Convegno sui rischi dello scavo del tunnel a Chiomonte

Tav: esperto, polvere radioattiva in cantiere Val Susa

Tav: tunnel Chiomonte, fresa comincia scavo

01 marzo, 17:39

(ANSA) – TORINO, 1 MAR – C’è della radioattività naturale nelle polveri sollevate dal cantiere del Tav in Valle di Susa. Ad affermarlo Massimo Zucchetti, docente al Politecnico di Torino, nel corso di un convegno dedicato ai “Rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il Tav”. Mario Cavargna, di Pro Natura, ha fatto presente che l’intera opera, per il tratto che arriva fino a Settimo Torinese, comporterà l’estrazione e l’accumulo almeno 21 milioni di metri cubi di smarino.

Decreto salva Roma, non c’è solo la capitale. I comuni annaspano nei debiti

si è arrivati ad un prelievo fiscale dell86,4% DI IMPOSTE ed i comuni annaspano? Ma dove vanno sti soldi?????” Con questo prelievo le strade dovrebbero essere asfaltate d’oro

Scritto da Linkiesta.it |
Pubblicato Sabato, 01 Marzo 2014 09:27
  
Proprio quando uno di loro diventa presidente del Consiglio, Roma e Napoli sfiorano il default.
 
Destino beffardo. Mentre per la prima volta un sindaco diventa presidente del Consiglio, i Comuni annaspano nei debiti e sono costretti a chiedere un salvagente finanziario all’odiata Roma. Da Francesco Rutelli passando per Antonio Bassolino, Massimo Cacciari, Marco Formentini, Enzo Bianco: il territorio con ambizioni di leadership a livello nazionale, per riformare un Paese devastato dagli intrighi di Tangentopoli, è la storia italiana degli ultimi vent’anni. Non a caso è il 1993 l’anno del referendum sul maggioritario e dell’elezione diretta dei sindaci e dei presidenti di provincia. Lo stile prescelto da Renzi, come dimostra la prima uscita pubblica nella scuola trevigiana, è quello del “sindaco d’Italia” fuori dal Palazzo, così come il meccanismo elettorale favorito dal segretario Pd prima dell’accordo sull’Italicum con Silvio Berlusconi.
 
Se vent’anni dopo la (presunta) fine della Prima Repubblica le riforme spettano a due esponenti del territorio come Matteo Renzi e Graziano Delrio, a livello finanziario la declinazione leghista del federalismo fiscale ha causato dissesti mai sanati, trasformandosi in sprechi e doppioni e una malintesa autonomia. (Per approfondimenti, leggi qui)
 
Roma, Napoli, Catania, Torino, Siena. Municipi in dissesto appesi alle addizionali. Salvati, piaccia o meno, dall’antipatica Imu made in Mario Monti.
 
Bilanci previsionali impregnati di ottimismo alla voce “entrate”, partecipate trasformate in poltronifici per trombati e amici, consulenze milionarie senza criterio. Per quanto in molti casi sia giustificata, la rabbia dei primi cittadini sui paletti del Patto di Stabilità stride con i numeri dell’ultima relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria degli enti locali, secondo cui i debiti accumulati dalle 5mila controllate ammontano complessivamente a 34 miliardi di euro. Tanto più che le sanzioni per gli enti locali «che hanno avviato nell’anno 2012 procedure di privatizzazione di società partecipate» senza raggiungere gli obiettivi del Patto di Stabilità sono mitigate. Ciò nonostante, il piagnisteo dei sindaci continua.
 
L’ultimo caso a Sesto San Giovanni, Comune nell’hinterland milanese dove, come scrive Il Giorno, i magistrati contabili hanno contestato la mancata presentazione del bilancio 2012 della società che gestisce le farmacie comunali. Il buco 2011, stimato in 130mila euro, in realtà sarebbe di 1,1 milioni. Abisso, cancro, diffusa cultura dell’illegalità, impunità. Sono solo alcuni termini utilizzati dalla Corte dei Conti nell’inaugurazione dell’anno giudiziario di qualche settimana fa in riferimento alle partecipate locali. In Sicilia le controllate sono costate ai cittadini un miliardo di euro dal 2009 al 2012. Ancora, le partecipate di un Comune di 50mila abitanti come Rovigo (Veneto nanotech, Interporto, Censer, Polesine Acque) hanno accumulato ben 70 milioni di perdite nel 2012. A Palermo l’Amia, che gestisce i rifiuti, ha 2.600 dipendenti di cui un terzo assunti per “scambio padre-figlio” e 180 milioni di perdite. A Napoli il rosso delle 22 partecipate è salito a 1,3 miliardi e, per la Corte dei Conti, il comune è praticamente fallito.
 
