Addio Tav, la Germania rinuncia: «Costa troppo, inutile viaggiare a 300 all’ora»

Nel “Paese di pulcinella” in cui viviamo si persevera a sostenere l’alta velocità, nostante i costi e i danni ambientali. In Toscana, dove l’altro ieri un treno pendolare ha perso una porta incrociando un frecciarossa, ci si ostina a voler scavare sotto Firenze un tunnel inutile e dannoso. Certo, la classe dirigente è quella che è: Renzi, Rossi, Moretti, questo abbiamo e questo per ora ci dobbiamo tenere. Fatto sta che la Germania, il Paese più economicamente solido d’Europa rinuncia al piano Tav perché costa troppo ed è dannoso per le coincidenze con il traffico locale. Ecco un estratto della notizia rilanciata dal Sole 24 Ore.

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Berlino frena i treni ad alta velocità. In un’intervista al periodico «Wirtschaftswoche» il presidente delle ferrovie tedesche, Rudiger Grube, ha annunciato che la prossima generazione degli Ice – equivalenti ai TGV francesi e agli Etr 500 italiani – non viaggerà più a 300 chilometri all’ora, ma “solo” a 250. «Per la Germania la velocità di 250 chilometri all’ora è più che sufficiente – ha spiegato Grube -, tanto più che le tratte dove gli Ice possono raggiungere i 300 all’ora sono solo due: Colonia-Francoforte e Norimberga-Ingolstadt».

Costruirne di nuove costerebbe troppo. Il rallentamento da 300 a 250 della velocità massima comporta una serie di vantaggi: minor costo di produzione e di manutenzione dei treni, e minor costo di manutenzione delle linee. Grube ha inoltre ricordato che la minore velocità riduce i ritardi dovuti alle perturbazioni del traffico, e rende più facile il rispetto delle coincidenze.

Meno velocità in cambio di maggiore affidabilità, insomma. La strategia annunciata da Grube rappresenta un dietrofront rispetto a quella del suo predecessore, Hartmut Medhorn; secondo Grube, inoltre, è stata oggetto di accese discussioni all’interno della società, soprattutto con i vertici della divisione che gestisce il traffico a lunga percorrenza.

http://altracitta.org/2012/04/20/addio-tav-la-germania-rinuncia-costa-troppo-inutile-viaggiare-a-300-allora/

Altro che fallimento: l’euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dall’elite

 L’Euro ha centrato il suo obiettivo: ovvero quello di distruggere le nazioni europee in soli 10 anni! “L’idea che l’Euro sia un fallimento è stupidamente errata, l’Euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dal suo ideatore e da quel 1% di oligarchi che l’hanno imposto”.

Così ha scritto il giornalista americano Greg Palast sul Guardian del 26 giugno 2012, ricordando che “l’ideatore”, Robert Mundell, ha sempre visto la sua creatura (l’euro) come l’arma che avrebbe spazzato via norme e regolamenti sul lavoro: “Ho conosciuto Mundell tramite il mio docente universitario Milton Friedman”.

 Palast descrive bene l’idea di Mundell:

“L’Euro inizia davvero a svolgere il suo compito in tempi di crisi, infatti la moneta unica e soprannazionale toglie ai governi eletti la possibilità di usare politiche creditizie e fiscali capaci di farci uscire dalla crisi, in quanto pone le politiche monetarie al di fuori dalla portata dei politici (eletti) e, senza queste prerogative, l’unico modo che hanno i governi per cercare di mantenere i posti di lavoro è quello di ridurre regole e diritti verso imprese e lavoratori, tutto nel nome della concorrenza”. Per Mundell niente deve interferire col MERCATO.

Palast continua dicendo che Mundell gli spiegava che “l’euro è tutt’uno con la Reaganomics; la disciplina monetaria impone la disciplina fiscale ed agisce anche sui politici (servi del mercato invisibile… sic), e quando la crisi morde allora alle nazioni resta ben poco da fare se non liberalizzare, privatizzare, deregolamentare e soprattutto distruggere il welfare garantito dallo Stato”.

