AFRIQUE MEDIA : FACE A L’ACTUALITE DU 9 DEC. 2014

EODE-TV Diffusion/ 2014 12 20/

 Emission FACE A L’ACTUALITE

SUR AFRIQUE MEDIA TV/

du mardi 9 décembre 2014

EODE-TV DIFF - AMTV face à l'actualité 9.12.14 (2014 12 20) FR

Présentée par Juliana Tadda

Avec Luc MICHEL et tous les panelistes

Video intégrale sur : https://vimeo.com/114850343

 Thèmes de l’émission :

 I- Pétrole, Gaz, Uranium…Facteurs de déstabilisation :

Comment faire pour prévenir les déstabilisations en Afrique ?

 II- Complot et menace contre Afrique Média :

Quelle lecture?

 AVEC le clash entre Luc MICHEL et le Professeur Pascal Charlemagne Messanga, déjà secoué par SIMO, sur les attaques contre Afrique Media (entre 2h11 et  2h60 – LM à 2h36) …

 EODE Press Office / EODE-TV

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Val di Susa: il cantiere Tav diventa attrazione turistica. Restano chiusi area archeologica e i veri musei

Val di Susa: il cantiere Tav diventa attrazione turistica. Restano chiusi area archeologica e i veri musei
dicembre 27 2014
 Venghino signore e signori: il cantiere Tav di Chiomonte apre i suoi cancelli ai turisti. Una nuova iniziativa della Lyon Turin Ferroviarie, probabilmente per pubblicizzare i lavori della linea ad alta velocità, sarà quella di organizzare visite al cantiere-fortino dove si sta scavando il tunnel geognostico. Far diventare dunque questo luogo un’attrazione turistica, dopo che nel 2014 si sono registrate mille visite. Nel conto logicamente non rientrano quelle notturne e diurne del movimento No Tav, che nelle passeggiate alle reti hanno creato non poche preoccupazioni a chi oggi apre i cancelli, affollando la zona. Meno colorate le delegazioni che nell’anno che sta passando hanno messo piede al cantiere: ministri (soprattutto quello dei trasporti e infrastrutture Maurizio Lupi), politici di centro, di destra, ma anche parlamentari che si oppongono all’opera. A quanto pare anche studenti in gita scolastica. Solo il premier Matteo Renzi fino ad oggi non si è visto a Chiomonte, nonostante svariate volte l’avesse promesso.

Ora come detto Ltf pubblicizzerà le visite, che saranno gratuite: basterà prenotarsi. L’unica cosa che non potrà essere visitato è il tunnel dove si sta scavando. Mentre non si potrà visitare l’area archeologica, danneggiata dai mezzi pesanti e occupata dal cantiere. La zona è stata ricoperta da teloni e viene utillizzata, nonostante la sua importanza storica, visto che erano presenti elementi neolitici (si tratta di una necropoli, con undici tombe), per il transito dei mezzi delle forze dell’ordine e del cantiere. Mentre il museo archeologico, aperto nel 2004 è chiuso dal 2011. I reperti presenti sarebbero stati trasportati a Torino nel 2012, sotto la tutela della soprintendenza per i beni archeologici. Il sito del museo, dove erano esposti seimila anni di storia del territorio, avverte: “Il museo e il sito archeologico sono momentaneamente chiusi! Ci scusiamo per il disagio”.

@AndreaDoi

Crisi: è in arrivo la terza ondata

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=113873&typeb=0&Crisi-e-in-arrivo-la-terza-ondata

«La cosa si è mantenuta in equilibrio (almeno dal punto di vista finanziario) per un po’, ma adesso le palle che i giocolieri hanno tenuto in aria cominciano a cadere e ci risiamo con la crisi finanziaria.» [Aldo Giannuli]

Redazione
 
lunedì 22 dicembre 2014 23:59

di Aldo Giannuli 

Il periodo di relativa tregua della crisi finanziaria volge al termine dopo circa tre anni. E’ stato poco più lungo del precedente (durato dal tardo 2009 a metà 2011) e questo ha suggerito l’illusoria convinzione che si fosse avviata una uscita dalla crisi, pur se lenta e graduale.

La speranza era che l’inondazione di liquidità delle banche centrali facesse da volano agli investimenti nell’economia reale, con conseguente aumento dell’occupazione e, quindi, dei consumi. Così non è stato: i soggetti finanziari hanno continuato ad usare il denaro per nuovi impieghi finanziari, lesinando i prestiti ad imprese e famiglie. Per cui, nessuna impresa dell’economia reale, ma semplice gonfiatura dell’ennesima bolla finanziaria.

La cosa si è mantenuta in equilibrio (almeno dal punto di vista finanziario) per un po’, ma adesso le palle che i giocolieri hanno tenuto in aria cominciano a cadere e ci risiamo con la crisi finanziaria.

In primo luogo c’è la crisi dei debiti sovrani di Usa, Giappone e, soprattutto Europa, che appaiono sempre più gonfi ed inesigibili, con interessi pronti ad impennarsi di nuovo al primo spirare di nuovi venti di crisi.

In Europa sembra molto vicina al crollo la situazione greca, ma anche Portogallo ed Italia potrebbero rapidamente inabissarsi.