Come se non bastasse, ha sottolineato il procuratore generale Salvatore Nottola, «Il diniego della giurisdizione contabile, a fronte degli illeciti che causano ingenti pregiudizi al patrimonio degli enti partecipati, rende problematico e incerto il ripristino delle risorse danneggiate. Viene a mancare l’iniziativa pubblica, a cura di un pubblico ministero neutrale e indipendente. Ciò malgrado tali società operino quasi sempre con patrimonio pubblico e il loro dissesto trascini con sé quello degli enti locali di riferimento». E i territori? Cornuti e mazziati.
 
«È proprio per evitare il dissesto di alcune grandi città, con l’impatto che questo avrebbe sulla politica nazionale, che ci siamo di recente inventati un’altra procedura, il “pre-dissesto”. Diamo i soldi ai comuni prima, senza invocare il dissesto, in cambio di un piano di rientro dal debito e dai disavanzi. Se questo sia giusto o sbagliato dipende da quanto si pensa che la procedura del dissesto funzioni. Ma una cosa è chiara: se in cambio dei soldi non ci sono politiche di risanamento serio si rischia di aprire una voragine senza fondo»,
 
scrive su Lavoce.info un grande conoscitore della finanza locale come Massimo Bordignon.
 
Curiosamente è lo stesso Mario Monti che come ultimo atto della sua amministrazione ha licenziato il penultimo Salva-Roma ad aver affossato i conti dei Comuni, obbligando i municipi alla svalutazione del 25% dei “residui attivi”, cioè i crediti iscritti a bilancio ma non ancora entrati in cassa. Pari a 800 milioni per Roma, addirittura a quota 3 miliardi per Napoli.
 
Fossero aziende le si potrebbe incriminare per bancarotta fraudolenta: così come le banche tengono in bonis esposizioni societarie fino a quando le imprese pagano le rate del mutuo nonostante i beni strumentali non abbiano più alcun valore, così le amministrazioni locale iscrivono a bilancio entrate che non entrano mai. Preparandosi al consueto assalto alla diligenza di dicembre, quando l’Europa impone di licenziare la Legge di Stabilità con il budget per l’anno successivo.
 
Il bilancio di Roma è un caso da manuale. C’è la gestione commissariale, affidata a Massimo Varazzani, la gestione corrente e la pletora delle partecipate, che non vengono consolidate. Solo i debiti della prima sono 12,3 miliardi di euro, a servizio della quale sono andati trasferimenti statali, dal 2009 a oggi, per 1,5 miliardi di euro.
 
Per capire le dimensioni della voragine delle municipalizzate basta un dato: al settore viabilità e trasporti sono andati 1,4 dei 2,3 miliardi di stanziamenti complessivi per Roma nel 2012. Per approfondire basta leggere qui e qui.
 
Oltre alla leva dell’addizionale di un euro sui diritti d’imbarco dei passeggeri per finanziare gli investimenti, il decreto licenziato da Monti prevede l’esclusione dai vincoli del patto di stabilità delle «risorse trasferite dal bilancio dello Stato e le spese, nei limiti delle predette risorse, relative alle funzioni amministrative conferite a Roma capitale». Escludendole quindi dal computo del deficit.
 
Ciò nonostante, il Salva-Roma bocciato questa settimana prevedeva il trasferimento alla “bad bank” di Varazzani 115 milioni di debiti relativi a poste riferite a prima del 2008, più una partita di giro da 485 milioni per il 2009. Per evitare il default le risorse destinate alla gestione commissariale saranno dirottate su quella corrente. Peccato che per trovare i denari per ripagare gli interessi sulla prima i servizi ai romani dovranno essere tagliati.
 

