San Giuliano: 500 profughi nell’ex villaggio del terremoto, 8 mln di euro

domenica, 30, novembre, 2014

Il villaggio post-terremoto di San Giuliano di Puglia, costruito con soldi pubblici dalla protezione civile come insediamento temporaneo per tutte quelle famiglie che avevano avuto le proprie case danneggiate dal sisma, dopo il tragico terremoto del 2002, diventa un centro  di  accoglienza in cui trasferire le persone dai luoghi di sbarco.
Il villaggio, pur offrendo ospitalità per circa 1000 persone, dovrebbe limitarsi all’accoglienza di un massimo di 500 profughi.
Scrive PrimoNumero che nei prossimi giorni la firma dell’accordo con la Prefettura di Campobasso farà scattare la mega gara d’appalto: due milioni di euro solo per i lavori di adeguamento delle casette e circa sei milioni di euro all’anno per i servizi da attivare, dal vitto all’assistenza socio psicologica.
Tutto lascia intendere che si scatenerà una vera e propria corsa tra cooperative e altri soggetti per aggiudicarsi il progetto. Il Comune, che riceverà un canone di 400mila euro annui, ha chiesto garanzie in termini di sicurezza e conta di beneficiare anche di un risvolto economico ed occupazionale sul territorio. Non tutti sono d’accordo: da Santa Croce di Magliano il Comitato ‘No Hub’ continua a far sentire la propria voce: «Questo modello non è adatto a piccole realtà già provate dal post-sisma».
http://www.imolaoggi.it/2014/11/30/san-giuliano-500-profughi-nellex-villaggio-del-terremoto-8-mln-di-euro/

Carceri, Toscana: 86mila euro per i libri ai detenuti stranieri

martedì, 2, dicembre, 2014

 Si chiama “Tra le righe” il progetto della Regione Toscana per aumentare la dotazione di libri nelle carceri toscane.
Ieri la giunta lo ha approvato destinandovi 86 mila euro che serviranno per due obiettivi: 45 mila per costituire “micro-dotazioni librarie” di testi stranieri nelle dieci lingue piu’ parlate all’interno delle carceri toscane; i restanti 41 mila per acquistare libri di testo da concedere ai detenuti che frequentano, in carcere, percorsi di istruzione primaria e secondaria.
http://www.imolaoggi.it/2014/12/02/carceri-toscana-86mila-euro-per-i-libri-ai-detenuti-stranieri/

Roma, 40 profughi in arrivo all’Hotel Cinecittà

martedì, 2, dicembre, 2014

Continua il caso che sta allarmando Cinecittà. In via Eudo Giulioli, a pochi passi dal noto palazzo dell’American Express, l’Hotel Cinecittà sarebbe pronto a ospitare 40 profughi di varie nazionalità. La notizia è riportata da cinquequotidiano
 
La notizia, divenuta sempre più insistente nei giorni scorsi, avrebbe allarmato i cittadini di Cinecittà che già si trovano quotidianamente a fare i conti con realtà di immigrazione. A nulla è valsa la manifestazione pacifica di lunedì 24, in cui si era cercata di capire la fondatezza della notizia. L’altro giorno, poi, la notizia è stata confermata dal consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori, che avevamo visto già precedentemente impegnato nel tentativo di risolvere le minacce periferiche a Tor Sapienza.
PROFUGHI – «Sui profughi il sindaco Marino e il Prefetto sembrano non voler mollare, all’Hotel Cinecittà di Via Eudo Giulioli nel Municipio VII sono a breve previsti nuovi arrivi. Si tratta di 40 immigrati da sistemare in una realtà che difficilmente sarà in grado di tollerare un ulteriore elemento di invasività. La nostra opposizione resta ferma e la proposta è sempre la stessa: Roma è satura e non è in grado di ospitare un numero così elevato di profughi e i quartieri della periferia di questa città rischiano ogni giorno di accendersi» ha spiegato in una nota Santori, che ha apertamente dichiarato di essere preoccupato per le sorti della periferia di Cinecittà e più in generale per la gestione profughi che sta danneggiando la città.
CARENZA DELLE ISTITUZIONI – «Nella zona Tuscolana e Cinecittà si soffre da tempo una carenza delle Istituzioni e un’invasività dell’abusivismo mai visti prima, oltre al noto immobile di proprietà Enasarco occupato da presunti rom, la tensione sociale è molto alta e l’invito è al Prefetto e al Sindaco per mettere fine alla loro ingiustificata cocciutaggine sulla questione profughi. Dopo la proposta delle case ai rom, ecco gli hotel ai profughi. E i romani sono sempre più cittadini di serie B», ha concluso il consigliere.
http://www.imolaoggi.it/2014/12/02/roma-40-profughi-in-arrivo-allhotel-cinecitta/

