di Paolo Del Bufalo19 dicembre 2013
Archivi giornalieri: 19 dicembre 2013
Torcia umana a San Pietro. Dramma, uomo si dà fuoco
l’età delle persone che si da fuoco in maggioranza è oltre 40 anni, persone che hanno famiglia e non sanno come mantenerla ma su di loro nemmeno una riga di compassione figuriamoci indignazione
Ambulante di 51 anni circa, prima delle 9 ha iniziato a cospargersi di liquido infiammabile. Trovato un foglio con il numero di telefono della figlia. “In gravi condizioni”.
Roma (WSI) – E’ in “gravi” condizioni l’uomo che si è dato fuoco stamane in piazza San Pietro. E’ un ambulante di 51 anni, ma “non si conoscono i motivi del gesto”.
“Questa mattina alle 8.30 – è la ricostruzione dell’ispettorato di polizia riferito dalla sala stampa vaticana – un uomo di 51 anni si è dato fuoco cospargendosi di benzina che portava in una bottiglietta, in piazza San Pietro, alla destra del colonnato, angolo con piazza Pio XIIContinua a leggere…»
http://www.notizie23e59.it/2013/12/19/torcia-umana-a-san-pietro-dramma-uomo-si-da-fuoco/
Il Metodo Cipro ORA è Ufficiale, in Caso di Fallimento Bancario Pagheranno
- gli Stati daranno vita ad un fondo salva-banche unico, finanziato con prelievi sulle banche a livello nazionale. Inizialmente sarà formato da compartimenti nazionali che alla fine confluiranno in un unico fondo nel giro di dieci anni.
- Nel primo anno, le banche in default controllato potranno attingere solo al fondo del proprio Paese
- negli anni successivi, man mano che il fondo cresce, ci sarà una mutualizzazione progressiva delle risorse.
- Il backstop o paracadute voluto dall’Italia assicura che nella fase iniziale del fondo,dopo l’auto-salvataggio o ‘bail-in’ delle banche che assegna le perdite ad azionisti, obbligazionisti e grandi depositi, se a una banca serviranno ancora fondi, si potranno avere ‘finanziamenti ponte’ da parte degli Stati o del fondo salva-Stati Esm.
- Si chiede al fondo di salvataggio interbancario NAZIONALE (quello Europeo ci sarà solo tra molti anni) di intervenire, ma questo fondo NON esiste ancora e dubito verrà alimentato a breve.
- Si azzera il valore delle azioni preesistenti
- Si azzerano i valori delle obbligazioni, prima quelle subordinate e poi quelle ordinarie, probabilmente si trasformano in nuove azioni dal valore molto basso.
- Si azzerano i conti correnti sopra una certa soglia e attenzione che nell’intesa la SOGLIA NON E’ STATA DEFINITA (facciamo 100.000€ oppure molto meno?), probabilmente si trasformano i fondi in nuove azioni dal valore molto basso.
- Se non dovesse bastare, allora la banca fallita per continuare ad operare può chiedere un prestito al fondo ESM oppure allo Stato, prestito che poi dovrà essere restituito con la garanzia dell’insieme delle banche del paese di origine.
Il Pd schiavo delle lobby d’oro #fuorilelobby
Vittoria M5S: le imprese che scappano devono ridare i soldi
Bartolomeo Gagliano, storia di un cacciatore di prostitute: appena esce uccide
ma che siamo matti? Vogliamo tenere un serial killer in galera? Roba da incivili…..
Pubblicato il 19 dicembre 2013 10.55 | Ultimo aggiornamento: 19 dicembre 2013 11.55
COOP ROSSE… SI’ MA A BILANCIO! – GLI INVESTIMENTI IN MPS, UNIPOL E CARIGE SI MANGIANO GLI UTILI DEI SUPERMERCATI E NEL 2008-2012 CAUSANO UNA PERDITA CUMULATA DI 100 MILIONI
Marcello Zacchè per ‘Il Giornale’
Un miliardo di svalutazioni in 5 an¬ni. È il bilancio delle Coop che, con gli investimenti in Mps, Unipol, Carige si sono mangiate gli utili dei loro super¬mercati, chiudendo il periodo 2008-2012 con un «rosso» cumulato di quasi 100 milioni. La gestione finanzia¬ria, arrivata a produrre margini 10 vol¬te superiori a quella dei supermercati, si sta rivelando un boomerang in tem¬pi di crisi. Per sostenere operazioni fi¬nanziarie e di potere, ultima la creazio¬ne del colosso assicurativo Unipol-Fonsai, le Coop «rosse» hanno trascu¬rato la gestione industriale e ora paga¬no pegno.
Il quadro emerge dai bilanci riclassi¬ficati degli operatori della grande di¬stribuzione messi a confronto dall’uffi¬cio studi R&S di Mediobanca. Il cam¬pione assoluto tra i «super» è l’Esselun¬ga, che nello stesso periodo ha portato a casa 1,1 miliardi di profitti. Ben di-stanziato il gruppo Pam, comunque in nero per 113 milioni. Seguono le Co¬op, in rosso per 98, e infine il disastro dei francesi, sbarcati in Italia a fine se¬colo scorso per sbaragliare la concor¬renza senza però riuscirci: Auchan ha limitato i danni a 103 milioni, mentre Carrefour ha bruciato ben 2,7 miliar¬di.
