IL POLLO… ALL’ARSENICO

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IL POLLO… ALL’ARSENICO

LA FDA  (Food and Drug Administration , ente di controllo sulla salute di cibi e farmaci USA)

finalmente ha ammesso che la carne di pollo venduta in USA contiene arsenico.

L’arsenico è una sostanza chimica altamente tossica che ad alte dosi diventa mortale e che causa cancro.

La vera storia, però,  è da dove arriva l’arsenico: è aggiunto al mangime di proposito, da una sussidiaria della Pfeizer, la stessa azienda che produce i vaccini iniettati ai bambini…    

 

http://saluteolistica.blogspot.it/2013/03/il-pollo-allarsenico.html

Terremoti e radiazioni. Il Giappone martoriato.

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Benché i media non ne parlino più il Giappone deve ancora fare i conti, sempre più salati, con le radiazioni. Nemmeno la capitale è fuori pericolo. E ora, qualche giorno fa, con reattori ancora ad alto rischio, un nuovo terremoto ha scosso Tokyo ..

E’ anche il caso di segnalare che il 12 febbraio una parte del muro e della copertura dell’edificio turbine del reattore numero 4 della centrale nucleare di Cernobyl è crollata… ( www.meteoweb.eu )

 

Gli abitanti di Tokio cominciano a fare i conti con le conseguenze dell’apocalisse di Fukushima, e molti fuggono dalla città.

Il Washington Blog è stato una delle fonti americane più informate sui fatti di Fukushima, riportando in tempo reale (fin di tempi del disastro) le notizie del giapponese EneNews.

Alla fine di questo 2012, il blog fa il punto sulla situazione a Tokio proprio in base ai moltissimi dati di EneNews, giungendo ad una serie di inquietanti conclusioni:

Il Cesio nella baia di Tokio è persino più alto di quello di Fukushima – quasi tutto il fondale sarà contaminato entro il 2014; Tokio sta continuando a subire un fallout radioattivo 5 volte superiore a quello delle prefetture più vicine a Fukushima; Secondo il Japan Times, l’area metropolitana di Tokio è una bomba a tempo. Gli esperti avvisano dell’accumulo della contaminazione da Fukushima, e del potenziale disastro al secondo più grande lago giapponese;

Il terreno di Tokio è così caldo che dovrebbe essere mandato in una discarica per rifiuti speciali;

Secondo un esperto giapponese, oltre alla fuga dalle prefetture vicine a Fukushima, sempre più cittadini stanno abbandonando Tokio;

 

I residenti dell’area di Tokio riportano sempre più frequentemente la presenza di cisti e noduli, mentre i dottori minimizzano;

Secondo gli scienziati giapponesi, il quantitativo di radiazioni è “salito in modo significativo” nell’area di Tokio dopo Fukushima…

 

 

DELLA CATASTROFE DI FUKUSHIMA NON SI PARLA PIU’, come se fosse un evento ormai passato, mentre noi sappiamo che quando si tratta di radiazioni l’attualità del pericolo rimane viva per decenni. Hanno modo di constatarlo oggi gli abitanti di Tokio, capitale che è tutto fuorché “lontana” dall’epicentro.

www.tradingcommunity.eu

Marc Humbert

 

Sono tornato dal Giappone alla fine di agosto 2012, dopo averci vissuto per 4 anni e vi ho passato una quindicina di giorni tra la metà di novembre e l’inizio di gennaio. La popolazione di una gran parte dell’Est del Giappone dà l’impressione di vivere come se la radioattività non esistesse, ma quando si lascia la routine quotidiana e la lingua si scioglie, si percepisce l’immensa angoscia di fondo e la profonda opposizione alla ripresa della produzione di energia dal nucleare. I sondaggi valutano questa opposizione a più del 60%.

 

Quando si incontrano le giovani famiglie con bambini, il disagio si acuisce e le mamme vivono molto male questa situazione, soprattutto se sono rimaste a meno di 100 km dalla centrale. Anche se vivono più lontano, come molte di quelle che abitano a Tokyo, sono preoccupate per i bimbi piccoli. Vorrei lasciarvi qualche testimonianza diretta e qualche testimonianza letta nei giornali e trascritta dopo il mio ritorno.

 

“Ho creduto di perdere la testa” afferma Minaho Kubota, rispondendo a una intervista recente, pubblicata il 31 di dicembre dal Japan Times. Subito prima dell’allarme radioattività è partita per rifugiarsi lontano a Naha, l’isola principale dell’arcipelago di Okinawa, a 2500 km da Fukushima. “Ho sentito che non avrei avuto alcuna risposta per i miei bambini se, una volta cresciuti, mi avessero chiesto: Mamma perché non sei partita”? Questo pensiero rode centinaia di migliaia di madri in Giappone, non solamente quelle che si trovavano nei giorni seguenti l’11 marzo a qualche decina di chilometri dalla centrale, ma una grande parte di tutte quelle che vivevano nell’Est del Giappone.

 

Minaho oggi vive in condizioni materiali facilitate con il sostegno delle autorità locali. Una certa parte delle 170 000 persone che hanno lasciato le proprie case nella regione di Fukushima hanno potuto richiedere un aiuto per trasferirsi lontano, a partire da luglio del 2011 (la domanda ha valore retroattivo di un anno, la presentazione è stata prorogata fino al dicembre 2012). Alcune autorità locali offrono un aiuto ugualmente, predisposto subito dopo l’11 marzo. Il dipartimento di Fukushima spera ugualmente nel ritorno di quelli che considera come trasferiti temporaneamente e numerose autorità locali hanno invitato le famiglie a tornare quando la situazione sarà tornata “normale”.

