Corruzione con i soldi europei in Ghana. La UE ha insabbiato tutto

la corruzione politically correct è un dovere morale, questione di responsabilità

martedì, 16, dicembre, 2014

CORRUZIONE CON SOLDI EUROPEI IN GHANA. FONTANA ATTACCA: “L’UE HA INSABBIATO TUTTO”
L’eurodeputato della Lega Nord: “La Commissione sapeva, perché anziché riferire ha dato altri 170 milioni di euro?”. E sulle missioni e aiuti Ue: “Da rivedere in toto, così sono solo spreco di denaro pubblico”.

Bruxelles, 16 dicembre 2014 – L’eurodeputato della Lega Nord Lorenzo Fontana attacca la Commissione europea, dopo le rivelazioni del Sunday Times sull’insabbiamento dello scandalo in Ghana, dove i soldi dell’Ue servivano a pagare decine di migliaia di falsi impiegati di Stato. La Commissione l’anno scorso è venuta a sapere, “ma anziché riferire ha insabbiato tutto e, anzi, ha concesso altri 170 milioni di euro”, dice Fontana, “non paga, alla prova dei fatti, di averne sprecati oltre 500 dal 2008 al 2013”. Ma non solo, continua il leghista: “La Lega da sempre vuole aiutare i Paesi più poveri in loco, ma con serietà e con rigorosi controlli dell’Ue sull’utilizzo dei flussi di denaro. Il caso Ghana invece dimostra ancora una volta che l’Europa getta i soldi pubblici dalla finestra”.
Lo scandalo Ghana riporta alla luce anche quello recente della missione in Kosovo, con funzionari europei accusati di collusione con la mafia locale (Doveva eliminare la corruzione in Kosovo, missione UE nella bufera per tangenti). Fontana torna a ribadire: “La Mogherini riveda daccapo le missioni Ue all’estero e tutte le azioni di aiuto ai Paesi in via di sviluppo. Così sono solo una grande ‘torta’ e uno scandaloso spreco di denaro pubblico. A Roma c’è Mafia capitale che fa business sui campi rom e sui centri d’accoglienza degli immigrati, a Bruxelles invece lucrano sull’Africa”.
http://www.imolaoggi.it/2014/12/16/corruzione-con-i-soldi-europei-in-ghana-la-ue-ha-insabbiato-tutto/

Milano: Arrestato il ladro dei benzinai, è membro della consulta Rom

dopo Mafia Capitale Mafia Milano??

martedì, 16, dicembre, 2014
 
«Nessun rapporto con l’Amministrazione» ha subito precisato Palazzo Marino dopo l’arresto di un nomade del campo di via Negrotto, responsabile di una serie di furti.
In effetti Romeo Cudorovic, 48 anni, non sarà stato interlocutore privilegiato della Giunta, ma risulta facente parte della «Consulta Rom e Sinti di Milano» che a sua siede al «Tavolo Permanente» con il Comune. Che sembra un po’ questione di lana caprina.
Ieri infatti un’operazione dei carabinieri di Varese ha sgominato una banda di zingari specializzati negli assalti ai distributori di benzina. Tecnica forse non sopraffina, sradicavano gli accettatori di denaro e li caricavano sui furgoni, ma indubbiamente efficace visto con una trentina di colpi avevano raccimolato 300mila euro. Individuata la banda, i carabinieri hanno circondato all’alba il campo di via Negrotto.
In manette sono finiti Romeo, Manuele e Robertino Cudorovic, 48, 34 e 29 anni, Alan Spada, 30 anni, e Francesco Hudorovic, 24 anni, Gianluca De Carlo, 41 anni, Alì Mahmoud Eid Abdel Halim, egiziano di 38 anni, e Pepe Angelo, di 33 anni. Romeo è il capo della comunità harvati, sinti e caminanti di via Negrotto e come tale di diritto nella «Consulta rom e sinti» con cui dialoga il Comune dialoga. Che fa però sapere come Cudorovic di non sia mai stato individuato come interlocutore e mai abbia messo piede in municipio. Gli unici referenti riconosciuti sono Paolo Cagna Ninchi e Dijana Pavlovic, rispettivamente presidente e vice della «Federazione nazionale Rom e Sinti insieme». Chissà qual’era dunque il ruolo di Cudorovic nella «Consulta»  il giornale

Torino: famiglia italiana di 5 persone sta per finire in strada

loro non sono ultimi. Nessun business in loro nome, quindi alla mafia non interessano.

martedì, 16, dicembre, 2014

Non hanno un lavoro e sono finiti sotto sfratto. Sono giorni di fuoco per una famiglia residente al civico 95 di via Parenzo. Maria, 43 anni, Giovanni, 41 anni, e i loro tre figli – la più grande di 17 anni, il più piccolo di appena 5 – rischiano di finire in mezzo ad una strada tra pochi giorni. La loro è una lotta contro il tempo. Giovedì l’ufficiale giudiziario si presenterà alla porta per mandarli via ma la situazione, al momento, non è certo delle più rosee.
Torino destina 11 milioni di euro per nomadi e stranieri nel bilancio 2013

Una brutta storia iniziata nel 2009 quando papà Giovanni, ex ambulante, si ammala a causa dell’influenza suina. L’uomo viene ricoverato alle Molinette dove resta in coma due mesi. Ci vogliono poi quattro mesi di riabilitazione per invertire la rotta ma poco dopo ci pensa la crisi del lavoro ad abbattersi sui due. “Quando sono entrato in ospedale pesavo 150 chili circa. Poi causa cortisone e anestesie varie ho superato i 220 chili” racconta Giovanni.
Ma a flagellare la famiglia ci pensa anche il Durc. E inutile diventa il tentativo di concordare un piano di rientro con Equitalia, per un debito di 4mila euro circa. “Il Durc ci ha tagliato le gambe – accusa Maria –. Ci siamo ritrovati costretti a pagare in tempi troppo stretti diversi bollettini Inps in arretrato. E chiaramente non ci siamo riusciti. Noi non avevamo mille euro da dar via in cosi poco tempo. E per tutta risposta il Comune ci ha bloccato l’attività”.
Senza l’amato banco da settembre del 2013 la situazione diventa addirittura tragica. La famiglia si ritrova persino senza il furgone, sequestrato per il mancato pagamento dell’assicurazione. E con i problemi di salute di Giovanni, colpito da una nuova infezione che gli provoca il diabete, l’ulcera e un aumento consistente di peso. Nonostante i problemi di salute oggi Giovanni non riesce ad aver diritto alla pensione d’invalidità. Per la Regione, infatti, l’uomo ha un’infermità del 67% che non basta per avere un sussidio. Anche piccolo.
Respinta la domanda per l’emergenza abitativa a causa del mancato pagamento delle rate dell’Inps. “Ci sentiamo presi in giro – spiegano i due coniugi -. Come potevamo pagare le rate avendo perso il lavoro? Possibile che le istituzioni non capiscano che non abbiamo nemmeno i soldi per mangiare”. A dare una mano alla famiglia ci pensa la Caritas che offre il pacco viveri mentre a causa delle spese la famiglia si è vista persino costretta a smettere di pagare l’affitto e a ritirare la figlia più grande da scuola. “Finiremo a dormire in una macchina” questo il timore di Giovanni.
torinotoday.it
http://www.imolaoggi.it/2014/12/16/torino-famiglia-italiana-di-5-persone-sta-per-finire-in-strada/

Il FVG della Serracchiani finanzia i negazionisti delle foibe e non il Comitato dei Martiri

sono morti per raffreddore.  Oggi non serve bruciare i libri. Il regime finanzia quelli giusti, lasciando che chi scrive libri non conformi si estingua

martedì, 16, dicembre, 2014

Come mai la regione FVG con la onnipresente, nei talk-show, Debora Serracchiani concede, come ho precedentemente scoperto nel novembre 2014, i contributi alla società della #Kersevan, nota negazionista delle foibe ed in particolare di quella di Basovizza, ma non li concede alla Associazione “Comitato per i martiri delle foibe” che voleva farei interventi per una più efficace e innovativa utilizzazione e promozione del Sacrario della Foiba di Basovizza?

