QUALCHE INFO SULL’ UNIONE EUROPEA. L’Unione Europea: una presa per il sedere.

Non ho mai capito bene come funziona la governance dell’Unione Europaea; ho cercato su Wikipedia dove a parte una laudatio dell’Unione Europea, si comprende un piano criminale che ci vuole Euroschiavi.
Europa: regione geografica della Terra, comunemente considerata un continente in base a fattori storico-culturali.
Comunità Economica Europea (CEE) , fondata nel 1957 col Trattato di Roma, modificata in Comunità Europea (CE) nel 1992 dal Trattato-Tradimento di Maastricht, annullata nel 2009 dal Trattato-Tradimento di Lisbona e sostituita con l’ “Unione Europea”.

Unione Europea (UE): organizzazione internazionale sui generis di carattere sovranazionale e “intergovernativo” che comprende 28 paesi Euroschiavi che hanno ceduto parte la loro sovranità agli organismi comunitari. Emette Trattati internazionali tra gli stati dell’Unione. I più famigerati, firmati da traditori delle rispettive patrie, sono il Trattato di Maastricht e di Lisbona. L’Unione Europea è mantenuta in vita tramite diabolici meccanismi dai nomi fuorvianti indipendenti dal voto del popolo: la Commissione, il Consiglio, il Parlamento.
Commisssione Europea, a Bruxelles: “organo di Individui” promotore ed esecutivo del processo legislativo; il cancro. E’ composta da 1 Presidente e 28 Commissari (uno per Nazione), non eletti dal popolo, messi li dal potere che rappresentano (Banche). Devono agire “nell’interesse generale dell’Unione”, ovvero delle Banche. Questo principio viene sancito dall’art. 17 del tradimento di Maastricht.
Consiglio Europeo, a Bruxelles: metastasi della Commissione europea, “organo di Stati” eletti in teoria dal Popolo, sono invecei capi di Stato o di governo dei paesi membri dell’Unione €uropea (ma tali capi di Stato come spesso capita, non sono eletti dal popolo, bensì messi li dalle banche tipo Prodi, Monti, Renzie).
Il Consiglio €uropeo, a maggioranza semplice, decide se è opportuno procedere a modifiche proposte da Parlamento, Commissione, Consiglio o Stato membro; può quindi decidere che non sia opportuno quello che i nostri eletti a Strasburgo propongono. E allora, che cazzo li mandiamo a fare? Dato che l’Unione €uropea è una organizzazione internazionale fondata sui trattati, «le modifiche dei trattati implicano sempre l’unanimità nel Consiglio €uropeo», ovvero «il consenso di tutti i governi o capi di Stato». Tradotto in italiano, ce l’abbiamo nel culo qualunque cosa facciamo, tanto i Capi di Stato eletti dalle banche dei singoli paesi Euroschiavi bloccano tramite la Commissione ogni iniziativa democratica.
Parlamento Europeo, Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo: ci vanno i 766 che votiamo adesso.
La Commissione €uropea detiene il diritto d’iniziativa nel processo legislativo, cioè la facoltà di proporre la normativa sulla quale decidono poi il Parlamento €uropeo ed il Consiglio.
Il Consiglio €uropeo è un organo che si riunisce periodicamente per esaminare le principali problematiche del processo d’integrazione €uropea (fa il lavoro sporco della Commissione).
Sono gli Stati dell’Unione €uropea (tramite il suddetto Consiglio in cui ci vanno ) che possono modificare i trattati, non i cittadini attraverso i loro rappresentanti eletti in Parlamento (quindi eleggere rappresentanti alle elezioni di maggio non serve a nulla). Il Parlamento ha poteri paragonabili a quelli del collegio sindacale di un’azienda, non certo dell’assemblea degli azionisti.
Per l’approvazione del bilancio annuale dell’UE, Strasburgo col suo Parlamento non ha effettivi poteri, perché la richiesta unanimità dei membri del Consiglio impone di trovare precedentemente l’accordo a livello intergovernativo.
Idem per la funzione legislativa: la regola è che un atto legislativo dell’Unione può essere adottato solo su proposta della Commissione, salvo che i Trattati non dispongano diversamente.
Quindi il Parlamento legifera su impulso della Commissione; e, comunque, quando legifera, lo fa per attuare i trattati (sono meri esecutori di decisioni prese da Commissari che sono stati messi li dalle banche senza elezioni popolari).
La finale l’ho riassunta nella mia canzone “Debito Pubblico” che trovate su youtube, ma vale anche per la farsa “Unione Europea” e ve la ripropongo:

