ARCI, un altro tassello diventa No Tav

http://www.tgvallesusa.it/?p=6666

Congresso Nazionale ARCI concluso, il titolo diventa necessario in un periodo così di crisi.

Posted on 19 marzo 2014

di Valsusa Report.

L’ordine del Giorno – ARCI contro la TAV e le Grandi Opere “Emerge forte la necessità di ripensare il rapporto fra economia e società così come fra economia e ambiente, di rimettere economia e finanza al servizio della società”.

ARCI conferma il suo impegno a sostenere le campagne nazionali ed internazionali e le vertenze locali in difesa del territorio dallo scempio di grandi opere inutili, costose e dannose; e affinché, dalla Val di Susa a L’Aquila, da Savona a Messina, le comunità siano pienamente coinvolte nelle scelte che riguardano il futuro dei territori in cui vivono.

Il Congresso Nazionale ARCI bacchetta anche il nuovo Presidente del Consiglio che in passato si esprimeva a sfavore della nuova linea TAV Torino-Lyon, “definita addirittura inutile”.

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Definisce anche “in una valle alpina già profondamente infrastrutturata e larga mediamente un chilometro e mezzo, dove ne esiste già una a doppio biario, in perfetta efficienza e sottoutilizzata (sulla quale già oggi transitano sia il TGV, sia il servizio merci denominato Autostrada Ferroviaria Alpina), e sono presenti
un’autostrada, un elettrodotto, due statali, varie strade provinciali ed un fiume (la Dora Riparia). Ad una analisi fredda e distaccata quell’opera appare platealmente insensata dal punto di vista economico, ambientale e trasportistico.

In definitiva l’ODG approvato, senza giri di parole, chiede di fermare i cantieri del tunnel geognostico di Chiomonte e smilitarizzare l’area, respingendo al mittente la criminalizzazione del movimento no tav.

Nelle conclusioni – il Congresso nazionale dell’ARCI – respinge con forza ogni opera di  criminalizzazione del dissenso; ribadisce la necessità di porre un freno al consumo di suolo e alle grandi opere, destinando invece le opportune risorse alla messa in sicurezza del territorio e degli edifici pubblici, alla ricostruzione dei territori colpiti da calamità, alla sanità pubblica, all’istruzione pubblica, al welfare ed alla promozione culturale diffusa.
rilancia le richieste contenute in numerosi appelli provenienti dalla società civile, della cultura e della politica, e chiede al Governo:

  • la sospensione dei lavori del tunnel geognostico della Maddalena di Chiomonte;
  • la smilitarizzazione dell’area;
  • l’avvio di un confronto pubblico e indipendente, con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, che coinvolga le amministrazioni e le comunità locali, nel merito delle grandezze fisiche e dei dati economici, finalizzato a valutare opportunità, praticabilità e costi dell’opera ed eventuali alternative.

Sono passate solo alcune settimane dalla votazione del congresso provinciale della Cgil di Torino, che ha visto vincente la mozione contro il Tav. Ora l’altra organizzazione facente parte di costellazioni del grande Partito Dorinese esprime la contrarietà alla Nuova Linea Torino-Lione (NLTL). La linea scricchiola e un altro tassello diventa No Tav.

VR (19/03/14)

QUELL’AIUTO EU CHE HA DISTRUTTO IL PORTOGALLO

Vedete che l’Europa e la troika è solidale, gli aiuti li dà……… 🙁

“Il Portogallo, membro della EU dal 1986, sta rapidamente perdendo la sua popolazione causa grande emigrazione. In termini di indicatori economici il Portugallo si sta avviando al livello dei Paesi meno sviluppati dell’est europeo
Il declino si fece particolarmente rapido tre anni fa, quando il Portogallo comincio’ a ricevere assistanza finanziaria dalla EU. Non è una strana coincidenza?
Il Paese si sta deteriorando politicamente, economicamente e moralmente.
Il debito pubblico  e la disoccupazione, sono in crescita e sempre piu’ persone in età riproduttiva stanno lasciando il Paese.
Seocondo i dati dell’ Observatório da Emigração, dal 2008 ca. 400.000 persone hanno lasciato il Portogallo, in termini di percentuale  della popolazione totale (10.6 milllioni di persone) questo è il secondo massimo tasso europeo, dopo Malta, con una popolazione di meno di 1 milione. Il Paese ha perso 1/5 delle sue risorse nel segmento di lavoro specializzato’

