Archivi giornalieri: 22 marzo 2014
Esodati e non solo: ma quanti sono?
- dicembre 2011 – i ministri del Lavoro (Elsa Fornero) e dell’Economia (Mario Monti) individuano in 65.000 gli esodati da considerare ‘lavoratori salvaguardati’;
- aprile 2012 – l’INPS annuncia che gli esodati sono 120.000;
- giugno 2012 – l’INPS porta il numero degli esodati a 390.000;
- giugno 2013 – i dati Istat evidenziano l’esistenza di almeno un milione di disoccupati, cassaintegrati e precari di età superiore ai 54 anni.
- dicembre 2013 – i dati Istat evidenziano un 30% di lavoratori senior non in buone condizioni di salute, mentre i dati INPS denunciano un numero di falsi invalidi nell’ordine dello 0,04% del totale e i dati UE evidenziano che in Germania è riconosciuta (e sussidiata) l’invalidità al 10% della popolazione, mentre in Italia a stento si raggiunge il 6%
- fine 2013 /inizi 2014 – diverse fonti giornalistiche confermano un overflow di almeno 6 miliardi di euro per le pensioni apicali maturate antecedentemente all’introduzione del sistema contributivo. I soldi, dunque, ci sarebbero.
Roberta Pinotti e i costi della sovranità ceduta
Il tira e molla sulla questione F-35 cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni, a partire dalla sua apparizione nel salotto televisivo preferito dalla sinistra di governo, quello condotto dal conterraneo Fabio Fazio, ribadisce ciò che ai più avveduti era noto da tempo, e cioè l’improvvisazione che contraddistingue l’operato del neoministro della Difesa, la genovese Roberta Pinotti.
Il compianto Giancarlo Chetoni, in un suo articolo del Dicembre 2009 durante l’ultimo governo del Cavaliere di Arcore, parlando del generale Del Vecchio, sottolineava come la sua vasta esperienza militare nei ranghi della NATO gli avesse procurato l’elezione a senatore nelle file del PD, a scapito del collega Fabio Mini, voce eccessivamente critica nei confronti delle politiche militari degli esecutivi di centro-destra e centro-sinistra succedutisi nel corso degli anni.
E aggiungeva: “[Del Vecchio] Lavorerà in coppia con Roberta Pinotti, la parlamentare ligure responsabile del settore Difesa di Bersani, che durante il governo Prodi fu promossa per la sua totale e manifesta incompetenza a presidente della IV° Commissione della Camera nella XV° legislatura per lanciare un segnale di disponibilità e di collaborazione della maggioranza PD-Ulivo al PdL, dove si distinse per un rapporto di lavoro particolarmente intenso ed amichevole con il sulfureo presidente dell’ISTRID on. Giuseppe Cossiga di Forza Italia, figlio di Francesco, per poi passare nel corso della XVI° a fare altrettanto con La Russa, questa volta da rappresentante a Palazzo Madama. Sarà lo stesso Ministro della Difesa a dichiarare la sua riconoscenza alla Pinotti a Montecitorio ed a ribadirlo nel salotto di Bruno Vespa.
Ecco cosa ha scritto su ComedonChisciotte una sua ex collaboratrice: “La conobbi la prima volta nella sede della FLM di Largo della Zecca negli anni ’80 durante una riunione sindacale (io ero delegata della RSU dove lavoravo). Caspiterina! Da sostenitrice delle lavoratrici me la ritrovo guerrafondaia. Ripeto, se lo avessi saputo che ci saremmo ridotte così mi sarei iscritta ad un corso di cucina o di taglio e cucito.”
Il declino ormai inarrestabile, organizzativo, politico, etico del Partito Democratico nasce anche da queste prese d’atto.”
Non a caso.
Aprendo il nostro armadio, abbiamo ritrovato uno scheletro che vogliamo ora esporre ai lettori confidando nella comprensione postuma dell’amico Giancarlo, anch’egli ben consapevole che i veri costi che nessuno taglia (erano e) sono quelli della sovranità ceduta.
