LA CRISI IRREVERSIBILE DEGLI STATI UNITI

eppure c’è chi racconta in giro che “grazie alla Fed” che pompa 85 miliardi al mese nel sistema bancario TUTTO E’ na meraviglia….

Postato il Mercoledì, 19 marzo
Resi noti i dati del debito estero degli USA di gennaio: Russia e Cina vendono. Inventano che il piccolo Belgio da solo finanzia il gigante USA!  
Gli Stati Uniti stanno vivendo una profonda crisi economica ed il debito pubblico continua a crescere; il 17 marzo (ultimo dato disponibile) il debito pubblico statunitense è arrivato a 17.546, 81 miliardi di dollari, ennesimo massimo storico.
Il 17 marzo sono stati pubblicati anche i dati del debito estero, aggiornati al 31 gennaio 2014. Mentre i dati del debito pubblico totale sono pubblicati giornalmente (aggiornati al giorno precedente), i dati del debito estero sono pubblicati mensilmente, a metà di ogni mese e sono relativi a due mesi anteriori; quindi a metà marzo si publicano i dati del debito estero relatvi a gennaio, a metà aprile quelli relativi a febbraio e così di seguito.

Il debito estero degli Stati Uniti alla fine di gennaio era 5.832,70 miliardi di dollari, ossia il 33,73% di tutto il debito pubblico statunitense, che al 31 gennaio 2014 era pari a 17.293,02. Come si evince dalle cifre, tra il 31 gennaio ed il 17 marzo il debito pubblico USA è cresciuto di oltre 253 miliardi.

Un terzo del debito pubblico USA è quindi detenuto all’estero. Chi sono i detentori del debito estero? Il principale detentore del debito estero è la Cina che possiede titoli di stato USA pari a 1.273,50 miliardi di dollari, ossia il 21,83% di tutto il debito estero, pari al 7,36% di tutto il debito pubblico statunitense. Al secondo posto tra i detentori del debito estero USA c’è il Giappone con 1.201,40 miliardi.

Anche la Russia ha una importante quota del debito estero USA: 131,80 miliardi di dollari. Con la crisi in Ucraina in atto e le annunciate sanzioni da parte di USA e Unione Europea, la Russia potrebbe decidere di vendere tutti i titoli di stato USA, anzi è probabile che lo faccia o lo stia facendo visto che negli ultimi mesi ha già ridotto la quantità di titoli USA in suo possesso: ad ottobre del 2013 deteneva titoli per 149,90 miliardi; ad ottobre del 2012 la cifra era ancora più alta, ben 171,10 miliardi.

Non solo il governo russo, ma anche i cittadini russi stanno smettendo di investire in USA; è di ieri la notizia, riportata da Bloomberg, che l’uomo più ricco di Russia, Alisher Usmánov, ha venduto le sue azioni di Facebook ed Apple per investire in Cina, comprando azioni di Alibaba, la più importante compagnia di Internet dopo Google, valutata circa 200 miliardi di dollari.

Analizzando i dati del debito estero USA, si nota chiaramente che anche la Cina sta vendendo: a novembre aveva titoli USA pari a 1.316,70 miliardi di dollari, quindi ha venduto titoli per oltre 43 miliardi.
La Cina avendo questa gran massa di titoli USA non può vendere grandi quantità, perché la mancanza di acquirenti farebbe crollare il loro valore ed alla fine a rimetterci sarebbero proprio i principali creditori, a partire dai cinesi.

Probabilmente i cinesi venderanno i loro titoli poco per volta.

Anche altri paesi stanno vendendo, per vari motivi, i titoli USA posseduti, anzi sono in aumento i paesi che vendono: tre mesi fa erano 13 i paesi che vendevano titoli USA rispetto al mese precedente; nell’ultimo mese disponibile (gennaio) sono stati 18 i paesi che diminuito il possesso di titoli USA rispetto al mese anteriore, quindi hanno venduto. Oltre a Cina e Russia, stanno riducendo il possesso di titoli USA anche Norvegia, Olanda, Tailandia, Germania, Brasile, Taiwan, Irlanda, Perù, Singapore ed altri. Se i principali detentori del debito USA continuassero a vendere i titoli USA in loro possesso ciò determinerebbe un crollo del valore di questi titoli. Non solo, gli USA nell’impossibilità di finanziare il loro debito, sarebbero costretti sempre più a ricorrere alla stampa di dollari (il famoso Quantitative easing). Elevare ancora di più il numero di dollari stampati significa accelerare il tracollo della moneta USA, che sarebbe sempre più sostituita da altre monete negli scampi commerciali.

