Archivi giornalieri: 3 dicembre 2014
Turi Vaccaro rifiuta gli arresti domiciliari
Tratto in arresto per aver violato le recinzioni della base Muos, nel tentativo di piantare semi nel terreno della base americana, Turi Vaccaro ha rifiutato gli arresti domiciliari, ed è stato trasferito nel carcere di Gela.

Rifiuta gli arresti domiciliari che gli erano stati notificati dalla Questura di Caltanissetta attraverso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Niscemi e viene tradotto nel carcere di Gela, Turi Vaccaro, che ieri pomeriggio alle 13.00, violando la base NRTF-8 di Niscemi, ha interrato delle palline d’argilla contenenti semi di piante e messo KO la “grande signora”ovvero l’antenna Verden, quell’antenna LF alta 140 m. che permette i collegamenti con i mezzi sottomarini operanti su mezzo pianeta.
È stato tratto in arresto, Turi Vaccaro, “per essersi reso responsabile del reato di danneggiamento aggravato di cose destinate alla pubblica difesa, utilizzando, fra l’altro, anche un masso, ingresso arbitrario, in luoghi ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato, del reato di interruzione di pubblico servizio, avendo indotto i militari statunitensi di stanza nella Base militare statunitense di C.da Ulmo ad interrompere le comunicazioni radio delle antenne ivi insistenti, ordinariamente serventi le missioni NATO, U.S.A. ed italiane, in Nord Africa, Sud Europa e parte del Medio Oriente, nonché per l’inosservanza di provvedimento dell’Autorità, poiché lo stesso non adempiva a F.V.O., con divieto di ritorno in questo centro , emesso dal sig. Questore della Provincia di Caltanissetta.”
Questo è quanto recita il verbale di “sottoposizione agli arresti domiciliari”, rifiutati come abbiamo detto, operato nei confronti di Turi Vaccaro.
Turi Vaccaro è un ex operaio della Fiat, nato a Marianopoli, un piccolo centro della provincia di Caltanissetta che conta poco più di 1.900 anime.
Di origine siciliana, dunque, ma torinese di adozione, appassionato di discipline orientali, iniziò nel 1982 la sua esperienza pacifista a Comiso a fianco del reverendo Gyosho Morishita dell’Ordine dei monaci buddisti “Nipponzan Myohoji e con lui spesso ha condiviso e condivide l’uso della pagoda della Pace che, posta su una collina, domina la Piana di Comiso davanti all’ex base missilistica.
Dagli anni di Comiso, non si contano le sue azioni. La più clamorosa, nel 2005, quando si introdusse di soppiatto in un hangar della base militare di Woensdrecht, in Olanda, disarmò due F-16 prendendoli a bastonate con una mazza comprata ad Assisi.
“L’ho fatto secondo il nostro principio: trasformare le spade in aratri” disse e finì in carcere per qualche tempo. Ritornò in Val Susa a piedi scalzi e con un flauto. Quello stesso anno, a giugno, finì sulle prime pagine di tutti i giornali perché, da solo, evitato il cordone di poliziotti, era riuscito a bloccare una ruspa che stava abbattendo i blocchi dei No Tav alla Maddalena.
In mano aveva una bandiera ed un aglio “per benedire i macchinari”, disse.
Ad agosto del 2011 salì su un cedro, a venti metri di altezza, nei pressi del cantiere del Tav a Chiomonte, in Val Susa e li rimase per tre giorni e due notti, facendo lo sciopero della fame e della sete.
Quindi a marzo 2012 (sempre a Chiomonte) si arrampicò sul traliccio dal quale circa una settimana prima era caduto il leader No Tav Luca Abba. Turi rimase su quel traliccio, per 16 ore e venne giù solo grazie all’intervento di Don Ciotti.
Questi tre episodi costarono a Turi Vaccaro, a marzo del 2012, un foglio di via obbligatorio da parte della Questura di Torino, con divieto di ritorno in Val Susa per un anno.
In quell’anno tornò in Sicilia ed iniziò le sue azioni a fianco degli attivisti No Muos, contro le 46 antenne già esistenti e le allora “costruende” parabole del MUOS.