 

Minaho è aiutata dal dipartimento di Okinawa ma vive in condizioni familiari difficili. Come la maggior parte dei 170 000 evacuati, lei si è trasferita senza suo marito. Alcune rifugiate sono angosciate molto di più dei coniugi che non hanno avuto la medesima percezione della situazione. Diverse famiglie si sono frantumate. Altre si sono ricongiunte, è il caso di un’altra madre venuta a Okinawa con due ragazzi di 8 e 12 anni. Il padre ha scelto di restare nella propria regione, lavora come dentista a Ibaraki in una regione costiera a sud di quella di Fukushima. Per qualche tempo la comunicazione si è interrotta ma poi ha ripreso e lui va a trovare la sua famiglia molto spesso a Okinawa e provvede a inviare denaro.

 

Ho incontrato molti casi come questo, alcuni non molto lontani dalla regione colpita, come quella di Nagano, a un centinaio di chilometri a sud-ovest, o molto più lontano – sempre restando nell’isola principale – come a Kyoto che è a più di 500 chilometri in linea d’aria, nell’ovest del Giappone. Nel dipartimento di Nagano, mi hanno raccontato il caso di una famiglia il cui padre ha presentato, l’autunno scorso, una richiesta di sostegno per ricongiungersi con sua moglie e i suoi figli, il sostegno gli è stato rifiutato: la coniuge ne aveva già ottenuto uno, dimensionato secondo la composizione familiare senza padre. E’ rimasto nella loro piccola casa, che non hanno finito di pagare, ha mantenuto il suo impiego in una impresa locale; si sforza di decontaminare, confidando in ciò che affermano le autorità che sarà possibile decontaminare e ritornare al paese. Purtroppo, i suoi sforzi – come quelli delle imprese incaricate delle opere di decontaminazione – si sono rivelati vani. La decontaminazione è lontano dall’essere attuabile: qua e là il livello della radioattività si è ridotto, altrove si mantiene, in qualche posto aumenta. Sembra che questi sforzi abbiano contribuito a disseminare la radioattività: le acque utilizzate per il lavaggio, i detriti, come le foglie ed altri materiali, non sono stati recuperati sistematicamente e stoccati in modo da non poter essere in condizione di nuocere.

 

Le condizioni familiari non sono dunque facili e rinforzano la difficoltà a prendere la decisione di trasferirsi. Diverse famiglie hanno problemi con i propri parenti anziani, non per il timore dell’effetto delle radiazioni, che sono potenzialmente più nocive e per i bambini. Molte persone anziane non sono totalmente indipendenti, e per le famiglie non è possibile prevedere di trasferirsi con i bambini lasciandosi alle spalle i nonni. Anche questo porta le madri a partire sole con i figli mentre i padri rimangono: custodiscono le abitazioni, si occupano dei parenti anziani e conservano il loro impiego e una fonte di reddito. Il tasso di disoccupazione è diventato in Giappone una realtà importante (5% quando negli anni ’80 era al 2%) in un contesto di crescita debole. In primo luogo quelli che partono sono molto criticati, diversamente da chi rimane. Gli viene rinfacciato di abbandonare il “paese” che rischia di scomparire, di non rispettare gli anziani, di abbandonare gli altri e di infierire sulla comunità locale.

 

Ci sono alte ragioni che impediscono il trasferimento. Diversi agricoltori non possono lavorare presso le proprie fattorie situate nelle zone vietate e sono alloggiati in abitazioni temporanee messe a disposizione dall’autorità pubblica. Esitano ad abbandonare tutto e trasferirsi altrove quando le autorità hanno promesso, e ad alcuni di loro promettono ancora, che sarà possibile tornare alla vita normale. Meno di un migliaio sono in una zona reputata non accessibile per lungo periodo (1). Altri sono autorizzati a lavorare nella propria fattoria, e pensano, almeno un certo numero di loro, di ridurre la contaminazione o almeno di avere, per quest’anno, un raccolto contaminato sotto la soglia massima autorizzata. Per ottenere un indennizzo è stato necessario produrre ugualmente e farsi poi rifiutare il raccolto per contaminazione da radioattività. Quelli che non hanno coltivato i campi e sono partiti, se la loro attività non è in una zona vietata, non han no ricevuto nulla. E’ comprensibile che pochi agricoltori hanno deciso per il trasferimento, come ha fatto fin dal primo giorno, Shimpei Murakami, con la moglie e i bimbi piccoli, dopo aver dimorato cinque anni come agricoltore a Iitate, paese dei suoi progenitori anch’essi agricoltori.

 

Ho potuto incontrare un allevatore della città di Soma, sulla costa, a nord della regione di Fukushima, con moglie e figli rifugiati nella regione di Niigata dall’altra parte dell’isola sul mare del Giappone. Le sue vacche da latte producono un latte “bio” con un livello di radioattività non rilevabile ufficialmente (in linea di principio meno di 20 bq al litro) che potrebbe vendere – è eccellente, io ne ho bevuto – ma se potesse non esiterebbe a trasportare con un colpo di bacchetta magica la sua fattoria e le sue mucche dalla sua famiglia. Ma ha un altro pensiero: bisognerebbe che tutti i suoi colleghi potessero fare altrettanto.

 

Ecco i molti freni alla partenza, una partenza che smembra le famiglie, una decisione per l’avvenire della salute dei bambini. Il malessere psichico è diffuso e qualche volta coinvolge i bambini rifugiati. Il cambiamento della scuola non è usuale in Giappone e le difficoltà di integrazione e di adattamento dei nuovi arrivati sono aggravati dalle circostanze. Qualche volta i nuovi venuti non sono accettati molto bene. E’ più facile trasferirsi all’inizio di un nuovo anno scolare (che in Giappone inizia all’inizio di aprile), meglio in coincidenza del cambiamento del ciclo scolastico: dalle primarie al college, dal college ai licei. 30.000 bambini alla ripresa dell’anno scolastico del 2012 hanno lasciato le loro case nella regione di Fukushima, probabilmente ci sarà un nuovo flusso nel 2013.

