Palazzo Nuovo, scontri tra antifascisti e Fuan. Cariche della polizia all’università

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dicembre 04 – 2013

By Andrea Doi

Scontri nell’atrio di Palazzo Nuovo, cariche e due fermi. Una mattina quella vissuta nella sede delle facoltà umanistiche che dire movimentata è dire poco.

Fatti che sicuramente avranno un seguito polemico nei prossimi giorni.

Tutto nasce quando i ragazzi della destra universitaria, il Fuan, danno vita a un volantinaggio all’interno dell’edificio, ma gli studenti antifascisti decidono di impedire l’azione propagandistica. Dapprima volano insulti poi scoppia la rissa tra le due fazioni. Un centinaio in totale di persone, anche ragazzi accorsi dai vicini licei occupati, vengono coinvolte nel tafferuglio che logicamente non passa inosservato né ai normali studenti né agli uomini della vigilanza che chiamano le forze dell’ordine. A questo punto l’intervento dei reparti mobili che dopo un’autorizzazione del rettore Gianmaria Ajani intervengono caricando nel corridoio di Palazzo Nuovo.

Da qui partono gli scontri per diversi minuti. Da una parte gli studenti dall’altra la polizia a protezione dei giovani del Fuan. Per i ragazzi dei collettivi quanto accaduto è stato «un attacco premeditato in piena regola, da ore la polizia aspettava intorno a Palazzo Nuovo» dove avrebbe poi rincorso gli antifascisti fin dentro le aule.

Oltre i feriti si registrano un arresto e un fermo di studenti universitari di cui uno di origini spagnole.

Un corteo si è poi mosso verso il Rettorato all’urlo «fuori i fascisti dall’università». Qui una delegazione è stata ricevuta dal rettore Ajani a cui ha chiesto spiegazioni sull’accaduto. «Ci risponde che è sconvolto, che nessuno lo ha interpellato. – spiegano i giovani – Di fronte alla brutalità ed alla menzogna della Polizia è quindi necessaria una presa di posizione decisa da parte del neo-Rettore, sarà evidentemente banco di prova della democraticità della nuova governance d’Ateneo»

MONSANTO, LA TPP E IL CONTROLLO DEL CIBO MONDIALE

Data: Mercoledì, 04 dicembre @ 00:10:00 CET
 
IL PROFITTO PRIMA DELLA GENTE
 
DI ELLEN BROWN
counterpunch.org
 
“Controllate il petrolio e controllerete le nazioni.” Diceva negli anni ’70 il Segretario di Stato Americano Henry Kissinger.
“Controllate il cibo e controllerete la gente”.
 
Il controllo mondiale del cibo è quasi completamente realizzato con la sempre minore diversificazione dei semi e la diffusione mondiale dei semi OGM (modificati geneticamente), distribuiti da un piccolo numero di multinazionali; ma questo è avvenuto a grave discapito della nostra salute; e se passa la TPP (Partnership Trans-Pacifica) allora non solo il controllo del cibo, ma anche della salute, dell’ambiente e del sistema finanziario, passerà completamente nelle mani di alcune multinazionali
 
L’ingegneria genetica ha reso possibile il controllo brevettato globale dei semi sui quali si basa l’alimentazione mondiale. “I geni ‘Terminator’ consentono la produzione di semi sterili (1), utilizzando un catalizzatore sintetico chimico, giustamente definito “traditore” , che induce la sterilità del seme. Gli agricoltori devono, quindi, anno dopo anno, comprare i semi dai proprietari dei brevetti. Per coprire questi costi, i prezzi degli alimenti salgono; ma il male è ancora più grave di quanto già lo sia per le nostre tasche.
 
Secondo un’intervista a ACRES U.S.A.(2) del patologo delle piante Don Huber, Professore Emerito all’Università Purdue, sono soltanto due i tratti modificati che coprono praticamente tutti i raccolti agricoli del mondo. Uno riguarda la resistenza agli insetti. L’altro, una modifica più inquietante, riguarda l’insensibilità agli diserbanti contenenti glifosati (sostanze chimiche che distruggono le piante). Meglio noto come RoundUp, il nome con cui la Monsanto lo ha venduto nel mondo, il glifosato avvelena tutto quello che tocca tranne le piante geneticamente modificate appositamente per resistergli.
 
I diserbanti con glifosati sono oggi quelli più comunemente utilizzati nel mondo. Il glifosato è il partner essenziale degli OGM, il business principale della fiorente industria biotecnologica. Il glifosato è un diserbante ad “ampio spettro” che distrugge tutto indiscriminatamente, non tanto perchè distrugge le piante non desiderate, ma perché blocca i loro nutrienti fondamentali.
 
Per il modo insidioso con cui funziona, è stato venduto come sostituto “benigno” dei vecchi diserbanti a base di diossina. Tuttavia, alcuni dati sperimentali hanno dimostrato che il glifosato e gli alimenti OMG che lo hanno assorbito, costituiscono un grave rischio per la salute dell’uomo. Il rischio risiede essenzialmente nella tossicità degli ingredienti “inerti” che potenziano il glifosato. I ricercatori hanno scoperto, ad esempio, che il surfattante POEA può distruggere le cellule del corpo umano, soprattutto quelle embrionali, (3) della placenta e del cordone ombelicale. Ma questi rischi sono stato convenientemente ignorati.
 
L’utilizzo diffuso di alimenti OMG e dei diserbanti al glifosato fanno comprendere il perchè dell’anomalia per cui la spesa sanitaria statunitense pro-capite è doppia (4) di quella media rilevata in altri paesi industrializzati, nonostante si classifichi molto in basso nella graduatoria dei paesi più sani del mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (5)ha classificato gli USA come ULTIMO di 17 paesi industrializzati per il grado di salute generale della popolazione.
 
Dal 60 al 70% degli alimenti nei supermercati statunitensi (6) sono sostanze geneticamente modificate. Al contrario, in almeno 26 altri paesi – inclusa la Svizzera, l’Australia, l’Austria, la Cina, l’India, l’Ungheria, il Lussemburgo, la Grecia, la Bulgaria, la Polonia, l’Italia, il Messico e la Russia – gli OMG sono quasi del tutto o del tutto proibiti (7); e in quasi sessanta paesi del mondo gli stono state sono applicate forti restrizioni.
 
Un divieto agli OGM e all’uso del glifosato potrebbe davvero migliorare la salute degli americani. Ma la Partnership Trans-Pacifica, la ratifica cioè di un accordo commerciale globale che l’amministrazione sta tentato di accelerare con ogni mezzo, bloccherebbe questo nuovo approccio mirato proprio a risolvere il problema della salute dei cittadini.
 