>> tutto l’articolo qui: http://english.pravda.ru/world/europe/18-03-2014/127127-eu_aid-0/

devono essere choosy anche i portoghesi che se ne vanno, per fortuna arrivano tante risorse a lavorare al posto nostro che sennò addio pensioni….
che fortuna no?

SUSA, IL VIDEO DELLO SCONTRO TRA IL SINDACO FASSINO E LA GIOVANE NO TAV, LA BATZELLA “SCORTATA” E LA CONTESTAZIONE SOTTO IL COMUNE

http://www.valsusaoggi.it/?p=2355

 BY  – PUBLISHED: 03/23/2014 – SECTION: CRONACA

CLICCA QUI per vedere il video con un breve pezzo del confronto tra Fassino e la giovane No Tav, avvenuto oggi a Susa. (http://youtu.be/h1wQkz2k9ok)di FABIO TANZILLI

“Se come dite voi, nella montagna della Tav c’è l’amianto, allora chiudiamo il Frejus subito”. La “provocazione” viene lanciata dal sindaco Fassino, nei confronti di una 22enne No Tav di Susa, che insieme a Stefania Batzella del Movimento 5 Stelle e la prof. Doriano Tassotti, faceva parte della “delegaIone” scortata dai carabinieri nella sala consigliare del Comune. Una situazione paradossale: quella di essere scortati dalle forze dell’ordine in un incontro pubblico, come ha detto la stessa Batzella, che sarà in lista con i 5 Stelle alle prossime elezioni regionali. “Non siamo cittadini di serie B”.
L’ostetrica dell’ospedale di Susa é anche intervenuta per rimarcare l’importanza di tutelare i servizi sanitari e salvare l’ospedale valsusino.
Invece la giovane che si é confrontata apertamente con Fassino, gli ha rimarcato i dati allarmanti sulle polvere sottili al cantiere della Maddalena. Si questo aspetto il sindaco di Torino non ha replicato. Ma ha proposto di fare un dibattito sulla Tav, a patto che sia un confronto civile e senza insulti o tensioni. Su questo aspetto si é sfogato in particolare il sindaco di Almese, Bruno Gonella, rivolgendosi ai No Tav presenti in sala: “Quando avevo fatto venire le autorità torinesi a parlare di Tav ad Almese, gliel’avete impedito”.
Tra grida e applausi si é poi concluso il dibattito, che teoricamente doveva essere dedicato solo alla Città Metropolitana.

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‘Ndranghe-Tav, confisca di 10 milioni alle cosche.

http://www.tgvallesusa.it/?p=6534

 La ‘ndrangheta riciclava il denaro sporco inserendosi negli appalti delle grandi opere come il Tav, la costruzione del Porto di Imperia e le passate Olimpiadi del 2006.

Posted on 13 marzo 2014

di Valsusa Report

C’è la conferma: la Corte di Cassazione, il 10 marzo 2014 ha definitivamente disposto la confisca del patrimonio immobiliare di due affiliati alla ‘ndrangheta, Ilario D’Agostino, originario di Placanica e Francesco Cardillo, di Bovalino.