Dal 22 aprile 2013, innumerevoli le azioni non violente che lo hanno visto protagonista, azioni destinate a portare avanti le istanze degli attivisti No Muos.
Quel 22 aprile, Turi Vaccaro, entrò nella base di Niscemi con l’attivista Nicola Arboscelli e, insieme ad altre due attiviste, presero posto su due delle 46 antenne del sistema U.F.O. poste all’interno della base NRTF-8 di C.da Ulmo.
“Danneggiamento aggravato, resistenza al pubblico ufficiale, ingresso arbitrario in luoghi dove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato”, queste le accuse ricevute in quel primo episodio niscemese, mentre l’ambasciata statunitense condannava l’accaduto: “E’ un atto illegale e irresponsabile” ed il Ministero della Difesa italiano si limitava a ribadire che quella di Niscemi era una “struttura indispensabile”, indispensabile a chi, non è mai stato dovuto sapere.
L’8 maggio 2013 è ancora a Niscemi, Turi Vaccaro e si lancia sotto uno dei mezzi militari che trasportava fuori dalla base il cambio del personale americano. Fu salvato dal pronto intervento di un altro attivista che riuscì a segnalare in tempo al poliziotto, alla guida del mezzo, quello che stava accadendo.
Altro arresto a Gela il 10 luglio dello stesso anno, nel corso delle commemorazioni per lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Anche in questo caso, l’accusa fu di danneggiamento e resistenza al pubblico ufficiale. Vaccaro era salito sul tetto di un mezzo militare dal quale era stato prontamente “tirato giù” dalle forze dell’ordine e tratto in arresto.
Un arresto, non convalidato dal GIP di Caltagirone, che venne trasformato in un “foglio di via” che avrebbe dovuto tenere lontano l’attivista da Niscemi, per tre anni. Ma così non è stato. Turi Vaccaro è ancora presente in una “violazione” della base, il 7 agosto del 2013, e ancora l’8 agosto 2014, entrambe alla vigilia delle due grandi manifestazioni nazionali, contro le parabole del Muos.
Una persona equilibratissima, Turi Vaccaro, un pacifista che protesta ponendo un mazzolino di fiori nello scudo di un poliziotto, ponendosi davanti a mezzi portatori di “distruzione ambientale” e militari, armato soltanto di “trecce d’aglio” e interrando palline di argilla con dentro semi di piante, è sicuramente un eroe, un simbolo della lotta pacifica contro le ingiustizie che gravano come pietre tombali sia sulla Sicilia che sulla Val di Susa.
D.G.03.12.14
IL MAGHREBINO MOLESTATORE CHE HA MASSACRATO LA POLIZIOTTA IN ROMAGNA? INDOVINA COSA HA DECISO IL GIUDICE
eguaglianza moderna. Ogni cittadino italiano che compie un’aggressione, spesso pure inventata, finisce in galera senza che nessun giudice si turbi.
Già libero l’aggressore della poliziotta
La decisione choc del giudice: convalida il fermo ma nega il carcere per il magrebino che ha ferito la poliziotta
Prima i pugni che l’hanno mandata in ospedale, sferrati con violenza perché lei, donna e poliziotto, era intervenuta in difesa di tre giovani donne.
Ora lo schiaffo, non fisico ma forse ancora più difficile da incassare: chi l’ha aggredita, infatti, è già in libertà.
L’unico uomo fermato, un magrebino di 30 anni già noto alle forze dell’ordine per resistenza e simili reati, è stato liberato subito dopo il processo per direttissima. L’arresto è stato convalidato, ma il giudice non ha ritenuto necessario aggiungere la misura restrittiva del carcere. E così, in attesa della prossima udienza che si svolgerà il 19 dicembre (il suo avvocato ha chiesto i termini a difesa) l’uomo sarà un libero cittadino.
