Grecia: attentati, arresti e mercenari

MARZO 16, 2013

Darkernet 15 marzo 2013

10greece2-600Riportiamo le notizie sul bombardamento di uffici governativi greci e sugli anarchici arrestati. Nel frattempo vi sono ancora domande senza risposta riguardanti il ruolo dei mercenari impiegati dal governo greco. Tutto questo mentre peggiora la crisi economica, con un appello per coprire la grave carenza di farmaci.

Per primo… aggiornamento di due vecchie storie
1. Un seguito al photoshoping delle foto di Dimitris Politis, Yannis Michailidis, Nikos Romanos e Andreas-Dimitris Bourzoukos, i quattro giovani anarchici picchiati dalla polizia; una rivista ha pubblicato una foto truccata del primo ministro greco picchiato, per attirare l’attenzione sullo scandalo.
2. Kostas Vaxevanis, il giornalista che ha rilasciato i dettagli sulla sezione greca della lista Lagarde (Darkernet ha pubblicato tale elenco, per evitare un’azione legale) secondo il Frontline Club, è stato scelto per il prestigioso premio sul giornalismo dell’Index on Censorship.

A. Attentati e arresti
Tre uffici del partito conservatore Nuova Democrazia di Salonicco sono stati bombardati. Una persona è stata leggermente ferita. Gli attentati sono stati simultanei. Uno degli obiettivi era l’ufficio del Viceministro per lo sviluppo Stavros Kalafatis. Gli altri uffici attaccati sono quelli dei deputati Giorgos Orfanos e Costas Gioulekas.
Gli attentati sono avvenuti dopo che le squadre antiterrorismo di Atene hanno fatto irruzione in due appartamenti a Exarchia e vi avrebbero trovato un’auto a nolo  con due zaini contenenti due fucili Kalashnikov con il calcio segato, quattro granate di tipo F1, tre caricatori (due da 20 cartucce e uno da sei), due casse di grandi dimensioni sigillate contenenti 720 proiettili calibro 7,62 mm, e un paio di guanti di stoffa. Un altro appartamento vicino al Pireo è stato perquisito.
Gli appartamenti e garage sono stati identificati nell’ambito dell’indagine sul gruppo che ha effettuato delle rapine a mano armata a Velvento, vicino alla città settentrionale di Kozani, così come su gruppi legati ad altri recenti atti insurrezionali. Così mentre quattro giovani sono stati arrestati per le rapine di un mese fa, altri quattro vengono ricercati. Il mese scorso circa 30 assalitori mascherati hanno bersagliato il distretto di polizia di Exarchia con bombe incendiarie, causando danni ma nessun ferito; circa otto molotov sono state lanciate sulla stazione di polizia di Kallidromiou Street.

B. Mercenari
untitled Tre settimane fa abbiamo pubblicato un articolo su sei gruppi di mercenari assunti dal governo greco presumibilmente per proteggere il governo e supervisionare le operazioni di polizia. Tra i gruppi mercenari, vi è la Blackwater (ora Academi). Academi ha inviato un’oscura smentita su un contratto del genere conAcademi, Xe o Blackwater; abbiamo aggiornato l’articolo di conseguenza (anche se abbiamo aggiunto che i gruppi mercenari spesso usano nomi diversi per poter dare smentite). Abbiamo anche sostenuto che il governo greco dovrebbe dichiarare quali di queste sei organizzazioni mercenarie/di sicurezza ha assunto e per quale scopo.
Un articolo del giornalista e scrittore Jeremy Scahill ha rivelato come la Blackwater abbia creato oltre 30 scatole cinesi per ricevere finanziamenti e presumibilmente gestire appalti e subappalti. Erik Prince, che ha fondato la Blackwater, è anche a capo di una società chiamata Total Intelligence Solutions (TIS), oggi conosciuta come OODA. Sarebbe interessante vedere se TIS/OODA sia una delle agenzie assunte dal governo greco.
Inoltre un documento è stato appena rilasciato su come la Blackwater sia fondamentalmente un braccio della CIA, facendo riferimento a un articolo del Daily Beast: … la CIA solitamente usa la Blackwater in missioni in tutto il mondo“, scrive. “Queste azioni avvengono in base a contratti scritti e verbali, e attraverso richieste informali. In molte occasioni la CIA non ha pagato la Blackwater per la sua assistenza. La Blackwater ha impiegato anche funzionari e agenti della CIA, e ha fornito coperture agli agenti e funzionari della CIA che agiscono in operazioni segrete e clandestine. Per molti aspetti, la Blackwater, o almeno sue componenti, è un’estensione della CIA. Prince avrebbe il controllo di numerose società affiliate all’Academi.”

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

 

Monsanto minaccia l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare!

Uno scontro tra titani, laddove la posta in gioco è la trasparenza dell’apparato tecno-scientifico e la sua capacità di rispondere ai cittadini-consumatori: Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, è stata minacciata di azione legale da parte di Monsanto, presso la Corte Europea di Giustizia. L’accusa? Sarebbe rea di aver pubblicato on line- dati protetti da segreto industriale, circa la varietà NK607.

Dopo la richiesta di Eric Gilles Seralinì, ricercatore francese autore del controverso studio su topi alimentati con mais NK 607 e glifosato (in cui avrebbe trovato una incidenza di varie tipologie di cancro molto più elevata che nel gruppo sperimentale di controllo), Efsa avrebbe fornito e reso pubblici i dati come ricevuti. Questa mossa strategica, che probabilmente è stata il risultato principale dello studio di Seralinì, sarebbe stata propedeutica al fornire nuovi dati ad Efsa da parte del ricercatore dell’Università di Caen.

