Manifestanti palestinesi danno fuoco alle foto di Obama

Betlemme-InfoPal. Nella serata di lunedì 18 marzo, dimostranti palestinesi hanno dato fuoco alle foto del presidente Usa, Barack Obama, di fronte alla Chiesa della Natività di Betlemme (sud della Cisgiordania occupata), per protestare contro la sua imminente visita in Cisgiordania.

 I manifestanti hanno rimosso uno striscione con una foto di Obama, l’hanno strappato e calpestato, mentre inveivano contro la politica statunitense nella regione, schierata completamente a favore degli interessi israeliani.

Attivisti e partiti politici palestinesi avevano invitato il popolo a manifestare nelle diverse città palestinesi, alla vigilia della visita del presidente Usa nei territori palestinesi occupati.

http://www.infopal.it/manifestanti-palestinesi-danno-fuoco-alle-foto-di-obama/

Cipro : la TROIKA rilancia

Cipro, Eurogruppo rinnova aiuti “Ok prelievo, tutela piccoli depositi”

ANSA

23:19 – L’Eurogruppo, dopo aver preso atto del rifiuto cipriota del piano di salvataggio, “ha ribadito la sua offerta” a Nicosia. “Confermo che l’Europa è pronta ad assistere Cipro negli sforzi di riforma”, ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, rinnovando la proposta di un prelievo forzoso dai conti correnti esentando i piccoli depositi, quelli al di sotto dei 100mila euro.

 

Cipro/ Parlamento respinge piano salvataggio Ue

19/03/2013Nicosia, 19 mar. (TMNews) – Il Parlamento di Cipro ha respinto il controverso piano di salvataggio dell’Unione europea e con esso, quindi, il previsto prelievo forzoso dai conti bancari dei ciprioti. (fonte Afp)

 

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/121_ultima_ora/485871_cipro_parlamento_respinge_piano_salvataggio_ue/?refresh_ce

 

Cipro: parlamento boccia piano salvataggio. Niente prelievo su depositi

19 Marzo 2013 – 20:44

(ASCA) – Roma, 19 mar – Il parlamento di Cipro, con 36 voti contrari e 19 astensioni, ha bocciato l’introduzione di un prelievo forzoso sui depositi bancari bancari, una misura chiesta dagli altri partner dell’Eurozona e del Fondo Monetario Internazionale, per dare il via al piano di salvataggio di circa 17 miliardi di euro, pari al 140% del Pil. Gli aiuti servono per salvare un paese che paga la crisi del proprio sistema bancario, gravido di sofferenze verso la Grecia. Il prelievo forzoso doveva servire come contributo (5,8 miliardi) del paese alle spese del piano, ma le manifestazioni popolari contro questa misura, considerata un salvataggio delle banche, non a carico degli azionisti, ma dei clienti, ha indotto il parlamento alla marcia indietro. Il presidente cipriota Nicos Anastasiades ha invitato i partiti al dialogo, mentre le banche restano chiuse per evitare una nuova massiccia fuga di capitali dall’isola. Si dovra’ tornare al negoziato, non solo tra i partiti ciprioti, ma anche con gli altri partner dell’Eurozona, l’Eurogruppo e’ convocato per venerdi’. Sembra di assistere al ”deja vu” del famoso Psi fatto sulla Grecia, quando i detentori di titoli di Stato ellenici furono chiamati, anche in modo forzoso, a condividere le perdite, innescando un calo di fiducia sui titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona, divenuti all’improvviso suscettibili di ristrutturazione forzosa. Nel caso di Cipro si e’ optato per un prelievo forzoso sui depositi bancari che, oltre a favorire la fuga di capitali dall’isola, innesca un calo nella fiducia dei depositanti, che diventano oggetto di una ristrutturazione delle loro disponibilita’ liquide. Per ora l’Eurogruppo si e’ limitato a dire che il prelievo forzoso rimarra un ”caso unico”, ma lo stesso spartito era stato suonato per la Grecia. I mercati finanziari di fronte a questo proliferare di ”unicita” oggi hann penalizzato i paesi periferici dell’Eurozona con significative flessioni per le borse di Milano (-1,5%) e Madrid (-2,2%) ed inevitabile aumento dello spread. Per i trader, Italia e Spagna hanno ancora le maggiori probabilita’ di entrare in stress finanziario, soprattutto se la recessione dovesse approfondirsi. In calo anche l’euro, sceso fino a sotto 1,29 sul dollaro, sui minimi da fine novembre. men/sam/

http://www.asca.it/news-Cipro__parlamento_boccia_piano_salvataggio__Niente_prelievo_su_depositi-1259574-BRK.html

