La nuova strategia di guerra della Nato

ma non siete contenti di pagare per questi presidi della democrazia?di Manlio Dinucci

 
Una Pinotti (Roberta Pinotti, del Partito democratico, mini-stro della difesa nel governo Renzi) raggiante di gioia, per la sua prima volta alla Nato (il sogno di una vita), ha partecipato alla riunione dei ministri della difesa svoltasi il 26-27 febbraio al quartier generale di Bruxelles.
 
Primo punto all’ordine del giorno l’Ucraina, con la quale – sottolineano i ministri nella loro dichiarazione – la Nato ha una «distintiva partnership» nel cui quadro continua ad «assisterla per la realizzazione delle riforme». Prioritaria «la cooperazione militare» (grimaldello con cui la Nato è penetrata in Ucraina). I ministri «lodano le forze armate ucraine per non essere intervenute nella crisi politica» (lasciando così mano libera ai gruppi armati) e ribadiscono che per «la sicurezza euro-atlantica» è fondamentale una «Ucraina stabile» (ossia stabilmente sotto la Nato).
 
I ministri hanno quindi trattato il tema centrale della Connected Forces Initiative, la quale prevede una intensificazione dell’addestramento e delle esercitazioni che, unitamente all’uso di tecnologie militari sempre più avanzate, permetterà alla Nato di mantenere un’alta «prontezza operativa ed efficacia nel combattimento». Per verificare la preparazione, si svolgerà nel 2015 una delle maggiori esercitazioni Nato «dal vivo», con la partecipazione di forze terrestri, marittime e aeree di tutta l’Alleanza. La prima di una serie, che l’Italia si è offerta di ospitare.
Viene allo stesso tempo potenziata la «Forza di risposta della Nato» che, composta da unità terrestri, aeree e marittime fornite e rotazione dagli alleati, è pronta ad essere proiettata in qualsiasi momento in qualsiasi teatro bellico. Nell’addestramento dei suoi 13mila uomini, svolge un ruolo chiave il nuovo quartier generale delle Forze per le operazioni speciali che, situato in Belgio, è comandato dal vice-ammiraglio statunitense Sean Pybus dei Navy SEALs.
 
La preparazione di queste forze rientra nel nuovo concetto strategico adottato dall’Alleanza, sulla scia del riorientamento strategico statunitense. Per spiegarlo meglio è intervenuto a Bruxelles il segretario alla difesa Chuck Hagel, che ha da poco annunciato un futuro ridimensionamento delle forze terrestri Usa da 520mila e circa 450mila militari in servizio attivo. Non è un primo passo sulla via del disarmo, ma il risultato della nuova strategia, Gli Usa, ha spiegato Hagel, «non inten-dono più essere coinvolti in grandi e prolungate operazioni di stabilità oltremare, sulla scala di quelle dell’Iraq e l’Afghanistan». È il nuovo modo di fare la guerra, condotta in modo coperto attraverso forze speciali infiltrate, droni armati, gruppi (anche esterni) finanziati e armati per destabilizzare il paese, che preparano il terreno all’attacco condotto da forze aeree e navali. La nuova strategia, messa a punto con la guerra di Libia, implica un maggiore coinvolgimento degli alleati.
 
In tale quadro il ministro Pinotti ha avuto l’onore di avere a Bruxelles un colloquio bilaterale col segretario Hagel che, si legge in un comunicato del Pentagono, «ha ringraziato la Pinotti per la sua leadership e per il forte contributo dell’Italia alla Nato, inclusa la missione Isaf». Hagel ha anche espresso il solenne «impegno di continuare a cercare modi per approfondire la relazione bilaterale con l’Italia». C’è da aspettarsi quindi ancora di più dalla «relazione bilaterale» con gli Usa, oltre agli F-35, al Muos di Niscemi, al potenziamento di Sigonella e delle altre basi Usa sul nostro territorio, all’invio di forze italiane nei vari teatri bellici agli ordini di fatto del Pentagono.
 
Soprattutto ora che ministro della difesa è Roberta Pinotti, la cui «leadeship» ha contribuito a far salire l’Italia al decimo posto tra i paesi con le più alte spese militari del mondo: 70 milioni di euro al giorno, secondo il Sipri, mentre si annunciano nuovi tagli alla spesa pubblica.
 

Massimo Fini – Da Yanukovich a Grillo

Sappiamo che la storia dell’Ucraina è particolare. Nondimeno la cacciata con la violenza delle armi del presidente Yanukovich, di cui è stata richiesta anche l’incriminazione davanti al Tribunale internazionale dell’Aja, pone delle importanti questioni di principio. Finora per le democrazie occidentali era pacifico che una rivolta armata della popolazione fosse legittima quando era contro un dittatore, come è avvenuto in Tunisia con Ben Alì, in Egitto con Mubarak, in Libia con Gheddafi (anche se, per la verità, in questo caso più che il popolo furono i missili francesi a cacciare il rais di Tripoli). Ma Yanukovich era arrivato al potere democraticamente nel 2010 col 51,8% dei voti, in elezioni che erano state considerate regolari anche da quell’Occidente che deve sempre ficcare il naso dappertutto. Eppure in Ucraina l’Occidente si è schierato dalla parte della piazza e di una rivolta armata estremamente violenta (quando si sequestrano una sessantina di poliziotti si è fuori da qualsiasi manifestazione, per quanto dura, espressa democraticamente) e contro il presidente che aveva dalla sua il suffragio della maggioranza e che ha reagito con altrettale, e forse anche maggiore, violenza. Finchè Yanukovich, sotto le pressioni della piazza e dell’Occidente, è stato costretto a fuggire. Ebbene se vale in principio affermato dall’Occidente in Ucraina, e cioè che anche un regime democraticamente eletto può essere legittimamente rovesciato con la violenza, non si vede perchè non possa essere applicato anche in Italia. Anzi a maggior ragione in Italia in cui da cinquant’anni almeno non esiste più una democrazia ma una partitocrazia, dove cioè i partiti, scavalcando completamente il ruolo loro affidato dalla Costituzione (art.49), hanno arbitrariamente e illegalmente occupato tutto l’occupabile, dalle Istituzioni (Presidenza della Repubblica, Parlamento, consigli regionali, provinciali, comunali, comitati di zona), il parastato, la Rai e anche ampi settori del privato spingendosi giù giù fino ai Consigli di circolo didattico, che sono associazioni di genitori all’interno degli istituti scolastici. Tranquilli. Non succederà nulla. Gli italiani sono troppo slombati, infiacchiti dal cosiddetto ‘benessere’ per avere la vitalità di ribellarsi. Solo se la crisi economica dovesse acuirsi ulteriormente e se si arrivasse alla fame, quella vera (che non vuol dire essere costretti a fare acquisti più oculati alle Coop), poichè ‘il bisognino fa trottar la vecchia’, come dicono in Toscana, ci potrebbe forse essere una rivolta violenta anche da noi contro questo regime (oltretutto ladro in maniera al cospetto della quale gli struzzi e i rubinetti d’oro di Yanukovich fanno ridere).

