di tumore al cervello (in metastasi) che è riuscito non solo a bloccare la malattia, ma ad invertire il processo, grazie anche all’introduzione di una alimentazione vegana-crudista.
Questa persona è stata seguita da Michela De Petris, un medico chirurgo specializzato in nutrizione oncologica, che lavora sia privatamente, sia come specialista all’IRCCS San Raffaele di Milano.
Il percorso che questo medico ha fatto intraprendere ad Antonio, è stato un periodo iniziale di alimentazione esclusivamente crudista, soprattutto a base di vegetali a foglia verde per agevolare e permettere una intensa disintossicazione organica, per poi far rientrare lentamente nella dieta, assieme a quelli crudi, anche vegetali cotti.
In soli tre mesi dal cervello gli è sparito un tumore di oltre 2 cm di diametro.
 
Inoltre la d.ssa De Petris, sempre nella trasmissione ha detto che “non c’è malattia che non si giovi del miglioramento alimentare. In tanti casi, cambiando alimentazione è possibile guarire da patologie: allergie, patologie reumatologiche, eczemi, irritazioni, dermatiti, diabete, patologie infiammatorie, intestinali come il morbo di Crohn, ipercolesterolemia, calcolosi, malattie auto-immuni e molto spesso anche patologie tumorali, soprattutto quelli ormono-sensibili (mammella, colon, prostata)
 
Una storia veramente meravigliosa: cosa c’è di più bello per un medico partecipare attivamente alla guarigione da un tumore di uno dei propri assistiti?
E soprattutto, cosa c’è di più bello nel vedere e sentire la testimonianza di una famiglia completamente rinata dopo un periodo buio in cui avevano perso ogni speranza, soprattutto dopo il ritorno del tumore.
Come non dare ragione a questo medico? In fin dei conti lo stesso Ippocrate, padre della medicina moderna, ha sempre puntato molto nella dietetica per migliorare e guarire i suoi pazienti. Oggi purtroppo per noi tutti, ai medici nel lungo percorso universitario non vengono insegnati i principi fondamentali della nutrizione, e questo non è un caso o una banale dimenticanza. I medici moderni non devono sapere nulla di alimentazione corretta, altrimenti si rischia la salute delle persone.
Ricordiamo che non si guadagna dalla salute, ma solo dalla malattia!
 
Come detto, l’inquisizione è sempre attiva e in allerta: le orecchie sono sempre ben spalancate.
Non a caso, il giorno seguente la trasmissione, il 6 marzo 2014, esce sùbito un comunicato stampa ufficiale del San Raffaele, scritto in fretta e furia e i numerosi errori ortografici lo dimostrano, in cui vengono prese le distanze dalle dichiarazioni della dottoressa. Le lobbies avevano già alzato il telefono assieme alla voce…
Quindi invece di premiare per meriti professionali e umanitari la d.ssa De Petris, un Medico che porta avanti e fa onore all’Ars Medica di ippocratica memoria, sembrerebbe che il primario del San Raffaele l’ha chiamata nel suo ufficio e licenziata in tronco!
Funziona così il Sistema? E’ questo il moderno rogo?
 
Tornando alla De Petris, siccome l’ospedale in cui lavora, o meglio lavorava, prende moltissimi soldi dalle case farmaceutiche per le costosissime cure farmacologiche* fornite ai pazienti malati di tumore, il suo intervento in televisione ha danneggiato economicamente la struttura.
Non doveva proprio farlo; non doveva permettersi di dire che molte malattie possono guarire con la semplice alimentazione!
Errore fatale.
Una persona che segue i protocolli ufficiali, cioè radio e chemio, può costare al Sistema oltre 200 mila euro al mese, e questo per la gioia delle industrie.
Quanto costa invece una persona che modifica il proprio stile di vita, in primis l’alimentazione?
Oggi aiutare le persone a guarire da tumori con sistemi naturali che non contemplano i devastanti e carissimi chemioterapici, è eresia, per non dire stregoneria, e come tale va sradicata sul nascere.
 
Nonostante il San Raffaele sia una struttura privata, a farne le spese è stato un medico che in Scienza e Coscienza (come afferma il Codice dentologico medico, e l’articolo 5, lettera C della Dichiarazione di Helsinki) ha seguito un assistito, aiutandolo a guarire da un tumore metastatizzato al cervello.
Qual è la motivazione ufficiale del licenziamento? La puzza di zolfo?
La d.ssa Michela De Petris è l’ennesimo Medico incappato nel “Malleus Maleficarum” (il Maglio delle streghe).
 
