A Bruxelles governano le multinazionali: la Commissione Europea ritira la riforma del mercato delle sementi.

semi

L’associazione internazionale di contadini Via Campesina (altro che Expo): “Riprendiamoci la nostra sovranità alimentare”

 Un articolo molto interessante di Giovanni Fez su il cambiamento.it vi fa comprendere, per i pochi che dovessero nutrire ancora qualche dubbio in materia, da dove partoriscono le decisioni a Bruxelles. Decisioni che, riguardando ad esempio il tema della sovranità alimentare, condizionano poi la vita di milioni di cittadini inermi. In cinque punti poi l’associazione internazionale Via Campesina indica i passi fondamentali necessari per arrivare alla sovranità alimentare da parte delle diverse popolazioni. Altro che Expo…

 di Giovanni Fez – 29 Dicembre 2014

(articolo pubblicato su ilcambiamento.it)

 La Commissione Europea ha annunciato al Parlamento europeo la sua decisione di ritirare la riforma della regolamentazione del mercato sementiero, cancellando di fatto le seppur timide aperture cui la Commissione precedente era stata costretta dalle pressioni dei movimenti per la sovranità alimentare e dai gruppi rappresentativi in agricoltura. Quelle aperture lasciavano sperare che finalmente la UE potesse prendere in considerazione norme e interventi a difesa della biodiversità e preservazione dei suoli, a difesa del diritto dei contadini allo scambio delle loro sementi, del diritto delle piccole aziende a commercializzare tutte le biodiversità disponibili senza dover essere costrette a registrarle nei cataloghi istituzionali e a difesa della possibilità di aprire quei cataloghi ai semi non “standardizzati”, sinonimo di maggiore ricchezza nutritiva dei cibi. Nulla di tutto ciò, tutto cancellato, la pressione delle lobby di interesse e delle multinazionali sementiere evidentemente è devastante.

 Intanto l’associazione internazionale di contadini La Via Campesina rimarca la sua critica al sistema industriale di produzione del cibo, «causa principale dei cambiamenti climatici e responsabile del 50% delle emissioni di gas serra in atmosfera». Eccoli i punti critici principali. 

Deforestazione (15-18% delle emissioni). Prima che si cominci a coltivare in maniera intensiva, le ruspe e i bulldozer fanno il loro lavoro abbattendo le piante. Nel mondo, l’agricoltura industriale si sta spingendo nella savana, nelle foreste, nelle zone più vergini divorando una enorme quantità di terreno.

 Agricolture e allevamento (11-15%). La maggior parte delle emissioni è conseguenza dell’uso di materie rime industriali, dai fertilizzanti chimici ai combustibili fossili per far funzionare i macchinari, oltre agli eccessi generati dagli allevamenti.

 Trasporti (5-6%). L’industria alimentare è una sorta di agenzia di viaggi globale. I cereali per i mangimi animali magari vengono dall’Argentina e vanno ad alimentare i polli in Cile, che poi sono esportati in Cina per essere lavorati per poi andare negli Usa dove sono serviti da McDonald’s. La maggior arte del cibo prodotto a livello industriale percorre migliaia di chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole. Il trasporto degli alimenti copre circa un quarto delle emissioni legate ai trasporti e il 5-6% delle emissioni globali.

 Lavorazioni e packaging (8-10%). La trasformazione dei cibi in piatti pronti, alimenti confezionati, snack o bevande richiede un’enorme quantità di energia e genera gas serra.

 Congelamento e vendita al dettaglio (2-4%). Dovunque arrivi il cibo industriale, là deve essere alimentata la catena del freddo e questo è responsabile del consumo del 15% di energia elettrica nel mondo. Inoltre i refrigeranti chimici sono responsabili di emissioni di gas serra.

 Rifiuti (3-4%). L’industria alimentare scarta fino al 50% del cibo che produce durante tutta la catena di lavorazione e trasporto, i rifiuti vengono smaltiti in discariche o inceneritori.

 La Via Campesina rivendica la sovranità alimentare dei popoli e indica 5 passi fondamentali per arrivarci. Eccoli.

 1. Prendersi cura della terra.

 L’equazione cibo/clima ha radici nella terra. La diffusione delle pratiche agricole industriali nell’ultimo secolo ha portato alla distruzione del 30-75% della materia organica sul suolo arabile e del 50% della materia organica nei pascoli. Ciò è responsabile di circa il 25-40% dell’eccesso di CO2 in atmosfera. Questa CO2 potrebbe essere riportata al suolo ripristinando le pratiche dell’agricoltura su piccola scala, quella portata avanti dai contadini per generazioni. Se fossero messe in pratiche le giuste politiche e le giuste pratiche in tutto il mondo, la materia organica nei suoli potrebbe essere riportata ad un livello pre-industriale già in 50 anni.

 2. Agricoltura naturale, no alla chimica.

 L’uso di sostanze chimiche nell’agricoltura industriale è aumentata in maniera esponenziale e continua ad aumentare. I suoli sono stati impoveriti e contaminati, sviluppando resistenza a pesticidi e insetticidi. Eppure ci sono contadini che mantengono le conoscenze di ciò che è giusto fare per evitare la chimica diversificando le colture, integrando coltivazioni e allevamenti animali, inserendo alberi, piante e vegetazione spontanea.

 3. Limitare il trasporto dei cibi e concentrarsi sui cibi freschi e locali.

 Da una prospettiva ambientale non ha alcun senso far girare il cibo per il mondo, mentre ne ha solo ai fini del business. Non ha senso disboscare le foreste per coltivare il cibo che poi verrà congelato e venduto nei supermercati all’altro capo del mondo, alimentando un sistema altamente inquinante. Occorre dunque orientare il consumo sui mercati locali e sui cibi freschi, stando lontani dalle carni a buon mercato e dai cibi confezionati.

