Russia: risponderemo adeguatamente allo scudo antimissile Usa

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Martedì, 09 Dicembre 2014 21:25

Russia: risponderemo adeguatamente allo scudo antimissile Usa

 
MOSCA – La Russia sarà costretta a rispondere adeguatamente allo sviluppo dei sistemi di difesa antimissile statunitense, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

Ha ricordato che nel messaggio all’Assemblea federale della Russia Vladimir Putin ha sottolineato che i lavori continui per la creazione dello scudo antimissile globale degli Stati Uniti, anche in Europa sono una minaccia non solo per la sicurezza della Russia, ma anche in tutto il mondo, proprio a causa di una possibile violazione dell’equilibrio strategico delle forze. “Non abbiamo intensione di farci coinvolgere in una costosa corsa agli armamenti, ma garantiremo la difesa del nostro Paese in modo sicuro e affidabile”, ha sottolineato Lavrov.

No Tav, altri tre anarchici accusati di terrorismo

No Tav, altri tre anarchici accusati di terrorismo
dicembre 09 2014
Dopo Claudio AlbertoNicolò BiasiMattia Zanotti e Chiara Zenobi altri tre anarchici sono stati accusati diterrorismo. Si tratta di Lucio AlbertiGraziano Mazzarelli e Francesco Nicola Sala, tutti milanesi, già in carcere per l’assalto al cantiere dell’alta velocità risalente a 13 e 14 maggio 2013, a cui sono state notificate le ordinanze di misura cautelare del gip di Torino.

I tre, già a processo, avevano scampato l’accusa di terrorismo il 15 maggio 2014, quando la Cassazione annullò con rinvio la precedente ordinanza in cui il più grave reato veniva contestato. Ora, però, dopo gli approfondimenti investigativi necessari, la Procura di Torino ha deciso di contestare anche a loro l’accusa di terrorismo, oltre a quelle di fabbricazione e porto in luogo pubblico d’armi da guerra, danneggiamento aggravato seguito da incendio e violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
Intanto Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò saranno processati per terrorismo, per aver danneggiato un compressore la notte tra il 13 e il 14 maggio 2013, davanti alla Corte d’Assise di Torino mercoledì 17 dicembre.

Un 8 dicembre di lotta

post8 dicembre 2014 at 21:11

8 dicembre in Valsusa, una data importante per il movimento e per i tanti no tav che quest’oggi sono scesi per le strade e per i sentieri della propria valle.

Il doppio appuntamento lanciato dall’ultima assemblea popolare ha regalato a tutti una giornata di emozioni.

Sono circa 300 i no tav che si presentano al primo dei due concentramenti al campo sportivo di Giaglione. Nonostante il prevedibile blocco delle forze dell’ordine al ponte del Clarea, attraverso i sentieri sono riusciti a raggiungere i terreni no tav a ridosso delle reti del cantiere.

Una situazione felice che non si riviveva da tempo con le truppe di occupazione nel panico, non più abituate alla presenza massiccia in quei metri che vorrebbero interdire al movimento a suon di ordinanze e forze dell’ordine dislocate in ogni dove.

Ancora più persone si presentano al secondo concentramento alla centrale elettrica di Chiomonte dove, per evitare l’ingresso ai sentieri, la polizia aveva predisposto un blocco al ponte del fiume con il posizionamento dei jersey. In risposta a questo inaccettabile divieto, centinaia di no tav hanno deciso di spostarsi in paese e successivamente sulla strada statale 24 per dar vita ad un blocco del traffico ( e del tgv)  che si è protratto per diverse ore.

Verso le 17  ad una nuova battitura delle recinzioni la polizia ha risposto ricorrendo all’uso dell’idrante. A fronte della reazione del presidio, le forze dell’ordine hanno iniziato un lancio di lacrimogeni con l’intento di disperdere i manifestanti. Il fronteggiamento si è prolungato fino a quando i no tav scesi alla centrale non hanno deciso di raggiungere quelli che erano rimasti al blocco della statale.

Oltre alle iniziative costruite dai due diversi concentramenti non sono mancate altre azioni di disturbo da parte di no tav sparsi nei boschi intorno al cantiere con l’obiettivo di impedire il passaggio dei mezzi su via dell’ Avanà. I fuochi d’artificio che hanno illuminato il cielo della Clarea  hanno decretato la conclusione di questa intensa giornata di lotta.