Analisi linguistica di un governo illegittimo

Monti era legittimato dal bombardamento mediatico-linguistico che associò il termine “tecnico” a quello di “saggio” e di “risolutore” mentre Renzi è legittimato dal carattere giovane (e dalla quota femminile), che annette il motivo generazionale alla competenza lavorativa, come se questi due concetti intrattenessero un rapporto diretto

DI LORENZO VITELLI · 27 FEBBRAIO 2014

Sembra di essere tornati al novembre 2011, quando a Palazzo Chigi Mario Monti faceva goffamente tintinnare la campanella. “Lasciamolo fare”, “è un governo di tecnici, è un governo del fare”: questo recitava l’opinione pubblica o, meglio, il mondo mediatico. Con Renzi ci situiamo più o meno sulla stessa lunghezza d’onda: deve fare, se farà bene o male, interessa poco, basta che faccia. Monti era legittimato dal bombardamento mediatico-linguistico che associò il termine “tecnico” a quello di “saggio” e di “risolutore” mentre Renzi è legittimato dal carattere giovane (e dalla quota femminile), che annette il motivo generazionale alla competenza lavorativa, come se questi due concetti intrattenessero un rapporto diretto. Il nuovo-buono si contrappone al vecchio-male; avrebbe potuto giocare una campagna elettorale con questi slogan. Finalmente non ne ha avuto bisogno.

Non è tuttavia sufficiente variare il lessico per renderci degli illusi. Il governo Renzi I oltre a non essere legittimo rimane strettamente politico e politicizzato, compromesso a tutti gli effetti con il “vecchio” per ottenere, da questo, la fiducia. Sono 5 i Ministri che hanno solo cambiato dicastero. Non hanno fatto durante la legislatura passata, faranno in quella successiva? Poletti è ancora incredulo e si chiede se veramente a lui, che non ha mai lavorato un giorno in vita sua, è stato affidato il Ministero del Lavoro. Lupi e Alfano sono ancora sullo scranno; le veline Madia e Boschi sono lì più perché giovani donne che per altro. Quale cambiamento? Franceschini alla Cultura. Un commercialista all’Ambiente. Il fare è solo una scusa, il cambiamento è l’alibi perfetto. Ora dobbiamo vedere se si sta cercando di guadagnare tempo, per far smaltire il fenomeno grillino, oppure se si vuole davvero fare, cosa ancora più temibile, perché è chiaro che si può “fare” anche contro l’interesse generale, si può “fare” per suicidarsi collettivamente.

Purtroppo sappiamo che i Media sono già all’opera per allargare la sfera del consenso e d’ora in poi, quasi magicamente, questo fare avrà una valenza positiva: scenderanno lo spread e i bot, arriveranno i famosi e tanto attesi “investitori stranieri” a privatizzare gli ultimi settori strategici, l’Ue ci sorriderà assodando i nostri “progressi”, il mercato internazionale sarà contento, e l’Italia sarà finalmente in pari… forse, più che con la Germania, con la Grecia.
http://www.lintellettualedissidente.it/nulla-ethica-sine-aesthetica/

E’ confermato: il dna può trasferirsi dalle piante OGM agli esseri umani che le mangiano

In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Public Library of Science (PLoS), i ricercatori sottolineano che ci sono prove sufficienti che i frammenti di DNA derivati dal cibo trasportano geni completi che possono entrare nel sistema circolatorio umano attraverso un meccanismo sconosciuto. (0) Mi chiedo se gli scienziati di queste aziende biotech abbiano già individuato questo metodo. In uno dei campioni di sangue analizzati la concentrazione relativa di DNA vegetale è risultata superiore al DNA umano. Lo studio è basato sull’analisi di oltre 1000 campioni umani provenienti da quattro studi indipendenti…

Quando si tratta di colture e alimenti geneticamente modificati, non abbiamo davvero alcuna idea su quali saranno gli effetti a lungo termine sul pubblico. La prima vendita commerciale di alimenti geneticamente modificati risale a solo 20 anni fa, nel 1994. Non c’è alcuna possibilità che le nostre autorità sanitarie possono testare tutte le possibili combinazioni su una popolazione abbastanza grande e per un periodo di tempo abbastanza lungo per poter dire con certezza che essi sono innocui. Il genetista David Suzuki ha recentemente espresso la sua preoccupazione, affermando che gli esseri umani sono parte di un “esperimento genetico massiccio” della durata di molti anni, dal momento che migliaia di persone continuano a consumare OGM, e ciò che dice è vero.

