Torino, scontri tra polizia e studenti, il video dei fermi

http://www.nuovasocieta.it/torino/torino-scontri-tra-polizia-e-studenti-il-video-dei-fermi/

NuovaSocietà

Torino, scontri tra polizia e studenti, il video dei fermi
dicembre 12 2014

Pubblichiamo il filmato dei tafferugli in corso Regina Margherita, angolo via Cigna tra gli studenti e la polizia. Nelle immagini, si può notare come degli agenti in borghese che prendono con la forza e trascinano per terra delle persone, in particolare un ragazzo che non è intento a lanciare oggetti ma che si trova nel gruppo che sta fotografando quanto a accade. Tre le testimonianze degli studenti ci sarebbero state intimidazioni da parte di persone non identificate in borghese, che avrebbero vietato di riprendere con fotocamere e tablet e ci sarebbero stati tentativi di strappare con le mani, secondo quanto raccontano gli studenti, i cellulari.
Alla fine verranno fermate nove persone.

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Aumenta in Germania l’opposizione alla Guerra fredda

In Italia la soc civile si oppone? Eppure, l’Italia come la Germania sono solo feudi Usa, ma in Germania almeno qualche voce autorevole contro si leva.

“Wieder Krieg in Europa? Nicht in unserem namen!”
(Un’altra guerra in Europa? Non in nostro nome!)

– Mentre si fa sempre più concreta la minaccia di una nuova guerra con la Russia, cresce in Germania la resistenza alla politica del Cancelliere tedesco Merkel, ormai allineata sulla politica anti-russa. Ed era ora, visto che la Germania potrebbe diventare un fattore determinante nel fermare la corsa dell’Occidente verso lo scontro.

Il 5 dicembre il quotidiano Die Zeit ha pubblicato sul suo sito un appello firmato da 60 personalità tedesche di vari partiti politici (SPD, CDU e Verdi), nonché esponenti delle chiese e del mondo della cultura, col titolo `Di nuovo guerra in Europa? Noi non ci stiamo!`.
L’appello invita il governo ed il Bundestag a seguire una politica di distensione, diplomazia e dialogo, ed a riconoscere le esigenze di sicurezza della Russia che sono legittime tanto quanto quelle della Germania, della Polonia e di altri paesi. I tentativi di allontanare la Russia dall’Europa, affermano, sono “antistorici, irragionevoli e pericolosi per la pace”. Tutti coloro che ci hanno provato, incluso Hitler, hanno fallito. I firmatari chiedono ai media di dare resoconti obiettivi, invece di “demonizzare intere nazioni”.

Tra i nomi più famosi ci sono l’ex Cancelliere Gerhard Schröder; l’ex Presidente della Repubblica Roman Herzog; l’ex sottosegretario alla Cancelleria e capo della Conferenza sulla Sicurezza a Monaco Horst Teltschik, l’ex sottosegretario alla Difesa Walter Stützle e l’attuale presidente del Comitato per il Commercio con l’Est dell’industria (Ostausschuss) Eckhard Cordes. Hanno firmato anche numerosi governatori degli stati e giornalisti dissidenti quali Gabriele Krone-Schmalz, e l’ex presidente dell’Associazione delle Chiese Evangeliche Margot Kässmann.

Non in nostro nome

Il 4 dicembre Matthias Platzeck, presidente del Forum Russo-Tedesco, ha sottolineato in un’intervista al quotidiano Stuttgarter Zeitung che la scelta dell’Europa è “tra la guerra e la pace”. Ecco perché l’Europa deve battersi per il cessate il fuoco in Ucraina e per colloqui che includano i leader autoproclamati dell’Ucraina orientale.

Lo stesso giorno il generale in congedo Harald Kujat, ex capo del Comitato Militare della NATO (2002-2005) ed ex Capo di Stato Maggiore Tedesco, ha criticato la nuova Forza di Dispiegamento Rapido “Spearhead” della NATO dicendo che ha solo un “valore simbolico”. Ha proposto che sia convocato il Consiglio NATO-Russia per condurre colloqui diretti e concreti con i russi, anche se finora l’Occidente si è rifiutato di farlo.

