https://www.dbamianto.it/tunnel-lione-torino-fabbrica-di-polvere-e-smarino/
Salbetrand è un piccolo Comune della Valle di Susa che ha avuto la “fortuna” di essere stato indicato nei piani della TAV come unico centro atto ad ospitare il cantiere per la raccolta e lo smistamento delle terre da scavo prodotte durante la realizzazione del Tunnel Euralpin Lyon Turin (TELT).
Si stima che dal cantiere TAV di Chiomonte dovrebbero giungere a Salbertrand circa 6 milioni di tonnellate (3.600.000 metri cubi) di smarino.
LA FABBRICA DELLA POLVERE
In origine il progetto prevedeva che i lavori di scavo del tunnel si concludessero a Chiomonte partendo da Susa, dove era stata individuata un’ampia area per la raccolta dei materiali di scavo nei pressi dell’Autoporto.
Successivamente TELT ha deciso di invertire la direzione di scavo per proteggere i lavori dalla protesta e, data la mancanza di spazi adeguati a Chiomonte, si è posto il problema di dove collocare lo smarino. In questo contesto l’ex Sindaco pro tempore di Salbetrand si è fatto avanti candidando il Comune a sede dell’area industriale di supporto al tunnel.
Lo spazio indicato da TELT per la costruzione del cantiere (124.000 mq) si trova a ridosso della ferrovia, tra la Dora Riparia e l’Autostrada, su un’area di oltre 12 ettari parzialmente esondabile concessa per l’uso in deroga.
Per permettere il deflusso dell’acqua in caso di alluvione gli impianti e le utenze dei fabbricati saranno resi “trasparenti” mediante sopraelevamento di 1 metro rispetto alla quota prevista di esondazione senza preoccuparsi troppo del destino di quanto accumulato raso terra.
A tal proposito Poggio fa notare che nel progetto “non c’è una riga” dedicata ad illustrare l’uso di eventuali tecniche di aspirazione delle polveri.
Tutte le terre e le rocce da scavo non provenienti da tratte di rocce verdi (Cl3b) giungeranno qui su camion via Autostrada (percorso Chiomonte-Susa-Salbetrand/Salbertand-Susa-Chiomonte).
L’area industriale ospiterà l’impianto di caricamento su treno per la spedizione in cava dei materiali di risulta, l’impianto di frantumazione dello smarino, quello per la prefabbricazione dei conci in cemento armato destinati a rivestire il tunnel, oltre a spogliatoi e uffici per il personale.
L’accesso al ponte sulla Dora che porta al cantiere sarà presidiato da 2 postazioni delle forze dell’ordine e da cancelli di sicurezza.
Trasporto, manipolazione e macinazione delle terre da scavo daranno vita a quella che l’Ing. Poggio ha ben definito “la fabbrica della polvere”.
Oltre 1 Km di fabbricati in ferro alti 20-21m sorgeranno a meno di 100m dal Sito di Interesse Comunitario Parco Naturale del Gran Bosco Salbetrand, in un ecosistema caratteristico che accoglie specie rare come la Sfinge dell’Olivello Spinoso.
LA MONTAGNA DEI SILENZI
A rallentare la costruzione del cantiere di Salbertrand, e di conseguenza l’inizio dei lavori di scavo del tunnel, ironia della sorte (amianto blocca amianto), ci si sono messe 2 discariche di rifiuti da bonificare poste lungo 1/3 del terreno sulla Dora.
Un deposito di rifiuti edili e traversine ferroviarie (22.444 mq) non più attivo concesso alla ditta Gorlier, che in un primo momento lo ottenne in subappalto da Itinera, e un deposito di terre da scavo contenenti amianto (16.000 mq) concesso dal Comune in locazione sino al 2024 a Itinera Spa del Gruppo Gavio (Cociv).
Il deposito con terre contenti amianto nel settembre 2019 è stato posto sotto sequestro per la seconda volta.
il cumulo, formato da terre e rocce da scavo e materiale proveniente da operazioni di disalveo, sembrerebbe contenere al suo interno, dall’accertamento tecnico disposto dal Tribunale di Torino ed effettuato dall’Università di Torino – Centro “G. Scansetti” un quantitativo pari a circa 8.000 mc (in via cautelativa stimate in 10.000 mc) di rocce detritiche con contenuto naturale di amianto superiore alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (presenza di amianto > 1000 mg/kg) di cui alla tabella 1 dell’Allegato 5 alla Parte quarta del D.Lgs. 152/06.