La progressione di Esselunga è im¬pressionante comunque la si veda. Per esempio, il fatturato medio dei 144 punti vendita è di 47 milioni. In prati¬ca, ogni supermercato è più grande di una media impresa italiana, che (sem¬pre secondo le stime di Mediobanca) mediamente fattura 42 milioni.
E con un Roe (il rendimento sul capitale in¬vestito) del 22%, più alto di un gruppo come Armani. Il modello-Caprotti vin¬ce grazie alla strategia dei megastore (3mila metri quadri in media, il dop¬pio di quelli Coop) e all’efficienza com¬plessiva: 333mila euro di fatturato per dipendente e 49 lavoratori ogni mille metri quadri contro, rispettivamente, i 221mila euro e i 33 dipendenti delle Coop. Queste ultime, come aggregato delle 11 cooperative di consumo italiane, hanno la maggior quo¬ta di mercato, con il 15,3%, grazie a un fat¬turato di 11,6 miliardi, quasi il doppio dei 6,7 miliardi dell’Esselun¬ga (mentre i due fran¬cesi insieme valgono 10 miliardi, quasi co¬me le Coop).
Ma a rendere le coo¬perative più fragili e meno efficienti è il mo¬dello¬banca, con annesse relazioni fi¬nanziarie e di potere. In altri termini, il modello delle Coop «rosse», fortissi¬me in Emilia, Tosca¬na e Marche, non è al solo servizio della grande distribuzio¬ne, bensì rappresen¬ta un polmone finan¬ziario utilizzato, al¬meno per la parte che si conosce, a soste¬gno di operazioni fi¬nanziarie. Il meccani¬smo Coop prevede, infatti, che i soci la possano utilizzare co¬me una banca, ver¬sando i propri risparmi a titolo di «pre¬stiti».
Siamo di fronte a un colosso da 10,4 miliardi di raccolta e 11,3 miliardi di partecipazioni in portafoglio. Tra queste la holding Finsoe di Unipol per 1,2 miliardi; Lima srl (scatola con un al¬tro 3% di Unipol) per 159 milioni; il 5,5% di Mps per 223, l’1,6% di Carige per 72 milioni. Forse sarebbe stato meglio per le Co¬op (e i loro soci) provare a competere con Esselunga e gli altri concentrand¬o¬si e investendo di più sullo sviluppo e il mercato della grande distribuzione che sul quello di banche e assicurazio¬ni.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/coop-rosse-si-ma-a-bilancio-gli-investimenti-in-mps-unipol-e-carige-si-68670.htm
Le 1000 mance della Legge di Stabilità: bucce di limone, ristoranti… Elenco
PER I DISOCCUPATI naturalmente non essendo LOBBY nemmeno la corda per impiccarsi
Alitalia finisce in mano agli emiri del Golfo
alitalia19 dic – Alitalia starebbe per ricevere un’iniezione di capitale da circa 300 milioni di euro da Etihad Airways. Lo scrive Bloomberg citando fonti vicine al dossier, secondo cui sono in corso trattative avanzate che porterebbero il vettore di Abu Dhabi a diventare il primo azionista di Alitalia. Giovedì sarebbe in vista un incontro fra le parti.
L’INCONTRO – Secondo le stesse fonti, scrive inoltre Bloomberg, non è stata ancora presa alcuna decisione finale e Alitalia avrebbe escluso gli altri potenziali partner. Le fonti sottolineano che Etihad ha avuto accesso ai conti Alitalia e sta valutando un’offerta in attesa di conoscere i risultati finali dell’aumento di capitale e un accordo con i sindacati sui tagli di organico. Nessuno dei due vettori ha però voluto commentare le indiscrezioni. L’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, ha portato avanti con forza la propria strategia di acquistare partecipazioni in compagnie aeree più piccole in Europa, India e Australia, il che gli ha permesso di costruire una rete di trasporto passeggeri attraverso la propria base di Abu Dhabi o di acquistare aerei e attrezzature in condivisione con altri soci.
http://www.imolaoggi.it/2013/12/19/alitalia-finisce-in-mano-agli-emiri-del-golfo/
Legge stabilità, 900mila euro a Memoriale Shoah: “contro il populismo”
Pubblicato da ImolaOggi
dic 19, 2013
18 dic. – “Consideriamo le dichiarazioni di Renato Brunetta populiste e pericolose”. Cosi’, in una nota, la Comunita’ ebraica di Milano stigmatizza le dichiarazioni di Brunetta che ha definito una “marchetta” i 900mila euro assegnati dalla legge di stabilita’ alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.
“La Fondazione Memoriale della Shoah-Binario 21 (luogo della Stazione Centrale di Milano dove partirono i treni per Auschwitz) e’ un presidio per la memoria”, si sottolinea nella nota. “Inoltre, la realizzazione del Memoriale e’ comunque vicino al completamento grazie alle donazioni in maggior parte di privati”.
“Le attivita’ culturali del memoriale – si prosegue – sono degli anticorpi che servono alla nostra societa’ per frenare le derive populistiche, purtroppo sempre piu’ presenti nella societa’ italiana, anche a causa di una triste e pericolosissima strumentalizzazione della crisi economica”. “Dire che quei soldi sono una marchetta e’ una dichiarazione pericolosa, non degna di un deputato della Repubblica italiana”, conclude la Comunita’ ebraica di Milano. agi