Solo il Movimento 5 Stelle avrebbe potuto tentare un’avventura del genere. Ma Grillo ha scelto, responsabilmente, la via di una rivoluzione pacifica, ma pur sempre antisistema. Lo disse chiaramente fin dall’inizio, l’8 settembre del 2007, al primo V-day di Bologna, cui partecipai anch’io, Gabanelli, la Guzzanti, Travaglio: «Noi viviamo in una partitocrazia, non in una democrazia». E lo ha ribadito fino alla nausea e ancora pochi giorni fa nello ‘streaming’ con Renzi: «Io non posso essere democratico con te» (sottinteso: perchè tu rappresenti un regime antidemocratico). Ecco perchè non si può essere ‘aperturisti’ come i quattro senatori che sono stati espulsi. Sarebbe come se, durante il regime mussoliniano, un gruppo di antifascisti avesse cercato un accordo con i fascisti. Con i fascisti, per restare a questa metafora, non si tratta.

Semmai l’errore di Grillo, nella sua ansia di democratizzazione universale via web, è stato quello di affidare la decisione delle questioni più importanti alla Rete e di non aver capito che un movimento rivoluzionario, sia pur pacifico, ai suoi inizi non può che essere leninista. Trotskij represse nel sangue la rivolta dei marinai di Kronstadt cui pur era sentimentalmente vicino. Siamo in un’altra epoca, in un’altra situazione, in un altro tutto. Qui ci sono state solo quattro espulsioni di senatori che, come probabilmente molti elettori di 5 Stelle, non hanno capito qual è l’autentica sostanza del movimento di Beppe Grillo.

Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
1.03.2014

Il Fatto Quotidiano, 1 marzo 2014

Crisi ucraina, gli USA minacciano la Russia

A Mosca manifestazione a sostegno dei compatrioti in Ucraina

http://italian.ruvr.ru/2014_03_02/La-situazione-in-Ucraina-5049/
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Il segretario di Stato americano John Kerry ha invitato la Russia a riportare immediatamente le sue truppe nelle basi e a sostenere la mediazione internazionale in Ucraina.

“Gli Stati Uniti condannano un’invasione russa e un’occupazione del territorio ucraino, così come la violazione della sovranità ucraina e dell’integrità territoriale,” – si legge in un comunicato pubblicato sul sito web del Dipartimento di Stato americano.

“Queste azioni minacciano la pace e la stabilità in Ucraina e in tutta la regione,” – ha sottolineato Kerry.

Kerry ha riferito di aver personalmente parlato con il presidente ad interim dell’Ucraina Alexander Turchynov e di avergli assicurato il pieno sostegno degli Stati Uniti.

“Se la Russia non prende immediatamente provvedimenti concreti per ridurre le tensioni, le implicazioni nei rapporti USA-Russia e la posizione di Mosca nella comunità internazionale avranno ripercussioni molto profonde,” – ha dichiarato il segretario di Stato USA.

http://italian.ruvr.ru/news/2014_03_02/Crisi-ucraina-gli-USA-minacciano-la-Russia-9920/

Banderisti e ceceni uniti nella lotta

Il capo di banderovcy Jarosh chiede appoggio al terrorista ceceno Dokka Umarov nella “comune lotta contro la Russia”. Ricordiamo che uno dei capi del Pravyj Sektor ha lottato a fianco dei terroristi ceceni nella seconda metà degli anni ’90.

http://glagol.in.ua/2014/03/01/pravyiy-sektor-obratilsya-k-lideru-chechenskih-terroristov-s-prosboy-o-pomoshhi/

12:30
Nel social network sono stati creati diversi gruppi attraverso i quali vengono diffuse queste informazioni.
12:30
“Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la pace e si preoccupano del futuro dei loro cari e del loro Paese. La richiesta per poter manifestare è stata consegnata ieri all’ufficio del comune”, – ha riferito il comitato organizzatore.
12:29
“I fatti accaduti negli ultimi giorni devono rimanere sulle coscienze dei provocatori, che oggi stanno cercando di prendersi l’Ucraina, prendono decisioni illegittime e non hanno nulla in comune con il popolo ucraino” , – si legge nel comunicato del comitato organizzatore della manifestazione, che avrà inizio alle ore 17.00 in piazza Pushkin a Mosca.
12:29
Siamo preoccupati per gli sviluppi in Ucraina, dove abitano milioni di nostri connazionali, un popolo fraterno con cui siamo legati e uniti storicamente da radici culturali e religiose.
12:28
Le organizzazioni giovanili patriottiche, organizzazioni studentesche, l’associazione pubblica panrussa dei veterani “Fratellanza di guerra” e associazioni universitarie si riuniranno a Mosca oggi per un corteo a sostegno dei compatrioti in Ucraina. 