Dal lato economico, in un’intervista con il Passauer Neue Presse, Eckhard Cordes, presidente della Comitato per il Commercio con l’Est dell’industria tedesca (Ostausschuss) ha lanciato un monito contro nuove sanzioni nei confronti della Russia, che potrebbero indurre il Cremlino a sostituire i propri partner nell’industria tedesca con la loro controparte cinese. Le esportazioni tedesche in Russia sono già diminuite del 17% nei primi nove mesi del 2014, ha notato Cordes, che è tra i firmatari dell’appello di cui sopra.

Tratto da Movisol
http://www.movisol.org/14news252.htm

Quali sono le conseguenze dell’abbandono del gasdotto South Stream?

DICEMBRE 13, 2014
Valentin Vasilescu, Reseau International
pipelines
Il 3 dicembre 2014, il Presidente Vladimir Putin annunciava che la Russia era costretta ad abbandonare la costruzione del gasdotto South Stream, che doveva rifornire i Balcani e l’Europa centrale. La decisione era conseguenza della continua ostruzione dell’Unione europea, con Bruxelles che costringeva la Bulgaria a rifiutare il transito del gasdotto South Stream nel suo territorio. Il ruolo dell’Ucraina come Paese di transito è finito, i russi useranno i gasdotti in Ucraina solo per la quantità necessaria per il suo consumo interno. Gazprom consente all’UE di rifornirsi di gas da due sole linee della rete dei gasdotti Druzhba: North Stream e Blue Stream.
Il gasdotto North Stream trasporta il gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, aggirando Polonia e Paesi baltici. È costato 7,5 miliardi dollari e fu commissionato nel novembre 2011. Blue Stream, lungo 1213 km, passa sul fondo del Mar Nero e rifornisce la Turchia dal 2003. Gli Stati dell’Europa centrale e sud-orientale, sulla direzione strategica del gasdotto ucraino della rete dei gasdotti Druzhba (che chiuderà) compreranno gas russo alla frontiera dell’Unione europea, cioè in Turchia, Paese che non aderisce all’UE. Slovacchia, Repubblica ceca, Austria, Ungheria, Serbia, Montenegro, Bosnia, Macedonia, Croazia, Slovenia, Italia, Moldova, Romania e Bulgaria sono in questa situazione. E’ interessante notare che nei primi mesi del 2009, il Presidente Vladimir Putin propose al presidente romeno Traian Basescu di consentire la costruzione del gasdotto South Stream sul territorio rumeno, cioè la via più breve dal Mar Nero all’Ungheria. Allo stesso tempo, Putin lanciò una proposta: “Ho un’altra offerta per la Romania, un’offerta difficile da rifiutare. Che propongo al presidente Basescu. Siamo pronti a vendere direttamente a Romgaz tutto il gas russo necessario all’Ucraina per un anno, che poi rivenderà all’Ucraina. È una buona offerta, no?” A causa del rifiuto del presidente Traian Basescu, l’Europa centrale e orientale ne sopportano le conseguenze ad oggi. Finora, la Romania riceveva il gasdotto russo che attraversa il sud-est dell’Ucraina, nello snodo di Isaccea, provincia di Tulcea. E la Repubblica di Moldavia, che dipende al 100% dal gas russo, veniva rifornita dal gasdotto ucraino attraverso una connessione in Transnistria. Ora riceverà il gas da Turchia e Bulgaria, e avrà bisogno di un collegamento con la Romania che a sua volta riceverà il gas russo dalla Bulgaria. In questo contesto, i cittadini moldavi si trovano con una situazione complicata dal voto parlamentare del 30 novembre 2014. Il paradosso sta nel fatto che il loro voto ha permesso a tre partiti europeisti (contro la Russia) al potere (PDLM, DPM, PL) di formare la nuova maggioranza parlamentare che non lascia possibilità di una fornitura alla Moldova di gas russo. La compagnia Eustrema, operatore del gasdotto della Slovacchia, ha detto di voler costruire un oleodotto dalla Slovacchia al confine bulgaro-turco per soddisfare il fabbisogno di gas russo, come deciso da Bruxelles. Nei termini più ottimistici, ciò significa una spesa aggiuntiva di 750 milioni di euro, la metà della rete, tenendo conto delle linee esistenti. Il resto sarà costruito in Romania e Bulgaria. I lavori di costruzione richiederanno almeno tre anni.
La Russia ortodossa incoraggiò nel XIX secolo i movimenti politici per la liberazione dei popoli ortodossi dei Balcani sotto il dominio ottomano. La guerra russo-turca (1877-1878) permise l’indipendenza di Romania, Serbia, Montenegro e l’autonomia della Bulgaria (sotto la protezione della Russia). Grazie ai governi degli Stati del Sud-Est Europa, completamente asserviti agli interessi di Bruxelles, nel 2015 questi Paesi torneranno sotto il dominio turco con la dipendenza energetica. E i popoli di questi Paesi non hanno idea di ciò che hanno perso facendosi usare dall’UE per colpire la Russia.
image001Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2014/12/13/quali-sono-le-conseguenze-dellabbandono-del-gasdotto-south-stream/

