Malasanità, proposta shock delle Regioni: anche i malati paghino l’assicurazione contro i rischi da trattamento sanitario

quante volte E QUANTI PARASSITI DEVONO LUCRARE SULLA SALUTE DEI CITTADINI??? Comincio a sospettare che ci vogliono più ammalati che mai

di Paolo Del Bufalo19 dicembre 2013

 
Contenzioso sulla responsabilità del personale sanitario: le Regioni propongono l’«assicurazione del malato». Un’idea shock che prevede, se non si può identificare un responsabile della malpractice, il versamento da parte dei cittadini di un contributo per assicurarsi contro il rischio di esiti indesiderati da trattamento sanitario (in Francia il fondo assicurativo è finanziato così), realizzato, in analogia a quanto avviene per l’Inail, a livello nazionale, ma gestito dai servizi sanitari regionali visto che la materia rientra nell’assistenza sanitaria-tutela della salute dei cittadini. E sempre per i contenziosi secondo le Regioni è necessaria una gestione locale (soprattutto extragiudiziale) e, se il cittadino non è soddisfatto, può ricorrere all’organismo di mediazione per tentare la conciliazione prima di andare in giudizio.
 
 
Per le Regioni insufficienti le previsioni del decreto Balduzzi
Sono le proposte «nazionali» che chiudono un documento dettagliato messo a punto dalle Regioni per la loro audizione in commissione Affari sociali della Camera dove si stanno discutendo, appunto, i provvedimenti sulla responsabilità del personale sanitario. Una rivoluzione dei percorsi fin qui disegnati, anche perché le Regioni giudicano nel documento “insufficienti” le ultime previsioni della legge 182/2012 (decreto Balduzzi) che presentano limiti e profili di incostituzionalità.
 
Cosa fare nelle aziende sanitarie
Nel documento le Regioni indicano i percorsi da realizzare nelle aziende sanitarie, dividendoli in cinque punti.
 
Il primo preevede la cogestione amministrativa, medico-legale e assicurativa del contenzioso e la creazione di un osservatorio aziendale dei sinistri. Il medico legale interno all’azienda deve espletare tutte le attività necessarie e per questo non vanno bene le consulenze esterne, stabili o, peggio, occasionali, perché un professionista che non appartiene alla struttura sanitaria. Il medico legale del Ssn ha quindi, tra gli altri, anche il compito di rendere “accettabile” ai colleghi clinici il percorso: non si tratta di “avere ragione”, di “vincere” nei procedimenti penali e/o civili, di minimizzare a tutti i costi l’entità dei risarcimenti ai pazienti danneggiati perché considerati “immancabilmente pretestuosi”, ma di “compensare” equamente le persone che ne hanno diritto, ogni volta che si procura loro un danno per l’attività sanitaria (responsabilità civile contrattuale). Questo non implica necessariamente un giudizio negativo verso i professionisti o una condanna per l’organizzazione, ma dovrebbe rappresentare secondo le Regioni uno stimolo verso il miglioramento e la prevenzione di eventuali ripetizioni dello stesso evento avverso. E lo stesso vale per il servizio legale e assicurativo aziendale.
 
Il secondo punto prevede la raccolta di report tempestivi sull’accaduto e l’attività di consulenza medico-legale strutturata a favore dei clinici in ogni ambito, possibilmente sulle 24 ore, visto che le attività assistenziali sono rese continuativamente.
 
Al terzo punto c’è l’analisi approfondita delle cause e la valutazione medico-legale con garanzia di onestà e trasparenza verso i cittadini per una «composizione equa e tempestiva della vertenza». Questo presuppone la raccolta di tutta la documentazione sanitaria relativa e di ogni elemento utile alla formulazione di una valutazione corretta del caso e degli eventi, anche se si tratta di certificazioni non prodotte in quella occasione, ma antecedenti e successive.
 
Quarto aspetto la promozione di iniziative di prevenzione dei conflitti con la modifica dei percorsi assistenziali e la formazione continua del personale (sulla comunicazione efficace con le persone interessate, sull’acquisizione di un valido consenso informato, sulla corretta tenuta delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria in genere ecc).
 