di Ettore Ribaudo

Che il negazionismo da ambo le parti sia un argomento molto pruriginoso ormai è fuori dubbio, ma certe volte arriva anche ad essere ridicolo.
Diciamo questo perché ogni qualvolta si assiste a qualcuno che nega la shoah ecco che si alzano degli scudi e si chiede immediatamente l’incriminazione di queste individui, ma quando è un esponente sicuramente vicina alla sinistra estrema ovvero un’insegnate che nega le Foibe ecco che nessuno deve dire niente perché vige il politicamente corretto; questo lo troviamo inaccettabile sotto tutti i punti di vista perché non esistono morti di serie A o di serie B.
E’ il caso della Alessandra Kersevan, la quale non paga nell’avere sempre negato le Foibe ottiene anche per questo un contributo di 20.000 euro per la sua associazione Culturale “Kappa Vu. S.a.s”; contributo che viene negato invece a realtà sicuramente più importanti sia nel panorama associazionistico che in quello Culturale; vedasi i contributi negati a CormonsLibri.
Per questo troviamo folle avere concesso questo contributo senza che nessuno abbia mai alzato il fatidico polverone sul problema, non dimentichiamo che la Kersevan contestò sia le Foibe in generale, ma sopratutto le foibe di Basovizza, dove ricordiamo, furono trucidati uomini, donne, giovani la cui unica colpa fu quella di essere Italiani.
Allora ci chiediamo e chiediamo alla Presidente Serracchiani: perché avete concesso questi contributi a questa associazione rea di macchiarsi ripetutamente di queste vulgate fuori logica? Perché si continua a considerare i morti in maniera differente secondo la parte politica di riferimento?
Non sarebbe ora di istituire la giornata “dei morti perpetrati dai regimi dittatoriali”?
Ancora nel XXI secolo si assiste a questa diatriba dove un morto è più importante dell’altro, ma auspico che l’intelligenza e la Cultura che alberga in certi nostri Politici illuminati possa prendere il sopravvento perché, come abbiamo detto sopra, non esistono morti di serie A e di serie B, ma solo morti pertanto lasciamoli riposare in pace, magari onorandoli.
http://www.imolaoggi.it/2014/12/16/il-fvg-della-serracchiani-finanzia-i-negazionisti-delle-foibe-e-non-il-comitato-dei-martiri/

Svendita dell’Italia, offerta della cinese Insigma per AnsaldoBreda

martedì, 16, dicembre, 2014

Arriva una nuova offerta per AnsaldoBreda. E’ quella dell’impresa cinese Insigma, che si aggiunge a quella della giapponese Hitachi, arrivata a Finmeccanica il 17 novembre scorso, cioè la deadline indicata dall’amministratore delegato del gruppo, Mauro Moretti, in occasione della presentazione agli analisti dei risultati al 30 settembre, nei primi giorni di novembre.
Non è arrivata, invece, la proposta della cordata cinese Insigma-Cnr dal momento che Cnr ha deciso di fare un passo indietro. Insigma resta quindi interessata ad andare avanti.
Entra ora nel vivo la stretta finale delle trattative con i soggetti in corsa per l’acquisto di AnsaldoBreda. L’obiettivo rimane quello di arrivare a una decisione entro la fine dell’anno. Il dossier potrebbe essere discusso a breve dal consiglio di amministrazione del gruppo.
http://www.imolaoggi.it/2014/12/16/svendita-dellitalia-offerta-della-cinese-insigma-per-ansaldobreda/

Truppe italiane in Iraq per la guerra al Califfato. Operazione a guida USA

martedì, 16, dicembre, 2014

di Gianandrea Gaiani

Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti ufficializzerà probabilmente domani mattina, alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato, gli sviluppi dell’impegno militare italiano in Afghanistan e in Iraq.
Indiscrezioni raccolte presso diverse fonti hanno consentito ultimamente ad Analisi Difesa di anticipare i dettagli della partecipazione italiana all’operazione “Resolute Support” a Herat, di rivelare il programma di addestramento specialistico di militari somali presso il 9° reggimento Col Moschin e ora di fare il punto sull’imminente schieramento delle forze italiane in Iraq nell’ambito dell’Operazione “Inherent Resolve”.
Dell’operazione a guida statunitense si attende da tempo la definizione di un nome italiano dopo che i più importanti Stati Occidentali che hanno aderito alla Coalizione hanno battezzato le operazioni nazionali: Shader per i britannici, Chammal per i francesi, Impact per i canadesi e Okra per gli australiani.
Dopo settimane di serrate trattative con gli alleati europei il comando statunitense della Combined Joint Task Force che dirige le operazioni per conto del Central Command dal Quartier generale in Kuwait alla fine l’Italia ha ottenuto di schierare le il contributo terrestre alla Coalizione nel Kurdistan iracheno.
Il contingente dell’Esercito che dovrà appoggiare gli iracheni nella lotta contro lo Stato Islamico verrà infatti dislocato in una base situata all’aeroporto di Erbil, capoluogo del Kurdistan, dove sono già presenti consiglieri militari e forze speciali statunitensi, britannici, francesi e tedeschi e dove l’Italia è presente da tempo con alcuni ufficiali di collegamento assegnati al comando alleato.
Roma premeva per inviare il contingente nella regione curda resistendo alle pressioni esercitate dagli alleati che si erano già posizionati in forze a Erbil e intendevano inviare la missione di consulenza e addestramento italiana in altre aree dell’Iraq comprese tra Baghdad e Nassiryah.
Da quanto appreso le truppe italiane verranno invece inquadrate in un comando congiunto con la Germania che vedrà alternarsi ogni sei mesi un comandante tedesco e uno italiano, in quest’ordine, a cominciare dall’inizio da gennaio 2015.
Ai tedeschi, che hanno già installato a Erbil una loro base che gestisce l’afflusso e la distribuzione degli ingenti aiuti militari forniti da Berlino ai curdi (per un valore di 80 milioni di euro) si uniranno anche contingenti minori forniti a quanto sembra da Olanda, Belgio e Danimarca mentre agli italiani potrebbero aggregarsi nuclei di consiglieri militari da Grecia e Serbia.
Sembra confermato che i militari italiani assegnati alle operazioni contro lo Stato Islamico siano 525. Di questi 220 appartengono all’Aeronautica e sono già operativi in tre diverse basi aeree del Kuwait con un aereo da rifornimento Boeing KC 767A, 2 droni Predator e 4 bombardieri Tornado impiegati per ora solo con compiti di ricognizione intelligence.
L’Esercito trasferirà quindi a Erbil circa 250 militari tra consiglieri militari incaricati di assistere e addestrare le forze curde e irachene (circa 100 unità), reparti logistici, unità per la sicurezza della base e, a quanto sembra, anche 4/5 elicotteri del tipo NH-90 per compiti di trasporto ed evacuazione di feriti. Si tratta di velivoli dell’Aviazione dell’Esercito già impiegati da tempo in Afghanistan dove è in atto un ritiro che coinvolge anche i reparti elicotteristici.
A Herat resteranno fino ad agosto 2015 circa 800 militari con 6/8 elicotteri tra Mangusta da attacco e NH-90 da trasporto mentre in Kurdistan non sembra previsto l’impiego di elicotteri da attacco poiché la missione italiana esclude per ora il combattimento.
Da Roma continuano intanto a pervenire ai peshmerga curdi forniture di armi e munizioni, per lo più proiettili da mitragliatrice pesante calibro 14,5 millimetri (che l’Italia sequestrò negli anni ’90 su un cargo diretto in ex Jugoslavia) e le tanto attese armi anticarro portatili, i lanciarazzi Folgore radiati anni or sono dall’esercito italiano.