 4. Restituire la terra ai contadini e fermare le mega-piantagioni.

 Negli ultimi 50 anni, 140 milioni di ettari sono stati utilizzati per quattro coltivazioni dominanti ed intensive: soia, olio di palma, olio di colza e zucchero di canna, con elevate emissioni di gas serra. I piccoli contadini oggi sono confinati in meno di un quarto delle terre coltivabili nel mondo eppure continuano a produrre la maggior parte del cibo (l’80% del cibo nei paesi non industrializzati). Perché l’agricoltura su piccola scala è più efficiente ed è la soluzione migliore per il pianeta.

 5. Dimenticate le false soluzioni, concentratevi su ciò che funziona

 Ormai si ammette che la questione agricola è centrale per i cambiamenti climatici. Eppure non ci sono politiche che sfidino il modello dominante dell’agricoltura e della distribuzione industriali, anzi: governi e multinazionali spingono per far passare false soluzioni. Per esempio, i grandi rischi legati agli organismi geneticamente modificati, la produzione di “biocarburanti” che sta contribuendo ancor più alla deforestazione e all’impoverimento dei suoli, continuano ad essere utilizzati i combustibili fossili, si continua a devastare le foreste e a cacciare le popolazioni indigene. Tutto ciò va contro la soluzione vera che può essere solo il passaggio da un sistema industriale di produzione del cibo a un sistema nelle mani dei piccoli agricoltori.

Notizia presa dal sito www.Lantidiplomatico.it visita www.Lantidiplomatico.it

Notizia del: 30/12/2014

Sabotaggi all’Alta Velocità, Perino al Secolo XIX: «I No Tav non c’entrano, è strategia della tensione»

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/12/26/ARbpc4zC-sabotaggi_velocita_strategia.shtml

Giampiero Timossi

Alberto Perino

Alberto Perino

Genova – «Io sono praticamente sicuro che non si tratti di nessuno legato al movimento No Tav». Alberto Perino, uno dei leader storici dei movimenti della Valsusa, ha commentato così col Secolo XIX isabotaggi sulle linee dell’Alta Velocità avvenuti in questi giorni, l’ultimo a Bologna il 23 dicembre scorso.

Sulla stessa linea si è espresso il giudice Ferdinando Imposimato , magistrato con una lunghissima esperienza nella lotta al terrorismo e oggi sostenitore delle politiche No Tav.

Perino, lei in un’intervista a Radio Monte Carlo ha parlato degli atti di sabotaggio come di proteste genuine…
Confermo.

Perché “genuina”?
Genuina è la protesta spontanea e non violenta. La gente non è stupida, è stanca di vedere tutti questi soldi sprecati per opere che non hanno utilità pubblica, ma servono solo a far arricchire la solita compagnia di giro. Sulle nuove opere e sulla loro falsa utilità si sono espressi pure Renzi e le Ferrovie, e dubbi sono stati manifestati anche da Bruxelles. Eppure si va avanti, senza rispettare le regole e fregandosene degli accordi sottoscritti, mentre gli ospedali e le scuole cadono a pezzi e chi paga le tasse è costretto a pagarne sempre di più.

Per lei si tratta di atti di sabotaggio spontanei?
Sì, ripeto: la gente è stufa e soprattutto non è stupida. E non credo che per atti di protesta come questi serva avere alle spalle un’organizzazione.

Quale il limite?
Sono gesti di protesta non violenta tutti quelli che non causano violenza sulle persone, come in questi casi. Invece c’è chi ha subito cercato di strumentalizzare questi episodi, chi ha parlato di terrorismo, chi addirittura li ha paragonati alla strage del “Rapido 904”, è pazzesco. Quei poveracci che vanno a rubare i cavi di rame lungo le linee ferroviarie sono dei terroristi? Non scherziamo, non lo sono. Invece c’è chi vorrebbe strumentalizzare questi episodi, anzi lo sta già facendo.

Lei esclude che si tratti di atti eseguiti da soggetti aderenti o vicini al movimento No Tav?
Ripeto: io sono praticamente sicuro che non si tratti di nessuno legato al movimento No Tav. Vero: non siamo un movimento monolitico, non posso escluderlo al 100%, ma posso dire con certezza che nessuno di noi è a conoscenza di azione come quelle di questi giorni. E la cosa pare abbastanza sospetta.

Che significa?
Non lo dico solo io, basta leggere quello che scrive il giudice Imposimato: lui ha lottato per anni contro il terrorismo, e ha appena lanciato il fondato sospetto che si possa trattare di atti creati ad arte solo per alzare il livello della tensione e colpire le lotte non violente del movimento.

Il contesto parla anche di attivisti appena prosciolti dall’accusa di terrorismo e di perplessità sulla Torino-Lione che arrivano anche dai governi italiani ed europei. Quindi lei vuol dire che non ci sarebbe un ragionevole motivo per compiere in questo momento atti di sabotaggio?
Esatto, almeno che non si voglia distogliere l’attenzione da altro.

Per esempio?
In Francia stanno scavando un tunnel che spacciano per esplorativo e invece si tratta di 10 chilometri di galleria per la nuova linea. Dicono che ci vorranno dieci anni per ultimarla, facendo due calcoli significa che per il completamento servirà più di mezzo secolo. Comunque vogliono spingere il piede sull’acceleratore, mettere la gente davanti al fatto compiuto, fregandosene degli accordi firmati anche nel 2012 dove si dice con chiarezza che i lavori non possono iniziare. Questa è la loro democrazia, il loro rispetto della legge.