E infine va prevista la diffusione della cultura della sicurezza anche attraverso l’utilizzo di linee guida, protocolli, procedure e la diffusione di best practice.
 
Le necessità di sviluppo
Il documento indica poi l’esigenza di assicurare omogeneità, per qualità e quantità e requisiti minimi di sicurezza e garanzie di efficacia, alle prestazioni erogate su tutto il territorio nazionale. Poi la necessità di individuare percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali costruiti sull’appropriatezza e sulla centralità del paziente con il dovere di procedere con rapidità all’innalzamento dei livelli di sicurezza delle prestazioni attraverso la prevenzione del rischio da medical malpractice. va anche data l’opportunità di aprire il sistema alla cultura della valutazione, puntando sull’utilizzo di indicatori di esito e di valutazione degli obiettivi di salute conseguiti, più che di sommatoria di prestazioni erogate.
 
Un fondo per i grandissimi rischi
Infine, va creato un fondo per i grandissimi rischi e per le insolvenze, in modo da garantire la tutela delle persone danneggiate da attività sanitaria, introducendo il concetto della responsabilità oggettiva del Ssn.

Torcia umana a San Pietro. Dramma, uomo si dà fuoco

l’età delle persone che si da fuoco in maggioranza è oltre 40 anni, persone che hanno famiglia e non sanno come mantenerla ma su di loro nemmeno una riga di compassione figuriamoci indignazione

Ambulante di 51 anni circa, prima delle 9 ha iniziato a cospargersi di liquido infiammabile. Trovato un foglio con il numero di telefono della figlia. “In gravi condizioni”.
Roma (WSI) – E’ in “gravi” condizioni l’uomo che si è dato fuoco stamane in piazza San Pietro. E’ un ambulante di 51 anni, ma “non si conoscono i motivi del gesto”.

“Questa mattina alle 8.30 – è la ricostruzione dell’ispettorato di polizia riferito dalla sala stampa vaticana – un uomo di 51 anni si è dato fuoco cospargendosi di benzina che portava in una bottiglietta, in piazza San Pietro, alla destra del colonnato, angolo con piazza Pio XIIContinua a leggere…»
http://www.notizie23e59.it/2013/12/19/torcia-umana-a-san-pietro-dramma-uomo-si-da-fuoco/

Il Metodo Cipro ORA è Ufficiale, in Caso di Fallimento Bancario Pagheranno

Anche i Correntisti
19 dicembre 2013
 
 
Finalmente qualcosa di buono e serio dall’Europa. Ieri notte è stato raggiunto un accordo importante che cambia in radice il rischio bancario per azionisti,obbligazionisti e correntisti, su spinta tedesca l’Ecofin ha approvato una serie di procedure comuni di intervento in caso di fallimenti di piccole e grandi banche.
 