Gli Stati Uniti continuano a mentire sia sul presunto recupero dell’economia, che sull’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di altri stati. Che gli USA non sono mai usciti dalla recessione lo dimostra il fatto che solo il 47% dei cittadini ha un lavoro a tempo pieno, il 40% guadagna meno di 20.000 dollari all’anno e ben 47 milioni di cittadini sopravvivono grazie alle sovvenzioni alimentari del governo. Secondo noi mentono anche sul fatto che ci siano paesi disponibili ad acquistare titoli del debito pubblico statunitense.

Infatti, secondo l’ultimo rapporto sul debito estero, pubblicato dal Tesoro USA, rispetto a due mesi prima, hanno comprato titoli del debito USA paesi come Hong Kong (+18,60 miliardi), Giappone (+15,00),  i paesi esportatori di petrolio (+10,20), Corea del sud (+9,20), Messico (+7,70) ed altri con un minore investimento. In realtà il totale di tutti i titoli acquistati da questi paesi non avrebbe compensato minimamente i titoli venduti e le nuove necessità, se non fosse intervenuto l’acquisto massivo del governo belga; infatti il Belgio negli ultimi due mesi, secondo i dati pubblicati dal Tesoro, avrebbe acquistato titoli per 109,70 miliardi; addirittura rispetto a dicembre 2012 avrebbe accresciuto il possesso di titoli USA di ben 171,50 miliardi. In definitiva, oggi il Belgio sarebbe il terzo detentore di titoli del debito USA dopo Cina e Giappone. Il piccolo Belgio, dunque starebbe finanziato il gigante USA. Usiamo il condizionale, perchè noi riteniamo che questa sia una balla, una invenzione, una manipolazione evidente dei dati: come potrebbe il Belgio acquistare in due mesi titoli USA per quasi 110 miliardi di dollari, quando il suo PIL annuale nel 2012 (ultimo dato annuale conosciuto) è stato di 483 miliardi, tra l’altro in diminuzione rispetto ai 514 miliardi del 2011? Come potrebbe un piccolo paese come il Belgio passare agli USA oltre 100 miliardi di dollari in due mesi?

Visto come stanno le cose, tra due mesi, quando saranno resi noti i dati al mese di marzo, possiamo scommettere che il Belgio arriverà a 400 miliardi di dollari in titoli USA.

Dietro le cifre attribuite al Belgio c’è forse un paese che non vuole o non può apparire come finanziatore degli USA? Oppure, dietro tali cifre si nasconde la stampa di dollari?  Non è poi tanto folle ipotizzare ciò, visto che gli USA stanno stampando soldi, ufficialmente ottanta miliardi al mese (Quantitative easing). Ricordiamo che l’operazione di alleggerimento quantitativo o facilitazione quantitativa (in inglese Quantitative easing) è una pratica mediante la quale una banca centrale può creare moneta. La banca centrale crea dal nulla nuova moneta, ossia stampa moneta per acquistare attività finanziarie dalle banche del sistema (azioni o titoli, anche tossici), con effetti positivi sulla struttura di bilancio di queste ultime. L’intervento della Banca centrale può essere diretto anche all’acquisto di titoli di stato, come nel caso degli USA, con l’obiettivo di ridurre i costi di indebitamento dello stato. Ovviamente questo tipo di politica monetaria ha possibili effetti collaterali, come la iperinflazione. A caso gli USA, attribuendo l’acquisto di titoli di stato al piccolo Belgio, stanno nascondendo una ulteriore stampa di denaro, oltre quella annunciata?

Se così fosse, staremmo assistendo al tracollo degli USA. Il debito pubblico continua ad aumentare ed allo stesso tempo vengono meno i finanziatori per cui si ricorre ad ulteriore stampa di dollari. Ovviamente se così fosse veramente non riuscirebbero a nasconderlo per molto tempo; se adesso ci potrebbe ancora essere qualche bamboccione che crede o fa finta di credere che un paese come il Belgio possa acquistare titoli per 100 miliardi in pochi giorni, fra qualche tempo dovranno inventare un altro paese “amico”, ma non potranno certo andare avanti all’infinito.

Come è evidente, Russia, Cina ed altri paesi stanno smettendo di finanziare il debito pubblico USA ed al tempo stesso stanno utilizzando monete alternative al dollaro per il commercio internazionale; ciò semplicemente significa che si avvicina il momento del tracollo del dollaro e degli USA. Con il tracollo degli USA sarà trascinata nel baratro anche l’Europa occidentale.