Una cinquantina di militari italiani saranno invece assegnati a compiti di consulenza presso i comandi iracheni a Baghdad e presso il quartier generale dell’operazione “Inherent Resolve”, guidata dal Kuwait dal generale statunitense James Terry
che ha riferito di una forza di consiglieri militari composta da 3.100 statunitensi e 1.500 alleati che avranno il compito di addestrare in pochi mesi 20/30 mila reclute irachene in vista della controffensiva per liberare i territori settentrionali e occidentali occupati dai jihadisti
Almeno una parte dei compiti addestrativi potrebbero venire assegnati presto a una nuova “training mission” della NATO chiesta ufficialmente dal governo di Baghdad e attuabile sulla falsariga di quella già attiva nel Paese dal dicembre 2004 al novembre 2011 e che venne ritirata dal Paese insieme alle ultime forze statunitensi.
Infine non si può escludere che Roma decida di inviare in Iraq anche unità di forze speciali, richieste dal comando statunitense agli alleati per costituire team da aggregare ai reparti curdi e iracheni in prima linea. Unità di questo tipo statunitensi, britanniche e australiane sono già presenti sul campo nei settori di Mosul, Baji e Ramadi e secondo alcune voci sarebbero già state coinvolte nei combattimenti.
Altri Paesi della NATO, come la Spagna (che ha inviato in Iraq 300 consiglieri militari), avrebbero già messo a disposizione unità di forze speciali pur con limiti specifici d’impiego in prima linea (i noti “caveat” già applicati in Afghanistan dai diversai contingenti di ISAF) rispetto ai reparti anglo-sassoni.
Non è chiaro se l’Italia aderirà alla richiesta statunitense anche se il ritiro di gran parte degli uomini della Task Force 45 (l’unità SF interforze) dall’Afghanistan Occidentale rende disponibili per nuovi impieghi i reparti di incursori e di forze per operazioni speciali.
L’impiego di un reparto simile in contesti di prima linea in Iraq dovrebbe però coincidere con un ampliamento della missione anche in termini di mezzi assegnati inclusi veicoli terrestri Lince ed elicotteri da trasporto CH-47 nella versione ad hoc per le forze speciali.
Della missione italiana in Iraq e Kuwait non sono ancora note le previsioni di spesa ma tenuto conto dei mezzi aerei, delle forze messe in campo e dello sforzo logistico una stima attendibile potrebbe essere di circa 150 milioni di euro annui.
analisidifesa
http://www.imolaoggi.it/2014/12/16/truppe-italiane-in-iraq-per-la-guerra-al-califfato-operazione-a-guida-usa/

LE SCIE CHIMICHE, UN ALTRO ENIGMA DEL CIELO

Intervista al biologo A. Pattera
 
Storia
 
Le prime testimonianze della presenza di strane scie bianche nel cielo risalgono al 1996 in seguito alla segnalazione di alcuni cittadini americani. Questo non significa che il fenomeno sia iniziato precisamente in quell’anno: molto probabilmente la sperimentazione ha avuto inizio diversi anni prima ma in maniera non troppo evidente. Successivamente, con l’intensificarsi della quantità delle scie anomale, alcune persone hanno iniziato ad accorgersi dello strano fenomeno e a documentarlo. Le prime foto che testimoniano la presenza di strane scie nel cielo sono state scattate a Las Vegas il 10 gennaio 1996, seguite da diverse segnalazioni provenienti da altre città statunitensi. Successivamente, anche altri Paesi hanno iniziato a segnalare la presenza di queste scie nei loro cieli: Canada, Nuova Zelanda, Australia, Messico, Haiti, Porto Rico, Cambogia, Bahamas, Sud Africa, Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Scozia e Italia. Singolare è il caso della Croazia che ha visto queste scie per la prima volta il giorno successivo alla domanda formale di adesione alla Nato.
 
Le scie segnalate, molto diverse dalle scie di condensazione, si incrociavano tra loro a forma di “X” o “#” creando nel cielo veri e propri reticolati e rimanevano sospese nell’aria per ore e ore espandendosi a dismisura e senza dissolversi completamente. Secondo queste prime testimonianze, le scie anomale erano il risultato del passaggio di aerei bianchi e senza insegna, avvistati anche in spazi aerei non adibiti al traffico civile.
 
La prima protesta ufficiale contro questo fenomeno è arrivata dal Canada nel 1998 quando, in seguito ad una notevole presenza di scie anomale sopra la cittadina di Espanola, gli abitanti incominciarono ad accusare problemi di salute come: letargia, forti dolori alle giunture, perdita di memoria a breve termine, disturbi alle vie respiratorie, sintomi da depressione e sintomi simili a quelli influenzali. Le lamentele furono ignorate dal Governo dell’Ontario e così alcuni cittadini, prelevarono campioni di acqua e neve dalla propria terra e commissionarono analisi di laboratorio a proprio carico. Dall’esame dei campioni prelevati risultò che essi contenevano una quantità di particolato di alluminio venti volte superiore al limite indicato per l’acqua potabile. Con le analisi di laboratorio alla mano, si ricorse quindi ad una petizione presentata al Parlamento del Governo Canadese ad Ottawa, nella quale i cittadini chiedevano chiarimenti sulla natura del fenomeno e soprattutto esigevano che cessassero le irrorazioni chimiche sopra di loro. Dopo 45 giorni il Governo canadese rispose di non essere coinvolto in tali operazioni e che l’aviazione militare non aveva concesso permessi ad altri paesi di sorvolare il territorio Canadese a tale fine.
 
Sempre in Canada, ad Edmonton (in Alberta), dopo la comparsa di numerose scie bianche cominciarono a morire le piante di una vasta area che in breve tempo divenne arida. Ad un’analisi chimica del terreno, risultò che la sua conduttività era sette volte superiore alla norma e questo a causa della percentuale altissima di bario e alluminio. In altre zone saturate dalle scie, fra le sostanze rinvenute si riscontrano oltre ad alluminio e bario anche titanio, bromuro e batteri.
 
Di fronte alle insistenti pressioni di numerosi cittadini americani allarmati da queste anomalie nel cielo e dai risultati delle analisi di laboratorio effettuate, le autorità americane interpellate (EPA, NASA, FAA, NOAA) affermano tutt’oggi, senza portare prove concrete, che non vi è alcunché di anomalo in queste singolari scie e che si tratta di semplici scie di condensazione formate da vapore acqueo.
 
Nel 2001, però, lo stesso governo americano parla di “chemtrails” in un documento ufficiale. Viene presentata una proposta di legge [HR 2779] per chiedere il bando delle armi nello spazio, firmata dal democratico Dennis J. Kucinich, e sottoposta all’esame di tre commissioni (scientifica, esercito, relazioni internazionali) della House of the Representatives degli USA (l’equivalente della nostra Camera dei Deputati): lo Space Preservation Act .
 
In questo testo, e per la prima volta in un documento ufficiale, appare il termine chemtrails. Esse vengono definite come una tipologia di arma e vengono menzionate nella sezione “armi esotiche” insieme ad altri voci quali: armi al plasma, elettromagnetiche, soniche, ultrasoniche, psicotroniche, sistemi ULF (ultra low frequency) ad alta quota, sistemi di armi laser, armi biologiche e ambientali.
 
Lo Space Preservation Act 2001 non viene approvato. L’anno successivo viene approvato lo Space Preservaction Act 2002: il capitolo riguardante le “armi esotiche”, e quindi la voce sulle chemtrails, non compare.
 
In Italia si inizia a parlare del fenomeno chemtrails grazie alla rivista Nexus. Le prime testimonianze arrivano nel 1999 dalla provincia di Rovigo e dal padovano ma col passare del tempo si è iniziato ad osservare scie chimiche da ogni parte della penisola. La loro presenza nei nostri cieli è stata particolarmente intensa nel 2003, anno in cui si è registrata una grande siccità e un’estate particolarmente calda.
 