Le massicce PSYOP contro l’Ucraina da parte di GCHQ e NSA

febbraio 28, 2014
 
Wayne Madsen Strategic Culture Foundation28/02/2014
 
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Era solo questione di tempo. Il partner inglese dei cinque occhi della National Security Agency, il Gouvernement Communications HeadQuarters (GCHQ), ha fatto causa comune con un’altra creazione dei servizi segreti inglesi, il Tavistock Institute of Human Relations di Londra. Dalla sua creazione nel 1921 sotto l’egida della presidenza del Bureau of Psychological Warfare dell’esercito inglese, l’Istituto Tavistock è in prima linea nella ricerca e applicazione di tecniche di controllo mentale, mirate e di massa. L’istituto ha collaborato con enti di ricerca, tra cui Stanford Research Institute (SRI) e Esalen Institute degli Stati Uniti, che svolgono operazioni psicologiche per conto della Central Intelligence Agency e del dipartimento della Difesa. L’ultima tranche di diapositive PowerPoint rivelata dall’informatore della NSA Edward Snowden mostra le analogie con l’Human Science Operations Cell (HSOC) del Joint Threat Research Intelligence Group (JTRIG) del GCHQ. Il nome stesso di “Human Science Operations” appare stralciato dalla Carta operativa del Tavistock Institute, inclusa la capacità d’impegnarsi nel “dominio a spettro completo” dei servizi segreti statunitensi e inglesi, in altre parole, i due principali membri dell’alleanza dei cinque occhi. Ciò che è più allarmante della recente divulgazione di diapositive contrassegnate SECRET//SI//RELTOUSA.FVEY (intelligence speciale, solo negli Stati Uniti e per i cinque occhi) e UK TOP SECRET STRAP, è che l’alleanza dell’intelligence elettronica dei cinque occhi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda applica operazioni psicologiche (PSYOPS) e operazioni di controllo mentale ideate dal Tavistock, al tradizionale ruolo d’intelligence dei segnali (SIGINT). Il miscuglio tra SIGINT e intelligence umana (HUMINT) nell’ambito della cyber-warfare e dello sfruttamento della rete di computer (CNE), con poco o nessun controllo effettivo da parte delle autorità legislative di vigilanza, fino ad oggi è la prova più vicina a svelare come NSA e partner abbiano intrapreso la politica di controllo da Grande Fratello di “1984”, utilizzando internet come arma primaria. L’ultima tranche di diapositive indica una serie di programmi d’inganno via web. Tra cui la creazione di alias e mascheramenti (con l’impiego di “manichini” umani, già usati dai militari degli Stati Uniti per ostacolare e influenzare internet), messaggistica di massa (o spamming) e propaganda per “invocare bombardamenti” e “narrazioni d’istigazione”. Tali tattiche sono state perfezionate quando la CIA e i suoi alleati delle organizzazioni non governative finanziate da George Soros crearono la “primavera araba” rovesciando i governi di Egitto, Tunisia, Libia e Yemen, e avviando la sanguinosa guerra civile in Siria. In Ucraina, il governo democraticamente eletto del Presidente Viktor Janukovich è caduto più rapidamente del presidente egiziano Hosni Mubaraq e del leader libico Muammar Gheddafi, semplicemente perché i media corporativi occidentali hanno pienamente collaborato ai tentativi dei cinque occhi nell’attivare gli eserciti di burattini con alias che diffondono propaganda anti-Janukovich e, con l’aiuto dei media globali aziendali, “narrazioni d’istigazione”. Nel caso dell’Ucraina, tali “narrazioni” erano prodotte dagli uffici propaganda di CIA, NSA, GCHQ, MI-6 e Canadian Communications Security Establishment (CSEC) cooperando strettamente con le facciate di tali agenzie d’intelligence come Open Society Institute di Soros, Freedom House, Hudson Institute, Centro di Studi Strategici e Internazionali (CSIS), Heritage Foundation e Demos del Regno Unito. Le agenzie d’intelligence occidentali hanno diffuso le “narrazioni d’istigazione” attraverso TwitterFacebookFlickr e Youtube. Queste applicazioni sono parte integrante del Computer Network Information Operations (CNIO) di GCHQ e NSA. Al di fuori del campo della guerra tecnologica, JTRIG ammette l’impiego “della raccolta di credenziali” contro “le agenzie di stampa estere”. In realtà, spie e provocatori mascherati da spie furono scoperti non solo diffondere notizie fasulle sull’Ucraina, ma anche sul Venezuela, nella simultanea rivolta antigovernativa nel Paese. Falsi giornalisti sono stati smascherati anche in Egitto, Thailandia, Cina e Russia.
Due programmi del GCHQ sono stati probabilmente utilizzati per bombardare gli organi d’informazione con la propaganda dell’opposizione ucraina filo-occidentale, i cui nomi in codice sono INFINITE CURVATURE e MOUNTAIN SLOPE. (CURVATURA INFINITA e PENDIO DI MONTAGNA). Senza verificare in modo indipendente ciò che veniva diffuso tramite messaggi di testo, email, fax e telefonate, i media aziendali globali volentieri ritrasmettevano e ripubblicavano la propaganda dei cinque occhi sulla situazione in Ucraina, come dati di fatto. Comprese le falsità sui cecchini delle forze speciali russe Spetsnaz che sparavano sui manifestanti a piazza Maidan a Kiev (relazioni reali indicavano agitatori neo-nazisti in piazza Maidan sparare ai manifestanti con l’intento d’incolparne il personale di sicurezza del governo), l’accumulo di Janukovich di un tesoro di costosi dipinti e sculture alla maniera di Muammar Gheddafi e Saddam Hussein (in realtà, i gusti di Janukovich sono più orientati al kitsch barocco) e i manifestanti bruciati dalla polizia. Sull’ultimo punto, l’Associated Press ha trasmesso la foto di ciò che descriveva come manifestante di Kiev che fugge in fiamme. In realtà, il “contestatore” era un poliziotto ucraino e le insegne della polizia ucraina MBC possono facilmente vedersi sulla manica sinistra dell’uniforme. Dove JTRIG e i suoi gestori addestratisi al Tavistock prendono immagini, documenti e altre informazioni utilizzate per la propaganda ingannevole e le interferenze delle PSYOPS? La risposta si trova nelle ultime diapositive pubblicate: il database delle informazioni estratte da internet SALAMANCA. Inoltre, il GHCQ e la sua alleata NSA possono indirizzare cellulari specifici per diffondere propaganda attraverso designatori d’identificazione geografica (Target Geographic Identifiers – TGI) assegnati a particolari telefoni cellulari. Tali