Alla fine di un percorso di circa dieci anni si arriverà anche ad un fondo di garanzia interbancario comune NON finanziato dagli Stati ma dalle banche dell’Unione, ma da DOMANI e per i prossimi anni, ovvero quelli più critici per le banche italiane e Spagnole le nuove regole prevedono che:
  • gli Stati daranno vita ad un fondo salva-banche unico, finanziato con prelievi sulle banche a livello nazionale. Inizialmente sarà formato da compartimenti nazionali che alla fine confluiranno in un unico fondo nel giro di dieci anni.
  • Nel primo anno, le banche in default controllato potranno attingere solo al fondo del proprio Paese
  • negli anni successivi, man mano che il fondo cresce, ci sarà una mutualizzazione progressiva delle risorse.
  • Il backstop o paracadute voluto dall’Italia assicura che nella fase iniziale del fondo,dopo l’auto-salvataggio o ‘bail-in’ delle banche che assegna le perdite ad azionisti, obbligazionisti e grandi depositi, se a una banca serviranno ancora fondi, si potranno avere ‘finanziamenti ponte’ da parte degli Stati o del fondo salva-Stati Esm.
Traduco: da domani se una grande banca saltasse in aria, facciamo finta sia il Monte dei Paschi di Siena (facciamo finta eh!), per prima cosa:
  • Si chiede al fondo di salvataggio interbancario NAZIONALE (quello Europeo ci sarà solo tra molti anni) di intervenire, ma questo fondo NON esiste ancora e dubito verrà alimentato a breve.
  • Si azzera il valore delle azioni preesistenti
  • Si azzerano i valori delle obbligazioni, prima quelle subordinate e poi quelle ordinarie, probabilmente si trasformano in nuove azioni dal valore molto basso.
  • Si azzerano i conti correnti sopra una certa soglia e attenzione che nell’intesa la SOGLIA NON E’ STATA DEFINITA (facciamo 100.000€ oppure molto meno?), probabilmente si trasformano i fondi in nuove azioni dal valore molto basso.
  • Se non dovesse bastare, allora la banca fallita per continuare ad operare può chiedere un prestito al fondo ESM oppure allo Stato, prestito che poi dovrà essere restituito con la garanzia dell’insieme delle banche del paese di origine.
Rileggete bene la sequenza qui sopra e stampatevela a lettere di fuoco nel cervello.
 
Si tratta del metodo Cipro, esteso all’intero sistema bancario europeo. Di fatto questo accordo garantisce che sarà molto improbabile che  verrà più utilizzato un centesimo di fondi statali e europei (non bancari), per salvare una banca.
 
A PAGARE SARANNO INVESTITORI, AZIONISTI e CORRENTISTI DI QUELLA SINGOLA BANCA FALLITA
 
Dunque niente più Moral Hazard, e da parte dei correntisti investitori dovrà nascere una nuova consapevolezza del pericolo di aprire conti correnti o sottoscrivere obbligazioni bancarie di una banca non sicura.
 
Commento.
 
Oggi è un grande e positivo giorno per l’Europa, non solo per l’Italia. Grazie alla tenacia dei tedeschi  il vecchio continente finalmente ha spezzato il legame fra banche e bilanci statali, l’Italia dovrà affrontare la crisi delle sue banche facendo pagare soggetti responsabili delle proprie scelte, dagli azionisti ai correntisti. Questo meccanismo creerà una selezione di mercato fra banche Solide e Ben Gestite e banche spazzatura.
 
Le prime potranno offrire solidità in cambio di maggiori costi bancari e minori tassi a credito, le seconde dovranno offrire tassi più alti e costi più bassi se vorranno attirare investitori e correntisti. In generale pratiche di cattivo governo delle singole banche e di Moral Hazard saranno molto più difficili e verranno punite dal mercato inteso anche come massa di correntisti.
 
Nell’immediato vorrei ancora una volta richiamare l’attenzione dei miei lettori sulla necessità cambiare banca ove ci siano fondati dubbi sulla solidità dell’istituto. In generale è sconsigliato comprare qualsiasi obbligazione bancaria adesso.
 
Le obbligazioni bancarie dovranno riprezzarsi per scontare un maggior rischio default per la perdita di garanzie statali, e dovranno segmentarsi per singolo istituto di credito. Lo stesso processo deve avvenire per i così detti Conti Deposito.
 
Tanto per ricordarlo:
 
Schermata-2013-11-25-alle-16.21.18
tenere risparmi, obbligazioni azioni e conti deposito nelle zone rosse, è sconsigliato da Rischio Calcolato.
 
 p.s. prima di gridare al cattivo tedesco, ma voi sareste contenti di pagare per salvare il conto corrente di un vostro concittadino che ha lasciato i soldi in una banca che poi è fallita? No, tanto per dire?