GLI EFFETTI INSIDIOSI DI ROUNDUP
 
I raccolti trattati al RoundUp non vengono distrutti dal glifosato, ma non possono evitare di assorbire nei loro tessuti l’agente chimico. Questi raccolti mostrano livelli molto più elevati di residui di diserbanti di qualsiasi altro raccolto. Infatti, molti paesi hanno dovuto aumentare i loro livelli legalmente consentiti – fino a 50 volte – per contrastare la concorrenza dei raccolti GM. Nell’Unione Europea, i residui rilevati nei cibi aumenteranno di 100/150 volte (8) se passerà una nuova proposta dalla Monsanto. Nel frattempo le”super-erbacce” diserbante-resistenti si sono adattate all’agente chimico (9), richiedendo quindi dosi ancora più elevate e tossiche per poterle sterminare.
 
Gli enzimi del corpo umano vengono attaccati dai glifosati tanto quanto le piante: l’agente chimico in questione blocca l’assunzione di manganese e di altri minerali essenziali. Senza questi minerali, non possiamo metabolizzare correttamente il nostro cibo. Questo ci fa comprendere l’aumento incontrollato dell’obesità negli Stati Uniti. La gente mangia e mangia nel tentativo di acquisire sostanze nutrienti che nel cibo che mangia semplicemente non trova.
 
Secondo i ricercatori Samsell e Senef (10) in Entropia Biosemiotica: disfunzione, malattia e mortalità (Aprile 2013) (11); L’inibizione da parte del glifosato degli enzimi del citocromo P450 (CYP) è una componente ignorata della tossicità nei mammiferi. Gli enzimi CYP svolgono un ruolo cruciale nella biologia…L’impatto negativo sul corpo è insidioso e si manifesta dopo lungo tempo in forma di infiammazioni ai sistemi cellulari in tutto il corpo. Le conseguenze sono proprio le malattie e le disfunzioni legate alla dieta occidentale, ovvero disordini intestinali, obesità, diabete, malattie cardiache, depressione, autismo, sterilità, cancro e Alzheimer. Più di 40 malattie sono state collegate all’assorbimento di glifosato, e ne stanno venendo fuori di altre. In Settembre del 2013, la National University do Rio Cuarto, Argentina, ha pubblicato i dati di una ricerca (12) secondo la quale il glifosato fa aumentare la crescita di funghi che producono l’aflatoxin B1, una delle sostanze maggiormente cancerogene. Un dottore di Chaco, in Argentina, ha detto all’Associated Press,“Siamo passati dall’essere una popolazione abbastanza sana a una con un alto tasso di cancro e tumori e di patologie neonatali raramente riscontrate in precedenza”. E la crescita di funghi è notevolmente aumentata nei campi di mais statunitensi.
 
Il glifosato ha provocato seri danni anche all’ambiente. Secondo un rapporto dell’Ottobre del 2012 da parte dell’Institute of Science in Society (13):
 
L’agrobusiness sostiene che il glifosato e i raccolti che tollerano il glifosato, miglioreranno le rese dei raccolti, aumenteranno i profitti degli agricoltori e saranno un beneficio ambientale poiché ridurranno l’uso dei pesticidi. E’ esattamente il contrario…Prove serie indicano che i diserbanti al glifosato e i raccolti trattati al glifosato, hanno causato danni diffusi, compresa la comparsa di erbacce super-resistenti e di agenti patogeni per le piante (e di conseguenza per gli allevamenti animali), minore salute dei raccolti e minori rese, danni involontari a specie animali, da insetti ad anfibi e ad allevamenti di bestiame in genere, nonché una ridotta fertilità dei terreni.
 
POLITICA BATTE SCIENZA
 
Alla luce di questi dati contrastanti, perchè mai Washington e la Commissione Europea hanno continuato ad avallare l’utilizzo del glifosato come sicuro? I critici puntano il dito verso il lassismo legislativo, le forti pressioni da parte delle lobby aziendali e un’Agenda politica che ha più a che fare con il potere ed il controllo che con la salvaguardia della salute della gente.
 
Nell’infuocato libro del 2007 I semi della distruzione: l’agenda segreta della manipolazione genetica (13), William Engdahl afferma che il controllo globale del cibo e la de-popolazione sono diventati parte integrante della strategia politica statunitense con Henry Kissinger, protetto di Rockfeller. Insieme alla geopolitica del petrolio, dovevano diventare la nuova “soluzione” alle minacce rivolte dai paesi in via di sviluppo al potere globale degli Stati Uniti e al continuato accesso degli USA a materie prime a basso costo. Alla luce di quell’Agenda, il governo si è mostrato chiaramente schierato dalla parte dell’industria della biotecnologia agroalimentare, optando per un sistema in cui l’industria in questione “controlla” volontariamente se stessa. Gli alimenti prodotti della bio-ingegneria sono trattati come “cibi naturali con additivi”, senza alcun bisogno di particolari controlli.
 
Jeffrey M. Smith, Direttore Esecutivo dell’ Institute for Responsible Technology, conferma (14) che la politica della US Food and Drug Administration consente alle aziende del settore biotech di determinare da se stesse se i loro alimenti siano sicuri o meno. La presentazione dei dati è totalmente volontaria. E conclude:
 
Nello scenario critico della ricerca sulla sicurezza degli alimenti, l’industria biotech manca di affidabilità, di parametri e di trasparenza. Hanno reso scienza una cattiva scienza.
 
Se la depopolazione sia o meno una parte integrante dell’Agenda, l’uso diffuso di OGM e di glifosati ha comunque raggiunto questo scopo (15). Le proprietà del glifosato che danneggiano il sistema endocrino è certamente collegato ai casi di sterilità, aborti, patologie neonatali e arresto dello sviluppo sessuale. Nel corso di esperimenti svolti in Russia, animali nutriti con soia OGM sono diventati sterili alla terza generazione. Larghe porzioni di terreni agricoli vengono sistematicamente rovinati a causa della scomparsa di microrganismi benefici che consentivano alle radici delle piante di trarre dal terreno i necessari fattori nutritivi.
 
Nell’illuminante documentario di Gary Null Semi di morte: la verità sugli OGM (16), il Dr.Bruce Lipton avverte: “Stiamo conducendo il mondo verso la sesta estinzione di massa della vita di questo pianeta…Il comportamento umano sta distruggendo la rete della vita.”
 
LA TPP E IL CONTROLLO INTERNAZIONALE DEI GRANDI GRUPPI
 
Mentre le conclusioni devastanti di tanti ricercatori cercano di aprire gli occhi della gente sui pericoli del RoundUp e degli alimenti OGM, le compagnie trans-nazionali stanno lavorando alacremente con l’Amministrazione Obama per concludere alla svelta la Trans–Pacific Partnership, un accordo commerciale che priverebbe i governi del potere di regolamentare le attività industriali trans-nazionali. I negoziati sono stati tenuti ben nascosti al Congresso, ma non ai vari consulenti aziendali, 600 dei quali ne sono ben informati e conoscono ogni dettaglio. Secondo Barbara Chicherio (17),in Nation of Change (La Nazione del Cambiamento):
La Trans-Pacific Partnership (TPP) ha il potenziale per diventare il più ampio Accordo di Libero Scambio nella storia…Il capo dei negoziatori agricoli per gli Stati Uniti è l’ex-lobbista per la Monsanto, Islam Siddique.  Se ratificata, la TPP imporrà delle regole punitive che daranno alle multinazionali il potere di esigere compensazioni fiscali per politiche che considereranno di ostacolo ai loro profitti.
 