operazioni possono anche essere utilizzate per disturbare i telefoni cellulari di individui presi di mira attraverso le interruzioni CNIO. Le diapositive di JTRIG sottolineano come le operazioni di rete vengano utilizzate per supportare le operazioni d’intelligence sul campo. Queste operazioni sono identificate come infiltrazione, inganno, messa in scena, false flag, falso salvataggio, interruzione e puntate. Nel caso dell’Ucraina, agenti palesi e segreti occidentali infiltratisi tra i manifestanti a piazza Maidan. In alcuni casi, le operazioni di contro-CNIO possono avere successo contro le agenzie d’intelligence occidentali. Un video di Piazza Maidan mostra un Berkut della polizia speciale ucraina trattenere un uomo che portava una credenziale scaduta del 2012 dell’International Police Association (IPA) di nome di Oleksandr Bojarchuk, oltre a un distintivo dell’IPA ucraina. L’IPA è accusata di essere una copertura delle agenzie d’intelligence occidentali. Il tiro dei cecchini neo-nazisti sui manifestanti di piazza Maidan è uno stratagemma e un’operazione false flag. L’obiettivo generale di tale operazione era denigrare il personale di sicurezza ucraino con la morte di manifestanti e, riguardo ai media occidentali interessati, l’inganno e la false flag sono riuscite. Un’organizzazione mediatica dopo l’altra ha paragonato tali morti al massacro di piazza Tiananmen del 1989 e Janukovich a Saddam Hussein e Gheddafi, entrambi vittime delle primitive operazioni disinformative via rete…
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L’operazione in Ucraina è stata anche un’operazione scenografica, un’operazione prevedibile impiegata con successo in passato. Certo, la rivolta di piazza Maidan era quasi una copia carbone, ma molto più violenta, della rivoluzione arancione in Ucraina, preparata dall’occidente nel 2004. Lo stesso modello, sviluppato dai provocatori di Otpor della CIA contro il governo di Slobodon Milosevic in Serbia e raffinato dal Center for Applied Non-Violent Action and Strategies (CANVAS), utilizzato nelle “rivoluzioni a tema” in Georgia, Iran, Egitto, Tunisia, Siria, Venezuela, Myanmar, Maldive, Thailandia e altri Paesi, così come nell’ultimo colpo di Stato in Ucraina. Le  operazioni irregolari sono state utilizzate anche nella fase iniziale in Ucraina, principalmente dal movimento FEMEN, sionista e finanziato da Soros, un gruppo anticristiano e antimusulmano che lavora a stretto contatto con Pussy Riot e Voina, disturbatori sociopatici in Russia. Gli attacchi delle FEMEN ai simboli del cristianesimo in Ucraina hanno contribuito al disordine sociale che alla fine ha portato alla rivolta nel centro di Kiev. La destra neonazista ed ultranazionalista ucraina si agitò per gli attacchi alle croci cristiane e alle chiese nel Paese, citando l’aperto sostegno dato alle Femen da ebrei sionisti statunitensi come Jed Sunden, proprietario di media ucraini come il Kyiv Post. L’uso di agenti neo-nazisti, sionisti e nazionalisti appare su una slide del JTRIG, che prevede l’”individuazione e lo sfruttamento dei punti di frattura” del Paese, regione o altro elemento preso di mira. L’intento di ciò è creare “tensione” sfruttando le “fratture preesistenti” e le concorrenti “differenze ideologiche”. Questi fattori sono accoppiati a “ciò che tiene insieme un gruppo” come “un’opposizione condivisa” e “credenze comuni”. Sfruttare tali fattori avvantaggiano il tipo di operazione d’intelligence riuscita in Ucraina. Altre tattiche impiegate dal sistema di analisi umana (HSA) dell’Online Covert Action (OCA) del personale di GCHQ e NSA, sono la definizione degli obiettivi per le “trappole al miele” (l’uso di esche sessuali per incastrare le persone mirate); cambiare le foto sul social networking utilizzando sofisticate tecniche di Photoshop; creare blog che pretendono di essere della vittima o delle vittime del bersaglio, e-mailing ed sms false e diffamatorie ad amici, colleghi e vicini di casa del bersaglio. Tali tattiche portano su internet le familiari operazioni fisiche “sporche” utilizzate in passato dagli agenti dell’intelligence umana. Altri settori in cui JTRIG e Tavistock cooperano sono l’uso del “pastore” e della “dinamica di gruppo” per creare “gruppi di pensiero” tra i bersagli. La rapidità della popolazione in generale ad accettare tutto ciò che viene scritto e trasmesso sulla situazione in Ucraina ne è un esempio calzante. Solo i media alternativi fornivano fatti imparziali su ciò che accadeva in Ucraina senza la propaganda delle agenzie d’intelligence. Tuttavia, JTRIG ha un sistema di risposta rapida alle notizie da fonti alternative: impiega “storie cospirazioniste” per influenzare pensieri e comportamenti. Le fonti alternative vengono derise come teorie cospirative dalle organizzazioni per operazioni d’influenza di GCHQ e NSA, oppure le agenzie d’intelligence stesse s’inventano storie  cospirazioniste per confondere le acque. JTRIG si basa anche sulle Dimensioni Hofstede dello psicologo olandese Geert Hofstede, che richiedono l’impiego dell’intreccio culturale del “collettivismo” o “pensiero di gruppo” per raggiungere gli obiettivi psicologici. Tali pratiche sono un puro dogma per il Tavistock. Ciò, oltre al desiderio del JTRIG di praticare la “magia informatica” su internet, rientra nella piena fiducia del Tavistock sull’occulta estensione della propria capacità di plasmare opinioni e comportamenti su vaste aree della popolazione mondiale. La tattica del Tavistock fu usata per produrre consenso popolare nella Seconda Guerra Mondiale, nella Guerra Fredda, nella “Guerra globale al terrorismo”, nella guerra dei Balcani, nei conflitti africani e nelle due guerre occidentali contro l’Iraq. Più di recente, i metodi Tavistock, raffinati e impiegati da GCHQ e NSA, sono stati utilizzati durante la primavera araba e il recente sconvolgimento in Ucraina.
La fusione di SIGINT, HUMINT e tecnologia di manipolazione mentale del Tavistock rappresenta una mossa pericolosa delle agenzie d’intelligence occidentali, in un’arena in cui su possono subire tremendi contraccolpi. La disgregazione sociale vista con l’uso di tali pratiche in Libia e Siria, ha provocato la guerra civile. Anche l’Ucraina può sprofondare nella guerra civile tra nazionalità e gruppi linguistici concorrenti, similmente alla Jugoslavia.
 