Efsa aveva pubblicato i dati originali di Monsanto a metà gennaio, sull’onda di una più ampia policy sulla trasparenza scientifica, come resa nota sullo stesso sito dell’Authority. In generale, conoscendo la scrupolosità necessariamente elevata da parte di Efsa, risulta improbabile che tali dati non fossero stati concordati con Monsanto. Tuttavia il colosso di St Luis ha chiesto una revoca della pubblicazione di tali dati: Monsanto supporta la policy di trasparenza seguita da Efsa, ma obietta con decisione alla scelta unilaterale di pubblicare i dati. Secondo la corporation infatti, alla base di ogni comunicazione di dati protetti da diritti di proprietà intellettuale, vi dovrebbe essere l’espresso riconoscimento e la manifestazione della volontà di mantenere tali dati riservati, riconoscendo al contempo a Monsanto tutti i diritti del caso.

Tuttavia, stando a Monsanto, il web non riuscirebbe a garantire tali premesse, in ragione del libero accesso. E Monsanto sarebbe stata l’unica azienda i cui dati sono forniti in modo così plateale sul web, mostrando aspetti delicati. In ogni caso, Efsa ha replicato che non sono stati pubblicati aspetti relativi a sequenze genetiche soggette a proprietà intellettuale. Inoltre, l’accesso a tali dati resi pubblici da Efsa non è così “segregato” se è vero che la rete degli Stati Membri già aveva copia degli stessi. Insomma, se è chiaro il coacervo di interessi che le multinazionali hanno circa i propri dossier scientifici, non altrettanto chiara è la motivazione della proprietà intellettuale, che Efsa ha dichiarato sin dall’inizio di voler proteggere nelle parti centrali del rapporto.

Né sembra plausibile il fatto che Efsa, struttura altamente burocratizzata e ferrea, abbia deciso in modo unilaterale di pubblicare sul web senza consenso dei proprietari, dati sensibili. Quel che però è altrettanto vero è che la mossa di Efsa segna l’inizio di una nuova era, dove tutti i dati devono essere resi trasparenti ed egualmente accessibili a enti indipendenti di ricerca, cittadini, da qualsiasi industria essi provengano. Intanto Corinne Lepage, deputata del Parlamento Europeo, e tradizionalmente critica con Efsa, ha rinnovato la sua solidarietà all’Authority: la direttiva 2011/18 all’articolo 25 impedirebbe di mantenere riservati dati circa Ogm che abbiano una attinenza con la salute o con aspetti ecologici.

Il Punto Coldiretti – 13 marzo 2013

http://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/Pagine/Ogmcancerogeni,scontrotraMonsantoelAgenziaperlasicurezzaalimentare.aspx


 

http://terrarealtime.blogspot.it/2013/03/ogm-monsanto-minaccia-lagenzia-europea.html#more

 

Lo Stato ha pagato solo 3 milioni di euro su uno stock di oltre 70 miliardi di debiti

Con questo ritmo ci vorranno oltre 1.900 anni affinchè le imprese incassino i crediti nei confronti dello Stato.

Degli oltre 70 miliardi di euro di crediti che le imprese vantano dallo Stato, secondo un primo bilancio fatto dal ministero dello Sviluppo economico, nel primo mese di operatività ne sarebbero stati liquidati appena 3 milioni di euro. Se si manterrà questo “ritmo”, fanno notare dalla CGIA di Mestre, in un anno lo Stato riuscirà a pagare attorno ai 36 milioni di euro: di questo passo, lo stock sarà smaltito in oltre 1.900 anni. E’ chiaro che si tratta di un calcolo puramente “scolastico”, ma che ha il pregio di fornire in maniera chiara il senso della dimensione economica del debito e, come vedremo più sotto, il livello dell’inefficienza dello Stato nell’onorare i propri debiti. Una situazione che, denuncia la CGIA di Mestre, ha dell’increscioso.

Le ragioni di questo flop sono molteplici, anche se in gran parte sono riconducibili, da un lato, alla difficoltà di certificare i crediti, ostacolo che ha scoraggiato moltissime imprese a presentare la domanda, e, dall’altro, ai ritardi nella messa a punto della piattaforma informatica che ha il compito di collegare il sistema creditizio con la Pubblica amministrazione. Tra le inefficienze del sistema va altresì sottolineato che non sono poche le società ed enti pubblici che non si sono ancora iscritti al portale, bloccando il funzionamento dell’intera operazione.

“Una cosa inconcepibile – commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – che non sta né in cielo né in terra. In un momento di crisi e di mancanza di liquidità, non è da Paese civile che vi siano decine e decine di migliaia di imprese che non possono essere pagate per l’inefficienza e il malfunzionamento della Pubblica amministrazione.”

Come si è arrivati a questo punto ?

Con i quattro decreti approvati l’anno scorso, il Governo Monti si era impegnato a smobilizzare almeno una decina degli oltre 70 miliardi di euro che le imprese private italiane attendono dalla Pubblica amministrazione. Come? Dopo aver ottenuto la certificazione del credito dall’Ente debitore, l’imprenditore deve trovare un istituto di credito a cui cedere il credito per ottenere l’anticipazione.

A questo punto, la banca che si rende disponibile ad effettuare questa operazione accede alla piattaforma informatica e, verificata la validità della certificazione, liquida l’impresa. Dopodichè, l’istituto bancario inserisce i dati della cessione del credito nella piattaforma e si occupa del suo recupero presso la Pa debitrice.

