Tav. Per l’Antitrus l’affidamento dei lavori a Ltf a Chiomonte è regolare

http://www.tgvallesusa.it/?p=4282

SCRITTO DA: MASSIMO BONATO – DIC• 20•13

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È di queste ore la notizia battuta dalle agenzie su come l’Authority garante si sia pronunciata nei riguardi di Ltf. L’affidamento dei lavori del cantiere di Chiomonte del Tav è regolare. L’Antitrust, comunica la Ltf, ha archiviato il fascicolo aperto sull’affidamento dei lavori di realizzazione del cunicolo esplorativo della Maddalena di Chiomonte. Per l’Agcm – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – infatti “non risultano emergere elementi di fatto o di diritto sufficienti a giustificare ulteriori accertamenti ai sensi della legge 10 ottobre 1990, n. 287, o degli articoli 101 e 102 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (Tfue)”.

La società “esprime la sua soddisfazione nel vedere ancora una volta riconosciute la trasparenza e la correttezza delle sue procedure. Come ulteriormente dimostrato dalle autorità competenti – aggiunge Ltf – il suo operato avviene sempre nel pieno rispetto della legge e delle normative vigenti”.

n.b. E’ solo l’ennesima dimostrazione che le “Autority” all’italiana sono inutili, servono solo a farci sprecare un bel po’ di soldi, per i loro stipendi

Caselli saluta e va in pensione “Dopo 46 anni bilancio positivo”

 http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/12/18/news/caselli_saluta_e_va_in_pensione_dopo_46_anni_bilancio_positivo-73943638/

 Il procuratore capo di Torino si è accomiatato dai suoi colleghi con una cerimonia a Palazzo di Giustizia: andrà in pensione il 28 dicembre

Caselli saluta e va in pensione "Dopo 46 anni bilancio positivo"
Giancarlo Caselli accanto all’amico e collega Marcello Maddalena 

“Penso di poter tracciare un bilancio sostanzialmente positivo. Sembrerà a molti presuntuoso, ma lo penso e sono ben consapevole che i risultati ottenuti sono stati sempre tutti il prodotto del lavoro di squadra”. Lo ha detto Gian Carlo Caselli, procuratore capo della Repubblica di Torino, nel discorso di saluto prima di andare in pensione, nella cerimonia organizzata per lui a Palazzo di Giustizia di Torino.

“Non si conclude solo il mio impegno alla procura di Torino, si conclude un percorso lungo 46 anni”, ha detto Caselli, per passare poi a ripercorrere le tappe più significative della sua carriera, a partire dai primi 10 anni a Torino come giudice istruttore impegnato nel contrasto al terrorismo. “Era un momento in cui in città si moltiplicavano gambizzati e morti ammazzati: un periodo che voglio ricordare con orgoglio. Abbiamo contribuito ad arrestare una deriva”. Caselli è passato poi a ricordare le stragi del ’92 a Palermo e la “decisione conseguente, tormentata ma convinta, di andare a Palermo, dove ho lavorato sette anni”; il procuratore ha sottolineato “l’orgoglio per aver contribuito a una vera e propria resistenza che ha permesso allo Stato di non soccombere di fronte alla mafia stragista”.
Prima del suo intervento, mentre era seduto tra i procuratori aggiunti che lo hanno affiancato in questi anni, si erano congratulati con lui, tra gli altri, il presidente della Corte d’appello Mario Barbuto, il presidente dei gip Francesco Gianfrotta, il presidente dell’Ordine degli avvocati Mario Napoli e il procuratore generale Marcello Maddalena, che ha tenuto un discorso scanzonato che ha strappato più volte il divertito applauso dei presenti.

http://video.repubblica.it/edizione/torino/maddalena-sorrisi-e-battute-per-il-commiato-a-caselli/150606/149112

18 dicembre 2013

Maddalena, sorrisi e battute per il commiato a Caselli

”Tu sei andato al Sud a combattere la mafia, e per questo i mafiosi sono venuti al Nord: e dovremmo ringraziarti?”: e’ una battuta, una delle decine, che hanno costellato il discorso di saluto a Gian Carlo Caselli pronunciato dal procuratore generale Marcello Maddalena. Risate e applausi per lui che, su richiesta di tanti altri procuratori (che ben conoscono il suo umorismo) hanno chiesto nei giorni scorsi che per l’occasione non facesse un discorso triste.

