Maxi processo ai No Tav: identificazioni empiriche.

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SCRITTO DA: MASSIMO BONATO – 30 NOVEMBRE 2013

53_Maxi processo. Proseguono le identificazioni

Esperienze pregresse, abbigliamento, riconoscimenti occasionali. Le identificazioni proseguono sul piano empirico.

I testi presentati dalla Procura si susseguono. Sono agenti Digos o in forza a un reparto mobile, ispettori o semplici agenti chiamati a identificare gli imputati per i fatti del 27 giugno e 3 luglio 2011.

 

Azione di disturbo a Bardonecchia

http://www.tgvallesusa.it/?p=3614

SCRITTO DA: TGVADM – NOV• 30•13

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Continuano le azioni di disturbo da parte del movimento NO TAV, nei giorni scorsi ha subire l’azione erano stati gli alpini della caserma di Rivoli dove con una catena era stato bloccato l’ingresso. Questa notte, i cori e gli slogan dei NO TAV hanno tenuta sveglia la truppa della Guardia di Finanza che alloggia all’hotel Bucaneve di Bardonecchia. La presenza delle Forze dell’Ordine è stata confermata dai mezzi parcheggiate di fronte all’hotel, sono quindi iniziati i cori di rito: “la valle non vi vuole, andatevene via”, “via le truppe di occupazione”, “la Valsusa paura non ne ha” e intonando l’immancabile “Bella ciao”.

Le Forze dell’Ordine, svegliate dalla protesta, sono scese nella hall dell’albergo ad osservare dall’interno i manifestanti; per maggior sicurezza e per scongiurare l’invasione dell’Hotel sono state anche chiuse a chiave le porte d’ingresso. La protesta è continuata, con scambi di foto reciproci, alla fine i manifestanti si sono allontanati e si sono recati per effettuare una medesima azione di disturbo al più gettonato hotel Napoleon.

Queste azioni rientrano a pieno titolo nel filone di azione non violenta che il movimento NO TAV intraprese dopo una approvazione plebiscitaria in un assemblea pubblica a Bussoleno e lasciano trasparire una “fantasia nella lotta” che non sembra finire.

Un altro rifiuto per i Parlamentari Italiani del Movimento 5 Stelle. Cantiere inaccessibile.

http://www.tgvallesusa.it/?p=3598

SCRITTO DA: LEONARDO CAPELLA – NOV• 29•13

visita chiomonte

Di nuovo, il 29 novembre, le porte del cantiere TAV di Chiomonte non si sono aperte per l’ispezione preannunciata e concordata con LTF da parte di alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle. Il diniego, pervenuto poche ore prima ai parlamentari, era giù stato pubblicato sul quotidiano La Stampa proprio in mattinata, la motivazione indicava come impedimento una visita di un altro gruppo di persone. Già il 26 agosto i parlamentari avevano ricevuto un rifiuto all’accesso in cantiere, questa volta per ragioni dovute alle lavorazioni.

I parlamentari, Alberto Airola, Andrea Cioffi, Fabiana Dadone, Ivan Della Valle, Laura Castelli, Marco Scibona erano accompagnati dai tecnici della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone e dall’avvocato Massimo Bongiovanni. Al gruppo è stato permesso l’accesso alla sola parte a disposizione delle Forze dell’Ordine mentre, con il tecnico rappresentante LTF  si è accesa una discussione sull’interpretazione dei limiti del cantiere. Limiti che per l’avvocato Bongiovanni, forte della planimetria approvata dal CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), venivano indicati sino all’area sottostante i primi piloni autostradali, ma contestati dal tecnico LTF che sosteneva come parte del cantiere andasse considerata anche l’area prospiciente l’ingresso autostradale.

