Mauro Bottarelli
mercoledì 25 dicembre 201 3
E la Bce? Non è forse diventata il fulcro dell’intero sistema Europa, politico ed economico, grazie a questa crisi? Unione bancaria, supervisione unica, regolamenti per i fallimenti e le nazionalizzazioni di istituti, tassi d’interesse, operazioni di finanziamento e rifinanziamento: quale Stato può andare contro la Bce?
Nessuno e l’Italia ne sa qualcosa. Chi ha creato, infatti, se non l’Eurotower, il cordone ombelicale debitosovrano-sistema bancario, con la liquidità offerta a costo zero alle banche affinché con quei soldi comprassero titoli di Stato dei paesi in crisi, abbassando artificialmente lo spread?
Quell’incesto oggi è sotto gli occhi di tutti, solo le banche italiane hanno 450 miliardi di debito pubblico nei bilanci, quelle greche hanno ricomprato il 99% del debito ellenico detenuto da soggetti esteri, spalancando le porte al fallimento del Paese senza conseguenze, quelle spagnole pure, quelle portoghesi anche: i governi di questi paesi possono forse fare qualcosa al riguardo? No, devono sottostare alle regole della Bce, la quale può uccidere o lasciare in vita un governo come una banca con una semplice decisione sui tassi, visto che non esiste più alcuna leva di sovranità per le nazioni.
La Bce di Trichet era così forte? No, lo sta diventando sempre più e sempre più in fretta quella di Mario Draghi, uomo Goldman Sachs. Eccesso dietrologico? Forse, ma rileggete le parole di Carroll Quigley , datate 1966 e provate a pensare se tutto quanto può essere stata soltanto un’enorme coincidenza? Anche questa crisi è stata solo frutto di banchieri d’affari avidi, regolatori miopi e agenzie di rating idiote oppure si è sfruttata l’occasione per un duplice effetto? Ovvero, far purgare un sistema ormai marcio tra derivati e altre porcherie e contestualmente preparare il campo per l’ascesa della Fed e delle altre banche centrali a nuovi riferimenti politici. Perché chi ha visto nascere, partire questa crisi, è stato solennemente spernacchiato o circondato dall’indifferenza?
Non erano in pochi ad averla predetta, eppure il 15 settembre 2008 qualcuno ha deciso che la crisi doveva prendere un’altra piega e un’altra velocità: chi ha deciso di far morire Lehman Brothers, salvando tutti gli altri? Perché AIG salvata, Freddie e Fannie salvate, Bear Stearns salvata e Lehman Brothers no, con le conseguenze che il mondo ha pagato? La Fed di Ben Bernanke di concerto con Henry Paulson, ex Segretario al Tesoro Usa. Il giorno successivo al fallimento, il Financial Times scrisse che «lasciar crollare Lehman è stato coraggioso. Potrebbe anche essere stato intelligente»: lo riscriverebbe oggi? Quasi certamente sì, perché quel fallimento era strumentale a un’unica cosa: tramutare la Fed nel motore immobile del sistema economico-politico-finanziario Usa e mondiale. Il primo settembre 2010, Dick Fuld, ex capo di Lehman Brothers, tuonò di fronte alla Financial Crisis Inquiry Commission:
«Paulson ha fornito dati compromessi agli altri istituti di credito quando c’era bisogno di aiutarci, non avevamo problemi di liquidità». Il riferimento di Fuld è noto: nella notte del 14 settembre 2008, quindi il giorno prima della bancarotta, ci fu un meeting fra Paulson e i vertici delle principali banche di Wall Street. Erano presenti anche il presidente della Fed di New York Timothy Geithner, il numero uno di Bank of America, Kenneth Lewis, e il capo della Sec, Christopher Cox. Lo scopo era uno solo: verificare le possibilità di un sostegno finanziario per Lehman Brothers. Servivano circa 100 miliardi di dollari, almeno secondo i dati in mano al Tesoro. Tuttavia, ci fu il veto completo di Paulson e Merrill Lynch. Gli altri non mossero un dito e Lehman fallì. Ma nella stessa settimana della bancarotta di Lehman Brothers sono state salvate American International Group e Merrill Lynch, mentre fu concesso a Goldman Sachs e Morgan Stanley di diventare holding bancarie:, perché, invece, a Lehman Brothers fu impedito di cambiare statuto?