Video di ALESSANDRO CONTALDO

CAMPOBASSO – Spara contro il gatto e la gazza. Condannato a 15000 euro di multa

http://www.geapress.org/m/campobasso-spara-contro-il-gatto-e-la-gazza-condannato-a-15000-euro-di-multa/49893

Soddisfazione dell’OIPA: questa condanna deve rappresentare un deterrente

di redazione | 17 dicembre 2013

gatto

GEAPRESS – I fatti sono successi nel marzo scorso. Un uomo di Campobasso aveva esploso due colpi di fucile contro un gatto ed una gazza, riuscendo ad ucciderli entrambi. Decisivo fu l’intervento dei volontari dell’OIPA che avevano convinto il proprietario del gatto a sporgere denuncia.

I Carabinieri di Campobasso conclusero le indagini identificando un uomo al quale vennero sequestrati numerosi fucili da caccia, due pistole e quasi 1400 cartucce. Il deferimento all’Autorità Giudiziaria, ricorda ora l’OIPA, riguardò i reati di uccisione di animali, detenzione abusiva di munizioni ed esplosioni pericolose.

Sempre secondo l’OIPA si sarebbe pure rischiata l’archiviazione. Ora la condanna al primo grado di giudizio emessa dal Tribunale Monocratico di Campobasso. Su richiesta di patteggiamento, due  mesi di reclusione, convertiti in 15.000 euro di multa per il reato di uccisione di animali. Per gli altri capi d’imputazione l’uomo è ricorso all’istituto dell’oblazione.

Finalmente anche nel Molise si inizia ad assistere alla giusta applicazione di leggi e pene previste a tutela degli animali – sottolinea Angela Annecchione, delegata OIPA Campobasso – Vogliamo che questa condanna sia un monito e un deterrente per chi non ha scrupoli nel maltrattare o uccidere gli animali, ma che soprattutto sottolinei l’importanza di denunciare e di non voltare la testa dall’altra parte perché l’omertà favorisce i colpevoli e non le vittime. Ringraziamo anche l’Arma dei Carabinieri grazie alla quale il colpevole è stato identificato e giustamente punito”.

Il contratto tra l’assessore e la segretaria: “Farai sesso con me quattro volte al mese”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/19/il-contratto-tra-lassessore-e-la-segretaria-farai-sesso-con-me-4-volte-al-mese/819451/

Luigi De Fanis del Pdl, titolare della Cultura in Regione Abruzzo, è stato arrestato a inizio novembre, insieme alla sua assistente finita ai domiciliari. Proprio dalla perquisizione in casa della donna è spuntato il documento dell’accordo che prevedeva una ricompensa di 36mila euro annui

Il contratto tra l’assessore e la segretaria: “Farai sesso con me quattro volte al mese”

Il contratto parlava chiaro: “Sesso almeno quattro volte al mese in cambio di 36mila euro annui”. A stipularlo è stato l’assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, Luigi De Fanis, con la sua avvenente segretaria 32enne. I termini erano scritti nero su bianco e accettati dalla ragazza: l’assessore pretendeva di “stare insieme” a lei una volta a settimana, in cambio di 3mila euro al mese. Che si andavano ad aggiungere ai 1.200 garantiti dal contratto, quello regolare, come segretaria particolare. Un incarico ricevuto direttamente da De Fanis, senza passare da nessunconcorso pubblico.

Il politico del Pdl è stato arrestato lo scorso 12 novembre con l’accusa di aver chiesto tangenti a un imprenditore in cambio di contributi pubblici (leggi), proprio insieme alla sua assistente finita ai domiciliari. Il contratto è spuntato fuori dalle carte sequestrate in casa della donna, in un piccolo paesino della provincia di Chieti. E’ qui che gli uomini del Corpo forestale dello Stato, durante la perquisizione a metà novembre, si accorsero di quei fogli ridotti a pezzettini. Ci sono volute settimane per rimetterli insieme e scoprire cosa nascondessero.

