Ucraina: i comunisti per l’integrazione con Russia e Bielorussia

L’intervento, presentato a un incontro internazionale di partiti comunisti, pur essendo molto recente, è di pochi giorni precedente agli ultimi avvenimenti e agli scontri di piazza. Il KPU è la terza forza politica ucraina in termini elettorali con il 13,2 % (elezioni ottobre 2012)
 
da www.solidnet.org | Traduzione dal russo di Mauro Gemma –
 
Contributo del Partito Comunista di Ucraina (KPU) al 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
 
Stimati compagni di lotta!
 
La storia degli ultimi anni ha chiaramente dimostrato: per non annegare tra le onde della crisi crescente del capitalismo mondiale, i principali stati imperialisti tentano di trasformare i paesi borghesi più deboli in donatori che, sotto la pressione dei loro governanti corrotti dall’Occidente, si privano degli organi vitali allo scopo di conservare la salute sociale ed economica dell’Unione Europea e degli Stati Uniti.
 
Ciò è particolarmente evidente nel caso dell’Ucraina, il cui Partito Comunista ho l’onore di rappresentare al nostro Incontro Internazionale.
 
Attualmente il mio paese si trova a un crocevia geopolitico Di fronte ad esso ci sono due strade possibili di integrazione. Una è quella occidentale, europea: la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea e l’ingresso nella sua Zona di libero mercato. L’altra strada è quella orientale, eurasiatica: l’entrata nell’Unione Doganale con Russia, Belarus e Kazakistan.
 
I comunisti di conseguenza si pronunciano perché l’Ucraina scelga la seconda strada di integrazione, senza dubbio più promettente e attraente dal punto di vista economico. Imboccandola, il nostro paese riceverebbe circa 10 miliardi di dollari di benefici ogni anno. Ciò è dimostrato dai calcoli economici di esperti indipendenti, che nessuno si azzarda a mettere in discussione.
 
Purtroppo, i politici che propugnano la politica di integrazione europea, non vogliono capire l’evidenza, ad esempio il fatto stesso che l’ingresso nell’Unione Europea non significherebbe affatto la costruzione di un’economia altamente sviluppata, il radicamento degli alti valori europei di libertà, di onesta, concorrenza e democrazia, e neppure potrebbe incidere sulla costruzione in Ucraina di una società civile con un elevato livello di vita e il benessere del popolo.
 
Un altro fattore obiettivo è anche rappresentato dall’inadeguatezza dell’Ucraina sul piano economico, politico, sociale e umanitario all’integrazione nell’Unione Europea: ad esempio i sistemi per uniformare e sincronizzare tutte le forme dell’economia richiedono l’introduzione di cambiamenti in più di 20.000 aspetti, dal cambiamento degli standard degli elettrodomestici a quello dei programmi statali Twinning, per l’integrazione delle legislazioni attraverso il loro adeguamento agli standard dell’Unione Europea.
 
L’esperienza dei paesi europei che recentemente si sono uniti all’Unione Europea ci dimostra, per molti aspetti, che l’ingresso nell’Unione Europea non ha significato assolutamente il miglioramento della qualità della vita, ma semmai il contrario. Ci troviamo di fronte l’aumento della disoccupazione, della pressione fiscale, la mancanza di opportunità per l’espansione degli affari con l’introduzione delle quote, la riduzione della sicurezza sociale, la monetizzazione dei benefici ai settori più vulnerabili della società, ecc.
 
Allo stesso tempo è assolutamente evidente che, come risultato dell’ingresso del nostro paese nella Zona di libero mercato dell’Unione Europea, nella forma ultimativa a cui siamo “invitati” da Bruxelles, verranno poste le basi della rovina di molti settori dell’industria ucraina (in particolare di quelli ad alta tecnologia). I propagandisti di questa strada non possono presentare nessun (io sottolineo, compagni: nessuno!) fattore concreto di beneficio economico, che derivi dalla partecipazione alla Zona di libero mercato. Essi si limitano alle chiacchiere sugli “elevati standard democratici e sociali dell’Unione Europea”.
 