Anonymous è notav! Hackera e defaccia il sito della regione Rhône-Alpes

post13 dicembre 2014 at 19:48
defacessswssrhonealpes.fr
territoires.rhonealpes.fr 
http://modesdoux.rhonealpes.fr/index.php 
più di 100 sottodomini DEFACCIATI! http://pastebin.com/rQGpHCMq 
https://privatepaste.com/aa6d1ecb04
I gerarchi politicanti della regione Rhône-Alpes (Francia) sono evidentemente sostenitori della costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione e sono responsabili per tale progetto, come provano i seguenti fatti:
 
 Il presidente della regione Rhône-Alpes presiede il comitato che insieme al prefetto e ad altre autorità sorveglia lo svolgimento de lavori della linea “Lione-Sillon Alpin”.
 
 Il consiglio regionale di Rhône-Alpes ha organizzato dibattiti per fare pressione e ottenere lo stato di massima priorità per la linea, ritenendo il governo francese addirittura troppo tiepido nei confronti del progetto.
Ricordiamo che il solo tratto ferroviario nella regione Rhône-Alpes avrà un costo stimato di 8,5 miliardi di Euro pubblici, mentre le spese totali per la TAV si aggirano attorno ai 30 miliardi.
 
Anonymous si batte contro la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione; un progetto inutile che devasta ambienti incontaminati e mette a repentaglio la salute pubblica a causa della tossicità e a volte anche radioattività dei materiali risultanti dalla attività dei cantieri.
In Francia come in Italia le popolazioni insorgono contro questo mega progetto ma i politicanti disumani, corrotti e impegnati nel garantire affari d’oro ai loro compari imprenditori del cemento (edilizia),incrementano  la repressione poliziesca colpendo con mano fascista chi esprime il proprio dissenso. 
Ricordiamo alcuni dei nomi degli eroi NOTAV colpiti dalla repressione poliziesca e perciò ingiustamente incriminati:
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò, Lucio, Francesco, Graziano LIBERI SUBITO!
 
Vili padroni sfruttatori, giganteschi parassiti degli esseri umani e della natura: per voi tutto ciò che esiste non rappresenta altro che un possibile valore economico, ma la coscienza  delle popolazioni ribelli e la lotta di Anonymous non si comprano col vostro nauseabondo denaro né in ogni altro modo
 
We are Anonymous 
We are legion 
We do not forgive 
We do not forget 
Expect us 
 
NOTAV OpGreenRights
  
PRESS FRANCE
 
Nous sommes Anonymous,
 
Nous nous  battons contre la construction de la ligne ferroviaire Turin / Lyon; un projet inutile qui ravage l’environnement et met en danger la santé  publique des travailleurs ainsi que des  habitants. Danger réel quand on sait que les matériaux résultant des activités des chantiers sont toxiques et parfois radioactif. 
 