Dall’antica Roma agli USA, la confisca delle proprietà private è l’ultima fase del collasso di un impero

csasronm

Negli Stati Uniti di oggi solo i ricchi possono difendere le loro case dalla confisca arbitraria delle autorità

Sfidando le leggi della città  sulla confisca civile in casi di droga e dichiarandone l’incostituzionalità , a Philadelphia i procuratori hanno deciso giovedì¬ scorso di interrompere le azioni legali di confisca delle abitazioni di due degli attori principali in una causa federale che aveva assunto notorietà  in tutto il paese.  Phily.COM ha riportato il caso di Sfidando le leggi della città  sulla confisca civile in casi di droga e dichiarandone l’incostituzionalità , a Philadelphia i procuratori hanno deciso giovedì scorso di interrompere le azioni legali di confisca delle abitazioni di due degli attori principali in una causa federale che aveva assunto notorietà  in tutto il paese.  Phily.COM ha riportato il caso di Christos Sourovelis e Doila Welch, entrambi coinvolti per aver ospitato nelle loro case parenti arrestati per problemi di droga. Le case sono state sequestrate e finite nel fondo pensionistico della polizia. Negli Stati Uniti di oggi, ironizza Martin Armstrong sul suo blog, si deve evitare di ospitare parenti o offrire ospitalità ad un escursionista. Basta uno spinello di marijuana ed  a rischio tutto il patrimonio.
Christos Sourovelis e Doila Welch, entrambi coinvolti per aver ospitato nelle loro case parenti arrestati per problemi di droga. Le case sono state sequestrate e finite nel fondo pensionistico della polizia. Negli Stati Uniti di oggi, ironizza Martin Armstrong sul suo blog, si deve evitare di ospitare parenti o offrire ospitalità  ad un escursionista. Basta uno spinello di marijuana ed a rischio tutto il patrimonio.

Solo dopo che le persone coinvolte avevano dimostrato di avere i soldi per pagarsi un avvocato e dopo che la stampa si era ampiamente interessata al caso, i procuratori hanno deciso per archiviare il caso e l’interruzione dell’azione di sequestro. E qui che c’è, secondo Armstrong, il nucleo centrale di tutta la questione: solo i ricchi possono difendere la propria proprietà . E’ un problema e un fardello del cittadino dimostrare l’incostituzionalità  delle leggi. Oggi come oggi, prosegue lo storico americano, nulla vieterebbe a queste persone al potere di far passare il vecchio diritto dei re nel Common Law come ad esempio la Prima Noctum: il governatore, il sindaco, chiunque, può rivendicare legalmente il diritto di passare la notte con ogni donna sposata nel distretto. E’ un problema del cittadino dimostrare che sia incivile e dire no.
Solo dopo che le persone coinvolte avevano dimostrato di avere i soldi per pagarsi un avvocato e dopo che la stampa si era ampiamente interessata al caso, i procuratori hanno deciso per archiviare il caso e l’interruzione dell’azione di sequestro. E qui che c’è, secondo Armstrong, il nucleo centrale di tutta la questione: solo i ricchi possono difendere la propria proprietà  il diritto di passare la notte con ogni donna sposata nel distretto. E’ un problema del cittadino dimostrare che sia incivile e dire no.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel sistema legale americano, che permette alla polizia di uccidere in modo random le persone o fermarle e perquisirle a loro piacimento mentre si dirigono sul posto del lavoro. E solo in pochi, i ricchi, possono arrivare davanti ad una corte e chiedere:  giustificato per la legge? Solo i ricchi possono pretendere l’applicazione della costituzione, tutti gli altri possono solo pregare.
C’è qualcosa di profondamente sbagliato nel sistema legale americano, che permette alla polizia di uccidere in modo random le persone o fermarle e perquisirle a loro piacimento mentre si dirigono sul posto del lavoro. E solo in pochi, i ricchi, possono arrivare davanti ad una corte e chiedere: è giustificato per la legge? Solo i ricchi possono pretendere l’applicazione della costituzione, tutti gli altri possono solo pregare.

Questo è esattamente quello che è avvenuto nell’ultima fase di collasso dell’Impero Romano: quando lo stato era a corto di finanze, storicamente ha sempre attaccato il suo popolo. A Roma, tutto le forze dell’esercito hanno iniziato a saccheggiare le loro stesse città  per essere pagati. La polizia americana sta facendo esattamente lo stesso: qualunque cosa riescano a confiscare finisce nel fondo per le loro pensioni. E’ un problema nazionale che andrà  a peggiorare entro il 2020. Non abbiamo nessuno a Washington che rappresenta il popolo. La sfida decisiva è loro contro il popolo. E’ per questo, conclude Armstrong, che nel 2016 vedremo la crescita di un terzo partito. Questo è esattamente quello che è avvenuto nell’ultima fase di collasso dell’Impero Romano: quando lo stato era a corto di finanze, storicamente ha sempre attaccato il suo popolo. A Roma, tutto le forze dell’esercito hanno iniziato a saccheggiare le loro stesse città  per essere pagati. La polizia americana sta facendo esattamente lo stesso: qualunque cosa riescano a confiscare finisce nel fondo per le loro pensioni. E’ un problema nazionale che andrà  a peggiorare entro il 2020. Non abbiamo nessuno a Washington che rappresenta il popolo. La sfida decisiva è loro contro il popolo. E’ per questo, conclude Armstrong, che nel 2016 vedremo la crescita di un terzo partito.