Soltanto Lehman Brothers utilizzava i Repo (Repurchase agreement, cioè un contratto pronto contro termine) per ottenere liquidità a breve termine, esternalizzando le perdite, che nel frattempo per Lehman avevano superato l’intero valore delle attività della banca? No, ma la differenza è che affondando Lehman Brothers si affondava un simbolo e si rimetteva Wall Street, così come il Congresso, nelle mani della Fed, inviando anche uno scossone globale agli altri sistemi finanziari esposti verso l’ex gigante, mentre il fallimento di AIG avrebbe riguardato quasi esclusivamente l’America – per non parlare di Freddie e Fannie – e avrebbe richiesto un intervento che all’epoca non era ancora digeribile dalle masse statunitensi, dalla politica in senso lato e dai mercati. Ma poi i tempi cambiano, il primo presidente di colore e democratico arriva alla Casa Bianca, promettendo di far pagare il conto della crisi a Wall Street e invece facilitandola con ogni mossa e lasciando campo sempre più libero allo strapotere della Fed.
Tutte coincidenze, ovviamente. Come il fatto che fu l’alfiere della globalizzazione, Bill Clinton, a creare le condizioni della crisi subprime con la sua politica di mutui a cani e porci con garanzie zero, obbligando le banche a cartolarizzare come non ci fosse un domani per proteggersi e far pagare il conto dei fallimenti ai cittadini che comprav ano qualsiasi cartaccia gli venisse proposta come investimento. Solo coincidenze. Ancora tanti auguri, Fed. E a v oi, buon Natale.
(2- fine)
http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/12/25/SPY-FINANZA-Le-strane-coincidenze-dietro-al-crollo-di-Lehman-Brothers/print/454772/
Archivi giornalieri: 27 dicembre 2013
Scorie nucleari, da marzo 2014 al via il Deposito unico nazionale
LEGGE DI STABILITA’: AUMENTANO LE TASSE
Grecia, causa la crisi gli automobilisti riconsegnano le targhe
di REDAZIONE
A causa della crisi economica che ormai da sei anni perdura in Grecia, migliaia di automobilisti stanno facendo la fila in questi giorni davanti agli sportelli degli uffici della motorizzazione o del fisco per riconsegnare le targhe dei loro veicoli ed evitare così di pagare la costosa tassa di circolazione per l’anno prossimo. Le Tv greche dedicano molto spazio alla vicenda e trasmettono le immagini delle persone in fila con le targhe in mano che ammettono davanti alle telecamere di non potersi più permettere di pagare alcune centinaia di euro di tassa sull’auto. Imposta che supera i 1.000 euro per le macchine di lusso.
“Solo quest’anno sono stati circa 70.000 gli automobilisti che hanno riconsegnato le targhe dei loro veicoli”, ha detto Charis Theocharis, un funzionario del ministero delle Finanze. Naturalmente i furbi non mancano mai e c’è sempre chi, dopo aver riconsegnato le targhe vere, applica sulla propria autovettura targhe false. Come ha fatto Michalis Liapis, 60 anni, ex ministro dei Trasporti e della Cultura nei precedenti governi di Costas Karamanlis (Nea Dimokratia), fermato martedì scorso dalla polizia stradale alla periferia di Atene per un controllo di routine mentre guidava un Suv con targhe false appunto per non pagare la tassa di circolazione né l’assicurazione. I redditi dei lavoratori greci, come confermano studi condotti dai maggiori sindacati greci, sono diminuiti di circa il 40% dal 2009 mentre, secondo i rivenditori di auto, dallo stesso anno sono state riconsegnate le targhe di almeno un milione di autoveicoli.
In forte sofferenza anche il mercato automobilistico ellenico: sempre secondo i concessionari di auto, nel periodo gennaio-novembre di quest’anno sono state registrate solo 55.000 mila nuove immatricolazioni con un calo delle vendite del 40% rispetto allo stesso periodo del 2012, il picco più basso fra tutti i Paesi dell’Ue.
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Prodi Condannato
Un nuovo spettro si aggira per l’eurozona: l’Unione bancaria
ma che malelingue. Ma è roba da ….antidemocratici criticare la Ue che è un progetto umanitario di amore e pace…Se le lodi vengon da quel sant’uomo campione di onestà, un uomo del popolo come saccomanni….come non credere all’Unione bancaria come grande progresso umano?
ECONOMIA – Un nuovo spettro si aggira per l’eurozona: l’Unione bancaria
di Angelo Fontanella – 24/12/2013
Fonte: statopotenza
Raggiunto nella notte ed a porte chiuse all’Ecofin l’accordo per la gestione “ordinata” dei fallimenti bancari. Una maratona che, ufficialmente, doveva mettere in sicurezza un settore delicatissimo, per evitare di far pagare ai contribuenti i default delle banche. Siamo di fronte all’ ennesimo favore fatto alle banche a discapito dei popoli europei. Siamo all’inizio di un lungo cammino che porterà all’unione bancaria, quello che la Bce e molti governi definiscono come il primo passo verso la vera unità europea sul piano economico. L’unione bancaria viene salutata da tutti loro, come una grande conquista, in realtà non è altro che il primo passo verso il secondo furto legalizzato più grande della storia, dopo quello della sovranità monetaria, che non viene fatto attraverso le armi tradizionali, come una qualsiasi rapina standard, ma attraverso la finanza.