 

Cipro:Dijsselbloem,prelievo e’caso unico

 19 marzo 2013

 

Nessun intervento su conti bancari in altri Stati europei

(ANSA) – ROMA, 19 MAR – Non ci sara’ alcun prelievo forzoso dai conti correnti bancari in altri Paesi europei oltre Cipro. Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, aggiungendo che la situazione di Cipro e’ unica e che il prelievo e’ necessario e ”inevitabile” per salvare il Paese.

http://www.ilcittadinomb.it/stories/ansa/360726_ciprodijsselbloemprelievo_ecaso_unico/

 

Cipro: prelievo piu’ progressivo sui piccoli depositi bancari

19 Marzo 2013 – 08:39

(ASCA) – Bruxelles, 19 mar – Rivisto l’accordo per il salvataggio di Cipro. La riunione telefonica dell’Eurogruppo ha confermato i prestiti per dieci miliardi gia’ decisi nella riunione di venerdi’ scorso, ma ha ridefinito i prelievi sui conti correnti inferiori ai 100 mila euro. I ministri dell’Economia e delle Finanze dei paesi con la moneta unica avevano deciso un prelievo eccezionale del 6,75% sui depositi bancari inferiori a 100mila euro e del 9,9% su quelli con somme superiori. Ora, recita la nota diffusa dopo la teleconferenza di circa due ore, per i depositi con meno di 100mila euro ”le autorita’ cipriote introdurranno una maggiore progressivita’ nel prelievo una tantum rispetto a quanto deciso il 16 marzo”. Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, non entra nel dettaglio. Nel suo comunicato non fissa cifre, ma il principio per cui ”coloro che detengono piccoli depositi nei conti delle banche di Cipro devono essere trattati diversamente dai grandi”, e quindi l’Eurogruppo ”riafferma l’importanza di garantire pienamente i depositi inferiori a 100 mila euro”. Spetta ora al governo di Nicosia procedere, e deve farlo in modo da ”non modificare la somma totale dell’aiuto finanziario degli europei e del Fondo monetario internazionale”, ossia dieci miliardi. Dijssembloem ribadisce che il prelievo forzoso sui depositi ”e’ una misura una tantum”, e che insieme al prestito internazionale servira’ a ”ripristinare la vitalita’ del sistema bancario cipriota e quindi salvaguardare la stabilita’ finanziaria a Cipro”. La misura, sottolinea Dijsselbloem, e’ necessaria. ”Senza Cipro si sarebbe trovata di fronte a scenari che avrebbero lasciato i risparmiatori in condizioni ben peggiori”.

 

bne/red

http://www.asca.it/news-Cipro__prelievo_piu__progressivo_sui_piccoli_depositi_bancari-1259218.html

 

Bce: prende atto decisione Cipro. Continueremo a fornire liquidita’

19 Marzo 2013 – 20:48

(ASCA) – Roma, 19 mar – ”La Bce prende atto della decisione del parlamento di Cipro e resta in contatto con gli altri partner della Troika (Bce-Ue-Fmi,NdR). Ribadisce l’impegno a fornire tutta la liquidita’ necessaria nell’ambito delle attuali regole”, cosi’ la nota dell’Eurotower.

 

Il comunicato arriva dopo il voto del parlamento di Cipro che ha bocciato il prelievo forzoso sui depositi bancari. Una misura richiesta dai partner dell’Eurozona e dal Fondo Monetario Internazionale come condizione per attivare il salvataggio del sistema bancario del paese.

http://www.asca.it/news-Bce__prende_atto_decisione_Cipro__Continueremo_a_fornire_liquidita_-1259575.html

 

Una precisazione. Servirebbe leggere nel dettaglio certe notizie per capire da chi è partita l’idea. Eurogruppo nonché FMI di concerto con TUTTI i ministri DELLE FINANZE. Capisco che usare solo la merkel come spauracchio (ritratta con la divisa della STASI dalla quale proviene) e fare il flash mod fingendo che siano i singoli cittadini tedeschi che si arricchiscono quando il maltolto andrà alle banche ESATTAMENTE COME I SOLDI CONFLUITI NEL FONDOSALVASTATI voluto dal tutta la Ue. Serve un personaggio da additare così si finge che la UE, il FMI e la troika siano SANTI MA siano “soggiogati” da tale singolo personaggio? 