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La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line della Strategic Culture Foundation.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Il Ministro della Sanità Greco: “il Cancro Non È un’Emergenza Se Non nella Fase Terminale”

Il blog Keep Talking Greece riprende e commenta in una breve nota la spaventosa dichiarazione del Ministro della Sanità greco, Adonis Georgiadis, fatta durante un’intervista al quotidiano Washington Post.
Come si tenta di giustificare l’abbandono alla malattia e alla morte dei Greci privi di assicurazione sanitaria (cioè di regola i disoccupati, che non possono versare il contributo mensile)? Ma certo, in passato c’è stata cattiva gestione e corruzione!
  
Adonis Georgiadis, il Ministro della Sanità greco
 
di keeptalkinggreece – 27 febbraio 2014
 
Huh? Come se non lo sapessimo, eppure il cinismo è comunque sempre sorprendente. Il Ministro della Sanità Greco afferma di sapere bene quando i malati di cancro hanno bisogno di trattamenti. Adonis Georgiadis, un laureato del Dipartimento di Storia che ha fatto carriera vendendo libri discutibili in televisione, descrive il “cancro” come “una malattia che non richiede trattamenti urgenti a meno che non sia nella fase terminale.”
 
Parlando al quotidiano statunitense Washington Post, Georgiadis ha spiegato in che modo il Ministero della Sanità Greco tratta i pazienti privi di assicurazione sanitaria.
 
Georgiadis ha detto che i casi di emergenza vengono ancora trattati negli ospedali pubblici senza tenere conto se abbiano o meno l’assicurazione sanitaria. “Tuttavia,” ha detto, “le malattie come il cancro non sono considerate urgenti, a meno che non vi troviate nella fase terminale.”
 
Il Ministro della Sanità Greco Adonis Georgiadis ha detto che il governo sta cercando di aiutare quelli che sono privi di assicurazione, creando un fondo di 17,6 milioni di dollari per i casi più gravi, utilizzando i soldi raccolti grazie ad un giro di vite sull’evasione. Egli spera che il fondo verrà notevolmente aumentato entro la fine dell’anno.
 
Ma i Greci,” ha detto, “devono anche capire che il sistema della sanità pubblica si è rovinato già prima della crisi a causa di anni di cattiva gestione e corruzione. Lo Stato a volte pagava da tre a quattro volte di più rispetto agli altri paesi europei per la prescrizione di certi farmaci, con gli intermediari, i medici e le farmacie che intascavano la differenza. Se gli ospedali sono carenti di risorse, ha detto, è perché ora si trovano in difficoltà ad applicare dei parametri di bilancio più ragionevoli.” (Leggi l’intero articolo sul Washington Post.)
 
Ciò che Adonis Georgiadis si è evidentemente dimenticato di dire è che i Greci hanno pagato i contributi per il fondo pubblico di assicurazione sanitaria durante tutta la loro vita lavorativa, e che l’importo versato svanisce nel nulla nel momento in cui uno si trova disoccupato.
 
PS. Se lavoro per 30 anni e in media verso 200 euro al mese = 72.000 euro. Supponiamo che io sia stato in salute e abbia avuto solo piccoli problemi in tutti questi anni. Dove sono finiti i soldi???
 