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La DIA Torinese ha confiscato il patrimonio immobiliare dei due per un valore complessivo che ammonta a 10 milioni di euro. Il Tribunale di Torino lo aveva sottoposto a sequestro già dal 22 aprile 2012. Le indagini, avviate nel 2008 dal Centro Operativo di Torino, avevano permesso, come spiegato in una nota – di individuare un sodalizio costituito da persone legate da vincoli familiari e contigue ad ambienti di criminalità organizzata riconducibile alla ‘ndrangheta che, con l’inserimento di giovani parenti o di altri soggetti comunque incensurati, deteneva da anni il controllo di società di costruzioni e di altre attività economiche, tramite le quali riciclava denaro di provenienza illecita insinuandosi in appalti di pubblica evidenza, quali quelli per la realizzazione di alcune tratte della Tav piemontese e per la costruzione delle opere connesse alle olimpiadi di Torino 2006.

L’organizzazione riciclava denaro di provenienza illecita. Il modo utilizzato per riciclarlo era inserirsi in appalti pubblici, e i beni sequestrati, intestati ai predetti e ad alcune delle società loro riconducibili (Italia Costruzioni Srl e Ediltava Srl), sono relativi ad immobili, terreni, una villa con garage a Legnano (Milano), che Italia costruzioni aveva rilevato nel 2007 dal fallimento della Floridia di CosimoBarranca, originario di Caulonia, capo della locale di Milano, arrestato nel luglio 2010 dalla Dda di Milano nell’ambito dell’operazione ‘Infinito’.

 

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E ancora otto case e garage a Villareggia (Torino), tre garage in centro a Torino, una casa a Calliano (Asti) e una ad Orbassano, una lussuosa casa con garage a Torino, alcuni terreni edificabili a Riace (Rc), un terreno edificabile lottizzato per la costruzione di un centro commerciale a Caulonia (Rc), quattro appartamenti con box auto a Cervere (Cn). E’ stata ritrovata e confiscata anche la somma di 156.985 euro, provenienti della vendita di un’abitazione e relativi garage a Oulx (Val di Susa).

VR. 13/03/14

Attenzione, La Cina ha Preso Una Posizione Contro l’Ucraina: Rivuole indietro 3 Miliardi di Dollari.

23 marzo 2014
Normalmente in casi particolari come quelli dell’Ucraina, cioè una nazione in amministrazione straordinaria (da parte di Oligarchi D.O.C.J.) anche quando un nazione dovesse vantare un forte credito verso Kiev, si lascia correre per un pò. Per sostenere il debitore in attesa di una “normalizzazione”.
Non pare il caso della Cina che vanta un credito scaduto di 3 miliardi di euro verso l’Ucraina peraltro sottoposto a foro inglese.
ZeroHedge ha scovato e tradotto in inglese la seguente notiziuola:
In 2012, The State Food and Grain Corporation and the Export-Import Bank of China agreed to provide Ukrainian corporation loan of $ 3 billion, which was planned to be on the spot and forward purchases of grain for future delivery to China.
Minister of Agrarian Policy and Food of Ukraine Igor Schweich confirmed that China has filed a lawsuit against Ukraine in a London court for the return of a loan of $3 billion.
The Ukraine minister disagrees with China’s case:
filed false information that there are no claims to us from China. According to the contract have different interpretations, different interpretations, which led to the treatment of the Chinese side in court Gaft who works in London. Registered dispute between the parties exists,” – said Minister told reporters.
According to him, the parties agreed to take the following week a representative of the Chinese corporation for the possibility of peaceful settlement of the dispute
“We, for our part, will do their steps to ensure that the other party or retract its announcement, or we found another way to a peaceful settlement,” – he said. According to Schweich, a meeting will be held on March 26.
Ukraine appears to claim that these loans were made by the previous administration
The Minister added that the main problem lies in the fact that some leaders of PJSC “State Food and Grain Corporation of Ukraine” incorrect information. “These people are now removed during the protest,” – said Schweich, noting that China “is relevant to understand.”
In February 2014. the current Prime Minister of Ukraine Yatsenyuk said that “location $ 3 billion is not found.”
In breve, la Cina ha fatto causa all’Ucraina in una corte inglese per la restituzione di un prestito da 3 miliardi di euro che era stato acceso in cambio di grano (l’Ucraina, come noto è un grande produttore di grano).
Non è tanto la notizia in se quanto l’atteggiamento della Cina nello scacchiere Ucraino, di certo questa “grana” renderà sempre più difficile e costoso gestire l’eventuale (e sempre meno probabile) passaggio dell’Ucraina alla Nato e all’Europa.