Le Conseil général de la région Rhône-Alpes est un partisan majeur de cette ligne Turin-Lyon aini qu’un des principaux responsable de ce projet, comme en témoignent les  faits suivants:
 
1)  Le Président de la Région Rhône-Alpes préside le comité avec le préfet  et d’autres autorités afin de superviser la mise en œuvre des travaux de  la ligne TGV “Lyon-Sillon Alpin”.
 
 2°)  Le conseil régional a organisé un débat pour faire pression et  redonner un statut de première priorité au projet Lyon-Turin considérant  que le gouvernement français, n’était pas assé motivié pour le projet.
 
La ligne de chemin de fer dans la région Rhône-Alpes aura un coût  estimé à 8,5 milliards d’euros publique, tandis que le total des dépenses pour ce projet est autour de 30 milliards.
 
 
Beaucoup de Français & italiens se révoltent contre ce méga projet, mais la classe politique, inhumaines, corrompues et impliquées dans ce projet pour assurer les bénéfices des entrepreneurs, fait monter un climat derépression policière “fasciste“ autour de la zone de  chantier. 
 
 
Nous souhaitons aussi dédier cette action en honneur à ces héros aujourd’hui emprisonnés : 
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò, Lucio, Francesco, Graziano…
Certains pour plus de 9 ans, ces personnes qui osent porter l’action à la hauteur de leurs convictions, qui n’ont pas hésité à faire face à ce projet, mais qui malheureusement ont été touchés par la répression policière, injustement accusé.
 
Multinationnales, décideurs et parasites, exploitant l’homme et la nature; pour vous la vie n’a de valeur qu’en soncoût économique. Mais n’oubliez pas, la prise de conscience atteint le peuple qui  commence à se rebeller et notre lutte ne peut pas être achetée avec votre argent ou de toute autre nauséabonde façon.
 
Nous sommes Anonymous
Nous sommes Légion
Nous ne pardonnons pas
Nous n’oublions pas
Redoutez nous
 
PRESS ENG
 
The hierarchs politicos of the region Rhône-Alpes (France) are obviously supporters of the railway line Turin-Lyon(TAV)’ construction and responsible for this project, as underlined by the following facts:
 
1st) President of the Rhône-Alpes chairs the committee wich oversee the railway line Lyon-Sillon Alpin work’s implementation along with the prefect and other authorities
 
 2 ° The Regional Council of Rhône-Alpes has held discussions to pressure and get the status of highest priority for the line, deeming the French government even too indifferent to the project.
 
We recall that the railway line in the Rhône-Alpes region, will have an estimated cost of 8.5 billion Euro public, while the total expenditure for the TAV is about 30 billion.
 
Anonymous is fighting against the construction of the railway line between Turin and Lyon; a useless project wich ravages pristine environments and endangers public health:
the material resulting from the activities of the yards is toxic and sometimes radioactive.
 
In France as in Italy populations rise up against this mega project but the politicos are inhumane, corrupt and involved in ensuring a roaring to building companies, so, like fascists, they increase the police repression hitting people who express their dissent.
 
We remember some of notav heroes affected by police repression and therefore unjustly indicted:
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò, Lucio, Francesco, Graziano  FREE NOW!
 
Evil masters exploiters, giant parasites of humans and nature: for you everything exists is merely a possible economic value, but the consciousness of the rebel people and struggle of Anonymous can not be bought with your nauseating money or in any other way.
 