“La morale eccola qua:
il denaro se ne và,
mentre noi ci fanno fessi:
tasse, multe ed interessi
vanno solo a rimpinguare
i forzieri straripanti
dei politici e banchieri
truffaldini ed arroganti.
Stato, aziende e imprenditori
son distrutti e stan morendo;
banche ed assicurazioni
stan crescendo e prosperando.
Una crisi pilotata
schiava di democrazia,
che avvantaggia sol chi ha già,
mentre agli altri porta via.
Cittadino, torna in te,
il denaro ti han rubato!
Riappropriamoci del soldo,
delle basi del mercato!
Smascheriamo gli imbroglioni,
sono tutti di una risma:
rossi, neri, radicali,
hanno tutti mani in pasta.
Come fare? Chi lo sa ….
chi ha rubato pagherà;
ma blocchiamo per piacere
questa presa pel sedere.”
Antonio Miclavez
http://altrarealta.blogspot.it/

UE, Prodi: l’unione politica e’ l’obiettivo prioritario

come non fidarsi di Prodi? Se lui vuole più europa, con il suo rigore assassino e genocida, l’importante è scongiurare i “rigurgiti nazionalisti”, mica salvare la gente dalla miseria

mercoledì, 2, aprile, 2014

L’unione politica dell’Europa e’ l’obiettivo prioritario, mentre “il semplice disegno economico non puo’ progredire senza una coesione politica che lo sostenga”. Cosi’ Romano Prodi, intervenuto a un convegno in ricordo di Alcide De Gasperi all’Accademia dei Lincei. Per l’ex premier, tra l’altro, “senza il progetto europeo l’Italia non sarebbe il paese moderno che oggi e’“.
Per Prodi la sempre maggiore unita’ europea sarebbe anche un argine ai “rigurgiti nazionalisti”, problema, questo, nato anche dalla debolezza della leadership europea, e che ha creato le condizioni per un ritorno ai nazionalismi: “Non e’ certo l’Europa voluta da De Gasperi e non e’ certo quella che dobbiamo costruire”. (AGI) .

Non Basta Uscire dall’Euro, la Grande Madre di Tutte le Battaglie è la Statizzazione dell’Emissione Monetaria

3+vie+per+sovranità-monetaria
di Claudio Moffa
 
L’onda antieuro è in crescita, e non solo per effetto della vittoria di Marine Le Pen in Francia: si diffonde la coscienza nei media e nel paese che così non si può andare avanti, è bloccata l’economia, aumenta la disoccupazione, le famiglie non arrivano a fine mese. Dunque via dall’euro: il ritorno alla lira rappresenterebbe infatti un modo di uscire dalla pestifera gabbia della BCE, che ha distrutto e sta distruggendo l’economia reale italiana.
 
Ma il fatto è che uscire dall’euro non basta, e come in caso di permanenza nell’eurozona sarà necessario rivedere radicalmente il Trattato dell’Unione Europea per fare della BCE una banca degli Stati europei sotto il controllo dei Governi europei, così a livello nazionale occorrerà accompagnare la fuoriuscita dall’euro con una legge sintetica e efficace che disponga il controllo dell’emissione e della politica monetaria da parte dello Stato, secondo le indicazioni di tanti economisti, tra cui il poco citato Premio Nobel Maurice Allais.
 
Questo obbiettivo rappresenterà la vera svolta radicale della transizione, l’unica capace di bloccare la spirale del Debito grazie alla riacquisizione del reddito da ‘signoraggio’, fenomeno ieri negato a lungo da presunti ‘esperti’ ed oggi, a fronte della sua innegabilità, piuttosto non citato e discusso, tranne lodevoli eccezioni, sui grandi media.
 
Una svolta radicale, dunque, ma – questo va sottolineato – non una ‘rivoluzione’ dai contorni utopici e astratti come alcuni vorrebbero far credere. Tre motivi sostanziali, infatti, rendono la proprietà e il controllo statale della Moneta una misura assolutamente razionale, e da questo punto di vista moderata e largamente condivisibile da tutte le forze politiche
 
Il primo è che la fine del gold standard (sia pure non generalizzata e in parte solo nominale: vedi la richiesta di oro-garanzia della Cina alla FED; e vedi soprattutto il dilagare di compro-oro anche nel nostro paese) fa sì che la moneta possa e debba essere ancorata al Lavoro dei cittadini del Territorio-Stato in cui essa viene emessa e primariamente circola. Dunque è lo Stato, in quanto rappresentante del Popolo, a doversi assumere il Diritto-Dovere di emettere banconote e monete, da una parte rappresentative della ricchezza nazionale già acquisita, e dall’altra – se in parziale sforamento di questo principio di base – finalizzate alla realizzazione di progetti di sviluppo (grandi opere, incentivazione dell’occupazione, etc.) a loro volta capaci di promuovere o rimettere in moto l’economia nazionale.
 