Stanno abilmente modellandosi tra le mani questa TPP in modo tale da privare i cittadini di tutti i paesi che ne saranno coinvolti del potere di controllare la sicurezza degli alimenti, sapere cosa stanno mangiando, dove è stato prodotto, le modalità di coltivazione e che tipo di diserbanti e pesticidi sono stati utilizzati.
 
La sicurezza degli alimenti è solo uno dei tanti diritti e tutele che rischiano di scomparire davanti a questa super-arma del controllo globale nelle mani delle grandi compagnie. In un’intervista di Aprile 2013 su The Real News Network (18), Kevin Zeese ha definito la TPP “un NAFTA agli steroidi” e un “colpo di stato globale delle multinazionali”. E ha messo in guardia:
 
Qualunque sia l’argomento che ti sta a cuore – il salario, il lavoro, l’ambiente – sicuramente ne risulterà danneggiato…Se un paese adotterà delle misure per tentare di regolamentare l’industria finanziaria o se istituirà una banca pubblica che rappresenti i pubblici interessi, rischerà di essere citato in giudizio…
 
IL RITORNO ALLA NATURA: NON È TROPPO TARDI
 
C’è un modo più sicuro, più sano e più rispettoso dell’ambiente per nutrire il mondo. Mentre la Monsanto e I legislatori statunitensi stanno imponendo gli alimenti OGM alle famiglie americane, le famiglie russe ci stanno invece mostrando ancora una volta quello che si può realizzare con metodi tradizionali su semplici terreni agricoli di dimensioni contenute. Nel 2011, il 40% del cibo in Russia è stato coltivato nelle dacie (lotti di terreno, con o senza casette di legno) (19). I terreni delle dacie hanno prodotto oltre l’80% della frutta fresca e secca del paese, il 66% delle verdure, circa l’80% delle patate e quasi il 50% del latte dell’intera nazione, spesso consumato al naturale, senza processi industriali. Secondo Vladimir Megre (20), autore del best-seller Ringing Cedars Series:
 
Essenzialmente, quello che fanno i giardinieri e coltivatori russi è dimostrare che un semplice giardiniere o coltivatore può sfamare il mondo. E non abbiamo per niente bisogno di OGM, fattorie industriali o altri marchingegni tecnologici che garantiscano abbastanza cibo per tutti. Ricordatevi che la Russia ha solo 110 giorni di agricoltura attiva nell’arco dell’anno – quindi, negli Stati Uniti, dove hanno a disposizione il doppio del tempo agricolo attivo, i raccolti dei singoli coltivatori o giardinieri privati potrebbe essere il doppio che qui. Oggi, negli Stati Uniti, le aree adibite a giardini e terreni sono il doppio di quelle russe, eppure non producono altro che un business miliardario di giardinaggio estetico.
 
Negli USA, solo lo 0,6% (21) delle aree agricole totali è dedicato alle coltivazioni organiche. Queste aree devono necessariamente espandersi se vogliamo evitare “la sesta estinzione di massa del pianeta”. Ma, per prima cosa, dobbiamo fare pressione sui nostri rappresentanti al governo perchè arrestino la corsia preferenziale dedicata all’istituzione della TPP, votare quindi no alla TPP, e perseguire una graduale eliminazione dei diserbanti ai glifosati e degli alimenti da OGM. La nostra salute, le nostre finanze ed il nostro ambiente corrono un grosso rischio.
 
Ellen Brown è un avvocato, presidente del Public Banking Institute, autrice di dodici libri, incluso il best-seller  Il Web del Debito. In  The Public Bank Solution, suo ultimo libro, esplora modelli di sistemi bancari pubblici dal punto di vista storico e globale. I suoi articoli sul blog all’indirizzo EllenBrown.com.
 
26.11.2013
 
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63
 

LIVRE / CONVERSATIONS INTIMES (1908-1964), WINSTON CHURCHILL, CLEMENTINE CHURCHILL

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François Kersaudy , Mary Soames-Churchill

Tallandier

TEM posts - LIVRE Churchill (2013 12 04) 1

Parmi les milliers de lettres, notes personnelles et télégrammes échangés entre Churchill et son épouse entre 1908 et 1964, ce recueil unique, naturellement destiné à rester confidentiel de leur vivant, donne un aperçu incomparable, non seulement de leur vie de couple et de famille, mais aussi de leurs jugements sur la politique nationale et internationale, sur les grandes personnalités du moment, sur le cours de deux guerres mondiales, sur leurs espoirs, leurs ambitions et leurs déceptions pendant plus d’un demi-siècle.

Les écrits de Winston Churchill, depuis son premier et unique roman jusqu’à ses Mémoires de Guerre, en passant par ses biographies et ses recueils d’articles, ont presque tous été traduits en français. Ce n’est pas le cas de sa correspondance avec son épouse, publiée en 1998 aux Etats-Unis et en Grande-Bretagne sous le titre : Speaking for themselves, et sous-titrée : The personal letters of Winston and Clementine.

Cet ouvrage, introduit et annoté par leur fille Mary Soames, est un choix dans les centaines de lettres, notes personnelles et télégrammes échangés entre Churchill et son épouse entre 1908 et 1964. Voilà une collection unique, naturellement destinée à rester confidentielle de leur vivant, et qui donne un aperçu incomparable, non seulement de leur vie de couple et de famille, mais aussi sur les événements majeurs d’un demi-siècle.

Les annotations de leur fille Mary Soames, qui a été témoin de bien des épisodes mentionnés dans les lettres, ajoutent un éclairage précieux à cette correspondance intime, dans laquelle la politique constitue bien souvent une partie intégrante de l’intimité. Les lettres que les époux ont échangées révèlent qu’ils savaient prendre à la légère les choses graves et même dramatiques.

CE QU’ILS EN DISENT …

La critique du Figaro :

Extraits : « Les extraits de ces 1700 lettres intimes du couple, introduits par les propos de la propre fille du couple, lady Soames-Churchill, démontrent le rôle essentiel de Clementine. Ces lettres, qui n’étaient pas destinées à être publiées, permettent de mieux comprendre la finesse et la profondeur du couple, qui tient dans sa grande complémentarité. Certes, Clementine et Winston appartenaient tous les deux à la bonne société britannique.

Mais les hasards de la vie les avaient placés un peu en marge de cet univers fermé. Ils n’étaient pas riches comme le reste de la grande aristocratie britannique. Le père de Clementine, sir Henry Hozier, n’était même pas noble et il était divorcé. Clementine était par ailleurs la fille de lady Blanche Ogilvy, quelque peu délaissée par son mari. Clementine s’était forgé, au cours de son adolescence, une personnalité re­belle et tumultueuse. À vingt-cinq ans, avant de rencontrer Churchill, elle n’avait toujours pas de prétendant officiel. Elle était pourtant très belle, mais son esprit aiguisé effrayait les jeunes gens. Winston, timide et maladroit, fut justement séduit par cette personnalité originale.