We are Anonymous 
We are legion 
We do not forgive 
We do not forget 
Expect us

Sarà più facile dichiarare guerra

http://ilmanifesto.info/sara-piu-facile-dichiarare-guerra/

manifesto

 

EDITORIALE

—  Francesco Vignarca, 12.12.2014

La noti­zia si dif­fonde timi­da­mente, anche gra­zie alla recente pre­sen­ta­zione di emen­da­menti alla Camera dei Depu­tati: ma con gli altri impor­tanti temi sul tavolo poli­tico, il rilan­cio fatica ad uscire dalla sor­dina. Eppure stiamo par­lando di una modi­fica costi­tu­zio­nale che va addi­rit­tura a toc­care la deli­be­ra­zione dello stato di guerra. È una delle con­se­guenze dirette della Riforma Costi­tu­zio­nale Boschi con il rior­dino delle attri­bu­zioni par­la­men­tari voluto da Renzi. Ciò in auto­ma­tico tocca tutte quelle fun­zioni ora attri­buite in modo pari­te­tico alle due Camere, tra cui appunto la pos­si­bi­lità di dichia­rare guerra pre­vi­sta dall’Articolo 78 della Costi­tu­zione repub­bli­cana. Una scelta che dav­vero spiazza, con­si­de­rato che comun­que il Senato — cosid­detto delle auto­no­mie — non è stato can­cel­lato e che anche da esso pas­serà, ad esem­pio, la pro­ce­dura di ele­zione del Pre­si­dente della Repub­blica. Per la quale con­ti­nuerà a valere la regola di una mag­gio­ranza qua­li­fi­cata, men­tre invece si potrà deci­dere di ini­ziare una guerra con uno Stato estero solo con il voto della Camera dei Depu­tati e addi­rit­tura a mag­gio­ranza semplice.

Pare pro­prio che qual­siasi ten­ta­tivo di modi­fica, che sia per inse­rire nuo­va­mente anche il Senato nella deci­sione o quan­to­meno per innal­zare il quo­rum neces­sa­rio alla dichia­ra­zione, verrà respinto dal Governo Renzi alla Camera, dove la discus­sione giace attual­mente in Com­mis­sione Affari Costi­tu­zio­nali, come già suc­cesso al Senato. Il risul­tato, per certi versi para­dos­sale, sarebbe quello di avere un accesso più facile ad una deci­sione grave come que­sta, addi­rit­tura ren­den­dola meno dif­fi­cile da pren­dere della già nomi­nata ele­zione del Capo dello Stato. Inol­tre l’effetto com­bi­nato con la riforma della legge elet­to­rale, anch’essa sul tavolo par­la­men­tare, ci potrebbe pro­iet­tare in una situa­zione per cui una mino­ranza non solo dell’elettorato ma anche del totale dei voti espressi, gra­zie al pre­mio di mag­gio­ranza, potrebbe per­met­tersi una dichia­ra­zione di guerra in asso­luta auto­no­mia rispetto al resto del Paese.

Chia­ra­mente non stiamo dicendo che la riforma isti­tu­zio­nale attual­mente in discus­sione abbia come obiet­tivo prin­ci­pale quello di per­met­tere ad un pros­simo governo di poter andare a far la guerra facil­mente in giro per il mondo… Ed oltre­tutto è ormai pas­sato il tempo in cui i con­flitti bel­lici veni­vano dichia­rati for­mal­mente dagli amba­scia­tori, con una sorta di antico gala­teo tra Stati. Ormai viviamo in un mondo dalla con­flit­tua­lità liquida e dif­fusa, in cui la parola d’ordine per le fri­zioni politico-economiche è «bassa inten­sità» con il minore coin­vol­gi­mento pos­si­bile degli appa­rati pub­blici e sta­tali. Eppure dal punto di vista squi­si­ta­mente poli­tico si tratta di un pas­sag­gio pro­ble­ma­tico e non banale. Per­ché ancora una volta, come accade per molte altre que­stioni fon­da­men­tali nella vita del Paese e dei suoi Cit­ta­dini, si impo­ve­ri­sce il con­fronto poli­tico ridu­cendo la que­stione ad una deci­sione presa in ambiti ristretti e con una estre­miz­za­zione dell’idea di «ver­tice». Si con­ti­nua insomma verso quella voca­zione lea­de­ri­stica che ha dro­gato la poli­tica ita­liana negli ultimi anni per cui tutto appare sacri­fi­cato all’altare della cosid­detta «gover­na­bi­lità» o meglio ancora del deci­sio­ni­smo. Anche su un tema, come quello della guerra e della pace, in cui invece la rifles­sione calma e appro­fon­dita dovrebbe essere natu­rale ed imprescindibile.

Una modi­fica di pro­spet­tiva che sta avve­nendo ad un secolo esatto di distanza dal primo con­flitto mon­diale: la san­gui­nosa Grande Guerra di cui tutti oggi ricor­dano orrori e distru­zioni. Ma forse que­sto ricordo è cele­brato solo per­ché siamo (solo in Ita­lia) tran­quil­la­mente lon­tani nel tempo da morti, san­gue, fame e con­se­guenze nega­tive. Vogliamo dav­vero un modello di società in cui le deci­sioni più gravi ed impor­tanti ven­gano prese in poco tempo e sulla base di un man­dato con­fe­rito da una mino­ranza del Paese? Spe­riamo pro­prio di no. Ed anche per que­sto sarà oppor­tuno che il mondo della Pace e della non­vio­lenza si fac­cia sen­tire con forza su que­sto enne­simo ten­ta­tivo pastic­ciato di inde­bo­lire i capi­saldi della nostra Carta Costituzionale.

Tav, progetto imboscato al Ministero

Pubblicato Giovedì 11 Dicembre 2014, ore 14,08
 

Ritardi, pastoie e inerzie burocratiche mettono a repentaglio l’approvazione dei finanziamenti all’opera da parte del Cipe. Il dossier è da mesi sul tavolo del titolare dell’Ambiente. Tuona Esposito: “Sono a Roma i veri avversari della Torino-Lione”

Dove sta chi rema contro la Tav? In Val di Susa, ovvio. Mica tanto. “I veri avversari della Torino-Lione stanno a Roma” tuona il senatore Pd e vicepresidente della Commissione Trasporti di Palazzo Madama Stefano Esposito, che è costretto ad ammettere quella che egli stesso definisce “ una nuova conferma di questa verità”. Ritardi, ostacoli, pastoie, inerzie burocratiche e quant’altro rischia di avere un effetto meno eclatante, ma assai più pesante delle tante manifestazioni dei NoTav. “Basta chiedersi: che fine ha fatto il progetto definitivo della Torino-Lione, che dovrebbe essere portato all’approvazione del Cipe entro  fine anno come più volte annunciato, non da me che sono uno dei tanti peones parlamentari, ma dal ministro delle Infrastrutture Lupi  – spiega Esposito –. Quel progetto  giace serenamente e irresponsabilmente negli uffici del ministero dell’Ambiente, vittima  di qualche burocrate che, a spregio di quanto avviene fuori dalle sue stanze e nonostante il lauto stipendio, se ne infischia degli impegni assunti dal nostro Paese”.

 Il senatore dem ricorda il progetto definitivo doveva essere trasmesso al ministero delle Infrastrutture prima il 30 settembre, poi il 15 ottobre, poi il 30 ottobre, poi ancora il 15 novembre, quindi il 30 novembre e “così, da ritardo in ritardo, siamo arrivati all’11 dicembre. Nessuna delle date indicate è stata rispettata e ancora una volta mi tocca denunciare l’incapacità della burocrazia romana che non riesce a comprendere la rilevanza di questa grande infrastruttura, le responsabilità che l’Italia ha nei confronti dell’Ue e come la Torino-Lione non sia una semplice ferrovia, ma un’occasione di riscatto per l’intero Paese che può finalmente dimostrare a tutti la propria serietà nel rispettare tempi e costi. Un’occasione per far comprendere che è finita l’epoca dell’italian job, che ci vedeva maestri nell’annunciare opere, iniziarle e non finirle”.