Mi auguro che la magistratura ma anche l’ordine dei medici intervengano con una seria indagine, prendendo provvedimenti nei confronti di questo primario e dell’intero ospedale.
Il tempo è assolutamente maturo per cercare di cambiare questo sistema che oramai è marcio fino dentro le mura degli ospedali.
La medicina moderna è infatti sempre più nella morsa delle industrie della chimica e farmaceutica e a pagarne le spese, oltre ai Medici onesti sono anche le persone comuni, perché mettendo i ceppi ai polsi dei medici, bloccano la nostra libertà di cura e libertà di scelta terapeutica.
 
Infine, è molto probabile che abbiano tirato le orecchie anche agli stessi giornalisti de Le Iene, responsabili del servizio (troppo ben fatto) su Antonio, gli stessi che l’anno scorso sono venuti a Padova per intervistare Angelo, guarito dal diabete e presidente dell’Associazione “Oltre il Diabete”. Stranamente questo servizio sulla guarigione da diabete non è mai andato in onda, e dopo il recente putiferio, sicuramente non lo vedremo mai…
 
Comunque sia, grande stima e totale solidarietà al Medico Michela De Petris.
 
* Qualche esempio di costi dei chemioterapici, tratto dal libro “Cancro Spa
 
1. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti: 128.217,00 euro.
2. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina associata a Cisplatino (TAX 326 + ILCP) per 100 pazienti: 200.940,00 euro
3. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino (ECOG 1594 + ILCP) per 100 pazienti: 216.945,00 euro
4. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina associata a Cisplatino (ECOG 1594) per 100 pazienti:  409.020,00 euro
5. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Cisplatino (ECOG 1594 + TAX 326) per 100 pazienti: 540.093,00 euro
6. Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino (TAX 326) per 100 pazienti: 548.955,00 euro
 
Cifre colossali che si riferiscono “solamente” ai costi dei farmaci chemioterapici nei sei tipi di trattamenti terapeutici presi in considerazione nella “Valutazione dei costi associati alle terapie ‘platinum based’” e pubblicate nel Giornale italiano di Farmacia clinica”. Se a questo sommiamo i costi della “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” il totale ha dell’incredibile!
 
1. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 452.096,00 euro
2. Costo 6 cicli di chemioterapia (Vinolrelbina e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 814.366,00 euro
3. Costo 6 cicli di chemioterapia (Paclitaxel e Carboplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse”  per 100 pazienti: 467.550,00 euro
4. Costo 6 cicli di chemioterapia (Gemcitabina e Cisplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 703.251,00 euro
5. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Cisplatino) per 100 pazienti: 841.978,00 euro
6. Costo 6 cicli di chemioterapia (Docetaxel e Carboplatino) + “somministrazione”, “premedicazione” e “reazioni avverse” per 100 pazienti: 825.887,00 euro

VERS UN REFERENDUM D’AUTO-DETERMINATION POUR L’INDEPENDANCE DE VENISE ?

KH pour EODE Press Office / avec RT – plebiscito.eu – Le Monde – AFP / 2014 03 25 /

http://www.facebook.com/EODE.monitoring

http://www.eode.org/category/eode-international-elections-monitoring/international-elections-survey/

EODE - Elections news VENISE REF (2014 03 25) FR 3

Le Référendum d’auto-détermination de la République de Crimée a fait beaucoup d’ombre à la consultation populaire organisée à Venise.

Si la région de Venise devait décider de son indépendance, ses habitants y seraient très majoritairement favorables. Une consultation, organisée depuis le début de la semaine par un comité baptisé ‘Plebiscito.eu’ et qui a pris fin vendredi 21 mars, a mobilisé près de 73 % du corps électoral. A 89 %, les votants se sont dits favorables à la séparation de la Vénitie d’avec le reste de la pénisule italienne.

 Depuis le 16 mars et jusqu’au 21, les habitants de Venise et de sa région ont été invités à répondre par Internet à la question suivante: « Voulez-vous que la Vénétie devienne une République indépendante et souveraine ? » Selon le site ‘plebiscito.eu’ qui organise cette consultation, près de 1,5 millions de personnes personnes avaient déjà pris part, le 20 mars, à ce scrutin purement consultatif. Une manifestation pour l’indépendance était organisée ce dimanche à Padoue.