Il demanda à sa mère de la lui présenter en 1904, lors d’un bal à Crewe House. Mais, tétanisé, le benêt ne sut même pas quoi lui dire. Comme dans un roman de Jane Austen, il fallut quatre ans avant que les deux jeunes gens ne se retrouvent dans un dîner donné par la grand-tante de Clementine. Celle-ci, sollicitée à la dernière minute pour éviter que les invités ne se retrouvent treize à table, hésita avant de s’y rendre. Winston arriva en retard et prit sa place à côté de Clementine. Cette fois-ci, il sut saisir l’occasion.

«Le monde est devenu fou»

Les deux époux n’avaient pas exactement la même sensibilité politique. Clementine était une libérale radicale, très motivée par les grandes réformes sociales qui commençaient à modifier la société anglaise. D’esprit plus classique, assez médiocre étudiant, Winston n’était guère intéressé par ces évolutions. Mais Clementine obligea Churchill à échapper aux préjugés de son milieu. Cela ne signifie pas que Winston ait toujours tenu compte de ses avis. Churchill reste conservateur. Quand il rencontre Chaplin, en 1929, il l’apprécie beaucoup, tout en le qualifiant de «bolcho côté politique». Mais il ne dérapera jamais, demeurant toute sa vie un conservateur plutôt modéré, avant tout préoccupé par la grandeur de l’Empire.

Ces lettres démontrent que chacun des époux connaissait les points forts de l’autre. Clementine n’intervenait pas sur les sujets de politique étrangère ou les questions militaires. Mais Winston l’écoutait en revanche sur les questions sociales, et il faisait surtout grand cas de son avis sur les gens. Peu psychologue, Winston avait besoin de sa femme pour éviter de se laisser berner par les gens sournois. De son côté, Clementine était parfois encline au désespoir. «C’est un grand défaut que j’ai de laisser les petites choses me harceler et me tourmenter», écrit-elle en 1927. Winston la rassurait.

La correspondance commence en 1908. Depuis 1905, Churchill est devenu un homme d’État. Après vingt ans de pouvoir conservateur, l’arrivée des libéraux au pouvoir lui a permis d’accéder à son premier poste ministériel. Il deviendra sous-secrétaire d’État aux Colonies. La correspondance aborde donc à la fois des aspects très personnels et des questions plus politiques. »

Winston Churchill et Clementine Churchill

http://www.lefigaro.fr/livres/2013/11/13/03005-20131113ARTFIG00598-churchill-un-couple-uni-par-l-humour.php

EXTRAIT DU LIVRE

« 9 août 1942, Le Caire

Ma Chérie à moi,

J’ai tellement été accaparé par la tâche et les soucis depuis mon arrivée il y a une semaine que je n’ai pas trouvé un instant pour écrire… Ma venue était absolument indispensable. Cette splendide armée, deux fois plus forte que l’ennemi ou peu s’en faut, est déconcertée et désorientée par ses défaites. Rommel vit presque entièrement des véhicules, des vivres et du carburant qu’il nous a pris. Il vit au jour le jour ; la survie de son armée tient à un fil, mais pendant ce temps une sorte d’apathie et d’épuisement mental plutôt que physique a gagné nos troupes et seule une forte reprise en main et surtout la lueur de la victoire pourront les dissiper.

Je me suis rendu sur le front mercredi ; j’ai vu nos positions à El-Alamein et à Ruweisat et partout j’ai été accueilli avec enthousiasme par les troupes qui sont bien sûr dispersées sur une immense étendue pour éviter les attaques aériennes. J’ai passé toute la journée en voiture avec Auchinleck, Ramsden, Gott et Coningham (RAF). J’ai eu de longs entretiens avec Tedder et son Amiral, avec le ministre d’État, avec Smuts et Brooke en permanence.

Nous avons tous vu les gens nécessaires séparément et recueilli les opinions de tous les milieux utiles. Nous n’avions pas le moindre doute sur les changements que je prévoyais dans mon télégramme au Cabinet de guerre. Ils étaient indispensables à la victoire et [je] suis très content de voir qu’ils ont reçu l’aval du Cabinet sauf pour rebaptiser le Moyen-Orient en Proche-Orient. Smuts a été un conseiller magnifique. Nous avons pu travailler ensemble avec la plus grande facilité. Il m’a fortifié dans les cas où j’ai tendance à être trop tendre, c’est-à-dire quand il faut prendre des mesures sévères contre ceux que j’aime bien.

Tout était réglé jeudi. J’avais fait un long parcours en voiture seul avec Gott, et sans lui faire la moindre proposition ou suggestion j’avais acquis la conviction qu’il était fort capable, qu’il avait un caractère d’une charmante simplicité, et qu’il n’était aucunement usé, comme on le faisait croire. On voit tout de suite si le courant passe avec quelqu’un. Imaginez ma douleur quand il a fallu que je télégraphie au Cabinet, alors même qu’il était en train de siéger, qu’il avait été tué. Il s’est tué en se rendant au Caire en avion pour y prendre un bain et une nuit de repos. Bien que Chef de Corps il avait pris place en toute simplicité dans la navette ordinaire, un Bombay…

Cela me semble très démoralisant, et même sinistre, considérant que j’avais amené tous les responsables concernés à se faire à l’idée qu’il devait immédiatement se voir confier le commandement de la Huitième Armée. [dans la marge :] Vous devriez écrire à sa femme. Je vais le faire aussi de mon côté…. On voit là la main du destin. J’avais estimé qu’Alexander avec ses remarquables qualités guerrières et Gott avec ses prouesses dans le désert et son autorité sur les troupes formeraient un tandem idéal.

Cependant, l’ordre ne peut être que « on continue ». En la personne de Montgomery, qui devrait être là mardi, nous avons un soldat énergique et audacieux de la plus haute compétence, qui maîtrise parfaitement les spécificités de la guerre dans le Désert. S’il est désagréable avec son entourage il est également désagréable avec l’ennemi. Je suis persuadé que ces nouvelles dispositions vont bien fonctionner….

Hier j’ai passé six heures avec les quatre brigades blindées qui font toutes leurs préparatifs et constituent un groupe humain magnifique, bien entraîné, décidé et impatient de passer à l’action, mais avec seulement quelques chars pour s’exercer. Je leur ai raconté (au cours de sept discours) comment le Président m’avait donné des [chars] Sherman ; comment la Marine les acheminait à toute vapeur et comment dans quelques semaines ils formeraient la force blindée la plus puissante et la mieux équipée du monde pour sa taille.