I progressi nella scienza del genoma nel corso degli ultimi anni hanno rivelato che gli organismi possono condividere i loro geni. Prima di questo, si pensava che i geni fossero condivisi solo tra gli individui membri di una stessa specie attraverso la riproduzione. I genetisti di solito seguivano l’eredità dei geni in quello che potremmo chiamare un modo “verticale”: si fa accoppiare un maschio con una femmina, si seguono i loro figli e si prosegue lungo la strada da lì. Oggi, gli scienziati riconoscono che i geni sono condivisi non solo tra i singoli membri di una specie, ma anche tra i membri di specie diverse.

“Il nostro sangue è considerato un ambiente ben separato dal mondo esterno e dal tratto digestivo. Secondo il paradigma standard grandi macromolecole consumate con il cibo non possono passare direttamente nel sistema circolatorio. Si pensa che, durante la digestione, le proteine e il DNA siano degradati rispettivamente in piccoli costituenti, aminoacidi e acidi nucleici, quindi assorbiti da un processo attivo complesso e distribuiti in varie parti del corpo attraverso il sistema circolatorio. Da questo studio, basato sull’analisi di oltre 1000 campioni umani provenienti da quattro studi indipendenti, emerge la prova che frammenti di DNA derivati dal cibo, abbastanza grandi da trasportare geni completi, possono evitare il degrado e, attraverso un meccanismo sconosciuto, entrare nel sistema di circolazione umano. In uno dei campioni di sangue la concentrazione relativa di DNA vegetale è superiore al DNA umano. La concentrazione di DNA della pianta mostra una distribuzione sorprendentemente precisa nei campioni di plasma, mentre il campione di controllo non-plasma (sangue cordonale), è risultato privo di DNA vegetale “. (0)
Non è come se un essere umano si accoppiasse con una mela, una banana o una pianta di carota e scambiasse geni. Ciò che le aziende biotecnologiche e biotech come la Monsanto hanno fatto è che hanno permesso il trasferimento di geni da uno all’altro senza alcun riguardo per le limitazioni o i vincoli biologici. Il problema è che questo si basa su una pessima scienza. Le condizioni e le ‘regole’ biologiche che si applicano al trasferimento genico verticale, almeno quelle di cui siamo consapevoli, non si applicano necessariamente al trasferimento genico orizzontale. La scienza biotech oggi si basa sull’ipotesi che i principi che regolano l’eredità dei geni siano gli stessi sia quando muoviamo i geni orizzontalmente che quando essi si spostano verticalmente.

Come possono le nostre autorità sanitarie approvarli come sicuri? E’ quasi come se ci avessero detto che erano sicuri, e noi ci abbiamo creduto, senza metterlo in discussione. A quanto pare siamo una razza molto ingenua, ma le cose stanno cambiando e sempre più persone stanno cominciando a mettere in discussione il mondo che li circonda.
Una piccola mutazione in un essere umano può determinare moltissimo, il punto è che quando si sposta un gene, un singolo, minuscolo gene, da un organismo ad un altro si cambia completamente il suo contesto. Non c’è alcuna possibilità di prevedere come andrà a comportarsi e quale sarà il risultato. Noi pensiamo di progettare queste forme di vita, ma è come prendere l’orchestra di Toronto pronta a suonare una sinfonia di Beethoven e poi prendere alcuni batteristi a caso da “qui” e inserirli nella sinfonia di Toronto. Quello che verrà fuori sarà qualcosa di molto, molto diverso. I pubblicisti dicono che c’è una buona intenzione dietro gli OGM , ma il fatto è che la questione è guidata dal denaro“. David Suzuki
Personalmente credo che le intenzioni vadano oltre il denaro, ma questa è un’altra storia.

E’ anche abbastanza chiaro che il DNA del cibo può finire e, di fatto, finisce nei tessuti animali e nei prodotti lattiero-caseari che la gente mangia. (4) (5) Ci sono studi che dimostrano che, quando gli esseri umani o gli animali digeriscono gli alimenti geneticamente modificati, i geni creati artificialmente si trasferiscono nell’intestino e alterano il carattere dei batteri benefici nell’intestino. I ricercatori riferiscono che i microbi trovati nell’intestino tenue di persone sottoposte ad ilestomia sono in grado di acquisire e ospitare sequenze di DNA provenienti da piante geneticamente modificate. (1) Le colture geneticamente modificate si sono infiltrate nei mangimi dal 1996, gli animali hanno una dieta completamente OGM. Gli studi hanno collegato i mangimi OGM ad una grave infiammazione allo stomaco e ingrossamento dell’utero nei suini.