 Ce résultat n’aura aucune conséquence juridique ou politique, mais il servira à soutenir un « appel à référendum pour l’indépendance de la Vénétie ».

 VENISE « À LA PÉRIPHÉRIE DE L’EMPIRE ITALIEN »

 Dans l’esprit des promoteurs de ce scrutin, le nouveau pays s’inspirerait de la République de Venise, née au Moyen Age et grande puissance économique et politique jusqu’à sa chute face à Napoléon Bonaparte, en 1797.

 Interrogé mercredi par la presse étrangère à Rome, le gouverneur de la Vénétie, Luca Zaia avait estimé que la capitale italienne « pense toujours qu’elle est à la tête d’un empire, et nous considère comme étant à la périphérie de cet empire ». « Nous autres Vénitiens avons la sensation de ne servir qu’à payer des impôts », avait déclaré M. Zaia, la région versant quelque 71 milliards d’euros d’impôts à Rome, 21 milliards de plus que ce qu’elle reçoit en investissement et en services selon lui.

 L’organisation d’un référendum nécessite désormais l’approbation du conseil régional avant d’être soumis au Parlement national. Si ces étapes sont passées positivement, et que le référendum se fait, il « sera probablement déclaré anticonstitutionnel par le gouvernement », a reconnu M. Zaia, « mais la région fera appel » jusqu’à ce qu’elle parvienne à ses fins.

 COMMENT LA VENETIE PREPARE SON INDEPENDANCE ?

 Le Monde décrit le processus en cours : « Ce n’est pas pour demain, mais mieux vaut se préparer dès maintenant (…) Surfant sur le succès de cette initiative, et sur la foi de certains sondages, soulignant que le sentiment indépendantiste serait soutenu par 60 % des habitants de Vénétie, le gouverneur de la région, Luca Zaia, membre de la ‘Ligue du Nord’, est prêt de son côté à faire voter un projet de loi d’indépendance qui pourrait à son tour conduire à un référendum d’autodétermination sur le modèle de ceux prévus en Écosse et en Catalogne. « Ce n’est pas un parcours facile », concède-t-il anticipant déjà les recours que ne manquerait pas de déposer l’Etat italien. « Le droit international va nous donner raison », assure-t-il. »

 « Non, explique crûment un des responsables du scrutin, nous ne voulons plus faire partie d’un pays où rien ne marche et qui va droit dans le mur. » Sur le site plebiscito.eu, dans la partie intitulée « les raisons de voter oui » (celle consacrée aux raisons de voter non est encore vide à ce jour) on peut lire : « L’indépendance est désormais évidente. L’alternative, c’est la mort dans une Italie repliée sur elle-même. » Une analyse pas très éloignée de celle de Beppe Grillo qui, sur son blog, invite à retrouver “l’identité des Etats millénaires comme la République de Venise ou le Royaume des Deux Siciles”.

 « ROME CONTINUE DE NOUS REGARDER AVEC MORGUE »

 De passage à Rome, mardi, devant l’association de la presse étrangère, M. Zaia a tenté d’étayer la viabilité de ce projet : « Economiquement, soutient-il, la Vénétie, ses cinq millions d’habitants et ses 700 000 artisans et petites entreprises — « des héros » précise-t-il — sont tout à fait en mesure de survivre hors de l’Italie. Selon lui, la région paie 71 milliards d’euros d’impôts à l’Etat, soit 21 milliards de plus que ce qu’elle reçoit en investissements et services. Les 581 communes ont un budget équilibré et « pas un élu n’est l’objet d’une enquête judiciaire ». Enfin 7 habitants sur 10 parlent le vénitien. « Pourtant, déplore-t-il, Rome continue de nous regarder avec morgue, comme si nous étions aux frontières de l’empire. »

 « On nous a refusé l’autonomie, nous avons essayé la voie du fédéralisme, analyse le gouverneur. On nous a refusé le fédéralisme, nous demandons l’indépendance. » Reste à trouver un nom à cette nouvelle République encore dans les limbes. « Luca Zaia, qui portera ce projet aux élections régionales de 2015, assure n’y avoir pas pensé »…