I veri costi che nessuno taglia sono quelli della sovranità ceduta

20 MARZO 2014 DI DONATO
 
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di Gianni Dessi
 
Poco tempo fa, ho scritto in una nota che il presunto (?) taglio delle commesse legate all’acquisto dei famigerati, e sonori bidoni, Jet “F35”, sarebbe certamente sacrosanto, ma anche decisamente tardivo e non risolutivo in nulla. Un ritardo che ha permesso di buttare più di 3 miliardi già investiti dagli stessi cialtroni che oggi (ad un solo anno di distanza) dicono essere superflui.
(leggi articolo correlato a fondo pagina)
Ho anche già palesato che Il programma “soldato futuro”, come altri programmi militari, e’ certamente rinviabile a fronte delle esigenze impellenti generate dalla crisi attuale.
Ciò che proprio non mi torna, è la volontà dichiarata dal governo: da un lato, di non sostituire con altro le mancate acquisizioni – queste necessarie a tenere in vita un dispositivo accettabile ed autonomo di difesa; dall’altro, di operare un generale piano di dismissione della logistica militare italiana, rinunciando de facto et sine die alla possibilità di avere una politica militare indipendente.
Non torna, perché si mette in discussione la sicurezza, ed esistenza stessa, di una nazione in quanto tale, salvo avere in mente (non essendo loro né pacifisti né ingenui), il definitivo appalto della difesa ad organismi sovranazionali (UE e NATO), slegandola da ogni possibile ultimo trait d’union con la nazione stessa. Parte del più generale piano di liquidazione della sovranità nazionale italiana residua e dismissione dei suoi beni strategici e produttivi.
Questi tagli – questi si, populisti nel peggior senso del termine ed in assenza di una definita diversa e nuova politica estera, oggi completamente assente – rischiano di essere solo un palliativo ancor più dannoso delle spese.
Infine, giova chiedersi :dove andranno a finire questi risparmi? Ai disoccupati, alle famiglie, ai lavoratori, alle PMI? Ovviamente no, anche li si taglia alla grande. La risposta e’ – dati i parametri e gli impegni vincolanti dei trattati europei – andranno a ripianare il debito truffa ed a finanziare progetti UE e USA.
Il gioco delle tre carte sarebbe completo. Il banco vince sempre e noi continuiamo ad agonizzare.
A ben guardare, basterebbe semplicemente riappropriarsi della propria politica estera e sovranità nazionale (su quella monetaria, leggi articolo correlato a fondo pagina), ma questo non è in discussione e guarda caso va nella stessa direzione di quanto sopra esposto
Vediamo nel dettaglio alcune voci.
Iniziamo con il Fiscal Compact, il quale dovrebbe “comportare, ogni anno, tagli alla spesa ed aumenti delle entrate per complessivi 50 miliardi di euro circa. Nel tentativo di ridurre lo stock di debito pubblico, si ridurrebbe ulteriormente il Pil aumentando quindi il rapporto tra stock e debito”.
Per il MES, l’Italia dovrà versare in scaglioni una percentuale del 17,9% del totale, cioè 125,3 miliardi di Euro, sul totale di 700 miliardi di Euro previsti.
Questo, non è messo minimamente in discussione.
Vogliamo parlare della nostra azione “poco diplomatica” in Ucraina e la volontà di aderire alle (auto)sanzioni europee alla Russia? Il nostro volume d’affari complessivo con la Russia si avvicina ai 28 miliardi di euro ( 10 export e 18,5 import), che verrebbero messi a rischio per assecondare i capricci Neo Atlantici di Mr. Obama e le voglie di mercati e materie prime della Cancelliera Merkel. Per non parlare dei danni alla nostra economia, non solo in materia energetica, che potrebbe causare un irrigidimento delle rispettive posizioni.
Insomma, dopo aver autoboicottato la nostra economia mediterranea e vicino orientale, contribuendo attivamente (e finanziariamente) ad attaccare i nostri migliori partner commerciali, facciamo sepuku anche con quello che rimane.
Giova ricordare i danni fatti con le cosidette “primavere arabe” che, per noi e per loro, si sono rivelati bui inverni. Il danno alla nostra economia è ammontato nel 2011 in un calo del 20% delle esportazioni complessive con il Nord Africa. La riduzione è in buona parte dovuta al crollo (-77%) delle esportazioni verso la Libia, a causa della guerra civile che ha interrotto per alcuni mesi il flusso di beni e servizi. Rilevante, ma certamente più contenuto, è il calo delle esportazioni verso l’Egitto (-12%) e la Tunisia (-11%).