Il termine “riforme strutturali” non è altro che un eufemismo per nascondere l’annullamento dei diritti dei lavoratori (e degli imprenditori…), Mundell sostiene che “l’unione monetaria è una guerra di classe con altri mezzi” (la classe oligarchica contro il 99% dei cittadini). [informarexresistere.fr].

http://terrarealtime.blogspot.it/2013/03/altro-che-fallimento-leuro-sta.html

 

La Città Megalitica di Rama e le Ruote Forate del Piemonte

 La Città Megalitica di Rama e le Ruote Forate del Piemonte

 Le antiche cronache della Valle di Susa, in Piemonte, riportano l’esistenza in epoche remote della città ciclopica di Rama che dalle descrizioni sembrerebbe assomigliare alle città delle fortezze megalitiche peruviane e dell’Oceania.

La sua origine, secondo il mito, viene attribuita al dio Fetonte che, dopo essere disceso dal cielo in tempi remoti, avrebbe trasmesso la sua conoscenza all’umanità attraverso una grande ruota forata d’oro. In seguito, altre leggende hanno poi aggiunto che questa mitica città era il luogo dove veniva conservato il Graal da creature semidivine.

La città di Rama rappresenta un importante mito dei primi abitanti dell’Europa: una città megalitica situata in Piemonte che secondo la leggenda sarebbe all’origine della tradizione celtica dell’Europa e custodirebbe il segreto del Graal.

 Il recente ritrovamento delle sue vestigia nella Valle di Susa riapre un nuovo capitolo sulla ricerca intorno a questo mito.

Una libera ricostruzione della città di Rama nella sua massima estensione urbana nel 4000 AC

Parte dei resti delle mura di Rama che si possono ancora osservare in Val di Susa. La loro struttura ricorda quella delle mura delle fortezze lasciate dai Pelasgi nell’area del Circeo nel Lazio

Le mura della città ciclopica di Rama ancora visibili in Val di Susa, Piemonte, Italia

 La dimensione delle pietre impiegate nella costruzione delle mura si può dedurre dal confronto con la persona accanto ad esse

 

Si può osservare la curata giunzione tra le pietre e il taglio delle stesse a più angoli

 Le mura della città ciclopica di Rama viste dal lato nord della fortificazione rimasta intatta

 La leggenda racconta che Fetonte, il dio disceso dal cielo a cui si attribuisce secondo le tradizioni druidiche l’origine della città megalitica di Rama, forgiò con il metallo del suo carro celeste una grande ruota forata interamente d’oro in cui racchiuse tutta la conoscenza dello Shan.

 La tradizione druidica conservò questo antico simbolo e ancora oggi si possono rintracciare leggende e reperti archeologici del Piemonte che ricordano la mitica ruota d’oro considerata oggetto di culto presso le culture celtiche.

 La ruota forata rimane comunque un simbolo mistico conosciuto e ancora presente anche presso molti altri Popoli naturali del pianeta che hanno conservato le antiche tradizioni.

 

 Una ricostruzione della mitica ruota d’oro di Fetonte 

     

L’ “ara solare del Maometto”. Alcuni gradini ricavati nella pietra conducono alle due “ruote solari”

 

La “ruota solare” di Mompantero in Valle di Susa realizzata su una parete di roccia

 

 La “ruota solare” di Vaie in Valle di Susa. Sulla ruota una coppella le conferisce un potere sacro

       

Le “ruote solari” di Villarfocchiardo in Valle di Susa. La sacralità delle “ruote solari” è determinata dalla presenza delle coppelle

La “ruota solare” della Rocca di Cavour

 

La “ruota solare” di Chiusa San Michele in Valle di Susa

 

La pietra delle “Ruote solari” di Balme in Val di Lanzo

http://www.eco-spirituality.org/eu-mglt4.htm

 

http://www.progettoatlanticus.net/search?updated-max=2013-03-23T01:18:00%2B01:00&max-results=7&start=5&by-date=false