Il Pd schiavo delle lobby d’oro #fuorilelobby

Guarda il video ESCLUSIVO!
(02:30)
 
 >>> Fino a venerdì La Cosa trasmetterà il film “Trashed” in esclusiva ogni giorno alle 21<<<
 
A chi obbediscono i partiti? Ai loro elettori o ai lobbisti? La legge di Stabilità non è fatta per i cittadini ma per tutelare interessi e affari, caste e cordate. Vi sembra eccessivo? Sentite questa: il Pd, prima firma il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, presenta un emendamento alla stabilità per salvaguardare le casse dell’Inps. Viene previsto un tetto massimo di 150mila euro fra pensione e altri incarichi, pubblici e privati. Bene. Parte la discussione in commissione che si protrae per la notte. Le trattative fervono nei corridoi. Ma dopo una lunga gestazione, il Pd partorisce una riformulazione che azzera il contenuto della norma: il tetto sale fino a 294mila euro ed è applicabile solo a chi cumula pensione e incarico nella pubblica amministrazione salvando tutti i contratti in vigore. Come dire: “abbiamo scherzato, ci siamo sbagliati”. Cos’è accaduto nel mentre, fra il prima e il dopo? Quale manina è intervenuta? Per capirlo bisogna uscire dalla commissione, farsi un giro, entrare nella saletta fumatori nel cuore di Montecitorio e immergersi nella folla dei lobbisti che assedia il Parlamento. E ascoltare:
Tu non avresti potuto fare niente al di sopra dei 150 mila euro compresa la pensione – si sente dire a una persona che parla al telefono – ho dovuto scatenare mari e monti. È stata una battaglia durissima – spiega compiaciuto mentre tesse le sue stesse lodi – … ehhh, è questo il Parlamento oggi. Io lo potrei portare… scrivere in un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby… ho dovuto smuovere tutto”.
È tutto vero! Ma chi è che parla al telefono? La voce è quella di un vecchio “lupo” di Palazzo, consigliere parlamentare in pensione con un incarico alla Camera dei Deputati. A nome di chi parla lo rivela lui stesso: “Io sono stato questa settimana in full immersion, giorno e notte perché la commissione ha lavorato giorno e notte per fare cazzate dietro… dietro a queste faccende qua, perché avevo una marea di gente che mi chiamava in questa condizione, chi per il lavoro autonomo, chi perché c’hanno privilegi che fanno i Consiglieri di Stato, i professori universitari, ste cose qua, e quindi si sono salvati pure quelli”.
Il “misterioso” lobbista ha fatto calare la testa al Pd per conto dei detentori di pensioni d’oro, accumulatori seriali di incarichi, professoroni in quiescenza mai andati (veramente) in pensione. Gente come Giuliano Amato e Lamberto Dini. Ecco a chi obbedito il Pd di Renzi(e, ndr). Mentre le vittime so
no i soliti noti. Noi.” M5S Camera
 
Vuoi le lobby fuori dal Parlamento? Dillo su Twitter:

Vittoria M5S: le imprese che scappano devono ridare i soldi

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Il M5S fa approvare una norma anti-delocalizzazione per salvaguardare gli investimenti sulle imprese in Italia e i diritti dei lavoratori italiani
 
“Una grande vittoria del M5S. Approvato nella legge di stabilità un emendamento contro la delocalizzazione selvaggia. Se un’azienda beneficia di un contributo pubblico ed entro 3 anni delocalizza la produzione dal sito incentivato con conseguente riduzione di almeno il 50% del personale, il beneficio decade e l’azienda deve restituire tutto il malloppo! Sono soldi dei cittadini! Aiutiamo le aziende che restano qui!” M5S Camera, Commissioni Attività Produttive e Bilancio

Bartolomeo Gagliano, storia di un cacciatore di prostitute: appena esce uccide

ma che siamo matti? Vogliamo tenere un serial killer in galera? Roba da incivili…..
Pubblicato il 19 dicembre 2013 10.55 | Ultimo aggiornamento: 19 dicembre 2013 11.55

 di Redazione Blitz
gagliano
Bartolomeo Gagliano, storia di un cacciatore di prostitute in fuga: ucciderà ancora?
 