“Noi – conclude Bortolussi – auspichiamo che nelle prossime settimane si possa arrivare alla formazione di un Governo in grado di voltare pagina rispetto alle politiche economiche adottate in questi ultimi 15 mesi. E tra le priorità che sono sul tappeto, il pagamento di questi 70 miliardi di euro è un elemento assolutamente imprescindibile se si vuole davvero ridare liquidità, fiducia e nuovo slancio alle piccole e medie imprese”.

http://www.cgiamestre.com/2013/03/lo-stato-ha-pagato-solo-3-milioni-di-euro-su-uno-stock-di-oltre-70-miliardi-di-debiti/

 

CRYSTAL METH: la nuova droga che sta distruggendo il pianeta

Posted By Gianni Tirelli On 16 marzo 2013 

 La Crystal Meth è una droga molto potente che sul cervello umano può causare effetti spaventosi; questa droga può essere fumata ma anche sniffata ed il suo effetto dura 24 ore. Una giornata intera: una giornata in cui chi ne fa uso si sentirà forte ed onnipotente. E quando l’effetto di delirio onnipotente termina? L’unica cosa che si vorrà è un’altra dose e così via; la Crystal Meth non fa dormire, fa allontanare la voglia di mangiare, bere, fa cadere i denti. Non solo; questa droga porta anche a grattarsi fino a scarnificarsi la pelle, perchè i tossici avvertiranno una insostenibile sensazione di prurito. Già, gli effetti collaterali sono devastanti eppure la metanfetamina in cristalli sembra essere particolarmente “amata” dai tossici che piano piano a forza di usarla somigliano a dei veri e propri zombie.

Esistono delle cliniche anche gratuite per consentire a chi lo vuole di disintossicarsi: non è facile e non sempre le persone ci riescono. Ma provarci è già molto.

La Metanfetamina per chi non lo sapesse rispetto all’anfetamina e’ un simpatico mimetico con una maggiore attivita’ centrale, utilizzato soprattutto come psicostimolante, ed il suo uso e’ diffuso con grande abuso in alcuni paesi come gli Usa e le Filippine. Questa sostanza, la Metanfetamina nasce come prodotto farmaceutico ed il suo uso e’ stato in analatori nasali, per l’asma e come decongestionante nasale. All’inizio del secolo pero’ il suo abuso, specie nelle citta’ rurali d’America, e’ diventato un’allarme, portando la sua conoscenza verso gli anni ‘80, anche in Europa, con il nome di Speed, mentre negli Usa il nome piu’ comune e Meth, abbreviazione di Methedrine. La sua notorieta’ e’ stata raggiunta grazie anche anche ai suoi bassi costi ed e’ possibile produrla, con materiali di libera vendita e facilmente reperibili. Una droga davvero dagli effetti distruttivi, dove dall’agosto dell’anno precedente ha preso piede anche in Germania. Oggi il suo nome comune e’ Crystal Meth, che prende il nome dalla sua morfologia, dove viene trasportata nei vari paesi per il suo spaccio e dopo viene cristallizzata – cosi’ sciogliendola si possono fare diversi usi, da fumare in una pipetta di cristallo oppure iniettarla per endovena. Toglie la stanchezza, non fa sentire ne’ fame ne’ sete, aumenta l’autostima e toglie le inibizioni sessuali, insomma la droga su misura, che pur essendo nata molti anni fa, sarebbe pertinente e tagliata su misura per la societa’ moderna, ma i suoi effetti collaterali sono davvero devastanti. Crea dipendenza subito dopo le prime assunzioni, tanto da non poterne piu’ fare a meno, dove in alcuni casi si presenta sotto forma di pillole, per il suo uso piu’ frequente. Una volta assunta, porta anche ha degli effetti allucinogeni, dove addirittura in alcuni casi avviene la sensazione che il proprio corpo sia attraversato da insetti sottopelle – porta l’individuo ad auto/lesionarsi con oggetti appuntiti, come matite, punteruoli e tutto cio’ che possa dare sollievo fino a portare nell’arco di un’anno, ad un cambiamento totale della persona. Viso scavato, piccoli fori sul corpo, ma la cosa piu’ grave e’ la perdita di peso e problemi cardiovascolari. Insomma una piaga che sembrerebbe abbia origini remote, dove addirittura veniva assunta nella seconda guerra mondiale, per inibire i morsi della fame o per diminuire la percezione del dolore fisico in caso di ferite – o come nei Kamikaze giapponesi per trovare l’adrenalina giusta a lanciarsi in attacchi anche suicidi. Come tutte le droghe in circolazione, Crystal Meth, puo’ essere prodotta in casa, da soli. Per realizzarla, pur con molti rischi, e’ sufficiente avere efedrina o pseudoefedrina e acetato di piombo. Il mix di questi ingredienti una volta scaldati producono dei cristalli ottenendo una sostanza altamente tossica, con effetti collaterali irreversibili.

A Los Angeles come a Fresno, la cittadina della California a più altra concentrazione di tossici, lo scenario è inquietante. Baraccopoli di zombie che si fanno dalla mattina alla sera, gente che non ha più nulla: famiglia, amici, amore, soldi, casa, soltanto il vuoto e le ferite lasciate dalla droga in cristalli.

Sì, perché la Crystal ti distrugge a poco a poco. Basta guardare le immagini “prima e dopo” di chi fa uso di metanfetamina per capire, quanto una tale diavoleria partorita da questa epoca maligna, possa annientare un uomo in ogni sua espressione.

 

Usa, in Alaska missili anti-Nord Corea

Meno male che Obama ha un nobel per la pace…

Televideo – Rai 

15/03/2013 22:12

Usa, in Alaska missili anti-Nord Corea   22.12                                 

 

 Usa, in Alaska missili anti-Nord Corea   Gli Stati Uniti hanno deciso di posizionare 14 missili intercettori in Alaska, in aggiunta ai 30 già schierati.  