Si dimettono in massa militari ucraini in Crimea

Militari delle Forze Armate dell’Ucraina facenti parte delle unità militari stanziate in Crimea , si stanno dimettendo in massa, secondo le informazioni dell’agenzia Ria Novosti.
Le unità militari, l’equipaggiamento e gli arsenali militari che sono stati abbandonati rimangono sotto il controllo delle forze di autodifesa che si occupano della sicurezza e dell’ordine nella regione.
Il primo vicepresidente della Crimea, Rustam Temirgaliev, ha riferito Sabato scorso che nella penisola non erano rimaste unità militari con capacita’ di azione delle Forze Armate della Crimea.
Anche alcune unità del Ministero dell’Emergenza e del Sevizio di Sicurezza dell’Ucraina nel territorio della Crimea sono passate sotto il controllo del governo regionale della penisola.
Il Presidente russo Vladimir Putin ha avvertito il suo omologo statunitense, Barak Obama che, se si estenderà la violenza nell’est dell’Ucraina e della Crimea, Mosca si riserva il diritto di proteggere la popolazione di lingua russa.
Il Consiglio della Federazione del Parlamento della Russia ha accettato all’unanimita’, durante sabato scorso, la risoluzione la richiesta di Putin circa l’invio di un numero limitato di truppe in Ucraina per stabilizzare la situazione e proteggere i cittadini di Crimea.
 
Fonte: RT Actualidad
Tratto da: Controinformazione
 
 
Navi da guerra dell’Ucraina salpate via dalla Crimea
 
Tutte le navi della guardia costiera dell’Ucraina hanno lasciato la Crimea e sono giunte nei porti di Odessa e Mariupol. È stato riferito dal servizio delle guardie di frontiera dell’Ucraina.
 
Nel comunicato si rileva che tutte le navi del distaccamento di Sebastopoli e Kerch rimangono in allerta e proteggono i confini di Stato. La situazione al confine è ritenuta nel suo complesso calma, notando che la Crimea è l’unica regione problematica.
 
Sabato aveva lasciato la base di Sebastopoli la fregata ammiraglia della Marina ucraina “Getman Sagajdachny”. Ordini simili erano stati impartiti alle altre navi della flotta ucraina di stanza nella regione. Le navi della guardia costiera avevano lasciato il porto un giorno prima.
Fonte: La Voce della Russia
 

MILITARI RUSSI ASSALTANO MARINA MILITARE UCRAINA: INIZIA LA GUERRA

Un commando di soldati russi ha assaltato un reparto della marina militare a Sebastopoli: prigioniero un ufficiale. Kiev chiama i riservisti, il premier: “Mosca ci ha dichiarato guerra”
 
Crolla definitivamente la situazione in Ucraina. Kiev ha deciso di richiamare i riservisti per essere pronta a un eventuale attacco russo. Attacco che, effettivamente, non ha tardato ad arrivare.
 
L’esercito di Mosca ha infatti iniziato l’assalto di un reparto della Marina militare ucraina a Sebastopoli. A renderlo noto è un deputato del partito Udar, Dmitri Bolotserkovets, citato dall’agenzia Unian e dal quotidiano Ukrainskaia Pravda, secondo cui un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. In un locale sarebbe scoppiato un incendio. I militari ucraini hanno bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra.
 
Situazione tesa anche nella capitale russa dove ci sono stati alcuni fermi durante una manifestazione contro l’intervento militare in Ucraina. La polizia ha cominciato a portar via gli attivisti, almeno sette, mentre protestavano davanti al ministero della difesa, presidiato da un massiccio schieramento di forze dell’ordine.
 
Commento:
 
Gli europei potranno ora ringraziare le autorità di Bruxelles per la loro “lungimiranza” nel sobillare i gruppi nazionalisti ucraini e nel provocare la Russia di Putin alle porte dei suoi confini in una regione che ha sempre avuto un delicato equilibrio. Rotto il “vaso di Pandora” usciranno adesso tutti i demoni che si credevano sepolti fra i quali quello della guerra in Europa.
 
Si spera che almeno saranno cacciati a calci nel sedere come meritano personaggi irresponsabili ed incompetenti come la Caterine Ashton, responsabile agli esteri della UE (nella foto sotto) che si era recata sulla piazza Maidan di Kiev per incitare i dimostranti in nome dell’ “Europa che ce lo chiede”.
 
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 Fonte: Today.it
Tratto da: Controinformazione
AGGIORNAMENTO ANSA:
 
Ucraina:comandante Marina con filo-russi
 (ANSA) – MOSCA, 2 MAR – Il comandante in capo della Marina ucraina Denis Berezovskiy ha giurato fedeltà alle autorità filorusse della Crimea. Lo riferisce l’agenzia Interfax. Berezovskiy ha dichiarato la sua fedeltà “al popolo della Crimea” impegnandosi a “difenderlo” nel corso di una conferenza stampa allo stato maggiore della flotta russa a Sebastopoli.
 
L’ammiraglio era stato appena nominato comandante in capo dal presidente ucraino ad interim Oleksander Turcinov.
 
Fonte: Ansa

TASI. Per le imprese si profila una stangata di almeno 1 miliardo di euro

Con aliquota base all’uno per mille, solo sui capannoni è previsto un aumento di quasi 650 milioni di euro
 