GENOVA – Bartolomeo Gagliano, l’ennesimo premio al serial killer: appena esce uccide. A leggere le carte della carriera criminale diBartolomeo Gagliano, il serial killer che approfittando dell’ennesimo permesso premio se ne va in giro indisturbato ormai da un paio di giorni, il sangue si gela, la paura acquista la consistenza rabbrividente che qualcosa di terribile stia per accadere, oggi, domani, in un’alba livida su una spiaggia desolata, o nei luoghi bui dove operano i professionisti del sesso: ucciderà ancora, ucciderà senza pietà come è già successo ogni volta che è riuscito a scappare o i distratti tutori dell’ordine gli hanno aperto benevolmente le porte del carcere.
A Genova lo conoscono come il “mostro di San Valentino” perché il 14 febbraio del 1989, proprio durante la festa degli innamorati, sparò contro un travestito e un cliente che erano appartati nel quartiere di Carignano. Bartolomeo Gagliano quella sera freddò Francesco Panizzi, in arte ‘Vanessa’, con un colpo di pistola calibro 7,65 al volto. Era la sua firma. La carriera criminale del cinquantacinquenne di Savona, cresciuto in una tranquilla famiglia di immigrati siciliani, era infatti iniziata presto: a 22 anni commise il primo omicidio, fracassando la testa di una prostituta trentenne con un grosso sasso a Celle Ligure. La donna aveva minacciato di rivelare la loro relazione alla fidanzata ufficiale di lui, proprio nell’imminenza delle nozze. Lasciò l’auto del padre sul luogo del delitto, poi vagò tra spiaggia e colline.
Dichiarato incapace di intendere e volere fu condannato a 10 anni da scontare in manicomio giudiziario. Durante una licenza premio nel 1983 fu protagonista a Savona di un rocambolesco sequestro di più persone con sparatoria (in cui rimase ferita una studentessa). I giudici disposero quindi l’internamento nell’ospedale psichiatrico di Montelupo (Firenze), dove quasi subito strinse amicizia con Francesco Sedda, delinquente comune, sieropositivo, anche lui infermo di mente. Insieme i due evasero dalla clinica l’11 gennaio 1989 e iniziarono una scorribanda che lasciò dietro di sé una lunga scia di sangue. Il 9 febbraio nel mirino finì un transessuale uruguayano, freddato sulla Milano-Genova.
San Valentino toccò a Vanessa e al suo cliente. Il giorno dopo la pistola calibro 7,65 fece fuoco contro una prostituta che si salvò per miracolo. Il 20 febbraio, infine, l’arresto dopo che la polizia lo aveva fermato ad un posto di blocco, e aveva trovato due bossoli sul cruscotto. Dichiarati “totalmente infermi di mente”, lui e Sedda finirono di nuovo in un ospedale psichiatrico, questa volta in Emilia Romagna. Tra una fuga e l’altra (alla fine furono cinque) Gagliano non perse comunque il vizietto e compì tre rapine, una violenza sessuale, un’aggressione e una tentata estorsione. Venne anche sorpreso con delle armi, con dell’esplosivo e con della droga. Nell’aprile del 1990, a Firenze, Bartolomeo Gagliano sparò alla fidanzata, ferendola, e poi fuggì.
La ragazza, che aveva 23 anni, venne trovata dalla polizia nel suo appartamento, distesa nuda sul letto, con un foro di proiettile nel mento ed un paio di slip sulla gola a tamponare l’emorragia. Dopo un giorno e due notti passati a girovagare per la città e a telefonare alla polizia e agli ospedali, Gagliano si presentò spontaneamente ai medici dell’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, da cui era evaso un mese prima. Le ricerche dell’uomo erano iniziate poco dopo lo sparo alla ragazza: fu lo stesso Gagliano ad avvertire il 113.
La pistola, una Beretta 7,65, venne trovata vicino alla ragazza, in mezzo a numerose riviste pornografiche. “Non ce lo aspettavamo, gli ultimi tempi il suo atteggiamento era molto migliorato”, sottolinea il direttore del carcere, Salvatore Mazzeo, aggiungendo: “Sono convinto che lui si costituirà. Ne sono convinto perchè adesso sta pensando che non può andare da nessuna parte. E’ un uomo solo”. Ammonisce il pm Alberto Landolfi: “E’ un soggetto altamente pericoloso. Al momento di un interrogatorio, alcuni anni fa, in uno scatto d’ira cominciò a prendere a testate i mobili dell’ufficio”.
Da Genova a La Spezia è terrore tra le prostitute. Presidi a luci rosse la notte scorsa sono rimasti a Chiavari, a Lavagna, e in alcuni quartieri di Genova, oltre a quelle che lavorano nei caruggi del capoluogo ligure. La voce della fuga di Gagliano in poche ore ha fatto il giro nell’ambiente e molte prostitute hanno iniziato a diffidare dall’accettare incontri con clienti non conosciuti. Una sorta di psicosi che si sta diffondendo anche nelle regioni limitrofe. Nella notte sono stati istituiti numerosi posti di blocchi sulla via Aurelia e ai caselli autostradali.