Il secondo motivo è che l’Italia ha già goduto di sovranità monetaria, dal 1936 al 1992. La Storia, dunque, è dalla nostra parte: nel 1936 la Banca d’Italia, già beneficiata nel 1926 del monopolio dell’emissione di lire fino allora appannaggio di una pluralità di banche private ereditate dalla fase preunitaria, perse la sua natura privatistica e venne trasformata in “ente di diritto pubblico” di nome e di fatto, un istituto cioè dotato di un capitale azionario prevalentemente pubblico. Dopo la caduta del fascismo, i padri costituenti sussunsero la nuova struttura della Banca centrale, ed anzi secondo alcuni studi, ne rafforzarono il controllo governativo. Fu solo nel 1992 che il governo Amato pose fine al carattere pubblico della Banca d’Italia, sull’onda della campagna mediatico-giudiziaria di Tangentopoli.
 
Il 1992 fu se non il peggiore, uno degli anni peggiori della storia della Repubblica, cadenzato in una serie di tappe letali per la sovranità nazionale: il 2 giugno, il cosiddetto ‘seminario sulle privatizzazioni’ sul Panfilo Britannia, sotto la minaccia simbolica ma non per questo non grave della corrazzata inglese Battleaxe; l’11 luglio, il decreto 333 di Amato, che privatizzando l’intera industria di stato privatizzava anche le BIN-banche di interesse nazionale interne all’Istituto di emissione centrale; a settembre, la svalutazione della lira ad opera di George Soros; infine, il 7 dicembre il sì del Parlamento al Trattato di Maastricht. Tutti passi che anticipavano e davano il via libera all’attuale degrado economico, istituzionale, culturale dell’Italia. Oggi la Banca d’Italia – forse alcuni Rettori non lo sanno – è privata, come denuncio’ nel 2004 Famiglia Cristiana
 
Il terzo motivo, infine, è che il controllo statale dell’emissione e della politica monetaria non ha nulla dello ‘statalismo’, ed è sempre stata sostenuta da esponenti liberali. I Presidenti americani Thomas Jefferson, Abrahm Lincoln, John Kennedy; l’industriale Henry Ford, il Primo ministro canadese William King Mackenzie, il nostro Alcide De Gasperi, Maurice Allais, Raymond Aron – per citarne alcuni – non furono certo dei sostenitori di un ‘socialismo totale’ o, dopo il 1917, dei ‘bolscevichi’ desiderosi di nazionalizzare assurdamente tutto il sistema economico. Al contrario, essi capirono – da veri liberali e da saggi economisti – che la statalizzazione dell’emissione monetaria, lungi dall’essere una misura statalista e totalitaria, era la premessa necessaria non solo della democrazia, non solo della costruzione e difesa dello Stato sociale, ma anche dello sviluppo della libera impresa. Una misura necessaria e equilibrare la sfera finanziaria oggi egemone e la sfera produttiva, oggi soccombente di fronte all’egoismo e allo strapotere del sistema bancario privato.
 
Liberismo finanziario e liberismo d’impresa sono progetti opposti. Il liberismo finanziario costituisce la morte della libera impresa, come ha dimostrato il vergognoso ‘regalo’ di 419 miliardi di euro della BCE alle banche private, nel dicembre 2011, mentre a migliaia chiudevano le imprese italiane, e la disoccupazione aumentava fino al livelli mai toccati fino ad allora.
 
Anche in questo caso dunque, in positivo e negativo, la storia è dalla nostra parte. Occorre riprendersi la sovranità monetaria: o ri-nazionalizzando la Banca d’Italia, al prezzo però di lunghe trattative; o sostituendo la Banca d’Italia con altro Istituto statale di emissione monetaria, ex novo o attraverso la nazionalizzazione anche di una sola banca già esistente; o affidando direttamente allo Stato e al Tesoro l’emissione di banconote tramite la Zecca di Stato. Anche qui la Storia è dalla nostra parte: perché questo tipo di emissione monetaria – alternativo a quello gestito da Banche private o pubbliche – attraversa tutta la Storia dell’Italia unitaria, dalla Monarchia al Fascismo alla Repubblica. Sono i “Biglietti di Stato a corso legale”, già presenti in epoca monarchica e fascista, e in quella repubblicana, durante i governi De Gasperi e Moro. Recuperne la memoria è utile alla riconquista della sovranità monetaria, la grande madre di tutte le battaglie per uscire dalla crisi.
 