In ogni caso è evidente che l’economia USA stia cominciando a vacillare proprio a causa del disprezzo verso il dollaro di Russia e Cina.

Attilio Folliero

Fonte: http://umbvrei.blogspot.it

Link: http://umbvrei.blogspot.it/2014/03/la-crisi-irreversibile-degli-stati-uniti.html

19.03.2014

LA STRATEGIA DEL FALSO E IL POTERE DELL’OSSIMORO

di Gianni Tirelli

“Il falso, è un fondamentale del relativismo e fratello gemello dell’ossimoro – I due, insieme, sono capaci di innescare tali catastrofi, da fare impallidire il nazismo”

Questi ultimi cento anni di storia sono stati caratterizzati da una crescita esponenziale della violenza, della paura, della crudeltà e della mortalità. Una escalation sistematica dell’orrore che non ha eguali nella storia dell’umanità. Due guerre mondiali (70.000.000 di morti), il nazifascismo e la bomba atomica, sono state le prove che hanno anticipato il debutto, della più inimmaginabile tragedia umana che, nel liberismo relativista, incarna quint’essenza del maligno al potere. In questa guerra al massacro le armi tradizionali, spade, alabarde, balestre, archi, frecce e olio bollente sono state bandite per sempre, a favore delle più moderne e funzionali, di distruzione di massa. Frutto insperato dello sforzo comune di autorevoli scienziati, studiosi e ricercatori!!!!!!!

E’ evidente che ogni parallelo con il passato è a dir poco imbarazzante e volutamente miope. Ogni tentativo di azzardare un corrispettivo fra ieri e oggi, è sinonimo di ignoranza, ipocrisia, inconsapevolezza e disonestà intellettuale. Questi due mondi, sono opposti e contrapposti e nulla li accomuna e li rende complici. Uno è il bene e l’altro il male. Uno è la vita e l’altro la morte. Un mondo, biofilo e l’altro necrofilo. Definirli, diversi, è un’ingenuità imperdonabile. La diversità prescinde da ogni omologazione, per attestarsi come valore imprescindibile della condizione umana e di ogni altra forma di vita. Anche parlare di due mondi, è improprio e inesatto. Prima della rivoluzione industriale esisteva una realtà che definiva il mondo in ogni suo aspetto, regole, valori e principi etici, imperituri e non opinabili – oggi, questo mondo si è spento per sempre, per trasfigurare in un inconscio vuoto permeato di nulla e di relativismo.

Per tanto, sostenere la tesi dell’eterna e inevitabile “necessità” del male, attestandola come fattore fisiologico, é come affermare che le spade delle legioni romane uccidevano al pari di una bomba intelligente, al fosforo o nucleare – che le cadute da cavallo (mezzi di trasporto di un tempo), le potremmo serenamente paragonare (per numero e conseguenze), agli incidenti stradali che, giornalmente, si consumano sulle nostre strade e autostrade. Che il tasso, di sostanze tossiche e cancerogene, disperse nelle acque di fiumi, laghi, mari e falde acquifere e sul territorio, non è un novità di oggi – che l’aria delle nostre città è la stessa di sempre – che l’estinzione di specie animale e vegetali è un fattore fisiologico, endemico alle ragioni della natura stessa.

In verità, non sappiamo più distinguere il male dal maligno, la libertà dalla licenza, la furbizia dall’intelligenza, la verità dalla menzogna e il progresso dalla catastrofe ambientale.?Questa nostra è la peggiore delle schiavitù. Siamo prigionieri senza catene, soggiogati alla dittatura di una libertà effimera e dall’illusione indotta dal Sistema liberista di considerarci liberi. Di fatto, dentro di noi, non vibra alcuna corda e ogni moto di mare si è spento, schiacciato dall’appiattimento verso il basso di ogni nostro personalismo, giudizio critico e gesto rivoluzionario. Neppure sotto il peggiore regime comunista massimalista era mai stata prodotta una tale omologazione delle coscienze. Ogni altro aggettivo che affianchiamo a “relativismo” con l’intento di rafforzarne il suo significato etimologico, in realtà, lo mortifica, essendo lo stesso (il relativismo) una condizione fuori da ogni oggettiva comprensione umana e auspicio.