 

 

Monti prima di abbandonare palazzo Chigi fa un regalo alle assicurazioni

sabato 30 marzo 2013

 Prima di abbandonare Palazzo Chigi, Monti e il suo governo tecnico fanno l’ultimo regalo a banche e assicurazioni. Infatti giovedì 28 marzo e’ stato preparato, pronto per essere approvato, il decreto taglia risarcimenti per le vittime di incidenti stradali e della Malasanità con una tabella medico-legale e una di valutazione monetaria per le lesioni da 10 a 100 che riduce gli importi risarcitori di circa il 60%. Questa tabella non è quella approvata dai vari organismi scientifici nel corso degli anni perché ha subito un coefficiente di abbattimento assolutamente non previsto. E ciò accade proprio mentre il Tribunale di Milano ha appena pubblicato quella nuova con gli incrementi per la svalutazione.

Tutti i cittadini e le vittime della strada fanno appello al Presidente Napolitano perché da ultimo baluardo degli Italiani non firmi questo decreto che mortificherebbe ancora di più tutti coloro che hanno già tanto sofferto.

 “Questo è un altro regalo dell’ex presidente Monti ai poteri forti” – lancia l’allarme l’avv. Angelo Pisani, presidente di NOI Consumatori Anti-Equitalia. E continua: “Il governo Monti ha più volte tradito gli Italiani, ora vuole svendere la salute umana e i diritti delle persone  che hanno subito grandi sofferenze. L’associazione NOI Consumatori si batterà per difendere i danneggiati e le vittime della strada e della Malasanità, ma sarebbe fondamentale una mobilitazione generale di tutte le associazioni a tutela dei cittadini.”

  Di Angelo Pisani – noiconsumatori.it

http://www.nocensura.com/2013/03/monti-prima-di-abbandonare-palazzo.html

 

L’Unione europea affonda nella recessione

Le misure di austerità imposte dalla troika dell’usura internazionale stanno distruggendo le economie degli Stati membri Ue

 Andrea Perrone

 La crisi dell’euro inghiotte lentamente tutti gli Stati membri Ue – Cipro docet – anche quelli con la tripla A. Ad affondare nella recessione è la stessa Francia, ma non è la sola ad essere ridotta in queste condizioni. Nel IV° trimestre il Pil d’Oltralpe ha registrato una contrazione congiunturale ed annuale pari a -0,3%. A sottolineare la crisi attuale è stata ieri l’Insee, e che con questi numeri non ha fatto altro che confermare i dati preliminari. La domanda interna (consumi e investimenti) ha sottratto al Pil -0,1 punti, la variazione dello scorte ha sottratto -0,4 punti, mentre le esportazioni nette hanno raggiunto 0,2 punti. L’intero 2012 si è chiuso con crescita zero, nel 2011 il Pil transalpino è arrivato a quota +l’1,7%.