Il danno e la beffa per Margherita Buttarelli, 48 anni, assistente capo della Polizia di Stato in servizio a Rimini, picchiata per aver difeso da tre nordafricani alcune ragazze dell’Est, pesantemente infastidite da tre uomini mentre stavano pranzando al parco Cervi. Lei è tornata a casa, fortunatamente il naso, sanguinante, non era rotto. Le è rimasto solo un vistoso livido al volto e la solidarietà dei colleghi e del questore di Rimini, che le ha fatto visita in ospedale annunciandole che intende proporla per un encomio per il coraggio dimostrato, per di più mentre non era neppure in servizio. Ma inevitabilmente il fatto che uno degli aggressori, l’unico fermato, sia stato rimesso in libertà meno di 48 ore dopo lascia l’amaro in bocca. Libero lui, preso dai carabinieri subito dopo l’aggressione, sabato intorno alle 14. E liberi anche gli altri due nordafricani protagonisti della vicenda e non ancora individuati: uno è scappato prima ancora dell’aggressione, quando lei si è qualificata come poliziotto; l’altro invece è fuggito ed è riuscito a far perdere le sue tracce. Tutto si è svolto in una manciata di minuti, nel primo pomeriggio di sabato, al parco Cervi. Le ragazze stavano pranzando al riparo di uno dei gazebo, in una zona di solito frequentata dalle badanti dell’Est. L’assistente capo Buttarelli, sposata e madre di due figli, stava tornando a casa in bici, dopo il lavoro. Viste le donne in difficoltà non ha esitato un attimo a intervenire, anche se era fuori servizio. Prima ci ha provato con le buone, poi si è qualificata. E alla fine le ha prese, pesantemente. Al Corriere di Romagna l’agente ha assicurato: «Lo rifarei».
http://www.grandecocomero.com/maghrabino-aggressore-poliziotta-libero-giudice/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews
Fulvio Grimaldi sulle guerre in Medioriente
Record fallimenti, oltre 11mila imprese in 9 mesi
Il Piemonte a un passo dal commissariamento
«Abbiamo un solo obiettivo – ha continuato – la salute dei cittadini. Ai sindaci presenti oggi in aula dico che a me i primari di alcuni ospedali che sono in discussione raccontano che già adesso portano alcuni pazienti in altri ospedali da noi indicati. Abbiamo tre anni davanti: siamo aperti al confronto per trovare le migliori soluzioni possibili. Ma questo alla condizione che alla fine siano rispettati i tempi, i saldi, e soprattutto la salute dei cittadini».
«Siamo in una situazione di pre-commissariamento della sanità e la salute dei cittadini – ha concluso – è in sanità la nostra stella cometa».
Intanto dal grillino Davide Bono, vicepresidente della Commissione Sanità, arrivano dure critiche. «Questa riforma è frutto di un semplice calcolo da ragionieri, non tanto lontano da quanto fatto dall’ex assessore Monferino, tanto criticato ai tempi – fa sapere in un comunicato stampa – Se la Giunta continuerà a non fornire i dati, questo Consiglio regionale straordinario sarà solo il primo di una lunga serie».
Irruzione di Turi Vaccaro nella base Muos di Niscemi, danneggiate apparecchiature. Bloccato dai marines e denunciato
Pubblicato il 2 dicembre 2014 – martedì
Ha eluso la sorveglianza, dopo aver divelto una parte della recinzione, ed è riuscito a penetrare all’interno della base militare statunitense di contrada Ulmo, a Niscemi. Turi Vaccaro, un noto pacifista siciliano, è tornato a dire “no” al Muos. L’episodio si è verificato oggi, intorno alle 14. Dopo aver forzato il catenaccio di un casotto ai piedi di un traliccio, con un masso ha danneggiato alcune apparecchiature che si trovavano all’interno della struttura. Una volta dentro la base, ha esposto uno striscione con la scritta “Spade in aratri”. L’intervento dei militari statunitensi, in servizio alla base, ha impedito a Vaccaro di andare oltre nella sua protesta. I marines, dopo averlo bloccato, lo hanno consegnato agli agenti del Commissariato di Niscemi. L’uomo è stato denunciato per danneggiamento aggravato di cose destinate alla pubblica difesa. Non è la prima volta che Vaccaro, fa irruzione nella base militare. In altre occasioni, era stato protagonista di proteste eclatanti e in più occasioni si è arrampicato sui tralicci della base militare. Su di lui pende un divieto di soggiorno proprio a Niscemi.
Turi Vaccaro viola di nuovo la base NRTF-8 di Niscemi
Turi Vaccaro, oggi intorno alle 13.00, ha violato per l’ennesima volta la base NRTF-8 di Niscemi, la base americana all’interno della quale sono state collocate le tre parabole del MUOS.