Il debito pubblico supera i 2.000 mld grazie all’Europa dei banchieri

SALVASTATI? MA SE VANNO ALLE BANCHE STI SOLDI…

e poi ci chiedono dove prenderemmo i soldi per il reddito di cittadinanza

di Italo Romano

Come riportato dall’Ansa qualche giorno fa, il debito pubblico italiano ha sfondato il muro dei 2.000 miliardi di euro, di fatto segnando un nuovo record assoluto: a gennaio è aumentato di 34 miliardi rispetto a dicembre, toccando i 2.022,7 miliardi. A comunicarlo è Bankitalia che mette in risalto come il forte incremento sia dovuto in gran parte ai 43 miliardi dati dall’Italia per il Fondo ‘Salva-Stati’ (Meccanismo europeo di stabilità, Mes), l’Efsf (European Financial Stabitity Facility) e per vari accordi bilaterali con vari Paesi della zona euro (UEM).

Quindi, l’intera somma ricavata dall’aumento del 2,3% delle entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato rispetto allo stesso mese del 2012, non è servito a risollevare il walfare state, ma a rimpinguare i mostri del capitale europeo che stringono il cappio al collo dei popoli, tracciando inesorabilmente la strada dell’unione fiscale, della dissoluzione degli stati nazione e dell’autodeterminazione dei popoli, stremati e devastati dalla minaccia del debito.

Nel Supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia, uscito il 15 Marzo 2013, titolato ‘Finanza pubblica, fabbisogno e debito‘, c’é un grafico semplice ma molto interessante, che mi permette di mostrarvi dati alla mano quanto su riportato.

Il grafico mostra, in valori cumulati, il sostegno finanziario dell’Italia nei confronti dei Paesi UEM.

Tutto ha inizio nel 2010, quando la crisi economico-finanziaria approda in Europa e scatena tutta la sua furia sulle economie dismesse dall’unione monetaria europea. Come riportato in modo chiaro dalla legenda della figura, è facile distinguere le tre categorie sopra elencate grazie alla diversa colorazione delle bande che le rappresentano.

La bande celeste rappresenta la somma totale dei soldi versati dall’Italia agli Stati membri dell’UEM. Il Belpaese ha iniziato ad erogare i primi sostegni finanziari (prestiti diretti) nel 2010, principalmente alla Grecia, anzi, alle banche tedesche e francesi detentrici del debito ellenico, per un totale di 10 miliardi di euro.

La banda viola chiaro, che inizia ad accrescersi all’inizio del 2011, rappresenta le risorse che sono state versate al fondo EFSF, ad oggi pari a 28 miliardi di euro.

La banda di colore più scuro, invece, rappresenta i 5 miliardi di euro che l’Italia ha stanziato ad oggi per la partecipazione al Mes.

I conti tornato, sono in tutto 43 miliardi di euro, elargiti in gran parte nel 2012, annus horribilis del governo tecnico dell’austerità di Mario Monti&co., che intonava in coro ‘ce lo chiede l’Europa‘.

E’ chiaro che non avendo più sovranità monetaria l’Italia ha dovuto rivolgersi all’usura legalizzata internazionale, indebitandosi ulteriormente.

Un cane che si morde la coda. La storia è già nota, tranne a chi non ha l’accortezza di oltrepassare la coltre mediatica, divenedo carne da macello di demagoghi, populisti e affaristi vari.

Cosa sono rispetto a ciò i tanto vituperati ‘costi della politica‘? Spiccioli. Distrazioni mediatiche usate dagli imbonitori del sistema per aizzare la folla e farle accettare ‘prassi rivoluzionarie sistemiche che diano alla gente l’apparenza del cambiamento. Ovvio che eticamente si tratta di una battaglia legittima e sacrosanta, ma non risolve i nostri problemi, per tale motivo la ritengo, al momento, secondaria.

Nell’istogramma sottostante è possibile apprezzare l’enorme differenza, in milioni di euro, tra ‘costi della politica‘ e ‘costi dell’Europa‘ (fonte: Byoblu).

Se si vuole cambiare davvero lo status quo, si deve capire e studiare. Informarsi e ingurgitare le storielle dei buffoni di corte, per poi ripetarle a pappagallo, non serve a molto.

I numeri sono chiari e il concetto è semplice.

