In Val Susa riparte la mobilitazione No Tav dopo il lockdown

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Il popolo No Tav ritorna a farsi sentire. Dopo i mesi del lockdown il movimento ricomincia a rodare la quotidianità di lotta in vista dell’estate.

In Val Susa riparte la mobilitazione No Tav dopo il lockdown
 

Mentre il governo e la politica dei palazzi pensano di rilanciare l’economia attraverso il solito piano di grandi opere inutili, dimostrando di non aver capito nulla della pandemia, e Confindustria e Telt chiedono a gran voce la “sburocratizzazione” del TAV (dunque sostanzialmente di poter speculare senza dover rendere conto a nessuno), il movimento inizia a confrontarsi, discutere ed attivarsi di fronte alle nuove sfide della fase.

Giovedì le Fomne No Tav hanno organizzato un aperitivo di solidarietà davanti alla casa di Nicoletta, ancora costretta ai domiciliari.

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Ieri invece il movimento ha ricominciato a recarsi ai cancelli della centrale di Chiomonte per una delle tradizionali apericene con battitura per presidiare il territorio.

Nonostante l’emergenza Covid imponga una riflessione su come vadano utilizzate le risorse (con 500 metri di TAV ad esempio si potrebbe costruire un ospedale da 1200 posti letto), il sistema del cemento e del mattone cerca in ogni modo di sfruttare questa faglia di tempo tra la crisi sanitaria e quella economica per imporre questa opera inutile sul territorio. Ma il movimento No Tav, come sempre, si attiene al motto partigiano: “Ai nostri posti ci troverete”.

A sarà dura!

In Val Susa riparte la mobilitazione No Tav dopo il lockdownultima modifica: 2020-06-15T08:17:05+02:00da davi-luciano
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