Notizia del: 30/12/2014

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=9946

USA, Pentagono: abbiamo bombardato al-Shabaab in Somalia

martedì, 30, dicembre, 2014

somal1

Secondo il portavoce del Pentagono contrammiraglio John Kirby., l’esercito americano ha condotto un attacco aereo mirato contro al-Shabaab in Somalia. “Il bombardamento ha avuto luogo nelle vicinanze di Saakow”, ha annunciato il Dipartimento della Difesa.

I militari stanno ancora valutando i risultati dell’operazione, ma in questo momento non c’è motivo di credere che ci fossero “vittime civili o le persone circostanti”, ha detto il Pentagono in un comunicato. Ulteriori informazioni saranno fornite “se  i dettagli saranno disponibili”, ha aggiunto.

Al-Shabaab è un gruppo estremista affiliato ad al-Qaeda designato dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica straniera. Il suo obiettivo fondamentale è quello di creare uno stato islamico fondamentalista – un califfato – in Somalia.

La settimana scorsa, il gruppo ha rivendicato la responsabilità di un attacco avvenuto il giorno di Natale sulla principale base dell’Unione africana (UA) a Mogadiscio, che ha ucciso almeno tre soldati e due civili.

Attività terroristiche di Al-Shabaab in particolare includono attentati suicidi coordinati nella capitale dell’Uganda nel 2010 e un raid mortale su un centro commerciale di Nairobi nel 2013.

La US National Counterterrorism  dice che “Al-Shabaab è responsabile per l’assassinio di attivisti somali, operatori umanitari internazionali, numerose personalità della società civile e giornalisti.”

Secondo il Council of Foreign Relations, Washington sospetta che Al-Shabaab ha reclutato con successo somali-americani per orchestrare attacchi sul suolo americano.

http://www.imolaoggi.it/2014/12/30/usa-pentagono-abbiamo-bombardato-al-shabaab-in-somalia/

Entrano in chiesa e decapitano Presepe – FOTO

Al link le foto del bel gesto di Pace, rispetto e tolleranza

dicembre 30, 2014 Redazione

E’ avvenuto il giorno di Natale nella chiesa di Santa Teresa a Cuincy, in Francia. In totale, otto le statue della Natività decapitate, compreso Gesù.

I dissacratori hanno anche lasciati graffiti con scritto ‘Front National’, in un chiaro gesto di sfida contro il partito francese che più difende i Presepi.

http://voxnews.info/2014/12/30/entrano-in-chiesa-e-decapitano-presepe-foto/

Profughi’ devastano centro, incendiano auto: per rubare sigarette – FOTO

Non regalare sigarette ai “profughi “ è maltrattamento

profughi

dicembre 30, 2014 Redazione

Pomeriggio di violenza nel villaggio di lusso per clandestini di Mineo, in provincia di Catania, dove gli immigrati lì ospitati a spese nostre, di nazionalità nigeriana, ha dato vita a una rivolta, devastando il centro, incendiando e distruggendo alcuni veicoli.

I nigeriani – Paese non in guerra – lamentano la mancata concessione dei permessi di soggiorno, richiesti per motivi umanitari. Motivi umanitari? Siete cristiani siriani per caso?

Il gruppo di nigeriani ha dato alle fiamme un furgone della coop che gestisce il centro, poi ha distrutto un’altra auto della Croce Rossa Italiana. E’ stato saccheggiato l’ambulatorio del centro: devastato un magazzino, da cui hanno rubato sigarette e schede telefoniche.

La protesta è stata bloccato solo dall’intervento della polizia in tenuta antisommossa.

http://voxnews.info/2014/12/30/profughi-devastano-centro-incendiano-auto-per-rubare-sigarette-foto/

Kyenge ‘tedesco’: “Cantare inni islamici nelle chiese”

dicembre 29, 2014 Redazione

untitled

Il crescente movimento anti-islamico PEGIDA che sta prendendo piede in Germania, preoccupa i politici ‘tedeschi’.

Omid Nouri Pour, immigrato islamico e membro dei Verdi tedeschi eletto al parlamento, ha detto al giornale Bild che “sarebbe un grande segno di pace se nelle chiese venissero intonate canzoni islamiche per per le feste del Natale”.

La proposta è stata colta al balzo dalle associazioni islamiche e dal partito alleato del PD all’Europarlamento, la SPD.

A seguito delle polemiche suscitate, l’islamico ha accusato Bild di avere ‘distorto’ le sue parole. Bild ha confermato tutto. http://voxnews.info/2014/12/29/kyenge-tedesco-cantare-inni-islamici-nelle-chiese/

CHOC: STAMPA GRECA SMENTISCE RENZI, OLTRE 40 MORTI

Ma non è strage, i giornali e la soci civile non è affronta come per le carrette cariche di “profughi, ormai la strumentalizzazione è servita allo scopo, vedi inchiesta mafia capitale, gli immigrati rendono più della droga, è eguaglianza e solidarietà, certo, come no.

 dicembre 29, 2014 Redazione

Nel naufragio del traghetto Norman Atlantic incendiatosi mentre stava viaggiando da Igoumenitsa ad Ancona, oltre ai 7 morti ci sarebbero anche 38 dispersi. Quindi, purtroppo, il bilancio reale supererebbe i 40 morti.

marinam

E’ quanto afferma nell’edizione on line il settimanale greco To Vima, riferendo il bilancio provvisorio del naufragio.

Solo poco fa, Renzi aveva parlato di totale evacuazione della nave. Sono 432 i salvati su un totale di 478 passeggeri. Due sono stati trovati morti nella nave in fiamme e 5 in precedenza. Il che porterebbe i dispersi a 39, i numeri sono ancora in aggiornamento.