Per risollevarci è necessario in primis abbattere il mostro ‘euro’, strumento oligarchico di lotta di classe e riappropriarsi della sovranità monetaria, economica e politica.

Il resto sono solo chiacchiere, mettetevelo in testa.

http://www.oltrelacoltre.com/?p=15917

Marche, ecco la riforma della sanità Tredici ospedali

Cara Susanna, praticamente quasi fatto senza bisogno di dirlo. Dormi dormi.

 ANCONA – Piccoli ospedali, il quadro della riforma nelle Marche ha ora contorni più precisi. Dei tredici presìdi minori convertiti in Case della salute, solo sei avranno anche la lungodegenza. Gli ospedali riconvertiti in Case della salute pure sette. Cagli e Fossombrone nel Pesarese, Chiaravalle e Sassoferrato in Provincia di Ancona, Matelica nell’Area vasta di Macerata. Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare nel Fermano.

Manteranno funzioni di lungodegenza e cura delle cronicità Sassocorvaro (Pesaro), Loreto (Ancona), Cingoli, Recanati, Tolentino e Treia nel Maceratese. Questo è quanto proposto ieri dalla Regione ai sindacati. Un summit in cui il direttore generale Asur Piero Ciccarelli ha confermato che i 18 reparti da tagliare verranno decisi nelle contrattazioni di Area vasta e che il taglio di dipendenti nel 2013 sfiorerà le 450 unità.

Gli esuberi saranno tutti precari, un terzo dei 1.500 contratti a tempo determinato nell’intera regione. Non si toccano i contratti a tempo indeterminato. Per questo la Regione ha spiegato a Cgil, Cisl e Uil che non ci saranno licenziamenti. I sindacati si dicono comunque estremamente preoccupati per una proposta che fatica ad entrare nel dettaglio. Confermano pertanto la manifestazione regionale del 25 marzo ad Ancona per protestare contro la riforma, perché «non si comprendere ancora dove verranno tagliati i 551 posti letto, non si conoscono gli obiettivi per contenere liste di attesa e mobilità passiva e si profila un altro taglio ai dipendenti del comparto».

Dopo la manifestazione, sindacati e Regione sono attesi ad un altro confronto. Il quadro complessivo del riassetto si ricompone. L’assessore alla Salute Almerino Mezzolani ha declinato il taglio di posti letto per singola Area vasta. Il taglio complessivo è di 551 posti letto. Si scende da 6.261 a 5.710. I 5.325 posti letto per malati acuti diventano 4.530, per un taglio di 795 posti. Aumentano i letti per la lungodegenza e la riabilitazione. Da 936 si passa a 1.180, un saldo positivo di 244 posti. In provincia di Pesaro i posti letto per acuti passano da 912 a 808 (-104), quelli di lungodegenza da 171 a 180 (+9), per un taglio complessivo di 95 posti.

In provincia di Ancona i posti per malati acuti si riducono da 2.171 a 1.870 (-301), la lungodegenza sale da 386 a 444 posti (+58), il deficit complessivo è di 243 posti letto. Nel Maceratese i letti per acuti scendono da 1.039 a 823 (-216), quelli per lungodegenti salgono da 248 a 316 (+68), per un taglio di 148 letti. Fermo è l’unica provincia ad avere più posti dopo la riforma, sette, grazie ad un aumento dei posti per lungodegenti da 27 a 83 (+56), che compensa la riduzione dei posti per acuti, che calano da 436 a 387 (-49). In provincia di Ascoli, infine, i posti letto per acuti scendono da 767 a 642 (-125), quelli per lungodegenti salgono da 104 a 157 (+53). 

Il taglio dei posti letto per acuti e l’incremento dei posti letto per la cura delle cronicità è stato imposto dal decreto Balduzzi. Le Marche, attualmente, hanno una media di 3,9 posti letto ogni 1.000 abitanti. Il decreto del ministro della Sanità obbliga la regione a scendere a 3,7 posti letto ogni mille abitanti. «Ma a livello provinciale – fanno notare i sindacati – permane un preoccupante squilibrio». Pesaro ha 2,7 posti letto ogni mille abitanti; Ancona 4,66; Macerata 3,67; Fermo 2,66; Ascoli 3,7. 