Anche la segretaria durante l’ultimo interrogatorio di alcuni giorni fa ha ammesso di averlo firmato: “Voglio uscire da questa storia, sono additata da tutti come quella lì e io non ha fatto nulla: però non ho preso un centesimo di quelle tangenti e ignoro cosa sia successo…”, racconta la segretaria ai pm, come riportato da la Repubblica. ”L’assessore era ossessionato da me… – continua nel verbale – mi ha costretto a firmarlo. Io non ho potuto rifiutare. Ho avuto paura…”

Ma oltre alla confessione ci sono le intercettazioni. Da qui emergono i particolari e gli oneri da rispettare. ”Vai a timbrare, poi esci e vai a farti bella…. ” , ordinava De Fanis. Non sapendo che gli investigatori tenevano drizzate le orecchie sul suo telefono. “Poi ritorni e timbri. Basta che fai quattr’ore… Chi ti conta la jurnata… capit?”.

Adesso, sulle sue spalle pesa anche l’accusa di peculato. Nelle carte dell’inchiesta è scritto che “avrebbe utilizzato con la segretaria la macchina della Regione per viaggi privati a Roma e a Bologna dissimulando le finalità esclusivamente personali dietro la finalità istituzionale”.

LETTERA APERTA PER LA VITA DELLA VALLE E LA SALUTE DI TUTTI dI “Gruppo Pace Valsusa”

20 dicembre 2013 alle ore 1.06

LETTERA APERTA PER LA VITA DELLA VALLE E LA SALUTE DI TUTTi

  Auguri di riflessione

 Cittadino, lavoratore,

lo sai che le montagne della Valle di Susa contengono rocce ricche di AMIANTO, e che nessun piano di sicurezza può impedire la dispersione delle fibre di amianto durante le fasi di lavorazione e di stoccaggio del materiale estratto?

Lo sai che tra le malattie causate dall’amianto c’è il MESOTELIOMA, tumore maligno della pleura, che può manifestarsi anche dopo 15-20 anni dall’inalazione delle particelle d’amianto, che ha una mortalità del 100 per 100 e conduce a morte in media entro 9 mesi dalla diagnosi?

Cittadino, lavoratore,

lo sai che nel massiccio d’Ambin, dove si vuole scavare il tunnel geognostico, sono presenti numerosi giacimenti di URANIO, documentati dal CNR fin dal 1965, in particolare di pechblenda, forma notevolmente radioattiva?

Lo sai che nello smarino estratto (15 milioni di metri cubi, pari a 6 volte il volume della piramide di Cheope) si troverà l’uranio, che si disperde nell’aria, può essere inalato e contamina le falde acquifere, e i corsi d’acqua così inquinati non potranno più essere utilizzati per l’irrigazione?

Cittadino, lavoratore,

lo sai che l’uranio, inalato o ingerito, provoca contaminazione interna e può essere causa di LINFOMI? Proprio l’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato l’incremento di linfomi di Hodgkin nei militari impiegati nei Balcani ed esposti all’uranio impoverito usato per fini bellici…

Cittadino, lavoratore,

lo sai che la nostra Costituzione recita all’articolo 32 che “la Repubblica tutela la salute come diritto dell’individuo e della collettività”?

Lo sai che tu fai parte della Repubblica, che hai diritto a vederti riconosciuti e garantiti “i diritti inviolabili dell’uomo”(art.2) ?  e hai “il dovere di svolgere una attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società”(art.4) ?

Cittadino, lavoratore,

non pensi che la comunità valsusina, come tutte le comunità di viventi, dotate di senso e di ragione, abbia il diritto di vivere in sicurezza, senza subire devastazione, occupazione militare, ricatti economici, menzogne mediatiche, repressione giudiziaria?

Cittadino, lavoratore,

non pensi che invece di bombardieri F35 o grandi opere inutili come il TAV, dannosi e insostenibili economicamente per l’intero Paese, sia meglio migliorare ospedali e scuole, provvedere ai servizi alla persona e alla cura del territorio, alla difesa dei beni comuni, alla ricerca  e alla pratica di energie rinnovabili? Sottraendo risorse alla sanità e alla scuola, ai servizi essenziali, per sprecarli in “grandi opere”, quanti posti di lavoro abbiamo già perso?

Cittadino, lavoratore,

se pensi bene non fai danni, se agisci bene difendi la salute e la terra, che dobbiamo custodire anche per chi verrà dopo di noi!

