Maxiprocesso #NoTAV, dall’aula bunker alla Val Clarea.

qui il videoCattura77

DSC00458Il 28 febbraio quella in aula bunker non è stata la solita udienza. Dopo le tante giornate passate a trascrivere le testimonianze degli agenti “feriti” nelle giornate del 27 giugno e del 3 luglio, con strane prognosi che da pochi giorni si trascinano per mesi, con troppe relazioni di servizio quasi identiche –  parrebbe a loro insaputa –  oggi, per la prima volta, è stato possibile ascoltare le parole di alcuni imputati, con dichiarazioni spontanee rese di fronte a giornalisti che, temo, ne riporteranno solo una parte, nonostante il parere palesemente contrario della Procura ed il  tentativo di fermarli da parte del Presidente, Quinto Bosio.

Non so cos’abbiano scritto gli altri, di questa giornata (anche se immagino abbiano parlato solo della revoca degli avvocati fatta da due imputati rimarcandone la similitudine con le scelte delle BR), ma io la definisco una giornata di lotta. Dopo le tante trascorse in quell’aula, in un clima kafkiano, con un crescendo di senso d’oppressione, sentendomi come parte di una farsa già vissuta e forse dimenticata, in questa giornata ho sentito che ci stavamo riprendendo quella dignità della quale tentavano di privarci. Udienza dopo udienza. Aumentando il livello fino alla scorsa udienza, spingendomi  a scrivere una lettera aperta che nessun giornalista ha avuto il coraggio di divulgare.
Perché anche la “cornice”, se descritta in ogni dettaglio, è imbarazzante, degradante.
Il 28 febbraio, uscendo dall’aula per raggiungere il Clarea,  insieme agli imputati e ad alcuni NO TAV solidali, che si sono aggiunti al gruppo, ho respirato nuovamente quel fresco profumo di libertà che si respira ogni volta, ripercorrendo quel sentiero, pur trovandosi di fronte all’enorme dispositivo di sicurezza, rinforzato per rendere più Corteo al Clareaaccogliente l’arrivo della preannunciata iniziativa.  Si respira perché traspira dalle persone che lo percorrono, perché è ciò per cui vivono, uno smisurato amore per la giustizia e per i diritti, nonostante la “legalità”, pronti anzi sfidarla  mettendo a rischio la loro stessa libertà.
Questo è un videoracconto che avrei potuto fare anche più sintetico, ma sarebbe stato un peccato, avreste magari dovuto rinunciare alle parole degli imputati, o ai cori dei ragazzi e delle ragazze che in corteo hanno raggiunto il ponte sul Clarea, o vi sareste persi la straordinaria arma dell’ironia che da sempre ci contraddistingue. Insomma, vi sareste persi qualcosa. Anche quella mano ferma pronta a premere il grilletto di quel lanciagranate con il quale tirano i lacrimogeni colpendoci anche al volto, ma sempre negando di aver “tirato ad altezza uomo”.

Dettagli. Solo dettagli.
Perché noi la verità l’abbiamo vista con i nostri occhi e, a prescindere da quanto ci verrà raccontato in quell’aula, noi c’eravamo in quelle giornate.

E ci siamo fatti anche un’idea su quale fosse la parte giusta.

Simonetta Zandiri

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Il resoconto in diretta:

http://www.tgmaddalena.it/maxiprocesso-notav-aula-bunker-diretta-udienza-28-febbraio-2014/

La lettera aperta ai giornalisti:

http://www.tgmaddalena.it/lettera-aperta-ai-giornalisti-che-sembrano-ignorare-la-farsa-in-atto-in-aula-bunker-di-simonetta-zandiri/

La ripresa che avanza quanto i SUICIDI DI STATO

si sa gli italiano non sono poveri né bisognosi né indigenti. Sono choosy e queste sono solo messe in scena.
Ma non era gratuita la scuola?