À un certain endroit ils venaient presque tous d’Oldham. Ils ont fait preuve du plus grand enthousiasme. J’ai l’intention de voir toutes les unités importantes de cette armée, aussi bien à l’avant qu’à l’arrière, et de leur faire sentir l’ampleur des conséquences des opérations qui reposent sur eux et la gloire qu’ils peuvent en retirer. Plus j’étudie la situation sur place plus je suis sûr qu’il y a là une victoire décisive à remporter si seulement le commandement se montre à la hauteur. »

DATE DE PARUTION : 14/11/13

EDITEUR : Tallandier

ISBN : 979-10-210-0087-2

EAN : 9791021000872

NB. DE PAGES : 843 pages

TEM / avec Le Figaro / 4 déc. 2013 /

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RICONOSCIMENTO FACCIALE COATTO: Nuovo Brevetto permette di rintracciare i Volti anche senza Tag

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TORONTO – Un nuovo algoritmo studiato presso lUniversità di Toronto ha il potere di cambiare profondamente il modo in cui troviamo le foto tra i miliardi dei siti di social media come Facebook e Flickr.
Questo mese, la United States Patent and Trademark Office emetterà un brevetto su questa tecnologia. Sviluppato da Parham Aarabi, un professore del Dipartimento Edward S. Rogers Sr. of Electrical & Ingegneria Informatica, e il suo ex allievo del Maestro Ron Appel, lo strumento di ricerca utilizza posizioni tag per quantificare le relazioni tra gli individui, anche quelli non etichettati in una determinata foto .
Leggi anche:
Immagina tu e tua madre, raffigurati insieme, costruendo un castello di sabbia in spiaggia. Siete entrambi taggato nella foto abbastanza vicino insieme. Nella foto accanto, tu e tuo padre state mangiando anguria. Siete entrambi taggati (anche senza il tag manuale) .
 
A causa della stretta relazione ‘etichettatura’ sia con tua madre nella prima immagine che con tuo padre nella seconda, l’algoritmo può stabilire che esiste una relazione tra i due e quantificare quanto forte possa essere.
In una terza foto, si fa volare un aquilone con entrambi i genitori, ma solo tua madre è taggata. Data la forza del vostro rapporto, quando si cerca una foto di tuo padre l’algoritmo può restituire la foto anche senza tag a causa della probabilità molto alta che ha rappresentato.
 
“Due cose stanno accadendo: capiamo le relazioni, e possiamo cercare le immagini meglio”, dice il professor Aarabi.
L’algoritmo agile, chiamato relazionale Ricerca immagine sociale, raggiunge l’alta affidabilità senza utilizzare computazionalmente intensive-oggetto o un software di riconoscimento facciale.
“Se si vuole cercare un trilione di foto, di solito si fanno almeno un trilione di operazioni. Si basa sul numero di foto che hai “, dice Aarabi. “Facebook ha quasi mezzo trilione di foto, ma un miliardo di utenti, è quasi un ordine di grandezza di 500 la differenza. L’algoritmo si basa semplicemente sul numero di variabili, non dal numero di foto, che rende più efficace per cercare degli “approcci standard. “
Il lavoro su questo progetto è iniziato nel 2005 in Mobile Applications Laboratorio del Professor Aarabi, primo spazio laboratorio del Canada per lo sviluppo di applicazioni mobile.
Attualmente l’interfaccia del algoritmo è principalmente per la ricerca, ma Aarabi mira a vederlo attivo dietro i grandi database di immagini o social network. “Mi immagino l’interfaccia sarebbe esattamente come si usa Facebook ricerca-per gli utenti, non cambierebbe nulla. Avrebbero solo ottenere risultati migliori “, dice Aarabi.
Traduzione LaGrandeOpera
 
visto su Hack your Mind

Agricoltori bloccano Brennero.Falsi uccidono 140mila aziende

 04 DIC 2013
 
(AGI) – Roma, 4 dic. – Con la crisi sono state chiuse in Italia 140mila (136.351) stalle e aziende anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualita’ importati dall’estero che vengono spacciati come Made in Italy. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere relativi ai primi nove mesi del 2013 rispetto all’inizio della crisi nel 2007. L’allarme sulla situazione delle campagne italiane e’ stato lanciato con la mobilitazione “La battaglia di Natale: scegli l’Italia” per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dalle importazioni di bassa qualita’ che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane, che ha portato allevatori e coltivatori al valico del Brennero. Solo nell’ultimo anno – sottolinea Coldiretti – sono scomparse 32.500 stalle e aziende agricole e persi 36mila occupati nelle campagne, con impatti devastanti sulla sicurezza alimentare ed ambientale dei cittadini.
 
Coldiretti: ‘falsi bizzarri’ ragu’ estone e parmigano uruguayano
 
La chiusura di un’azienda agricola significa infatti maggiori rischi sulla qualita’ degli alimenti che si portano a tavola e minor presidio del territorio, lasciato all’incuria e alla cementificazione. Sono questi i drammatici effetti di quelli che sono “i due furti ai quali e’ sottoposta giornalmente l’agricoltura: da una parte il furto di identita’ e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissa’ quale parte del mondo come italiano; dall’altra il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori per colpa di una filiera inefficiente”. “Stiamo svendendo un patrimonio del nostro Paese sul quale costruire una ripresa economica sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che “l’invasione di materie prime estere spinge prima alla svendita agli stranieri dei nostri marchi piu’ prestigiosi e poi alla delocalizzazione delle attivita’ produttive”. Oggi anche a causa delle importazioni di minor qualita’ l’Italia – sottolinea la Coldiretti – produce appena il 70 per cento dei prodotti alimentari che consuma ed importa il 40 per cento del latte e carne, il 50 del grano tenero destinato al pane, il 40 del grano duro destinato alla pasta, il 20 del mais e l’80 della soia mentre siamo autosufficienti solo per ortofrutta, vino, pollame. La colpa e’ di un modello di sviluppo industriale sbagliato che ha tagliato del 15% le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) con il risultato che e’ aumentata la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento alimentare. Dall’inizio della crisi a oggi le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate in valore del 22%, secondo un’analisi di Coldiretti relativa ai dati del commercio estero nei primi otto mesi del 2013. Gli arrivi di carne di maiale sono cresciuti del 16%, mentre le importazioni di cereali, pronti a diventare pasta e riso spacciati per italiani, hanno fatto registrare addirittura un vero e proprio boom (+45 per cento), con un +24% per il grano e un +49% per il riso. Aumenta anche l’import di latte, +26%, anch’esso destinato a diventare magicamente made in Italy. Netta pure la crescita delle importazioni di frutta e verdura, +33%, con un vero e proprio boom per il pomodoro fresco (+59%), ma cresce anche quello concentrato (+32%). Aumentano anche gli arrivi di succo di frutta dall’estero, +16%.
Al Brennero gia’ 1.500 agricoltori a sfidare freddo Stanno sfidando il freddo con temperature decisamente sotto lo zero circa 1.500 agricoltori e allevatori della Coldiretti presenti al valico di confine di passo Brennero per difendere i prodotti italiani dalle importazioni di bassa qualita’ per la mobilitazione ‘La battaglia di Natale: scegli l’Italia’. In questo momento sono in corso controlli sulla corsia sua della statale nei confronti dei tir provenienti dall’Austria.
“Sono arrivati pullman da tutta Italia, Sardegna e Sicilia comprese. Al momento siamo in 1.500 ma altrettanti arriveranno per il turno del pomeriggio – ha detto all’AGI il presidente del Trentino Alto Adige della Coldiretti, Danilo Merz che attualmente si trova al passo del Brennero a un chilometro dal confine austriaco – al momento stiamo fermando i tir, in particolare quelli con la cella frigo e quelli con cisterna.
Noi non siamo contro l’arrivo della merce dall’estero ma lo scambio deve essere corretto e soprattutto chiediamo correttezza nell’origine dei prodotti. Se il latte arriva, per esempio, dalla Polonia, quando arriva in Italia non puo’ essere considerato come latte italiano. La gente deve sapere la provenienza di cio’ che beve o mangia. Nel corso delle prossime ore decideremo se proseguire anche oltre alla giornata di domani”. (AGI) .
 