Anche se il tasso di disoccupazione francese è inferiore a quello della Grecia (che ha raggiunto ormai il 27%), ma è ancora troppo alto rispetto al periodo precrisi. Ma  stampa e politici ritengono che una delle ragioni che stanno dietro l’aumento della disoccupazione sia legata alle dimensioni dei sussidi di disoccupazione. Secondo il quotidiano Le Figaro, un disoccupato francese può ricevere fino al 57,4% del suo ultimo stipendio. E così i fautori dell’iperliberismo e dei tagli allo Stato sociale gongolano perché possono affermare che tali sussidi di disoccupazione costituiscono soltanto dei generosi disincentivi per i disoccupati a cercarsi uno straccio di lavoro, rendendo così la ricerca di una nuova occupazione una opzione meno attraente. Altri sottolineano che l’aumento della disoccupazione è legato alla crisi dei imprese pubbliche, che svolgono un ruolo importante nell’economia francese. A loro avviso, il del settore statale è stato sostenuto dal bilancio dello Stato e in che modo, quando il governo non può più aumentare il suo indebitamento, i problemi reali del settore statale diventano visibili. Se questo punto di vista è corretto, allora non ha senso cercare di combattere la disoccupazione senza prima risolvere i problemi delle imprese statali che sono considerate eccessivamente regolamentate e spesso immerse fino al collo nella corruzione e nella ipertrofia burocratica. Allo stesso tempo, i politici di sinistra e gli analisti ritengono che le imprese statali non sono il problema principale e che lo Stato può e deve sostenerli. Dal loro punto di vista, il problema più grande non è il settore statale, è il settore finanziario. Lo Stato ha sponsorizzato il salvataggio delle grandi banche e delle istituzioni finanziarie non bancarie benché queste siano improduttive e molto costose, facendo in modo che i prestiti ad usura finiscano per incrementare il debito pubblico e per pesare sulle spalle dei popoli. Almeno in teoria, il denaro speso per salvare le banche, gli azionisti della banca e i possessori di obbligazioni della banca potrebbe essere speso, invece di aiutare i disoccupati o sostenere le imprese statali per creare nuovi posti di lavoro. Entrambe le soluzioni concorrenti potrebbero essere in parte ragionevoli, ma i disoccupati francesi non hanno tempo di aspettare, hanno bisogno di un lavoro per guadagnarsi da vivere e non aspettare le decisioni dei politici nel cercare un consenso nei confronti di ciò che deve essere fatto rapidamente per risolvere problemi troppo urgenti. In realtà si celano poi altre problematiche. Dietro a questi tentativi di spostare gli ammortizzatori sociali potrebbe nascondersi la volontà di annullarli definitivamente per risparmiare sulle disgrazie dei lavoratori e garantire così un risparmio consistente allo Stato. Tuttavia nel resto dell’Unione europea le cose non vanno molto meglio. Nella stessa Gran Bretagna nel IV° trimestre il Pil ha subito una contrazione pari a -0,3%, su base annuale -0,2%. Per l’intero 2012 la crescita dovrebbe essere pari al +0,3% contro il +1,1% del 2011. Da segnalare che il deficit delle partite correnti salito al 3,7% del Pil, rappresenta senza alcun dubbio il maggiore disavanzo dal lontano 1989.

Ma c’è un altro malato nell’Ue e questo lo è veramente: la Spagna. Del resto le notizie che ci giungono dal bollettino mensile della Banca centrale iberica non sono confortanti. Da quanto emerge dal documento è che l’economia spagnola quest’anno dovrebbe registrare una contrazione dell’1,5% per tornare a crescere (0,6%) nel 2014. Decisamente grave anche la situazione occupazionale. Il tasso di disoccupazione spagnolo potrebbe aggiornare il proprio record al 27,1% a partire dal prossimo anno. Nel documento della Banca di Spagna si sottolinea inoltre che il rapporto tra deficit e Pil si attesterà al 6% nel 2013 e al 5,9% nel 2014, il doppio della soglia del 3% consentita dal Patto di stabilità europeo. Una realtà non certo rosea. Ma quel che è più grave sono le dimensioni della crisi, ormai assolutamente endemica dal Nord al Sud dell’Europa.

 28 Marzo 2013 12:00:00

http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=19946

 

Farmaci inutili e dannosi: ma noi non lo sappiamo…

domenica 31 marzo 2013

 La campagna Alltrials si batte per la pubblicazione di tutti i risultati della sperimentazione clinica di un farmaco

 La campagna Alltrials si batte per la pubblicazione di tutti i risultati della sperimentazione clinica di un farmaco, anche e soprattutto di quelli negativi che evidenziano scarsa efficacia o pericoli per la salute

di Giulio Cesare Senatore

 Potremmo accettare una ricerca medica che, pur di dimostrare l’efficacia di un farmaco, renda pubbliche  solo le sperimentazioni (trial) che mostrano dati a favore, nascondendo quelle che evidenziano scarsa efficacia e gravi conseguenze per la salute delle persone? Un’eventualità del genere non sarebbe tollerata da nessuno. Anzi sarebbe duramente condannata, viste le conseguenze negative che potrebbe avere sulla salute di ognuno di noi.