 KH / EODE Press Office

http://www.eode.org/eode-international-elections-monitoring-belgique-vers-les-elections-generales-de-mai-2014/

UKRAINE: THE CRIMEA IS NOT AN END BUT AN EXAMPLE …

Luc MICHEL / In Brief / with KRIM24 TV – PCN -SPO / 2014 02 26 /

LM.NET - EN BREF Crimea as an exemple (2014 03 26) ENGL

The Prime Minister of Crimea, now part of Russia , called the Ukrainian people to ponder the example of the peninsula which “after joining our great motherland , Russia, is no longer likely to enjoy all the ‘ charms’ of the famous ‘ European choice ‘. ”

 Published on his Facebook page and quoted Saturday by all the Ukrainian media , the call of Sergei Axionov also broadcast in video, warns very precisely the Ukrainians about the economic side , coming in a few months , of the  Association Agreement signed with the EU last Friday. He provides an apocalyptic picture – but unfortunately realistic for our Ukrainian brothers – of the consequences ” of an unjustifiable tax amount, rising prices, inflation and rising unemployment, the retirement age increased beyond the average expectation of life. “

 “I urge you to oppose the choice made for you by a handful of political adventurers funded by the oligarchs – compradores – a term taken directly from one of my editorials, I am obviously read in Simferopol and Moscow – ( . ..) to defend your rights and interests whose realization , I am deeply convinced of it, goes through a close alliance with the Russian Federation , political, economic and cultural alliance ” he said.

 This Saturday, some 20,000 people (4,000 says AFP that is systematically dividing by five the pro-Russian protesters and multiply by ten the proMaidan ) have besides demonstrated in Donetsk , waving Russian flags and demanding the return of Viktor Yanukovych , the child of the region . Moreover, in Odessa, Lugansk, Dniepropetrosk , Kharkov pro-Russian protests do not stop . All require a referendum as in the Crimea …

 Luc MICHEL

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EURO-CAZZATE di Mimmo Porcaro

25 marzo. Non ringrazieremo mai abbastanza Vincenzo Sparagna (nella foto) per la sua opera di umorista*. Ma una stupidaggine resta tale anche quando è scritta da una persona divertente. E nel suo recentissimo intervento, con preveggenza intitolato Eurostupidaggini, le stupidaggini in questione sono almeno due.

La prima consiste nel dire che siccome i guai dell’Italia derivano dal capitalismo è sciocco, assurdo, furbesco e “di destra” prendersela con l’euro.

Bel ragionamento, non c’è che dire: conseguentemente, siccome il problema è il capitalismo, non prendiamocela con la legge elettorale, con lo scasso della Costituzione, ma nemmeno coi tagli del welfare o con la deflazione salariale: tanto il problema non è l’avere più o meno salario, ma è il lavoro salariato in quanto tale. Peccato, però, che una chiara coscienza del problema generale si formi solo a partire dal problema particolare, e che solo lottando contro l’esistenza attuale e concreta del capitalismo italiano un numero crescente di cittadini potrà comprenderne i limiti storici.

La seconda consiste nel non capire che l’euro è tutt’altro che irrilevante nel consentire la sopravvivenza del sistema attuale, perché impone continuamente, qualunque sia il grado di austerity di una politica, la soluzione della deflazione salariale, e perché costringe il debitore a restare eternamente tale. Ragion per cui uscire dall’euro magari non sarà la soluzione, ma certo ne è condizione sine qua non. Ragion per cui – pensate un po’ – c’è gente a sinistra, e non sempre gente estremista, che ritiene che la battaglia contro l’euro sia

essenziale e sacrosanta.

Ma già, dimenticavo… in questo Sparagna non ha colpe.

Oggi l’esistenza di una sinistra no-euro deve essere nascosta, come si fa coi parenti di cui ci si vergogna: perché anche la parte ipoteticamente più radicale della sinistra si è infilata in una coalizione elettorale che subito precisa, per non sbagliare e non sembrare inaffidabile, che il problema non è l’euro e che bisogna piuttosto cambiare le regole europee (ma non lo dicono anche, e meglio, Renzi e D’Alema?).

Una coalizione che ha per front woman un’anticomunista di talento e i cui front men non perdono occasione per dire che contro l’euro ci sono solo nazionalisti di destra, o coglioni violenti e maleducati.