Nelle democrazie consumistiche, l’illegalità è assurta a regola. Gli organi preposti a contrastarla, sono così marci e corrotti, che chiamare le nostre società, civili, è un ossimoro. L’ossimoro, partorito in quantità industriale dal moderno Sistema liberticida, è il germe malefico del relativismo. La locuzione “certezza scientifica”, descrive con efficacia il contrasto logico di una tale affermazione, codificandola a buon diritto, fra sconfinata categoria degli ossimori moderni. Il relativismo etico che ci sta inghiottendo è il risultato di una completa mancanza di volontà, risultato di un’inettitudine fisica e morale tale, da avere azzerato in noi, ogni elementare parametro di riferimento, critico e di comparazione. Il falso, è un fondamentale del relativismo e fratello gemello dell’ossimoro. I due, insieme, sono capaci di innescare tali catastrofi, da fare impallidire il nazismo. Oggi, la bugia, trionfa nelle società moderne e democratiche, come una nuova e rivoluzionaria, regola relazionale. Menzogna e relativismo camminano a braccetto, lungo il viale della fine, e niente e nessuno potrà contrastare l’inevitabile.

La pubblicità, mente in maniera sfacciata, e più mente, più vende. Allo stesso modo, la politica (noncurante dei reali, bisogni della gente), promette tutto ciò che non potrà mai, e non vorrà mai mantenere. La menzogna paga, e tutti mentono, in barba al buon senso, a ogni principio etico e valore morale. Primo comandamento: “ Affinare la menzogna affinché sembri una verità”. Relativismo è venire a patti con le proprie debolezze, a fronte di una paura incontrollata. Oggi, i non valori, commercializzati per poche lire su scala planetaria, hanno soppiantato gli autentici, dell’anima e dello spirito. La famosa torre di Babele, non è metafora dei nostri tempi, ma un dato di fatto, reale e globale. Quella che crediamo sia la nostra conoscenza (del tutto incapace di attingere ad una realtà oggettiva e assoluta), è la risultante di un relativismo perverso le cui metastasi hanno irrimediabilmente compromesso ogni più remota possibilità di riscatto.
Se l’uomo di quest’epoca insensata, non sarà in grado di riconvertire la follia in ragione, la sua schiavitù in libertà, e la menzogna in verità, presto, il vortice del relativismo lo risucchierà per l’eternità, dentro un vuoto senza fine.
http://www.oltrelacoltre.com/?p=17940

Indagare le banche? Ma anche no…

Il Consiglio regionale della Toscana respinge la mozione di Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) sull’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’attività delle banche.
 
Vedi anche: Chiurli: “Avviare un’indagine sul debito pubblico”
 
 
ma quella santa donna della Boldrini, una esponente dei moralmente superiori, non ha insegnato proprio nulla?
Vedasi decreto Bankitalia, per proteggere i “deboli e sfortunati”
 
La regione Toscana poi è l’emblema della protezione delle categorie sfortunate, vedi per salvare MPS quanto si è prodigata….
Chissà quante cose avrebbe potuto raccontare David Rossi…
Il suo silenzio è d’oro, soprattutto nella Regione della massoneria
 
Ma il Piemonte non è da meno.
 
All’epoca dell’agguato che ha condotto alla morte Alberto Musy, egli era a capo di un neo gruppo formatosi in comune per indagare e chiedere l’annullamento dei 4 MILIARDI DI DERIVATI del comune di Torino.
 
La commissione sparì…..

Col Ttip gli Usa ci arruolano nella guerra contro la Cina

ma no è tutta una macchinazione dei tedeschi, ci guadagnano loro…..ripete in modo ossessivo la vulgata