Ucraina: i comunisti per l’integrazione con Russia e Bielorussia

L’intervento, presentato a un incontro internazionale di partiti comunisti, pur essendo molto recente, è di pochi giorni precedente agli ultimi avvenimenti e agli scontri di piazza. Il KPU è la terza forza politica ucraina in termini elettorali con il 13,2 % (elezioni ottobre 2012)
 
da www.solidnet.org | Traduzione dal russo di Mauro Gemma –
 
Contributo del Partito Comunista di Ucraina (KPU) al 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
 
Stimati compagni di lotta!
 
La storia degli ultimi anni ha chiaramente dimostrato: per non annegare tra le onde della crisi crescente del capitalismo mondiale, i principali stati imperialisti tentano di trasformare i paesi borghesi più deboli in donatori che, sotto la pressione dei loro governanti corrotti dall’Occidente, si privano degli organi vitali allo scopo di conservare la salute sociale ed economica dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
 
Ciò è particolarmente evidente nel caso dell’Ucraina, il cui Partito Comunista ho l’onore di rappresentare al nostro Incontro Internazionale.
 
Attualmente il mio paese si trova a un crocevia geopolitico Di fronte ad esso ci sono due strade possibili di integrazione. Una è quella occidentale, europea: la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea e l’ingresso nella sua Zona di libero mercato. L’altra strada è quella orientale, eurasiatica: l’entrata nell’Unione Doganale con Russia, Belarus e Kazakistan.
 
I comunisti di conseguenza si pronunciano perché l’Ucraina scelga la seconda strada di integrazione, senza dubbio più promettente e attraente dal punto di vista economico. Imboccandola, il nostro paese riceverebbe circa 10 miliardi di dollari di benefici ogni anno. Ciò è dimostrato dai calcoli economici di esperti indipendenti, che nessuno si azzarda a mettere in discussione.
 
Purtroppo, i politici che propugnano la politica di integrazione europea, non vogliono capire l’evidenza, ad esempio il fatto stesso che l’ingresso nell’Unione Europea non significherebbe affatto la costruzione di un’economia altamente sviluppata, il radicamento degli alti valori europei di libertà, di onesta, concorrenza e democrazia, e neppure potrebbe incidere sulla costruzione in Ucraina di una società civile con un elevato livello di vita e il benessere del popolo.
 
Un altro fattore obiettivo è anche rappresentato dall’inadeguatezza dell’Ucraina sul piano economico, politico, sociale e umanitario all’integrazione nell’Unione Europea: ad esempio i sistemi per uniformare e sincronizzare tutte le forme dell’economia richiedono l’introduzione di cambiamenti in più di 20.000 aspetti, dal cambiamento degli standard degli elettrodomestici a quello dei programmi statali Twinning, per l’integrazione delle legislazioni attraverso il loro adeguamento agli standard dell’Unione Europea.
 
L’esperienza dei paesi europei che recentemente si sono uniti all’Unione Europea ci dimostra, per molti aspetti, che l’ingresso nell’Unione Europea non ha significato assolutamente il miglioramento della qualità della vita, ma semmai il contrario. Ci troviamo di fronte l’aumento della disoccupazione, della pressione fiscale, la mancanza di opportunità per l’espansione degli affari con l’introduzione delle quote, la riduzione della sicurezza sociale, la monetizzazione dei benefici ai settori più vulnerabili della società, ecc.
 
Allo stesso tempo è assolutamente evidente che, come risultato dell’ingresso del nostro paese nella Zona di libero mercato dell’Unione Europea, nella forma ultimativa a cui siamo “invitati” da Bruxelles, verranno poste le basi della rovina di molti settori dell’industria ucraina (in particolare di quelli ad alta tecnologia). I propagandisti di questa strada non possono presentare nessun (io sottolineo, compagni: nessuno!) fattore concreto di beneficio economico, che derivi dalla partecipazione alla Zona di libero mercato. Essi si limitano alle chiacchiere sugli “elevati standard democratici e sociali dell’Unione Europea”.
 
L’Ucraina interessa a Bruxelles unicamente come appendice politicamente ininfluente, come mercato dei beni e fonte di manodopera a basso costo. E allo stesso tempo, come avamposto orientale dell’Unione Europea e degli Stati Uniti contro la Russia.
 
Tuttavia, gli oligarchi ucraini, il cui benessere, nella situazione di crisi economica globale, dipende unicamente dai miliardi rubati al popolo e depositati nelle banche occidentali, si sono espressi per una chiara scelta a favore dell’Unione Europea. Sono diventati i custodi degli interessi geopolitici occidentali, sacrificando cinicamente gli interessi nazionali.
 
Difendendo le posizioni di una ristretta cerchia di oligarchi, tutti, senza eccezione, i partiti borghesi si oppongono categoricamente all’adesione all’Unione Doganale e si pronunciano per la firma dell’accordo di associazione all’Unione Europea e per l’ingresso nella Zona di libero mercato. Compreso quel Partito delle Regioni che sta alla guida dello Stato, arrivato al potere con la promessa di ripristinare relazioni fraterne con la Russia, guastatesi dopo la cosiddetta “rivoluzione arancione”. Insieme all’opposizione nazionalista esso aspira all’ “integrazione europea”, ad ogni costo. A qualsiasi condizione, anche la più sfavorevole per l’economia nazionale. E prevede di firmare il relativo accordo nel novembre di quest’anno (gli ultimi sviluppi, dopo la recente visita di Putin in Ucraina, testimoniano della sospensione della firma dell’accordo, ndt).
 
Oggi il nostro popolo è esposto a una gigantesca operazione di agitazione propagandistica che sconfina nel tentativo di annichilire le coscienze. Il suo obiettivo: con l’aiuto del terrore psicologico per costringere la gente ad accettare la famigerata “scelta europea”, renderlo succube delle scelte della propria borghesia. Tuttavia, i risultati dei sondaggi di opinione dimostrano che gran parte dei miei compatrioti (secondo alcune fonti, la maggioranza) sosterrebbe la strada eurasiatica di integrazione.
 