 

C’è la possibilità di sottrarsi, almeno in parte, alle conseguenze di una esposizione prolungata alle radiazioni. E’ offerta dalle associazioni delle famiglie, dalle madri di Fukushima: si tratta di accogliere i bambini durante le vacanze o fine settimana. Delle ricerche mediche hanno dimostrato che l’evacuazione temporanea dei bambini permette al loro organismo di “respirare” e di risanarsi. Ho visitato un gruppo di studenti del college in stage di decontaminazione dal 22 al 24 dicembre a Yamagata ( nella regione omonima, una città a circa 100 km a Nord-Nord-ovest di Fukushima) organizzato da una associazione (Musubiba) di cittadini di Sapporo (isola di Hokkaido) insieme ad altre associazioni di Fukushima e di Yamagata. Per evitare di confrontarsi con le autorità locali, ufficialmente questo stage di fine settimana prolungato è uno stage di supporto scolastico. Infatti i bambini hanno seguito un programma di lavoro molto serio e sono stati seguiti da un gruppo di insegnanti. Il programma dell’estate o delle vacanze è dedicato alla resistenza fisica.

 

Un argomento importante per ridurre le conseguenze della vita in atmosfera contaminata dalla radioattività è l’attenzione a non aggiungere all’esposizione esterna una esposizione interna dovuta agli alimenti. Oggi le mense scolastiche pubbliche di Fukushima (e della quasi totalità del paese) controllano gli alimenti serviti ai bambini secondo procedure definite. Diversi genitori non sono completamente confidenti e preferiscono dare ai propri figli un pasto da portare a scuola. La maggior parte dei genitori che sono rimasti nella regione di Fukushima fanno molta attenzione a ciò che servono ai propri bambini. A Soma una attività commerciale lanciata con il sostegno di Confederation Paysanne (il suo equivalente giapponese, membro di Via Campesina), assicura la qualità non radioattiva dei prodotti agricoli venduti e dispone di un analizzatore. Una associazione di madri di Koriyama (altra grande città della regione di Fukushima), “Action3A”, ha ottenuto in donazione un analizzatore che utilizza per noleggio, i proventi del noleggio permettono di finanziare i fine settimana d’ossigenazione e i periodi di vacanza per i bambini.

 

In mezzo a coloro che rimangono, la maggior parte si considerano irradiati, come a Hiroshima. Tutti gli irradiati non sono morti, diversi sono stati malati per tutta la vita e traumatizzati.

 

Le autorità hanno fatto il possibile per evitare il panico nella popolazione dopo l’11 marzo. Le misure che hanno attuato a questo proposito sono state messe in opera da dei funzionari esecutivi, ignorando la situazione reale. L’idea generale presuppone che non c’è un pericolo reale al di sotto di un certo livello di esposizione alle radiazioni, quello che porta a una certa percentuale di insorgenza supplementare di tumori che possono colpire l’insieme della popolazione. Al di sotto tutto è cancellato. La popolazione deve continuare a vivere anche quando i bambini hanno certamente ricevuto una dose eccessiva di iodio radioattivo – ha diritto “in generale” a un controllo medico. Perché? Se c’è la certezza che non c’è nessun pericolo? Perché creare inquietudine con degli esami supplementari? Conclusione: la popolazione è angosciata e non si sente protetta e tanto meno curata. Gli altri elementi radioattivi non sarebbero pericolosi… E’ come se facessimo una radiografia ai polmoni o uno scanner affermano i funzionari, viene tutto eliminato: ma tutti sanno bene che i radiologi fanno molta attenzione a proteggersi quando fanno le radiografie. Perché dunque non evitare le radiazioni che mettono i nostri corpi e quello dei nostri bambini a dura prova, come noi evitiamo di prendere freddo?

 

A questa angoscia si aggiunge anche quella della possibilità di un nuovo terremoto che distrugga la piscina del reattore numero 4 o che faccia altri disastri. Come proteggere i nostri bambini?

 

Nella regione di Fukushima la popolazione è molto inquieta e manifesta, anziani, adulti, giovani, bambini. Decine di milioni di persone hanno espresso attraverso i sondaggi la propria intenzione di smetterla con l’energia nucleare. Hanno dimostrato la loro volontà di farsi ascoltare con delle manifestazioni che hanno avuto luogo a Tokyo – e numerose altre in diverse città. E’ chiaro che durante le giornate di manifestazione, previste per il 9 e 10 marzo 2013, ci sarà nuovamente una folla immensa.

 

NOTA

(1). Se ci si trova in una zona considerata contaminata a 50msv/anno. Nelle zone tra i 20 e i 30 le attività agricole sono permesse. Se i raccolti non sono vendibili, si riceve una indennità: se non si coltiva non si riceve nulla.

informarexresistere.fr

 

Il 25 febbraio di quest’anno un forte terremoto ha investito in pieno giorno il Giappone orientale, facendo tremare i grattacieli e gli alti edifici più elevati nella stessa Tokyo, dove peraltro non sembra si siano registrati feriti né danni materiali degni di nota. Secondo l’Agenzia Meteorologica nipponica, citata dall’emittente televisiva pubblica ‘Nhk’, il fenomeno ha raggiunto un’intensità pari a 6,2 gradi sulla scala aperta Richter, ma non è stato diramato alcun allarme per un possibile ‘tsunami’. Nessuna anomalia è stata neppure segnalata negli impianti nucleari situati a nord della capitale giapponese né in quello di Fukushima Daiichi 1, devastato dal sisma dell’11 marzo 2011 e dalla conseguente onda anomala. L’epicentro dell’odierno movimento tellurico è stato localizzato nella parte settentrionale della prefettura di Tochigi, l’ipocentro a circa 10 chilometri di profondità. 

 

Una violenta scossa di terremoto è stata registrata in Giappone, nella capitale Tokyo, dove gli edifici e i palazzi hanno tremato. La magnitudo del sisma sarebbe di 6,2 e i grattacieli hanno oscillato per circa mezzo minuto…

www.unita.it

 

La Tokyo Electric Power Co (Tepco), società che gestisce gli impianti di Fukushima, ha fatto sapere che non è stata rilevata alcuna anomalia nel reattore n.1, devastato dal sisma/tsunami dell’11 marzo 2011, e nel reattore n.2.

www.iljournal.it

 

Dopo quasi due anni dall’incidente nucleare di Fukushima, la TEPCO (Tokyo Electric Power Company) ha pubblicato oltre 2.000 foto inedite della centrale nucleare Fukushima Dai-ichi all’indomani del disastro. Queste immagini – scattate tra il 15 marzo e l’11 aprile 2011 – rivelano dettagli fino ad ora sconosciuti al grande pubblico. 