Scritto il 19/3/14    
Tra un paio d’anni potrebbe crollare il nostro attuale sistema democratico, se il potere supremo dovesse passare direttamente alle grandi multunazionali grazie all’approvazione del  Ttip, il Trattato Transatlantico destinato a lasciare al business l’ultima parola su lavoro, salute, sicurezza alimentare, acqua e beni comuni. Su “Le Monde Diplomatique”, Ignacio Ramonet rilancia l’allarme: quel trattato super-segreto fa paura, perché rivela la volontà degli Usa di trascinare l’Europa nello scontro geopolitico con la Cina. Il vero obiettivo dell’Accordo Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti, infatti, è fermare l’inesorabile avanzata di Pechino, che sta clamorosamente ridimensionando la leadership mondiale di Washington: tra una decina d’anni, al massimo, lo yuan potrebbe definitivamente scalzare il dollaro come valuta di scambio internazionale, mettendo fine a cent’anni di egemonia statunitense.Lo scopo del trattato che Washington e Bruxelles stanno mettendo a punto, lontano dai riflettori e con “l’assistenza” di 600 super-lobbysti, è quello di creare la maggiore zona di libero scambio commerciale del pianeta, con circa 800 milioni di consumatori. L’area formata da Usa ed Europa rappresenta quasi la metà del prodotto interno lordo mondiale e un terzo del commercio mondiale. L’Ue è la principale economia del mondo, ricorda Ramonet in un post ripreso da “Come Don Chisciotte”: i suoi 500 milioni di abitanti dispongono in media, pro capite, di 25.000 euro di entrate all’anno. «Ciò significa che l’Ue è il maggior mercato mondiale e il principale importatore di manufatti e di servizi, dispone del maggiore volume di investimenti all’estero ed è il principale ricettore planetario di investimenti stranieri». L’Unione Europea è anche il primo investitore negli Usa, la seconda destinazione dell’esportazione statunitense e il maggior mercato per l’esportazione statunitense di servizi.La bilancia commerciale dei beni destina alla Ue un attivo di 76.300 milioni di euro; e quella dei servizi, un deficit di 3.400 milioni. Gli investimenti diretti dell’Ue negli Usa, viceversa, si aggirano sui 1.200 miliardi di euro. Washington e Bruxelles vorrebbero chiudere il trattato Ttip in meno di due anni, prima che scada il mandato del presidente Barack Obama. «Perché tanta fretta? Perché, per Washington, questo accordo ha un carattere geostrategico. Costituisce un’arma decisiva di fronte all’irresistibile crescita della potenza cinese», accompagnata da quella degli altri Brics, ovvero Brasile, Russia, India e Sudafrica. «Bisogna precisare che tra il 2000 e il 2008 il commercio internazionale della Cina si è più che quadruplicato: le sue esportazioni sono aumentate del 474% e le importazioni del 403%. Conseguenze? Gli Stati Uniti hanno perso la loro leadership come prima potenza commerciale del mondo che ostentavano da un secolo». Prima della crisi finanziaria del 2008, gli Usa erano il socio commerciale più importante per 127 Stati del mondo; la Cina lo era solo per 70 paesi. Questo bilancio si è invertito: oggi, la Cina è il socio commerciale più importante per 124 Stati, mentre gli Usa solo per 76.«Pechino, al massimo in dieci anni, potrebbe fare della sua moneta, lo yuan, l’altra grande divisa dell’interscambio internazionale e minacciare la supremazia del dollaro», spiega Ramonet. «È anche sempre più chiaro che le esportazioni cinesi non sono solo più di bassa qualità a prezzi accessibili grazie alla sua manodopera conveniente. L’obiettivo di Pechino è alzare il livello tecnologico della sua produzione e dei suoi servizi per essere leader domani anche nei settori (informatica, finanza, aereonautica, telefonia, ecologia) che gli Usa e altre potenze tecnologiche occidentali pensavano di poter preservare». Per tutte queste ragioni, ed essenzialmente per evitare che la Cina diventi la prima potenza mondiale, Washington desidera «blindare grandi zone di libero scambio dove i prodotti di Pechino avrebbero difficile accesso». Lo si sta facendo anche nel Pacifico, con un trattato gemello come la Tpp, Trans-Pacific Partnership.

Tema cruciale, ma escluso dall’agenda-news dei grandi media: i cittadini “non devono sapere”, in modo che i tecnocrati di Bruxelles possano procedere indisturbati, cioè in modo opaco e non democratico, obbedendo ai “consigli” delle più grandi multinazionali del pianeta. Obiettivo finale: abbattere tutti i vincoli che oggi in Europa tutelano i consumatori, esponendo gli Stati al rischio di pesantissime penali – inflitte da tribunali speciali formati da legali d’affari – nel caso in cui le grandi compagnie accusassero i governi di “ostacolare il business” difendendo i lavoratori, l’ambiente, la salute pubblica, la sicurezza alimentare, la sopravvivenza di servizi non privatizzati. Pia Eberhardt, della Ong “Corporate Europe Observatory”, denuncia che i negoziati si sono tenuti senza alcuna trasparenza democratica: con la Commissione Europea solo impresari e lobby, esclusi tutti gli altri: giornalisti, ambientalisti, sindacati, organizzazioni per la difesa del consumatore. Un grande pericolo, denuncia Eberhardt, viene «dagli alimenti non sicuri importati dagli Usa, che potrebbero essere transgenici, o i polli disinfettati con cloro, procedimento proibito in Europa».Altri critici temono le conseguenze del Ttip in materia di educazione e conoscenza scientifica, inclusi i diritti intellettuali. In questo senso, la Francia, per proteggere il suo importante settore audiovisivo, ha già imposto una “eccezione culturale”, in modo che l’industria della cultura francese sia esclusa dal trattato. «Varie organizzazioni sindacali – continua Ramonet – avvertono che, senza dubbio, l’Accordo Transatlantico sprofonderà nei tagli sociali, nella riduzione dei salari, e distruggerà l’impiego in diversi settori industriali (elettronica, comunicazione, attrezzature dei trasporti, metallurgia, carta, servizi per le imprese) e agrari (pastorizia, agrocombustibili, zucchero)». Gli ecologisti europei spiegano inoltre che il Ttip, eliminando il principio di precauzione, potrebbe facilitare l’eliminazione di normative per la difesa dell’ambiente o di sicurezza alimentare e sanitaria.Alcune Ong ambientaliste temono che anche in Europa si incominci a introdurre il fracking, ossia l’uso di sostanze chimiche pericolose per le falde acquifere, per poter sfruttare il gas e il petrolio di scisto. Il maggior pericolo del Trattato Transatlantico resta il capitolo sulla “protezione degli investimenti”, che metterebbe fine alla residua sovranità degli Stati, costretti a piegarsi per non pagare sanzioni esorbitanti, inflitte per il “reato” di “limitazione dei profitti”. «Per il Ttip i cittadini non esistono», conclude l’analista di “Le Monde Diplomatique”: «Ci sono solo consumatori e questi appartengono alle imprese private che controllano i mercati. La sfida è immensa. La volontà civica di fermare il Ttip non deve essere da meno».