Disoccupato 48enne, “Non ho mandato a scuola mia figlia non avevo i soldi per comprarle i libri”
7 marzo 2014
“Per un mese e mezzo non ho mandato mia figlia a scuola, studentessa del primo liceo dell’istituto professionale alberghiero Pietro Piazza di Corso dei Mille. Da casa era troppo distante. E, soprattutto, non avevo i soldi, oltre che per l’autobus, nemmeno per comprarle i libri”. Così ha dichiarato questa mattina Enrico Accardi, disoccupato edile di 48 anni, al congresso della Fillea Cgil di Palermo al San Paolo Palace, durante il quale è giunta la testimonianza di tanti carpentieri specializzati senza lavoro, che fanno parte dei “comitati di disoccupati” in cerca di lavoro organizzati dalla Fillea.
“Qualche mese fa mi sono ritrovato con 1,50 in tasca. Prendevo il pane al panificio e non lo pagavo, fingendo di essermi scordato a cada il portafogli. Per un mese ho girato tutti i panifici della città in questo modo. Quando ho avuto i soldi della disoccupazione ho saldato il mio debito con tutti. Ormai a casa mangiamo sempre e solo pasta: cerchiamo di unificare pranzo e cena con un solo pasto, alle 17.30”, aggiunge Accardi, che quando è senza soldi cerca delle alternative. “La sera mi piazzo davanti ai pub e guardo le macchine. Prendo quello che mi danno. Devo pagare sei mesi di affitto. Al Comune mi hanno detto di rivolgermi alla Caritas”.(…)

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Avellino: Disoccupato 50enne, con 3 figli a carico, minaccia di darsi fuoco per avere la casa
7 marzo 2014
Esasperato dall’attesa che dura da anni per l’assegnazione di un alloggio comunale, un uomo di 50 anni di Avellino ha tentato di darsi fuoco durante la manifestazione promossa stamattina dal sindacato Assocasa davanti alla sede del Comune. Antonio M., disoccupato con tre figli a carico, si è riversato addosso delle benzina minacciando di darsi fuoco. Gli agenti di Polizia presenti insieme ai responsabili del sindacato, dopo una convulsa trattativa sono riusciti a farlo desistere dal proposito. Sul posto è arrivata anche un’ambulanza che ha trasferito l’uomo, in stato di alterazione, in ospedale. Il 50enne già nel novembre scorso aveva dato vita ad una protesta nei confronti del Comune di Avellino, salendo sulla gru di un cantiere e minacciando di lanciarsi nel vuoto.
Fonte Ansa

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Venezia: 40enne ruba biscotti, «Non ho i soldi per sfamare i miei figli»
6 marzo 2014
«Lasciatemi andare, ho due figli a cui dare da mangiare e sono rimasto senza soldi».
È la triste storia accaduta ieri mattina a Cavallino-Treporti, in un supermercato del litorale dove un uomo di circa 40 anni ha preso dagli scaffali un pacco di biscotti e qualche altro prodotto alimentare, correndo all’esterno senza però passare per la cassa. Secondo quanto ricostruito da chi ha assistito alla scena, l’uomo è stato rincorso e in un primo momento bloccato davanti all’uscita del negozio da un addetto del punto vendita. L’uomo però è riuscito a divincolarsi gridando di lasciarlo andare, quindi «di non avere soldi per comperare il cibo per i figli». Il tutto sotto gli occhi degli altri clienti, che hanno così vissuto in prima persona quei momenti concitati.(…)
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Camposampiero: Comune distribuisce 100 buste della spesa gratis, è un assalto
6 marzo 2014
Frutta e verdura gratis alle persone in difficoltà. Aumentano le famiglie italiane che fanno la fila per la consegna delle borse con i prodotti di stagione rimasti invenduti al mercato. Tanti gli anziani, ma anche famiglie giovani. Numerose le persone che arrivano anche da altri paesi. In media vengono consegnate 100 borse ogni volta e oggi, dalle 11 alle 12, nella saletta sottoportico del Comune di Camposampiero si replica. Prosegue così anche nel 2014 la distribuzione gratuita di agrumi, frutta e ortaggi di stagione alle famiglie in difficoltà.(…)
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Livorno: Si suicida impiccandosi, e scrive l’addio sui mobili, “Non pagate i miei debiti”
6 marzo 2014
Si è impiccato a volto coperto in camera da letto lasciando una lettera indirizzata ai familiari e un messaggio d’addio vergato con un pennarello sui mobili di casa: “Non pagate i miei debiti”. E’ questo il grido straziante di addio di un uomo di circa cinquant’anni che si è tolto la vita all’interno del suo appartamento nel quartiere Corea. Sul posto, intorno alle 17,30,.(…)
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Salerno: Commerciante 49enne si suicida impiccandosi ad una ringhiera
7 marzo 2014
Ha scelto il Santuario per togliersi la vita. Vincenzo Cavaliere, 49enne di Licusati, piccola frazione di Camerota, ieri mattina ha comprato una corda nel bazar del paese, poi è salito in auto ed ha raggiunto il Santuario della Santissima Annunziata.    Qui ha messo in opera il suo piano. Si è impiccato legando la corda che aveva appena comprato alla ringhiera della Chiesa. Il suo corpo é stato trovato penzolante da un palchetto alle spalle del luogo sacro.(…)
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Verona: 44enne strozzato dai debiti tenta suicidio all’interno della sua concessionaria moto
7 marzo 2014
Dopo oltre dieci anni di attività non è riuscito a sanare i debiti contratti con le banche e per questo è stato costretto a farsi mantenere dai genitori, unitamente alla moglie e due figli di 7 e 2 anni. Evidentemente troppo per un uomo di 44 anni, residente nella provincia scaligera, che ha deciso di farla finita mediante intossicazione provocata dall’inalazione del monossido di carbonio fuoriuscito dalle motociclette che per anni sono state la sua fonte di reddito.(…)