Buon Natale! Buon 2014 di pace e dignità, per tutti!

per il “Gruppo Pace Valsusa”:  Mira Mondo, Eleonora Cane, Gigi Richetto, Maria Chirio, Eugenio ed Enrica Cantore, Franco Siro, Carla Pirazzini, Marisa Ghiano, Mari ed Elena Nicoli, Laura Favro Bertrando, Marco Banfi, Anna Gozzelino, Paolo Perotto, Gabriella Tittonel, Rosanna Vighetto, Silvio Brangetto, Rossero Laura, Edoardo Fiorin..

UNIONE EUROPEA vara leggi per impedire l’utilizzo degli Integratori MINERAL VITAMINICI !

Da settembre 2013, in tutta l’UE (Unione Europea), sul foglietto illustrativo (bugiardino) di determinati medicinali farà la sua apparizione un triangolo capovolto.
Un contrassegno che segnala a pazienti ed operatori sanitari quei farmaci per i quali i consumatori sono caldamente invitati a segnalare agli operatori nazionali, eventuali effetti collaterali inattesi.
In gergo tecnico, le medicine sottoposte a monitoraggio addizionale.
Si tratta di tutte le confezioni autorizzate dopo il 1° gennaio 2011 che contengono una nuova sostanza attiva; vaccini o prodotti derivati dal plasma di origine biologica; i medicamenti per i quali sono necessarie determinate informazioni supplementari nella fase successiva alla messa in commercio, o la cui autorizzazione è subordinata al rispetto di determinate condizioni o restrizioni per un impiego sicuro ed efficace.- vedi: PDF del comunicato stampa Commissione Europea
Uno dei più gravi attacchi alle medicine tradizionali e alla libertà di cura si sta attuando in Europa. Attraverso Leggi scellerate si sta proibendo l’uso di sostanze vitali per la salute umana.
 
Le multinazionali farmaceutiche sanno benissimo che, se le scoperte della medicina ortomolecolare e naturale  verranno prima o poi attuate a livello di massa, dovranno chiudere bottega.
Pertanto cercano di impedire la commercializzazione degli integratori alimentari (Minerali e Vitamine) necessari a questa terapia e prevenzione.
E’ rimasta una sola parlamentare a lottare contro questo infame disegno.
Da Unione consumatori Inglese per la salute: legge sugli integratori.
Il sito italiano non esiste perché tutti i parlamentari italiani hanno già mollato e accettato.
L’unica parlamentare che ancora lotta è questa donna inglese che ha presentato questa mozione contraria e sta tentando di raccogliere 1 milione di firme on line per promuovere un referendum europeo. Non c’è tempo per organizzare una raccolta di firme cartacee.
Questo è il sito da cliccare (o copiare), http://www.conservatives.com/vitamins/e-petition.cfm
entra, compila e invia ed ecco fatto, la petizione è già firmataIN DUE MINUTI NETTI !
Fai il passaparola a tempo di record: è di vitale importanza, altrimenti non potremo più prendere liberamente né la vitamina C né l’olio di fegato di merluzzo, né altre vitamine o integratori.
Loro” decideranno cosa darci e come darci le medicine che riterranno più opportune e lo faranno perché tutto il resto sarà fuori legge, senza considerare la mazzata economica a livello di mercato internazionale per un segmento preciso: erboristerie, distributori, naturopati, ecc. mentre balzeranno alle stelle i profitti delle case farmaceutiche.
Meglio imparare ad autoguarirsi con le Cure naturali ma e soprattutto con il Crudismo
 
 
 Il vincitore del Premio Nobel per la Medicina, Richard J.Roberts, denuncia il modo in cui operano le grandi industrie farmaceutiche nel sistema capitalistico, anteponendo i benefici economici alla salute e rallentando lo sviluppo scientifico nella cura delle malattie perché guarire non è fruttuoso come la cronicità.
 