Poi ci sono i debiti sovrani di paesi emergenti come Venezuela, in certa misura il Messico, ma soprattutto Brasile che minaccia di essere il primo a piegare le ginocchia nel giro di qualche mese. D’altra parte, è normale che quando cada la domanda aggregata mondiale, i primi a flettere siano i paesi fornitori di materie prime.

Poi c’è la situazione particolarissima della Russia, dove le sanzioni economiche e la caduta dei prezzi gas-petroliferi, rischiano di provocare un crack anche maggiore di quello del 1998. Politicamente gli Usa avrebbero di che rallegrarsene, ma finanziariamente potrebbe essere un disastro: quanti investimenti americani andrebbero in fumo? Non abbiamo cifre precise, ma i titoli russi, tanto statali quanto delle principali imprese, a cominciare da Gazprom, sono stati ampiamente sottoscritti anche da hedge fund e banche d’affari americane. E gli Usa non hanno di che scialare in una situazione in cui il proprio debito pubblico tende di nuovo a salire.

Ricordiamo che il debito aggregato americano (stato, imprese, famiglie) è tutt’ora il maggiore del mondo e la situazione si regge in buona parte sul fatto che il dollaro è moneta internazionale. Questo semplice fatto, dà agli Usa tre o quattro punti secchi di Pil all’anno. Però non è cosa su cui si possa fare affidamento sempre e comunque.

E la ripresa americana (in verità la ripresina) sembra già essersi bloccata. Peraltro, anche il Giappone non sta messo benissimo: l’Abenomics non ha affatto funzionato (anche se poi Abe ha recentemente vinto le elezioni) e la batosta di Fukushima è tutt’altro che superata.

Poi c’è l’imprevista perturbazione petrolifera, con i prezzi al ribasso che aggravano la crisi russa e venezuelana, mandano gambe all’aria centinaia di hege fund ed anche diverse compagnie che hanno investito nello shale e mettono in fibrillazione le borse mondiali non meno che le turbolenze greche.

Infine, c’è il mistero dei misteri: la Cina. Certo: sulla carta il massimo creditore mondiale e con un’economia manifatturiera solidissima, ma, c’è sempre un ma: il debito pubblico statale è molto limitato e si aggira sul 20% del Pil (situazione invidiabilissima); però c’è il debito delle amministrazioni locali, che fa schizzare il debito pubblico totale a circa il 90%. Ed alcune amministrazioni sembrano decisamente nei pasticci e non in grado di onorare gli impegni, soprattutto perché i debiti sono stati fatti per investimenti nel settore immobiliare che hanno prodotto una bolla gigantesca che minaccia di esplodere da un momento all’altro.

Per di più, la Cina è entrata nel periodo in cui gli ultrasessantenni iniziano a diventare più di quanti sono in produzione. Vero è che in Cina un vero e proprio sistema pensionistico non esiste, però bisognerà pur far sopravvivere quanti stanno uscendo dalla vita lavorativa. In fondo, si può fare la politica del “figlio unico”, mentre è molto meno praticabile la politica del “nonno unico”. Non si possono abbattere gli esseri umani come fossero bestiame. E quindi occorrerà inevitabilmente concentrare risorse sul mercato interno, con effetti sulla bilancia commerciale che non sarà favorevole come nel passato.

Inoltre, come era prevedibile, la Cina è arrivata all'”atterraggio” della sua parabola di crescita e tutto lascia pensare che sarà più un hard landing che non un soft landing.

(18 dicembre 2014)

“La crisi ucraina è una minaccia con conseguenze difficili da prevedere”

“La crisi ucraina è una minaccia con conseguenze difficili da prevedere”

© Foto: RIA Novosti

La crisi in Ucraina è una minaccia in grado di provocare gravi conseguenze economiche difficili da prevedere, ha dichiarato il capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) Christine Lagarde in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt.

Ha rilevato che con lo scopo di mantenere l’Ucraina, la comunità internazionale dovrà sostenere spese importanti, per cui il Consiglio esecutivo del FMI ha approvato il programma biennale “stand by” a beneficio di Kiev, in base al quale verranno erogati 17 miliardi di dollari. Il 7 maggio la prima tranche del programma, per un ammontare di 3,2 miliardi di dollari, era arrivata alla Banca Nazionale d’Ucraina. I volumi della seconda e della terza tranche saranno determinati dai risultati delle ispezioni, che si svolgeranno ogni 2 mesi.

Guidano l’auto: per l’Arabia Saudita sono ‘terroriste’

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/176538

irib

Guidano l'auto: per l'Arabia Saudita sono 'terroriste'

Due donne arrestate per aver sfidato apertamente il divieto per le donne di guidare veicoli in Arabia Saudita nel giorno di Natale sono apparse davanti al tribunale speciale che giudica gli atti di “terrorismo” nel Paese.
La prima udienza si e’ tenuta ieri nel tribunale di Al-Ahsa, nelle provincia orinetale. Loujain Hathloul e’ stata arrestata il primo dicembre, quando tento’ di entrare nel regno saudita alla guida di un auto dai confinanti Emirati Arabi Uniti. Maysaa Alamoudi e’ invece una giornalista saudita che vive negli emirati.