COOP ROSSE… SI’ MA A BILANCIO! – GLI INVESTIMENTI IN MPS, UNIPOL E CARIGE SI MANGIANO GLI UTILI DEI SUPERMERCATI E NEL 2008-2012 CAUSANO UNA PERDITA CUMULATA DI 100 MILIONI

Il quadro emerge dai bilanci riclassi¬ficati degli operatori della grande di¬stribuzione messi a confronto dall’uffi¬cio studi R&S di Mediobanca. Il cam¬pione assoluto tra i «super» è l’Esselun¬ga, che nello stesso periodo ha portato a casa 1,1 miliardi di profitti. Ben di-stanziato il gruppo Pam…

Marcello Zacchè per ‘Il Giornale’

Un miliardo di svalutazioni in 5 an¬ni. È il bilancio delle Coop che, con gli investimenti in Mps, Unipol, Carige si sono mangiate gli utili dei loro super¬mercati, chiudendo il periodo 2008-2012 con un «rosso» cumulato di quasi 100 milioni. La gestione finanzia¬ria, arrivata a produrre margini 10 vol¬te superiori a quella dei supermercati, si sta rivelando un boomerang in tem¬pi di crisi. Per sostenere operazioni fi¬nanziarie e di potere, ultima la creazio¬ne del colosso assicurativo Unipol-Fonsai, le Coop «rosse» hanno trascu¬rato la gestione industriale e ora paga¬no pegno.
Il quadro emerge dai bilanci riclassi¬ficati degli operatori della grande di¬stribuzione messi a confronto dall’uffi¬cio studi R&S di Mediobanca. Il cam¬pione assoluto tra i «super» è l’Esselun¬ga, che nello stesso periodo ha portato a casa 1,1 miliardi di profitti. Ben di-stanziato il gruppo Pam, comunque in nero per 113 milioni. Seguono le Co¬op, in rosso per 98, e infine il disastro dei francesi, sbarcati in Italia a fine se¬colo scorso per sbaragliare la concor¬renza senza però riuscirci: Auchan ha limitato i danni a 103 milioni, mentre Carrefour ha bruciato ben 2,7 miliar¬di.

La progressione di Esselunga è im¬pressionante comunque la si veda. Per esempio, il fatturato medio dei 144 punti vendita è di 47 milioni. In prati¬ca, ogni supermercato è più grande di una media impresa italiana, che (sem¬pre secondo le stime di Mediobanca) mediamente fattura 42 milioni.
E con un Roe (il rendimento sul capitale in¬vestito) del 22%, più alto di un gruppo come Armani. Il modello-Caprotti vin¬ce grazie alla strategia dei megastore (3mila metri quadri in media, il dop¬pio di quelli Coop) e all’efficienza com¬plessiva: 333mila euro di fatturato per dipendente e 49 lavoratori ogni mille metri quadri contro, rispettivamente, i 221mila euro e i 33 dipendenti delle Coop. Queste ultime, come aggregato delle 11 cooperative di consumo italiane, hanno la maggior quo¬ta di mercato, con il 15,3%, grazie a un fat¬turato di 11,6 miliardi, quasi il doppio dei 6,7 miliardi dell’Esselun¬ga (mentre i due fran¬cesi insieme valgono 10 miliardi, quasi co¬me le Coop).
Ma a rendere le coo¬perative più fragili e meno efficienti è il mo¬dello¬banca, con annesse relazioni fi¬nanziarie e di potere. In altri termini, il modello delle Coop «rosse», fortissi¬me in Emilia, Tosca¬na e Marche, non è al solo servizio della grande distribuzio¬ne, bensì rappresen¬ta un polmone finan¬ziario utilizzato, al¬meno per la parte che si conosce, a soste¬gno di operazioni fi¬nanziarie. Il meccani¬smo Coop prevede, infatti, che i soci la possano utilizzare co¬me una banca, ver¬sando i propri risparmi a titolo di «pre¬stiti».