La Spinelli denuncia l’Italia alla Commissione UE “maltratta i clandestini”

martedì, 2, dicembre, 2014

Barbara Spinelli, europarlamentare de ‘L’Altra Europa’, ha depositato un’interrogazione scritta alla Commissione chiedendo l‘apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia in tema di immigrazione. “Secondo una circolare diffusa dal ministero dell’Interno il 25 settembre 2014, i migranti irregolari che rifiutano di lasciarsi identificare commettono un crimine”. Questo implica che la Polizia – così recita l’allegato 2 della circolare, diffusa nei centri di identificazione e messa agli atti dall’eurodeputata del GUE-Ngl – “procederà all’acquisizione delle foto e delle impronte digitali anche con l’uso della forza, se necessario“. Testimonianze raccolte nelle ultime settimane, allegate alla richiesta, raccontano di abusi e violenze del tutto ingiustificate su migranti e richiedenti asilo e mostrano corpi coperti di lividi e ferite.
Le istruzioni impartite dal Dipartimento di Polizia ai suoi agenti – sottolinea l’interrogazione – non sono conformi al diritto europeo e violano la Carta dei diritti fondamentali: per questo motivo Barbara Spinelli, insieme ai 31 eurodeputati che hanno co-firmato la richiesta di procedura d’infrazione – tra cui Eleonora Forenza e Curzio Maltese (GUE-Ngl), Elly Schlein (S&D), Cécile Kashetu Kyenge (S&D) e Laura Ferrara (EFDD) – chiedono alla Commissione di “dare inizio a una procedura d’infrazione e, in ogni caso, di invitare l’Italia a modificare con urgenza la circolare o ogni altra violazione sistemica promossa dallo Stato italiano contro i migranti”. ansa

Se Va Tutto Bene in Usa Perchè il Black Friday è Stato un Flop

1 dicembre 2014Di FunnyKing

A dimostrazione che main street è leggermente diversa da Wall Street ecco che scopriamo un crollo dell’11% nelle vendite del Black Friday, ovvero il giorno (e il week end) degli sconti che apre la stagione natalizia negli USA.

Ora….la differenza sta in cosa le banche possono comprare con i soldi ottenuti dalla Fed e cosa no. Evidentemente ancora non si sono attrezzate a fare shopping direttamente nei negozi.

Peraltro il Black Friday è stato “Salvato” da un solido incremento nella vendita di armi. Che culo

da Repubblica

NEW YORK – L’atteso boom delle vendite nel weekend di Thanksgiving e Black Friday non c’è stato. Gli americani hanno anzi speso meno dell’anno scorso.
Secondo una stima preliminare della National Retail Federation di cui riferisce il New York Times, tra negozi e web si considera un calo dell’11 per cento, ovvero 50,9 miliardi di dollari rispetto ai 57,4 miliardi dello scorso anno.
E questo anche se molti centri commerciali hanno aperto prima dello scorso anno al Thanksgiving Day e molte grandi catene hanno offerto grossi sconti, sia online come nei punti vendita.

Quella che non ha avuto invece un flop è stata la vendita delle armi. In un solo giorno ci sono state 144 mila richieste di autorizzazione all’acquisto di un’arma.
http://www.rischiocalcolato.it/2014/12/se-va-tutto-bene-usa-perche-il-black-friday-e-stato-un-flop.html?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FHAzvd+%28Rischio+Calcolato%29