I tecnici della Comunità Montana hanno allora richiesto, per verificare sia la planimetria di cantiere sia le procedure al suo accesso, il Piano di Sicurezza e Coordinamento [Documento obbligatorio dove viene descritto minuziosamente tutto il funzionamento del cantiere, N.d.R.] che non è stato fornito adducendo come motivazione la mancanza del responsabile della Sicurezza.

A conclusione dell’ispezione i parlamentari hanno portato la solidarietà all’Azienda Vitivinicola Clarea, la cui parte produttiva e i vigneti si trovano all’interno dell’area protetta dalle Forze dell’Ordine e resta inaccessibile per decreto prefettizio, fuorché ai soli proprietari in modo disgiunto.

(L. C.)

INCUBO RADIOATTIVO NEI RUBINETTI DI BRESCIA. SIAMO AD UN PASSO DAL DISASTRO

Incubo radioattivo nei rubinetti di Brescia. Siamo ad un passo dal disastro

Cromo e Cesio a Brescia

ANDREA TORNAGO IL 05 NOVEMBRE 2012 POSTED I

2MILA METRI CUBI DI RIFIUTI NUCLEARI NASCOSTI E DIMENTICATI NEL CUORE DELLA LOMBARDIA

Il Cesio 137 minaccia di inquinare per sempre la falda da cui attinge l’acqua una delle città più ricche del Paese. La stessa sostanza trovata anche ad Amantea, in Calabria Potrebbero già essere entrate in contatto con il sottosuolo le polveri di alluminio contaminato che un trafficante senza scrupoli ha abbandonato nell’ex cava Piccinelli ai tempi di Tangentopoli

Un veleno silenzioso e immortale minaccia di inquinare per sempre la falda da cui attinge l’acqua una delle città più ricche del Paese. Sotto un sottile strato di terreno, nascosti e dimenticati in una cava dismessa alle porte di Brescia, riposano 2mila metri cubi di scorie nucleari che rischiano di entrare in contatto con le acque del sottosuolo. Sono polveri di fusione dell’alluminio contaminate dal Cesio 137, un sottoprodotto della fissione nucleare che continuerà a emettere radiazioni per i prossimi 300 anni.

Una zona radioattiva allagata all'ex cava Piccinelli di Brescia (foto Arpa Lombardia)

Una zona radioattiva allagata all’ex cava Piccinelli di Brescia (foto Arpa Lombardia)Come siano arrivate nel cuore della Lombardia è una vecchia storia di cui la popolazione non sa nulla, ma che gli imprenditori dell’acciaio e i funzionari pubblici conoscono e custodiscono nel segreto. Succedeva spesso dopo il crollo del Muro, quando il gioco era accaparrarsi a tutti i costi i rottami convenienti dell’ex Unione Sovietica e nei consigli di amministrazione delle acciaierie bresciane cominciavano a sedere misteriosi intermediatori dell’Est Europa. Erano i primi anni ’90, in piena Tangentopoli, e forse bisognava far sparire la scomoda eredità di un incidente radioattivo provocato da una partita di alluminio contaminato: qualche trafficante senza scrupoli ha scelto una cava dalla storia oscura, già colma di rifiuti speciali pericolosi e tossico-nocivi, l’ex cava Piccinelli.

Un buco di 4 anni

Gian Paolo Oneda, il geologo dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), non nasconde la sua preoccupazione. Tra i tanti isotopi radioattivi, il Cesio 137 è quello più solubile. Come se non bastasse, il sottosuolo nei pressi dell’ex cava Piccinelli è «un acquifero unico», senza strati d’argilla a protezione della falda profonda, da cui pescano l’acqua i pozzi dell’acquedotto.