Il Partito Comunista di Ucraina ritiene che il popolo, e non gli oligarchi, deve decidere verso quale direzione geopolitica occorra indirizzare il nostro paese. Per questo, abbiamo avviato le procedure di un referendum in merito alla questione della scelta della strada dell’integrazione. Ciò è fatto in armonia con la Costituzione e la legislazione nazionale, nell’osservanza di tutte le procedure giuridiche formali.
 
Ma i dirigenti borghesi dell’Ucraina, violando pesantemente tutte le norme di diritto vigenti, rifiutano categoricamente di accordare il permesso all’avvio della raccolta delle firme per lo svolgimento del referendum. E i capi dell’Unione Europea, che si vantano continuamente della loro “democraticità”, chiudono volutamente gli occhi davanti a questo oltraggio.
 
In tal modo, l’Ucraina è trasformata oggi in un poligono, in cui si praticano i metodi per asservire i paesi della “periferia” europea all’imperialismo, trasformandoli in bantustan mendicanti privi di sovranità reale, dove i diritti umani vengono continuamente violati.
 
Stimati compagni! A conclusione del mio intervento voglio rivolgermi a ciascuno di voi con l’appello a riferire ai lavoratori del vostro paese di come la reazione esterna e interna – non esagero con le parole – stia violentando oggi il popolo dell’Ucraina.
 
Cari compagni, vi saremmo anche grati per l’aiuto che riterrete di accordare al Partito Comunista di Ucraina e al popolo ucraino sotto forma di supporto informativo alla nostra azione, e anche con interventi e dichiarazioni dei Vostri compagni nei parlamenti e negli organi rappresentativi ad ogni livello, allo scopo di dimostrare al nostro popolo che da altre parti non c’è solo l’Unione Europea a intervenire a sostegno dei sentimenti di integrazione del popolo ucraino.
 
Il vostro sostegno fraterno avrà un significato per noi inestimabile nella difficile lotta che stiamo conducendo per il futuro della nostra Patria. E, in definitiva, per il futuro dell’Europa e di tutto il mondo.

CARCERE: La doppia umanità del ministro Cancellieri

di Pino Corrias

Se la ministra Annamaria Cancellieri è innocente per Giulia Ligresti, detenuta di prima classe, valore stimato in molti milioni di euro, allora è doppiamente colpevole per la mancata scarcerazione di Federico Perna, il detenuto da due lire, morto l’altro giorno a Poggioreale, con il corpo tumefatto come neanche un cane dovrebbe. È colpevole perché Cancellieri – difendendosi utilmente in Parlamento, inutilmente davanti alla pubblica opinione – ha rivendicato come suo inviolato dovere il diritto umanitario che l’ha spinta a telefonare per la tutela della sua amica Giulia, dicendo che “lo avrebbe fatto per chiunque”. Anzi “che era pronta a farlo per chiunque”. Lo ha fatto per il detenuto Perna? Tutto il fervore esibito per liberare Giulia con il suo prezioso guardaroba, le sue carte di credito, i suoi segreti, è svaporato nella dimenticanza. Lasciando completamente solo quel detenuto – che pure da lei dipendeva, dal suo ministero di Giustizia senza Grazia – marcito per tre anni nell’inferno di Poggioreale, ammalato nel corpo e nella testa, uno che scriveva alla madre “ti prego, voglio tornare da te, fammi uscire”. E che scrivendo senza essere ascoltato da nessuno è stato cancellato e poi archiviato come 141esima vittima del-l’anno. Un ladruncolo, titolare di nessuna storia, nessuna parentela, condannato alla detenzione fino al 2018, colpevole di avere maneggiato assai meno refurtiva di un dito mignolo di un qualunque banchiere, o del più giovane dei Ligresti, quello ancora in fuga nella Svizzera delle finanziarie anonime.    QUI NON SI DISCUTE il diritto di Giulia Ligresti a uscire di galera, ci mancherebbe, non è lei lo scandalo, la sua voglia di libertà, il suo sacrosanto diritto allo shopping in attesa di ereditare il gruzzolo accumulato dalla famiglia con il commercio di aree edificabili, cliniche, e la finale spoliazione di un’azienda, la Fonsai.    Qui si discute lo scandalo della scandalosa ministra, prefetto di prima classe, anzi prefetto di classe.    Per la primogenita dei suoi due amici miliardari, i fratelli Ligresti, la fedele Cancellieri – che non trova sconveniente frequentare da ministra pregiudicati di quella risma, né telefonare ai superstiti di una famiglia finita tutta in galera – si attiva immediatamente mossa da umana pietà: “Non ho proprio nulla da rimproverarmi. Ho agito secondo coscienza”. Bene, benissimo. E quindi dovrebbe avere molto da rimproverarsi a non avere agito secondo coscienza in questo caso che segue di così poco il primo. Riconoscendo l’immorale silenzio di oggi in aperto contrasto con il diritto morale all’aiuto di ieri.    MA COM’È OVVIO Cancellieri non si rimprovera e non riconoscerà un bel nulla. Per questo ha scelto di esibire il suo pubblico disinteresse non avendo trovato neppure il tempo di riferirne in Parlamento. Per le scorie sociali come Federico è abbastanza il suo vice. Chissà se, perdendo almeno il sonno, la ministra non incaricherà il suo vice di dormire al posto suo.

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G. Ligresti e il corpo di Federico Perna LaPresse

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Rimpatriati dalla Siria, attraverso la Turchia, i jihadisti tartari arrivano a Kiev

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Avete certamente notato tale bandiera nelle manifestazioni sovversive per le piazze di Kiev. Un enorme striscione di questo tipo è apparso in diretta da Alban Mikoczy su Soir 3, è la bandiera dei separatisti tartari della Crimea.
Secondo diverse fonti, tra cui i cosacchi di Crimea e alcuni membri dell’SBU, servizio di sicurezza interna ucraina, dal 22 novembre decine di jihadisti tatari di Crimea sono rientrati dalla Siria attraverso la Turchia, per fornire il servizio d’ordine alle manifestazioni di Kiev e formare gruppi per assaltare le unità Berkut del ministero degli Interni ucraino. Questi jihadisti si sono infiltrati nelle delegazioni di  centinaia di tatari di Crimea che marciano per le strade di Kiev.
Ancora una volta i servizi segreti turchi hanno collaborato attivamente nella loro esfiltrazione dalla Siria e trasporto a bordo della Turkish Airlines dalla Turchia alla Crimea. [Istanbul-Simferopol]. I tartari di Crimea e le manifestazioni note come Evromayadan godono del sostegno dei leader del movimento Azatlyk del Tatarstan russo. Il calcolo politico dei tatari di Crimea è un governo pro-europeo a Kiev, che gli dia maggiore autonomia e forse l’indipendenza sotto la pressione di Bruxelles.
 