Questa è la cronaca di una bella giornata, fatta di sentieri e di resistenza, di blocchi e solidarietà.

Per ricordare l’8 dicembre del 2005 in cui si liberò Venaus, per stare accanto ai no tav in carcere e per costruire la liberazione della Valle di Susa che ancora si deve completare.

Buon 8 dicembre a tutti e tutte!

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Da Noam Chomsky solidarietà ai Militanti NO TAV anarchici perseguitati

Noam Chomsky ci ha inviato un messaggio per esprimere la sua solidarietà ai Militanti NO TAV anarchici perseguitati

—–Original Messag

It is most disturbing to learn of the accusations and threats of punishment against the anarchists who are among those protesting the high speed train project.  I trust that charges will be dropped and that the protests will be able to proceed without interference.

 

Noam Chomsky

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Traduzione

 

È triste sapere delle accuse e delle persecuzioni contro gli anarchici che  stanno protestando contro il treno ad alta velocità.
Penso tuttavia che le accuse saranno fatte cadere e le proteste potranno continuare senza interferenze.

—–

La prima pietra – udienza maxi processo no tav 9 dicembre 2014

La prima pietra (chi è senza peccato?)

Diretta dalle ore 9 circa. Continuano le arringhe della Difesa. Strana luce oggi in aula bunker. Sarà che dopo settimane di pioggia oggi quei raggi di sole che entravano da quelle finestre così alte creavano strani effetti, come questa foto del giudice Quinto Bosio. Siamo alle battute finali, ultime arringhe delle difese che proprio a fine udienza chiederanno una data aggiuntiva, concessa, il 20 gennaio.

 

Avv.Vitale: funzionari che non vedono cosa accade intorno a loro o, peggio, vanno dall’autorità giudiziaria a dichiarare il falso? Una domanda fondamentale per la nostra DEMOCRAZIA.

 
… difficile processo per tanti motivi, per l’attenzione mediatica, dibattimento che ha consentito un numero di testimonianze un quadro dinamico, a colori. L’interesse comune all’accertamento dei fatti dovrebbe essere normale, ma come in un processo civile si è inteso solo conoscere parzialmente i fatti. La parte civile è stata assente spesso. La scelta nostra non è stata allungare i tempi, ma volontà di rendere la genesi le premesse di questo complesso movimento che non si può rendere in 4 righe o in una pagina, né in bianco e nero, di guardie e ladri, di buoni e cattivi, cattivi barbari, quadro fornito dalla digos, che violano la legge e dall’altra i difensori senza macchia e senza peccato della legalità. Quadro acritico per gestire tutto il processo, sino alle richieste. Invece necessita una nuova ricostruzione, senza teorema. Ricordo l’incipit mediatico, la conferenza stampa dove veniva mostrato dal pm le carte senza che le avessero viste i difensori. Il teorema regge ste stesso, conferma se stesso, e non c’è nessun bisogno di accertamenti scientifici. In altri processi, giudici, ci siamo trovati di fronte ad accertamente fisiognomici etc, qui no, i fatti sono certi, nessun bisogno di prove. In questo quadro ben si comprende il disinteresse totale verso quelle che potevano essere le motivazioni degli imputati. Inoltre i testimoni degli imputati, che discutono, sono per i pm o ininfluenti o false, quindi non vale neanche la pena avere udienze e udienze. Liquidati con pochissime battute. E’ già stato detto ma credo vada ribadito.
 
La domanda pesante è: la preordinazione sarebbe troppo grave, ma non vedendo i funzionari cosa accade sotto i loro occhi, o peggio li vedono ma non li denunciano, e peggio vanno dall’AUTORITA’ GIUDIZIARIA A DICHIARARE IL FALSO ?
 

Avv. Pellegrin:”Non può esserci MAI censura preventiva di ordine pubblico, bonifica violenta di aree che non sono quelle del cantiere, RASTRELLAMENTO, impiego preventivo di gas, per rendere inefficace manifestazione di pensiero ancor prima sia posta in essere.”