 
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P.S.: tanto per dare un’idea di quello che sta succedendo,  al seguente link del  Ministero della Salute Italiano troverete  un PRIMO ELENCO (vuol dire che altri seguiranno) di piante non ammesse negli integratori alimentari.
La lista è composta da nomi botanici ma forse riuscirete a trovare qualche erba di uso abbastanza comune (arnica, equiseto, vinca major, ecc.). Cosa conterranno i prossimi elenchi ?  Sarà forse la graviola, l’aloe, il noni, la formula Caisse ?
Saremo forse costretti a coltivarci clandestinamente i i nostri rimedi naturali o diventare “spacciatori di vitamine o erbe” ?
Gli “esportatori di democrazia” non dovrebbero garantire ai propri cittadini il diritto democratico di libertà di scelta in merito alla propria salute ?
E’ accettabile che un manipolo di burocrati superpagati condizioni così pesantemente la  salute di milioni di persone in Europa ?
Ecco i links per visionare gli alimenti dietetici:
e le piante e derivati:

Expo 2015, i «No canal» bloccano il progetto della Via d’acqua. Ricevuti dalle istituzioni

di Michela Finizio

I «No Canal» si sono dati appuntamento per stasera davanti al Teatro della Scala, in centro a Milano. Dopo quasi due mesi di mobilitazione, una settimana di blocchi al cantiere di Trenno, la lotta contro il progetto della Via d’Acqua per Expo 2015 si sposta sotto i riflettori delle istituzioni. Il comitato di cittadini è contrario al canale in cemento da 90 milioni di euro che dovrà raggiungere il sito dell’Esposizione Universale e attraverserà i parchi più estesi e frequentati della città: taglierà in due (da est ad ovest) il Trenno, lambirà il Bosco in Città per poi segare il parco delle Cave.

Una delegazione dei comitati degli abitanti dei quartieri Trenno, Gallaratese, Baggio e San Siro, che hanno animato le proteste e le iniziative di queste settimane, stasera parteciperà a Palazzo Marino a un incontro con la Giunta Comunale, Expo Spa e i tecnici del caso, invitati a confrontarci e discutere di possibili soluzioni alternative. «Quello che solo un mese fa sembrava un dogma invalicabile, un progetto blindato e immodificabile, ora diventa oggetto di trattativa», si legge in una nota sul gruppo Facebook del Comitato No Expo. «La mobilitazione ha pagato e la forza e la determinazione dimostrata da cittadini e attivisti, sfidando il gelo mattutino e un gigante che sembrava intoccabile, apre per la prima volta una breccia nella macchina di Expo2015», si legge.

Il movimento No Canal in queste settimane ha bloccato i lavori, fermato le ruspe e i manifestanti sono anche entrati nell’area di cantiere per ricoprire l’inizio dello scavo. Gli organizzatori del movimento No Canal su Facebook chiedono che la trattativa riguardi l’intera tratta urbana della Via d’Acqua, per «salvare» così i parchi di Trenno, Pertini e delle Cave, ripartendo dagli studi e dai progetti di Italia Nostra e del Politecnico di Milano. Richiesti, inoltre, chiarimenti sul tema delle bonifiche, che interessa pressoché tutta la tratta e, in particolar modo, l’area di via Quarenghi e il Parco delle Cave. «In ogni caso saremo pronti in ogni momento alla mobilitazione se nelle prossime settimane i lavori dovessero ripartire», aggiungono i manifestanti.

«Giù le mani dai parchi Trenno, delle Cave e dal Bosco in città». È l’appello lanciato dal comitato No Canal. I residenti di Zona 7 si sono scagliati contro quello che loro stessi definiscono «il mini Naviglio», largo otto metri e profondo uno e mezzo: non sarà navigabile, ma servirà da scolo per le acque del sito espositivo. Gli scavi coinvolgono anche il parco Pertini al Gallaratese, dove i cittadini sono già insorti raccogliendo 1500 firme. E giovedì scorso le ruspe sono arrivate anche al Trenno per iniziare i lavori che comporteranno inevitabilmente l’abbattimento di centinaia di alberi.