L’alluvione in Francia

Cinque persone sono morte e in migliaia hanno lasciato le case per gli allagamenti: è una delle alluvioni più gravi degli ultimi anni nel sud del paese
alluvione francia1 dicembre 2014
Nel sud della Francia, in particolare nelle regioni dei Pirenei Orientali e dell’Aude, 5 persone sono morte e più di 3.500 hanno dovuto lasciare le loro abitazioni a causa dei disagi e degli allagamenti provocati dalle forti piogge di sabato e domenica. I danni maggiori si sono verificati nel comune di Portel-des-Corbières e Argelès-sur-Mer, ma anche a Rivesaltes, Barcarès e Canet-en-Roussillon: in 24 ore sono caduti tra i 150 e i 200 millimetri di acqua. Diversi corsi d’acqua sono straripati, tra cui il fiume Berre e il fiume Agly, che ha reso necessaria l’evacuazione di circa 2.800 persone nel tardo pomeriggio di domenica: una delle persone morte era un uomo di 73 anni che ha avuto un infarto mentre attraversava in macchina una strada allagata.
Il governo ha detto che si tratta di un’alluvione “eccezionale” ma che la situazione al momento è sotto controllo. Il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve ha detto che le regioni dei Pirenei Orientali e dell’Aude potrebbero dichiarare nelle prossime ore lo stato di emergenza. L’alluvione è stata definita una delle più gravi degli ultimi anni, più seria di quella capitata in queste regioni del sud il 14 e 15 novembre 1999, quando morirono 35 persone e una fu dispersa.

ESPLODE LA RIBELLIONE GENERALE IN FRANCIA: TUTTE LE ORGANIZZAZIONI IMPRENDITORIALI E ARTIGIANE SI RIBELLANO AL GOVERNO!

se le stesse categorie si ribellano in Italia, VEDI COMITATO 9 DICEMBRE, diventa un attacco “fascista” alla democrazia

lunedì 1 dicembre 2014

PARIGI  – A partire da oggi in Francia le tre principali organizzazioni imprenditoriali  (Medef, CgPme e Upa) lanciano una settimana di mobilitazione contro le politiche economiche e sociali del governo socialista di Hollande e Valls.

La Confederazione delle piccole e medie imprese (CgPme) oggi dara’ vita a cortei di protesta a Parigi e Tolosa: gli organizzatori si aspettano un gran numero di partecipanti; ed e’ l’idea stessa di una manifestazione di piazza degli imprenditori ad essere dirompente, perche’ e’ quasi una prima volta assoluta.

A sua volta l’Unione degli artigiani (Upa) domani inviera’ al presidente Francois Hollande una lettera aperta ed iniziera’ un tour della Francia con un bus per spiegare ai francesi quanto sia sbagliata la politica economica del governo, basata unicamente su tasse e tagli, come la Commissione europea “prescrive” alla Francia.

Quanto al Medef, la Confindustria francese, organizzera’ delle riunioni tra industriali e deputati oltre a riempire il sito liberonlesentreprises.fr di testimonianze di imprenditori scontenti. Anche in questo caso, è la prima volta che l’organizzazione che raccoglie le più importanti imprese francesi si schiera a viso aperto contro il governo e contro il presidente della Repubblica, il socialista Hollande.

I presidenti delle tre organizzazioni infine si ritroveranno insieme mercoledi’ a Lione davanti a 3 mila capi d’impresa in collera.

In risposta a questo nuovo fronte di contestazione che si apre dopo quello delle professioni il ministro delle Finanze, Michel Sapin, ha intanto annunciato che gli aumenti delle tasse decisi nel 2014 non si possano applicare agli esercizi fiscali in corso o ai bilanci gia’ chiusi. E ci mancherebbe altro.

Ma la risposta del minstro è debole e tardiva. La Francia ormai ha imboccato la via della ribellione.

max parisi
http://www.ilnord.it/index.php?id_articolo=3841#.VHyyLBWJIZQ.twitter

Arriva la nuova Iri? Prepariamoci al peggio

MONDAY, 1 DECEMBER, 2014
 
Pare che il governo italiano, evidentemente risvegliato alla realtà dalla secchiata d’acqua ghiacciata sul piano Juncker, stia cercando di passare al piano B della definitiva distruzione del risparmio del paese.
 
Funzionerebbe così: si denomina “fallimento del mercato” ogni situazione aziendale in cui si ritenga di dover immolare denaro pubblico per i più svariati motivi, non ultimo offrire un ramoscello d’ulivo al sindacato; si creano soluzioni sul modello Alitalia, dove labad company resta immediatamente a carico dei contribuenti, attraverso variazioni sul tema della legge Marzano, mentre la good company finisce in mano ad emanazioni della Cassa Depositi e Prestiti, che per statuto (ad oggi) possono investire solo su strutture che gli anglosassoni definiscono viable, cioè dotate di prospettive reddituali e finanziarie. Questa è la versione “buona” della soluzione, quella in cui si considerano “fallimento del mercato” situazioni in cui in realtà servirebbe ridimensionare e ridefinire perimetro e missione aziendale. Ma se serve una good company lo deve fare il mercato, non lo stato.
 
