— Massimo Zucchetti, 19.10.2014
Diremo che la farfalla non solo si è trasformata in verme, ma ora è diventata una cimice.
Succhia il sangue degli italiani attraverso gli affari con la mafia, e inoltre divide equamente il bottino con i fascisti. La “cimice” è propriamente il soprannome del distintivo del Partito Nazionale Fascista, quel distintivo che tutti portavano, che tutti misero in tasca il 25 luglio 1943, e che ritirarono fuori l’otto settembre. Il simbolo del trasformismo orribile che affligge l’Italia da tempo immemorabile.
Ora il PD è una cimice. Esattamente quello che volevano Amendola, Togliatti, Ingrao, Berlinguer, Longo, Pajetta, Secchia, Colajanni, Nilde Jotti, no? Il loro primo scopo — comune a tutti — era la serietà ed il rigore: ricordo quando l’amato Rino Gaetano prendeva in giro Enrico Berliguer, imitando con accento sardo il suo detto: “Il nostro è un partito serio”. E lo era, al di là che si potesse essere d’accordo o meno con la sua politica. O tempora, o mores.
Adesso — dopo una generazione di imbelli che ha dilapidato tutto il patrimonio di casa (Occhetto, Veltroni-mai-stato-comunista, D’Alema, Fassino et cetera) siamo ora davanti ad una specie di macchietta, clone ringiovanito di Berlusconi, che dice, dinanzi alle prove che il suo è un partito di ladri, collusi con la mafia e complici dei fascisti: “Sono sconvolto”. E’ sconvolto: ma non tanto da dare le dimissioni, né di smettere di twittare col telefonino agli incontri ufficiali con altri capi di governo. O perlomeno di far dimettere il suo Ministro Poletti.
Vergognati, Renzi: questo partito non è solo figlio tuo, ma tu lo rappresenti in pieno. Dimettiti.

Oggi raccontiamo una storia per immagini. Valgono più di molte parole.
Raccontiamo una mutazione inversa: la traformazione di una farfalla in verme.
Nell’anno 1947 il servizio d’ordine del PCI venne fatto dai partigiani della Volante Rossa.
Sciopero degli operai Pirelli fuori dalla fabbrica, Milano 1969. Il servizio d’ordine del PCI e i militanti dei sindacati impediscono le provocazioni di fascisti e polizia.
Alla fine degli anni 70 il servizio d’ordine del PCI cercò di impedire l’ingresso degli amici di Lotta Continua dell’antifascista Francesco Lorusso, ucciso dalla polizia a Bologna durante una manifestazione. Tuttavia i compagni dopo una tesa trattativa poterono partecipare.
Durante la cacciata di Luciano Lama all’Università di Roma nel 1977, il servizio d’ordine del PCI protesse il vecchio sindacalista, nel giorno che segnò la frattura definitiva fra il Partito Comunista e il Movimento.
Tuttavia Enrico Berlinguer visita lo stabilimento FIAT di Mirafiori il 26 settembre 1980 e sta coi lavoratori in lotta. Nel corso dei 35 giorni di blocco ai cancelli FIAT, un delegato gli chiede:“cos’è disposto a fare il partito comunista se i lavoratori occupano la fabbrica?” Berlinguer disse: “se gli operai occupano la fabbrica il mio posto è accanto a loro.” Di lì a poco, la marcia “dei 40000″ che segnò una grave sconfitta del Movimento Operaio.
Giorni nostri, 2013. Primo maggio a Torino. Individui del servizio d’ordine del PD prendono a calci i manifestanti: non “autonomi”, ma ragazzi qualunque e militanti di Rifondazione.
Ottobre 2014. A Napoli, Vertice della Banca Centrale Europea, simbolo del peggior disastro predatorio del capitalismo. Il servizio d’ordine del PD fianco a fianco con i celerini per proteggere i padroni dei padroni.
Come mai? Beh erano pagati da Matteo Renzi, con i soldi del partito, cioè i nostri, per consentirgli di parlar tranquillo con Draghi.
La farfalla si è trasformata in verme. Il cerchio è chiuso.