77enne legata e imbavagliata, muore durante una rapina

no è un paese nemmeno per anziani, Sono tanti ormai quelli che ci rimangono a seguito di rapine, ne sarà contenta l’Inps

venerdì, 4, aprile, 2014
Viareggio (Lucca), 4 apr. – Un’anziana e’ stata trovata morta nella sua abitazione, a Forte dei Marmi. La donna, 77 anni, secondo quanto si apprende, e’ stata trovata legata e imbavagliata in cucina. Secondo una prima ricostruzione la donna sarebbe stata vittima di una rapina e, molto probabilmente, deceduta per la paura. Inutili i soccorsi, i sanitati intervenuti hanno solamente potuto constatare il decesso.
Le indagini sono affidate alla polizia che sta vagliando, in questi minuti, alcune indicazione che gli sono pervenute da un testimone che avrebbe riferito di aver visto scappare due giovani in sella a due distinte biciclette, poco prima parcheggiate davanti al cancello della casa della vittima. Il magistrato di turno e’ gia’ arrivato sul posto. agi

Europa. Fracking a ruota libera

http://www.tgvallesusa.it/?p=6954

 Con l’invasione russa della penisola di Crimea, l’indipendenza energetica diventa l’ossessione europea. E italiana.

Posted on 4 aprile 2014

 di Massimo Bonato

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David Cameron ci riprova e torna all’attacco. “L’indipendenza energetica passa attraverso l’adozione di tecnologie come il fracking per l’estrazione del gas naturale, e dovrebbe essere centrale nell’agenda politica europea”. Così si è espresso il primo ministro britannico David Cameron, negli scorsi giorni, definendo la crisi in Crimea una “sveglia” per gli Stati dipendenti dal gas russo (Reuters).

La fratturazione idraulica, o fracking (o hydrofracking), è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua mista ad agenti chimici, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. La fratturazione viene eseguita dopo una trivellazione entro una formazione di roccia contenente idrocarburi, per aumentarne la permeabilità e migliorare la produzione del petrolio o del gas da argille, contenuti nel giacimento potenziando il tasso di recupero. Le fratture idrauliche vengono indotte in profondità in ben precisi strati di roccia all’interno dei giacimenti di petrolio e gas; e quindi estese pompando fluido sotto pressione e poi mantenute aperte introducendo sabbia, ghiaia, granuli di ceramica come riempitivo permeabile, perché le rocce non si richiudano quando la pressione dell’acqua viene meno.

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Ma la fratturazione idraulica per ottenere gas naturale dagli scisti (argille bituminose) è una tecnica invasiva, ad alto costo ambientale, e ha sollevato forti proteste ecologiste nelle aree in cui vengono eseguite. Inoltre, i costi sono considerevoli, dal momento che servono dai 7 ai 14 milioni di litri d’acqua per ogni pozzo. Ma non è finita. Gli studi sugli effetti del fracking sulla salute sono solo agli inizi, che già si tracciano le prime importanti criticità: accrescimento dell’inquinamento aereo dovuto all’emissione dei gas durante l’estrazione e la lavorazione (composti volatili e particolati, p. es.), quello prodotto dal gran numero di veicoli necessari al trasporto, il silicio a cui sarebbero sottoposti i lavoratori; contaminazione delle acque (benzene, idrocarburi, metalli pesanti); e infine, last but not least, l’alto rischio sismico prodotto dalle fratture sotterranee («The Lancet»).

Obama sbarca in Italia a ricordare al governo gli impegni (non contratti firmati, soltanto impegni) assunti per l’acquisto degli F35, che fan piegare le orecchie alla ministra della Difesa Roberta Pinotti, facendole mettere da parte le sue marce a porto Alegre e contro la mostra navale bellica di Genova per evidenti ragioni di Stato. Ma Barack viene a proporre a Matteo anche il gas statunitense per ovviare alla crisi ucraina in atto. L’auspicio è di rendere Italia ed Europa indipendenti dal consumo di gas siberiano, con il quale Putin tiene da sempre alla corda l’Ucraina, cominciando ad acquistare gli idrocarburi fratturati in America, dove sono stati scavati già 52.000 pozzi.