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Musile: Barricata in Comune minaccia di darsi fuoco, «Date lavoro a mio marito»
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7 marzo 2014
Assedio al Municipio di Musile di Piave: pochi minuti fa una donna si è chiusa nella sala giunta del Comune minacciando di darsi fuoco. La donna, che risiede in paese con la famiglia ma è di origini napoletane, ha portato coin sè una tanica piena di benzina e un’accendino e si è già cosparsa di liquido infiammabile.
Ad aggravare la situazione il fatto che con lei si è portata anche il figlio minorenne.
La donna sta urlando dalle finestre dopo avere sbarrato la porta d’accesso e sta spiegando la propria situazione di povertà, chiedendo una casa e un lavoro per il marito.(…)

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Sanzioni economiche Ue contro la Russia saranno catastrofiche per la stessa Europa

SE QUESTA NON E’ UNA PROVA REGINA di quanto la Ue sia uno zerbino MADE IN USA

Sanzioni che si potrebbero ritorcere contro.Le sanzioni economiche da parte della Ue contro la Russia si ritorcerebbero contro e avrebbero effetti disastrosi per la stessa Europa, ha dichiarato il consigliere della presidenza russa Sergey Glazyev.
“Se ci riferiamo alle sanzioni economiche da parte dell’UE, si trasformerebbero in una catastrofe economica, in quanto la cessazione delle forniture di gas russo non potrebbe essere compensata nel breve termine, comportando un aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia in Europa,” – ha detto Glazyev. Secondo Glazyev, gli Stati Uniti stanno spingendo l’Unione Europea verso le sanzioni contro la Russia per persegure i propri interessi.
fonte: http://italian.irib.ir/notizie/economia/item/155425-sanzioni-economiche-ue-contro-la-russia-saranno-catastrofiche-per-la-stessa-europa

L’arsenale chimico di Assad sarà neutralizzato ed affondato nel Mediterraneo

grazie alle merde amerikane che devono sovvertire nazioni per sottometterle ORA CI DISTRUGGONO DEFINITIVAMENTE IL MEDITERRANEO

Il documento, classificato con il codice “20120228 D, Siria – distruzioni armi chimiche”, è siglato anche dalla direzione generale prevenzione del Ministero, dall’International health regulation e dal reparto sanità pubblica della Croce rossa italiana. Il report è “ad uso esclusivo dell’ufficio”. La nota conferma alcuni dati già di dominio pubblico, come ad esempio la scelta del porto italiano dove effettuare il trasbordo della sostanze chimiche. Ma non tutte le sostanze chimiche, contenute allo stato liquido in fusti e contenitori, verranno inviate in Calabria. Una quantità degli agenti chimici dell’esercito siriano saranno inviati in Gran Bretagna, nell’impianto di Ellemesme Port. Il trattamento e la bonifica dovrebbero essere fatte a bordo della motonave Cape Ray, il laboratorio galleggiante specializzato predisposto dalle forze armate statunitensi, su cui verranno attivati, grazie a due reattori al titanio, i processi di idrolisi per neutralizzare gli agenti chimici.
La prima spedizione di sostanze chimiche è partita già lo scorso 7 gennaio dal porto di Lakatia, con a bordo 560 tonnellate di materiale tossico, in gran parte senape di zolfo. Da Gioia Tauro i contenitori del materiale chimico saranno trasferiti sulla Cape Ray che si sposterà in acque internazionali, sempre nel mar Mediterraneo, per avviare i processi di bonifica. E’ la prima volta che si tenta un’operazione simile in mare aperto. “L’esercito americano – spiega la nota – ha utilizzato il sistema (i reattori per la pirolisi, ndr) per un decennio sul terreno per disattivare le proprie armi chimiche, ma è la prima volta che il processo verrà effettuato in mare”. Iprite e senape di zolfo sono i più pericolosi dei composti da eliminare per l’equipaggio della Cape Ray. L’intera procedura è stimata in tre mesi di lavoro, con alla fine 5,7 milioni di litri di rifiuti. Ma dove verranno scaricati quei materiali ?. La scelta sembra essere quella di “affondarli” in mare aperto, in luoghi che verranno ritenuti non pericolosi per la pesca o per il transito navale. Purtroppo ciò avverrà nel popolatissimo e trafficatissimo Mediterraneo. Alla faccia della sicurezza. Dal processo di lavorazione inoltre resteranno residui ancora “pericolosi”, ma con un livello di tossicità che potrà essere smaltito da una “normale” lavorazione industriale.
fonte: L’espresso