E’ anche importante notare che il trasferimento genico tra colture agricole geneticamente modificate e le specie autoctone presenti nei dintorni ha dato origine a specie molto resistenti chiamate supererbacce. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, “il trasferimento di geni e il movimento di geni da piante OGM a colture convenzionali o specie affini possono avere un effetto sulla sicurezza alimentare.” Questo rischio è reale, come è stato dimostrato negli Stati Uniti, quando tracce del tipo di mais approvato solo per l’uso nei mangimi sono state trovate anche nei prodotti di mais per consumo umano”. (3)

La verità è che gli ingegneri genetici che producono gli OGM e li introducono nell’ambiente non hanno mai preso in considerazione la realtà del trasferimento genico. Il risultato di questo è che ora stiamo iniziando a vedere le conseguenze dei geni ingegnerizzati, in particolare come si diffondono e alterano altri organismi in vari ambienti. Il ricercatore Watrud et al (2004) ha fornito le prove che il transgene della resistenza agli erbicidi si è diffuso attraverso il polline fino a 21 km oltre la zona di controllo perimetrale e ha impollinato una pianta selvatica (Agrostis palustris) della famiglia delle graminacee. (2)

http://laviadiuscita.net/e-confermato-il-dna-puo-trasferirsi-dalle-piante-ogm-agli-esseri-umani-che-le-mangiano/#more-6502

La crociata di Bernard Henri Levy

Più che intellettuali, questi sono dei veri e propri agenti del Potere.
DI SEBASTIANO CAPUTO · 27 FEBBRAIO 2014
 
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“Gli intellettuali non sono, come spesso si dice, gli uomini che pensano: sono gente che fanno professione di pensare e che prelevano un salario aristocratico”.
 
Georges Sorel
 
Gli intellettuali di regime possiedono tutti le stesse caratteristiche. Hanno una visione turistica del mondo, disprezzano il Paese in cui vivono, provengono da un certo ambiente universitario, pubblicano ad orologeria saggi (il più delle volte curati da “ghostwriter”) su tematiche estremamente attuali, sono editorialisti delle grandi testate nazionali, gravitano da un programma televisivo all’altro, si riempiono la bocca di parole come “democrazia” e “libertà”, dettano l’agenda ai governi, producono e manipolano l’informazione, pontificano, legittimano, ma soprattutto santificano l’ideologia dominante.
 
Più che intellettuali, questi sono dei veri e propri agenti del Potere. Tra i più attivi dell’ultimo decennio spicca il “filosofo” francese Bernard Henri Levy, soprannominato dall’intero apparato mediatico “BHL”. Autore de “il genio del Giudaismo”, massimo esponente dello “scontro delle civiltà huttingtoniano” (nel saggio “Chi ha ucciso Daniel Pearl?” edito dalla Rizzoli nel 2003, divide il mondo arabo-musulmano in “terroristi” e “occidentalizzati”), Bernard Henri Levy è diventato, con il passare degli anni, il portavoce intellettuale dell’atlantismo. La sua crociata imperialista inizia negli anni Novanta in Jugoslavia. Nel 1993 si reca a Sarajevo e si dichiara a favore dell’indipendenza della Bosnia Erzegovina sostenendo il presidente musulmano bosniaco Alija Izetbegovic. Il suo obiettivo era quello di “balcanizzare” il Paese e “proteggere” le “piccole patrie” rifiutando allo stesso tempo il nazionalismo. Sulla Bosnia Erzegovina scrive un libro, realizza un documentario televisivo, un documentario cinematografico, fino a condurre una lista “Sarajevo” alle elezioni europee del 1994.
 
La sua legittimazione della destabilizzazione degli “Stati canaglia” (terminologia artificiale inventata dai vertici neocon di Washington) dirompe nel 2010 contro l’Iran di Mahmoud Ahmadinejad. Bernard Henry Levy mobilita l’opinione pubblica francese per salvare dalla lapidazione una donna iraniana accusata di adulterio: Sakineh. Travolto dalle emozioni, il mondo, non ha avuto il tempo di verificare questa accusa, fino a quando l’umorista francese Dieudonné, recentemente travolto da un ciclone mediatico, si è recato a Teheran per smentire tutte le menzogne dell’intellettuale di regime.
 