L’Ucraina interessa a Bruxelles unicamente come appendice politicamente ininfluente, come mercato dei beni e fonte di manodopera a basso costo. E allo stesso tempo, come avamposto orientale dell’Unione Europea e degli Stati Uniti contro la Russia.
 
Tuttavia, gli oligarchi ucraini, il cui benessere, nella situazione di crisi economica globale, dipende unicamente dai miliardi rubati al popolo e depositati nelle banche occidentali, si sono espressi per una chiara scelta a favore dell’Unione Europea. Sono diventati i custodi degli interessi geopolitici occidentali, sacrificando cinicamente gli interessi nazionali.
 
Difendendo le posizioni di una ristretta cerchia di oligarchi, tutti, senza eccezione, i partiti borghesi si oppongono categoricamente all’adesione all’Unione Doganale e si pronunciano per la firma dell’accordo di associazione all’Unione Europea e per l’ingresso nella Zona di libero mercato. Compreso quel Partito delle Regioni che sta alla guida dello Stato, arrivato al potere con la promessa di ripristinare relazioni fraterne con la Russia, guastatesi dopo la cosiddetta “rivoluzione arancione”. Insieme all’opposizione nazionalista esso aspira all’ “integrazione europea”, ad ogni costo. A qualsiasi condizione, anche la più sfavorevole per l’economia nazionale. E prevede di firmare il relativo accordo nel novembre di quest’anno (gli ultimi sviluppi, dopo la recente visita di Putin in Ucraina, testimoniano della sospensione della firma dell’accordo, ndt).
 
Oggi il nostro popolo è esposto a una gigantesca operazione di agitazione propagandistica che sconfina nel tentativo di annichilire le coscienze. Il suo obiettivo: con l’aiuto del terrore psicologico per costringere la gente ad accettare la famigerata “scelta europea”, renderlo succube delle scelte della propria borghesia. Tuttavia, i risultati dei sondaggi di opinione dimostrano che gran parte dei miei compatrioti (secondo alcune fonti, la maggioranza) sosterrebbe la strada eurasiatica di integrazione.
 
Il Partito Comunista di Ucraina ritiene che il popolo, e non gli oligarchi, deve decidere verso quale direzione geopolitica occorra indirizzare il nostro paese. Per questo, abbiamo avviato le procedure di un referendum in merito alla questione della scelta della strada dell’integrazione. Ciò è fatto in armonia con la Costituzione e la legislazione nazionale, nell’osservanza di tutte le procedure giuridiche formali.
 
Ma i dirigenti borghesi dell’Ucraina, violando pesantemente tutte le norme di diritto vigenti, rifiutano categoricamente di accordare il permesso all’avvio della raccolta delle firme per lo svolgimento del referendum. E i capi dell’Unione Europea, che si vantano continuamente della loro “democraticità”, chiudono volutamente gli occhi davanti a questo oltraggio.
 
In tal modo, l’Ucraina è trasformata oggi in un poligono, in cui si praticano i metodi per asservire i paesi della “periferia” europea all’imperialismo, trasformandoli in bantustan mendicanti privi di sovranità reale, dove i diritti umani vengono continuamente violati.
 
Stimati compagni! A conclusione del mio intervento voglio rivolgermi a ciascuno di voi con l’appello a riferire ai lavoratori del vostro paese di come la reazione esterna e interna – non esagero con le parole – stia violentando oggi il popolo dell’Ucraina.
 
Cari compagni, vi saremmo anche grati per l’aiuto che riterrete di accordare al Partito Comunista di Ucraina e al popolo ucraino sotto forma di supporto informativo alla nostra azione, e anche con interventi e dichiarazioni dei Vostri compagni nei parlamenti e negli organi rappresentativi ad ogni livello, allo scopo di dimostrare al nostro popolo che da altre parti non c’è solo l’Unione Europea a intervenire a sostegno dei sentimenti di integrazione del popolo ucraino.
 
Il vostro sostegno fraterno avrà un significato per noi inestimabile nella difficile lotta che stiamo conducendo per il futuro della nostra Patria. E, in definitiva, per il futuro dell’Europa e di tutto il mondo.
Ucraina: i comunisti per l’integrazione con Russia e Bielorussiaultima modifica: 2013-12-04T14:53:08+01:00da davi-luciano
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