Poche settimane prima di scrivere quel pezzo, infatti, Chetoni aveva inviato una missiva all’attenzione della senatrice Pinotti, allora Responsabile nazionale Dipartimento Difesa del PD, in relazione a una notizia pubblicata sul sito di quest’ultima, opportunamente fatta scomparire.
Con la sua sagacia tutta labronica, e intitolando il proprio messaggio “ti serve un corso intensivo”, Chetoni le scriveva: “Mia cara e divertentissima Pinotti, dovevi continuare a fare l’insegnante invece che presiedere (si fa per dire) la Commissione Difesa della Camera, prima, ed occuparti, dopo, di difesa come ministra ombra del PD. Oltre che fare dichiarazioni francamente vergognose dimostri davvero sulla materia di non capirci una pippa. Ma chi te l’ha detto che con i Predator si riesce ad individuare gli ordigni esplosivi? La Russa, quello dell’auricchio “piccanto”? Roba da matti! Ti hanno scelto apposta perché serviva una “peones” ampiamente sprovveduta e facilmente lavorabile. Consiglio a te, Franceschini & soci del PD e del PdL l’uso, intensivo, di un bel cartone, pieno, di perette di glicerina, a settimana.”
La Pinotti, probabilmente per il tramite della propria segreteria personale, ebbe a rispondere con un laconico (e “imbarazzato”, notava Giancarlo nel girarci la corrispondenza) “Al mio simpaticissimo estimatore: il suggerimento non è di La Russa, infatti lui ci manda i Tornado”.
Da parte nostra, a quasi cinque anni di distanza e ora che ella riveste la massima carica ministeriale, non resta altro che rinnovare quell’invito.
Federico Roberti
http://byebyeunclesam.wordpress.com/2014/03/22/roberta-pinotti-e-i-costi-della-sovranita-ceduta/
All’asta cento auto blu. Ma lo Stato è pronto ad acquistarne 1.300 al concessionario
“Il rischio, se si prendono per buone le tabelle di Cottarelli sugli organici delle forze dell’ordine, è che ci arrivino le auto e nessuno le possa guidare”.
In Clarea ce ne sono tanti
Dopo l’exploit di #Renzi per la vendita su #eBay delle vetture usate anche il commissario Cottarelli (come #Monti e #Letta) infila il taglio delle auto pubbliche tra i 33 punti della sua #SpendingReview. Ma sono in corso convenzioni#Consip per oltre 70 milioni di euro da cui ancora le amministrazioni possono attingere. L’ultima gara si è appena chiusa: 210 vetture blindate per un valore di 25 milioni di euro. E nessuno l’ha revocata. I sindacati delle forze dell’ordine: “Con i tagli agli organici il rischio è che si comprino auto e non ci sia nessuno per guidarle”
GRILLO IN TV: “VOLEVANO MANDARE BERSANI AL MACELLO. LETTA ERA GIA’ PRONTO: HO LE PROVE. EUROPA ? POTREMMO ALLEARCI CON ALTRI GRUPPI”
Le espulsiono SONO UN VANTO. Il Movimento 5 Stelle in questo modo ha provato che la COERENZA ha un senso e che non si può NEGOZIARE. E’ la prima volta che accade, CHE IL RISPETTO DELLA COERENZA SIA VERAMENTE FATTO VALERE
“Strappiamo il fiscal compact. Io sono per fare il referendum e lasciare scegliere i cittadini -aggiunge poi- ma per me è giusto uscire se non accettano le nostre condizioni”
Magnifico, questo è colpire nel segno, non posizioni cerchiobottiste tipo “vorrei rinegoziare MA L’EURO NON LO METTO IN DISCUSSIONE“. Non è certo un approccio che spaventa i banchieri
Postato il Sabato, 22 marzo
Il Suicidio della Finanza Americana è in Atto: Visa e Mastercard Boicottano Alcune Banche Russe
Lasciare l’Italia
No, uno come Moretti la spending review ai danni del suo stipendio non la può accettare.