Bernard Henri Levy è poi tornato a colpire nel 2011 contro Muammar Gheddafi. È stato lui a convincere l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy a bombardare la Libia tanto che all’indomani del conflitto, pubblicò l’ennesimo saggio-bollettino intitolato “La guerra, senza amarla”, nel quale raccontava la “sua guerra privata” contro il Rais. Pochi mesi dopo è stato sempre lui che dai salotti parigini lanciava le sue invettive contro Bashar al Assad. I suoi articoli tracciavano un parallelismo tra la città siriana di Homs, e quella libica di Bengasi. Parlavano chiaro: “ci vuole, adesso, un intervento in Siria”. Oggi Bernard Henri Levy occupa le prime pagine del Corriere della Sera per essersi recato a Kiev, in Ucraina, in sostegno della folla benedetta dall’Occidente.

Triste primato per il 2013, l’anno con più guerre dal secondo conflitto mondiale

è solo la democrazia che avanza. SI sà. chi non accetta la dominazione statunitense è un pericolo per la pace

Secondo lo studio annuale dell’istituto Heidelberg, l’anno appena trascorso è stato quello con più conflitti attivi dal 1945. Con almeno venti guerre effettive, al 2013 spetta, dunque, un non certo invidiabile primato che fa comprendere come il sogno della pace sia lontano oggi come non mai.
Il “barometro dei conflitti 2013? del rapporto dell’istituto Heidelberg ha enucleato, in relazione allo scorso anno, almeno venti guerre con un focus sugli ormai storici conflitti in Afghanistan, Siria, Pakistan e Iraq ai quali vanno ad aggiungersi i recenti “interventi umanitari”  in Mali e Repubblica Centrafricana. Ben lontani da certa propaganda occidentale, che continua a propagandare l’adagio delle “campagne di pace”, i parametri Hilk indicano i recenti interventi militari statunitensi ed europei in Africa col grado di conflitti di “livello cinque”, vale a dire guerre sic et simpliciter.

Secondo il rapporto dell’istituto tedesco, il grosso dei conflitti attuali ha come scenario l’Africa ed il  Medio Oriente, tra tutti, ad emergere per l’alto livello di violenza e di morti, soprattutto tra la popolazione civile con donne e bambini, è purtroppo la guerra in Siria, sulla quale, oltretutto, pesa ancora l’incognita di un’ulteriore inasprimento del conflitto che potrebbe essere provocato dai mai completamente abbandonati propositi statunitensi di intervento diretto.  Ben undici, delle attuali venti guerre in corso, hanno luogo nell’Africa sub-sahariana, dove solo  tra Sudan e Sud Sudan, infatti, l’istituto tedesco ha registrato ben cinque guerre vere e proprie. Il resto dei conflitti si svolgono principalmente in Medio Oriente (Siria, Egitto e Iraq) e Asia (Afghanistan, Pakistan e Filippine), mentre il Messico continua ad essere l’unico paese delle Americhe a figurare nella lista a causa del narcotraffico. Gli scontri tra i cartelli della droga e le autorità governative messicane vengono, infatti, classificati dal rapporto come “altamente violenti” a causa dell’elevato tasso di violenza e di morti registrati, basti pensare che solo nel 2013 si sono avuti oltre 10 mila morti, cifre che rimandano, per la loro crudeltà, ai bollettini di guerra canonici.

 Complessivamente, il rapporto ha registrato 414 conflitti, nove in più rispetto l’anno precedente, tra questi:  45 sono  stati classificati come “molto violenti”, venti, come già specificato, hanno ricevuto la qualifica di guerra vera e propria, ed altri venticinque lo status di “guerra limitata”. In quest’ultima categoria rientrerebbero, oltre i conflitti sociali, ad altro tasso di violenza, in Congo, Libia, Tunisia e Turchia, gli scontri tra le autorità governative ed i cartelli della droga in Brasile, e quelli tra i istituzioni e guerriglia in Colombia.
http://www.signoraggio.it/triste-primato-il-2013-lanno-piu-guerre-dal-secondo-conflitto-mondiale/