Sembra che molti passeggeri siano finiti in mare nella prima fase nella quale sono state calate le prime due scialuppe. Si teme anche per la sorte di alcuni autisti rimasti nel garage.

Domanda a Renzi: perché le navi della Marina, a parte la San Giorgio, non sono state fatte confluire in zona alla ricerca di dispersi? Perché la nave Etna continua a fare da taxi ai clandestini mentre i passeggeri muoiono in mare assiderati?

Poco prima, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro della Difesa Roberta Pinotti aveva riferito altri numeri: “sono state salvate 427 persone e due cani che erano a bordo, del traghetto Norman Atlantic e 8 le persone che hanno perso la vita.
Non si parla di dispersi.

http://voxnews.info/2014/12/29/choc-stampa-greca-smentisce-renzi-oltre-40-morti/

Qualcuno disse che dovevamo imparare molto da loro

Norman Atlantic: “turchi e pakistani pestavano donne, bambini e militari italiani”

dicembre 29, 2014 Redazione

VOLEVANO ESSERE SALVATI PER PRIMI: LA DENUNCIA DELLA CANTANTE LIRICA GRECA

nave

Un camionista greco ha detto ai media del suo Paese che «tutti si pestavano l’un l’altro per salire sull’elicottero». Non è il solo a raccontare questa versione.

Ha spiegato che lui e un altro uomo hanno cercato di fare ordine: «Prima i bambini, poi le donne e poi gli uomini. I turchi, gli iracheni e i pakistani però, hanno cominciato a colpirci per poter entrare per primi. Non hanno preso in considerazione le donne o i bambini, niente», ha detto l’uomo.

Si tratta di testimonianze in una situazione drammatica, quindi da prendere con le dovute cautele. E’, comunque, un tipico esempio di società multietnica.

Testimonianze confermate dalla famosa cantante lirica greca Dimitra Theodossiou: “E’ stato allucinante – ricorda la cantante lirica, ancora provata – perche’ i militari portavano prima i bambini, le donne e gli anziani al livello dove potevano salire sull’elicottero, ma c’erano almeno una cinquantina di uomini, soprattutto turchi, iracheni e pachistani, che li picchiavano, tiravano loro i capelli e li buttavano fuori per prendere il loro posto. Anch’io sono stata picchiata e trascinata, hanno tentato di tirarmi giu’ dalle scale, ma ho reagito con forza. Ho detto: tocca a noi!”.

Pakistani e iracheni che, tra l’altro, saranno sicuramente clandestini.

http://voxnews.info/2014/12/29/norman-atlantic-camionisti-turchi-pestavano-donne-e-bambini/

Naufragio: Scialuppe piene per fare posto ai clandestini?

dicembre 30, 2014 Redazione

ORA NON SOLO IN ASILI, PRONTO SOCCORSO E TRENI: TI RUBANO IL POSTO ANCHE SULLE SCIALUPPE

Alcuni passeggeri hanno denunciata l’assenza di un numero sufficiente di scialuppe di salvataggio: ma queste non possono contemplare anche i clandestini stipati nei camion. La cui presenza, in caso di naufragio, mette a rischio i passeggeri

Come sappiamo, il governo Renzi non è in grado di conoscere il numero dei dispersi. Sia perché trattasi di un governo di incapaci, sia perché in Grecia si imbarcano sui traghetti italiani decine di clandestini, ogni volta.

Accade, quasi sempre, con la complicità di camionisti turchi che li trasportano dalla Turchia fino ai porti greci.

Ed è a causa di questi clandestini che, seguendo la testimonianza di una nota cantante lirica greca  (non esistono passeggeri regolari pakistani e iracheni) si può ritenere molti passeggeri innocenti sono morti (mentre scriviamo si parla ancora di decine di dispersi): la capienza delle scialuppe non può tenere conto di clandestini che poi prendono il tuo posto.

Questo deve insegnare qualcosa riguardo la società nel suo complesso: non illuderti, gli immigrati si prendono il ‘tuo’ posto.

Ci si domanda anche perché, ad ora, non tutti i mezzi della MM italiana siano stati inviati a cercare i dispersi: paura di perdersi clienti per le coop nel Canale di Sicilia?

Deprimente il dilettantismo del pallone sgonfiato Renzi che spergiurava fosse terminata l’emergenza ormai ore fa, dando un numero definitivo di morti che, invece, continua a crescere con nuovi cadaveri che affiorano sul mare.

C’è un solo cadavere che deve affiorare, quello del suo governo abusivo.

http://voxnews.info/2014/12/30/naufragio-scialuppe-piene-per-fare-posto-ai-clandestini/

CÔTE D’IVOIRE: LE RESISTIBLE PLAN OUATTARA / LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA TV’

Le duplex de Bruxelles avec ‘Afrique Media TV’ de ce 28 décembre 2014

Filmé en direct par PCN-TV à Bruxelles

(images brutes, non montées)

PCN-TV - AMTV LM rci plan ouattara (2014 12 28) FR

 LA SITUATION POLITIQUE EN CÔTE D’IVOIRE : LE RESISTIBLE PLAN OUATTARA

Luc MICHEL répond aux questions suivantes :

Quelle lecture faites vous de la situation politique en RCI ?

Vous diagnostiquez donc un échec des maneuvres politiques de Ouattara ?

Comment comprendre la rupture entre KONAN BANNY et ADO ?