 Purtroppo non si tratta di una malaugurata ipotesi  ma di un’inquietante realtà di cui si parla raramente sui mezzi di informazione.  A diventarne consapevoli, sono stati proprio gli esperti indipendenti della ricerca medica che hanno definito la parziale pubblicazione delle sperimentazioni cliniche con il termine di under-reporting; un fenomeno che rappresenta  una grave negligenza nella conduzione della ricerca, e che porta a sovrastimare l’efficacia e a sottostimare gli effetti avversi dei trattamenti. 

 Tutto ciò espone i pazienti a rischi inutili, determina uno spreco di risorse destinate all’assistenza sanitaria e danneggia la fiducia riposta nella medicina. Finora i provvedimenti presi per cercare di arginare l’under-reporting hanno avuto solo un effetto parziale e non hanno risolto il problema alla radice. Ricerche indipendenti hanno evidenziato che ancora oggi il 50% delle sperimentazioni cliniche non è stato pubblicato.

 In Francia due rinomati medici, Philippe Even e Bernard Debré, in un libro accusa che ha fatto tanto scalpore, sono riusciti a dare un’idea delle gravi conseguenze che l’occultamento delle sperimentazioni cliniche produce. La loro ricerca ha evidenziato che la metà dei prodotti sul mercato è inutile, il 20 per cento è scarsamente tollerato dai malati e il 5 per cento è addirittura potenzialmente pericoloso per la salute. È un problema di una gravità inaudita.  Non è ammissibile che le aziende farmaceutiche (che conducono la stragrande maggioranza delle sperimentazioni sui farmaci), le università e i centri di ricerca tendano ad  occultare sistematicamente gli studi che potrebbero pregiudicare l’autorizzazione di un farmaco o le posizioni di prestigio acquisite nell’ambito della ricerca medica. Purtroppo, tra tutti questi soggetti si crea una perversa convergenza di conflitti d’interessi, sia economici che personali, che produce le pesanti distorsioni citate in precedenza.

 A pregiudicare ulteriormente l’accesso a tutte le evidenze scientifiche in ambito medico, c’è un altro fenomeno, definito con il termine di publication bias, che riguarda la pubblicazione degli studi sulle riviste medico scientifiche che tendono a dare spazio soprattutto alle ricerche che presentano prevalentemente dati positivi. In un quadro del genere diventa sempre più difficile prendere decisioni mediche informate, efficaci e il più possibile sicure. Il prezzo più alto viene pagato soprattutto da chi è meno consapevole dell’esistenza di questo fenomeno, le persone comuni sottoposte ai trattamenti medici.

 Fortunatamente, esistono centri di ricerca indipendenti (come la Cochrane Collaboration*, il Centre for Evidence Based Medicine*) e importanti riviste scientifiche, che già da tempo hanno preso una posizione netta e si sono impegnate per portare all’attenzione dell’opinione pubblica questo grave problema. Ad esempio, il British Medical Journal non accetta di pubblicare ricerche per cui non ci sia una completa diffusione dei dati per consentire un riesame indipendente e ha lanciato la campagna OPEN DATA, per la completa trasparenza dei dati delle sperimentazioni cliniche.

 Uno degli ultimi atti in tale direzione, ha visto ancora il British Medical Journal, insieme a tanti altri organismi indipendenti, lanciare la petizione internazionale ALLTRIALS, per richiedere che qualsiasi sperimentazione clinica sia registrata presso un ente pubblico indipendente e che ci sia l’obbligo di pubblicazione di tutti i risultati, il tutto nella completa trasparenza. L’iniziativa sta creando un grosso clamore, soprattutto in Gran Bretagna, dove si è guadagnata la presenza sulle pagine dei maggiori quotidiani britannici (The Guardian, The Indipendent, The Times, Reuters) dopo che il gigante farmaceutico GlaxoSmithKline ha dichiarato pubblicamente il suo supporto alla campagna ALLTRIALS, impegnandosi alla pubblicazione di tutti gli studi clinici relativi ai suoi farmaci. 