http://www.libreidee.org/2014/03/col-ttip-gli-usa-ci-arruolano-nella-guerra-contro-la-cina/

Un`atroce esecuzione di massa ad Aleppo

21 dicembre 2013. Il video diffuso il 15 marzo
g.u.

Ennesima atroce esecuzione di una decina di soldati di Damasco da parte dei cosiddetti ribelli armati dall’Occidente. La disumana strage resa nota, con un video amatoriale diffuso da voxnews, soltanto questo 15 marzo, è avvenuta il 21 dicembre scorso, dopo l’attentato suicida contro l’ospedale al Kindi di Aleppo, devastato dall’esplosione, con morti e feriti tra il personale e i degenti. Un commando dei terroristi di al Nusra (salafiti) e del cosiddetto “esercito siriano libero”, intervenuto dopo l’attentato ha preso prigionieri i sodati di guardia all’ospedale e quelli identificati come cristiani, costretti a inginocchiarsi, sono stati tragicamente assassinati a colpi di pistola e di mitra alla testa e su tutto il loro corpo. Dalle vittime, che hanno accolto con fierezza il loro assassinio, nessuna richiesta di pietà.
Ovviamente di questo e di altri purtroppo numerosi drammatici episodi di guerra religiosa al governo pluralista di Damasco non vi è mai stata traccia sui media embedded dell’Occidente. Sintomatico, anzi, il caso del Corriere della sera che, ogni tanto, guarda con occhi strabici alla guerra scatenata dal Qatar, dai Sauditi, dai Turchi e dai terroristi islamici mercenari, contro il governo di Damasco, soltanto per parlare della scomparsa di padre Dall’Oglio, il sacerdote amico dei ribelli e da questi stessi preso in ostaggio ormai nove mesi fa e forse ormai assassinato. Nemmeno una riga sulle esecuzioni terroristiche di alawiti, cristiani – imam, preti o fedeli – di ogni credo, e di semplici ragazzi non fondamentalisti islamici.
E nessuna riga per sottolineare ai distratti media-dipendenti di Occidente come ormai la guerriglia terroristica stia diventando sempre più infame perché – gradualmente e quasi totalmente respinta verso le estreme zone di confine siriane, le stesse frontiere con Stati, come la Turchia (e anche la Giordania) che accolgono e finanziano tale soldataglia – è a un passo dall’essere totalmente estirpata.
20 Marzo 2014  http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23179