Equitalia, ex funzionari arrestati: “Tangenti per pagare a rate le cartelle”

Offrivano la rateizzazione delle cartelle esattoriali in cambio di tangenti. Questa l’accusa con cui Roberto Damassa, ex funzionario di Equitalia, e il consulente Alberto Marozzi sono stati arrestati la mattina del 5 marzo nell’ambito di un’indagine della Procura di Roma. Le ipotesi di reato sono di corruzionetruffa aggravata ai danni dello Stato e fatture false. Oltre ai due arrestati, altre 14 persone risultato indagate.
Secondo l’Ansa, l’ex funzionario di Equitalia a fronte di pagamenti illeciti di denaro concedeva indebite istanze di rateizzazione a favore di imprenditori destinatari di cartelle esattoriali. A firmare il provvedimento di custodia cautelare il gip Pierluigi Balestrieri su richiesta dei pm Paolo Ielo e Luigi Fede.
 
Equitalia SPA in un nota si ha dichiarato di essersi “già costituita parte offesa” e che “sta continuando a collaborare con gli inquirenti affinché venga fatta piena luce sui fatti oggetto di indagine e sulle eventuali responsabilità”.
 
L’ex funzionario arrestato, gestore di una palestra di Guidonia Montecelio, è risultato anche autore, con altri soggetti, di una truffa ai danni dell’Inps: attraverso l’utilizzo di modelli F24 intestati ad una società “schermo” del tutto inesistente, faceva risultare come regolarmente pagati i contributi previdenziali di imprese compiacenti le quali, invece, non versavano nulla nelle casse dell’ente.
 
Le indagini sono lo sviluppo di una precedente attività investigativa che aveva condotto all’arresto, nel febbraio dello scorso anno, otto persone responsabili di reati di concussione, truffa aggravata e traffico internazionale di stupefacenti e che aveva consentito di individuare un sodalizio criminale che, anche, attraverso l’utilizzo di documenti dell’Agenzia delle Entrate contraffatti, compiva false verifiche fiscali per poi indurre i contribuenti a pagare cospicue “tangenti” allo scopo di ammorbidire il presunto controllo in realtà solo simulato e del tutto inesistente. Tra le vittime della truffa anche l’imprenditore Tommaso Di Lernia, già coinvolto in inchieste sugli appalti in Enav.
 

Piano Usa: guerra in Europa, prima che crolli il dollaro

Scritto il 07/3/14
«C’è l’intento del Pentagono di colpire la Russia prima del collasso planetario del dollaro». In questa chiave Carlo Tia inquadra i drammatici sviluppi che oppongono Mosca e Washington in Ucraina. «Gli scambi tra la Cina e la Russia sono ormai in yuan, fra la Cina e l’Iran in oro», scrive Tia su “Megachip”. «La stessa Cina si sta liberando di circa 50 miliardi di dollari al mese – trasformati in obbligazioni “ricomprate” forzosamente dal Belgio, non si sa esattamente da chi – per sostenere il dollaro (più esattamente, i petrodollari). Lo stesso George Soros sta pesantemente speculando al ribasso a Wall Street. Sono tutti segni di una prossima depressione mondiale, da cui forse gli Stati Uniti potrebbero uscire solo con una prolungata guerra in Europa». A conferma del “pilotaggio” della crisi esplosa a Kiev, lo scoop del “Giornale”: in una telefonata alla “ambasciatrice” dell’Ue, Catherine Ashton, il ministro degli esteri dell’Estonia, Urmas Paet, dice che i cecchini che hanno sparato sulla folla di piazza Maidan non erano uomini di Yanukovich ma probabilmente «della coalizione appoggiata dall’Occidente».Resta la domanda: perché gli europei non si sono resi conto della trappola mortale tesa a loro dagli Usa? E’ ormai chiaro, sostiene Tia, che secondo i piani dei registi delle Ong operanti in Ucraina (gente del calibro di George Soros e Zbigniew Brzezinski) è contemplata una guerra civile fra i russofoni dell’est e gli ucraini dell’ovest. «Pochissimi media occidentali – continua Tia – hanno trasmesso la registrazione trapelata del colloquio di Victoria Nuland, incaricata Usa della cura dei rapporti diplomatici con Europa ed Eurasia, con l’ambasciatore statunitense in Ucraina». La Nuland disponeva e comandava la composizione del nuovo governo di Kiev dopo aver cacciato Yanukovich, presidente pessimo ma regolarmente eletto. La “strategia della tensione” innescata a Kiev darebbe agli Usa e alla Nato «il pretesto di intervenire per “pacificare” l’Ucraina, stabilirsi minacciosamente nel Mar Nero e proiettarsi sempre di più nel Caucaso e verso il Mar Caspio, ricchissimo di risorse petrolifere e di gas».Grazie alle nuove tecnologie di “fracking”, aggiunge Tia, la stessa Ucraina è diventata nel giro di pochi anni un campo d’interesse primario per esplorazioni e sfruttamento di nuove aree. Lo sviluppo di simili giacimenti (specie da parte di compagnie nordamericane) insidia direttamente la posizione dominante russa di Gazprom. Molto evidente anche la volontà di colpire la Cina, che in questa crisi è schierata con Putin: «I cinesi – rivela l’analista di Megachip – hanno di recente acquistato diritti di sfruttamento agricolo su circa 6 milioni di ettari di terre ucraine coltivabili. Cosa che ha fatto venire il sangue alla testa alla Monsanto e affini.