 La misura, per fronteggiare le recenti  minacce di Pyongyang.                  

 

 Il rafforzamento delle difese sulla costa occidentale con intercettori capaci di abbattere missili in volo, è stato  annunciato dal capo del Pentagono,     

 Chuck Hagel.                           

 La Corea del Nord aveva minacciato un   attacco nucleare come risposta a manovre militari congiunte Usa-Sud Corea.  

 

 

North Korea sparks missile defense upgrade in Alaska 

A missile interceptor is pictured in Fort Greely, Alaska.

Overall, the missiles will cost just under $1 billion, the Pentagon says. | AP Photo

By KATE BRANNEN | 3/15/13 1:37 PM EDT

Defense Secretary Chuck Hagel announced Friday that the United States is beefing up its missile defenses following recent provocations by North Korea, a new concession that the pace of its weapons programs could be accelerating.

The Pentagon plans to place an additional 14 ground-based interceptors at Fort Greely, Alaska.

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“We’re looking at having all 14 interceptors in place by 2017,” Hagel said at a briefing at the Pentagon. “The reason we’re doing what we’re doing is to not take any chances and to stay ahead of the threat.

Today, 26 interceptor missiles are stationed in Alaska and four are at Vandenberg AFB in California.

Overall, the new missiles will cost just under $1 billion, Undersecretary of Defense for Policy James Miller said during the same briefing. The costs will first appear in the Pentagon’s 2014 budget request, which is expected to be delivered to Capitol Hill in early April.

The United States is also going ahead with its plan to deploy a second missile defense radar in Japan, in cooperation with the Japanese government, Hagel said. Former Secretary of Defense Leon Panetta first announced that decision during his visit there last year.

North Korea has been on a bellicose streak unusual even by its standards. It conducted its third nuclear test. It said it was abrogating the armistice that ended its war with South Korea, and it also threatened the United States with a pre-emptive nuclear attack — an action that few believe it has the capacity to carry out.

Still, Adm. Sandy Winnefeld, vice chairman of the Joint Chiefs of Staff, said at Friday’s briefing that defense officials believe a new North Korean missile might have the range to reach the continental U.S., though he also acknowledged there had been “mixed accounts” of whether the weapons were real or fake.Whatever the case, Winnefeld said the Pentagon had built a “hedge” into its missile defense program that enabled it to adapt “if the threat goes faster” than previously believed.

On Monday, National Security Adviser Tom Donilon called North Korea’s claims “hyperbolic” but still issued a firm warning to the country.

“We will draw upon the full range of our capabilities to protect against, and to respond to, the threat posed to us and to our allies by North Korea,” he said, speaking at the Asia Society in New York.

Missile defense advocates on Capitol Hill praised the move but faulted what they called the Obama administration’s delay in making it.

“I applaud the Obama administration’s decision, but it shouldn’t have taken the predictable saber-rattling from North Korea to bring this about,” Sen. Kelly Ayotte (R-N.H.) said in a statement.

The George W. Bush administration had proposed a total of 44 ground-based interceptors for the U.S. sites, but the Obama administration decided to scale that back to 30 in 2009.

Miller said Friday that the idea made sense at the time, given the state of the threat, but Ohio Rep. Mike Turner, who’s been pushing for more interceptors, saw the administration’s decision this week as vindication.

“After wasting years and millions of taxpayer dollars, the Obama administration apparently has begun to realize the shortcomings of its missile defense strategy,” Turner said in a statement.

 

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The Republican lawmaker said he’d now like to see the administration support the building of a third missile defense site on the East Coast, calling it the “next logical and prudent step.

Washington Rep. Adam Smith, the top Democrat on the House Armed Services Committee, said Hagel’s announcement is fine all on its own and that the White House is pursuing the right course on missile defense.

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“The administration’s decision to deploy 14 additional ground-based interceptors is a wise and prudent step in implementing a sound strategy for missile defense,” Smith said. “North Korea and Iran are seeking to improve their capabilities to launch long-range missiles and the administration continues to respond appropriately and firmly by bolstering our capabilities and capacity to defend ourselves. In the near-term, these additional interceptors will bolster our capacity to deter and knock down potential attempts to attack the United States. In the long-term, I support the administration’s efforts to make smart investments to improve the effectiveness and reliability of our missile defense capability.

Hagel said the Pentagon plans to conduct an environmental impact study of alternative missile defense sites in the Unites States, a move Congress required in the 2013 defense authorization bill.

“While the administration has not made any decision on whether to proceed with an additional site, conducting environmental impact studies will shorten the timeline for construction should that decision be made,” Hagel said.

Friday’s news is a win for Boeing, which has been the prime contractor for the Ground-Based Midcourse Defense system since 1998 and beat out Lockheed Martin in 2011 for future development and sustainment work on the system.

Key subcontractors include Northrop Grumman, Raytheon and Orbital Sciences Corporation.

In recent years, the program’s flight testing has been plagued by failures and setbacks. While the GMD system completed a successful flight test in January, the last successful intercept took place in December 2008.

For this reason, some lawmakers on Capitol Hill have cautioned against increasing funding for the program until its testing is back on track and its performance improves.

Miller said the Pentagon would continue with its “fly-before-you-buy approach.

An interceptor test is planned in the coming months, but the schedule has not been finalized yet, Miller said.

In its 2013 budget request, the Pentagon asked for $903 million for GMD.

The Pentagon also announced it is restructuring the SM-3 Block 2B interceptor program, which was planned for deployment around 2020.