Siamo di fronte a un colosso da 10,4 miliardi di raccolta e 11,3 miliardi di partecipazioni in portafoglio. Tra queste la holding Finsoe di Unipol per 1,2 miliardi; Lima srl (scatola con un al¬tro 3% di Unipol) per 159 milioni; il 5,5% di Mps per 223, l’1,6% di Carige per 72 milioni. Forse sarebbe stato meglio per le Co¬op (e i loro soci) provare a competere con Esselunga e gli altri concentrand¬o¬si e investendo di più sullo sviluppo e il mercato della grande distribuzione che sul quello di banche e assicurazio¬ni.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/coop-rosse-si-ma-a-bilancio-gli-investimenti-in-mps-unipol-e-carige-si-68670.htm

Le 1000 mance della Legge di Stabilità: bucce di limone, ristoranti… Elenco

PER I DISOCCUPATI naturalmente non essendo LOBBY nemmeno la corda per impiccarsi

Pubblicato il 19 dicembre 2013 12.01 | di Redazione Blitz
 ROMA – Le 1000 mance della Legge di Stabilità: bucce di limone, ristoranti… Elenco. Assalto alla diligenza, emendamento “1000 mance”, mini-maxi: potenza delle metafore a parte, per i frequentatori abituali delle aule parlamentari trattasi dello spazio concesso a chi, nelle pieghe di un emendamento alla legge finanziaria (oggi si chiama legge di stabilità) e magari cogliendo l’attimo alla fine di faticosi compromessi notturni e infilando di soppiatto il codicillo giusto, trova il pertugio per soddisfare necessità e desideri dei gruppi o di singoli parlamentari.
 
E’ il momento magico dove il lobbista della lavorazione delle scorze di agrumi, per fare un esempio fra i più aspri, trova il suo santo in paradiso che gli consente il finanziamento di 2 milioni di euro. E’ così che il fiume di soldi che doveva servire a rimpinguare il fondo per diminuire le tasse sul lavoro si disperde in mille rivoli la cui entità finanziaria alla fine si dimostra una semplice mancia. Vediamo l’elenco aggiornato e definitivo compilato dal Sole 24 Ore (la misura e lo stanziamento in euro), dalle bucce di limone ai ristoranti, dalle orchestre alla pallavolo femminile.


Sito di interesse nazionale di Brindisi: 25 milioni.
 
Isnart ospitalità dei ristoranti: 2 milioni.
 
Istituto italiano studi filosofici: 2 milioni.
 
Continuazione del servizio marittimo: 3 milioni.
 
Trasporto veloce stretto di Messina: 5,4 milioni.
 
Progetto di fattibilità per ponte sullo Stretto: 200 mila.
 
Trasporto lagunare: 300 milioni.
 
Interoperabilità della piattaforma logistica per il trasporto: 4 milioni.
 
Camera dei deputati – Osservatorio appalti: 200 mila.
 
Tutela dei luoghi di memoria della Resistenza: 2,5 milioni.
 
Lavorazione dell scorze di agrumi: 2 milioni.
 
Riserve naturali Grotte di Ripalta – Torre Claderina e Capo Milazzo: 500 mila.
 