La servilissima stampa nazionale riporta le dichiarazioni festanti del ministro dell’economia Saccomanni, il quale parla di grande vittoria dell’Italia sul tema dell’unione Bancaria. “L’accordo raggiunto, permetterà di evitare che vi sia un’altra Lehman Brothers a Roma”. Come sempre capita da un bel po’ di tempo a questa parte, non c’è proprio niente da festeggiare per noi, molto per i banchieri, chiaramente.
Da Asmussen a Draghi la motivazione ufficiale per la creazione di questo meccanismo sarebbe quella di non coinvolgere i governi e i contribuenti nel processo di fallimento delle banche. In caso di fallimento di una banca, o anche solo in caso di gravi difficoltà attraversate, si prevede che a pagare siano gli azionisti della banca in primo luogo e successivamente gli obbligazionisti. Esiste però anche un terzo passaggio, quello che si può facilmente chiamare “modello Cipro”, e cioè che a pagare siano anche i correntisti. I conti correnti fino a 100 mila euro dovrebbero essere assicurati e quindi esclusi dal provvedimento, ma anche in questo caso è meglio non fidarsi. Infatti se si guardano i dati sulle sofferenze bancarie, si evince come la possibilità di non toccare quei conti correnti sia irrealistica. Di certo ci si prepara a legalizzare il furto del denaro presente sui conti correnti. Non sarebbe la prima volta visti i casi di Cipro, con prelievi forzosi fino al 30%, e il mini prelievo del sette per mille dai conti correnti, made in Italy. Questa procedura si chiama bail-in e dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio del 2016 anche se in molti premono per anticipare i tempi, per un motivo ben preciso: gli enormi passivi di bilancio delle banche, dovuti a speculazioni e ad investimenti andati a male, nonchè all’enorme quantità di titoli di stato in pancia, per cui i rischi di crollo sono più che concreti, alla faccia della solidità delle banche europee sbandierata in giro dai burocrati. Per questo motivo è quanto mai necessario trovare una copertura, nel caso si verifichi qualche incidente prima di quella data, e a pagare saranno i risparmiatori. Dopo aver dissanguato lavoratori dipendenti, artigiani, piccoli imprenditori, pensionati e creato la prima d’allora sconosciuta categoria degli esodati, i banchieri sono pronti a succhiare i risparmi di quei pochi fortunati che ancora li hanno, sopravvissuti alla tassazione draconiana. Ce lo chiede l’Europa…
Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it
I soldi del Pd non si toccano
chissà chi gestisce quell’appalto di 23 MILA euro per un sito internet del comune….Si capisce perché i governi Prodi introdussero le tanto care ESTERNALIZZAZIONI. Le mafie vanno legalizzate.
Il ‘caso’ Arrighini: chi tocca i soldi muore
Slot machines, money transfer, coop onlus: la casta tutela i suoi traffici (Marco Della Luna)
per i protetti del Governo il CONTANTE va bene?
La nota corporation del gioco d’azzardo e delle slot machines era stata scoperta, da un alto ufficiale della Guardia di Finanza, aver evaso somme enormi di tasse, e doveva allo Stato 98 miliardi – ripeto: miliardi. Il governo – questo governo di larghe intese e larghi inciuci – ha ridotto il pagamento a 600 milioni – meno di un centesimo!!!. L’alto ufficiale è stato rimosso. Sommiamo questa vicenda al fatto che giochi d’azzardo e slot machines accettano, anzi esigono, il contante: quindi sono un mezzo ideale per giganteschi riciclaggi e rilavaggi monetari di soldi di ogni – dico ogni – provenienza: nero, droga, armi, corruzione, prostituzione – , buoni per ogni forza politica e sindacale democratica e responsabile. Ovvio che chi gestisce questi giochi fa comodo a tutta la casta e non solo ad essa; ovvio che possa comandare alla politica e agli uffici che redigono i provvedimenti normativi; ovvio quindi che nella “legge di stabilità” non sia stato introdotta la semplicissima misura di imporre l’identificazione dei giocatori e l’uso del pos, proibendo l’uso del contante, nel gioco d’azzardo e con le slot machines: l’establishment che detiene il potere politico difende i suoi traffici e le sue fonti di reddito: ditelo ai nuovi, ai quarantenni, a Renzi e Letta, e vediamo se faranno inserire questa misura nel decreto Mille Proroghe, come han promesso di fare per rimediare ad altre due sconcezze piccole. Se non lo fanno, ditegli quel che si meritano, in parlamento, sui giornali, nelle piazze.