(Immagini e video )

http://crepanelmuro.blogspot.it/2013/03/terremoti-e-radiazioni-il-giappone.html#more

 

Critiche dal mondo al voto degli italiani

A seguito della pubblicazione dei risultati del voto in Italia, ci sono state reazioni da più parti che sarebbe degno analizzare. Visto che da alcuni anni a questa parte “le banche, i mercati, gli istituti di credito, lo spread”, sono divenuti tra i principali attori della politica italiana, quasi fossero un partito o qualcosa di simile, dobbiamo dire che loro hanno reagito molto male perchè il loro politico prediletto per l’Italia, il premier uscente Mario Monti, non ha conseguito un grandioso risultato.

 Mr Obama che prima delle elezioni nel colloquio con Napolitano si era augurato che “l’Italia continui sulla via del rigore”, non a caso ha mandato a Roma il suo Segretario agli Esteri John Kerry per dare le indicazioni necessarie ed essere sicuro che la situazione non gli scappi di mano.

 Ed anche se dovesse scappare, ci sarà la solita “strategia della tensione” ad aggiustare le cose. Gli americani lo sanno fare molto bene e ieri persino i servizi segreti italiani hanno diffuso ufficialmente il pericolo di “attentati” a seguito della situazione instabile a livello “sociale”. Tradotto in italiano scorrevole, vuol dire che pure la Cia sta mostrando i muscoli e minaccia di rimettere in atto la strategia “Anni di Piombo” per riprendere in mano il timone della barca.

 La reazione da parte dei paesi dell’area euro, Francia e Germania poi è stata pessima. In Francia il Ministro dell’Economia si è permesso di intimare all’Italia di formare in fretta un governo, in Germania un politico che potrebbe essere il prossimo cancelliere ha detto che in Italia hanno vinto dei pagliacci.

 È in corso anche una vera e propria campagna di propaganda mediatica a livello europeo contro i risultati del voto italiano. E l’aspetto brutto è che i media italiani si mettono in mezzo dando ragione o torto agli stranieri.

 L’Economist si permette di chiamare due dei leaders che hanno preso maggiori voti dagli italiani come dei “clown” e li prende in giro in maniera pesante. Pesantissimo a nostro avviso il Guardian che ha salutato l’esito delle elezioni con una vignetta dal titolo Risorgimento, in cui uno dei politici italiani riemerge da un water.

 L’Italia è proprio caduta in basso.

 Se avete fatto caso non abbiamo citato quali politici sono stati insultati perchè a questo punto non fa differenza. Non fa proprio differenza. Quando un giornale britannico si permette di raffigurare in un wc un personaggio che ha preso milioni di voti in Italia ciò significa che sta offendendo l’Italia e non quel personaggio in particolare. Se un a ltro quotidiano inglese scrive approposito di due politici che sono dei clown, sono stati offesi un numero ancor maggiore di elettori italiani.

 Tralasciando un attimo le beghe interne italiane, da quali pulpiti arrivano queste critiche? Dal “Regno Unito”? E perchè Londra di pagliacciate non ne ha combinate? Ma scusate se l’intera Gran Bretagna è fondata sulla grande pagliacciata della corona, della regina, dei principi e delle principesse, di Buckingham Palace, dei matrimoni sfarzosi, delle tresche della casa reale, del marcio che portò all’assassinio di Lady Diana ed ecc…Ed in politica? Ah, perchè Blair non fu quel criminale che diede man forte a Bush per avviare la stagione di guerre all’indomani dell’11 Settembre. E le isole Malvinas? E la dichiarazione di Balfour sulla Palestina? Gli italiani si rendono conto che gli inglesi si comportano ancora oggi come dei banditi e poi si permettono pure di fare la morale? Ma se non volevano nemmeno stare in Europa?

< br>Ah, la Francia poi deve proprio chiudere il becco. Con un Sarkozy che ha scatenato la guerra in Libia, con un Hollande che è andato ad attaccare il Mali con la scusa della lotta al terrorismo, con il loro lavoro sporco in Siria a favore dei terroristi armati, i francesi se ne stiano zitti. Moscovici, il Ministro dell’Economia, vada a pensare agli operai in cassa integrazione della Citroen che hanno perso il lavoro perchè Hollande ha deciso di non vendere più automobili all’Iran, dandosi una bella zappata sui piedi per far piacere a Mr Obama.

 La Germania? Ma se è il paese più odiato dell’Ue? Quando la Merkel va in Grecia bisogna camminare tra la folla per vedere quanto abbia avuto successo la cosiddetta locomotiva dell’Unione Europea. E poi i politici tedeschi non sono dei clown? Negli ultimi anni l’unica persona sulla quale non si è scoperto che avesse una laurea falsa è stata la stessa Merkel; una Merkel che, ricordiamo l’aneddoto, con una cartina geografic a davanti ti indica Mosca e dice che lì si trova Berlino. Dubito che i politici italiani siano così ignoranti. Ad ogni modo, non è che in Germania la gente sia molto più seria.

 L’ultimo concetto che è molto importante è che se certe nazioni parlano male di un gruppo o di un partito, ciò può essere considerato un prestigioso biglietto da visita per tale gruppo.

 Facciamo l’esempio dell’Hezbollah in Libano. Inglesi ed americani stanno sempre lì a criticarlo ma tutti i libanesi, persino coloro che non lo votano, riconoscono a questo partito una grande correttezza ed onestà morale.

 In Iran, se un gruppo viene criticato dall’Inghilterra o dagli Stati Uniti ciò è considerato segnale di onestà di quel gruppo.