Pericolosi venti di guerra in Crimea, 2000 paracadutisti russi sbarcati

KIEV – Pericolosi venti di guerra in Crimea. Kiev grida all’invasione affermando che Mosca ha già inviato 2.000 parà, mentre il presidente Usa Barack Obama, che sta valutando l’ipotesi di non partecipare al G8 di giugno a Sochi, lancia all’indirizzo di Mosca un monito: un intervento militare, dice, “avrebbe un costo”. Ed il presidente ucraino, Oleksandr Turcinov, accusa apertamente la Russia di voler provocare un conflitto.
Il neo-premier della Crimea, Sergei Aksionov (eletto dal parlamento occupato dai militanti filo-russi), ha chiesto l’aiuto del presidente russo, Vladimir Putin, per restaurare la “pace e la calma” nella penisola. Immediata la reazione di Mosca: il Cremlino non ha perso tempo e ha fatto sapere che “la richiesta d’aiuto da parte dei dirigenti della Crimea non resterà inascoltata”.
Intanto i collegamenti telefonici e internet tra Crimrea e Ucraina risultano tagliati.
L’Ucraina si rifiuta di rispondere “con la forza” alla “provocazione” russa, dopo il dispiegamento di militari sul territorio della repubblica autonoma di Crimea. Lo ha detto il premier ucraino, Arseni Iatseniuk.
L’Ucraina ha “un’enorme” debito di gas non pagato alla Russia, pari a 1,55 miliardi di dollari. Lo sottolinea il gigante energetico russo Gazprom, facendo sapere che il prezzo di favore accordato a Kiev da Mosca potrebbe essere messo in discussione. “Abbiamo buoni rapporti con l’Ucraina – ha detto il portavoce della compagnia, Sergei Kouprianov – e il transito funziona. Devono solo pagarci il gas”.

Duemila paracadutisti russi sbarcati in Crimea

KIEV – All’aeroporto militare di Gvardiiski, vicino alla capitale della Crimea, Sinferopoli, sono atterrati 13 aerei militari russi Il-76 ognuno con a bordo 150 paracadutisti per un totale di 2.000 soldati. Lo denuncia il rappresentante permanente del presidente ucraino in Crimea, Serghiei Kunitsin, citato dall’agenzia Unian.
Il presidente ucraino ad interim, Aleksandr Turcinov, ha chiesto al leader russo Vladimir Putin di far cessare la “aggressione non dissimulata” in Crimea. “Mi rivolgo personalmente al presidente Putin – ha detto Turcinov in un messaggio alla televisione – per chiedergli di fermare immediatamente la sua aggressione non dissimulata e di ritirare i suoi militari in Crimea. Secondo il presidente ad interim, si tratta di una provocazione di Mosca: “Si provoca il conflitto e poi si annette il territorio”, ha detto.

http://terrarealtime.blogspot.it/2014/03/pericolosi-venti-di-guerra-in-crimea.html

Sventato tentativo di occupare il ministero degli Interni della Crimea

La notte del 1° marzo uomini armati non identificati avevano cercato di occupare il ministero degli Affari Interni della Repubblica Autonoma di Crimea, riporta il sito del ministero degli Esteri russo. Ci sono stati dei feriti.
“Grazie all’azione decisa delle guardie è stato sventato il tentativo di occupare il palazzo del ministero dell’Interno,” – si legge nel comunicato del dicastero.
“Riteniamo che sia estremamente irresponsabile agitare ulteriormente la situazione già tesa in Crimea”, – è scritto nel comunicato.
http://italian.ruvr.ru/news/2014_03_01/Sventato-tentativo-di-occupare-il-ministero-degli-Interni-della-Crimea-2084/

La prima indagata del governo Renzi

Se quello di Letta era il governo dei ‘dimissionari’ non vorremo che quello di Renzi diventasse quello degli ‘indagati’. Indovinate un po’? Non è passata ancora una settimana e già si scopre che uno dei nostri ministri è indagato. Si tratta di una persona insospettabile.
Colei che dal suo curriculum poteva sembrare la donna perfetta per rivestire un ruolo importante come quello di ministro degli Affari regionali, vittima quando era sindaco di Monasterace, in Calabria di vari atti intimidatori, dai tre colpi di pistola 7,65 contro la macchina nel 2012 dopo che qualche tempo prima le era  stata incendiata la farmacia, si scopre in questi giorni che Maria Carmela Lanzetta, dalla scorsa estate risulta indagata dalla procura della Repubblica di Locri per abuso d’ufficio.
Secondo le accuse e la denuncia presentata nel marzo 2012 da alcuni consiglieri d’opposizione al Comune di Monasterace nel 2010 avrebbe affidato un appalto per l’illuminazione pubblica da 230 mila euro senza svolgere regolare gara. Quello che ci chiediamo è se Renzi era ed è a conoscenza di questa vicenda assai scottante.
Come sempre non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria del Ministro, ma ci chiediamo se a questo punto anche nel caso di Maria Carmela Lanzetta si alzeranno tutte quelle voci che per una situazione se pur differente, perché la De Girolamo non era indagata, verrà chiesta la sua testa oppure no. In ogni caso crediamo che Renzi dovrà rendere conto a quell’ala della sinistra che in più casi ha dimostrato di non essere affatto garantista nei confronti di altri casi simili.