 La richiesta della campagna Alltrials va dritta al cuore del problema che ha minato la base della credibilità della medicina ufficiale. Non è possibile parlare di responsabilità sociale dei giganti dell’industria farmaceutica o dell’etica della ricerca medica se non si pone alla base la completa trasparenza dei dati e dei metodi usati per condurre le sperimentazioni farmaceutiche. Solo in questo modo chi deve decidere se un farmaco deve essere autorizzato o meno, ha a disposizione tutte le informazioni per valutare efficacia e sicurezza dello stesso. Se una cosa simile accadesse ne beneficeremmo tutti: cittadini, medici, ricercatori onesti, enti regolatori pubblici e anche quelle aziende farmaceutiche animate da un minimo di etica.

 In un contesto del genere, diventa un dovere civico di ogni cittadino impegnarsi in prima persona per la salvaguardia della propria salute, informandosi e sostenendo iniziative come la campagna Alltrials.

È possibile firmare la petizione Alltrials su www.alltrials.net e avere notizie e aggiornamenti in italiano sugli sviluppi della iniziativa sul blog alltrialsitalia.blogspot.it .

 *Si tratta di importanti realtà della ricerca medica indipendente, attivamente impegnate nella revisione critica delle sperimentazioni cliniche disponibili per fornire la migliore evidenza scientifica a chi deve prendere decisioni mediche.

 Fonte: Scienza e Conoscenza – tratto da:

http://www.informasalus.it/it/articoli/farmaci-inutili-dannosi.php

http://www.nocensura.com/2013/03/farmaci-inutili-e-dannosi-ma-noi-non-lo.html

 

Siria: noto oppositore al Mana, triangolo ‘forza, soldi, takfirismo’ impedisce soluzione crisi

DAMASCO (IRIB) – Uno dei noti oppositori siriani, Heitham al Mana, in una intervista con la rete televisiva al Mayadeen ha ammesso che il triangolo maligno formato da “forza, soldi e takfirismo” impedisce ai siriani la soluzione pacifica del problema del loro paese.

Al Mana, nella sua intervista senza precedenti, ha anche parlato di un alto responsabile del governo francese che starebbe dando aiuti “ingenti” ai terroristi attraverso la frontiera nord del paese. Egli ha spiegato: “Purtroppo oggi numerose personalita’ tra gli oppositori siriani si oppongono alla soluzione pacifica della crisi dato che il proseguimento di questa e’ per loro una grande fonte di reddito”. Heitham al Mana ha spiegato: “Grazie a questa crisi alcuni di loro hanno ottenuto soldi, borse di studio e opportunita’ di lavoro mai avute nella loro vita. Questa gente non e’ quindi disposta ad accettare la fine della crisi in Siria”.

Egli ha poi messo in guardia riguardo al pericolo dei militanti takfiriti ricordando: “Gli individui armati vengono finanziati piu’ di quanto si possa immaginare in Siria. Persino una nazione come lo Yemen che non e’ tanto ricca aiuta questi gruppi in Siria. Il nostro grande problema e’ che i soldi, il potere ed i takfiriti hanno formato un triangolo vizioso. Con la presenza di questo persino la fine del regime Assad non servirebbe a nulla”. Egli ha definito un errore la partecipazione dell’Alleanza Nazionale degli oppositori alla conferenza di Doha ricordando che l’ostilita’ tra Doha e Damasco e’ divenuta una sorta di rancore “personale” e che non c’entra con le sorti della Siria.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/123354-

 