Ed è l’auspicio che rincorre anche il primo ministro inglese. David Cameron ci riprova e si presenta più europeista del solito. Ci riprova, poiché lo sfortunato David aveva tentato di convincere la Camera dei Lord più volte (a metà dell’agosto scorso per esempio, o con un discorso tenuto non più di due mesi fa), articolando una sperticata dichiarazione in favore delle tecniche del fracking, e definendo poi attraverso le colonne del «Telegraph» “irrazionale” quel fronte di opposizione che sin dalle prime avvisaglie andava formandosi soprattutto tra i contadini del Sussex. (“Bisognerà soltanto convincerli” aveva detto David ai Lord).

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Sfortunato perché all’indomani delle sue dichiarazioni in marzo, nel lontano Ohio, a Poland Township e Lowellville, sul confine con la Pennsylvania, si verificano due terremoti di magnitudo 2,6 e 3,0 della scala Richter, a causa del fracking prodotto dalla texana Hilcorp Energy che opera nell’area con sette pozzi. E le scosse continuano anche nella zona di Los Angeles (il 29 marzo si avvertì una scossa di magnitudo 5,1), a Yellowstone (magnitudo 4,8) e in Oklahoma, dove la sismicità è aumetata considerevolmente da quando vi si pratica il fracking (dal 2011 al 2013 è raddoppiata). La sismicità è cioè aumentata in quegli stati centromeridionali, solitamente non interessati da terremoti, proprio a partire dalle pratiche di fracking («Meteoweb.eu» ).

Ma Cameron tira dritto e dichiara alle colonne del «Daily Telegraph» che “la Gran Bretagna ha il ‘dovere’ di sfruttare il fracking sulla scia della crisi Ucraina”. E se le preoccupazioni europee circa la sicurezza degli approvvigionamenti energetici sono salite alle stelle da quando le forze russe hanno preso il controllo della penisola di Crimea, ciò è anche dovuto al fatto, sempre secondo Cameron che “l’impegno dell’Europa per l’energia verde non è stato solo costoso e confuso – senza alcun impatto misurabile sul clima – ma ha lasciato l’Unione Europea completamente esposta al ricatto russo” («Financial Post»).

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Il problema è che l’Unione Europea non è appunto sorda al richiamo di un’emancipazione energetica, costi quel che costi. E infatti liberalizza il fracking in Europa.

Si legge nel documento COM(2014) 23 final:

Nell’ambito del Consiglio dei Ministri dell’Ambiente del 3 marzo 2014 la Commissione europea ha presentato un’informativa sulla Raccomandazione 2014/70/UE emanata il 22 gennaio 2014 sui principi minimi applicabili alla ricerca e la produzione di idrocarburi non convenzionali (come lo shale gas o gas di scisto, tight gas, coal bed methane) mediante la fratturazione idraulica (fracking) ad elevato volume.

[…]

Traendo spunto dall’esperienza del Nord America, che ha fatto ampio ricorso alla fratturazione idraulica ad alto volume, gli operatori stanno sperimentando ulteriormente questa tecnica nell’UE. La gestione degli impatti ambientali e dei rischi così come la normativa ambientale comunitaria deve essere pertanto adeguata a tale nuova tecnologia che desta notevoli preoccupazioni nell’opinione pubblica.

[…]

La raccomandazione nasce dalla Comunicazione (COM(2014) 23 final del 22.1.2014) al Consiglio e al Parlamento europeo in cui la Commissione ha evidenziato le potenziali nuove opportunità e sfide legate all’estrazione di idrocarburi non convenzionali nell’UE, nonché i principali elementi ritenuti indispensabili per garantire la sicurezza della tecnica di fratturazione idraulica ad elevato volume. Nella comunicazione si giunge pertanto alla conclusione che è necessario stabilire principi minimi che sostengano gli Stati membri nella ricerca e produzione di idrocarburi non convenzionali e che garantiscano la tutela del clima e dell’ambiente, l’uso efficiente delle risorse e l’informazione del pubblico.