Lo scempio portato avanti in Libia è costato da solo circa 2 miliardi di euro in esportazioni (fonte Camera di Commercio Italo Libica) e circa 1 miliardo di spese militari di guerra.
Con l’Iran (- 20% di solo export nel 2012) l’interscambio (import/export) è diminuito – dal 2011 al 2012 – di 3,5 miliardi. Senza valutare le enormi perdite future in termini di “costo opportunità”. Parliamo infatti, di un mercato di 79 milioni di persone, di cui il 70% tra i 15 e i 64 anni di età, in continua evoluzione.
Con la Siria, si è fatto ben di peggio (- 1,16 miliardi di euro) con l’abdicazione al ruolo di principale partner economico europeo e di terzo partner mondiale (dopo Cina e Arabia Saudita) acquisito grazie agli accordi bilaterali siglati da Bashar Assad e Silvio Berlusconi nel vertice del 20 febbraio 2002. Grazie a quegli accordi l’Italia giocava un ruolo da protagonista nell’estrazione del petrolio e delle materie prime e garantiva alle proprie aziende ruoli di primo piano nella realizzazione di infrastrutture collegate.
Volutamente, e non certo per secondaria importanza, sto tralasciando l’aspetto geopolitico ed umanitario (nel vero senso della parola, non usraeliano del termine), che è ben stato affrontato in molte altre sedi. Gli scempi fatti, e ancora in corso, chiedono vendetta davanti a Dio e agli uomini, italiani e non.
A questo fosco quadro, si dovrebbero aggiungere i costi del mantenimento attivo di truppe, uomini e mezzi, in giro per il mondo a combattere guerre per procura.
Dal dopoguerra ad oggi,ma il 90% negli ultimi 30 anni, le nostre FFAA sono state impegnate in 132 missioni internazionali ( 38 ONU, 27 NATO, 23 UE, 43 altre), di cui ben il 40% di peace keeping ed il 17% di peace enforcement. Ossia, di guerra. Ancora oggi, ben 27 missioni sono in corso, al modico costo di 1,5 miliardi annui “in chiaro”(2013).
Non sappiamo, ma ammontano a centinaia di milioni, i costi occulti delle nostre sovvenzioni in termini di intelligence, armi, logistica e fondi per le operazioni di destabilizzazione per conto della NATO, come in Siria. Come è difficilmente calcolabile la “quota parte” italiana, uscita sempre dalle tasche dei contribuenti, che l’UE impiega per ripianare debiti e assistere stati, da portare nell’alveo della dittatura finanziaria europea e del suo mercato drogato. Gli 11 miliardi promessi alla golpista Ucraina sono ascrivibili a questi.
Last but not least, spendiamo ben 3,5 milioni di euro al mese per l’operazione Mare Nostrum, il cui nome nono poteva essere più ingannevole e inappropriato. Qui, per conto della globalizzazione e dei suoi interessi, ci facciamo carico del “prelievo e trasporto a domicilio” di masse di diseredati (vittime come noi, non certo colpevoli) utili al dumping sociale in patria, alle politiche di deportazione forzata per conto delle multinazionali ed ai criminali progetti delle èlite globali di distruzione delle identità e delle culture (di origine ed arrivo).
Si potrebbe anche andare avanti, ma credo che il quadro (equivalente a centinaia di miliardi di euro) possa bastare.
Appare chiaro che, nel nome dell’Europa e del suo prono servilismo agli USA/NATO, abbiamo distrutto una florida economia e decennali (alle volte, secoli) rapporti di parternariato commerciale.
Ora, ci continuano a chiedere dismissioni e privatizzazioni spacciandole come “necessarie”. Ci impongono rinunce salariali, tagli pensionistici e del personale, diritti del lavoro conquistati in secoli di dure lotte, pretendendo il plauso bovino delle masse anestetizzate da una politica assente e da media criminali e compiacenti. Ci vendono le continue cessioni di sovranità, più o meno mascherate, più o meno popolari, come i rimedi ai mali causati proprio dalla rinuncia al ruolo di Nazione e alla nostra esistenza come popolo, indipendente e sovrano.
Insomma, se proprio si vuole perire, almeno lo si faccia senza essere complici prudenti dell’assassino e con la dignità di una Nazione.
 