Se il Cesio 137 si sciogliesse nelle acque non vi sarebbero barriere tra l’acquedotto della città, gestito dalla multiutility A2A, e la massa delle polveri radioattive. «Le ultime analisi sulle acque di falda hanno confermato l’assenza di radioattività», assicura il direttore dell’Arpa di Brescia Giulio Sesana. Ma cosa possa essere accaduto negli anni scorsi non sa dirlo nessuno, perché mancano i dati. C’è un buco di 4 anni nei campionamenti, tra il 2007 e il 2011, proprio nel momento in cui la falda di Brescia è risalita di 4 metri. Tanto da costringere l’Agenzia per l’ambiente nel 2011 a lanciare un allarme agghiacciante: «Non si può escludere che la contaminazione radioattiva sia stata ormai sommersa dalle acque sotterranee».

Un varco nella recinzione del sito radioattivo (CCLicence)

Un varco nella recinzione del sito radioattivo

Ora i calcoli, basati sui dati di una discarica vicina, dicono di no. Per pochi centimetri. Ma la minaccia più grave, più che dal sottosuolo, potrebbe venire dal cielo. I teli in Pvc posati sul piazzale dall’Enea nel 1999, che servivano a evitare che l’acqua piovana si infiltrasse nel terreno, a distanza di 15 anni sono diventati così fragili che «basta toccarli perché si frantumino». Erano pensati per durare al massimo due anni. E siccome l’acqua scorre ormai anche sotto i teli, sul terreno radioattivo sono cresciuti alberi ad alto fusto che hanno riempito di sedimenti l’unico pozzo di scolo delle acque: rami e foglie di piante che non sarebbero mai nemmeno dovute crescere. E che nessuno si è curato di togliere. Un pericolo «concreto e attuale» secondo i tecnici della Regione Lombardia, che potrebbe avverarsi in qualsiasi momento.

A un passo dal disastro

La manutenzione e la bonifica del sito spettano al Comune di Brescia, ma la giunta di Adriano Paroli (PdlLega), che in quell’area sognava di costruire il nuovo stadio, ha lasciato che la situazione arrivasse a un passo dal disastro. Ormai basta una pioggia un po’ più intensa perché le zone radioattive rischino di rimanere sommerse proprio nel punto in cui la contaminazione è maggiore: appena sotto i teli, dove le polveri raggiungono 1.055.000 Becquerel/kg (più di mille volte oltre il limite di legge per i terreni). Una situazione che ha spinto l’Asl a chiedere al sindaco di mettere subito in campo «ogni intervento d’urgenza a tutela della salute pubblica» dei suoi 200mila concittadini: ma il sindaco di Brescia, ex parlamentare del Pdl, ha affidato una consulenza da 9mila euro a uno studio legale milanese affinché trovi il modo di cavarlo dall’impaccio ed evitare una bonifica di «qualche milione di euro».

Agli ultimi incontri in Prefettura è stato chiesto l’intervento dei tecnici dell’Ispra, l’ente di ricerca del Ministero dell’Ambiente, che sull’argomento mantengono il massimo riserbo. Brescia, che già vive a contatto con l’inquinamento chimico da diossine e Pcb causato dall’industria «Caffaro», sembra non volerne sapere di questo ennesimo allarme ambientale. Ma anziché con un nuovo stadio, domani la città potrebbe risvegliarsi nel bel mezzo di un incubo radioattivo

Natale vietato a scuola, ‘offende’ islamici: genitori furiosi

sono convinto che non sono gli islamici che lo chiedono, ma chi li sfrutta in nome di una lotta politica volta a strumentalizzare le religioni per mettere uno contro l’altro, tipico di certi laici a libro paga (ovviamente una minoranza). Abbattiamo le Chiese di sto passo. Credevo che la tolleranza religiosa scritta in costituzione fosse da applicarsi VERSO TUTTI I CULTI. E’ da aggiornare ed aggiungere, eccetto quello cristiano. Quindi i genitori sono dei visionari pallisti secondo la preside?