Verso la fine del 2006 si è assistito ad una massiccia irrorazione mai vista prima: per settimane, senza nemmeno un giorno di sosta, scie chimiche e passaggi di aerei a centinaia e centinaia, con un impressionante intensità in alcuni giorni.
 
I primi cinque mesi del 2007 si sono stati caratterizzati dalla presenza quasi giornaliera delle scie chimiche nel cielo. In alcuni giorni la loro presenza è stata particolarmente “discreta”: alte, non particolarmente lunghe, poco persistenti, in spazi aerei “abituali”. In altri giorni, invece, il loro utilizzo è stato spudoratamente evidente: basse, lunghe da orizzonte a orizzonte, persistenti nell’aria per molte ore, in spazi aerei del tutto inusuali. Un esempio eclatante è stato ciò che è avvenuto il 22 gennaio 2007. Da tutta Italia sono state pervenute segnalazioni di un abnorme numero di scie chimiche visibili anche in spazi aerei dove di solito non passano aerei di alcun tipo. Sono stati fotografati veri e propri reticolati di scie chimiche e si sono contati un numero incredibile di aerei: 5-6 al minuto. Difficilmente un tale via vai può essere riconducibile al normale traffico aereo civile, soprattutto se questo avviene in alcuni giorni si e in altri no. Anche l’ipotesi di un’operazione militare in corso è poco credibile, in quanto è inverosimile che gli aerei militari effettuino delle esercitazione sopra i centri abitati.
 
Una situazione simile si è verificata il 7 e l’8 maggio 2007, giorni in cui si è assistito a livello internazionale ad una massiccia irrorazione. Sono pervenute segnalazioni da tutto il centro-nord d’Italia, da molto altri stati europei, dal Canada e dagli Stati Uniti. Come si spiegano tutte queste scie concentrate in questi due giorni? Condizioni favorevoli alla formazione di scie di condensazione in mezzo mondo per circa 48 ore continue? E se anche fosse… come si spiega questo intenso traffico aereo concentrato in questi due giorni?
 
Durante i mesi estivi sono state avvistate corte e di breve durata negli stessi spazi aerei dove i primi mesi dell’anno erano lunghe e persistenti.
 
All’interno degli stessi spazi aerei dove i primi mesi dell’anno erano tante, basse, lunghe e persistenti, durante i mesi estivi ne sono state avvistate poche, alte, corte e di breve durata. Se è vero l’alto numero di scie che vediamo è dovuto all’incremento del traffico aereo non si spiega come mai proprio nel periodo estivo, periodo nel quale le compagnie aeree mettono a disposizione più voli, si sono viste così poche scie (e aerei).
 
Il problema delle scie chimiche quindi riguarda l’Italia e non è recente. Nel corso degli anni ci sono state diverse interrogazioni parlamentari, esposti e denunce per chiedere alle autorità dei chiarimenti. Risposte serie ottenute? Nessuna.
 
Come mai questa ritrosia nel parlare di un fenomeno che riguarda tutti?
 
Composizione ed effetti
 
Perché tutta questa preoccupazione per le scie chimiche?
Il fatto che possano contenere sostanze chimiche nocive è senza dubbio un buon motivo.
 
Ricercatori, scienziati e singoli cittadini hanno effettuato delle analisi chimiche del terreno, polveri e acqua nelle zone sottostanti spazi aerei irrorati con le scie chimiche. Le analisi più accreditate a livello mondiale accertano la presenza e l’alta concentrazione di sostanze chimiche quali sali di bario, ossido di alluminio, calcio, potassio, magnesio, torio, quarzo.
 
Le prime analisi sono state effettuate nel 1998 in Canada. Gli abitanti di Espanola cominciarono ad accusare problemi di salute come: letargia, forti dolori alle giunture, perdita di memoria a breve termine, disturbi alle vie respiratorie, sintomi da depressione o simili a quelli influenzali. Dalle analisi chimiche di campioni di acqua e neve risultò una quantità di particolato di alluminio 20 volte superiore al limite indicato per l’acqua potabile. In seguito ad analisi effettuate ad Edmonton, risultò che la conduttività del campione di terra analizzato era 7 volte superiore alla norma e questo a causa della percentuale altissima di bario e alluminio.
 
Fra le sostanze rinvenute in diverse zone saturate dalle scie, si riscontrano oltre ad alluminio e bario anche titanio, bromuro e batteri che normalmente vivono negli alti strati dell’atmosfera e che inglobati da questi aerosol chimici sono trasportati a terra, con inimmaginabili conseguenze sulla salute dell’uomo.
 
I primi a risentirne gli effetti sono gli anziani, i giovani e le persone indebolite da malattia o in cattive condizioni fisiche. I sintomi più ricorrenti riportati dagli abitanti in zone largamente irrorate: tosse secca persistente, malessere respiratorio e intestinale, polmonite, affaticamento, letargia, capogiro, disorientamento, forte emicrania, dolori muscolari e alle giunture, epistassi, diarrea, feci sanguinolente, depressione, ansietà, incontinenza e tic nervosi.
 
Le conseguenze sulla salute umana possono raggiungere livelli drammatici: aumento vertiginoso di tumori e leucemie di vario tipo, incremento del numero e della gravità di affezioni all’apparato respiratorio specialmente sui bambini, infiammazioni ai muscoli e alle giunzioni muscolari, contaminazione da funghi e batteri sconosciuti, inquinamento ambientale balzato alle stelle. Tutte concause che negli ultimi anni hanno provocato la morte di milioni di persone in tutto il mondo. Altri elementi quali torio radioattivo, carbone, fibre sintetiche, sangue essiccato, virus e batteri sintetizzati in laboratorio, tutti sotto forma di nanoparticelle, possono venire ingeriti e assimilati dal nostro organismo, non predisposto a filtrare materiali di così piccole proporzioni.
 
Limitazione della sovranità nazionale
 
Alla prima denuncia ufficiale contro le chemtrails, il governo canadese rispose ai suoi cittadini di non essere coinvolto in operazioni atte a disseminare nel cielo canadese sostanze chimiche e di non aver autorizzato altri Paesi a farlo.
 
Probabilmente anche l’Italia non ha concesso ad altri Paesi il permesso di sorvolare i nostri spazi aerei per scopi non ben specificati e di cospargere sostanze chimiche nell’aria che respiriamo, ma ciò potrebbe avvenire anche senza autorizzazione ufficiale poiché:
– aerei militari non italiani (USA\Nato) hanno la libertà di sorvolare i nostri cieli senza dare spiegazione alcuna allo Stato italiano;
– non esiste una legge adeguata relativa allo spargimento di sostanze chimiche nello spazio aereo italiano.
 
Nel gennaio 2006, l’Onorevole Di Pietro partecipa ad una trasmissione televisiva. Uno spettatore, amico di sciechimiche.org, telefona in studio per chiedere come mai ogni giorno assistiamo al continuo passaggio di aerei militari che rilasciano scie chimiche con metalli pesanti e bario. L’On. Di Pietro non si esprime sulle scie chimiche ma fa un’affermazione importante riguardo la limitazione di sovranità nazionale:
 
In riferimento agli aerei è un problema complesso. I nostri spazi aerei, i nostri siti marini e terrestri, ancora oggi sono occupati da realtà militari non italiani.”
 
Non è possibile che altri decidano per noi, è una limitazione di sovranità. Dopodichè noi dovremo assumerci le nostre responsabilità.”
 
Secondo l’On. Di Pietro, è accettabile il fatto che una determinata nazione abbia sul territorio mondiale luoghi di ammassamento, occultamento e detenzione, ma non è altrettanto ammissibile che certe operazioni avvengano senza il coinvolgimento delle nazioni “ospitanti”, senza nemmeno metterle al corrente.
 