 Video intégrale sur : https://vimeo.com/115606333

 Luc MICHEL sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 28 décembre 2014 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

 PCN-SPO

______________________

https://vimeo.com/pcntv

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

LUC MICHEL SUR LYNX TOGO : UNE « REVOLUTION DE COULEUR » A L’AFRICAINE EST DEJA EN COURS AU GABON CONTRE LE REGIME BONGO

Lynx Togo et EODE Press Office/

2014 12 27/

www.eode.org

https://vimeo.com/eodetv/

EODE PO - LM sur Lynx Togo Gabon (2014 12 27) FR

Article complet publié sur LYNX TOGO ce samedi 27 décembre 2014 :

LUC MICHEL : UNE « REVOLUTION DE COULEUR » A L’AFRICAINE EST DEJA EN COURS AU GABON CONTRE LE REGIME BONGO

 http://www.lynxtogo.info/index.php/interviews/5554-luc-michel-une-revolution-de-couleur-a-l-africaine-est-deja-en-cours-au-gabon-contre-le-regime-bongo

 Et plus l’on creuse la révolution du Burkina Faso, plus l’on retrouve notamment les réseaux Soros, à commencer par l’International Crisis Group (ICG)

 On observe ces temps-ci des tentatives de changement de régimes sur le continent africain. A première vue, beaucoup le voient d’un œil positif. Des changements tant attendus dans des pays sous contrôle de régimes aux mains de marionnettes corrompues, eux-mêmes sous contrôle des intérêts néocolonialistes. Le système néocolonial de la Françafrique représente un exemple flagrant lorsque l’ancienne métropole coloniale tue et enlève les leaders africains osant défier ses intérêts. Les combattants panafricanistes mènent donc une lutte acharnée pour mettre fin à toute cette injustice qui dure depuis bien trop longtemps.

 Néanmoins, les tentatives de changements que l’on observe aujourd’hui sont-ils véritablement positifs ? Que se cache-t-il derrière ? Et n’y a-t-il pas un risque majeur que ces révolutions contre le néocolonialisme soient tout simplement volées au profit d’un autre néocolonialisme, encore plus actif et agressif ?

 Nous allons tenter d’en voir plus clair avec Luc Michel, grand spécialiste de la géopolitique qui suit activement les différents processus en cours aujourd’hui en Afrique et dans le monde.

 Mikhail Gamandiy-Egorov, La Voix de la Russie : Luc Michel, bonjour et bienvenue de nouveau à La Voix de la Russie. Vous avez affirmé récemment que plusieurs pays africains, dont le Gabon, vont vivre ce qu’on appelle des « révolutions de couleur ». Racontez-nous.

 Luc Michel : Depuis le « sommet USA-African leaders » de Washington les 3-4-5 août dernier, tout a été mis en place par les Etasuniens pour une vague de changements de régimes en Afrique qu’ils entendent organiser. En particulier, la NED (National Endowment for Democracy), a pris en main des centaines et des centaines d’activistes, journalistes, syndicalistes africains, venus d’Afrique et de l’UE, lors d’un « sommet parallèle » à Washington les 5 et 6 août dernier.

Une « révolution de couleur » à l’africaine est déjà en cours au Gabon contre le régime Bongo. Et plus l’on creuse la révolution du Burkina Faso, plus l’on retrouve notamment les réseaux Soros, à commencer par l’International Crisis Group (ICG). Au Cameroun, on prépare la déstabilisation du régime Biya, à nouveau avec les réseaux Soros, dont ici aussi l’ICG. Et des structures de propagande anti-Kabila sont déjà mises en place depuis le mois d’août, notamment à Bruxelles et Paris, avec des journalistes “retournés” par la NED.

 Scénarios, réseaux, financiers : ce sont partout les même méthodes qui ont déjà organisé les « révolutions de couleur » en Europe de l’Est et au Venezuela, puis le soit-disant « printemps arabe ». Voilà comment Washington – Maison blanche, NED, YALI (Young African Leaders Initiative), etc… – prépare une vague de changements de régimes en Afrique (décidée lors du Sommet USA-African leaders début août 2014) et organise une 5e colonne d’agents américains (journalistes, activistes, universitaires, syndicalistes…) en Afrique et dans la diaspora africaine !

 Depuis le mois d’août, vous alertez l’Afrique, notamment dans vos interventions comme éditorialiste et vos émissions de géopolitique sur la chaîne de télévision internationale francophone AFRIQUE MEDIA, sur cette déstabilisation générale venue des USA. Qu’est-ce qui vous permet d’affirmer tout cela ?

 Mon école géopolitique (dite « euro-soviétique » dans les années 80, aujourd’hui « de l’Axe Eurasie-Afrique ») a pour devise la formule du grand géopoliticien allemand Karl Haushofer, le père du concept de « bloc continental » : « se faire enseigner par l’ennemi est un honneur ». Mon équipe et moi-même lisons donc quotidiennement la grande production des think tanks et des géopoliticiens américains, ainsi que les médias de l’ennemi. Et là tout est lumineux. Des documents, des déclarations ont été publiées qui ne laissent aucun doute sur le nouveau projet de recolonisation des USA en Afrique.

 La Voix de la Russie : Quel sont ces documents ? Donnez-nous des exemples.

 Luc Michel : Pour ceux qui douteraient de mes analyses, j’ai publié (sur ma chaîne politique PCN-TV et dans des émissions du GRAND JEU, l’émission de géopolitique que je produis pour EODE-TV et AFRIQUE MEDIA TV), notamment un document révélateur, des images confidentielles du « Sommet alternatif » de la NED. Intitulée « Africa Civil Society Conference », à Washington les 5 et 6 août 2014, « en marge du Sommet USA – Afrique », la Conférence entendait organiser « un programme d’action pour la démocratie », entendez des régimes pro-occidentaux sous influence des USA, et était centrée sur l’action dans les médias. Vous y verrez des centaines et des centaines d’activistes, syndicalistes et journalistes africains pris en main, y compris et surtout financièrement, par la NED pour déstabiliser le continent africain. Voici en action la fabrique des mercenaires pro-étasuniens des changements de régime en Afrique !