Posted on novembre 30, 2013

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Varese – E’ polemica sul rito cattolico natalizio negato  in una scuola elementare di Varese. Secondo un gruppo di genitori la dirigente Mara Caenazzo l’avrebbe negato per rispettare le altre religioni. La storia e’ riportata dalla testata ‘La Prealpina’.
La madre della  dirigente smentisce e non ha dubbi: “non e’ vero niente -dice all’Adnkronos- perfino mia figlia che ci è rimasta male si e’ detta stupita di quanto messo in circolazione”. Dice alla AdnKronos. Non si capisce perché una dirigente scolastica mandi la mamma.
Intanto don Leonardo Bianchi ha invitato i bambini a messa nella chiesa di Santa Teresa di Gesù Bambino per il 3 dicembre.
Fonte: (Qui)

Spagna, tornano le lame sulla rete al confine col Marocco: ‘Misura disumana’

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/30/spagna-tornano-le-lame-sulla-rete-al-confine-con-il-marocco-misura-disumana/795927/

Il governo Rajoy ripropone l’utilizzo delle lame trancianti, dette ‘concertinas’, sul muro di Melilla insieme alla ‘malla antitrepa’ per impedire ai sans papiers di infilare le dita nella rete per arrampicarsi. Due sistemi condannati dal Consiglio d’Europa, dalle Ong, dai socialisti e dalla Chiesa

di Silvia Ragusa | 30 novembre 2013

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Una frontiera di lame affilate che causano gravi lesioni e mutilazioni. Le ‘concertinas’ (filo spinato, ndr) tornano a luccicare a Melilla, città marocchina che la Spagna non ha alcuna intenzione di mollare. Il governo Rajoy ha ripreso le vecchie abitudini: lame taglienti per difendere la frontiera dagli assalti di migliaia di persone che tentano di superare la rete per mettere piede in Unione europea. Il muro di protezione lungo 12 chilometri, presidiato giorno e notte dalla Guardia civil e dalla polizia marocchina, è costituito da una doppia rete metallica alta sei metri che nel 2005 il governo di Zapatero aveva alzato con un filo spinato dotato di lame trancianti.

Il flusso migratorio però non si è arrestato mai. Molti invece i feriti gravi. Perfino un morto a causa dei profondi tagli che avevano colpito, secondo l’autopsia, un’arteria. Le proteste delle Ong e delle associazioni per i diritti umani avevano costretto nel 2007 la Spagna a rimuovere in parte le ‘concertine’ e rimpiazzarle con una terza rete protettiva e con sistemi d’allarme.

Eppure adesso il governo spagnolo ci riprova. Non solo i tecnici sono già a lavoro per reintrodurre le lame nelle “zone dove è più necessario”, ma anche per inserire un nuovo sistema, la ‘malla antitrepa’, che impedisca ai sans papiers di infilare le dita nella rete per arrampicarsi.

Un’assurdità, secondo l’esperto di migrazione e docente di Geografia all’Università autonoma di BarcellonaXavier Ferrer Gallardo. Soprattutto dopo il dispiegamento di forze comunitarie all’indomani della tragedia avvenuta lo scorso 3 ottobre al largo di Lampedusa. “Con il recente lancio di Eurosur, il tecnologicamente avanzato e sofisticato “sistema dei sistemi” di sorveglianza delle frontiere nell’Unione europea, la reintroduzione nel perimetro di Melilla delle lame è un sorprendente ritorno alle origini dall’oscura tendenza alla fortificazione – dice il professor Gallardo a ilfattoquotidiano.it – Siamo di fronte a un assurdo abbinamento tra innovazione e tradizione al servizio di un unico obiettivo: l’immobilizzazione delle persone alle frontiere dell’Unione”,

Tant’è che perfino il Consiglio d’Europa ha ammonito in un documento ufficiale la decisione del premierMariano Rajoy: una politica negativa contro “persone disperate”, che utilizza mezzi che, lungi dal frenare i flussi migratori, possono solo “provocare una più profonda disperazione”, ha ribadito il Commissario per i diritti umani Nils Muižnieks. In tutta risposta però la Spagna ha fatto spallucce e il ministro degli Interni Jorge Fernández Díaz ha precisato che le ‘concertinas’ non sono un elemento aggressivo, ma passivo di dissuasione”. Tanto più, aggiunge il ministro, che “producono lesioni lievi”.