Così è: gli dei accecano coloro che vogliono perdere. O forse, nel caso della nostra radicalissima sinistra, gli dei nemmeno se ne curano più, ed ogni tanto lanciano dagli intermundia uno sguardo distratto sullo strano spettacolo di un partito dei lavoratori che difende la moneta dei padroni.
http://sollevazione.blogspot.it/2014/03/euro-coglionate-di-mimmo-porcaro.html

Venti di Guerra

per fortuna che la Ue era un progetto necessario per preservare la pace.

I polacchi sono abituati a prendersela con le minoranze


Posted on 26 marzo 2014 by vocialvento

 Il governo polacco manda cartoline di precetto richiamando nella riserva cittadini polacchi che vivono in europa.
Che vengano richiamati i riservisti ucraini ha anche un senso, e infatti la Tymoshenko parla di imbracciare le armi e nuclearizzare gli otto milioni di russi che vivono in Ucraina. Che la cosa riguardi i polacchi è allarmante.
 
I segnali di un’incombente nuova grande crisi finanziaria continuano.
A differenza del 2008, oggi andrebbe però ad innestarsi in un quadro di recessione e di crisi politica internazionale e l’effetto potrebbe essere devastante.
Per questo, e anche a fronte del segnale euroscettico proveniente dalle recenti elezioni francesi, il governatore della Bundesbank inizia a vedere come possibili le misure cui la Germania si era sempre opposta: ovvero tassi del denaro negativi e quantitative easing da parte della Bce.
 
Le sanzioni economiche imposte alla Russia a seguito della secessione e annessione della Crimea sono pesanti e creano un ulteriore profondo solco fra la potenza nucleare russa e la Nato.
 
Era inevitabile che la Russia reagisse.
Nei mesi scorsi è partita a tamburo battente una campagna di demonizzazione nell’opinione pubblica occidentale sui temi etici.
Ormai l’esperienza insegna che lo schema è sempre quello: l’opinione pubblica viene preparata adeguatamente illustrando in vari modi e a diversi livelli le diversità culturali come delle vere e proprie violenze, ideologiche e/o fisiche subite dall’inerme popolazione del paese oggetto dell’attenzione, in balia del dittatore di turno. Poi s’innescano prospetti di violenze di massa, sanguinose repressioni, fosse comuni, armi chimiche, gas. Quindi intervengono “per la pace e la democrazia” e si prendono il paese. Le sue risorse in particolare.
 
Nella fattispecie Russa-Ucraina ovviamente lo scenario di adatta alla necessità-possibilità di prendersi l’Ucraina. Cioè di sfilarla dall’orbita russa.
Solo che in ucraina vivono milioni di russi e la Crimea è russa dal 1700, nonché base militare russa.
 
L’episodio in cui la Russia si opponeva ad una soluzione Libica della crisi Siriana, ovvero all’intervento delle forze angloamericane a sostegno dei “ribelli” con conseguente guerra civile conclamata e distruzione del paese non è stato ovviamente casuale.
Ci sono vari fronti di scontro, quello strategico certamente, con il controllo di determinati territori essenziali per la difesa o il commercio. Ma anche quello economico finanziario, con Usa e Ue che cercano di mantenere la propria posizione di dominio globale.
 
Quindi, sul filo delle “rivoluzioni arancioni” di Soros, l’occidente si è preso l’Ucraina.
In modo abbastanza spudorato, peraltro, fomentando i disordini e caos nelle piazze, non facendosi alcuno scrupolo di defenestrare un governo (come in egitto, del resto) democraticamente eletto e che aveva promesso nuove elezioni a breve, affidandosi ad organizzazioni dichiaratamente naziste (come in siria e libia ha foraggiato fondamentalisti islamici).
 
La strategia Usa consistente nel circondare il più possibile la Russia con basi militari dai confini est europei a quelli meridionali centroasiatici è fin troppo evidente e ha un duplice scopo: poter minacciare militarmente sia la contingua Russia che la non lontana Cina.
 