Una situazione tanto paradossale, quanto grave che porta il vicepresidente della Commissione Trasporti a richiamare alle proprie responsabilità il titolare del dicastero dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, così come a quello della Infrastrutture, Maurizio Lupi. “Chiedo al ministro Galletti, con il quale non sono ancora riuscito parlare essendo in missione a Lima, se pensa che questa situazione possa essere ulteriormente tollerata e chiedo al ministro Lupi se può accettare che gli impegni da lui assunti pubblicamente possano venire disattesi a causa di una struttura di burocrati che fanno gli affari loro, senza connessione con la realtà e le sue urgenze. Il ministro Lupi si è sempre impegnato con determinazione in prima persona sulla realizzazione della Torino-Lione, e non è tollerabile che qualche burocrate si possa ritenere libero di non rispettare le indicazioni del Governo”. A fonte di questa situazione Esposito non nega di ritenere latamente improbabile  che in occasione dell’ultima riunione del Cipe del 2014 si possa approvare il progetto definitivo. “Ancora una volta si verrà meno agli impegni assunti e ancora una volta si darà soddisfazione e argomentazioni a coloro che avversano la Tav”.

Ecco come questi Parassiti pensano solo ai cazzi loro – Mario Draghi: “se l’euro si spacca, noi persone veramente importanti andiamo a pallino: perdiamo tutto, prestigio, carriere, autorità, soldi e potere”

 …e chi se ne frega della gente che muore di fame !!

Posted on dicembre 9, 2014

PENSANO SOLO AI LORO INTERESSI ED A QUELLI DEI LORO PADRONI !!!
Mario Draghi, ha dichiarato: se l’euro si spacca, noi persone veramente importanti andiamo a pallino: perdiamo tutto, prestigio, carriere, autorità, soldi e potere
Il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha dichiarato in occasione della conferenza stampa della Bce del 4 Aprile scorso; frasi che nessun giornale ha colto, ma che sono di fondamentale importanza alla luce del dibattito attuale sulla permanenza nell’euro.
Un giornalista del sito Zero Hedge gli pone questa domanda: se, poniamo, la situazione in Grecia o Spagna peggiora ancora, e quei Paesi sono obbligati ad uscire dall’eurozona, esiste un piano per far sì che i mercati non collassino? Esiste una qualche rete di protezione strutturale, specialmente nell’area dei derivati? E la seconda domanda è: cosa accadrebbe della sua Emergency Liquidity Assistance che avete dato a Cipro, circa 10 miliardi di euro, se il Paese lascia l’eurozona?
Draghi risponde “Lei sta ponendo domande così ipotetiche che non ho una risposta…beh, posso dare una risposta parziale. Questo tipo di domande sono formulate da gente che sottovaluta di gran lunga quel che l’euro significa per gli europei, per l’euro-area. Essi sottovalutano di molto la quantità di capitale politico che è stato investito nell’euro. È per questo che continuano a chiedere cose come: “Se l’euro si spacca? Se un Paese abbandona l’euro?”… Non è come una porta scorrevole. È una cosa molto importante. È un progetto dell’Unione Europea. Sicché spendete il fiato invano quando continuate a chiedere a gente come me “cosa accadrebbe se…”. Non esiste un piano B”.
Ma soprattutto ha dichiarato,
“La gente come me ha investito tutte le sue fortune, la sua autorità, carriere e prestigio nella costruzione dell’euro. Se l’euro si spacca, noi persone veramente importanti andiamo a pallino: perdiamo tutto, prestigio, carriere, autorità, soldi e potere. Perciò non ci sarà mai un’uscita dall’euro. Troppo grande è il capitale politico che ci abbiamo investito”.

Emerge senza ombra di dubbio dalle parole di Draghi, che i vertici europei, gli eurocrati, i banchieri, stanno ad ogni costo cercando di salvare se stessi e la moneta unica europea.

fonte: http://gek60.altervista.org/2014/12/mario-draghi-ha-dichiarato-se-leuro-si-spacca-noi-persone-veramente-importanti-andiamo-pallino-perdiamo-tutto-prestigio-carriere-autorita-soldi-e-potere/

Tasi, Codacons denuncia: giungla di aliquote, detrazioni ed esenzioni e date di pagamento diversificate crea caos fiscale

peccato valga anche per chi ha perso il lavoro, per disoccupati, in cassa int, in mobilità. Già, loro non sono i deboli per i presunti paladini di quest’ultimi e poi se hai la casa, è una colpa, sei ricco per cui devi pagare. Se sei povero, devi stare in mezzo ad una strada perché questo è il trattamento riservato agli autoctoni

CRESCE IL NUMERO DI CITTADINI CHE ELIMINANO PORTE E FINESTRE DALLE CASE PER NON PAGARE LA TASI

A poche ore dalla scadenza prevista per il pagamento del saldo della Tasi, sono ancora migliaia i cittadini in preda al caos fiscale prodotto dalla tassa sui servizi indivisibili.

“La giungla di aliquote, detrazioni, esenzioni, ha portato ad un generale clima di incertezza di cui oggi i cittadini fanno le spese – attacca il Presidente Carlo Rienzi – Molti contribuenti si sono persi nel labirinto di aliquote e detrazioni. Un caos fiscale aggravato dalle date diversificate sul territorio per la prima rata, con oltre 600 comuni ritardatari che addirittura non hanno deliberato le aliquote, i cui cittadini – a differenza di tutti gli altri contribuenti – si ritroveranno a pagare la tassa in un’unica soluzione il 16 dicembre e con un’aliquota base dell’1 per mille”.

“La Tasi si conferma un vero e proprio scandalo, simbolo delle incapacita’ dell’amministrazione pubblica – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una tassa che crea disparita’ tra cittadini e danneggia a tal punto le famiglie a reddito medio/basso da portare negli ultimi due anni ad una crescita del 20% nel numero di immobili o capannoni privati di porte, finestre o tetti, cosi’ da renderli tecnicamente inagibili e non soggetti a tassazione sulla casa”.
12 dicembre 2014
http://www.agi.it/repository/struttura-sito/la-voce-dei-consumatori/codacons/notizie/tasi-codacons-denuncia-giungla-di-aliquote-detrazioni-ed-esenzioni-e-date-di-pagamento-diversificate-crea-caos-fiscale

ANGELES

Bryan’s SalvaLevriero Rescue
Segui · 9 dicembre · Modificato ·

ANGELES
09.12.2014.
La Polizia Locale ha trovato una femmina galgo gettata nelle immondizie.
Il cane è stato affidato al nostro canile.
Galga ha tante ferite sulla testa.
L’abbiamo chiamata Angeles.
Al momento è in stallo nella clinica veterinaria.
Come si riprende la porteremo in Italia.
Notizia:http://www.miciudadreal.es/2014/12/09/brutal-la-policia-local-rescata-un-galgo-tirado-en-un-contenedor-de-basura-en-puertollano/
VIDEO:https://www.facebook.com/video.php?v=905990569412978
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=552230078244551&set=a.552229948244564.1073742072.100003726905870&type=1&theater

L.Stabilità, governo: Iva pellet legno al 22%, gettito +96 mln

chi si è convertito al pellet spesso lo fa per poter continuare a scaldarsi ed evitare di morire assiderato senza pagare mutui in carburanti diversi.
Ecco come il gov aiuta i deboli, ma tanto gli italiani non sono i deboli

Pubblicato il 13 dicembre 2014

Italia più importante mercato livello europeo, 3,3 tonnellate anno

Roma, 13 dic. (askanews) –

Sale dal 10 al 22% l’Iva applicabile alle cessioni di pellet di legno. Lo prevede un emendamento alla legge di Stabilità presentato dal governo in commissione Bilancio del Senato. “L’Italia – si legge nella relazione tecnica – è il più importante mercato del pellet a livello europeo e il consumo complessivo nell’anno 2013 ammonta a 3,3 tonnellate”. Secondo l’esecutivo, è atteso dalla misura un maggior gettito Iva di circa 96 milioni di euro l’anno.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1790746/l-stabilita-governo-iva-pellet-legno-al-22-gettito-96-mln.aspx