The next-generation missile was part of the administration’s European Phased Adaptive Approach and was meant to improve protection of the U.S., Hagel said.

The Pentagon now plans to redirect its funding toward the additional 14 ground-interceptors for Alaska and improvements for earlier versions of the SM-3 interceptor.

“We will be able to add protection against Iran sooner” by doing so, Hagel said.

With the moves announced Friday, “we’re going to get better defense of the United States and we’re going to get it sooner and Europeans will see no difference in their missile defense,” Winnefeld said.

This article first appeared on POLITICO Pro at 4:08 p.m. on March 15, 2013.

http://www.politico.com/story/2013/03/us-to-beef-up-missile-defense-against-north-korea-88925.html

Sul Muos gli interessi di coloro che fecero scomparire Mattei

1. Fonte: Rif. http://www.lasicilia.it/Vertice Crocetta Monti, spunta uno studio indipendente sulla salute  – 11.03.2013 – ROMA

Vertice Crocetta Monti, “Studio indipendente sulla salute”

Rosario Crocetta sembra cambiare idea sul MUOS, dopo aver discusso con l’uomo americano con passaporto italiano: Mario Monti.
Crocetta chiede ai manifestanti di rimuovere il blocco per far entrare i militari. Il 10 Marzo afferma: “Sono seduto su una polveriera” dice oggi Rosario Crocetta, che al Muos si è opposto, avviando l’Iter di revoca delle concessioni agli Usa. Il giorno dopo a Roma incontra Monti e cerca una mediazione fra moviemnto NOMUOS e NATO.

Il comunicato ufficiale – “Oggi – si afferma nella nota diffusa da Palazzo Chigi – ha avuto luogo una riunione fra il Governo (presenti: il Presidente del Consiglio Mario Monti, il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, il Ministro della Salute Renato Balduzzi, il SS alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Antonio Catricalà, e per i Ministeri dell’Ambiente e degli Esteri i SS Tullio Fanelli e Staffan de Mistura) e la Regione Siciliana (presenti il Presidente Rosario Crocetta, l’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello e alla Salute Lucia Borsellino) per esaminare la situazione creatasi in merito al Muos di Niscemi, con il protrarsi di problematiche per l’ordine pubblico che rischiano di compromettere il funzionamento quotidiano di una base Nato a valenza strategica”. “Ovviamente – conclude la nota – è stato confermato l’impegno ad assicurare il rispetto della legalità per garantire il regolare accesso del personale in servizio presso la base Nato di Sigonella, secondo quanto previsto dagli accordi internazionali”.

2. Fonte: http://livesicilia.it/2013/03/10/

Sul Muos gli interessi di coloro che fecero scomparire Mattei

Domenica 10 Marzo 2013 – 06:00 di Accursio Sabella 

Il presidente Crocetta: “L’ex Idv De Gregorio ha raccontato che la Cia avrebbe fatto cadere il governo Prodi perché questo si oppose al radar americano. Se è davvero così, figuriamoci se certi poteri si fermeranno di fronte a un governatore…”

TUSA (MESSINA) – “Sono seduto su una polveriera”. Quella polveriera si chiama Muos. Le nuove “spine”, le nuove preoccupazioni per il presidente della Regione Rosario Crocetta arrivano da storie di qualche anno fa. La storia, in particolare, che racconta della caduta dell’ultimo governo Prodi. Affossato dalla scelta dell’Udeur, nel 2007, di uscire dalla maggioranza dopo un’inchiesta a carico dell’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. E dopo la presunta “campagna acquisti” di Silvio Berlusconi, ora al vaglio degli inquirenti, che portò tra le fila del centrodestra l’ex Idv Sergio De Gregorio. Ma sono proprio alcune dichiarazioni di De Gregorio a gettare nuove ombre su quei giorni. Al di là della vicenda che coinvolse Mastella (e anche la moglie dell’ex ministro), la caduta del governo Prodi sarebbe stata il frutto di altre pressioni. Di altri poteri. Della Cia, per la precisione, che avrebbe “spinto” per la fine del governo di centrosinistra, inviso per diversi motivi. Tra questi, la diffidenza e l’ostilità dell’esecutivo Prodi nei confronti del Muos, il dispositivo radar di Niscemi. Ostilità confermata dallo stesso De Gregorio, sulle colonne de La Repubblica.“Sono seduto su una polveriera” dice oggi Rosario Crocetta, che al Muos si è opposto, avviando l’Iter di revoca delle concessioni agli Usa.”Le dichiarazioni di De Gregorio – dice Crocetta – sono davvero inquietanti. Se si è mossa persino la Cia per far cadere un governo nazionale, figuriamoci cosa può succedere a un semplice Presidente della Regione”. E a dire il vero, secondo Crocetta, le pressioni sarebbero già partite. “Già dai primi giorni dal mio insediamento – dice il governatore- sono partiti i dossier nei miei confronti. Ed è chiaro che a muoversi, in questi casi, sono i poteri forti”. Quali siano questi poteri, è meno semplice da comprendere, ma Crocetta fa riferimento a una vecchia e inquietante storia: “Non è mafia. O meglio, non stiamo parlando solo di mafia. Questi poteri, in passato, a mio parere, furono responsabili, ad esempio, della sparizione di Enrico Mattei.Figuriamoci se si preoccupano di intervenire su un presidente della Regione”.Il Muos, una polveriera. E la politica stavolta non c’entra. Sulla vicenda del radar, infatti,si era consumato uno “strappo” con i deputati del Movimento cinque stelle, che hanno protestato in occasione dell’approvazione del Dpef, per poi brindare alla revoca delle autorizzazioni. Un risultato “rivendicato” dai grillini come una propria vittoria. “Loro possono dire quello che vogliono – precisa Crocetta – ma gli atti, le delibere, le ho fatte io. Le ha fatte il mio governo, mica i grillini. Ed è per questo motivo che da adesso in poi mi aspetto una reazione da parte di qualcuno. Gli stessi, magari – prosegue, sibillino, i, governatore – che in passato avevano l’obiettivo di far commissariale la Sicilia, in modo da far saltare tutto e reinstaurare il loro ordine. Chi sono? Gli stessi poteri che decisero di far scomparire il presidente dell’Eni”.