Fonti:
 

La sovranità monetaria: un presupposto indispensabile

SPERIAMO CHE IL BOLDRINI’S CLUB per la difesa dei banchieri non si arrabbi per la parola sovranità
BLOG | 20 MARZO, 2014 – 03:21 | DA GIANNI DESSI
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“Una nazione la cui misura di scambio è alla mercè di forze ESTERNE alla nazione stessa, è una nazione in pericolo, è una nazione senza sovranità nazionale, è una nazione di stupidi incompetenti, che la portano alla rovina.
Ripetiamo.
La sovranità consiste nel diritto di EMETTERE titoli misurati alla ricchezza, cioè MONETA.
Nessuna parte o funzione di governo dovrebbe essere sorvegliata più strettamente, e in nessuna di esse dovrebbero essere ASSICURATI più elevati criteri morali.
LA MONETA STATALE, basata sulla ricchezza nazionale deve sostituire l’oro manipolato da usurai internazionali.”
 
Fin qui le parole “profetiche” di Ezra Pound. (in “what is money for?”,1939).
Ora, confrontiamole con la realtà attuale Europea ed Italiana.
Alla BCE è riconosciuta personalità giuridica distinta da quella dell’UE e piena indipendenza sia dai governi dei paesi membri, sia dalle altre istituzioni e dagli organi comunitari (art. 282, n. 3 del Trattato sul funzionamento dell’UE).
I componenti dei suoi organi direttivi (non sono eletti dai cittadini, nè sono sottoposti ad alcun tipo di controllo da parte degli elettori.) godono di garanzie che li mettono al riparo da qualsiasi pressione esterna. Essa gode inoltre di autonomia finanziaria, in quanto fa fronte alle spese di gestione (e d’investimento) con i proventi della propria attività.
Alla BCE sono riservati: il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno dell’area dell’euro, la gestione delle riserve valutarie ufficiali dei paesi nell’area dell’euro, la politica del cambio con paesi terzi e la promozione del buon funzionamento del sistema dei pagamenti. Unitamente alle banche centrali nazionali partecipanti al SEBC, la BCE formula la politica monetaria per l’area dell’euro.
La Banca Centrale Europea è ufficialmente di proprietà delle Banche Centrali degli Stati che ne fanno parte, quindi dato che le Banche Centrali sono controllate da Banche private, la stessa BCE è una società privata. CONTINUA SU TESTE LIBERE