Irfa – Istituto per la riabilitazione e la formazione Anmil onlus: 1 milione.
 
70° anniversario della Resistenza: 3 milioni.
 
Integrazione immigrati:  3 milioni.
 
Fondo nazionale per le attività del consigliere e dei consiglieri di parità: 500 mila.
 
Istituto Gaslini di Genova: 2 milioni.
 
Distribuzione delle derrate alimentari: 5 milioni.
 
Progetto Binario 21 per la fondazione Shoah Milano: 900 mila.
 
Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea per ricerche storiche: 100 mila.
 
Collegi universitari: 5 milioni.
 
Polo tattile multimediale stamperia Braille onlus: 800 mila.
 
Mondiali pallavolo femminile: 2 milioni.
 
Orchestra “I virtuosi italiani” di Verona: 300 mila.
 
Ente Eur spa: 100 milioni.
 
Teatro San Carlo di Napoli: 1 milione.
 
Formazione specifica in medicina generale: 30 milioni.
 
Assunzioni presidenza del Consiglio per attività collegate al semestre europeo: 2 milioni.

Alitalia finisce in mano agli emiri del Golfo

Pubblicato da ImolaOggiECONOMIA, NEWSdic 19, 2013
alitalia19 dic – Alitalia starebbe per ricevere un’iniezione di capitale da circa 300 milioni di euro da Etihad Airways. Lo scrive Bloomberg citando fonti vicine al dossier, secondo cui sono in corso trattative avanzate che porterebbero il vettore di Abu Dhabi a diventare il primo azionista di Alitalia. Giovedì sarebbe in vista un incontro fra le parti.
L’INCONTRO – Secondo le stesse fonti, scrive inoltre Bloomberg, non è stata ancora presa alcuna decisione finale e Alitalia avrebbe escluso gli altri potenziali partner. Le fonti sottolineano che Etihad ha avuto accesso ai conti Alitalia e sta valutando un’offerta in attesa di conoscere i risultati finali dell’aumento di capitale e un accordo con i sindacati sui tagli di organico. Nessuno dei due vettori ha però voluto commentare le indiscrezioni. L’amministratore delegato di Etihad, James Hogan, ha portato avanti con forza la propria strategia di acquistare partecipazioni in compagnie aeree più piccole in Europa, India e Australia, il che gli ha permesso di costruire una rete di trasporto passeggeri attraverso la propria base di Abu Dhabi o di acquistare aerei e attrezzature in condivisione con altri soci.
http://www.imolaoggi.it/2013/12/19/alitalia-finisce-in-mano-agli-emiri-del-golfo/

Legge stabilità, 900mila euro a Memoriale Shoah: “contro il populismo”

Pubblicato da ImolaOggi

dic 19, 2013
18 dic. – “Consideriamo le dichiarazioni di Renato Brunetta populiste e pericolose”. Cosi’, in una nota, la Comunita’ ebraica di Milano stigmatizza le dichiarazioni di Brunetta che ha definito una “marchetta” i 900mila euro assegnati dalla legge di stabilita’ alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

“La Fondazione Memoriale della Shoah-Binario 21 (luogo della Stazione Centrale di Milano dove partirono i treni per Auschwitz) e’ un presidio per la memoria”, si sottolinea nella nota. “Inoltre, la realizzazione del Memoriale e’ comunque vicino al completamento grazie alle donazioni in maggior parte di privati”.
“Le attivita’ culturali del memoriale – si prosegue – sono degli anticorpi che servono alla nostra societa’ per frenare le derive populistiche, purtroppo sempre piu’ presenti nella societa’ italiana, anche a causa di una triste e pericolosissima strumentalizzazione della crisi economica”. “Dire che quei soldi sono una marchetta e’ una dichiarazione pericolosa, non degna di un deputato della Repubblica italiana”, conclude la Comunita’ ebraica di Milano. agi

http://www.imolaoggi.it/2013/12/19/legge-stabilita-900mila-euro-a-memoriale-shoah-contro-il-populismo/