Ultima modifica: 11 Marzo ore 15:25

Muos di Niscemi, Forze dell’Ordine all’attacco: perquisite le case di 16 ragazzi

Le Forze dell’Ordine tornano ad alzare il tiro contro i manifestanti No Muos.  Oggi, tra le 13 e le 15, una raffica di perquisizioni ha colpito le case di 16 ragazzi a Niscemi e dintorni. Si tratta del nucleo storico degli attivisti. In pratica,  sono quei ragazzi e quelle ragazze, che  tengono in vita il presidio permanente davanti alla base amaricana, in contrada Ulmo.

Si raccontano scene tristissime. Di genitori, anche anziani, terrorizzati dalla vista di quegli uomini in divisa nelle loro case.  Si racconta che in paese, questi giovani siano conosciuti come ‘bravi ragazzi’. Impegnati nella difesa del loro territorio, sempre pacificamente. E che l’unica cosa che gli agenti hanno trovato è stato un fucile da caccia di un papà di una di loro. Fucile regolarmente denunciato.

Che sta succedendo? Ma non si era detto che i lavori erano bloccati e che anche il governo nazionale era d’accordo? Se tutti sono d’accordo, perché qualcuno dice alle Forze dell’Ordine locali di marcare stretto gli attivisti?

Non è un caso che, a questo accordo Palermo-Roma,  i No Muos non hanno creduto neanche per un attimo. Così in questi giorni, i blocchi all’ingresso della base,  sono andati avanti. Mentre per il prossimo 30 marzo si sta organizzando una grande manfestazione nazionale, sempre a Niscemi, sempre per dire no al Muos.

Quello che è certo, è che nonostante le dichiarazioni dei governi, in questi mesi il popolo No Muos è cresciuto. E’ cresciuta e si è diffusa la consapevolezza di una battaglia condotta nel nome della salvaguardia della salute e del territorio. Ed  è  anche cresciuta, meglio tardi che mai, l’attenzione dei media nazionali sull’argomento. Ieri una troupe romana del TG3 era a Niscemi, oggi è stata la volta di Rete4. Il resto dell’Italia saprà  cosa sta succedendo dalla viva voce dei protagonisti.

Tutto questo, evidentemente, non rientra nel disegno originario. Da qui la stretta delle Forze dell’Ordine?

Il coordinamento regionale dei comitati No Muos esprime profonda indignazione: “Dopo gli attacchi violenti della polizia nei confronti delle donne del comitato Mamme No Muos e degli attivisti del presidio che cercavano di bloccare l’ingresso di operai nella base, oggi intorno alle 13 sono state eseguite perquisizioni nelle case di una quindicina di attivisti. Perquisizioni avvenute senza alcun mandato, giustificate dalla ricerca di armi o esplosivo. La crescente attività repressiva nei confronti del movimento, avviene all’indomani dell’incontro tra Monti e Crocetta, in cui si registra un gravissimo passo indietro del Presidente della regione, rispetto alle decisioni di revocare le autorizzazioni alla costruzione dell’impianto satellitare, assunte durante l’ultima campagna elettorale- si legge nella nota dei No Muos.

E ancora: “Sappiamo chiaramente che la mossa di oggi rientra nel disegno di attaccare e danneggiare un movimento, che in pochi mesi ha acquisito una grandissima forza ed una larga partecipazione popolare, riuscendo ad ottenere importanti risultati e facendo comprendere a tutti la forza delle proprie ragioni. I comitati non cederanno il passo alla paura e non si lasceranno intimidire da questi metodi, ormai conosciuti, ma anzi proseguiranno sempre più determinati nella lotta contro il Muos e le antenne Nrtf, veri strumenti di distruzione e di morte.

Nonostante questi ridicoli tentativi di sabotare la manifestazione nazionale del 30 marzo, il coordinamento regionale dei comitati rilancia con ancora più forza l’appello a tutti/e a partecipare al corteo”.

http://www.stampalibera.com/?p=61115#more-61115

 

Usa-Ue, asse commerciale. Accordo del secolo?

Usa-Eu

Nuovo “Nafta” fra Usa e Ue. Obama durante il suo discorso sullo Stato d’Unione, tenutosi il 12 febbraio scorso, ha annunciato la volontà di inaugurare una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti. Il Presidente Usa sostiene che l’accordo controllerà la metà degli scambi commerciali internazionali.  L’Ocse parla di “accordo del secolo”. Bruxelles e Washington hanno, in seguito, pubblicato la dichiarazione congiunta di conferma, firmata da Obama, Van Rompuy e Barroso. Uno studio della Commissione europea valuta, per il 2027, un aumento annuale dello 0,5% del Pil europeo e dello 0,4% di quello americano, pari ad una iniezione di 86 miliardi di euro nell’economia europea e di 65 mld in quella americana. Si tratta chiaramente, della risposta dell’Occidente alla minaccia delle potenze economiche orientali. Nello specifico questo accordo sarebbe teso alla concertazione comune degli standard tecnici di produzione per arrivare ad un mutuo riconoscimento degli standard sanitari e di sicurezza.

