Via l’amianto che frena la Tav “Sei mesi per liberare l’area”

http://lastampaipad3.pagestreamer.com/lsdivo/index.html#

6 maggio 20 Stampa 

Il cumulo di detriti di vecchi scavi contenente rocce di amianto andrà eliminato

Tav, via l’amianto per sbloccare il cantiere a Salbertrand: “Area libera in sei mesi”

Massimiliano Peggio

Sei mesi di lavori. È il tempo previsto per smaltire il cumulo di detriti contenenti «pietre amiantifere» che si trova da anni abbandonato lungo il fiume Dora, a Salbertrand, in Val di Susa.

Un panettone di rifiuti naturali che sorge ai margini di una zona strategica per la linea ferroviaria Torino-Lione: l’area, infatti, è stata scelta da Telt per costruire l’impianto produttivo che sfornerà gli spicchi prefabbricati di cemento, «conci» in gergo tecnico, destinati a foderare il tunnel tra Italia alla Francia. Impianto propedeutico ed essenziale per lo scavo.
Si allungano i tempi dell’opera? Ne sono sicuri i No Tav, e alcuni amministratori comunali della valle. Nessun ritardo invece secondo Telt, la Tunnel Euralpin Lyon Turin, società italofrancese nata per realizzare la linea ad Alta Velocità.

Che spiega: «Le attività rispettano il planning degli interventi».

Il cumulo era stato sequestrato dalla Guardia di Finanza lo scorso ottobre, a seguito di un esposto alla magistratura. Da ieri sono state avviate le operazioni di dissequestro per permettere l’avvio dei lavori.
Un nodo da risolvere. Quella montagna di detriti sorge su un’area molto più ampia, oggetto di esproprio da parte di Telt per costruire l’impianto produttivo.

Il cumulo occupa circa 16mila metri quadrati. La zona, tutta di proprietà comunale, è in concessione da oltre 20 anni all’Itinera Spa, società di costruzioni del Gruppo Gavio, o ad altre società collegate.

Contiene vecchi detriti di scavi, in parte costituiti da rocce «contenenti amianto naturale».

Già in passato il deposito era stato sequestrato, messo provvisoriamente in sicurezza con teloni di plastica e poi dissequestrato. Ma con l’impegno di essere smaltito.

Il cumulo di amianto andrà rimosso con cautela, seguendo un piano di intervento.

Itinera, a cui compete la rimozione, ha affidato alla società Unirecuperi le attività di smaltimento.

A sua volta ha incaricato la Noldem Srl di Venaria, impresa specializzata in demolizioni, di eseguire i lavori di insaccamento dei materiali contenenti amianto. Il cantiere è stato aperto il 4 maggio.
Stando al piano di intervento presentato dalla Noldem, «la durata complessiva prevista per le operazioni di rimozione e smaltimento è di sei mesi, salvo scostamenti dovuti alla presenza di più o meno materiale da rimuovere e per l’ottenimento delle autorizzazioni allo smaltimento nelle discariche finali».

La caratterizzazione del cumulo, cioè lo studio della composizione dei detriti, è iniziata nel 2013 ed è terminata nel 2015. «Le relazioni – si legge nella documentazione redatta a fine febbraio dalla Noldem – evidenziano la presenza di pietre amiantifere naturali su una porzione di circa 8 mila metri cubi che è stata denominata “zona rossa”.

Nelle restanti parti del cumulo, pari a circa 110 mila metri cubi, non si evidenziavano problematiche di carattere ambientale».

Nella pianificazione dei lavori, l’impresa ha previsto di rimuovere circa 100 metri cubi al giorno nella prima fase, per arrivare a 340 metri cubi al giorno nell’ultimo periodo.

I rifiuti potranno essere smaltiti nelle discariche di Collegno o in Germania.
Una spina nel fianco nei programmi Tav, che in passato si era cercato di risolvere «tombando» parte di quel cumulo sotto un eliporto nella zona di Salbertrand.

Poi con il cambio di amministrazione comunale, più sensibile ai temi No Tav, quel progetto era stato bloccato.

Ora i tempi dovrebbero esser maturi per una soluzione definitiva. Anche se accanto a quel cumulo sorge una seconda area piena di rifiuti, non così pericolosi, ma ugualmente da liberare per fare posto all’impianto per il Tav.
Un intoppo abbondantemente superabile a parere di Telt, ininfluente sul cammino temporale per la realizzazione dell’opera. «In tutta quella zona è prevista la realizzazione della fabbrica dei conci per il tunnel di base.

È in corso – dicono da Telt – un confronto con Itinera per l’acquisizione dell’intera area. Parallelamente sono stati eseguiti tutti i campionamenti sull’area necessari a Telt per la fase di progettazione».

Via l’amianto che frena la Tav “Sei mesi per liberare l’area”ultima modifica: 2020-05-11T22:10:14+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo