Rimedio all’austerity? No, illusionismo eurocratico: il gioco di prestigio per farci fessi

Una trappola nella trappola: è la proposta lanciata da Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Luciano Gallino, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini per smarcarsi dai problemi di liquidità e debito. L’analisi di Andrea Strozzi (Llht).
 
di Andrea Strozzi – 2 Dicembre 2014
 
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Una trappola nella trappola: è la proposta lanciata da Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Luciano Gallino, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini per smarcarsi dai problemi di liquidità e debito. L’analisi di Andrea Strozzi (Llht).
 
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“Mi passi il vassoio dei pasticcini, per favore?”
 
“Certo, vuoi quelli alla crema o quelli alla frutta? Sono nuovi e li trovo davvero deliziosi.”
 
“Dammi quelli alla frutta, allora. Così, se mi vede il mio personal-trainer, si arrabbia solo a metà.”
 
(Risolini a bocca piena)
 
“Senti, è un po’ che te ne volevo parlare: vuoi che scriviamo due righe sui CCF? Dicono siano una vera genialata…”
 
“Guarda, te lo avrei proposto anch’io! Li trovo – mi passi il tè, per favore? – una soluzione geniale: si salva l’Euro e si salvano gli Stati, davvero un colpaccio. Comunque avevi ragione: questi bignè al flan di fragole sono divini.”
 
E’ più o meno così che ho immaginato la genesi di questo articolo comparso su MicroMega, sull’ultima creazione della stagione autunno-inverno della finanza nostrana. I Certificati di Credito Fiscale sono infatti una specie di moneta alternativa e certificata dallo Stato che, distribuita a pioggia su lavoratori e imprese (si parla di 300 miliardi), viene “congelata” per due anni, garantendo però un alleggerimento differito della pressione fiscale.
 
In parole povere: io ricevo oggi 500 euro che non posso spendere, ma poiché so che fra due anni li potrò usare per pagare 500 euro di tasse in meno, intanto mi do alla bella vita e vado a farmi un bel weekend a Mirabilandia.
 
La verità è che si tratta dell’ennesimo gioco di prestigio finanziario, destinato a illudere gli italiani che il tenore di vita che possono (e che devono) permettersi sia quello precedente alla Crisi. La chiave di volta è che questi strumenti, se da un lato non incrementano il debito pubblico (non prevedono tecnicamente un rimborso), dall’altro lato dovrebbero stimolare la domanda interna, distribuendo a pioggia potere d’acquisto sui contribuenti. Per chi ha masticato qualche nozione di macroeconomia, è più o meno come l’elicottero ipotizzato da Milton Friedman, che volava sulle città distribuendo banconote di dollari a tutti i cittadini: più soldi per le imprese, più per i cittadini e più per lo Stato. Unico effetto: inflazione.
 
Le controindicazioni sono almeno tre. Vediamole brevemente (e, come mio solito, il più semplicemente possibile).
 
Uno. Nel Paese con una tra le più alte pressioni fiscali d’Europa, l’applicazione di questa misura suona come l’ennesima presa in giro. Anziché diminuire da subito l’imposizione fiscale, si preferirebbe una promessa di alleggerimento differito, nella speranza (tutta da dimostrare) che la percezione di una maggiore ricchezza prospettica induca oggi a consumare di più. Anziché confrontare l’uovo di oggi con la gallina di domani, questo è il classico esempio di… un uovo (forse) domani!
 
Due. Questa iniziativa dimostra implicitamente, per senza ammetterlo, il totale fallimento delle altre misure introdotte per rivitalizzare la domanda: dai famigerati ottanta euro, ai tassi bancari ai minimi storici, per finire con le iniezioni di liquidità della BCE. La verità è che le persone, finalmente stanche di queste promesse, si stanno ormai rendendo conto che questo modello fondato sull’indebitamento cronico destinato ad alimentare consumi inutili ha smesso di generare benessere.
 
Tre. Se è vero che per lo Stato ridurre il gettito fiscale mediante un taglio delle tasse oppure mediante una soluzione “naif” come questa non fa molta differenza (al di là dei due anni di attesa, nel caso dei CCF), per i cittadini persuasi da questo gioco di prestigio significherebbe continuare ad alimentare la giostra del consumismo, pur trovandosi ormai con entrambi i piedi nell’era di quella che qualcuno chiama “post-crescita”. Anziché dire alle persone la verità, si cerca in tutti i modi di indurle a mantenere uno stile di vita fallimentare e che sta producendo danni sociali e sistemici ormai sotto gli occhi di tutti.
 
In pratica questa soluzione, che viene subdolamente spacciata come un rimedio all’austerity impostaci dall’Europa (nonostante gli impacciati tentativi di dissimulazione operati da qualche funambolo nostrano), ha l’unico obiettivo di tentare di alleggerire virtualmente la pressione fiscale, in quanto i CCF, traducendosi in un credito d’imposta, abbatterebbero il gettito fiscale. Gli entusiasti sostenitori di questo strumento (Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Luciano Gallino, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini) sostengono che il gettito tributario indotto dalla ripresa dell’attività economica consentita dall’improvvisa pioggia di liquidità – virtuale e prospettica, ricordo – sarebbe in grado di più che compensare lo sconto fiscale garantito dai CCF.
 
Ammesso che lo stimolo alla domanda interna sia ciò di cui abbiamo realmente bisogno (ipotesi contro cui chi scrive si scaglia ormai da tempo), sarebbe troppo azzardato domandarsi che cosa accadrebbe invece se fra due anni l’attività economica non dovesse essere ripartita e le entrate pubbliche si trovino comunque irreversibilmente sforbiciate dai CCF?
 
Ma tranquilli: se questi artisti della politica economica nostrana non hanno pensato a un Piano B, possiamo sempre chiederlo a David Copperfield.

Turi Vaccaro rifiuta gli arresti domiciliari

Tratto in arresto per aver violato le recinzioni della base Muos, nel tentativo di piantare semi nel terreno della base americana, Turi Vaccaro ha rifiutato gli arresti domiciliari, ed è stato trasferito nel carcere di Gela.

Di Daniela Giuffrida

Rifiuta gli arresti domiciliari che gli erano stati notificati dalla Questura di Caltanissetta attraverso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Niscemi e viene tradotto nel carcere di Gela, Turi Vaccaro, che ieri pomeriggio alle 13.00, violando la base NRTF-8 di Niscemi, ha interrato delle palline d’argilla contenenti semi di piante e messo KO la “grande signora”ovvero l’antenna Verden, quell’antenna LF alta 140 m. che permette i collegamenti con i mezzi sottomarini operanti su mezzo pianeta.

È stato tratto in arresto, Turi Vaccaro, “per essersi reso responsabile del reato di danneggiamento aggravato di cose destinate alla pubblica difesa, utilizzando, fra l’altro, anche un masso, ingresso arbitrario, in luoghi ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato, del reato di interruzione di pubblico servizio, avendo indotto i militari statunitensi di stanza nella Base militare statunitense di C.da Ulmo ad interrompere le comunicazioni radio delle antenne ivi insistenti, ordinariamente serventi le missioni NATO, U.S.A. ed italiane, in Nord Africa, Sud Europa e parte del Medio Oriente, nonché per l’inosservanza di provvedimento dell’Autorità, poiché lo stesso non adempiva a F.V.O., con divieto di ritorno in questo centro , emesso dal sig. Questore della Provincia di Caltanissetta.

Questo è quanto recita il verbale di “sottoposizione agli arresti domiciliari”, rifiutati come abbiamo detto, operato nei confronti di Turi Vaccaro.

Turi Vaccaro_1

Turi Vaccaro è un ex operaio della Fiat, nato a Marianopoli, un piccolo centro della provincia di Caltanissetta che conta poco più di 1.900 anime.

Di origine siciliana, dunque, ma torinese di adozione, appassionato di discipline orientali, iniziò nel 1982 la sua esperienza pacifista a Comiso a fianco del reverendo  Gyosho Morishita dell’Ordine dei monaci buddisti “Nipponzan Myohoji e con lui spesso ha condiviso e condivide l’uso della pagoda della Pace che, posta su una collina,  domina la  Piana di Comiso davanti all’ex base missilistica.

Dagli anni di Comiso, non si contano le sue azioni. La più clamorosa, nel 2005, quando si introdusse di soppiatto in un hangar della base militare di Woensdrecht, in Olanda, disarmò due F-16 prendendoli a bastonate con una mazza comprata ad Assisi.

“L’ho fatto secondo il nostro principio: trasformare le spade in aratri” disse e  finì in carcere per qualche tempo. Ritornò in Val Susa a piedi scalzi e con un flauto. Quello stesso anno, a giugno, finì sulle prime pagine di tutti i giornali perché, da solo, evitato il cordone di poliziotti,  era riuscito a bloccare una ruspa che stava abbattendo i blocchi dei No Tav alla Maddalena.

In mano aveva una bandiera ed un aglio “per benedire i macchinari”, disse.

Ad agosto del 2011 salì su un cedro, a venti metri di altezza, nei pressi del cantiere del Tav a Chiomonte, in Val Susa e li rimase per tre giorni e due notti, facendo lo sciopero della fame e della sete.

Quindi a marzo 2012 (sempre a Chiomonte) si arrampicò sul traliccio dal quale circa una settimana prima era caduto il leader No Tav Luca AbbaTuri rimase su quel traliccio, per 16 ore e venne giù solo grazie all’intervento di Don Ciotti.

Questi tre episodi costarono a Turi Vaccaro, a marzo del 2012, un foglio di via obbligatorio da parte della Questura di Torino, con divieto di ritorno in Val Susa per un anno.

In quell’anno tornò in Sicilia ed iniziò le sue azioni a fianco degli attivisti No Muos, contro le 46 antenne già esistenti e le allora “costruende” parabole del MUOS.

Dal 22 aprile 2013, innumerevoli le azioni non violente che lo hanno visto protagonista, azioni destinate a portare avanti le istanze degli attivisti No Muos.

Quel 22 aprile, Turi Vaccaro, entrò nella base di Niscemi con l’attivista Nicola Arboscelli e, insieme ad altre due attiviste, presero posto  su due delle 46 antenne del sistema U.F.O. poste all’interno della base NRTF-8 di C.da Ulmo.

Danneggiamento aggravato, resistenza al pubblico ufficiale,  ingresso arbitrario in luoghi dove laccesso è vietato nell’interesse militare dello Stato”, queste le accuse ricevute in quel primo episodio niscemese, mentre l’ambasciata statunitense condannava  l’accaduto: “E’ un atto illegale e irresponsabile” ed il Ministero della Difesa italiano si limitava a ribadire  che quella di Niscemi era una “struttura indispensabile”, indispensabile a chi, non è mai stato dovuto sapere.

L’8 maggio 2013 è ancora  a Niscemi, Turi Vaccaro e si lancia sotto uno dei mezzi militari che trasportava fuori dalla base il cambio del personale americano. Fu salvato dal pronto intervento di un altro attivista che riuscì a segnalare in tempo al poliziotto, alla guida del mezzo, quello che stava accadendo.

Altro arresto a Gela il 10 luglio dello stesso anno, nel corso delle commemorazioni per lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Anche in questo caso, l’accusa fu di danneggiamento e resistenza al pubblico ufficiale. Vaccaro era  salito sul tetto di un mezzo militare dal quale era stato prontamente “tirato giù” dalle forze dell’ordine e tratto in arresto.
Un arresto, non convalidato dal GIP di Caltagirone, che venne trasformato in un “foglio di via” che avrebbe dovuto tenere lontano l’attivista da Niscemi, per  tre anni. Ma così non è stato. Turi Vaccaro è ancora presente in una “violazione” della base, il 7 agosto del 2013, e ancora l’8 agosto 2014, entrambe alla vigilia delle due grandi manifestazioni  nazionali, contro le parabole del Muos.

Una persona equilibratissima, Turi Vaccaro, un pacifista che protesta ponendo un mazzolino di fiori nello scudo di un poliziotto, ponendosi davanti a mezzi portatori di “distruzione ambientale” e militari, armato soltanto di “trecce d’aglio” e interrando palline di argilla con dentro semi di piante, è sicuramente un eroe, un simbolo della lotta pacifica contro le ingiustizie che gravano come pietre tombali sia sulla Sicilia che sulla Val di Susa.

D.G.03.12.14

IL MAGHREBINO MOLESTATORE CHE HA MASSACRATO LA POLIZIOTTA IN ROMAGNA? INDOVINA COSA HA DECISO IL GIUDICE

eguaglianza moderna. Ogni cittadino italiano che compie un’aggressione, spesso pure inventata, finisce in galera senza che nessun giudice si turbi.


Già libero l’aggressore della poliziotta

La decisione choc del giudice: convalida il fermo ma nega il carcere per il magrebino che ha ferito la poliziotta

Prima i pugni che l’hanno mandata in ospedale, sferrati con violenza perché lei, donna e poliziotto, era intervenuta in difesa di tre giovani donne.

Ora lo schiaffo, non fisico ma forse ancora più difficile da incassare: chi l’ha aggredita, infatti, è già in libertà.

L’unico uomo fermato, un magrebino di 30 anni già noto alle forze dell’ordine per resistenza e simili reati, è stato liberato subito dopo il processo per direttissima. L’arresto è stato convalidato, ma il giudice non ha ritenuto necessario aggiungere la misura restrittiva del carcere. E così, in attesa della prossima udienza che si svolgerà il 19 dicembre (il suo avvocato ha chiesto i termini a difesa) l’uomo sarà un libero cittadino.

Il danno e la beffa per Margherita Buttarelli, 48 anni, assistente capo della Polizia di Stato in servizio a Rimini, picchiata per aver difeso da tre nordafricani alcune ragazze dell’Est, pesantemente infastidite da tre uomini mentre stavano pranzando al parco Cervi. Lei è tornata a casa, fortunatamente il naso, sanguinante, non era rotto. Le è rimasto solo un vistoso livido al volto e la solidarietà dei colleghi e del questore di Rimini, che le ha fatto visita in ospedale annunciandole che intende proporla per un encomio per il coraggio dimostrato, per di più mentre non era neppure in servizio. Ma inevitabilmente il fatto che uno degli aggressori, l’unico fermato, sia stato rimesso in libertà meno di 48 ore dopo lascia l’amaro in bocca. Libero lui, preso dai carabinieri subito dopo l’aggressione, sabato intorno alle 14. E liberi anche gli altri due nordafricani protagonisti della vicenda e non ancora individuati: uno è scappato prima ancora dell’aggressione, quando lei si è qualificata come poliziotto; l’altro invece è fuggito ed è riuscito a far perdere le sue tracce. Tutto si è svolto in una manciata di minuti, nel primo pomeriggio di sabato, al parco Cervi. Le ragazze stavano pranzando al riparo di uno dei gazebo, in una zona di solito frequentata dalle badanti dell’Est. L’assistente capo Buttarelli, sposata e madre di due figli, stava tornando a casa in bici, dopo il lavoro. Viste le donne in difficoltà non ha esitato un attimo a intervenire, anche se era fuori servizio. Prima ci ha provato con le buone, poi si è qualificata. E alla fine le ha prese, pesantemente. Al Corriere di Romagna l’agente ha assicurato: «Lo rifarei».
http://www.grandecocomero.com/maghrabino-aggressore-poliziotta-libero-giudice/?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Fulvio Grimaldi sulle guerre in Medioriente

BASSANO DEL GRAPPA, 5 dicembre, ore 20.30,
Saletta Bellavitis, Via Beata Giovanna 65
Fulvio Grimaldi presente il suo docufilm ARMAGEDDON SULLA VIA DI DAMASCO,
il complotto anglosionista contro i popoli arabi, l’uso del terrorismo jihadista da parte dell’Occidente in vista del Nuovo Ordine Mondiale e della repressione interna. Una testimonianza diretta dalla Siria che resiste.
Organizza: Assemblea Antifascista Bassanese.
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Record fallimenti, oltre 11mila imprese in 9 mesi

Si profila un anno record per i fallimenti di imprese in Italia. Un fenomeno in continua ascesa come rilevano i dati del Cerved
 
. Nel terzo trimestre dell’anno c’è stato un aumento del 14,1% a con 3mila fallimenti mentre il consuntivo da inizio mostra che sono fallite oltre 11mila imprese.
 
“Si tratta di un aumento del 12% rispetto ai primi nove mesi del 2013”, commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved“e di un nuovo record negativo: per la prima volta dall’inizio della serie storica viene superata già a settembre quota 10mila. Senza un’inversione di tendenza del quadro macroeconomico è un processo destinato a proseguire anche nei prossimi trimestri”.
 
Sono soprattutto le società di capitale a fallire, con 8,3mila procedure aperte tra gennaio a settembre, e le realtà operanti nel settore dei servizi che, con 5,7mila procedure, registrano un incremento del 16,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Il fenomeno aumenta in tutta la Penisola con tassi a due cifre, compresi tra il 13% e 14%, ad eccezione del nord est unica area in cui nei primi nove mesi tale aumento è più contenuto: +4,4% rispetto allo stesso periodo del 2013.
 
L’analisi di Cerved stima che tra luglio e settembre di quest’anno siano 14,5mila gli imprenditori italiani che hanno deciso di avviare la messa in liquidazione della propria azienda, in diminuzione dello 0,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. E’ il quarto trimestre consecutivo in cui si osserva un calo, portando così il totale delle liquidazioni tra gennaio e settembre 2014 a quota 45,5mila.
 
“Le liquidazioni sono diminuite del 10% rispetto ai primi nove mesi del 2013. Questo è un dato incoraggiante”, prosegue De Bernardis, “un segnale di migliorata fiducia se si considera che a chiudere volontariamente la propria azienda sono soprattutto imprenditori con basse attese di profitto”. A diminuire rispetto ai primi nove mesi del 2013 sono le liquidazioni di vere società di capitale (-14,8%) e di società di persone (-8,9%), mentre aumenta il numero di chiusure di società dormienti (+8,4%), ossia aziende che non hanno depositato bilanci nei tre anni precedenti la procedura. Il calo delle liquidazioni delle vere società di capitali riguarda tutti i settori dell’economia e tutte le aree della Penisola.

Il Piemonte a un passo dal commissariamento

dicembre 02 2014
 
Brutta aria a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale piemontese, dove il governatore Sergio Chiamparino ha affermato che «Non è ancora detto che si riesca ad evitare il commissariamento della Regione». Parole molto lontane dall’ottimismo dei tempi della campagna elettorale quelle dell’ex sindaco del Partito Democratico. «Ho sentito qualche intervento che mi ha fatto venire un dubbio, se in questi mesi ho vissuto qui oppure su una stazione spaziale – ha detto infatti al termine di una seduta straordinaria chiesta dell’opposizione per discutere la riorganizzazione della rete ospedaliera varata negli scorsi giorni – In questo momento  non mi interessa la caccia alle responsabilità. Se riusciamo a trovare una soluzione mi interessa che sia fatta in questa sede una operazione verità che dica fino in fondo come sono andate le cose. Ci sono troppe cose che sembrano uscite come Minerva dalla testa di Giove, ma non è così».

«Abbiamo un solo obiettivo – ha continuato – la salute dei cittadini. Ai sindaci presenti oggi in aula dico che a me i primari di alcuni ospedali che sono in discussione raccontano che già adesso portano alcuni pazienti in altri ospedali da noi indicati. Abbiamo tre anni davanti: siamo aperti al confronto per trovare le migliori soluzioni possibili. Ma questo alla condizione che alla fine siano rispettati i tempi, i saldi, e soprattutto la salute dei cittadini».
«Siamo in una situazione di pre-commissariamento della sanità e la salute dei cittadini – ha concluso – è in sanità la nostra stella cometa».
Intanto dal grillino Davide Bono, vicepresidente della Commissione Sanità, arrivano dure critiche. «Questa riforma è frutto di un semplice calcolo da ragionieri, non tanto lontano da quanto fatto dall’ex assessore Monferino, tanto criticato ai tempi – fa sapere in un comunicato stampa – Se la Giunta continuerà a non fornire i dati, questo Consiglio regionale straordinario sarà solo il primo di una lunga serie».

Irruzione di Turi Vaccaro nella base Muos di Niscemi, danneggiate apparecchiature. Bloccato dai marines e denunciato

http://www.seguonews.it/cronaca/irruzione-turi-vaccaro-base-muos-niscemi-danneggiate-apparecchiature-attivsta-bloccato-dai-marines-denunciato/

Pubblicato il 2 dicembre 2014 – martedì

 Ha eluso la sorveglianza, dopo aver divelto una parte della recinzione, ed è riuscito a penetrare all’interno della base militare statunitense di contrada Ulmo, a Niscemi. Turi Vaccaro, un noto pacifista siciliano, è tornato a dire “no” al Muos. L’episodio si è verificato oggi, intorno alle 14. Dopo aver forzato il catenaccio di un casotto ai piedi di un traliccio, con un masso ha danneggiato alcune apparecchiature che si trovavano all’interno della struttura. Una volta dentro la base, ha esposto uno striscione con la scritta “Spade in aratri”. L’intervento dei militari statunitensi, in servizio alla base, ha impedito a Vaccaro di andare oltre nella sua protesta. I marines, dopo averlo bloccato, lo hanno consegnato agli agenti del Commissariato di Niscemi. L’uomo è stato denunciato per danneggiamento aggravato di cose destinate alla pubblica difesa. Non è la prima volta che Vaccaro, fa irruzione nella base militare. In altre occasioni, era stato protagonista di proteste eclatanti e in più occasioni si è arrampicato sui tralicci della base militare. Su di lui pende un divieto di soggiorno proprio a Niscemi.

Turi Vaccaro viola di nuovo la base NRTF-8 di Niscemi

Turi Vaccaro, oggi intorno alle 13.00, ha violato per l’ennesima volta la base NRTF-8 di Niscemi, la base americana all’interno della quale sono state collocate le tre parabole del MUOS.

di Daniela Giuffrida

Lo aveva “preannunciato” in maniera pacata e serena come è solito fare, il pacifista, noto alle procure di mezza Italia per le sue azioni di ribellione pacifica, lo scorso 25 Novembre, a margine dell’udienza del TAR Sicilia che proprio quel giorno avrebbe dovuto pronunciarsi a proposito dei ricorsi presentati dal Comune di Niscemi, da associazioni ambientaliste (Legambiente) e antimafia (ass. anti mafia Rita Atria), nonché dal Movimento No Muos Sicilia e da semplici cittadini oltre che da diverse Amministrazioni comunali siciliane.

Lo abbiamo conosciuto in Val Susa, Turi Vaccaro, impegnato in azioni contro il TAV e a Niscemi contro il Muos,  ma anche  a Gela durante una manifestazione in cui si ricordava lo sbarco delle forze alleate in Sicilia.

Lo abbiamo dunque incontrato a Palermo, lo scorso 25 novembre, fuori dalle aule del TAR, in compagnia del suo inseparabile flauto e del suo amico il reverendo Morishita, anche lui noto per le sue “lotte pacifiche” che lo videro in prima fila contro la base missilistica di Comiso, divenuta oggi aeroporto civile.