I duri anni dello sviluppo della sua personalità

Catherine_Ashton“Le radici del Processo di Bologna risalgono ai tempi antichi e riflettono la necessità degli imperi europei di educare cretini da piazzare nelle posizioni delle strutture governative. Da allora il sistema di istruzione Bologna è stato modernizzato. Ad esempio, prima dell’inizio della guerra dell’informazione, diplomati e laureati non dovevano nascondere le loro capacità intellettuali. Oggi hanno imparato a fingere di essere sordi, muti, soggetti a temporanea infermità mentale e a pensiero incoerente, ma tutto ciò gli fa acquisire le caratteristiche di combattenti esperti e capaci in difesa dei valori e delle libertà democratiche. Al giorno d’oggi hanno affinato alla perfezione queste loro uniche abilità.
Catherine Ashton, ad esempio, il capo della diplomazia di Bruxelles, ha iniziato a stare più spesso di prima sotto i riflettori, fornendo così un luminoso esempio di imitazione della perdita di coscienza. Vale la pena di aggiungere qualcosa di più su questa straordinaria signora. Catherine arriva dall’oscurità; nata in una ordinaria famiglia della classe operaia, viene fatta Pari a vita (Baronessa Ashton di Upholland) dal governo laburista per particolari meriti di servizio verso Sua Maestà. Il fatto costituisce una solida prova del fatto che il sistema educativo Bologna è profondamente radicato nella società britannica. Poco si sa di suo padre. Si dice che gli piacesse suonare la batteria, producendo suoni martellanti in una piccola città di Upholland, nel Lancashire. Corre voce che a volte gli si impedisse di percuotere tutto ciò che si trovava a portata di mano, comprese le teste della sua prole, dando in questo modo a Catherine un po’ di istruzione in più da aggiungere a quella del sistema Bologna. Ora non solo il suo modo di parlare, ma anche l’espressione del volto riflettono i duri anni dello sviluppo della sua personalità.”

Catherine Ashton: vittima del sistema di istruzione superiore di Bologna, di Dmitriy Sedov continua qui.
(Il collegamento inserito è nostro – ndr)
http://byebyeunclesam.wordpress.com/2014/03/20/i-duri-anni-dello-sviluppo-della-sua-personalita/#comment-6658

Mentre si cerca di formare il nuovo governo, le lobby lavorano

http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/mentre-si-cerca-formare-nuovo-governo-lobby-lavorano/b0bc6c7a-9991-11e3-89bf-8cd8af0e5a04.shtml

Approvato al Senato lo stanziamento di 7 milioni di euro alle imprese che hanno subito danneggiamenti in Val di Susa

 Le ditte impegnate nella costruzione della Tav in Val di Susa intascheranno altri 7 milioni di euro. Poca cosa rispetto ai 23 miliardi previsti per l’intera opera. Questi soldi in arrivo, però, non serviranno a finanziare nuove trivellazioni. È la somma che il Senato ieri ha deciso di stanziare per rimborsare le aziende della Tav che hanno subito danneggiamenti nel corso degli anni.

Un emendamento che ha avuto vita travagliata: prima è stato inserito nel decreto sul Femminicidio e poi nel “Salva Roma”. È riuscito infine a trovare spazio nel “Destinazione Italia”, il decreto varato dall’ormai deposto governo Letta per rilanciare la competitività delle imprese italiane.

 Il comma 7 bis dell’articolo 13 del provvedimento, approvato in tutta fretta ieri sera dal Senato, riguarda tutte le aziende che siano state vittime di “delitti non colposi commessi al fine di ostacolare o rallentare i lavori di cantieri”. Se a una ditta che lavora in Val di Susa è stato incendiato un camion o distrutta una trivella, basterà autocertificare il danno e lo Stato se ne farà carico.«Avevamo chiesto solo una cosa – obietta Marco Scibona, senatore piemontese del Movimento 5 stelle – che fosse specificato nel testo che per poter ottenere il rimborso fosse necessaria almeno una sentenza di primo grado che certificasse l’effettiva esistenza e l’entità del danno subito». Invece a stabilire chi avrà diritto al risarcimento sarà discrezionalmente un successivo decreto del futuro ministro delle Infrastrutture.

L’emendamento originario prevedeva che il danneggiamento fosse attestato da un certificato della prefettura. Nel testo finale l’obbligo è saltato. Per questo, anche Stefano Esposito, il senatore del Pd che ha provato a infilare il comma in tre diversi decreti, ne prende le distanze: “Quello che è stato approvato non ha più niente a che vedere con il testo che ho presentato io”.

Quando arriverà il nuovo decreto, a spartirsi i 7 milioni di euro saranno società che hanno subito il danneggiamento di ruspe, camion o capannoni, come la Geomont di Giuseppe Benente, la Cmc, la coop capofila del raggruppamento di imprese in Val Susa, di cui fanno parte la Strabag AG, la Cogeis, Bentini e la Geotecna. A queste aziende, due giorni fa, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, ancora in carica nonostante la destituzione da parte del Tar, ha già destinato 10 milioni di euro. Una parte dei quali, come rivendica l’ex governatore in un comunicato ufficiale, stanziati proprio per compensare i danneggiamenti. Secondo Stefano Esposito, che in Senato ha sostenuto le ragioni delle ditte valsusine, “i danni ammontano a non più di 500mila euro”. Tra l’altro le aziende dovrebbero essere tutte coperte dalla loro assicurazione.