LA SVIZZERA SI PONE CONTRO IL VOLERE DELL’EUROPA ANCORA UNA VOLTA: NON ALLE SANZIONI ALLA RUSSIA! SI ESTENDE L’ASSE RUSSIA-CINA-INDIA-SVIZZERA!

se continua così la bombardano, già è colpevole di aver cittadini che hanno votato si al referendum sugli ingressi di cittadini stranieri, l’élite non ama affatto le scelte dei popoli…..come molti dei servi di queste elites esplicitano

Levrat: no a sanzioni alla Russia

Crisi in Crimea – Il presidente del PS ribadisce il ruolo di mediatore di Berna
BERNA – La Svizzera non deve sanzionare la Russia a causa dell’annessione della Crimea, secondo Christian Levrat. Il presidente del PS sottolinea il ruolo di mediatore svolto nella crisi ucraina dalla Confederazione, che assume la presidenza dell’OSCE nel 2014. “Il ruolo della Svizzera è diverso da quello dell’Unione europea e degli Stati Uniti”, sottolinea il consigliere agli Stati friburghese in un’intervista pubblicata dalla “NZZ am Sonntag”. “La Svizzera è una mediatrice. È per questo motivo che non deve aderire alle sanzioni di altri Paesi, anche se la reazione è facilmente comprensibile”, aggiunge.
http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.it/2014/03/la-svizzera-si-pone-contro-il-volere.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Allarme Confcommercio: “Tasse locali salite del 650% dal 1990

sabato, 22, marzo, 2014
Nell’”affollata arena fiscale” i tributi locali “hanno fatto la parte del leone”. A sostenerlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, secondo il quale “il prelievo è cresciuto nel 2012 del 7,8% sul 2011, e del 650% rispetto al 1990?. Per Sangalli, questo incremento delle tasse locali “ha aggravato la crisi economica e ha creato un clima di incertezza, come dimostra la vicenda Imu-Tasi”.
Secondo l’associazione dei commercianti, in pieno clima recessivo, tra il 2008 e il 2013, le manovre correttive di finanza pubblica hanno causato un aumento di tasse per oltre 56 miliardi. ”Più l’economia italiana entrava in crisi, piu’ si è fatto ricorso alla leva fiscale”. Sulle spalle delle famiglie la pressione fiscale è quindi aumentata dell’1,6% medio annuo, ”più del triplo di quanto sarebbe stato necessario” in una dinamica ‘normale’ (cioe’ lo 0,4% annuo).
http://www.imolaoggi.it/2014/03/22/allarme-confcommercio-tasse-locali-salite-del-650-dal-1990/

Ecco come si comporta Putin! Altro che i politici italiani…

che dittatore, costringe gli oligarchi a pagare gli arretrati degli stipendi…cattivo despota

Vladimir #Putin viene messo a conoscenza del fatto che migliaia di operai, che non ricevevano stipendio da mesi, stanno per essere licenziati e la loro fabbrica chiusa da quegli stessi dirigenti che ne avevano tratto profitti milionari. (*le happy merchant*)
Il Presidente russo saputo della cosa va ad occuparsi personalmente della faccenda: convoca immediatamente Padroni e Oligarchi responsabili dell’ondata di licenziamenti, che con la loro avidità ed incompetenza, stavano per mandare in mezzo ad una strada migliaia di famiglie e li affronta uno per uno, facendogli un cazziatone memorabile! Esigendo le loro dimissioni immediate e concludendo il discorso con la frase: “Il termine ultimo per il pagamento degli stipendi arretrati, È OGGI !”.
Nelle successive 4 ore vengono pagati 40 milioni di dollari di stipendi arretrati e gli unici licenziamenti sono quelli dei padroni.
fonte: http://www.sapereeundovere.it/ecco-come-si-comporta-putin-altro-che-i-politici-italiani/