La polemica continua a tener banco: il partito socialista ha proposto al governo di rimuovere il filo spinato a rasoio già installato e utilizzare in cambio radar tecnologicamente avanzanti e velivoli senza pilota, come i droni.

Secondo i dati del ministero degli Interni iberico, nei primi nove mesi del 2013 sono stati circa tremila i migranti che hanno cercato di scavalcare la recinzione di confine. L’ultimo grande assalto è stato tra il 4 e il 5 novembre scorso, quando circa 200 persone hanno tentato di scalare la rete. Un centinaio sono riusciti a passare per finire poi in un centro di accoglienza. Ma un ragazzo sub-sahariano è morto, cadendo da sei metri d’altezza, quattro sono rimasti feriti e circa quaranta sono stati arrestati. Gli altri sono stati espulsi al confine con l’Algeria. Frattanto, accanto a sindacati, associazioni e all’opposizione, anche la Chiesa cattolica spagnola ha alzato la voce: “Questa è una misura disumana”.

@si_ragu

Le banche centrali stampano denaro, ecco chi prende quei soldi!

29 novembre 2013
 
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di ROBERTO GORINI
 
Come sappiamo, le Banche Centrali stampano il denaro dal nulla. Ma per quali motivi? E chi viene favorito e chi invece svantaggiato da questa stampa di nuovo denaro? Come scriveva Rothbard, “come dovremmo allora giudicare il governo che si impadronisce del controllo della moneta, abolisce la moneta aurea e stabilisce che i propri biglietti stampati rappresentino l’unico denaro legale? In altre parole, cosa dovremmo dire quando il governo diventa il monopolista legalizzato della falsificazione?  Ancora: “Quando i falsari spendono nuovo denaro (in beni di consumo oppure, nel caso del governo, in prestiti e altre misure di spesa destinate al “benessere comune”) avvantaggiano sempre coloro presso i quali lo consumano. Ma la prosperità risultante è fasulla; tutto quello che succede è che più denaro si contende la stessa quantità di risorse esistenti, e i prezzi salgono”.
GUARDA IL VIDEO
 

Giallo ad Alessandria: ucciso il pretanome di Belsito

certe verità e bene rimangano sepolte nell’Italia dei misteri……

da ALTRE FONTI

Sono proseguiti per tuta la notte gli interrogatori in caserma ad Alessandria (una dozzina le persone sentite) da parte dei carabinieri per far luce sull’omicidio di Franco Domenico Belsito, 52 anni, l’imprenditore edile calabrese da una dozzina d’anni abitante a Gavi.

Secondo gli inquirenti reggini e napoletani, tra l’altro, il gaviese dal 2011 al marzo 2012 (quando era fallita) era l’intestatario della società svizzera Aurora, ritenuta la «cassaforte» supersegreta dell’ex tesoriere della Lega Nord, il suo quasi omonimo Francesco Belsito.

I carabinieri del Comando provinciale di Alessandria sarebbero sulle tracce di colui che ha ucciso a bastonate Franco Domenico Belsito, abbandonando poi il cadavere nel bagagliaio dell’auto della vittima lasciata in sosta in piazza a Lu Monferrato e ritrovata dai militari di Solero dopo una segnalazione al 112.

Proprio chi ha telefonato al 112 è stato messo sotto torchio dagli inquirenti. Nel mirino ci sarebbe anche un meccanico tortonese.

Il delitto potrebbe essere avvenuto nell’ambito di un litigio, forse per motivi di soldi.