Le elezioni? Grazie a Napolitano le ha vinte Mario Draghi…

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sabato 30 marzo 2013

“Per certi aspetti Napolitano ha fatto sue le proposte di Grillo dei giorni scorsi, “un parlamento può continuare ad operare senza un nuovo Governo“. Ma forse chi ha vinto le elezioni IN REALTA’ si chiama Mario Draghi e la sua vittoria gli permetterà di gestire il Paese per altri 6 mesi con il pilota automatico perfettamente operativo. Il pilota automatico di cui parlava Draghi non è altro che l’insieme delle norme previste dai trattati (Fiscal Compact) recentemente approvati e ratificati dal nostro Parlamento, che di fatto rendono operativo il rigore di bilancio in maniera permanente. Napolitano oggi lo ha chiarito senza troppi giri di parole, Mario Monti -ha detto Re Giorgio- è ancora in carica, e visto che c’è il semestre bianco lo sarà per altri mesi. Quanto basta per tenere i conti in ordine, per andare in Europa e rassicurare Berlino e tenere l’Italia sotto la scure della BCE. Meglio di così per banche e padroni non poteva andare: tenere in piedi un governo tecnico, che non può essere sfiduciato in quanto decaduto, ma che lavora per l’ordinaria amministrazione oliando il funzionamento del Fiscal Compact. Così mentre Monti continuerà con la sua azione, i partiti in parlamento inizieranno una campagna elettorale che durerà a lungo”

http://www.nocensura.com/2013/03/le-elezioni-grazie-napolitano-le-ha.html

Bergamo: impennata dei casi di Alzheimer

L’alluminio contenuto negli alimenti, nell’acqua “potabile”, nei farmaci, nei vaccini, nei cosmetici e disperso nell’ambiente attraverso la Geoingegneria clandestina all’origine dell’epidemia di demenza senile 

L’Alzheimer è stato contratto da 1720 persone nella sola provincia di Bergamo nel corso del 2011. Ci sono numerosi video di cittadini bergamaschi che mostrano aerei intenti a rilasciare scie sia persistenti sia effimere a bassa quota, le cosiddette scie chimiche, in cui è stata accertata la presenza di alluminio in nanoparticolato. L’inquinamento da alluminio investe in maniera massiccia le falde acquifere: questo metallo si ritrova in molti cibi, farmaci, cosmetici, deodoranti, vaccini etc. L’assunzione di allumino è strettamente legata al morbo di Alzheimer. Ciò è dimostrato da studi epidemiologici. 

1720 è un numero da moltiplicare al cubo perché “le demenze non riguardano solo le persone che ne soffrono: hanno un raggio d’azione purtroppo più vasto. Per ogni singola diagnosi sono tre le persone colpite dalla malattia”, spiega Alberto Zucchi dell’Osservatorio epidemiologico A.S.L. di Bergamo. Durante il convegno organizzato dall’A.S.L. di Bergamo per la “XIX Giornata Mondiale Alzheimer” presso la Casa del Giovane, sono stati presentati nel dettaglio i dati epidemiologici della provincia di Bergamo. Sono dati contenuti in un’indagine condotta da Alberto Zucchi assieme al Comitato scientifico interaziendale delle demenze, da cui emerge un’impennata del fenomeno del 57,5% nell’arco di sei anni. 

Secondo il Dottor Zucchi, tra le cause che hanno portato all’incremento, ci potrebbe essere l’invecchiamento della popolazione: “Il mondo sta invecchiando ed è un fenomeno cominciato a partire dalla metà del secolo scorso – spiega Zucchi – è un problema di natura socio-economica ed il contesto epidemiologico nelle demenze è rilevante. In Europa sono 19 milioni le persone colpite e la spesa che ne consegue è di oltre 160 miliardi di euro solo nel 2008. E’ una questione che anche nel nostro territorio sta diventando molto importante, con un aumento dei costi previsto di circa il 23%“.

Possibile che la popolazione bergamasca (la percentuale maggiore di “nuovi casi” si rileva nella fascia d’età tra i 60 ed i 79 anni) abbia risentito in modo esponenziale dal 2006 della patologia neurodegenerativa, se “l’invecchiamento della popolazione” è stato graduale nel territorio e nel tempo, visto che anche l’aumento di malattie legate ad esso lo è?