Nel summit di ieri la Regione ha ribadito che tutti i 13 ospedali riconvertiti in Case della Salute avranno un medico che opera dalle 8 alle 20 e una guardia medica che opera in orario notturno. I medici di medicina generale saranno chiamati ad assistere le patologie croniche dell’anziano come broncopatie, scompensi cardiaci, asma e diabete. Le Case della Salute manterranno le funzioni specialistiche, effettueranno gli interventi programmati, ma non di urgenza. Ogni presidio avrà un mezzo di soccorso.

Martedì 19 Marzo 2013 – 10:03


http://www.ilmessaggero.it/marche/ancona_marche_sanit_tagli/notizie/259362.shtml

Litvinenko ha lavorato per l’MI6

Pubblicato il: 19 marzo, 2013

Polina Chernitsa Voce della Russia

L’ex agente dell’FSB Aleksandr Litvinenko ha ricevuto più di 100.000 dollari per cooperare con il servizio segreto britannico MI6. Una dichiarazione in tal senso è stata fatta dalla vedova di Litvinenko, testimoniando sull’avvelenamento del marito durante le udienze in tribunale a Londra. Anche se la testimonianza è stata data sette anni fa, le informazioni su di essa sono state divulgate solo alcuni giorni fa. L’MI6 ha continuato a pagare anche dopo la morte di Litvinenko, ha detto la vedova.
L’articolo sui servizi segreti inglesi che pagavano mensilmente Litvinenko tra il 2003 e il 2006 è stato pubblicato da The Sunday Times, citando la testimonianza della vedova. L’ultimo  trasferimento di denaro avvenne alcuni mesi dopo la morte di Litvinenko. Inoltre, l’MI6 finanziava i viaggi d’affari di Litvinenko fornendogli un passaporto falso britannico. Litvinenko viaggiava  presumibilmente per condurre un’indagine in Spagna, dove avrebbe aiutato le autorità locali a scoprire la presenza della mafia russa, dice il giornale. Gli esperti sono sicuri che le relazioni saranno confermate. Le prime relazioni secondo cui Litvinenko lavorava per l’MI6 si ebbero alla fine dello scorso anno. Le informazioni divulgate recentemente forniscono altri dettagli che screditano ulteriormente i britannici, afferma l’analista Leonid Savin. “Chi ci sia dietro alle informazioni fatte trapelate alla stampa, non è chiaro. Le autorità britanniche non so no interessate a renderle pubbliche. La Gran Bretagna probabilmente cercherà di mettere a tacere il tutto per evitare di perdere la faccia.”
Le autorità britanniche sono intervenute a febbraio, dopo che l’avvocato di Marina Litvinenko ha parlato dei legami del marito con l’MI6, alla fine dello scorso anno. L’annuncio secondo cui i documenti relativi al caso Litvinenko sarebbero stati secretati, ha incontrato forti critiche da parte dei media e dalla vedova di Litvinenko. Curiosamente, Marina Litvinenko ha rifiutato di commentare i recenti articoli, citando la segretezza delle indagini. Molti analisti temono che la fuga  sicuramente getterà un’ombra su Londra. A giudicare dai recenti sviluppi riguardo il caso Litvinenko, l”eredità’ che i conservatori hanno ricevuto dai laburisti diventa un fardello troppo pesante per il governo di David Cameron. Mentre le udienze vengono rinviate da maggio a ottobre, potrebbero aversi nuove rivelazioni, facendo saltare il caso Litvinenko. Commenta l’analista Vladimir Slatinov. “Le fughe delle informazioni si verificano al momento giusto. A giudicare dai rapporti, Litvinenko non è la vittima innocente di un complotto. La prescrizione esiste anche nelle relazioni diplomatiche. Il caso Litvinenko ha inasprito le relazioni russo-britanniche per anni, spingendo i governi inglesi a fare dichiarazioni dure. Ora che le autorità britanniche non si sono più fissate sul caso, ma su come rimettere in piedi i rapporti bilaterali, la questione prende una piega diversa.”
Ciò risulta chiaro dai recenti colloqui russo-britannici a Londra. Il ministro degli Esteri russo e il suo omologo britannico hanno sollevato il caso Litvinenko durante i colloqui. Ma anche se l’incontro è quasi coinciso con le udienze, gli inglesi non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sul caso. Inoltre, il servizio stampa del Foreign Office inglese ha rifiutato di commentare una domanda relativa al caso Litvinenko, citando la mancanza di tempo.

Traduzione di Alessandro Lattanzio



http://www.statopotenza.eu/6508/litvinenko-ha-lavorato-per-lmi6