Si mobilitano anche i comitati Italia Nostra e gli ambientalisti. Indietro però non si torna, perché il «piccolo Naviglio» è stato approvato da tutti i soci Expo – governo compreso – e sarà realizzato con il budget (1,3 miliardi di euro) a disposizione della società organizzatrice per completare le opere inerenti l’Esposizione universale del 2015. Ma i No Canal non si arrendono: è partita una seconda petizione e si attende l’esito dell’incontro con le istituzioni.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-19/i-no-canal-bloccano-progetto-via-d-acqua-stasera-incontro-palazzo-marino-164221.shtml?uuid=ABPLx5k

VIA L’OBBLIGO DI APRIRE LA PARTITA IVA PER QUALUNQUE IMPRESA STRANIERA

sempre in nome dell’eguaglianza e parità. Vediano se ancora qualcuno non ha capito che siamo mercé per sciacalli stranieri

LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI: ALLEGGERITA LA WEB-TAX PER L’’’IRLANDESE’’ GOOGLE – VIA L’OBBLIGO DI APRIRE LA PARTITA IVA PER QUALUNQUE IMPRESA STRANIERA
Per capirsi: fino ad oggi la società di Brin e Page ha potuto pagare imposte solo sulla base del numero di dipendenti che ha nella sua sussidiaria italiana e non, come pretenderebbe il Fisco, sulla base del presunto fatturato raccolto in Italia e che invece la società fattura in Irlanda…

Alessandro Barbera per ‘La Stampa’

Via l’obbligo di aprire la partita Iva per qualunque impresa straniera, la contestata tassa anti-Google assume sempre più i contorni di un provvedimento ad aziendam. Per capire con esattezza cosa sarà la webtax all’italiana bisognerà però attendere il testo che il governo presenterà oggi nel maxiemendamento in aula, quello sul quale ci sarà il voto di fiducia.

Fra pasticci, dietrofront e nella fretta di chiudere la seduta notturna, martedì la maggioranza è infatti riuscita ad approvare due testi parzialmente sovrapponibili: la rappresentazione plastica di un governo che non è stato in grado di governare il lavoro in Commissione.

In ogni caso non si tratterà della prima bozza liberticida, quella che obbligava all’apertura di una partita Iva in Italia qualunque impresa che volesse vendere prodotti via internet nel Belpaese. Si è fatto sentire il niet di Matteo Renzi, che per ben due volte si è dichiarato contrario all’emendamento di alcuni deputati della sua stessa area e del presidente della Bilancio, Francesco Boccia.

Una cosa è certa: d’ora in poi Google dovrà aumentare la quantità di fatturato dichiarato in Italia, e per questo pagherà più tasse. Vediamo perché. Dopo una lunga trattativa fra favorevoli e contrari, la maggioranza ha trovato un compromesso restringendo l’obbligo di possedere partita Iva in Italia solo per i soggetti che vendono «pubblicità on line» direttamente o indirettamente. Non solo Google, ma è evidente che oggi, fra i soggetti che operano sulla rete, il gigante di Mountain View la fa da padrone.
Chi avrà a che fare con Google dovrà pagare i servizi con strumenti tracciabili, ovvero bonifico bancario, in Posta (ebbene sì, c’è anche la Posta) o tramite carta di credito. Il pasticcio tuttora irrisolto sta nel fatto che i due emendamenti non coincidono nella definizione di partita Iva: l’emendamento Fanucci la cita in senso generico, senza specificare quindi se italiana od europea. Il secondo, a firma Covello, parla esplicitamente di partita Iva «italiana».

Se il governo farà propria questa seconda formulazione il rischio di procedura di infrazione da parte dell’Unione europea resta in piedi, visto che il commissario lituano per la fiscalità Algirdas Semeta ha pronta una lettera di richiamo per violazione dei principi comunitari. «La norma deve rispettare il principio della non-discriminazione fiscale e della libera circolazione di merci e capitali», spiegavano ieri all’Ansa fonti comunitarie.
Il passaggio decisivo che costringerà Google e le altre multinazionali dei servizi on line a pagare più tasse in Italia è però un altro, ed è la parte in cui l’emendamento Covello obbliga Google a introdurre «indicatori di profitto diversi» per il calcolo dell’attività svolta in Italia.

Per capirsi: fino ad oggi la società di Brin e Page ha potuto pagare imposte solo sulla base del numero di dipendenti che ha nella sua sussidiaria italiana e non, come pretenderebbe l’Amministrazione fiscale, sulla base del presunto fatturato raccolto in Italia e che invece la società fattura in Irlanda. La norma ora li costringerà a fare i conti con «le funzioni effettivamente svolte», un concetto non troppo lontano da quello del fatturato.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/la-legge-non-e-uguale-per-tutti-alleggerita-la-web-tax-per-lirlandese-google-68682.htm