Lo aveva “preannunciato” in maniera pacata e serena come è solito fare, il pacifista, noto alle procure di mezza Italia per le sue azioni di ribellione pacifica, lo scorso 25 Novembre, a margine dell’udienza del TAR Sicilia che proprio quel giorno avrebbe dovuto pronunciarsi a proposito dei ricorsi presentati dal Comune di Niscemi, da associazioni ambientaliste (Legambiente) e antimafia (ass. anti mafia Rita Atria), nonché dal Movimento No Muos Sicilia e da semplici cittadini oltre che da diverse Amministrazioni comunali siciliane.
Lo abbiamo conosciuto in Val Susa, Turi Vaccaro, impegnato in azioni contro il TAV e a Niscemi contro il Muos, ma anche a Gela durante una manifestazione in cui si ricordava lo sbarco delle forze alleate in Sicilia.
Lo abbiamo dunque incontrato a Palermo, lo scorso 25 novembre, fuori dalle aule del TAR, in compagnia del suo inseparabile flauto e del suo amico il reverendo Morishita, anche lui noto per le sue “lotte pacifiche” che lo videro in prima fila contro la base missilistica di Comiso, divenuta oggi aeroporto civile.
Incurante delle forze di Polizia vicine, col suo sorriso di sempre, mostrando ai presenti uno striscione dal contenuto inequivocabile (“Spade in aratri”) Turi Vaccaro ha informato i presenti sul suo progetto di portare lo striscione e anche tanti semi di piantine nuove da seminare all’interno della base di Niscemi “perché la nostra è una terra di pace – ha detto – e non di guerra”.
Così oggi è entrato, attraverso un varco esistente nella rete, all’interno della base ed ha iniziato la sua opera di “semina della pace” all’interno della stessa.
Ovviamente i militari americani non hanno perso tempo, hanno “catturato” il pacifista e lo hanno condotto all’interno di una zona adibita ad uffici ed hanno atteso che la Polizia italiana venisse a compiere il proprio dovere, portando via il “pericoloso criminale”.
Mentre scriviamo Turi Vaccaro si trova ancora negli uffici del locale commissariato.
Ecco perchè l’Italia affama il popolo per acquistare gli F 35.IL VIDEO

Obama viene in Italia come piazzista della Lochkeed Martin (l’azienda produttrice degli F 35) a venderci F35 non funzionanti e costosissimi di cui non abbiamo assolutamente bisogno.Ma perché non possiamo dichiararci neutrali e risparmiare 35 miliardi l’anno di inutili armi?.Perché non possiamo uscire dalla NATO?Perché Napolitano si oppone a qualunque riduzione di questi catorci?Perché il piazzista Renzi si prostra dinanzi al padrone americano? La messa del Papa davanti a 519 corrotti e l’omelia durissima: i peccatori si salvano, i corrotti no! Nel seguente video vi mostriamo una trance di una puntata di “Servizio pubblico” su La7 che spiega perchè gli F 35 sono la truffa del secolo,costosi inutili,difettosi e impossibilitati nel combattere una guerra!!
Praticamente denaro pubblico speso per nulla….