Determina 30/2017 Servizio Tutela e Valutazioni Ambientali della Città Metropolitana di Torino
LA DISCARICA ITINERA DI HILLES NEUVES
2006 | Itinera diventa gestore del deposito di rifiuti non pericolosi. |
2010 | Primo sequestro del deposito con ordine di messa in sicurezza dei rifiuti pericolosi. |
2011 | Istanza di dissequestro al TAR del Piemonte. |
2013 | Indagini del Centro Scansetti per verificare tipologia e provenienza dei materiali stoccati. |
2015 | Ordine di dissequestro e immediata restituzione, previa messa in sicurezza e bonifica dei luoghi, del Tribunale di Torino. |
Ottobre | Ordinanza sindacale n°7 del Comune di Salbertrand impone a Itinera di presentare entro 30 giorni un dettagliato piano con le tempistiche e le modalità di bonifica del deposito. |
Itinera presenta progetto di bonifica che prevede la creazione di una pista di elisoccorso in località limitrofa utilizzando le terre del deposito non contaminate oltre soglia e lo stoccaggio di big bag contenenti le terre contaminate da amianto soglia nella piastra di fondazione della pista. | |
2017 | Il Servizio pianificazione e gestione rifiuti della Cittá Metropolitana di Torino riqualifica il progetto da procedura di bonifica ad attività di recupero rifiuti. |
Marzo | Richiesta di assoggettamento a V.IA. del progetto “Attività di recupero rifiuti ex art. 208 del D. Lgs 152/2006 di terre e rocce da scavo con contenuti naturali di amianto presso area da adibire ad elisoccorso”. |
Giugno | Progetto assoggettato a V.I.A. al fine di approfondire le criticitá riscontrate nella versione preliminare in materia di gestione degli RCA. |
La variante di progetto per la Torino-Lione individua nel deposito di Hilles Neuves la sede del cantiere per la raccolta dello smarino di Chiomonte. Itinera conferma a Telt di voler provvedere alla bonifica del deposito ma non specifica tempi e durata dell’intervento. | |
2018 | Avvio della fase di verifica della procedura di VIA del progetto elisoccorso. |
Maggio | Presentata Documentazione Integrativa del progetto. |
2019 | Secondo sequestro del deposito. |
In una video intervista rilasciata alla Stampa online il sindaco di Salbetrand ha quantificato i costi di bonifica dei depositi, teoricamente a carico dei gestori, in oltre 4 milioni di Euro e ha chiesto che i rischi a carico della popolazione non vengano più sottovalutati e taciuti.
Nell’area non è stato fatto nulla e non può essere un piccolo comune come il nostro a sobbarcarsi i costi di una impresa simile. Si tratta di lavori molto complessi, che necessitano di una fase preliminare per comprendere cosa sia stoccato. Al momento perfino i carotaggi sono risultati difficili data la franosità dei cumuli. Sopra quella montagna di amianto era calata una spessa coltre di silenzio da troppo tempo: eppure io credo che i rischi per la popolazione non debbano essere sottovalutati, sopratutto un presenza di materiali dalla provenienza poco chiara.
Roberto Poupour, Sindaco di Salbertrand da Il Manifesto del 09/11/2019
Parole sante se si pensa che in Val di Susa i rischi di origine antropica vanno a braccetto con quelli di origine naturale come la radioattivitá (a circa 1 Km di distanza dall’area del cantiere Telt c’é un giacimento di ossido di uranio colloidale) e gli affioramenti ofiolitici di rocce amiantifere.
SERPENTINO VALSUSINO
La Valle di Susa, insieme al Gruppo di Voltri e a Valle d’Aosta e Valli di Lanzo, é tra le aree dell’Arco Alpino Occidentale a piú alta concentrazione di serpentiniti (o pietre verdi), formazioni mineralogiche metamorfiche basiche e ultrabasiche associate alla presenza di amianto.
Come documentato dalla mappatura regionale dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, in Valle di Susa é accertata la presenza di affioramenti e vene amiantifere in diverse località (campionamenti e coltivazioni).
I minerali fibrosi più diffusi sono l’antigorite, l’amianto crisotilo e gli amianti anfiboli della serie isomorfa tremolite-actinolite.
Mentre vene di crisotilo e magnetitite sono presenti sia in Alta che in Bassa Valle, gli anfiboli sembrano concentrarsi in piccole masse di serpentiniti interne ai calcescisti della Zona Piemontese.
TERRE E ROCCE DA SCAVO (TRS)
Dopo il campionamento e le analisi in laboratorio (caratterizzazione) terre e rocce da scavo, in base al DPR 13 giugno 2017 n.120 che ne regolamenta la gestione, devono essere classificate come: – sottoprodotti riutilizzabili in luoghi diversi da quello di estrazione quando non contaminate e costituite da un 20% massimo di materiale antropico sul peso totale; – rifiuti – materiali da riutilizzare esclusivamente in situ sotto stretto controllo delle autorità preposte quando la concentrazione di inquinanti oltre soglia è compatibile con il fondo naturale del territorio di escavazione (es. terre e rocce da scavo provenienti da affioramenti geologici naturali contenenti amianto); – materiali prodotti in siti di bonifica sempre utilizzabili in situ se la concentrazione degli inquinanti non supera i valori soglia del fondo naturale o quelli previsti dalla destinazione d’uso; in caso di concentrazioni superiori a fondo e destinazione, ma inferiori alla soglia di rischio, utilizzabili previa autorizzazione dell’autorità competente a determinate condizioni. TRS con amianto Per essere considerato rifiuto speciale pericoloso un campione di 1 Kg di suolo o sottosuolo deve contenere una quantità di amianto superiore o uguale allo 0,1% del suo peso totale. |
IL PIANO DI GESTIONE DELLE TRS CON AMIANTO DEL TUNNEL ITALIANO
In ragione della potenziale presenza di serpentiniti nel settore di Mompantero il Progetto di Variante TELT ha predisposto un piano di gestione delle pietre verdi, in aggiunta al piano di gestione del rischio amianto, da estendere ad eventuali altri ritrovamenti.