Chiariamo bene una cosa. Chi ha invaso l’Ucraina? Tutti i giornali italiani e occidentali continuano a ripetere, sistematicamente, che la Russa ha invaso l’Ucraina. Niente di più falso. La Russia ha semplicemente replicato all’occupazione del Paese da parte dell’Occidente. Questo è quello che è avvenuto. Oltre alla questione della Crimea, c’è il problema – non da poco – dei 10 milioni di russi che vivono in terra ucraina. In tutto questo, poi, i missili della Nato verranno posizionati 300 km più a Nord di dove erano prima. [Giulietto Chiesa su Inizia una nuova guerra fredda
 
Quello che fa pensare, non è tanto questo gonfiare di muscoli. Quanto il fatto che come dicevo sopra questa crisi potrebbe essere un fattore concomitante in un quadro di crisi economica e finanziaria in cui sono in molti ad avere interesse che il tavolo venga buttato per aria, visto che la partita non sta andando troppo bene.
 
Fa pensare anche che il segno della campagna elettorale, impostata da Napolitano alla commemorazione delle Fosse Ardeatine sia stato di questa natura:
 
“Bisogna sempre saper ricordare che la pace non è un regalo o addirittura un dato scontato e per quel che riguarda il nostro e gli altri paesi europei è una conquista dovuta a quella unità europea, a quel progetto europeo che oggi da varie parti si cerca di screditare”
 
E che immediatamente gli abbia fatta eco la Serracchiani dalla segreteria del piddi:
 
”Ogni volta che si disprezza l’Europa, si dovrebbe ricordare che la Crimea non è così lontana e che sono passati solo 15 anni da quando la Nato bombardava Belgrado”
 
Si serrano i ranghi e ci si prepara. Oggi accogliamo festosi il premio Nobel per la pace Obama.
Nel febbraio del 69, una roma blindata accoglieva Nixon. Gli scontri in quei giorni portarono alla morte di uno studente all’università di Roma, Domenico Congedo.
I mesi successivi furono quelli dell’autunno caldo. E poi a dicembre iniziarono le stragi.
http://vocialvento.altervista.org/blog/venti-di-guerra/

Mani in alto questa è una democrazia

I sinceri democratici che l’Occidente accoglie nella grande comunità internazionale non sono stinchi di santi, per usare un eufemismo. Zio Tibia dell’Horror Picture show regge meglio il confronto con questi sadici.

Ogni famiglia ha le sue pecore nere ma qui cominciano ad essere troppe, tra faraoni egiziani e principesse mongole, tanto che è ormai difficile distinguere i buoni dai cattivi. I primi sono certamente in minoranza e sono già fuggiti di casa. I secondi spopolano e spappolano intere nazioni in nome di nobilissime e fasulle intenzioni.

I figli adottivi degli Stati Uniti e dell’Ue sono gangster irrecuperabili ai quali nemmeno il grembiulino della democrazia e il fiocchettino della rivolta di piazza toglie quell’aria da incorreggibili imbroglioni. Il cestino con il quale se ne vanno in giro ad elemosinare appoggi mondiali è il sacco con la refurtiva.

L’oratorio atlantico cerca di redimere cocainomani e banditi insegnando loro a comportarsi in pubblico, poiché si tratta di dare un volto umano al potere strappato a colpi di ribellioni coloratissime e psichedeliche eterodirette dall’estero, ma i neofiti della bontà e del progresso faticano a trattenere la lingua e a fare un uso ragionevole dei governi sottratti con la forza ai legittimi eletti. La loro idea di governo del popolo assomiglia fin troppo ad un sequestro di paesi con le armi in pugno. Mani in alto questa è una democrazia!

Così la pasionaria Yulia Timoshenko, avanzo di galera, tossicodipendente non pentita e speculatrice incallita, si è fatta intercettare mentre minaccia di sterminare 8 milioni di russi d’ucraina. Qui trovate il video

Hitler in confronto era un agnellino con la paura del buio. Sarà stato l’effetto di qualche sostanza stupefacente di cui Yulia fa largo abuso ma l’intimidazione è seria, per abbondanza di prove. La soluzione finale paventata da “Yulia treccia assassina” per sgombrare l’Ucraina dagli odiati vicini metterà in imbarazzo i suoi sponsor stranieri? E’ probabile che questi si girino dall’altra parte per non sentire e per non vedere, almeno finché non avranno trovato qualcun altro più rispondente ai loro canoni estetici liberali. Nel frattempo si prende quel che passa l’inferno. Incominciate a contare le prossime croci.

Gianni Petrosillo
Fonte: www.conflittiestrategie.it