Probabilmente oggi sarà eseguita l’autopsia, che dovrebbe fornire importanti elementi agli inquirenti.

da: www.lastampa.it

http://www.lindipendenza.com/giallo-ad-alessandria-ucciso-il-pretanome-di-belsito/

Stipendi a picco con la crisi: persi 830 euro in due anni

ma non eravamo poco occupabili perché ignoranti come ha detto Giovannini?

30 Novembre 2013

  
di REDAZIONE

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I salari netti mensili in Italia nel 2012 erano pari in media a 1.264 euro, in netto calo rispetto ai 1.318 euro del 2008, all’inizio della crisi. Il dato e’ contenuto nel Rapporto sull’economia delle regioni italiane della Banca d’Italia che rileva anche ampie differenze territoriali. In particolare, nel 2012, un dipendente guadagnava mediamente 1.316 euro (a prezzi del 2012) nel Nord Ovest, 1.293 euro nel Nord Est, 1.252 euro al Centro e 1.189 euro al Sud e nelle Isole. A livello di comparti, le retribuzioni scendono da 1.360 a 1.344 euro nell’industria in senso stretto, da 1.269 a 1.249 euro nelle costruziooni, da 1.284 a 1.217 euro nei servizi di mercato e da 1.384 a 1.286 euro nei servizi di non mercato. Nel settore privato il calo e’ da 1.301 a 1.254 euro.
 
A fronte di un calo occupazionale contenuto, si sono fortemente ridotte le retribuzioni orarie dei giovani in possesso di una laurea. Nel Mezzogiorno il calo e’ stato piu’ accentuato rispetto alla media nazionale e pari a -6,2 per cento. Per i giovani in possesso al massimo del diploma, le retribuzioni orarie di ingresso sono invece calate significativamente solo nel Nord Ovest, mentre sono aumentate al Centro e nel Mezzogiorno. Tali dinamiche, commenta Bankitalia, hanno comportato una forte riduzione del premio salariale dei giovani laureati in tutte le macroaree, con la sola eccezione del Nord Ovest. Vi ha inciso in parte il progressivo deterioramento della qualita’ del lavoro tra i giovani in possesso di una laurea: la quota di giovani laureati occupati in mansioni a bassa o a nessuna qualifica e’ cresciuta, nella media italiana, di 3,7 punti percentuali, arrivando al 31,9 per cento; nel Mezzogiorno la crescita e’ stata di quasi 13 punti, mentre il Nord Ovest e’ l’unica area che ha registrato un calo (di 2,5 punti). Nello stesso periodo, la quota dei diplomati occupati in mansioni non qualificate e’ calata di oltre cinque punti nel Centro e di oltre due punti nel Mezzogiorno; solo nel Nord Est si e’ registrato un incremento (di 3,2 punti), mentre nel Nord Ovest l’indicatore e’ rimasto sostanzialmente stabile.

al-Qaeda cell caught in Moscow

EODE-TV/ NEWS FROM REAL RUSSIA (010): ‘RT RUSSIAN PRIME TIME’ OF THE DAY

EODE-TV with RT – EODE Zone Russia-Caucasus / 2013 11 27/

EODE-TV - RT russian prime time 009 (2013 11 25) ENGL

 Video on:

https://vimeo.com/80502222

The Russian TV channel ‘RT Russian Prime time” – former Russia Today – for a real information on what is really Putin’s Russia.

Politics, Economy, Culture, Arts, Events, News, People:

Far away from the anti-Russian phobia of the Western medias, the real life in the “Second Europe” …

https://vimeo.com/eodetv

https://www.facebook.com/EODE.TV

Today main topics:

A day before the EU’s summit to woo its Eastern European partners, public fury in Ukraine refuses to die down as the government hesitates in signing up to trade deals;

Tourists travelling by yacht could be granted 3-day visa-free stays in Russia;

15 alleged members of an al-Qaeda-linked terrorist cell are caught red-handed with guns and explosives in Moscow;

A giant Louis-Vuitton suitcase in Red Square is being dismantled after a public outcry.

RT / EODE-TV / EODE Press Office

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