L’area relativa alla zona di Mompantero, ove è previsto il portale est del Tunnel di Base, è caratterizzata dalla presenza di rocce ofiolitiche.
Per una tratta di 350m – 400m circa fino all’imbocco Est del TdB, il tunnel sarà scavato nelle prasiniti (OMB), litotipi potenzialmente asbestiformi, comprese nel gruppo delle “rocce verdi”.
Gli 80.000 m3 di escavato del Portale Est del Tunnel di Base saranno tombati nelle aree non utilizzate delle gallerie Maddalena1, Maddalena bis e Maddalena 2.
Gli altri litotipi soggetti al protocollo di gestione delle pietre verdi, sempre individuati mediante ricerche e studi basati sull’analisi di carotaggi, sono: i calcescisti di Charbonnel della Zona Piemontese, i micascisti quarzosi del complesso di Clarea, le rocce provenienti da zone di faglia, gli scisti carbonnatici filliadici e le cataclasiti carbonatiche del tunnel di base della Maddalena, i depositi alluvionali o di conoide alluvionale nel fondovalle Cenischia, i calcemicascisti e i paragneiss listati del tunnel di interconnessione.
FOCUS SUL CICLO DI VITA delle TRS CON AMIANTO e degli altri RCA
DELLA NUOVA TORINO LIONE
Origine | Classificazione | Gestione | Destinazione |
---|---|---|---|
TRS provenienti da tratte di pietre verdi o altre mineralizzazioni asbestifere | Rifiuto speciale pericoloso codice CER 150703 |
– Scavo con TBM; – protocollo rischio amianto; – confinamento dell’escavato in contenitori su back-up TBM; – campionamento in fase di avanzamento ogni 50m; – allestimento cantiere di decontaminazione per passaggio oltre fronte di scavo. |
Raccolte in contenitori tombati e compattati con malta cementizia nelle gallerie non funzionali |
Fibre raccolte da filtri assoluti e indumenti protettivi usati nel fronte di scavo | Rifiuto speciale pericoloso codice CER 150202 |
Con TRS pietre verdi | Raccolte in contenitori tombati e compattati con malta cementizia nelle gallerie non funzionali |
TRS con CSC*< 0,1% o, se destinato a trattamento, con CSC > 0,1% e I.R** < 0,1 |
Sottoprodotto | – Scavo in tradizionale; – protocollo rischio amianto – campionamento in galleria ogni 500m; – caratterizzazione con SEM-EDS e valutazione I.R.; – trasporto in big bag a Salbertrand; – stoccaggio in silos a 3m dal livello di esondazione della Dora. |
Riutilizzo per i lavori della Torino Lione o se in eccedenza inviate alle cave di Caprie e Torrazza |
Cumuli di TRS che durante la caratterizzazione rivelano CSC >0,1% e I.R. > 0,1 e < 0,6 | Rifiuto speciale pericoloso codice CER 150703 |
Smaltimento in discarica dedicata o monodedicata |
* Concentrazioni Soglia di Contaminazione
* Indice di Rilascio
I sottoprodotti eccedenti (circa 2.400.000 tonnellate), non destinati alla produzione di aggregati e rilevati per il tunnel, saranno impiegati nell’opera di ripristino di 2 cave.
La cava di Caprie, gestita dalla Ing. Rotunno Srl in località Truc Le Mura, e la cava di Torrazza di proprietà della Co.GE.FA. Spa (controllata del Gruppo Gavio) in località Cascina Goretta.
Alla ex cava di serpentino di Caprie, che avrebbe dovuto chiudere entro il 2019, lo smarino arriverà con locomotore diesel, mentre a Torazza con locomotore elettrico.
Ma secondo voi se il responsabile Sicurezza e Ambiente di RFI (https://www.linkedin.com/in/federico-berchi-b94714187/) che doveva vigilare sulla sicurezza ed il rispetto delle regole ambientali, si scopava la nipote L.C.) del capo della ditta Cep.Costruzioni, che tirava fuori la terra contaminata… ma di cosa volete parlare? Secondo voi la procura farà qualcosa??