Ma le maglie dell’emendamento si sono progressivamente allargate.Nel testo finale la platea delle ditte beneficiarie dalla Tav ha finito con l’inglobare tutte le società impegnate in grandi opere. Grazie all’aggiunta di un riferimento alla legge 443 del 2001, infatti, alla spartizione della torta da 7 milioni di euro potranno partecipare anche tutti gli altri colossi dell’edilizia come Impregilo, Gavio, Italcementi. Alla faccia della spending review.

Siria: straziante esecuzione di cristiani, inginocchiati e giustiziati a colpi in testa – VIDEO SHOCK

20-03-2014
 
siriaesecuzionesoldati
Giustiziati, anche se è un termine completamente inadatto per quello che è un vero e proprio omicidio di massa. E’ il drammatico e tragico destino dei soldati siriani che erano di guardia all’ospedale Kindi di Aleppo.
 
Un attentatore islamico suicida si è fatto esplodere in ospedale, poi alcuni dei soldati, identificati come cristiani, sono stati presi prigionieri dal cosiddetto ‘esercito siriano libero’ e dai fanatici di Al-Nusra, e uccisi a colpi di pistola in testa.
né con assad ne con Nato
 
Il video è stato reso pubblico il 15 marzo 2014.

Il gadino

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GAD LERNER HA PATTEGGIATO CON L’AGENZIA DELLE ENTRATE DI TORINO PER OMESSA DICHIARAZIONE DEI REDDITI UNA CIFRA CONSISTENTE. PER LE ANNUALITA’ ANTECEDENTI AL 2002 HA FATTO VALERE IL CONDONO TOMBALE, CUI AVEVA ADERITO ED A CUI NON HA RINUNCIATO.
LA SOLITA DOPPIA MORALE, EH GAD.. COME SI DICE, CUORE A SINISTRA E PORTAFOGLIO A DESTRA, IPOCRITA COMUNISTA….

Intervento circa le minacce subite da un attivista NoTav a Pozzolo Formigaro (NoTav – Terzo Valico)

http://www.marcoscibona.it/home/?p=418

“Al mio paese chi butta giù le reti gli viene tagliata la gola, fanno un buco e lo infilano sotto terra”  questa è la minaccia rivolta a Tino, sessanta anni,  attivista del comitato di Pozzolo Formigaro (Alessandria) contro il Terzo Valico.

La scorsa settimana si era recato alla cascina Romanellotta insieme ad un altro attivista del comitato di Novi Ligure dove alcuni operai della Lande s.r.l. stavano risistemando gli oltre quattro chilometri di recinzioni che erano state divelte da numerose donne e uomini nella giornata di Sabato 22 Febbraio.

Ed è stato proprio un operaio della ditta Lande a minacciare in dialetto Tino, ditta tra l’altro già citata in questa Aula, precisamente in un’interpellanza del 2010 dove si richiamavano informative del ROS che attenzionavano tale ditta per rapporti con la camorra.

Tino non è certamente persona da farsi intimidire, ma quella minaccia di morte è una minaccia contro le migliaia di donne e di uomini che si battono da anni in difesa della propria terra ed è l’ennesimo sintomo di come le tante ditte malavitose all’opera negli appalti del Terzo Valico pensano di poter fare il bello e il cattivo tempo in un clima di protezione che la classe politica gli fornisce.

Tutta la nostra solidarietà e vicinanza a Tino ed agli attivisti NoTav del Terzo Valico, e speriamo che anche tutti i politici, gli amministratori, nonché il Prefetto di Alessandria che invocano incessantemente l’isolamento dei violenti vogliano fare altrettanto.

Violento è chi pensa di poter minacciare di morte un signore di sessant’anni con l’unica colpa di difendere con amore la terra in cui vive, non chi è da sempre in prima fila nelle iniziative del movimento che si tratti di preparare una polenta o tagliare delle recinzioni, comunque tutte azioni ispirate alla lotta gandhiana.

Infine, da questa Aula, voglio fugare ogni dubbio: i No Tav – Terzo Valico non hanno paura, non si fanno intimorire e oggi hanno una ragione in più per continuare a far cadere le recinzioni di Pozzolo Formigaro!

Con tutti loro vi aspettiamo il 5 Aprile ad Arquata per la grande marcia popolare fino al cantiere di Radimero e poi, tutti insieme, si dovrà tornare alla cascina Romanellotta. Contro le mafie #Vinciamonoi!

http://www.youtube.com/watch?v=EQAEe9ZjUWY