 

Spagnolo inventa lampadina che dura 100 anni ma viene minacciato di morte

3 dicembre 2013 – Guardate la foto qui sotto. Nell’immagine è evidenziata apparentemente una semplice e comune lampadina. Ma questa lampadina ha una particolarità che la rende praticamente “immortale”: è stata sviluppata con una tecnologia (per il momento non nota) che, al contrario delle normali lampadine, non è sottoposta al fenomeno dell’obsolescenza programmata”. Cosa significa questo termine?
Solitamente tutto ciò che troviamo in commercio ha una scadenza propria, una fine “programmata” che permette alle industrie di immettere sul mercato mondiale prodotti tecnologicamente sempre più avanzati e di livello superiore, a scapito di quelli già presenti.
Benito Muros
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Questo avviene nell’economia industriale, soprattutto per prodotti di origine elettrica (come appunto le lampadine) o elettronica. In pratica le industrie produttrici utilizzano appositamente materiali di qualità inferiore o componenti facilmente deteriorabili che accorciano la vita del prodotto rendendolo obsoleto o inutilizzabile dopo un certo periodo di tempo, spesso in prossimità dell’uscita sul mercato di prodotti simili ma tecnologicamente più aggiornati.
Tutto questo, ovviamente, serve esclusivamente ad aumentare i fatturati commerciali. Ora però questa torbida tattica industriale sta per essere messa a rischio dall’invenzione di un giovane impiegato, Benito Muros, che lavora presso l’OEP Electrics come responsabile di un programma appositamente ideato per combattere l’obsolescenza pianificata. In pratica l’uomo ha ideato un tipo di lampadina che arriva a risparmiare dal 70% al 95% dell’energia normalmente utilizzata da una normale lampadina. Ciò vuol dire che sei voi utilizzaste una di queste lampadine per la vostra camera da letto essa sopravvivrebbe anche alla vostra dipartita, continuando a funzionare nel tempo. In più (e non è cosa da poco) essa possiede anche la caratteristica di non scottare al tatto e di non bruciarsi se sottoposta a ripetute accensioni. Un’intervista a Benito Muros:
 
La notizia, ovviamente positiva per tutti noi, non lo è stato però interamente per il giovane inventore spagnolo che avrebbe subito serie ma prevedibili minacce di morte per se e per i suoi familiari qualora avesse introdotto sul mercato questa nuova tecnologia. Nonostante le minacce ricevute l’uomo ha però coraggiosamente denunciato il fatto alle autorità locali dichiarando che continuerà a difendere il programma per il quale sta ancora attualmente lavorando.
Vi siete mai chiesti perché certi giocattoli si rompono subito? Perché è così faticoso trovare pezzi di ricambio per un elettrodomestico? Perché il computer che avete in casa dopo pochi mesi è già diventato un pezzo da museo? La risposta è più semplice di quanto, forse, immaginate e si racchiude in appena due parole: obsolescenza programmata. Significa che vi sono prodotti che vengono progettati e costruiti per durare poco, rompersi in fretta ed essere così continuamente sostituiti. Il ragionamento è impietoso ma chiaro: sembra che il sistemo economico-monetario che regola la nostra società stia in piedi solo se si continua a “consumare” senza sosta e per avere la certezza che ciò avvenga occorre creare il “bisogno”, la “necessità”. Quindi, cosa c’è di più efficace del mettere a disposizione dei consumatori oggetti pensati e realizzati per durare poco, in modo che vengano costantemente ricomprati? Un video che tratta l’argomento:
 
Fonti:
Per completezza d’informazione, vi informiamo che esiste anche un’intervista a tale Leon, un presunto ex socio di Muros che cerca di denigrare l’invenzione in questione spiegando che la lampadina ideata da Muros non sarebbe “infinita” ma facilmente riparabile a basso costo. Inoltre si allude a spostamenti finanziari non poco chiari da parte dell’ideatore del progetto. Non sappiamo se queste dichiarazioni corrispondano al vero ma la cosa curiosa è che questa seconda intervista è stata fatta dallo stesso sito web che ha intervistato Muros circa un mese prima. Ecco il link:
Ad ogni modo esiste un sito ufficiale del prodotto disponibile al seguente indirizzo: www.oepelectrics.es
 
VIDEO INTERVISTA

Dio scende all’inferno?

http://www.tgvallesusa.it/?p=3755

SCRITTO DA: GABRIELLA TITTONEL – DIC• 04•13

Gabriella_33_no tav Clarea 4 12 2012 015

Ancora poche ore e si saprà se verrà celebrata e da chi la messa in onore di Santa Barbara nel cantiere del tunnel geognostico, in val Clarea, di quella che potrà essere l’alta velocità valsusina.

I “se” sono indispensabili dopo la notizia che è rimbalzata ieri su testate giornalistiche e su siti internet circa la richiesta inoltrata da Ltf al vescovo di Susa monsignor Alfonso Badini Confalonieri di poter celebrare la messa nell’appena iniziato tunnel e di poter contare per tale incarico su un sacerdote della valle.

Netto il rifiuto del vescovo, che ha avanzato ragioni di opportunità, volte a non dividere una comunità già segnata tra favorevoli e contrari all’opera.

Continua così una discussione mai risolta già dalla prima richiesta fatta lo scorso anno e che vide per i festeggiamenti per la santa protettrice dei lavoratori delle miniere e degli esplosivi unicamente un momento conviviale, mentre la celebrazione pare si fosse tenuta altrove. Mentre l’icona della santa venne sistemata sopra l’apertura del tunnel il giorno successivo.

Ora la questione si è riproposta.

Ma ciò che è veramente singolare è proprio questa celebrazione, più simile, in questo contesto, a un rito scaramantico piuttosto che a una convergenza di fede.

Gabriella_33_particolareLe domande non possono non sorgere. Come richiamare sentimenti di famigliarità, di amicizia, di rispetto quando in questo luogo vi sono non ascolto, prevaricazione, nascondimento di fatti che andranno a ledere la vita di una intera comunità? Si parla di inquinamento d’acqua, di moria di pesci, ma ciò che è evidente per tutti è ora l’inquinamento dell’aria, inquinamento da polveri sottili, che s’innalzano oltre la vallettina e si spargono su tutto il territorio valligiano. Polveri pronte a insediarsi in polmoni e sistemi circolatori per poi con fantasia trasformare cellule.

Come far riferimento a un Padre comune se tra umani in questo non luogo sono state innalzate strazianti barriere di metallo, si è instaurato il sospetto, si è portato l’apparato di guerra?

Vien da dire che Dio fra qualche ora scenderà all’inferno, nel luogo dove quanto ha saputo suscitare dalla sua ininterrotta creatività e bellezza regolarmente e quotidianamente viene seppellito dal cemento, distrutto sotto  le ruspe nel nome di una improbabile futura necessità!

Gabriella Tittonel

3 dicembre 2013