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Il fronte geopolitico dell’invasione russa di Crimea si sposta in Europa quindi su un piano energetico, e per tutti ambientale. Se nel Regno Unito, il fracking si trova ancora in via sperimentale, come testa di ponte della ben più vasta esperienza USA pronta a investire in Europa, proprio per l’Europa, e l’Italia potrebbe tradursi in breve tempo nell’ossessione di non trovarsi debitori degli Stati Uniti senza essersi ancora sdebitati con la Russia. Senza tenere conto del fatto che l’energia ottenuta dal fracking non è rinnovabile: sparare enormi getti d’acqua mista a sabbia e sostanze chimiche, a oltre 1.600 metri di profondità su Appennini o nell’arco alpino per estrarne gas significa compromettere l’equilibrio idrogeologico del pianeta, con il rischio di uno spropositato fabbisogno industriale di risorse idriche, di inquinamento delle falde acquifere e della sempre più probabile evenienza di frane e terremoti.

E di fatto neanche l’Italia è completamente all’oscuro della tecnica, se sono già presenti sul nostro territorio (dati Unmig) 26 pozzi di reiniezione dell’Eni, 5 dell’Eni-Mediterranea Idrocarburi, 2 della Edison, 2 della Adriatica Idrocarburi, uno della Gas Plus Italiana, 3 della Padana Energia. Fanno 39 pozzi di reiniezione. Per non parlare poi degli oltre 340 pozzi di stoccaggio di gas. Controlli sulla sismicità indotta? Mistero. Certezze che il terremoto in Emilia non sia stato causato da fratturazioni idrauliche? Nessuna. Grande fiducia però nelle Raccomandazioni UE, che fan la differenza.

M.B. 04.04.14

L’ultima follia dell’Unione Europea: coltivare il proprio orto è illegale!

non deve esistere vita al di fuori della Ue…..

UNIONE EUROPEA – Adesso coltivare ortaggi nel giardino o in balcone può diventare causa di severe multe grazie ai tecnocrati di Bruxelles.

I tecnocrati di Bruxelles stanno davvero esagerando! Non contenti di avere lasciato sul lastrico milioni di cittadini europei, adesso vogliono imporre leggi e regolamentazioni anche contro coloro che hanno cercato di farsi un orticello a casa per almeno avere un po’ di verdura e frutta…

L’Agenzia delle Varietà Vegetali europee infatti starebbe per presentare la proposta di legge “Plant reproductive material law”, la quale costringere i cittadini a utilizzare semi approvati dall’Unione Europea. Gli orticelli che non hanno utilizzato questi semi, come riporta l’associazione Libre, rischiano di diventare illegali e rischiare quindi severe condanne.

Questo sembra essere un regalo delle multinazionali dei semi, che potranno così avere il monopolio assoluto. Ma, come spiega Ben Gabel del “Real Seed Catalogue”, questa mossa “uccide completamente qualsiasi sviluppo degli orti nel giardino di casa in tutta la comunità europea, dato che conservare i semi sarà visto addirittura come un atto criminale”

“Questo è un esempio di burocrazia fuori controllo – continua Gabel -. Tutto quello che produce questa legge è la creazione di una nuova serie di funzionari dell’Ue, pagati per spostare montagne di carte ogni giorno, mentre la stessa legge sta uccidendo la coltura da sementi prodotti da agricoltori nei loro piccoli appezzamenti e interferisce con il loro diritto di contadini a coltivare ciò che vogliono”.

http://www.informarexresistere.fr/2014/04/02/follia-ue-a-coltivare-ortaggi-nel-proprio-giardino-si-rischiano-severe-multe-se-i-semi-non-sono-approvati-dalla-ue/

Chi Sta Producendo in Italia?

se il 55,2 risulta occupato, DI COSA VIVE IL 44,8 PER CENTO della forza lavoro CHE, DISOCCUPATA NON PERCEPISCE UN REDDITO DI CITTADINANZA? Ma i moralmente superiori non ritengono un diritto inalienabile e indispensabile dare di che vivere ai disoccupati. Cittadini di serie B. 
 
1 aprile 2014
 
C’è una grossa divergenza fra produzione industriale e livello della disoccupazione. Le statistiche e le aspettative SEMBRANO dirci che l’Italia lentamente si stia risollevando dalla perdita del 25% della sua produzione industriale i 6 anni. (come una guerra persa)
 
Ad esempio oggi sono usciti due dati antitetici:
 
1) L’indice PMI/ADACI sulle aspettative dei manager che operano nel manifatturiero italiano
 
Schermata-2014-04-01-alle-13.42.04
Ed è uscito un dato non eccellente ma buono a 52,4 (da 52,3 di Febbraio).
 