Si è parlato di manifestanti normali… normali… normali. Come se potessero esistere manifestanti non normali…
Provate che qualcuno ha provato a violare recinzioni primarie cantiere.
Spari tesi, caccia al camoscio non erano previsti, e l’impiego di lacrimogeni extrema ratio va autorizzato dal sig. questore. Era lui che doveva autorizzare, ma qui non si è capito se il dott. Faraoni lo abbia fatto… ci sono state telefonate tra lui e il prefetto che aveva concezione realtà diversa… Cosa si poteva fare e cosa è stato fatto?
Cosa è avvenuto prima del 3 luglio? Al di là foto e video che tutti abbiamo visto, da tutte le parti, compresa la GROSSA PIETRA, CHE POTEVA UCCIDERE che teneva l’agente, quello era in foto e video, mentre METEORE sono stati evocati solo dalle parole dei testi procura, non attendibili allo stesso modo.
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(…)
Principio del dubbio, e si deve quindi accettare la richiesta di assoluzione. Non credo che il nostro procedimento possa legittimare un riconoscimento così come viene… COLPO DI SCENA. l’avvocato mostra un dipinto che ritrae un monaco del 1300, così per celiare, dove un personaggio dipinto con baffi e barba SOMIGLIA STRAORDINARIAMENTE a Ginetti… Non bisogna avventarsi come avvoltoi e strumentalizzare il dubbio, che è fondamento ordinamento giuridico civile.
 
PAUSA, con una BRUTTA NOTIZIA. Notificata a Lucio, Graziano e Francesco (detenuti da giugno 2014) l’accusa di TERRORISMO. Gli avvocati hanno solo la notifica, quindi mancano i dettagli, ma quello che si sa basta a far nascere il SOSPETTO che questa mossa della Procura di Torino non sia casuale, come scelta dei tempi, in vista dell’udienza del 17 dicembre (sempre in aula bunker), nella quale ascolteremo le repliche finali (se ci saranno) e poi attenderemo la sentenza. Una giuria popolare può essere influenzata da un nuovo tormentone mediatico che usa questa nuova accusa per influenzare, in qualche modo, l’opinione anche sul processo ormai in chiusura? Provate a leggere l’articolo su La Stampa e, come sempre, giudicate voi!
 
Simonetta

Mafia capitale, spunta fuori una coop che ha dato un contributo economico alla campagna elettorale di Pina Picierno

Lo riferisce “il Giornale” facendo finire l’eurodeputata sidicina nel tritacarne dell’inchiesta che ha sconvolto la politica capitolina e nazionale. 

pina picierno

CASERTA – Tocca anche all’eurodeputata sidicina del Partito Democratico Pina Picierno, finire all’interno del tritacarne dell’inchiesta Mafia Capitale che ha sconvolto in queste ore il mondo della politica romano e nazionale. A darne notizia è il Giornale di questa mattina che fa riferimento alla donazione di una cooperativa finita nelle carte dell’inchiesta romana a favore della campagna elettorale della Picierno. Il nome dell’eurodeputata compare accanto a quelli di Micaela Campana, Giuliano Poletti e Simona Bonafé, come si vede nell’immagine estratta dal sito online de il Giornale, anche se la cooperativa in questione la “29 giugno” non è riconducibile, per il momento, al grande protagonista dell’indagine, il faccendiere Salvatore Buzzi trait d’union tra il mondo della politica, quello delle imprese e della criminalità.

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Il ritorno di Luca alle reti è un esempio, non un reato.Forza Luca! Aula 58 ore 12, 10 dicembre 2014

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Le puntate precedenti.

27 febbraio 2012, le truppe arrivano un giorno prima della data preannunciata all’assemblea NO TAV e Luca Abbà decide di mettere in atto un’azione di resistenza passiva, salendo su un traliccio dell’alta tensione. Supera agilmente gli agenti che però decidono di partire all’inseguimento. Durante la diretta radio su Blackout si sente chiaramente Luca avvisare l’agente sotto di non insistere nella salita, perché lui non si fermerà… Pochi istanti dopo Luca viene colpito da una scarica letale (ma ce la farà!) e cade a terra da un’altezza di 15 metri, privo di sensi. Il video della polizia manca però della parte più importante, ma i compagni sanno quello che hanno visto con i loro occhi. Chi piange, chi urla, chi resta per ore in attesa di risposte, chi raggiunge il CTO per restargli vicino, chi protesta, ovunque, con manifestazioni, blocchi e presidi che in poche ore danno un grande segnale di solidarietà a Luca.