Questo influirebbe soprattutto nel settore agroalimentare creando più di qualche problema, all’Italia, nello specifico. L’unione europea, infatti, vieta l’importazione delle carni bovine trattate con gli estrogeni e limita l’importazione di cibi Ogm. Di fatto con l’accordo queste regolamentazioni potrebbe venire meno, consentendo agli Usa di esportare queste merci in Europa, a danno, quindi, dei consumatori. Per quanto riguarda l’Italia il danno sarebbe amplificato dalla questione “Italian Sounding”. Esistono prodotti che sembrano italiani ma che in realtà non lo sono. Si tratta di un vero e proprio mercato della contraffazione alimentare che, se debellato, produrrebbe “110mila posti di lavoro in più e 1,7 miliardi di entrate per il fisco.

La contraffazione sottrae oltre 5 miliardi di euro di valore aggiunto”, questo secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia). Se l’asse commerciale Usa Ue non dovesse regolamentare la materia, il problema dell’originalità dei prodotti italiani, nonché le perdite per le imprese nostrane, peggiorerebbe inesorabilmente.

http://www.lintellettualedissidente.it/usa-ue-asse-commerciale-accordo-del-secolo/

Commercio; Confesercenti: “Record di negozi chiusi, 167 al giorno. Meno diecimila negozi, dato peggiore da 20 anni”

A gennaio e febbraio di quest’anno nel solo settore della distribuzione commerciale sono spariti quasi 10.000 negozi, con un vistoso crollo (-50%) delle aperture di nuove attività rispetto al 2012. Lo afferma la Confesercenti segnalando che si tratta del dato peggiore degli ultimi 20 anni. Praticamente sono sparite 167 imprese al giorno. Se tale trend restasse invariato, dice la Confesercenti, a fine anno si avrebbe la scomparsa di 60.000 negozi.

“Nel commercio non si riesce più a fare impresa. Il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggio del 2012” sottolinea la Confesercenti. Secondo i dati del suo Osservatorio, la perdita di negozi svuota le città: sono ormai 500.000 gli esercizi sfitti in tutta Italia.

E anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: in questi due mesi ne hanno chiuso più di 9.500 tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 unità. La Confesercenti si prepara a lanciare il 17 marzo una mobilitazione in piazza per firmare contro le aperture domenicali.

“Oltre al saldo molto negativo, si conferma un altro allarmante fenomeno: quello del crollo di nuove aperture. Nel primo trimestre nel settore del commercio al dettaglio, secondo le nostre proiezioni, saranno in tutto 5.988: si tratta di un risultato del 50% inferiore alle 12.321 che hanno aperto nei primi tre mesi del 2012, che rappresenta il dato peggiore degli ultimi 20 anni.

Se estendiamo lo sguardo ai dati di aperture del primo trimestre 2011 e del primo trimestre 2010 in effetti, si conferma un crescente calo delle nuove iscrizioni, mentre le cessazioni restano sostanzialmente costanti, intorno alle 20-22 mila ogni anno.

Il fenomeno dimostra come la crisi non incide solo sul numero di chiusure, ma anche e soprattutto sulla possibilità di aprire una nuova impresa”.

A Roma e Torino tocca il record di chiusure; Sud e Isole tengono invece più del Centro-Nord, che registra 7.885 chiusure a fronte di 2.054 aperture; Sud e Isole sembrano resistere un po’ di più, con 5.890 cessazioni e 1.938 nuove iscrizioni. Tra le maggiori città, maglia nera va a Roma, con 553 chiusure per un saldo negativo di 392 unità. Seguono Torino (306 cessazioni, saldo negativo di 231 unità) e Napoli, dove le attività commerciali che hanno abbassato la serranda sono state 238, per un saldo finale che ha visto scomparire 133 imprese.

15/03/2013 18.21.21

http://www.salernonotizie.it/notizia.asp?ID=41194

 

Comprare casa è tre volte più difficile che nel 1980

Per i trentenni di oggi tempi triplicati per il sogno di un tetto.  E l’Italia non cresce

Quanti anni ha perso il nostro Paese? Ma soprattutto quanti ne stanno perdendo oggi quelli che ci vivono? Per misurare concretamente questa perdita abbiamo deciso di guardare alle case, al loro prezzo e al lavoro per offrire una prima, limitata ma intuitiva, misura di questa sconfitta.

La mancanza di crescita italiana è straordinaria se confrontata con le altre economie sviluppate nell’ultimo decennio. Tra tutte le economie dell’Ocse, l’Italia è il paese che ha avuto la minore crescita media del reddito reale pro capite. Se possibile in realtà il dato è perfino peggiore: l’Italia è l’unica delle economie sviluppate ad avere un tasso di crescita del reddito medio negativo nell’ultimo decennio. Mentre dal 2001 al 2011 in tutte le economie sviluppate ed emergenti, il reddito reale medio è cresciuto, magari anche di poco, in Italia è calato. Ci ritroviamo nel 2012 ad essere mediamente più poveri di ben dieci anni fa. Non siamo più poveri del 2007, ma del 2001. È un dato impressionante.

Figura 1 – Crescita media del reddito reale pro capite

Da quando l’Italia ha smesso di crescere, si è verificato un cambiamento radicale nella struttura della società italiana. E’ un cambiamento che ha a che fare con il ruolo e il riconoscimento del lavoro. Forse non è immediato per tutti comprendere cosa significa concretamente la mancanza di crescita economica. Se si perde il lavoro oppure si comincia a pagare l’IMU sulla prima casa o un ticket sanitario per cui prima si era esenti, se ne ha un primo senso. In realtà però il cambiamento dovuto alla mancanza di crescita economica è più profondo, riguarda tutti queli che lavorano ed lo si percepisce davvero solo se si guarda alle scelte fondamentali che scandiscono la vita delle persone.