 E se per questo una miriade di politici validi del passato e del presente del mondo sono stati criticati duramente dalla stampa anglosassone. Degli stessi Chirac e Schroeder cosa si disse quando si opposero alla guerra in Iraq? Chavez, L ula, Castro, Krichner, Morales…poi ci sarebbe tutta l’America Latina a questo punto da mettere nella lista dei cattivi.

 Nel nostro paese, l’Iran, ogni volta che c’e’ una elezione il risultato di solito non piace agli anglo-americani. In Palestina non e’ piaciuto il voto quando la gente ha votato Hamas. Di solito a certi paesi e certe potenze il voto democratico, se veramente tale, non piace.

 Ma il principio di non ingerenza negli affari interni degli altri paesi e’ un principio sacrosanto ed i paladini della difesa dei diritti umani, vedi Gb, Usa, Francia, Germania ed ecc… dovrebbero imparare a rispettare questa semplice regola.

 Gli italiani, devono saper distinguere tra preferenze e offese alla loro intera nazione. I panni sporchi si lavano in casa e se i leaders di due partiti opposti in Italia si vogliono pure insultare cio’ e’ permesso, ma che il Guardian raffiguri un politico italiano in un wc, cio’ significa offesa ad un paese intero. Io, al po sto del partito opposto al politico insultato, esprimerei solidarieta’ condannando l’azione dei britannici.

 Bisogna sempre ricordarsi che la migliore Italia, per coloro che non le vogliono bene, e’ una Italia divisa, nella quale i politici non dimenticano le divisioni nemmeno quando davanti hanno un comune nemico straniero.

 L’Italia, dovrebbe guardare in avanti ed invece di dare ragione alle critiche straniere, dovrebbe far rispettare il voto dei propri cittadini e cercare di tirarsi su.

 Ed i media italiani, se veramente per loro ha importanza la parola Italia (ma tanto sono servi di padroni stranieri), dovrebbe difendere un pò il loro paese invece di infangarlo.

 Non lo fanno loro, lo facciamo un pò noi, indipendentemente dalla nostra opinione su chi ha perso o vinto le elezioni o su chi è stato criticato dai prestigiosi (si fa per dire) quotidiani o politici europei ed americani.

 Perchè non si può non rispettare il voto di un popolo.. .

di Davood Abbasi

Fonte


http://freeondarevolution.blogspot.it/2013/03/critiche-dal-mondo-al-voto-degli.html

L’ENTITÀ SIONISTA OCCUPANTE PERMETTE A SOCIETÀ U.S.A. DI TRIVELLARE NEL GOLAN SIRIANO OCCUPATO

L’ENTITÀ SIONISTA OCCUPANTE PERMETTE A SOCIETÀ U.S.A. DI TRIVELLARE NEL GOLAN SIRIANO OCCUPATO

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SUPPONGO CHE I PARTITI DEL CENTRODESTRASINISTRA NON ABBIANO NULLA DA DIRE AI LORO SUPPORTERS SIONISTI … (e che nemmeno questo basterà a rivedere le poro marchette verso i mandanti USraeliani ed esecutori Sauditi/Qatariani degli attentati terroristici con cui vogliono asservire la Siria al dominio dell grande finanza).

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Gerusalemme occupata – 21/02/2013 – Con una nuova violazione delle leggi e delle norme internazionali, l’occupante sionista ha dato il permesso ad una ditta americana per trivellare nel Golan siriano occupato.

 

L’agenzia stampa di Reuters News Agency ha riferito informazioni reperite da fonti israeliane attestanti che Israele avrebbe rilasciato un permesso alla Compagnia Americana Genie Energy per trivellare nel Golan siriano occupato.

 

Secondo la Carta delle Nazioni Unite ed il diritto internazionale, ad Israele non è permesso di trattare il Golan siriano occupato, essendo considerato “una terra sotto occupazione”, modificando i suoi attributi geografici.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha emesso delle Risoluzioni che considerano tutte le procedure israeliane nel Golan siriano occupato come nulle e senza effetto.

 

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Roma, attivista italiana denuncia falsi sostenitori del popolo siriano

Sabato, 02 Marzo 2013 13:07

A Roma, durante la riunione dei cosiddetti ‘Amici della Siria’, un’attivista di ”Rete No War Roma” e collaboratrice de Il Manifesto, Marinella Correggia, si e’ resa protagonista di una protesta pacifista nei corridoi di Villa Madama. La coraggiosa donna, accreditata all’evento com’e’ consuetudine per la stampa, sul finire della conferenza stampa conclusiva di Kerry, Terzi e al Khatib (a capo dell’ombrello politico del terrorismo in Siria, la coalizione della cosiddetta opposizione siriana) ha mostrato in pubblico un cartello con su scritto ”U$a, Europa, Turchia, Qatar ed Emirati Arabi supportano i terroristi e boicottano la pace” ed ha inveito contro i tre leader internazionali costringendoli a lasciare l’aula. “Ho voluto contestare la propaganda mediatica portata avanti dalle opposizioni siriane, colpevoli di sostenere gruppi armati terroristici pronti ad uccidere chiunque”, ha detto Correggia.

E’ stato il ministro degli Esteri italiano Giulio Terzi, ad aver ospitato il convegno, al quale, tra gli altri, ha partecipato il segretario di Stato americano John Kerry, il ministro degli Esteri britannico William Hague e il collega turco, Ahmet Davutoglu, il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen e l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri, Catherine Ashton e il capo della Coalizione siriana Moaz al Khatib. Quelli sopracitati insieme a Francia, Germania, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti hanno dunque deciso di intensificare l’appoggio economico e militare ai ribelli armati che stanno combattendo il governo di Damasco.



http://italian.irib.ir/gallerie/foto-del-giorno/item/122031-roma,-attivista-italiana-denuncia-falsi-sostenitori-del-popolo-siriano

Siria: manifestazioni per chiedere la cacciata dei “ribelli”

di Redazione

Manifestazioni si sono svolte oggi nei quartieri di al-Jamiliyeh e al-Suleimaniyeh di Aleppo, i cittadini sono scesi per le strade chiedendo la cacciata dei gruppi terroristici, ed esprimendo sostegno all’esercito siriano.