Dico “aveva”, perché il governo fantoccio messo su dagli americani ha revocato subito i diritti concessi l’anno scorso ai cinesi». Per Carlo Tia, il rischio concreto è drammatico: «I meccanismi della guerra sono innescati. Se dovesse fare fino in fondo la sua corsa il gioco automatico delle alleanze, fra non molti giorni ci troveremo in guerra».Nel piano bellico, secondo Tia, si collocano anche le dotazioni del Muos in Sicilia, l’installazione di scudi antimissile in Polonia, l’apertura di basi americane in Romania e Bulgaria, senza contare la Turchia, membro della Nato, che controlla gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Il governo di Ankara ha appena concesso a una grande nave da guerra Usa di entrare nel Mar Nero, in violazione della Convenzione di Montreaux, mentre ad Atene c’è una presenza navale ancora più pesante, la portaerei “George Bush”. Secondo la Russia, la convenzione che vieta l’ingresso nel Mar Nero di navi da guerra non appartenenti a paesi affacciati su quel mare, è già avvenuta in questi giorni con la comparsa della fregata statunitense “Taylor” e della “Mount Whitney”, nave-comando della Sesta Flotta».Da questa crisi, è evidente, l’Europa ha tutto da perdere. Perché allora asseconda l’offensiva statunitense alla frontiera russa? «La Germania – scrive Tia – ha abboccato all’amo di una espansione verso un mercato ucraino di 46 milioni e mezzo di abitanti, previa distruzione del modello di economia sociale di mercato dell’Ucraina, e della sua industria, soprattutto all’est del Paese». E la Francia di François Hollande «è stata pesantemente minacciata a partire dal dossier iraniano nel corso del recente viaggio del presidente francese a Washington». Bocciata, di fatto, la missione a Teheran condotta da 140 grandi industriali francesi, «che avevano creduto al clima (fasullo) di buoni nuovi rapporti con l’Iran». Motivo: «Obama ha detto senza peli sulla lingua che tutte le relazioni della Francia (e dell’Europa) devono rispettare non solo le sanzioni che non sono ancora state tolte, ma anche quelle, soprattutto commerciali e finanziarie, che gli Usa dettano unilateralmente».Un gioco pericoloso, che potrebbe chiamarsi Terza Guerra Mondiale, se gli Usa faranno precipitare la situazione con l’adesione dell’Ucraina all’Ue, spingendo i missili della Nato fino ai confini con la Russia. «La Cina, da parte sua, ben sapendo di essere il prossimo obiettivo, ha dichiarato di sostenere la Russia, ed è comunque sotto attacco, sia finanziariamente sia economicamente: il piano americano attuale consiste nel far deragliare l’economia cinese e poi destabilizzarla nelle regioni occidentali, che saranno, per la Cina, l’equivalente dell’Ucraina per la Russia». Di fatto, aggiunge Tia, il mondo si sta avviando ad una bipolarizzazione molto pericolosa: Cina e Russia da un lato, Stati Uniti e Europa al suo guinzaglio dall’altro lato. «È questa una tappa del disegno di dominio planetario degli Usa: ricreare un clima di tensione continua, di fronte alla quale gli europei non potranno che compattarsi attorno allo Zio Sam, per non buttarsi nelle braccia dell’altro blocco».
http://www.libreidee.org/2014/03/piano-usa-guerra-in-europa-prima-che-crolli-il-dollaro/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=feed+%28LIBRE+-+associazione+di+idee%29

Via alla svendita di Poste. Ce lo chiede l’Europa

Roma, 7 mar – Un monito «severo, ma nella direzione di quello che pensiamo noi». Queste le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a commento delle raccomandazioni giunte dall’Europa in merito a scarsa crescita, competitività e altre problematiche che affligono ormai strutturalmente l’Italia. Una risposta non diplomatica ma totalmente assertiva. In altre parole: il governo è pronto a rispettare gli impegni presi e farà i propri compiti a casa.
 