Che il governo Renzi come avevamo già ampiamente previsto sia nato sotto una stella sbagliata e che non arriverà mai una svolta? Abbiamo deciso di rispondere come ha fatto Napolitano ad una domanda simile:  “Bella domanda, in America le chiamano “Hypothetical questions”.

Guerriero del Risveglio
http://www.signoraggio.it/prima-indagata-del-governo-renzi/

UKRAINE : LES INFOS BIDONNEES DES MEDIAS DE L’OTAN

Luc MICHEL/ En Bref /  avec RT – AFP – PCN-SPO / 2014 02 28 / LM.NET - EN BREF info bidonnee en crimee (2014 02 28) FR

« Qui contrôle l’aéroport de Simpferopol ? » demande l’AFP ce vendredi 28.02.2014 :

« Une dizaine de militaires aux uniformes dépourvus de tout signe distinctif et une trentaine de civils pro-russes continuaient de patrouiller vendredi après-midi devant l’aéroport de Simferopol en Criméeé », a constaté un journaliste de l’AFP, alors que les ‘autorités ukrainiennes’ putchistes de Kiev, pas à une rodomontade près, ont assuré en « avoir repris le contrôle » (sic).

Le nouveau ‘directeur du Conseil national de sécurité ukrainien’ – proche des leaders néofascistes du putch – avait auparavant assuré que l’aéroport se trouvait «à nouveau sous le contrôle des forces de sécurité ukrainiennes» après que le ministre ukrainien de l’Intérieur avait dénoncé une «invasion armée» russe (resic).

La trentaine de civils présents ne cachaient pas leur motivation :

«Nous sommes là pour ne pas permettre que viennent en avion de l’ouest de l’Ukraine des fascistes ou des radicaux» (comme ils l’ont fait à Kharkov mardi, tiens çà aussi on ne vous l’a pas dit ?), déclare, évoquant fort justement en ces termes les partisans du nouveau régime ukrainien, leur porte-parole improvisé, Vladimir, 46 ans, en veste de treillis et qui se présente comme un ancien officier.

A l’intérieur de l’aéroport, les passagers effectuent dans le calme les formalités d’embarquement pour les vols à destination de Moscou ou de Kiev.

MAIS la réponse à la question de l’AFP n’était pas à chercher.

Dès ce matin la TV russe RT consacrait un reportage aux « nouvelles ‘Unités d’Auto-défense’ » (« self-defense squads ») de la Crimée auto-administrée depuis ce mercredi. Des milices d’auto-défense populaires (sur le modèle des ex DDR et Yougoslavie ou de la Syrie ba’athiste) qui sont levées en masse. Et dont l’apparition à l’aéroport de Simpferopol était un avertissement voulu très médiatique. Mais depuis dimanche elles quadrillent déjà Sébastopol et d’autres villes de Crimée.

Cà vous pouviez le lire dès hier sur les médias du PCN.

Vous noterez encore que les uniformes impeccables (pas des hordes comme aux Maidan) et les armes (fusils d’assaut notamment) des ‘Unités d’auto-défense’ ne sont pas russes …

Lorsque les gangs néofascistes de Svoboda de Lviv ou Kiev paradaient dans des uniformes américains ou britanniques, personne ne parlait dans les médias de l’OTAN « d’invasion US ». Et pourtant … lorsque les radicaux néonazis de Praviy Sektor, pour qui « Svoboda est trop mou », se sont emparés de la RADA ce samedi à Kiev, revêtus de treillis neufs de la Bundeswehr de Merkel et équipés de blindés, personne n’a hurlé contre une nouvelle « invasion allemande » …

Vous avez-dit médiamensonges ?

Luc MICHEL

Photo : ‘Unités d’auto-défense’ devant l’aéroport de Simferopol.

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