 Voici comment la NED présente sa conférence : « Profitant de l’occasion offerte par le Sommet des dirigeants africains de la Maison Blanche, les principales organisations de démocratie et des droits de l’homme américaines convoqueront une conférence de la société civile africaine concurrente, vers un programme d’action pour la démocratie, le 5 août (sur invitation seulement) et le 6 à Washington, DC. La conférence sera une plate-forme importante pour les militants africains principaux de rappeler à leurs gouvernements et la communauté internationale que les citoyens africains apprécient la liberté et la démocratie. Elle sera aussi une occasion pour aider à réaffirmer la réforme démocratique et les droits de l’homme sur l’agenda africain, à galvaniser et à diffuser le programme des militants de la démocratie africaine, partager défis et réalisations, identifier les priorités et les stratégies d’action »…

 J’ai publié un second document-vidéo de la NED : le clip de propagande officiel du « Sommet Afrique » de la NED (clip de « Africa Civil Society Conference Recap ») ! Vous y verrez la 5e colonne US en Afrique, sûre d’elle, déterminée. A noter l’accent mis sur un activiste de Guinée Equatoriale, mis en avant. Car le président Obiang Nguema Mbasogo et le nouveau centre du panafricanisme et donc l’une des cibles principales de Washington. On y explique qui sont les partenaires de la NED, notamment les réseaux Open Society de Georges Soros, un autre des grands organisateurs et financiers des « révolutions de couleur ».

 Cerise sur le gâteau, la conférence était sponsorisée par Freedom House, un autre organisme US spécialisé dans le financement des changements de régime, ainsi que… Facebook ! A la fin du clip, comme pour vendre une marque, la NED annonce sans vergogne ses sponsors…

 Pour nos lecteurs, pourriez-vous préciser en quelques mots ce qu’est exactement la NED ?

 La NED est un organisme para-gouvernemental US et a été qualifiée à juste titre de « vitrine légale de la CIA ». Depuis 30 ans, la National Endowment for Democracy sous-traite la partie légale des opérations illégales de la CIA. Sans éveiller de soupçons, elle a mis en place le plus vaste réseau de corruption du monde, achetant syndicalistes, politiciens, activistes et journalistes.

 Vous mettez aussi en cause une initiative d’Obama, les YALI ?

 Oui la « Young African Leaders Initiative », les YALI ! J’ai publié aussi une vidéo du meeting des YALI, avec Obama à Washington le 3 août dernier. On y voit le formatage de jeunes africains, américanisés pour servir de 5e colonne à la recolonisation de l’Afrique par les USA. A noter particulièrement le début et l’hystérie collective pour Obama arrivant.

 Lors du sommet USA-African Leaders, les YALI, une initiative d’Obama et surtout un réseau américain en Afrique, ont donné le ton. Washington a lourdement insisté sur les composantes de la démocratie made in USA. Il faut voir la vidéo sur le Meeting des YALI, la « Young African Leaders Initiative » avec Obama le 3 août 2014. Sans aucun doute la plus grande menace pour l’Afrique. Il faut assister à l’ « américanolatrie » de ces jeunes Africains, formatés pour servir les intérêts US sur leur continent. Et avec qui Obama entend remplacer les chefs d’Etat africains actuels et asservir l’Afrique.

 Qu’est ce qui vous permet d’établir la nocivité de ces « Young African Leaders » ?

 Une réalité fort simple. Les YALI sont une version africaine d’une opération menée par les USA en France depuis 1976 via La « French-American Foundation » : les « young leaders ». La French-American Foundation – France est la matrice de la collaboration française avec les USA. C’est la principale organisation en France qui se consacre à « renforcer les liens entre la France et les États-Unis ». Officiellement, « Depuis sa création en 1976, elle se consacre à encourager un dialogue actif entre les deux nations. L’objectif de cette fondation est d’œuvrer à une meilleure compréhension mutuelle entre les deux pays et à la recherche de solutions partagées (…) En 1975, plusieurs personnalités politiques, universitaires et économiques décidèrent de créer un environnement d’échanges et de débats afin d’approfondir la relation entre la France et les États-Unis. La naissance de la French-American Foundation fut officialisée en 1976 à Washington par les présidents Valéry Giscard d’Estaing et Gerald Ford, lors des célébrations du bicentenaire de la Déclaration d’indépendance américaine. »

 Quel a été le résultat de l’action de cette fondation ? Vous parlez d’un « outil de vassalisation des élites françaises » ?

 L’outil de vassalisation des élites françaises est précisément l’organisation de « séminaires pour des jeunes dirigeants (Young Leaders) français et américains issus de la politique, de la finance, de la presse », « à fort potentiel de leadership et appelés à jouer un rôle important dans leur pays et dans les relations franco-américaines ». « Young Leaders » a été lancé en France en 1981. « Il s’agissait de la première grande initiative transatlantique visant à renforcer les liens entre les deux pays en encourageant la rencontre et l’échange entre futurs leaders français et américains (…) Plus de 30 ans après, elle continue de jouer un rôle-clé dans le développement des liens transatlantiques, rassemblant aujourd’hui plus de 400 dirigeants issus du monde de la haute fonction publique, de l’entreprise, des médias, de l’armée et de la recherche ».