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Le giornate che seguono sono di grande mobilitazione anche in Valsusa, blocchi stradali fino allo sgombero con il solito metodo che ormai potremmo definire NO TAV (idranti, lacrimogeni, manganelli, inseguimenti per le vie, etc).

Luca è forte, recupera e torna con grande determinazione, pronto a ripercorrere quei sentieri per una giornata “pacifica e determinata”, come annuncia nel video del 21 settembre, per un “ritorno al futuro”, quel futuro che proprio in quel luogo ha rischiato di non avere più, quel futuro che vuole riprendersi il 29 settembre 2013.

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Giornata piovosa, ma la grande solidarietà è visibile nelle centinaia di persone che gli sono accanto. Luca ed Emanuela sorridono, finalmente. Raggiunta la baita non può mancare quella battitura che in quel suono rende quasi tangibile la determinazione così diffusa, poi un taglio simbolico a quel filo spinato israeliano basta a far scattare prima l’idrante…

Per quella giornata Luca ed Emanuela sono oggi a processo, nella seconda udienza, il 26 settembre, è stato ascoltato il teste dell’accusa Sorrentino, che ha parlato di “lanci di pietre e danneggiamenti all’idrante”. Descrive poi i tanti “fotogrammi” realizzati dagli agenti e scaricati su album foto e video in rete, arriva inaspettatamente il PM Rinaudo pronto a mostrare tutto il materiale ma il proiettore non funziona, e si passa all’esibizione delle immagini in formato cartaceo.
L’avv. Novaro, nel controesame del teste Sorrentino, chiede come abbiano fatto ad individuare CHI tagliava le reti, ma la risposta di Sorrentino sembra piuttosto vaga, “nell’immediatezza non li riconobbi per la distanza”, dice Sorrentino, “ma successivamente, individuato il danno, e attraverso foto e video siamo riusciti a capire che si trattava di Abbà e Favale”, ovvero Luca ed Emanuela.
Poi vengono mostrati filmati, dalle 16:31, del taglio delle reti, battitura e dell’idrante in azione ma si vedono chiaramente i manifestanti ridere sotto gli ombrelli.

Domani si riprende, Emanuela e Luca rilasceranno dichiarazioni spontanee, l’appuntamento è alle 12:00 al tribunale Bruno Caccia, AULA 58 e potrete seguire QUI la diretta.
Cerchiamo di essere presenti perché la solidarietà è l’arma migliore che abbiamo… usiamola!
Se non ce la fate, potrete leggere qui la trascrizione in diretta.

Simonetta Zandiri & Maria Eleonora Forno – TGMaddalena.it

No Tav. 8 Dicembre al cantiere

La mobilitazione nell’ anniversario di Venaus 2005 ha prodotto buoni risultati sul campo e mantenuto la pressione sul cantiere. Picchettato anche il bar/ristorante di Chiomonte frequentato dagli operai delle ditte sotto l’occhio della magistratura. La polizia blocca la Statale 24 creando code e ingorghi.

All’osservatorio No TAv in Val Clarea
di Fabrizio Salmoni

Il massimo risultato con il minimo sforzo. Cosi si può sintetizzare la giornata No Tav che ha voluto ricordare quel 8 Dicembre 2005 quando una marea umana si riappropriò dell’area del cantiere di Venaus costringendo il governo a cancellare il progetto sulla riva sinistra della Dora. Nove anni dopo diverse cose sono cambiate: c’è un cantiere geognostico che procede a passo di lumaca (1800 m scavati in due anni e mezzo) per le incertezze economiche e burocratiche che sembrano aumentare con il progredire della crisi economica e un’opposizione popolare falcidiata dai mille e più procedimenti giudiziari emessi dalla Procura nello stesso periodo di tempo. Solo qualche centinaio di

VIDEO FIACCOLATA A SUSA

No Tav però hanno tenuto impegnate sul terreno ingenti forze di polizia, con blindati, idranti e elicottero, per tutta la giornata.