Ma dove lo trovano uno così? Se Renzi gli taglia lo stipendio ( http://www.repubblica.it/economia/2014/03/21/news/moretti_fs_se_tagliano_gli_stipendi_i_manager_pubblici_andranno_all_estero-81519706/?rss ), se ne va all’estero.
“Una cosa è stare sul mercato, una cosa è una scelta politica. Lo Stato può fare quello che desidera, sconterà che una buona parte di manager vada via. Questo lo deve mettere in conto”.
Moretti, quello dei pendolari che si devono portare la coperta se stanno al freddo.
Quello della strage di Viareggio per cui andrà a processo.
Quello da uno stipendio da 850000 euro l’anno.
In un paese dove ci sono lavoratori delle coperative rosse pagati 3 euro l’ora.
E che non si lamentino, perché il mondo è pieno di gente che lavorerebbe per meno.
I cinesi bruciati nel rogo della loro azienda a Prato, per esempio, erano pagati 2 euro all’ora.
Gli italiani un euro in più.
E mica tutti se ne possono andare all’estero a trovare di meglio.
Da unoenessuno.blogspot.it
21.03.2014
UNIONE BANCARIA: accordo raggiunto, ma per le banche piccole la competenza è di ogni stato membro
Come mai queste società fanno incetta di azioni a Piazza Affari? E le banche italiane sono così appetibili?
Domanda: sono diventate appetibili DOPO o immediatamente poco prima dell’accordo sull’Unione Bancaria?
BlackRock inarrestabile: Unicredit, Intesa SanPaolo e ora MPS. Ma non finisce qui!
Tav in Mugello, condannati i vertici del consorzio Cavet
Per i danni provocati per i lavori della linea ferroviaria tra Firenze e Bologna. Disposto obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi

I vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, sono stati condannati a Firenze nell’appello bis per i danni provocati nel Mugello per i lavori della linea ferroviaria Tav fra Firenze e Bologna. Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. I vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi per omessa bonifica. Cavet è responsabile civile.
I reati contestati riguardano la destinazione delle terre di scavo che, per l’accusa, sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. Questo avrebbe provocato l’ inquinamento di diverse aree. Fra gli imputati, dirigenti e tecnici Cavet, direttori di cantiere, titolari di ditte di betonaggio e responsabili di cave o siti per lo smaltimento delle terre.
Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni.
I giudici hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel ’96 e sono finiti nel 2009: la tratta e’ di 78,5 km, di cui 73,3 in galleria.
La corte d’appello di Firenze ha disposto l’obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i vertici del Consorzio Cavet condannati al processo sui danni provocati nel Mugello per i lavori di costruzione della Tav fra Firenze e Bologna.
I giudici hanno poi stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Fra i danni che dovranno essere risarciti il giudici ha inserito anche quelli per omessa bonifica di alcuni dei 24 corsi d’acqua che, secondo l’accusa, sono stati inquinati dai lavori per la Tav. Il processo di oggi è un appello bis, i reati legati ai corsi di fiumi sono stati comunque considerati prescritti.
Riguardo le bonifiche “i vertici Cavet – ha spiegato uno dei legali del Consorzio, Giuseppe Zanalla – sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni. Resta poi da capire – ha aggiunto – perchè il traffico illecito di rifiuti è stato ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri”.
“Una condanna severa”. Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato le condanne al processo d’appello bis per i danni provocati dai lavori per la Tav fra Firenze e Bologna. Il pm ha parlato di “un’affermazione precisa e puntuale delle responsabilità” aggiungendo che: “I giudici hanno recepito la ricostruzione dell’accusa”.
In primo grado, nel 2009, vennero condannate 27 persone a pene fino a 5 anni di reclusione per reati ambientali.
In appello, nel 2011, gli imputati vennero assolti. La Cassazione ha poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza ordinando un appello bis, che si è concluso oggi pomeriggio con la condanna di 19 imputati, su 30, fra i quali i vertici del Consorzio Cavet che ha costruito l’opera.