A fare la parte del leone sono le aziende esportatrici visto che il mercato interno ormai è sostanzialmente morto.
Nello stesso giorno arriva il tasso ufficiale di disoccupazione con uno spaventoso e mai visto 13%! (42,3% la disoccupazione giovanile)
 
Schermata-2014-04-01-alle-13.47.20
da Istat
 
A febbraio 2014 gli occupati sono 22 milioni 216 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-39 mila) e dell’1,6% su base annua (-365 mila).
Il tasso di occupazione, pari al 55,2%, risulta stabile in termini congiunturali ma diminuisce di 0,8 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima.
Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 307 mila, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente (+8 mila) e del 9,0% su base annua (+272 mila).
Il tasso di disoccupazione è pari al 13,0%, sostanzialmente stabile in termini congiunturali ma in aumento di 1,1 punti percentuali nei dodici mesi.
I disoccupati tra i 15-24enni sono 678 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di età è pari all’11,3%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 0,5 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 42,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 3,6 punti nel confronto tendenziale.
Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni risulta sostanzialmente stabile sia rispetto al mese precedente sia rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività pari al 36,4%, rimane stabile in termini congiunturali e aumenta di 0,1 punti su base annua.
 
Questo significa che le aziende italiane NON assumono, piuttosto spremono il massimo possibile dai lavoratori che hanno. E si capisce bene il motivo:
  • La rigidità del lavoro per le imprese di medie grandi dimensioni in grado di competere all’estero
  • Il costo abnorme, ridicolo e assurdo per assumere un nuovo lavoratore e magari pagarlo da fame.
Quindi gli italiani NON stanno affatto godendo di questa mini ripresina.

Emergenza povertà in Spagna

è l’europa dei popoli che ce lo chiede….dobbiamo nutrirlo questo sogno, non si può essere euroscettici…..è da nazisti, parola di Napolitano

Stando al rapporto, la Spagna risulterebbe il Paese europeo con il più alto tasso di povertà infantile assieme alla Romania. Nella penisola iberica,infatti, l’indice di povertà tra i bambini sotto i 18 anni si attesta al 29,9per cento, nel 2012, quasi nove punti sopra la media europea, attestata al21,4%. Nel solo intervallo di un anno, dal 2011 al 2012, il tasso di povertà in questo settore della popolazione avrebbe subito uno spettacolare incremento dal 15,6 al 19,4%.
Il rapporto considera a rischio di povertà o esclusione sociale quelle persone che detengono solo il 60 per cento del reddito medio del resto della popolazione, la fascia compresa tra tra il 40 e il 50 per cento viene, invece,classificata come “povera”, infine, coloro al di sotto del 40% sono in una situazione di “estrema povertà”.
L’insieme di questi dati, come già detto, colloca la Spagna, insieme alla Romania, in vetta ai Paesi con il più alto tasso di povertà infantile, seguita da Bulgaria e Grecia, rispettivamente al terzo e quarto posto.
Il rapporto, inoltre, avverte che la Spagna presenta il più alto tasso di abbandono scolastico in Europa: 24,9 per cento  contro 12,7 della media Ue nel 2012. Pur in presenza di una contrazione nella percentuale, tra il 2009 e il 2012, questo rimane un grave problema, soprattutto in alcune regioni come l’Andalusia, dove il tasso è superiore al 30%.
Il dato è ancor più allarmante se, proprio come invita a fare il rapporto, si considera l’istruzione quale arma in grado di combattere la trasmissione intergenerazionale della povertà.
Secondo il rapporto Caritas, quella spagnola risulta, tra le popolazioni europee, una delle più colpite dalle politiche neoliberiste dell’ultimo ventennio, infatti, mentre il tasso medio di povertà dell’Ue si è attestato al25,1 per cento nel 2012, la Spagna ha toccato il 28,2%, con ben 13 milioni di persone in questa situazione di indigenza.
Un altro settore della popolazione particolarmente colpito dalla piaga sociale della povertà è quello degli anziani, con un incremento dal 7 per cento del 2008 al 10,6% nel 2012. Oltre a ciò, il rapporto rammenta che per molte famiglie l’unico reddito viene fornito dalle pensioni dei nonni.
Lo studio rivela anche che il 12 per cento della popolazione attiva spagnola non guadagna abbastanza per sfuggire alla povertà in un Paese che,insieme alla Grecia, ha registrato il maggiore aumento della disoccupazione dall’inizio della recessione. Ciò ha provocato un ritorno al fenomeno dell’emigrazione di massa, proprio come all’inizio del secolo passato.
Il rapporto della Caritas europa ha, infine, ricordato come in Spagna vi siano oltre sei milioni di disoccupati e di giovani che non potranno ricevere una pensione adeguata per non aver lavorato abbastanza a lungo. Una vera e propria”generazione perduta” della quale l’attuale disagio avrà un “enorme impatto” sul futuro.
http://www.signoraggio.it/emergenza-poverta-in-spagna/