Se ci si aspettava il cambiamento di rotta sulla scorta del sorriso ammaliante di Matteo Renzi, la maschera è caduta pressoché immediatamente. A questo punto vien da chiedersi dove verranno trovate le risorse per sostenere le coperture ai roboanti annunci fatti dall’ex sindaco di Firenze, che dovrebbero portare crescita, sviluppo, lavoro. Si parla didecine di miliardi che fanno la differenza in termini di rispetto o meno degli stringenti capitoli di bilancio, sui quali Bruxelles non è disposta a negoziare. Non che siano vincoli di un qualche senso logico (la spesa in deficit è uno dei pilastri di qualsiasi politica economica sovrana), ma o si segue la linea dettata da Olli Rehn o si ricomincia a sforare il tetto del 3%. Tertium non datur.
 
Questo a meno di non ricorrere all’arma, per quanto spuntata, delle privatizzazioni. E’ notizia di ieri il via libera, dato in Commissione Lavori pubblici del Senato, al primo passaggio per la cessione del gruppo Poste Italiane. La quotazione della società controllata al 100% dal ministero dell’Economia doveva vedere la luce non prima dell’autunno e perfezionarsi poi nell’arco del 2015. Non è a questo punto escluso che i tempi possano sensibilmente accorciarsi. Lo afferma tra le righe il relatore del dl Raffaele Ranucci (Partito Democratico): «E’ stato previsto l’impiego delle risorse derivanti dalla privatizzazione […] per l’abbattimento del debito pubblico». La cifra che lo Stato punta ad incassare, per una quota appena al di sotto del 50%, oscilla tra i 4 e i 5 miliardi che rappresentano non più dello 0.45% dell’immensa mole del debito. A fronte della rinuncia a parte di un dividendo che per le casse pubbliche negli ultimi anni ha veleggiato attorno al miliardo ogni esercizio. Scarso quindi l’impatto sulla massa dell’indebitamento per un’operazione che in termini di bilancio è voce tipicamente “straordinaria”, vale a dire una tantum. Questo mentre le scelte di politica fiscale hanno necessità di coperture pluriennali, per cui a partire dalla finanziaria che verrà licenziata a novembre per l’anno prossimo saremo di nuovo punto e a capo.
 
Filippo Burla

Soldi finiti per la cassa integrazione in deroga. E il ministro la cancella

quindi non ci sono soldi per la CID ma per altri ammortizzatori sociale in sostituzione si???Ma prende per il…?

A partire dal mese di luglio mancheranno le risorse per pagare la cassa integrazione in deroga ai lavoratori. E il ministro Poletti annuncia che sarà eliminata e sostituita con nuovi ammortizzatori sociali.
Roma, 7 mar –  Il neo ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha ammesso che le risorse per la cassa integrazione in deroga sarebbero sufficienti solo fino a metà anno e si corre il rischio di lasciare scoperti i lavoratori, a partire dal mese di luglio. Che i soldi fossero pochi era notizia già nota, ma dalle parole espresse dal ministro si è avuta la conferma che si tenterà di cancellarla in favore di nuovi ammortizzatori sociali. Poletti pensa a un nuovo strumento di tutela, che dovrebbe essere previsto con il Jobs Act, in via di presentazione mercoledì prossimo da parte del premier Matteo Renzi.

La cassa integrazione in deroga fu introdotta nel 2004, inizialmente in via straordinaria, per affrontare l’emergenza dell’occupazione, visto che la cassa integrazione riguarda solo alcune specifiche categorie di imprese e di lavoratori. Essa può essere richiesta da aziende industriali con meno di 15 dipendenti e da aziende industriali con più di 15 dipendenti, ma che hanno già superato i limiti di durata della cassa integrazione ordinaria e straordinaria.