 Incurante delle forze di Polizia vicine, col suo sorriso di sempre, mostrando ai presenti uno striscione dal contenuto inequivocabile (“Spade in aratri”) Turi Vaccaro ha informato i presenti sul suo progetto di portare lo striscione e anche tanti semi di piantine nuove da seminare all’interno della base di Niscemi “perché la nostra è una terra di pace – ha detto – e non di guerra”.

Così oggi è entrato, attraverso un varco esistente nella rete, all’interno della base ed ha iniziato la sua opera di “semina della pace” all’interno della stessa.

Ovviamente i militari americani non hanno perso tempo, hanno “catturato” il pacifista e lo hanno condotto all’interno di una zona adibita ad uffici ed hanno atteso che la Polizia italiana venisse a compiere il proprio dovere, portando via  il “pericoloso criminale”.

Mentre scriviamo Turi Vaccaro si trova ancora negli uffici del locale commissariato.

Ecco perchè l’Italia affama il popolo per acquistare gli F 35.IL VIDEO

http://jedasupport.altervista.org/blog/politica/ecco-perche-italia-acquista-f-35/?doing_wp_cron=1417551046.8251719474792480468750

Posted on aprile 22, 2014
f 35

Obama viene in Italia come piazzista della Lochkeed Martin (l’azienda produttrice degli F 35) a venderci F35 non funzionanti e costosissimi di cui non abbiamo assolutamente bisogno.Ma perché non possiamo dichiararci neutrali e risparmiare 35 miliardi l’anno di inutili armi?.Perché non possiamo uscire dalla NATO?Perché Napolitano si oppone a qualunque riduzione di questi catorci?Perché il piazzista Renzi si prostra dinanzi al padrone americano? La messa del Papa davanti a 519 corrotti e l’omelia durissima: i peccatori si salvano, i corrotti no!  Nel seguente video vi mostriamo una trance di una puntata di “Servizio pubblico” su La7 che spiega perchè gli F 35 sono la truffa del secolo,costosi inutili,difettosi e impossibilitati nel combattere una guerra!!

Praticamente denaro pubblico speso per nulla….

Cattura

L’unica risposta che il governo italiano da a tutto cio è :”Facciamo parte della NATO e dobbiamo rispettare impegni e regole”.Quindi dobbiamo investire in armamenti solo perchè siamo succubi della NATO,anche se non c’è alcuna guerra in corso. E’ ormai chiaro che il governo da la priorità agli impegni presi con la NATO e fa passare in secondo piano GLI IMPEGNI PRESI CON GLI ELETTORI! Ma non possiamo essere neutrali? Non possiamo uscire da questa maledetta NATO?L’Austria è una democrazia rappresentativa parlamentare, composta da 9 Stati federati ed è uno dei 6 Paesi europei che hanno dichiarato la neutralità permanente, uno dei pochi Paesi al mondo che ha incluso il concetto di neutralità eterna nella sua costituzione. Ma a che serve che nell’art. 11 abbiamo il ripudio della guerra se poi non ci dichiariamo neutrali e continuiamo a stare in quell’organismo a servizio degli Stati uniti che è la NATO che non è mai riuscita a impedire una sola guerra? Svezia, Svizzera, Finlandia, Irlanda, Mala e Cipro non fanno parte della Nato ed hanno dichiarato la loro neutralità. Dopo di che non hanno più avuto bisogno delle forze armate. Perché non può essere neutrale anche l’Italia? L’Austria non è un Paese qualsiasi, era a fianco di Hitler e di Mussolini nella seconda guerra mondiale. Perché lei ha diritto di essere neutrale e di non fare la succube agli Stati uniti e noi no? E’ stata sconfitta quanto la Germania e l’Italia, ha goduto degli aiuto del Piano Marshall quanto tutti i Paesi distrutti dalla guerra. Ma il 26 ottobre 1965 dichiarò la propria con un atto internazionale, tirandosi fuori dalle dispute internazionali. E’ vero che ciò fu voluto dalla Russia col Memorandum di Mosca, per creare uno stato cuscinetto tra l’Europa e le repubbliche sovietiche, affinché non si unisse alla Nato. Ma ogni atto internazionale ha le sue motivazioni e oggi è il nostro debito che è uno dei più alti del mondo a esigere che l’Italia si tiri fuori dalla Nato, come dagli impegni americani come dalle missioni di guerra. Perché non possiamo fare anche noi lo Stato cuscinetto tra l’Europa da una parte e gli Stati africani o del Medio Oriente dall’altra? Ora l’unica guerra che noi abbiamo il dovere e il diritto di affrontare è contro la crisi che ci divora, in cui ogni spesa militare è francamente immorale. di  Viviana Vivarelli Ma c’è un vero motivo per cui l’Italia deve esserci per forza nei piani Nato,i guerrafondai non possono fare a meno di noi per via della nostra posizione geografica strategica. E’ risaputo che l’Italia non è solo quella bellissima penisola che si stende nel Mediterraneo, ma rappresenta il trampolino di lancio dei cacciabombardieri di tutti il mondo verso i Paesi arabi e africani. I guerrafondai non possono fare a meno dell’Italia. Le lobby delle armi sono talmente potenti che hanno chiamato in causa il presidente del Paese dei mutui subprime per ribadire l’importanza dell’alleanza atlantica nel Mediterraneo nel momento in cui vacillava il consenso alla guerra del popolo Italiano. Come farebbero a vendere aerei, navi, elicotteri, blindati e ogni sorta di arma di offesa senza la piattaforma italiana? Una Repubblica Parlamentare che ha in Costituzione la non belligeranza, di colpo si trova scavalcata in tutte le sue funzioni senza alcun consenso popolare e va a fare le guerre in ogni dove?! Bombarda la Libia “amica” e poi si lamenta se i Libici fuggono verso Lampedusa. Produce mine antiuomo che spesso uccidono centinaia di bambini e poi va a fare le missioni di “pace” per cercare di disinnescarle. Ma che razza di popolo siamo? 