Secondo un’analisi compiuta dall’Ufficio studi della CGIA, la Tasi (il nuovo tributo sui servizi indivisibili) costerà alle imprese italiane almeno un miliardo di euro. L’importo, che la CGIA ritiene addirittura sottostimato, è stato calcolato applicando l’aliquota base dell’1 per mille. “Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano moltissime Amministrazioni comunali – dichiara il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – questa situazione costringerà molti Sindaci ad applicare un’aliquota sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Di conseguenza, il prelievo che graverà sugli oltre quattro milioni e quattrocentomila unità immobiliari ad uso produttivo sarà sicuramente superiore al miliardo di euro inizialmente stimato dal nostro ufficio studi“. Sempre l’Ufficio studi della CGIA ha elaborato anche una seconda ipotesi utilizzando l’aliquota del 2,07 per mille. Per quale motivo si è deciso di fare una simulazione con questa misura? La CGIA ricorda che sulla base delle decisioni prese ieri (venerdì 28 febbraio) dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’aliquota massima IMU più Tasi sulle abitazioni diverse da quella principale e sugli immobili strumentali potrà arrivare all’11,4 per mille.
Se teniamo conto che l’aliquota Imu media applicata a livello nazionale nel 2012 (il dato 2013 non è ancora disponibile) sugli immobili destinati ad uso produttivo è stata del 9,33 per mille, si deduce che l’aliquota Tasi del 2,07 per mille costituisce, nel nostro secondo caso, la soglia massima applicabile agli immobili strumentali. Infatti, corrisponde alla differenza tra l’11,4 per mille e il 9,33 mille. “In questa seconda simulazione – sottolinea Bortolussi – l’aumento potrebbe superare addirittura i due miliardi di euro. E’ chiaro che ci troviamo di fronte ad un caso limite puramente teorico, tuttavia di una cosa siamo certi: il prelievo della Tasi su negozi, uffici e capannoni supererà il miliardo di euro“. Dalla CGIA tengono comunque a sottolineare che la Tasi assorbirà la maggiorazione Tares pagata nel 2013 (vale a dire lo 0,30 euro al metro quadrato). Secondo le stime elaborate dal ministero dell’Economia, il gettito complessivo della maggiorazione dovrebbe aggirarsi attorno al miliardo di euro. Se togliamo la parte riconducibile agli immobili ad uso abitativo, quella riconducibile agli immobili ad uso produttivo dovrebbe valere qualche centinaia di milioni di euro (*) che, pertanto, devono essere sottratti all’aggravio provocato dall’applicazione della Tasi.
 
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E’ indispensabile che il Governo Renzi prenda atto di questa situazione – prosegue Bortolussi – e intervenga subito per modificare gli effetti della Tasi sulle attività produttivePromettere la riduzione dell’Irap, il pagamento di tutti i debiti accumulati in questi anni dalla Pubblica amministrazione e l’istituzione di un fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle Pmi, va benissimo.Approvare nel primo Consiglio dei Ministri un decreto che aggrava ulteriormente il carico fiscale sulle aziende, non va assolutamente bene. Con la Tasi all’uno per mille – conclude Bortolussi – l’aggravio sugli immobili accatastati con la lettera D, vale a dire i capannoni, sarà di 649 milioni di euro. Una cifra imponente che rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione“.
 
FONTE: (QUI)
 

Processo ai No Tav. Dal bunker alla Clarea

http://www.tgvallesusa.it/?p=6043

Posted on 1 marzo 2014 da  

 E’ il giorno delle revoche, della protesta. Letta in aula dagli imputati la condanna del processo, zittito Rinaudo, poi tutti al cantiere a far sentire la presenza dei No Tav. Una carica, due feriti.

Aula bunker, 28 Febbraio 2014.   Doveva essere una sorpresa ma nei giorni scorsi è stato deciso che diventava una manifestazione. E forse è andata bene cosi, visto l’afflusso dei media mainstream che quando fiutano il sangue accorrono. Originariamente c’erano diversi dei 53 imputati che volevano revocare temporaneamente il difensore, tanto per attirare un po’ d’attenzione su un processo che il legal team denuncia come già deciso. Ma gli avvocati non erano d’accordo e l’hanno detto, cosi, decisi a revocare  sono rimasti in due: uno poi si è dimenticato di firmare il documento lasciando il solo Minani ad affrontare la situazione. “Perchè avete deciso questo gesto?”- abbiamo chiesto. “Perchè il processo è evidentemente segnato e non cambierà niente…” è stata la risposta.

Condivisibile? Si vedrà. L’idea collettiva era invece di leggere in aula una dichiarazione sulla natura del processo e poi uscire tutti insieme al pubblico e andare in Clarea, luogo ormai simbolico che sintetizza allo stesso tempo la devastazione e la resistenza. E si è deciso allora di convocare la gente e fare del gesto in aula il preludio ad una manifestazione, piccola ma tosta. (vedi intervista a Guido Fissore).
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Che comunque ha fatto più rumore della manifestazione a Chiomonte di sabato 22 (ma anche qualche danno fisico, due feriti in Clarea). Ma andiamo con ordine.

Che sarebbe stata un’udienza diversa lo si vedeva subito arrivando nel parcheggio dell’aula-bunker. Un rinforzo di truppa e di Digos, controlli più severi tanto che il Presidente faceva sollecitare i Carabinieri per poter aprire l’udienza con gli imputati in aula. Appena sistemati, è scattata la revoca dei difensori per il milanese Minani e a ruota la dichiarazione (v. sotto) consentita dal Tribunale.

I tentativi di interruzione da parte del pm Rinaudo sono stati sovrastati dalle voci degli imputati che lo hanno zittito clamorosamente. A niente sono valsi i richiami del Presidente a smettere: gli imputati si univano in coro per leggere il testo. Il pubblico si faceva sentire a sostegno e quando gli imputati spinti dai carabinieri guadagnavano la porta, slogan e cori si sono fatti più alti e sonori. L’aula-bunker ha risuonato per diversi minuti delle voci No Tav, e Giù le mani dalla Valsusa! ha accompagnato fino all’esterno la piccola folla. Poi tutti a Giaglione a raccogliere altri che attendevano e giù in Clarea, dove di nascosto agli occhi pubblici, sotto un cielo livido, i celerini si sono esibiti in una carica dal ponte distribuendo  qualche manganellata. I testimoni dicono che erano piuttosto agitati e nervosi fin da subito.