Il ministro, che ha definito l’esaurimento delle risorse e la situazione drammatica del mercato del lavoro come una “coda velenosa” della crisi,  ha anche annunciato che il governo intende superare la riforma Fornero la quale ha introdotto dei requisiti stringenti per il contratto di apprendistato provocando difficoltà nelle assunzioni dei giovani. L’obiettivo del neo ministro è di semplificare le procedure per le assunzioni. Sempre intervenendo sul tema del lavoro, Poletti  ha dichiarato che il governo è intenzionato a tagliare l’Irpef e non l’Irap.

Ma la novità maggiore e l’interesse verte sicuramente sull’introduzione di un nuovo strumento di protezione dei lavoratori dal rischio di disoccupazione. Ma il problema di dove reperire le risorse sarà ancora in essere. Sostituendo la cassa integrazione in deroga con una nuova indennità non elimina il problema di quanti soldi siano necessari per la riforma, anzi, potenzialmente la amplifica, se i nuovi ammortizzatori sociali dovessero riguardare un po’ tutto il ventaglio dei lavoratori, a differenza della cassa integrazione.

Giuseppe Maneggio
http://www.ilprimatonazionale.it/2014/03/07/soldi-finiti-per-la-cassa-integrazione-in-deroga-e-il-ministro-la-cancella/

Portogallo: i poliziotti contro l’austerity forzano le barriere dei colleghi crumiri ed entrano in Parlamento

di Fabrizio Salvatori

Nel giorno in cui la Troika fa i complimenti al Portogallo per i risultati raggiunti, sbloccando così la tranche del prestito, il paese si ribella contro le misure di austerita’ approvate dal Parlamento e chiede le dimissioni del premier, Pedro Passos Coelho. Alcune migliaia di persone hanno protestato a Lisbona, Porto e Lieira in manifestazioni organizzate dal maggior sindacato portoghese, il Cgtp. Nella capitale a scendere in piazza sono stati addirittura i poliziotti, che hanno ingaggiato un corpo a corpo con i loro colleghi, schieratisi dalla parte del Governo.
In particolare, si criticano le misure adottate dal governo conservatore ritenuto “servo” della Troika (Ue-Bce-Fmi) che aveva chiesto un piano anticrisi a fronte del prestito di 78 miliardi di euro erogati nel 2011 su richiesta dell’allora governo di centrosinistra. Sindacati, partiti di opposizione e cittadini lamentano in particolare il taglio di stipendi pubblici e pensioni e il fatto che la politica di austerita’ abbia accentuato le difficolta’ economiche della popolazione.

Oltre 15.000 poliziotti sono scesi in piazza, a Lisbona, per manifestare contro i tagli degli stipendi, marciando verso il Parlamento dove si sono trovati di fronte i ‘colleghi’ in uniforme. I manifestanti sono riusciti a forzare le barriere degli agenti antisommossa, occupando i locali antistanti la sede del Parlamento portoghese. All’interno dell’edificio, il Presidente del Parlamento Assuncao Esteves ha poi accettato di ricevere una delegazione di rappresentanti delle forze dell’ordine.

Fonte:  Contro la Crisi

visto su
http://www.controinformazione.info/portogallo-i-poliziotti-contro-lausterity-forzano-le-barriere-dei-colleghi-crumiri-ed-entrano-in-parlamento/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=portogallo-i-poliziotti-contro-lausterity-forzano-le-barriere-dei-colleghi-crumiri-ed-entrano-in-parlamento

OLIGARCHI AL POTERE

ora si che l’Ucraina è normalizzata, non è un paese democratico quello nel quale non governano le lobbies

Postato il Giovedì, 06 marzo

I risultati di Euromaidan: diventano capi di Donetsk e Dnipropetrovsk gli oligarchi ucraini
Ai vertici delle autorita’ governative delle regioni di  Dnipropetrovsk e di Donetsk sono stati messi famosi uomini d’affari: a Dnipropetrovsk, il co-proprietario del variegato gruppo «Privat» nonchè presidente del locale consiglio ebraico, Igor Kolomoysky (nella foto a sinistra) e a Donetsk, il presidente del consiglio di amministrazione della società ISD, Sergei Taruta. Le autoproclamatesi autorità ucraine stanno disperatamente cercando di legare a sè i poteri forti, ma l’inserimento di portatori di interessi privati nei posti di governo pone degli interrogativi nei cittadini ucraini.