Il rapporto tra “invecchiamento della popolazione” (progressivo nel territorio bergamasco) ed incremento dei malati di Alzheimer nel comprensorio in esame, permette di capire che i due fattori non possono essere direttamente collegati. […] 

L’American Journal of Epidemiology avverte: “Alti livelli di alluminio nell’acqua potabile accrescono il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, mentre i livelli più elevati di silice (componente principale della Zeolite e dell’Argilla) diminuiscono la possibilità“. 

“La patologia di Alzheimer è una malattia multifattoriale e le concentrazioni di alluminio nell’acqua potabile possono avere un effetto sul declino cognitivo”, ha dichiarato la Dottoressa Virginie Rondeau. Rondeau, che opera presso l’Institut National de la Santé et de la Recherche Medicale a Bordeaux, insieme con colleghi esperti nel settore, ha esaminato le associazioni tra l’esposizione all’alluminio ed il rischio relativo di declino cognitivo, demenza e malattia di Alzheimer in soggetti anziani seguiti per quindici anni. L’assunzione giornaliera di alluminio di almeno 0,1 milligrammi è correlata a seri danni alle facoltà cognitive e mnemoniche, mentre un consumo quotidiano di almeno 10 mg di silice, riduce dell’11% la probabilità di sviluppare la demenza senile. I soggetti con un alto consumo di alluminio al giorno hanno un rischio quasi tre volte maggiore di demenza, notano i ricercatori”. […] 

Uno studio pubblicato sul “The Lancet”, rivista scientifica di ambito medico, riporta: “Dalle analisi è emerso che il rischio del morbo di Alzheimer è 1,5 volte maggiore nei distretti in cui la concentrazione media di alluminio nell’acqua supera 0,11 mg/l rispetto ai distretti in cui la concentrazione è inferiore a 0,01 mg/l“.

Fontedionidream 

http://www.tankerenemy.com/2013/03/bergamo-impennata-dei-casi-di-alzheimer.html

 

Obama protegge la Monsanto con una legge “su misura”

Obama firma legge che libera la Monsanto da ogni responsabilità legale.

 Barack Obama questa settimana ha firmato legge finanziaria HR933, una parte della quale, conosciuta come la Farm Security protegge le aziende di sementi transgeniche come la Monsanto dalle controversie derivanti dalla vendita dei loro prodotti. La legge è stata promossa da senatore repubblicano del Missouri, Roy Blunt, che, secondo il quotidiano New York Daily News, ha lavorato con la Monsanto per sviluppare il testo della legge. Lo stesso senatore spiega che il testo fa parte della legge HR 933 e che è una misura legislativa limitata ad un periodo di tempo (fino a settembre 2013).

 Secondo i dati del Centro per la Politica Responsabile (Center for Responsive Politics), il senatore Blunt ha ricevuto 64.250 dollari di sostegno 2008 fino al 2012. Il sito webMoney Monocle considera Blunt come il principale politico repubblicano destinatario del finanziamento di Monsanto degli ultimi tempi.

 La parte della legge approvata, conosciuta come Farmer Assurance Provision – che gli oppositori hanno chiamato la Monsanto Protection Act,  considerando è stata progettata indirettamente dalla Monsanto – nega alle corti federali l’autorità di interrompere immediatamente la piantagione e la vendita di colture geneticamente modificate, qualsiasi possano essere i  rischi per la salute dei consumatori.

 Prima della firma, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) deoveva approvare ogni impianto e la vendita di sementi geneticamente modificate. Le variazioni del quadro normativo ora consentono alle aziende come la Monsanto di piantare i semi modificati senza l’approvazione dell’ USDA.

Fonte: http://actualidad.rt.com/actualidad/view/90276-monsanto-obama-ley

http://www.vocidallastrada.com/2013/03/obama-protegge-la-monsanto-con-una.html