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Chi conosce le dinamiche capiva che le cose si mettevano male quando si sono viste “le gemelle Kessler” (nickname di due celerini alti e nasuti, conosciuti per la particolare predisposizione alla violenza) prendere posto nella prima fila di un folto doppio plotone piuttosto nutrito di “lanciatori” (di gas): ben cinque. La carichetta è partita quando un adesivo si è incollato a uno scudo (ma non sono addestrati a sopportare i peggio insulti?). La piccola folla ha tenuto la posizione costringendo gli agenti nelle file posteriori a impattare sui colleghi davanti, intasandosi e limitando quindi i danni per i dimostranti. I feriti da manganellate sono stati due ma il bilancio politico della mattinata è stato positivo per l’attenzione mediatica ottenuta e per “il disturbo” a cui le forze dell’ordine sono state costrette (erano tanti, molti più di sabato quando i dimostranti erano duemila).

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Intanto in aula il processo continuava con l’escussione di altri poliziotti. “lesionati”. Poche le notizie interessanti, solo altri battibecchi con i pm, eccezioni respinte, altri casi di relazioni di servizio identiche, proteste dei difensori perchè si impediva loro di verificare l’attendibilità dei testi. Si è toccato il paradossale quando a un Digos si è chiesto di riconoscere i soggetti ritratti in fotografie sotto cui comparivano i nomi degli imputati. Persino il Presidente doveva cautamente abbozzare: “…Effettivamente…” e non ammettere le foto. Cosi vanno le cose in aula bunker.

Prossima udienza 7 Marzo.(F.S.)

Dichiarazione congiunta degli imputati

Questo processo sin dai suoi esordi si è palesato non come un dibattimento volto all’accertamento dei fatti e a stabilire eventuali responsabilità, ma come un dibattimento a senso unico, quello della Procura torinese, in totale assenza di arbitri imparziali.

La stessa scelta di quest’aula – scelta più volte giustificata come mancanza di maxi aule per infine svelarsi per quello che era: una precisa scelta politica- lo dimostra. la pesante militarizzazione dell’aula, i pesanti controlli e le perquisizioni all’ingresso, la registrazione (e la duplicazione) dei documenti di identità del pubblico, non sono altro che espedienti per creare un clima di pericolosità sociale intorno al Movimento No Tav volto a condizionare l’opinione pubblica sulla legittimità di provvedimenti sempre più pesanti. Non a caso si è passati dalle comuni imputazioni di resistenza a quelle di terrorismo.

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L’ammissione come parte civile di ben tre Ministeri – Interno, Difesa, Economia – cosa mai accaduta in presenza di semplici reati di resistenza e lesioni, è prova di come questo clima, costruito ad arte dalla Procura torinese, trovi nel Tribunale la sua legittimazione e la benedizione dei vari governi del Tav.

All’inverso, la non ammissione, come testi a difesa, dei tecnici No Tav è l’ennesima riprova di come si voglia condurre il processo su binari prestabiliti, presentare cioè quanto è accaduto nelle giornate del 27 Giugno e del 3 Luglio 2011, estrapolandolo da ogni contesto reale e senza tentare minimamente di comprendere le motivazioni e le ragioni degli imputati. Si vuole processare il Movimento No Tav senza che si parli mai del Tav.

Il modo stesso in cui sono regolati e limitati i diritti della difesa – il reiterato rigetto di ogni istanza difensiva, l’impossibilità di conoscere (e quindi poter citare) i nomi dei dirigenti delle Forze dell’Ordine nelle giornate per cui siamo accusati, l’impossibilità di poter controinterrogare i testi dell’accusa su argomenti di cui i pm non hanno già posto domande, l’impossibilità di valutare l’attendibilità dei testi nel caso di agenti che hanno redatto relazioni di servizio usando le medesime frasi – sono per noi la dimostrazione di quanto tutto sia già stato deciso e il dibattimento rappresenti solamente una formalità necessaria.

La fretta stessa con cui si vuol giungere alla sentenza, il ritmo imposto dal Tribunale – con udienze massacranti di diverse ore inframmezzate solo da una brevissima pausa per il pranzo, tenute con una già pesante cadenza settimanale ottenuta solo dopo la protesta unanime dei difensori, non disposti ad accettarne due alla settimana – rappresenta un grave impedimento all’esercizio del nostro diritto alla difesa.

Il reiterato divieto da parte del Tribunale di ascoltare gli imputati – negando loro quasi sempre la parola e invitando i carabinieri ad allontanarli – sono la palese dimostrazione di come gli imputati non siano considerati degli attori comprimari del processo ma semplici comparse indispensabili senza diritti utili solo alla prosecuzione della rappresentazione.

 Per questo motivo siamo giunti alla conclusione che qualsiasi sforzo generoso da parte dei nostri difensori sarà sempre vanificato dal clima di ostilità che si respira in quest’aula. Pensavamo di essere processati per ipotesi di reato, ma ci siamo accorti nel corso del procedimento che siamo processati non per quello che potremmo aver fatto ma per quello che siamo.

Pensavamo di avere un processo normale in un Tribunale normale ma ci sembra – in quanto No Tav – di essere sottoposti a un procedimento che si dimostra sempre più “speciale”.
Per queste ragioni  abbiamo deciso di disertare questo processo. Abbandoniamo quest’aula, lasciandovi liberi di sperimentare i nuovi metodi di procedura legale da usarsi contro il movimento No Tav e ce ne andiamo in Val Clarea, luogo simbolo della nostra resistenza alla devastazione della Val Susa, per testimoniare ancora una volta la nostra determinazione e il nostro impegno in questa lotta.