Questa realtà è confermata da alcuni episodi nei quali aerei militari americani sono stati al centro di polemiche e di incidenti più o meno gravi. Nella sezione “Documentazione” sono state raccolti i verbali di alcune sedute parlamentari su questo tema.
 
Secondo molte testimonianze (anche di piloti), gli aerei militari coinvolti sarebbero tankers (aerei cisterna) privi di segni identificativi che volano sotto codice Alfa (codice secretato). Altri testimoni affermano che nelle irrorazioni siano coinvolte anche alcune compagnie aeree ad uso civile e si suppone che in questi casi la composizione chimica delle scie sia differente come è differente il loro aspetto. Mesi fa, l‘Indipendent ha pubblicato la notizia che piloti di aerei civili sono colti da malori a causa di alcune sostanze fuoriuscite dai motori e penetrate all’interno della cabina di pilotaggio. Manifestando perdite cognitive e di memoria sono stati incapaci di ricordare le istruzioni vitale delle torri di controllo e quindi di pilotare in completa sicurezza.
 
Gli aerei di linea devono seguire delle procedure di sicurezza soprattutto per quanto riguarda distanza e quota e non possono sorvolare spazi aerei militari. La maggior parte degli aerei che rilasciano scie chimiche osservati, invece, volano a distanze ravvicinate, spesso si incrociano, percorrono spazi aerei non consentiti al traffico di linea, effettuano delle “inversioni a U” oppure formano dei cerchi nel cielo, volano a quote basse, in alcuni giorni sono più numerosi del solito e spesso volano da orizzonte a orizzonte.
 
Immaginiamo di osservare un aereo che decolla a Milano per atterrare a Londra. Se lo vediamo volare basso e man mano alzarsi in cielo, ci aspetteremo di vederlo andare sempre più in alto fino a scomparire tra le nuvole. Molti arerei con scia lunga a seguito, invece, una volta che si alzano in cielo ridiscendono percorrendo un tragitto “curvo” che va da orizzonte a orizzonte.
 
I motori degli aerei a getto raggiungono la massima efficienza a quote superiori agli 8000 metri. Com’è possibile che aerei civili volino così frequentemente a quote economicamente poco vantaggiose? Può succedere, inoltre, che un aereo civile voli all’infuori delle aerovie o faccia un’inversione di direzione. Questo però si può verificare in casi eccezionali e per motivi di urgenza e non così spesso come capita di vedere. Tutte queste considerazioni lasciano supporre che nella maggior parte dei casi non si tratta affatto di aerei ad uso civile o commerciale ma di aerei militari.
 
In conclusione, sappiamo che aerei militari non italiani volano nei nostri cieli ma non possiamo sapere che cosa fanno. E’ possibile che spruzzino qualche sostanza sopra le nostre teste? Questo non ci è dato saperlo.
 
Tipi di scie chimiche
 
Dal punto di vista della Fisica, abbiamo visto che queste scie non sono scie di condensazione e che molte di esse non sono generate da aerei civili. Le scie chimiche vengono irrorare ormai quasi ogni giorno e non sempre rispettando le stesse modalità.
 
In molti giorni le possiamo scorgere alte nel cielo, non particolarmente lunghe e non particolarmente persistenti. Se ci fermassimo un’ora intera ad osservare il cielo potremmo contare decine e decine di scie chimiche di questo tipo. Sono talmente alte che è quasi impossibile vedere l’aereo che le genera più grande di un puntino. Se poi andassimo a controllare le carte aeronautiche noteremmo che i tragitti di quegli aerei non corrispondono ai tragitti degli aerei di linea.
 
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Altre volte, invece, possiamo vedere delle scie chimiche più basse e più persistenti. A occhio nudo non possiamo calcolare perfettamente la loro quota, ma dal momento che riusciamo a vedere chiaramente l’aereo che le genera possiamo facilmente presumere che si trovino a quote più basse rispetto le altre scie. Come si può valutare a quale altezza si trova un aereo osservandolo ad occhio nudo?
 
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Immaginiamo di avere di fronte a noi una persona alta 150 cm e un’altra alta 190 cm. Probabilmente non riusciamo a quantificare ad occhio nudo la loro altezza esatta ma senza alcun dubbio siamo in grado di sapere quale delle due persone è più alta e quale è più bassa. Allo stesso modo, se due persone della stessa altezza (o che differiscono di pochi cm) si trovano una a 10 metri da noi e l’altra a 20 metri, probabilmente non sappiamo valutare con precisione a quale distanza esse si trovano, ma con assoluta certezza siamo in grado di affermare quale delle due è la più vicina e quale la più lontana. Gli aerei di linea e i tanker che irrorano scie chimiche hanno all’incirca le stesse dimensioni. Tra i vari modelli può esserci una differenza nelle dimensioni di pochi metri. Osservando dal suolo un aereo che vola a quota di crociera (8000 m), questo ci appare come un puntino nel cielo. Osservando un secondo aereo, che vola alla stessa quota ma che è più grande o più piccolo di pochi metri rispetto il primo, ci appare sempre come un puntino nel cielo. Quando osserviamo un aereo e ad occhio nudo riusciamo a distinguere alcuni particolari come la forma delle ali e il numero di motori, a meno che la nostra vista non sia equiparabile alla vista di Superman, i casi sono due: o quell’aereo è molto più grande rispetto all’aereo che vediamo come un puntino, oppure è molto più vicino. La prima opzione appare abbastanza inverosimile dal momento che si sta parlando di velivoli che differiscono di poco nelle dimensioni, la seconda opzione invece scaturisce alcuni dubbi:
– com’è possibile che un aereo di linea voli così basso? In termini economici, mantenere una quota così bassa non è affatto conveniente;
– dal momento che ad una quota così bassa, la scia dell’aereo in questione non può essere una scia di condensazione… che cos’è? Cosa contiene?
 
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Le scie di questo tipo oltre ad essere basse sono molto persistenti (permangono nell’aria per ore intere) e spesso lunghe da orizzonte a orizzonte. Nel tempo tendono ad allargarsi fino a formare un sottile strato biancastro che limita la luminosità del sole.
 
Nei casi peggiori, possiamo assistere ad un esorbitante numero di questa tipologia di scie chimiche rigare il cielo, formare degli incroci a forma di X o di *, formare dei veri e propri reticolati (#). Sembra che in determinati giorni il traffico aereo aumenti a dismisura. Nel cielo si vedono aerei che seguono tragitti che solitamente non percorrono.
 
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Chi conosce il fenomeno delle scie chimiche da anni ha osservato nel tempo diversi fenomeni (tutti raccolti nella sezione “Fotogallery”)come ad esempio:
– Scie a forma di “fusillo”.
 
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Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che del vapore acqueo si dissolve in maniera così disomogenea?
 
– Scie vicine tra loro ma diverse nella forma e\o nella lunghezza.
 
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Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che due scie che si trovano alla stessa quota e quindi nelle condizioni atmosferiche siano una lunga e persistente e l’altra corta e di veloce dissolvenza? Com’è possibile, inoltre, che un aereo che non rilascia scia si trova in prossimità di una scia di condensazione, ovvero in condizioni favorevoli alla formazione di scie di condensazione?
 
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– Aerei bimotore che producono due scie differenti tra loro, differenze visibile anche ad occhio nudo.
 
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Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che un aereo rilasci due scie differenti? Alcuni scettici sostengono che la differenza tra, secondo loro, le scie di condensazione sia dovuta alla differenza delle caratteristiche fisiche dell’aria. Ma com’è possibile che due masse d’aria aventi caratteristiche diverse abbiano un confine così preciso preciso? E com’è possibile che degli aerei riescano a sorvolare così frequentemente proprio questo improbabile netto confine tra due masse d’aria con caratteristiche diverse?
 