http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=11086

 

Che la stampa taccia su MPS

1. ORA I PIDDINI TREMANO DAVVERO: CI SONO ALMENO 4 MESI DI INTERCETTAZIONI SU MUSSARI! – 2. A URNE CHIUSE, ESCE IL RISCONTRO DEL PATTO D’ACCIAIO TRA IL PARTITO DI BERSANI E LA BANCA ROSSA: “MUSSARI E’ ESPRESSIONE DELL’ANIMA DIESSINA DEL PARTITO DEMOCRATICO” – 3. PATTO D’ACCIAIO DI MUSSARI COL SINDACO SINESE CECCUZZI: TUTTI I GIORNI A TELEFONO PER CONCORDARE LE MOSSE POLITICHE “E IN PARTICOLARE LE DECISIONI DELLA BANCA” – 4. IL “GRUPPO DELLA BIRRERIA”: METTERE SU UN GRUPPO TRASVERSALE DI APPOGGIO ALLA CANDIDATURA CECCUZZI AL COMUNE DI SIENA, INSIEME AI FIGLI DEL FANTINO ACETO – 5. RISTORANTE-ENOTECA VENDUTO AL PEGGIOR OFFERENTE: “SPONSORIZZATO DA MUSSARI” – 6. LE TELEFONATE TRA IL BERSANIANO CECCUZZI E IL CONSIGLIERE ANTONVENETA ROSATI. E A ROMA LA PAURA CORRE TRA I PALAZZI: CHI PARLAVA AL TELEFONO CON MUSSARI? –

Gian Marco Chiocci per “Il Giornale

 

Ecco la prova dell’asse Mussari-Pd. Fra le carte di un’inchiesta indirettamente collegata al Monte dei Paschi e concernente l’affidamento del ristorante senese «Millevini» dell’ente pubblico «Enoteca italiana» a una società (la Montenegro Srl) riconducibile al figlio del fantino Andrea «Aceto» Degortes, esce il riscontro del patto d’acciaio tra il partito di Bersani e la banca rossa che più rossa non si può.

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E soprattutto escono comprovati i rapporti di un certo tipo fra 1’ex presidente dell’istituto di credito Giuseppe Mussari (molto amico di «Aceto jr») e l’ex sindaco Pd Franco Ceccuzzi, ricandidato a sindaco dal Pd nazionale come faccia «nuova» del partito nella città del Palio, costretto però a rinunciare alla corsa per un avviso di garanzia relativo al crac del pastificio Amato, avviso ricevuto in tandem con l’onnipresente Mussari.

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«ACCORDI SU TUTTO» Stando a un’ informativa dei carabinieri di 27 pagine, riassuntiva di un bel po’ di intercettazioni disposte sull’utenza di Mussari tra il gennaio e l’aprile 2010, la coppia si confrontava «pressoché quotidianamente sui temi politici nazionali e locali e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca» con tutto ciò che ne consegue a livello di amministrazione della città perennemente in mano alla sinistra.

Il fascicolo aperto dal pm Natalini, già nel pool che indaga su Antonveneta ha riguardato non solo l’affidamento della gestione del ristorante «Millevini» ma alcune verifiche preliminari sulla vendita di appartamenti da parte della «Valorizzazioni immobiliari», già controllata Mps, che con escamotage avrebbe garantito «garanzie preferenziali» a persone orbitanti intorno al «gruppo politico imprenditoriale» conosciuto, per l’appunto, come «gruppo della Birreria».

giuseppe mussarigiuseppe mussari

QUEI LEGAMI COL PD Nell’inchiesta ci son finiti dentro i figli di «Aceto», Antonio e Alberto Degortes, e avvisi di garanzia sono piovuti all’indirizzo del presidente dell’Enoteca italiana, Claudio Galletti, al direttore Fabio Carlesi, e alla compagna di Antonio Degortes. L’ipotesi di reato è concorso in «turbata libertà degli incanti» rispetto alle presunte anomalie verificatesi nelle procedura di affidamento «non in evidenza» e senza gara.

Giuseppe MussariGiuseppe Mussari

A pagina 5 dell’informativa dei carabinieri ecco uscire la bomba politica: «Le intercettazioni hanno messo in evidenza come in quel periodo l’avvocato Giuseppe Mussari, espressione dell’anima diessina del Partito democratico, riconfrontasse pressoché quotidianamente su temi politici nazionali e locali, e in particolare quindi sulle decisioni da assumere in seno alla banca da egli presieduta, con i conseguenti riverberi sulle amministrazioni e imprese ad esse collegate, con l’onorevole Franco Ceccuzzi (nelle note definito già deputato con l’Ulivo e col Pd, che a maggio 2012 ha annunciato le dimissioni legate principalmente alla crisi finanziaria che ha colpito Mps)».

GIUSEPPE MUSSARIGIUSEPPE MUSSARI

ANIME DIVERSE NEL PARTITO Le stesse intercettazioni- continuano i carabinieri – avevano messo in luce «come gli argomenti cardinali delle conversazioni fra il presidente dalla Banca Mps e 1′ onorevole del Partito 
democratico fossero il difficile equilibrio tra le due anime del partito, quella di loro riferimento 
e quella minoritaria di provenienza ciellina soprattutto in relazione alla candidatura a sindaco di Siena proprio del Ceccuzzi alle elezioni 2011».

LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg

L’ASSOCIAZIONE DEGLI AMICI A forza di sentire telefonate i militari dell’Arma annotano come «numerosissime appaiono le conversazioni tra Mussari, Ceccuzzi, Antonio Degortes, Mauro Rosati (membro del Cda di Antonveneta, ndr) e Andrea Bellandi (socio della Birreria in piazza del Campo, ritrovo di Mussari &Co, ndr), personaggi accomunati da forti interessi economici ed impegnati tra l’altro, insieme all’ avvocato Roberto Martini, nell’ attività della neonata associazione culturale Per Siena» che nelle intenzioni dovrebbe essere apartitica e invece, per gli inquirenti, promuoveva l’ascesa di Ceccuzzi a 
sindaco di Siena.

franco ceccuzzifranco ceccuzzi

LA CAMPAGNA ELETTORALE Al telefono Mussari e Ceccuzzi intensificano gli sforzi. Parlano del «destino politico del sindaco Pd uscente Maurizio Cenni e della candidatura di Ceccuzzi alla successione». Si soffermano sulle iniziative dei vari Bellandi e Rosati e di altri personaggi iscritti all’associazione «e l’onorevole pare interessato a raccogliere consensi trasversali per la propria candidatura anche sostenendo le attività della compagine associativa». Tutto questo per concludere che «la presenza a Siena di un gruppo politico-economico facente riferimento a Mussari» e al «gruppo della birreria» spingeva per la candidatura dell’onorevole Ceccuzzi, «cui seguivano discutibili nomine a segui to del suo successo elettorale».

 

2. SISTEMA MPS: VENDITA AL PEGGIOR OFFERENTE, PURCHE’ COMPONENTE DELLA “BIRRERIA”

Dall’articolo di Andrea Greco e Francesco Viviano per “La Repubblica

 

Ieri è stata una giornata rilevante anche per le indagini sul passato, sulla gestione che ha condotto la banca ad affidarsi al Tesoro. L’ex presidente di Mps (e dell’Abi) Giuseppe Mussari e l’ex sindaco di Siena Franco Ceccuzzi (entrambi indagati per concorso in bancarotta) sono stati interrogati a Salerno dal pm Vincenzo Senatore nell’inchiesta sul finanziamento di 19 milioni, nel 2007, all’immobiliare del Pastificio Amato, fallita nel 2011. Nelle stesse ore a Siena uscivano le carte di un’altra inchiesta, sulla vendita di immobili Mps agli “amici” Alberto e Antonio Degortes, figli del fantino Aceto.

GIUSEPPE MUSSARI ANTONIO VIGNIGIUSEPPE MUSSARI ANTONIO VIGNIIL SINDACO DI SIENA FRANCO CECCUZZI NEL GIORNO DELLE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE jpegIL SINDACO DI SIENA FRANCO CECCUZZI NEL GIORNO DELLE DIMISSIONI DA PARLAMENTARE jpeg

Informative dei Carabinieri e intercettazioni telefoniche da cui emerge che in città regnava una lobby «politico imprenditoriale» denominata «gruppo della birreria», con ai vertici proprio Mussari e Ceccuzzi, più altri notabili cittadini. Gli inquirenti sul “Ristorante Enoteca Millevini” hanno accertato che alcuni palazzi di “Valorizzazioni Immobiliari” (Vim, ai tempi costola della banca locale) sarebbero stati ceduti a prezzi di favore seguendo «corsie preferenziali», e provocando un danno alle casse di Mps.

Tutto nasce da una «fonte confidenziale»: un imprenditore che aveva offerto 1,55 milioni per acquistare immobili di Vim, ma fu escluso dalla trattativa e si preferì vendere a un prezzo inferiore (1,4 milioni) a una società milanese. Quando l’imprenditore chiese spiegazioni, un funzionario di Mps gli rispose «la banca può vendere come vuole e a chi vuole», e che l’offerta milanese «non poteva essere rifiutata perché sponsorizzata da Mussari».

ANTONIO VIGNIANTONIO VIGNI

Nell’informativa è anche scritto: «Mussari, espressione dell’anima diessina del Pd, si confrontava pressoché quotidianamente con Ceccuzzi su temi politici nazionali e locali, e in particolare su decisioni da assumere in seno alla banca». Nel filone principale dell’inchiesta su Mps, invece, slitta il terzo interrogatorio all’ex dg Antonio Vigni, che oggi non ci sarà per l’assenza di un difensore.

[01-03-2013]


http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-ora-i-piddini-tremano-davvero-ci-sono-almeno-4-mesi-di-intercettazioni-su-51720.htm

 

LA KIRCHNER ATTACCA IL CAPO DELLA COMUNITA’ EBRAICA DI BUENOS AIRES

se non permetti ad Usa ed Israele di decidere la politica estera (e non solo) sei una minaccia

LA KIRCHNER ATTACCA IL CAPO DELLA COMUNITA’ EBRAICA DI BUENOS AIRES

 La presidentessa dell’Argentina insinua che il leader della comunità ebraica sia legato a un’agenzia di spionaggio estera

 La presidentessa argentina, Cristina Fernandez de Kirchner ha attaccato pubblicamente il capo della comunità ebraica di Buenos Aires, insinuando che fosse in contatto con una “agenzia di spionaggio estera, che sa di un nuovo attacco terroristico pensato contro l’Argentina”. 

 Guillermo Borger, presidente del centro ebraico di Buenos Aires presso l’AMIA [Associazione Mutua Israelita Argentina, n.d.t.] ha dichiarato che l’accordo tra Iran e Argentina per la creazione di un comitato d’investigazione sull’attentato al centro ebraico del 1994 “darà via libera ad un nuovo attentato nel Paese”. Nel 1992 ci fu un attentato con bombe all’ambasciata d’Israele a Buenos Aires. 

 “Questo patto viene visto da alcuni come un passo avanti. Potrebbe essere un passo verso il baratro. Permetterà un terzo attacco davvero fatale”, ha avvertito Borger. Lo scontro tra Borger e la Fernzandez ha raggiunto l’apice sabato, quanto la presidentessa ha usato la televisione nazionale e Twitter per difendere l’accordo. 

 “Mi sono preoccupata nel leggere le dichiarazioni di Guillermo Borger, presidente dell’AMIA, in merito all’accordo con l’Iran. Cosa sa per poter dire cose tanto terribili?”, ha scritto la Fernandez su Twitter. “Se esistesse un attacco pianificato in relazione al patto con l’Iran, chi è la mente e chi il braccio?” 