Abbiamo un Governo agli ordini diretti delle gerarchie militari che, per non perdere la faccia, fanno venire il “grande” del mondo a fare le passerelle romane per convincere un’opinione pubblica stremata dalla disoccupazione e dalle differenze sociali.
Senza guerra ed armi si può vivere e alla grande.
Ci sono nazioni che senza sparare un colpo di pistola vivono benissimo e se ne fottono altamente delle guerre degli “altri” perché hanno capito che guerra è uguale profitto.
Appunto per questo l’Italia deve aborrire qualsiasi forma di guerra e di commessa militare, non solo per gli altissimi costi sostenuti ma sopratutto perché produrre, vendere o acquistare armi non ha niente a che vedere con la pace di cui spesso ci riempiamo la bocca.

Bruno P.

Tratto da : masadaweb.org

I sindaci della Valsusa: “Basta parlare di Tav”

dicembre 03 2014
Non vogliono che in Regione si parli sempre e solo di alta velocità i diciannove sindaci della Valsusa che hanno incontrato il governatore Sergio Chiamparino a Palazzo Lascaris. Secondo i primi cittadini, infatti, i problemi della valle non si possono ridurre al Tav, quando c’è la necessità di occuparsi di lavoro, sanità, casa, assetto idrogeologico e sviluppo del territorio. Tra le questioni irrisolte le aziende in crisi come le Acciaierie Beltrame con la conseguenza della perdita dei posti di lavoro e dell’aumento degli sfratti. Non solo. A preoccupare anche le scarse risorse economiche disponibili in valle e il declassamento dell’ospedale di Susa.

«Vogliamo parlare dei problemi della Valle -ha detto il sindaco di Susa Sandro Plano, in apertura dell’incontro – a prescindere dalla Tav. Siamo in una situazione critica e mi pare ci sia una visione un pò troppo “Torinocentrica” della politica, ci state togliendo tutti i servizi dalla Valle e li state spostando su Torino».
I sindaci chiedono quindi «un tavolo politico-istituzionale in cui affrontare i nostri problemi».