Inoltre, quando la scia di uno dei due motori inizia ad espandersi, ingloba la scia di consistenza diversa. In questo modo si vede chiaramente che la scia più fibrosa ha al suo interno una scia di consistenza nettamente diversa.
 
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Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che all’interno di una scia di condensazione si possa vedere visibilmente un’altra scia sempre di condensazione se esse sono entrambe costituite da vapore acqueo?
 
– Scie a “trattini” o interrotte.
 
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Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che delle scie di condensazione si formino in determinati tratti e in altri no? I valori di umidità relativa e di temperatura non cambiano da un metro all’altro e quindi è impossibile che un aereo attraversi un’area nella quale sono presenti una o più bolle d’aria con caratteristiche fisiche diverse. D’altra parte, se le lunghe scie visibili dal satellite sono spiegate come “scie di condensazione persistenti dovute alla presenza di elevata umidità relativa”. Ciò significherebbe che i valori dei parametri atmosferici possono essere costanti per centinaia di chilometri ma allo stesso tempo differenti a distanza di pochi metri?
 
– Scie lunghe a quote inferiori di scie corte; due aerei alla stessa quota: uno con scia e l’altro no; aerei con scie a quote inferiori o alla stessa quota di aerei senza scia. -Scie circolari – Scie a “medusa”
 
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Se fossero scie di condensazione… com’è possibile che si formino due scie di diversa lunghezza da due aerei che viaggiano alla stessa quota? E se i due aerei volano a quote differenti, com’è possibile che tali condizioni siano presenti alla quota minore? Una quota più bassa rispetto un’altra significa che si è in presenza di una temperatura più alta e di conseguenza in una situazione meno favorevole alla formazione di scie di condensazione.
 
E ancora…
 
-Scie circolari
 
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– Scie a “medusa” (alcune visibili anche ad occhio nudo)
 
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Aerei implicati
 
Numerosi testimoni hanno riportato di aver visto scie chimiche irrorate da aerei bianchi senza livree identificative.
 
Aerei simili a questo:
 
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– Immagine riportata da Rainews24 –
 
Oppure lo stesso modello di aerei utilizzati dall’Aeronautica Militare Italiana:
 
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– KC135 –
 
Ma con qualche differenza:
 
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– Kc135 fotografato in Italia –
 
Nel 2003 il S.U.L.T.A. (Sindacato Unitario Lavoratori Trasporto Aereo) fece una denuncia presso la Procura di Civitavecchia nella quale si sottolineava un anomalo traffico di aerei senza insegna. Altri aerei completamente bianchi sono stati visti nell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino.
 
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– In Italia come all’estero. Aerei bianchi e senza insegna nell’aeroporto di Colonia/Bonn –
 
Non sono pervenute risposte ufficiali riguardo la presenza di questi aerei sul nostro territorio e nei nostri cieli.
 
Gli aerei osservati sono stati identificati come tanker militari. Si tratta di aerei che strutturalmente e nelle dimensioni sono identici ad un classico aereo di linea, ma al loro interno non hanno sedili ma delle cisterne o serbatoi che servono a contenere carburante per rifornire in volo altri tipi di aerei tipo caccia militari o bombardieri che non avendo una lunga autonomia di volo devono per missioni di guerra lontane dalla base di decollo oppure per voli di lunga durata devono rifornirsi senza atterrare in un aeroporto allora fanno il pieno in volo.
 
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Questo tipo di aerei possono nascere già per questo scopo ed escono dalle stesse linee di produzione dei “fratelli” di linea, oppure possono diventarlo dopo un’apposita trasformazione, si modificano ex aerei di linea che magari sono vecchi per il trasporto di persone ma ancora validi per volare. Una delle ditte specializzate in queste trasformazioni è italiana.
 
Gli aerei implicati nelle operazioni di areosol di Tom Bosco – Nexus Italia
 
Le prime segnalazioni del fenomeno indicavano invariabilmente la presenza di grossi velivoli bianchi senza contrassegni, identificati per lo più come tanker militari del tipo KC-135 e KC-10, ma anche aerei di altro tipo (MD-80, Boeing 757, etc.).
 
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Le iniziali spiegazioni delle autorità furono che probabilmente il fenomeno osservato concerneva la manovra di scarico del carburante da parte di questi velivoli, ma per svariate ragioni le cose non potevano assolutamente stare in questi termini.
 
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Sia quel che sia, i testimoni da terra hanno potuto osservare e fotografare gli aerei impiegati in queste operazioni, mentre rilasciavano scie spesse e persistenti visibilmente emesse lungo l’intero bordo di uscita delle semiali, elemento indicante la presenza di ugelli o di altri meccanismi di emissione.
Si presume che vengano adoperate diverse varietà di aerosol e modalità di diffusione a seconda degli scopi della “missione”. Quanto sopra è suggerito dal fatto che, malgrado questo genere di operazioni vengano condotte principalmente da velivoli militari, di recente sono stati osservati e fotografati anche aerei apparentemente di linea.
 
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La foto centrale di questa pagina mostra la sonda del carburante di un tanker militare adibito al rifornimento in volo di caccia e bombardieri, modificata rimuovendoil classico “canestro” e sostituendolo con un dispositivo che sembra proprio uno spruzzatore di qualche tipo.
Unita alle evidenze sopra citate, costituisce una prova schiacciante del fatto che i nostri cieli sono percorsi da numerosi velivoli appositamente adibiti al rilascio nell’ambiente di composti chimici la cui natura è ufficialmente sconosciuta.
Le implicazioni economiche e politiche di queste attività, poi, sono sconcertanti: chi può permettersi di finanziare una consistente flotta di velivoli e mantenerla in attività con relativi piloti, tecnici, installazioni logistiche per il rifornimento, la pianificazione e la manutenzione?
E di quale livello di conoscenza dispongono governi e autorità di quei numerosi paesi il cui spazio aereo viene costantemente attraversato da questi voli? Esistono accordi militari o di altro tipo?
 
Per quale motivo la cittadinanza viene tenuta all’oscuro o, peggio, depistata e disinformata su questioni di tale rilevanza? A qualche livello, con tutta probabilità militare, le autorità sono senz’altro a conoscenza di quanto sta accadendo, ma per qualche motivo i cittadini non nevengono informati. Tuttavia, i tempi sono maturi per un aperto dibattito pubblico su questo delicato argomento e sulle sue implicazioni, le cui conseguenze riguardano tutti noi.
 
Ufficialmente non esistono
 
Ufficialmente, le scie chimiche non esistono, in quanto nessuna istituzione o governo ha mai ammesso la loro esistenza. Come è stato detto nelle sezioni precedenti, però, esistono dei documenti ufficiali nei quali vengono menzionate.
 
Non ci sono quindi, documenti ufficiali sui quali poter leggere:
 
Le scie chimiche sono quelle scie bianche lunghe e persistenti che vediamo nel cielo, rilasciate da appositi erogatori a bordo degli aeroplani militari e non. Le scie chimiche sono chiamate così perché contengono sostanze chimiche. Esse sono nocive per l’ambiente e per al nostra salute.”
 
Non esiste un documento ufficiale che spieghi cosa siano.
Non esiste un documento ufficiale che spieghi cosa contengano.
 
Ma noi disponiamo di una nostra testa e con essa possiamo ragionare anche senza l’ausilio di un documento ufficiale.
 
Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale per capire che quelle scie che vediamo nel cielo sono evidentemente diverse dalle semplici scie di condensazione: è sufficiente la nostra percezione visiva.
 
Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che spieghi la differenza tra contrails e chemtrails: è sufficiente assimilare qualche nozione basilare di Fisica.
 
Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che ci dica che la maggior parte di quegli aerei non sempre vola a normali quote di crociera e che molte di quelle scie si formano in zone riservate agli aerei militari: è sufficiente apprendere due nozioni base di aeronautica.
 
Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che ci spieghi che quelle scie che vediamo nelle immagini satellitari non sono normali scie di condensazione.
 
Non abbiamo bisogno di un documento ufficiale che ci dica che le sostanze chimiche irrorate sono nocive per la nostra salute. Tutte le analisi effettuate sono degli importanti indizi che dovrebbero essere sufficienti a far in modo che i governi e le istituzioni si interessino e cerchino di verificare se effettivamente dobbiamo preoccuparci oppure no. Ma questo, come sappiamo, non avviene.
 
Allo stesso modo, non esiste un documento ufficiale che spieghi il motivo dell’utilizzo delle scie chimiche. Ciò di cui disponiamo sono ipotesi basate su considerazioni di natura tecnico-scientifica, politica ed economica.
 
Nella sezione “Ipotesi” troverete un approfondimento relativo alle varie ipotesi sull’utilizzo delle scie chimiche, frutto del lavoro di scienziati e ricercatori che studiano il fenomeno da diversi anni.
 
Chi studia il fenomeno da anni ha ipotizzato quali saranno le future giustificazioni per motivare le scie chimiche. Di tanto in tanto ci giungono notizie sulla strana correlazione delle “scie degli aerei” con il cambiamento climatico in corso….
 
 
 
riferimenti:
 
 

Vivi in una casa popolare? Presto il governo potrebbe mandarti in mezzo alla strada !!!

ma loro, in attesa di sfratto, non sono gli ultimi. Non rendono come certi business di Mafia Capitale

Anche i “Lupi” hanno cambiato verso, e invece di aspettare Cappuccetto Rosso a casa della nonna per poi mangiarsela, hanno preferito vendere la casa della nonna e mettere nella pancia dello Statonil bottino ottenuto. La vicenda a cui si fa riferimento è l’approvazione del decreto attuativo art.3 legge 80 del piano casa Lupi-Renzi, che prevede l’alienazione, o sgombero che dir si voglia, degli immobili di proprietà di comuni, enti pubblici anche territoriali e istituti autonomi per le case popolari, con successiva messa all’asta.

In parole povere il progetto è quello di vendere le case popolari, storicamente patrimonio pubblico, partendo da una base d’asta stimata dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare, ossia a prezzi di mercato. Insomma, via i prezzi calmierati in base ai redditi delle famiglie assegnatarie, via la possibilità di rimanere nell’immobile qualora non si abbia la possibilità di comprarlo: la nuova era dei diritti al ribasso prevede che le famiglie vengano sfrattate dagli appartamenti che abitano magari da decenni e aspettino che, forse, chissà, magari un giorno, gli enti regionali trovino loro una soluzione alternativa.
Ma oltre al danno si aggiunge generosamente la beffa: all’inquilino dell’immobile viene dato un diritto di prelazione di 45 giorni per acquistare la casa al valore stabilito in base all’ultima offerta d’asta. Praticamente si dice a persone con redditi che si aggirano tra i 200 e i 400 euro (spesso si tratta di pensioni o di pensioni d’invalidità) che hanno al massimo un mese e mezzo di tempo per trovare qualche centinaia di migliaia di euro per acquistare la casa in cui vivono, altrimenti amen. E tutto questo, invece di essere chiamato beffa, viene addirittura chiamato diritto.

Già, le beffe diventano diritti, e i diritti diventano privilegi: così nella solfa del tirare la cinghia, fare ciascuno un piccolo sacrificio e rinunciare a qualche privilegio, la politica pretende di far passare l’ennesima indennità di un parlamentare e il diritto all’abitazione per un indigente come la stessa cosa.

La demagogia ha superato i limiti. E sta cominciando a dare i numeri.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/03/case-popolari-danno-beffa/1189227/

No Tav, il terrorismo in Val di Susa è solo chiacchiere e…teoremi

dicembre 17 2014
«L’importante è che l’accusa di terrorismo arrivi in Cassazione, poi come va a finire non importa». Tornano in mente le parole di un ufficiale dei Ros, Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri, pronunciate nel ’98 all’indomani delle perquisizioni in diverse “case occupate” soprattutto di area anarchica a Torino e Collegno, ma soprattutto dopo gli arresti di Silvano Pellizzero, Maria Soledad Rosas ed Edoardo Massari. I tre anarchici finirono in prigione con la pesante accusa di essere terroristi e di aver compiuto attentati contro il neonato progetto Tav in Val di Susa. La vicenda è tristemente nota a tutti. Edoardo Massari detto “Baleno” e Maria Soledad detta “Sole” si tolsero la vita. Intanto il processo contro i famigerati Lupi grigi (questa secondo gli inquirenti era la sigla del gruppo di ecoterroristi anarchici), andò avanti, ma l’accusa di terrorismo cadde. 

Anni dopo Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi e Claudio Alberto, i quattro attivisti No Tav che parteciparono insieme a tante altre persone la notte tra il 13 e il 14 maggio del 2013, all’assalto al fortino-cantiere di Maddalena di Chiomonte, dove si sta costruendo non la linea ad alta velocità, ma solo un tunnel geognosticoe poi il 9 dicembre scorso arrestati e accusati di terrorismo.
La vittima del loro terrore un generatore elettrico che andò in fiamme durante il blitz e per questo, i quattro hanno subito mesi e mesi di carcere duro. Un anno dietro le sbarre.
Alcuni mesi fa dal Palazzaccio di Roma, la Cassazione, arriva la notizia che i quattro non potrebbero essere giudicati per terrorismo. Non ci sono elementi. 
La Procura di Torino parla di un semplice errore di forma e va avanti con i pubblici ministeri Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, nel sostenere che gli attivisti No Tav sono terroristi e che quella notte si sono mossi in tal senso, organizzando squadre d’assalto. 
E arriviamo ad oggi 17 dicembre. I giudici, dopo essersi ritirati in Camera di consiglio hanno sentenziato cheChiara, Matteo, Niccolò e Alberto non sono terroristi, che non ci sono prove del loro terrorismo e quindi, non vengono condannati a 40 anni di carcere come richiesto dai due pm, ma a 3 anni e 7 mesi ciascuno per il reato di danneggiamento e altre accuse. Sempre tanti per un generatore, unica vittima ad oggi del cosiddetto terrorismo valsusino.
Dunque, oggi come ieri sono gli stessi togati ad affermare che in Val di Susa sulla vicenda Tav non esiste terrorismo, nonostante la campagna fatta da alcuni magistrati con il loro teorema e da alcuni giornali che invece di indagare su chi ha interesse di arricchirsi con gli appalti della Torino-Lione , la ‘ndragheta in pole position.
Eppure non sono poche le ditte coinvolte nei lavori del progetto dell’alta velocità, indagate per le irregolarità riscontrate. Ma in molti continuano a non vedere quello che accade sotto il naso di tutti, a far finta che ci sia trasparenza e che gli unici problemi intorno al Tav siano i No Tav. Violenti e terroristi. Anzi. Solo violenti, visto che tra primo grado e cassazione nessun crede più a quel teorema.
Nel nostro Paese dove stragi di Stato ancora oggi non hanno un colpevole e un mandante, dove inchieste come “Mafia Capitale” stanno dimostrando che la malavita organizzata continui a stringere affari con politici di livello locale e nazionale, dove il complottismo la fa da padrone perché effettivamente in molti casi gli armadi di “quelli importanti” son zeppi di scheletri, c’è chi ha buttato benzina sulle fiamme di un generatore elettrico (che a quanto pare è stato “resuscitato” e rivenduto nel Canavese, alla faccia della prova d’accusa), tirando fuori dai cassetti e da antichi faldoni prestampati, in cui bisogna solo aggiungere il nome dell’accusato, dei presunti terroristi,  che, nella realtà, all’interno di una lotta popolare come quella dei No Tav non esistono.
Insomma, citando un noto film, è  tutto “solo chiacchiere e…”.