Pour comprendre, parmi les Young Leaders de précédentes sélections: Henri de Castries (1994, président du directoire du groupe Axa), Jérôme Clément (1982, président d’ARTE), Annick Cojean (2000, journaliste au Monde), Jean-Marie Colombani (1983, fondateur de Slate et ancien directeur du Monde), Matthieu Croissandeau (2002, rédacteur en chef adjoint du Nouvel Observateur), Jean-Louis Gergorin (1994, dirigeant du groupe AEDS, Airbus, etc.), Bernard Guetta (1981, journaliste à France Inter), François Hollande (1996, président de la République française), Erik Izraelewicz (1994, directeur du Monde), Laurent Joffrin (1994, PDG de Libération), Alain Juppé (1981, maire de Bordeaux), Sylvie Kauffmann (1998, journaliste au Monde), Yves de Kerdrel (2005, éditorialiste au Figaro), Anne Lauvergeon (1996, ancienne présidente d’AREVA), François Léotard (1981, ancien ministre de la Défense), Bruno Le Roux (1998, ex président du groupe PS à l’Assemblée nationale), Alain Minc (1981, conseiller politique, économiste, essayiste), Arnaud Montebourg (2000, ex ministre du Redressement productif), Aquilino Morelle (1998, ex conseiller politique au cabinet du président de la République François Hollande), Pierre Moscovici (1996, ex ministre de l’Économie et des Finances, commissaire de l’UE), Olivier Nora (1995, président des Éditions Fayard), Christine Ockrent (1983, journaliste), Denis Olivennes (1996, président d’Europe 1), Valérie Pécresse (2002, ancienne ministre de l’Éducation nationale), Alain Richard (1981, ancien ministre de la Défense), Jacques Toubon (1983, député UMP), Marisol Touraine (1998, ministre des Affaires sociales et de la Santé), Najat Vallaud-Belkacem (2006, ministre des Droits des femmes)…

 C’est ce qui attend l’Afrique avec les YALI ?

 Nul besoin de la théorie du complot – incapacitante et qui détourne de l’action politique – ou des élucubrations antisémites pour disséquer la nature du régime français au prisme de la fabrication de ces « Young Leaders ». Il suffit d’analyser les rapports de domination impérialiste en France et ses outils de vassalisation. On comprend mieux alors comment s’exerce la domination des USA en France, comment Washington domine médias, affaires et monde politique, comment, renforcé encore par divers lobbies, fondations et réseaux – dont les réseaux atlantistes ou neocons en France (revue de BHL La Règle du jeu, etc) -, les USA imposent à la France une politique au service de l’étranger et contraire à ses intérêts fondamentaux et à ceux de la Grande-Europe ! On voit aussi alors pourquoi Paris avec Sarkozy et Hollande s’est détourné de la véritable politique de la France, celle de l’Axe Paris-Moscou, celle du général de Gaulle. Avec son « Europe de l’Altantique à l’Oural », sa « Grande politique arabe », son opposition à l’OTAN et au « parti américain » (dixit de gaulle lui-même). Et bien entendu la situation est la même partout en Europe. Ce qui existe en France existe à Bruxelles, Rome, Berlin ou Madrid. Ou encore au sein du Parlement européen ou de l’OSCE…

C’est évidemment le même projet de domination et le même outil de vassalisation que Washington entend organiser avec ses YALI, clone ou copie conforme des « young leaders » français !

 Venons-en au Gabon. Vous êtes au centre d’une nouvelle polémique dans ce pays suite à la diffusion de votre émission « Le Grand Jeu. Une révolution de couleur au Gabon ? » Cette polémique faisant suite à celle sur le livre de Pierre Péan « Nouvelles affaires africaines » que vous analysez dans cette émission. Le Gabon est communément considéré comme l’exemple par excellence du système néocolonial de la Françafrique. Bon nombre de spécialistes et d’observateurs l’appellent même la « tirelire » ou encore « la propriété privée de la France dans le domaine du pétrole ». Selon vous, les instigateurs donc des changements en question veulent placer leurs propres pions à la place de ceux placés dans le passé par la France ? Le tout au travers d’une révolution de couleur où vous identifiez la marque des réseaux américains spécialisés…

 Je ne suis pas le seul à identifier cette révolution de couleur, au Gabon notamment. J’ai diffusé dans mon émission une vidéo apparue le 14 novembre dernier sur les réseaux sociaux. D’origine anonyme et intitulée « le pompier pyromane », elle dénonce elle aussi l’organisation d’une « révolution de couleur » au Gabon, au profit de Jean Ping. J’ai une longue expertise de ces « révolutions » organisées par les USA en Europe de l’Est et dans le monde arabe, que je combats depuis la première expérience dans la Yougoslavie du président Milosevic. Je valide la démonstration de cette vidéo et j’en partage les thèses…

 Il y й une marque, un modus operandi des réseaux OTPOR/CANVAS derrière les « révolutions de couleur » en Europe de l’Est mais aussi derrière le soi-disant « printemps arabe ». Et on retrouve la marque de ces réseaux américains aujourd’hui au Gabon.

 Mais ce n’est évidemment pas tout. Il y a un arrière-plan géopolitique à la crise gabonaise. Ma thèse c’est que cet arrière-plan a changé depuis 2007-2008. Il y a une vision géopolitique ou un plan géopolitique américain, anglo-saxon pour l’Afrique. Et ce plan donne un rôle secondaire à une France, diminuée et vassalisée, placée sous le contrôle de l’OTAN et de l’AFRICOM.

 La Voix de la Russie

______________________

www.eode.org

https://vimeo.com/eodetv/