Poi c’è la versione degenerata, cioè quella che (temiamo) i nostri eroi tenteranno con ogni mezzo di portare al traguardo. Ed è quella in cui lo stato cambia lo statuto della Cassa Depositi e Prestiti e ne fa la nuova Iri, gettando nell’altoforno il risparmio postale di milioni di italiani. Questo è l’esito che il governo finirà fatalmente col perseguire, non serve una laurea in parapsicologia per capirlo. Se è vero che a questo paese serve un’industria siderurgica, è parimenti vero che l’obiettivo può e deve essere prioritariamente perseguito attraverso il coinvolgimento dei privati, nazionali e/o esteri. Ma poiché questo tipo di intervento richiederebbe un verosimile ulteriore ridimensionamento della società, ecco che è terribilmente più comodo definire il tutto “fallimento del mercato”, cercare una sponda nei francesi, che non vedono l’ora di potersi liberare in sede comunitaria del concetto di aiuti di stato (solo che loro lo sanno fare in modo meno devastante di noi, e questa è storia), e procedere a gettare soldi e risparmio nell’altoforno della nuova Iri.
 
Se questa è l’idea di Renzi e Padoan, che improvvisamente si sono risvegliati alla realtà di cosa (non) è realmente il fondo Juncker, e di quale aria grama tiri in Europa per gli investimenti “consortili”, prepariamoci al peggio. Dopo aver iniziato a dare l’assalto al risparmio, con tassazione differenziata e penalizzante a carico degli strumenti finanziari emessi dal settore privato, e dopo la furibonda azione dimoral suasion verso le Casse professionali, offrendo loro una minore tassazione (dal 26%!) contro non meglio identificati investimenti “produttivi” in Italia, preparatevi al peggio. Ed anche ad adottare misure difensive contro una simile follia, da parte di un esecutivo che ogni giorno che passa pare essersi dato come missione quella di distruggere definitivamente un paese già seriamente lesionato.

L’Isis arriva in Tunisia, decapitato un funzionario di polizia

Lunedì, 01 Dicembre 2014 18:29

TUNISI – Un funzionario della polizia tunisina e’ stato decapitato da miliziani dell’Isis nei pressi del confine con l’Algeria.
Lo riferisce quest’oggi il ministero dell’Interno, secondo cui l’agente sarebbe stato rapito nell’area di el Kef, nel nord-ovest della Tunisia, mentre viaggiava con il fratello a bordo della propria auto. I miliziani, secondo la ricostruzione delle autorita’, avrebbero deciso di decapitare il funzionario di polizia e di liberare invece suo fratello. La zona di el Kef era gia’ stata nelle scorse settimane teatro di diversi attentati di matrice l’Isis contro le forze di polizia e l’esercito di Tunisi.
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/174506-l-isis-arriva-in-tunisia,-decapitato-un-funzionario-di-polizia?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

Crollano Tutte le Borse del Golfo, Ooops arriva il Conticino per i Servi

30 novembre 2014
Eh beh, come dire. Avete voluto la bicicletta?
20141130 saudi 0 Crollano Tutte le Borse del Golfo, Ooops arriva il Conticino per i Servi
(grafico di ZH)
Saudi Arabian stocks plunged into a bear market after OPEC took no action to stem a slump in oil, triggering a rout in Middle Eastern equities.
The Tadawul All Share Index (SASEIDX) retreated as much as 6.3 percent, the most since March 2011, before settling 4.8 percent lower at the close in Riyadh.
“Investors don’t like the potential macro backdrop if oil continues to slide, which is being reflected in the markets,” Ali Khan, chief executive officer of London-based BGR Asset Management LLP, said by e-mail. “Investors are afraid if oil stays where it is, it will negatively impact the government revenues, thus creating potential headwinds on government spending.”
“It’s mostly panic selling today,” Tariq Qaqish, head of asset management at Dubai-based Al Mal Capital PSC, said by phone. “Investors are worried about a possible slowdown in government spending, which would affect corporate earnings going forward.”
Faccio notare che esiste un sacco di simpatico debito in pancia a banche di tutto il mondo che è… cioè era garantito dagli asset quotatati anche in Arabia Saudita e nel resto dei paesi del golfo.
Che la Guerra inizi.