NO TAV, NON fu TERRORISMO. Condannati a 3 anni e 6 mesi.

Alle ore 9:30 circa qui in diretta. CON I NOSTRI RAGAZZI.

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Alle ore 9:30 entra la Corte e il giudice informa che un giurato popolare effettivo, Giuseppe Napoli, ha comunicato sua documentata impossibilità partecipare, ed è stato sostituito da giudice popolare aggiunto Gianfranco Traversi. Assente anche l’avv. Dominioni, nessuna replica delle parti, la Corte si ritira per deliberare, i ragazzi sono di nuovo spostati dalle gabbie ad altri locali, il giudice dice di prevedere in linea di massima sentenza per ore 11:30.

Giudice

Presenti tutti, oggi 17 dicembre 2014, intorno ai nostri ragazzi.
Ci sono le mamme i fratelli gli zii i parenti, i giornalisti, i fotografi, i dilettanti tutti.
Intorno alle gabbie c’è profumo di lavanda e da qualche spiraglio spuntano i folletti, o guarda, nel pubblico c’è anche Giacu.

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Palpabile un grande dolore, più sereni gli imputati e non è la prima volta, ci si aspetta che dicano “non vi preoccupate, faremo un presidio in carcere per voi”, come già avvenuto alla seconda udienza.

Pubblico

Presente e palpabile l’angoscia di Lucio, Graziano, Francesco. 10

Un legal team mai come oggi fiero e orgoglioso.

aulab

In attesa della SENTENZA, in un’aula asciutta perché oggi non piove, riecheggiano le voci di chi in questo processo ha voluto o dovuto fare la sua parte:

l’alpino che ha testimoniato di essere stato oggetto di lanci di materiale pirotecnico e “…una bottiglia incendiaria che esplose…”“UNA? Ha scritto due”…“Sì, due.”; l’ispettore capo che, “…erano le 3, è sicuro guardando sempre lui l’orologio che il tempo che non passa mai, …10 persone su balconata cancello 8bis e poi un mezzo del cantiere prendere fuoco e i lacrimogeni…e poi mi sono indietreggiato”
il carabiniere: “ci hanno chiuso dall’esterno…Dopo che abbiamo lanciato i fumogeni questi individui si sono dileguati”;
gli operai, solo quattro i valsusini – ma come? – presenti quella sera, tra cui l’autista della betoniera e due della ditta Geomont, in subappalto al cantiere. gli altri dal Marocco, dall’Albania e dalla Romania, alcuni assenti dalla Calabria…: l’operaio asmatico “…mi succede quando c’è del polline, specialmente le betulle… più o meno da due anni…” – tre settimane di mutua per bronchite asmatica dal 26 di maggio: 12 giorni dopo il sabotaggio al cantiere- “…il lancio di queste bottiglie lacrimogene…”
Il tecnico Abbà: “Ho notato discrepanze…rilievo topografico in dettaglio della zona,
con quello realizzato dalla Polizia.”
Il perito di armi munizioni esplosivi Soldati: “ “Bombe molotov? Io preferisco chiamarle bottiglie incendiarie…”; ..la famosa bottiglia moretti… “… più che arma semplice mezzo per comunicare a distanza un incendio, non in dotazione alle forze armate, non ESPLOSIVA e non proibita dalle leggi europee.”

E ci sono anche i fantasmi, di Kafka, di Carroll, di Chaplin, di Pasolini, di Thoreau, di Jefferson “quando il governo ha paura della gente c’è libertà, quando la gente ha paura del governo c’è la tirannia”.

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Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia vengono fatti allontanare. Il pubblico è invitato ad uscire, per consentire ai nostri 4 compagni di stare nella cella, altrimenti aspetteranno in stanze fredde.

Escono tutti, e loro rientrano nella cella. Fuori le forze dell’ordine sono schierate in un cordone, ma i NO TAV sanno come trascorrere il tempo….

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Sono le 10:00 quando assaggio finalmente dell’ottimo bunet…

prelibatezze

Sto gustando una spettacolare crema al limone quando una vettura mi incuriosisce… non ci posso credere, arrivano gli artificieri? ADESSO? E perché, per riempire di immagini negative i TG delle  13:00? Ma se mai ci fosse stato un pericolo, non sarebbe stato il caso di bonificare l’area PRIMA che iniziasse l’udienza?

Artificieri

Resistiamo…. fino alle 11:30, quando è previsto il rientro della corte e la lettura del dispositivo di sentenza.

I pm alle prese con un destino sempre meno cinico e baro, i giurati, il giudice, che sin dalla prima udienza aveva implorato “di asciugare un po’, specialmente la lista dei testimoni del PM, nel senso che ci sono dei blocchi di testi che sono i soldati di Pinerolo, i Carabinieri di Gorizia, i Calabresi, …forse non è necessario sentirli proprio tutti, ne scegliete qualcuno un po’ più sveglio”. E alla seconda: … “non mi buttate tutti i militari tutti insieme”, chiede il Presidente, “cercate di fare un po’ di cernita”. “Se vengono a dirmi tutti la stessa cosa io mi stufo, lo dico già”

http://www.tgmaddalena.it/22-maggio-2014-prima-udienza-processo-per-terrorismodiretta/

http://www.tgmaddalena.it/6-giugno-2014-seconda-udienza-processo-per-terrorismo-chiaramattia-claudio-niccolo/

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iL GIUDICE legge la sentenza:

ORE 11:30 Rientra la corte, i ragazzi di nuovo nelle gabbie, il giudice legge la SENTENZA, dopo aver specificato che non può essere interrotto:

In nome della Repubblica italiana…
visti art…..ASSOLVE GLI IMPUTATI CAPI A E B perché il fatto non sussite!

[ndr capo a) attentato con finalità terroristiche o eversive di più persone (numero superiore a 20) in concorso fra di loro. l’art 280 (attentato con finalità terroristiche che attenta alla INCOLUMINITA’) prevede una pena non minore di 8 anni (compresa l’aggravante di essere rivolto a forze dell’ordine).   Oltre alle ff.oo. si fa riferimento a 14 operai.  capo b) detenzione armi (reato) al fine di compiere altro reato di cui al capo a. -> 21 1 29 legge 18 aprile 1975.  ]

CAPI C e D escluse aggravanti e CAPO E
CONCESSE ATTENUANTI
anni 3 mesi 6, 5.000 euro ognuno, spese etc.

[ndr capo c) fabbricazione e trasporto in luogo pubblico di armi da guerra (così sono da intendere le bombe moltov e i “congegni esplosivi quali bengala razzi” etc. aggravante dell’azione compiuta in più di 5 persone, in concorso fra di loro/e del fatto di compiere tale reato strumentalmente a quello di cui al capo a e di cui al capo d.
capo d) danneggiamento seguito da incendio, con aggravante di essere stata posta in essere in un cantiere? (art 425 comma 2?) o per il fatto che sia esso di pubblica utilità (comma 1 che però non è segnalato dai pm)? e poi il comma 4: aggravante del luogo che è anche deposito di materiali infiammabili.
capo e) violenza contro pubblici ufficiali mediante blocco delle uscite (art 336 cp) con tutte le aggravanti previste dall’art. 339. ]

IL GIUDICE smentisce la PROCURA: NON FU TERRORISMO. Riconosciuti fabbricazione e trasporto in luogo pubblico di armi da guerra (molotov), danneggiamento seguito da incendio, con aggravanti e violenza contro pubblici ufficiali. Riconosciute a TUTTI gli attenuanti. Ecco perché gli avvocati sono FIDUCIOSI di poterli presto tirare fuori da quel carcere dove hanno già passato un anno in condizioni durissime, praticamente in isolamento. E sono pronti a lavorare per Lucio, Graziano e Francesco.

TUTTI LIBERI!

 MOLTO BENE

Simonetta Zandiri e Maria Eleonora Forno – TGMaddalena.it