Igor Kolomoysky  ha sostituito Dmitry Kolesnikov come capo della provincia di Dnipropetrovsk, mentre Sergei ?????? è diventato capo di Donetsk al posto di Andrea Shyshatzky. I relativi decreti sono stati promulgati e firmati dal neo-presidente Alexander Turchynov, il 2 marzo, cosi’ riferisce l’agenzia Interfax.
È interessante notare come  il gruppo «Privat» non sia inquadrato giuridicamente. Nonostante sia uno dei gruppi più influenti in Ucraina e comprenda la maggiore banca del paese (Privat-Bank), oltre a molteplici attività nei settori petrolifero, metallurgico, agro-alimentare e dei trasporti, ci riferisce da Kiev, il giornalista RT Peter Oliver.
A sua volta, la corporation ISD, di Sergei Taruta, è un sistema integrato di holding aventi pacchetti azionari di imprese nel complesso minerario e metallurgico. Fanno parte di ISD aziende come Alchesky group, Dneprovsky group, Dzerzhinsky, Dunaferr group e ISD-Huta Cze;stochowa.
Igor Kolomoysky  e Sergey Taruta hanno spesso occupato la posizione più alta nella classifica degli uomini più ricchi d’Ucraina e dell’Europa Orientale.
Il coinvolgimento diretto di questa elite economica, nelle strutture del potere, nonostante le molteplici dichiarazioni di intenti del nuovo governo, non può che sconcertare i cittadini.
Con queste nomine si rischia una nuova spirale di proteste di piazza contro gli “esercitanti il potere”. Il giorno precedente questa nomina, la provincia di Luhansk si era rivolta al Parlamento Ucraino e aveva specificato che in caso di nomina del governatore-oligarca “si sarebbe riservata il diritto di chiedere aiuto fraterno al popolo della Federazione Russa”.
“L’illegittima autorita’ di Kiev ha nominato nuovo governatore, Sergei Taruta, che ha accettato di diventare il governatore di Donetsk. Contro la volontà del popolo della regione di Donetsk e dell’intero Sud-Est dell’Ucraina, vogliono imporre un consiglio di amministrazione di oligarchi.

In questo modo sperano di seppellire la nostra speranza di una vita migliore, di eliminare l’idea di un referendum e di mettere l’intera provincia orientale di Donbass a collaborare con i golpisti di Maidan. Domani, tre marzo 2014, cercheranno di legittimare nel consiglio regionale nella sessione che avrà inizio alle ore 10.00, la nomina di Sergey Taruta a Donetsk. Una guerra disinformativa contro il popolo di Donbass in cui partecipano quasi tutti i MEDIA ucraini. Perché? Noi non abbiamo MEDIA indipendenti e liberi, appartengono tutti oligarchi! La regione di Donbass s’inginocchierà agli oligarchi imposti da Maidan a kiev?”, cosi si è rivolto ai propri concittadini il deputato Paolo Gubariev, riferisce il quotidiano online “Donetsky News”.
Pietro Simonenko, leader del partito comunista Ucraino, ha aggiunto che al potere, invece di alcuni oligarchi, ne sono arrivati altri, come risarcimento per aver finanziato attivamente la “rivoluzione”. Secondo Simonenko, la nomina a governatori di due oligarchi ucraini, Igor Kolomoysky  e Sergey Taruta, è da intendersi alla luce delle lotte interne della classe dei grandi capitalisti.
“Quelli che sono stati al potere sotto le insegne governative azzurre, e quelli che ne rappresentavano la pseudo-opposizione con le bandiere arancioni, sono entrambi rappresentanti di una classe di possidenti che oggi crudelmente sfrutta la gente, negli stabilimenti e nelle fabbriche, perché la possibilità di accedere alle informazioni viene a mancare e si annulla cosi’ la personalità umana e la dignità individuale”, ha sottolineato il politico.
Il leader del partito comunista Ucraino si dice sicuro che siano giunti ai vertici del paese le stesse persone che hanno finanziato i moti di piazza Maidan, che hanno finanziato l’ascesa dei gruppi neofascisti, e che adesso utilizzeranno il potere per un rapido rientro dei capitali investiti.
“Come in tutti i casi in cui termina una guerra di rapina, adesso è il momento di dare il popolo in pasto. E il popolo in pasto è proprio il popolo Ucraino, svenduto per ripagare i debiti contratti da chi ha finanziato questa cosiddetta rivoluzione, quei grandi possidenti che adopereranno il potere per un rapido ritorno di denaro investito. Questa è la lotta degli oligarchi per il loro futuro, non per il futuro del paese”, ha dichiarato il politico.
In questo modo, il sangue versato dai cittadini inermi, viene ridotto a nient’altro che a strumento di lotta tra le diverse elite ucraine. Con la vittoria di una qualsivoglia di queste fazioni, non potrà cambiare nulla per i cittadini del paese.

Fonte: http://russian.rt.com

Link: http://russian.rt.com/article/23475

5.03.2014

Traduzione dal russo per www.comedonchisciotte.org a cura di MASSIMO CONTINI
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13031&mode=&order=0&thold=0