Altra importante industria, tutelata perché utile al nero e al riciclaggio e alle tangenti, è quella del money transfer: anche qui non vi è, e non è stato introdotto (perché fa comodo che le cose restino così) alcun reale sistema di identificazione dei pagatori e soprattutto dei percettori delle somme trasferite, mentre abbiamo società di money transfer che abilitano a versare sui loro conti numerosi extracomunitari con o senza reddito, che chiaramente hanno la funzione di legalizzare e inserire nel circuito finanziario contante di opaca provenienza.
Assieme al gioco d’azzardo e al money transfer, altra area protetta del business di regime, soprattutto alla sua componente catto-sinistra, è quella delle cooperative onlus, le quali praticamente non sono soggette a verifiche contabili (esistono controlli interni ai vari club delle cooperative, ma sono pressoché fittizi e non vanno a controllare i movimenti bancari incrociati), ricevono donazioni e sovvenzioni pubbliche e private, in parte – ripeto: in parte – , notoriamente, girano sottobanco pingue parte di esse a chi gliele procura (evasione fiscale, tangenti), simulano costi inesistenti (falso in bilancio), spartiscono utili effettivi tra i loro titolari facciali e retrostanti (appropriazione indebita, evasione fiscale). Anche qui significativa è l’omissione di introdurre controlli reali incrociati sui movimenti bancari delle onlus e dei soggetti collegati, nonché sui costi effettivi delle onlus (accertare i costi è indispensabile per accertare i profitti, che sono dati dai ricavi meno i costi).
Questo governo ha proibito il contante nel pagamento persino delle pigioni, ha imposto il pos a destra e manca, ma non è minimamente intervenuto su quanto sopra, non è intervenuto sul grosso dell’evasione, con grande danno per l’erario e per i cittadini, ma con grande beneficio per la criminalità organizzata e per il sistema di corruzione imperante. Eppure il 2014 sarà l’anno della ripresa, grazie a Lorsignori: ci lasceranno più soldi in tasca, ci sarà più lavoro per tutti… quindi, suvvia, è Natale, siate buoni, lasciate che il governo faccia i suoi regali a chi crede, perdonate e pagate la Tasi, pensando che serve proprio a finanziare quegli scintillanti regali!
24.12.13 Marco Della Luna
RITENUTA ALL’INGRESSO DI FONDI CHE ARRIVANO DALL’ESTERO! CIRCOLARE 38E AGENZIA DELLE ENTRATE – COME EVITARE PROBLEMI
l’agenzia delle entrate ha emesso una nuova circolare, la 38E in data 23 dicembre in relazione alla RITENUTA ALL’INGRESSO. ovvero la ritenuta che le banche italiane saranno obbligate ad APPLICARE A TUTTI I BONIFICI CHE ARRIVERANNO DALL’ESTERO (anche da conti propri) A PARTIRE DA GENNAIO 2014.
FOTO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE..COME COMPLICARE LE COSE SEMPLICI E CHI SBAGLIA VIENE PUNITO
MERCATO LIBERO E’ FRA I PRIMI A PARLARNE E A SPIEGARLA AI PROPRI LETTORI.
Si parla di una GABELLA DEL 20% che nel 99% dei casi non è dovuta..ma come al solito siamo in Italia….fai lavorare tutti per incassare un cazzo…L’AGENZIA DELLE ENTRATE METTE A SEGNO L’ENNESIMO AUTOGOAL …GENERANDO SEMPRE PIU’ SFIDUCIA NEL SISTEMA E NELLE ISTITUZIONI, AGGRAVIA IL LAVORO DEL CONTRIBUENTE CHE DEVE DIFENDERSI DALLE MILLE REGOLE E REGOLUCCE IMPOSTE DA UN SISTEMA DI CONTROLLO E DI POTERE ARRIVATO A UN PASSO DAL FALLIMENTO…
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entro poche ore posteremo sul sito BLOGECONOMYSOCIAL una copia dell’autocertificazione da consegnare in banca. Dalla circolare si evince che l’autocertificazione dovrà essere consegnata “al più tardi entro il 30 giugno essendo prevista la prima scadenza di pagamento per il 16 luglio p.v.” vi terremo informati su tutte le prossime mosse delle banche e degli organi competenti.