L’unica risposta che il governo italiano da a tutto cio è :”Facciamo parte della NATO e dobbiamo rispettare impegni e regole”.Quindi dobbiamo investire in armamenti solo perchè siamo succubi della NATO,anche se non c’è alcuna guerra in corso. E’ ormai chiaro che il governo da la priorità agli impegni presi con la NATO e fa passare in secondo piano GLI IMPEGNI PRESI CON GLI ELETTORI! Ma non possiamo essere neutrali? Non possiamo uscire da questa maledetta NATO?L’Austria è una democrazia rappresentativa parlamentare, composta da 9 Stati federati ed è uno dei 6 Paesi europei che hanno dichiarato la neutralità permanente, uno dei pochi Paesi al mondo che ha incluso il concetto di neutralità eterna nella sua costituzione. Ma a che serve che nell’art. 11 abbiamo il ripudio della guerra se poi non ci dichiariamo neutrali e continuiamo a stare in quell’organismo a servizio degli Stati uniti che è la NATO che non è mai riuscita a impedire una sola guerra? Svezia, Svizzera, Finlandia, Irlanda, Mala e Cipro non fanno parte della Nato ed hanno dichiarato la loro neutralità. Dopo di che non hanno più avuto bisogno delle forze armate. Perché non può essere neutrale anche l’Italia? L’Austria non è un Paese qualsiasi, era a fianco di Hitler e di Mussolini nella seconda guerra mondiale. Perché lei ha diritto di essere neutrale e di non fare la succube agli Stati uniti e noi no? E’ stata sconfitta quanto la Germania e l’Italia, ha goduto degli aiuto del Piano Marshall quanto tutti i Paesi distrutti dalla guerra. Ma il 26 ottobre 1965 dichiarò la propria con un atto internazionale, tirandosi fuori dalle dispute internazionali. E’ vero che ciò fu voluto dalla Russia col Memorandum di Mosca, per creare uno stato cuscinetto tra l’Europa e le repubbliche sovietiche, affinché non si unisse alla Nato. Ma ogni atto internazionale ha le sue motivazioni e oggi è il nostro debito che è uno dei più alti del mondo a esigere che l’Italia si tiri fuori dalla Nato, come dagli impegni americani come dalle missioni di guerra. Perché non possiamo fare anche noi lo Stato cuscinetto tra l’Europa da una parte e gli Stati africani o del Medio Oriente dall’altra? Ora l’unica guerra che noi abbiamo il dovere e il diritto di affrontare è contro la crisi che ci divora, in cui ogni spesa militare è francamente immorale. di Viviana Vivarelli Ma c’è un vero motivo per cui l’Italia deve esserci per forza nei piani Nato,i guerrafondai non possono fare a meno di noi per via della nostra posizione geografica strategica. E’ risaputo che l’Italia non è solo quella bellissima penisola che si stende nel Mediterraneo, ma rappresenta il trampolino di lancio dei cacciabombardieri di tutti il mondo verso i Paesi arabi e africani. I guerrafondai non possono fare a meno dell’Italia. Le lobby delle armi sono talmente potenti che hanno chiamato in causa il presidente del Paese dei mutui subprime per ribadire l’importanza dell’alleanza atlantica nel Mediterraneo nel momento in cui vacillava il consenso alla guerra del popolo Italiano. Come farebbero a vendere aerei, navi, elicotteri, blindati e ogni sorta di arma di offesa senza la piattaforma italiana? Una Repubblica Parlamentare che ha in Costituzione la non belligeranza, di colpo si trova scavalcata in tutte le sue funzioni senza alcun consenso popolare e va a fare le guerre in ogni dove?! Bombarda la Libia “amica” e poi si lamenta se i Libici fuggono verso Lampedusa. Produce mine antiuomo che spesso uccidono centinaia di bambini e poi va a fare le missioni di “pace” per cercare di disinnescarle. Ma che razza di popolo siamo?
Abbiamo un Governo agli ordini diretti delle gerarchie militari che, per non perdere la faccia, fanno venire il “grande” del mondo a fare le passerelle romane per convincere un’opinione pubblica stremata dalla disoccupazione e dalle differenze sociali.
Senza guerra ed armi si può vivere e alla grande.
Ci sono nazioni che senza sparare un colpo di pistola vivono benissimo e se ne fottono altamente delle guerre degli “altri” perché hanno capito che guerra è uguale profitto.
Appunto per questo l’Italia deve aborrire qualsiasi forma di guerra e di commessa militare, non solo per gli altissimi costi sostenuti ma sopratutto perché produrre, vendere o acquistare armi non ha niente a che vedere con la pace di cui spesso ci riempiamo la bocca.
Bruno P.
Tratto da : masadaweb.org
I sindaci della Valsusa: “Basta parlare di Tav”
«Vogliamo parlare dei problemi della Valle -ha detto il sindaco di Susa Sandro Plano, in apertura dell’incontro – a prescindere dalla Tav. Siamo in una situazione critica e mi pare ci sia una visione un pò troppo “Torinocentrica” della politica, ci state togliendo tutti i servizi dalla Valle e li state spostando su Torino».
I sindaci chiedono quindi «un tavolo politico-istituzionale in cui affrontare i nostri problemi».