 I commenti della Fernandez sembravano accusare Borger di essere in contatto con organi di spionaggio all’estero che gli passano informazioni, secondo quando detto da un membro della comunità ebraica di Buenos Aires ad Haaretz domenica. 

 Il Senato argentino sarà la prima camera legislativa a discutere il memorandum d’intesa, firmato con l’Iran il 27 gennaio, sulle bombe all’AMIA del 1994, attentato nel quale rimasero uccise 85 persone e feriti a centinaia. La Fernandez riunirà il Congresso argentino il 28 febbraio per una sessione speciale sull’accordo, che potrebbe creare una “vera commissione” che permetta ai giudici di interrogare i sospetti iraniani a Teheran. 

 Borger ora obietta fortemente sull’accordo, nonostante abbia espresso di esserne soddisfatto dopo un incontro alla sede dell’AMIA con il ministro degli esteri Hector Timerman il 29 gennaio. All’incontro erano presenti altri leader ebrei e le famiglie delle vittime. 

 Quando venne annunciato il memorandum, Borger dichiarò che si opponeva in quanto “non ci fidiamo dell’Iran”.

 Israele e gli Stati Uniti si sono opposti agli incontri tra Argentina ed Iran, nonché all’accordo bilaterale.

Fonte tratta dal sito.

 http://wwwblogdicristian.blogspot.it/2013/02/la-kirchner-attacca-il-capo-della.html

 

Ilfatto abbonati.ora Bersani deve fare il “No-Tav”?

ACCORDI E DISACCORDI

Torino-Lione, ora Bersani deve fare il “No-Tav”?

di Giorgio Meletti

  Hic Susa, hic salta. Voci, scenari e telefonate per un governo appoggiato dal Movimento 5 stelle sono destinate a incastrarsi nella strettoia di Avigliana, il comune alle porte di Torino e all’ingresso della Val di Susa. Di tutto il resto si può anche discutere, ma nessuno sa come aggirare il nodo politico decisivo: Beppe Grillo nemmeno discuterà di un esecutivo che non proceda, come primo atto, alla chiusura del capitolo Torino-Lione. L’appuntamento è già fissato: sabato 23 marzo, in coincidenza con le consultazioni del presidente Napolitano per il nuovo governo, e con la minacciata manifestazione sulla giustizia di Silvio Berlusconi, tutti i neoeletti parlamentari grillini andranno a manifestare con i No-Tav in Val di Susa.   Il Tav è una bandiera politica, per i favorevoli e per i contrari. Chi voglia sintonizzarsi con le frequenze emotive e politiche del grillismo, pensi al Tav, l’ultima cosa che il M5S potrebbe accettare, e quella di cui bisogna parlare per prima, per capire se c’è un margine per continuare.   Se c’è un simbolo della politica “zombie” che Grillo sottopone a quotidiano dileggio, questo è l’alta velocità Torino-Lione. All’origine del contestato progetto c’è la firma di Pier Luigi Bersani. Fu lui, come ministro dei Trasporti, a firmare il 29 gennaio 2001 l’accordo con l’omologo francese Jean-Claude Gayssot per il nuovo tunnel ferroviario del Frejus. E lo fece sotto lo sguardo soddisfatto del presidente francese Jacques Chirac, che definì la decisione “irreversibile”. E sotto lo sguardo lungimirante del presidente del Consiglio italiano Giuliano Amato che, ottimista, definì il problema dell’opposizione delle popolazioni locali “già in corso di soluzione”.   Il problema è che sia Bersani, sia il sindaco di Torino Piero Fassino, sia il suo predecessore Sergio Chiamparino, sia gran parte del Pd piemontese sono stati finora tra i più strenui sostenitori dell’opera. E i pochi scettici sono stati messi ai margini del partito. L’ex sindaco di Avigliana, Carla Mattioli, si è schierata con i No-Tav ed è stata espulsa dal partito. Il presidente della Comunità Montana della Val di Susa e Val Sangone, Sandro Plano, è stato escluso dalle primarie per aver presentato solo 392 firme contro le 400 richieste. L’anno scorso Plano fu invitato a parlare alla manifestazione della Fiom a Roma, in piazza San Giovanni, e ciò bastò al Pd per disdire la partecipazione dei suoi dirigenti. “Data la nostra posizione sul Tav non possiamo partecipare”, disse il “giovane turco” Matteo Or-fini, bersaniano di ferro.   Tutti questi precedenti fanno pensare a diversi esponenti del Partito democratico che non sia Bersani l’uomo in grado di mettersi d’accordo con Grillo. Anche se, nota Plano, “trovo incoraggiante che Bersani non abbia mai nominato il Tav in tutta la campagna elettorale”.   L’ipotesi di un cambio di linea del Pd è comunque supportata da tre fattorigiudicati incoraggianti dai fautori dell’accordo con Grillo. Primo: la gravità della situazione economica consente di motivare l’addio all’oneroso progetto con puri calcoli di finanza pubblica, senza addentrarsi in una discussione sulla sua dubbia utilità. Con buona pace degli allarmisti che parlano di penali da un miliardo e mezzo di euro, i tecnici sanno che chiudere il circo del Tav costerà al massimo 100 milioni di euro, e ne farà risparmiare almeno 10. Secondo: in coalizione con il Pd c’è Sel, e i vendoliani sono da sempre schierati contro l’alta velocità. Terzo: il Pd deve prendere atto dei risultati elettorali. Già nel 2010 Mercedes Bresso, sdraiata sulla linea dei Sì-Tav, perse le regionali del Piemonte contro il leghista Roberto Cota per il decisivo drenaggio di voti subito dai grillini. Lunedì sera nei comuni della Val di Susa il M5S ha preso percentuali tra il 30 e il 40 per cento, con la punta del 60 per cento nella località simbolo di Venaus.   Con questi risultati, nessuno pensa di poter chiedere a Grillo il sostegno anche implicito a un governo che mandi i poliziotti ad aprire quei cantieri.   Twitter@giorgiomeletti

PROGETTI Come fare il Tav senza passare nelle zone M5S della Val di Susa. Ecco un’idea dal sito “No-Tav”