Un corteo da Giaglione ha raggiunto l’area della baita passando in alto nei boschi, hanno attraversato il torrente Clarea gettando rudimentali pontoni e hanno bypassato i cordoni di agenti che li aspettavano al ponte. La mossa ha preso di sprovvista le forze dell’ordine che si sono rischierate più indietro mettendo davanti gli idranti. Dopo un lungo confronto nel bosco, calato il buio, i dimostranti si sono ritirati non senza dare l’arrivederci con un paio di fuochi d’artificio che hanno chiamato a risposta un lancio di lacrimogeni. I rappresentanti 5 Stelle, consiglieri regionali Bono e Frediani e il senatore Scibona hanno negoziato per garantire al grosso dei dimostranti l’uscita di scena e hanno poi diffuso una nota in cui si dice che “anche in questa giornata, come già in passato, abbiamo assistito ad una massiccia militarizzazione del territorio e delle zone del cantiere. Oggi come allora il M5S è accanto al movimento No Tav, nelle piazze e nelle istituzioni, per far sentire la voce di chi si oppone alla devastazione del territorio e rivendica la necessità di impiegare i fondi pubblici per il bene dei cittadini e non per il guadagno di pochi» .

Un secondo raduno di No tav previsto dalla parte opposta della zona milutarizzata, presso la centrale elettrivca di via Avanà di Chiomonte ha trovato il ponte sulla Dora sbarrato da un mezzo della polizia. La consueta battitura si è allora effettuata sul vecchio mezzo e ha ricevuto prima un’innaffiata da parte dell’idrante poi un fitto lancio di lacrimogeni a altezza d’uomo. Dopo qialche resistenza, i No Tav hanno raggiunto il paese dove hanno picchettato il Bar Ristorante delle Alpi, luogo di ritrovo degli operai del cantiere e fermato per un quarto d’ora la linea ferroviaria. La polizia, per tutta risposta, ha bloccato la statale 24 in due punti causando lunghe code e gran disagio alla circolazione mentre i No Tav già si scioglievano.

Giornata dura e fredda dunque per le truppe d’occupazione in gita al cantiere a respirare la loro dose quotidiana di polveri sottili e amianto che un giorno faranno sentire i loro effetti proprio su di loro per primi. (F.S. 8.12.2014)

Galleria fotografica di Leonardo Capella

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Altri tre No Tav accusati di terrorismo

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/12/09/news/altri_tre_no_tav_accusati_di_terrorismo-102474214/?ref=twhl&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

Sono tre anarchici milanesi che erano già in carcere per gli scontri del maggio 2013 a Chiomonte. Tra una settimana la sentenza  della Corte d’Assise per gli altri quattro del movimento su cui pesa la grave accusa

di MEO PONTE
 

09 dicembre 2014

Altri tre No Tav accusati di terrorismo

All’indomani degli incidenti che hanno di nuovo bloccato la Valsusa nel weekend dell’Immacolata, altri tre anarchici del movimento No Tav, sono stati accusati di terrorismo. Questa mattina infatti sono stati notificate in carcere le ordinanze di misura cautelare del gip do Torino per Lucio Alberti, Graziano Mazzarelli, e Francesco Nicola Sala, tutti milanesi, che già erano detenuti per l’attacco al cantiere Tav del 13 e 14 maggio 2013. 

L’arresto a luglio

A loro tre non era stato contestato il reato di terrorismo al momento dell’arresto nel luglio scorso come era stato fatto invece sempre per gli incidenti di quei due giorni un anno fa con gli altri anarco insurrezionalisti Claudio Alberto, Nicolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi cui  erano stati contestati i reati di attentato con finalità di terrorismo od eversione, olre a molti altri. I quattro sono adesso processati davanti alla Corte di Assise di Torino che, il 17 dicembre, dovrebbe emettere la sentenza conclusiva. 

Il processo in corso

Alberti, Mazzarelli e Sala avevano “scampato” l’accusa più grave vista la pronuncia della Corte di Cassazione del 15 maggio 2014 che annullava con rinvio la precedente ordinanza nei confronti dei quattro “compagni” relativamente alle contestazioni con finalità di terrorismo-

Adesso però, eseguiti i dovuti approfondimenti investigativi e “in ossequio ai principi statuiti dalla Suprema Corte”, la Procura di Torinoha deciso di contestare anche a loro l’accusa di terrorismo. Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni nelle celle dei tre che hanno portato al sequestro di vario materiale.

Un solo grido “NO TAV LIBERI!” anche dalla Curva!

Spinta dal Bass

Questa sera, durante Torino Palermo, allo stadio comunale sono comparsi in Curva Primavera due striscioni in solidarietà ai no tav sotto processo e ancora detenuti in attesa della ormai prossima sentenza.

Siamo una grande famiglia!

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