Tra tutte le scelte che le persone compiono durante la propria vita, una tra le più caratterizzanti è certamente l’acquisto della propria abitazione.
Utilizzando l’indagine sui bilanci delle famiglie italiane di Banca d’Italia, ci siamo perciò chiesti quanti anni impiegherebbe un trentenne, in media, per comprare casa se potesse impiegare tutto il proprio reddito per farlo. La risposta è poco più di 10 anni. Se poi, invece della casa media, ci riferissimo ad un appartamento di 100 metri quadrati, sarebbero necessari più di 12 anni. Se 10 o 12 anni non sembrano molti – i mutui accesi dalle famiglie sono ben più lunghi, si tenga presente che questo esercizio assume che le persone spendano il proprio intero reddito annuale per comprare casa.

L’informazione veramente importante non è però quanto ci impiegherebbe un trentenne oggi, ma quanto ci impiegava lo stesso trentenne 30 anni fa, cioè nel 1980: la risposta è tra 3 anni e mezzo e 4 anni e mezzo.

Questa è la misura più sconcertante della mancanza di crescita economia: il lavoro non conta più come una volta perchè un trentenne non può più permettersi di comprare l’appartamento medio in un tempo ragionevole se vive solamente del proprio lavoro. È facile capire che tipo di paese sia quello in cui l’acquisto della casa dipende dai risparmi dei genitori: un paese senza mobilità sociale. Non abbiamo scelta se non pensare a quali politiche economiche possono farci tornare a premiare il lavoro.

Figura 2 – Numero di anni per acquistare appartamento con un reddito medio da lavoro dipendente per chi ha da 30 a 40 anni


Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/lavoro-reddito-reale#ixzz2NfUIHF44

Ecco l’aiuto dell’Italia: 40 miliardi per salvare l’Europa, ma a noi chi ci salva?

articolo da mandare a coloro che chiedono ” e dove li prendiamo i soldi per il reddito di cittadinanza?”

 

di Paolo Cardenà-

Vi propongo un semplice grafico, quasi banale, molto intuibile,  tratto dal  Supplemento al Bollettino Statistico della banca d’Italia pubblicato oggi.

Prima però, un piccolo inciso. I politici, in Italia, si stanno scannando per i tagli ai contributi pubblici dei partiti, e per i costi della politica. Queste misure, ammesso che riescano ad accordarsi (il che è da escludersi), potranno valere qualche decina di milioni di euro, o forse, nella migliore delle ipotesi,  qualche centinaio di milioni. Sono certamente molti, ma sono briciole rispetto a quello che l’Italia ha speso in forma di sostegno finanziario ai vari Fondi Salva Stati(ESM-ESFS) e come aiuti bilaterali ai paesi in difficoltà.

I vari tagli ai costi della politica,  per quanto importanti che siano, al cospetto dei dati che emergono dal grafico proposto, assumono un significato del tutto simbolico.

Ecco il grafico

 

Il grafico mostra, in valori cumulati, il sostegno finanziario dell’Italia nei confronti dei Paesi UEM, sia direttamente tramite accordi bilaterali con i vari Paesi bisognosi, sia attraverso i fondi Salva Stati ESFS ed ESM

Come è facile intuire, nel 2010, con lo scoppio della crisi,  l’Italia ha iniziato a metter mano al portafogli concedendo i primi sostegni finanziari. La banda celeste, invero, rappresenta gli aiuti erogati agli stati membri dell’UEM (principalmente alla Grecia ) attraverso accordi bilaterali, e si può osservare che ad oggi, l’Italia ha pagato 10 miliardi di euro.

La banda viola chiaro, che inizia ad esprimersi all’inizio del 2011, rappresenta le risorse che sono state versate  al fondo EFSF (European Financial Stabitity Facility), e ad oggi sono altri 28 miliardi di euro circa.

La banda viola più scuro, invece, rappresenta i versamenti effettuati dall’Italia al fondo ESM, quantificabili, al momento, in ulteriori 5 miliardi di euro.Sommando le tre forme di sostegno finanziario a cui l’Italia ha partecipato, ne deduciamo che l’Italia ha già erogato circa 43 miliardi di euro, dei quali buona parte nel 2012, anno in cui Mario Monti è stato  Presidente del Consiglio.

Chiaramente, l’Italia, al momento del pagamento di questi aiuti, non disponeva delle risorse necessarie e lo ha potuto fare indebitandosi sul mercato, a tassi la cui dinamica è  ben nota a tutti. Per indebitarsi sui mercati e quindi attrarre gli investitori, tranquillizzandoli sulla solidità (latente)  dell’Italia, un intero Paese è stato premuto di tasse, con effetti del tutto tangibili nella monotonia delle tasche degli italiani. Ora dovete sapere che buona parte dei soldi esborsati dall’Italia, sono andati a salvare le banche spagnole e quindi, indirettamente, gli interessi della Germania esposta sia verso la Grecia che verso la Spagna. Ma ce lo chiede l’Europa.

Nel frattempo il blocco del credito fa danni immaginabili per la nostra economia e in questo articolo di Agata ecco l’esempio per leggere andate QUI 

http://finanzanostop.finanza.com/2013/03/15/ecco-laiuto-dellitalia-40-miliardi-per-salvare-leuropa-ma-a-noi-chi-ci-salva/