Leal parte civile nel processo vinto a Lucca,Donna condannata perché teneva i cani alla catena in condizioni incompatibili con la loro natura

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Il 27 marzo scorso è diventata irrevocabile la sentenza di condanna di una cittadina di Lucca denunciata per maltrattamenti nei confronti dei suoi due cani. Nel luglio del 2012 era scattata la segnalazione da parte di alcuni volontari alle Guardie eco zoofile che, dopo un primo controllo, avevano allertato il comando del Corpo di Polizia Municipale. Il Comandante preso in esame il materiale fotografico fornito dalle Guardie e dai volontari aveva disposto gli accertamenti presso il domicilio della donna insieme al medico veterinario dell’USL 2 di Lucca e a un agente della Polizia Provinciale. Secondo il verbale della Polizia i cani erano detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e produttivi di gravi sofferenze: per entrambi i soggetti al momento del sopralluogo le ciotole di cibo e acqua erano vuote, i cani erano tenuti alla catena (uno dei due era persino senza collare, così che la catena scorrendo nell’anello fungeva da strozzo sotto tensione). Il cane più anziano, di circa 12 anni, mostrava un’estesa dermatite, con perdita del pelo pressoché completa e era in un palese stato di denutrizione. Il cane più giovane, una femmina di 1 anno circa, invece, aveva una tonicità muscolare appena nei limiti. Inoltre nel campo dove erano custoditi, adiacente all’abitazione, non avevano altro riparo che una casetta di materiale plastico totalmente esposta al sole. I due cani furono subito sequestrati e affidati in custodia giudiziaria al canile municipale per le dovute cure e in attesa del processo, che si è concluso lo scorso 27 marzo con la condanna a 2667 euro di multa per l’imputata, più il pagamento dei danni alla nostra associazione che si è costituita parte civile contro la signora. “Riteniamo giusto costituirci parte lesa contro chi maltratta gli animali” ha dichiarato Gian Marco Prampolini, Presidente Leal “utilizzeremo questi fondi per aiutare altri animali in difficoltà” ha concluso.
 
3 aprile 2014

UN NOUVEAU FILM AU CŒUR DES AVANT-GARDES RUSSO-SOVIETIQUES : ‘CHAGALL – MALEVITCH’

Luc MICHEL pour NNK / avec La Voix de la Russie / 2014 03 04 /

Neue Nationaleuropäische Kultur / Новая Национальная-европейская Культура /

https://www.facebook.com/NNK.org

NNK - LM Chagall et Malevitch (2014 04 04) FR 1

Un nouveau film russe d’Alexandre Mitta plonge au cœur des Avant-gardes russes et soviétiques et des rapports entre l’Art et la Révolution d’Octobre …

 Marc Chagall et Kasimir Malevitch. Deux grands peintres russes connus dans le monde entier. En 1919, leurs destins se sont croisés dans la ville natale de Chagall, Vitebsk. Ces deux grands génies ont travaillé côte à côte mais n’ont pas su devenir amis. C’est cet épisode qui est raconté dans le nouveau film du réalisateur russe Alexandre Mitta. Intitulé ‘Chagall – Malevitch’, qui sort en salles ce 3 avril.

 L’ECOLE ARTISTIQUE DE VITEBSK

 L’Ecole artistique de Vitebsk – aujourd’hui en Biélorussie et dont Marc Chagall fut l’un des maîtres – concentrait « les dimensions multiples de ce lieu privilégié pour l’époque » (selon son historienne Claire Le Foll). « A la fois lieu d’apprentissage, de maturation, de liberté de création, d’engagement révolutionnaire. Outre le fait de constituer l’un des foyers les plus actifs de l’avant-garde russe entre 1918 et 1922, ce fut un point de ralliement pour nombre d’artistes d’origine juive ». Une « aspiration à participer du courant universel et révolutionnaire. L’enthousiasme, l’énergie, la passion, le talent, se côtoyaient assurément à Vitebsk, permettant l’éclosion du (…) du “suprématisme”, de l’art-propagande, de l’agitprop, des arts graphiques… »

 LE NOUVEAU FILM D’ALEXANDRE MITTA

 Bande-annonce sur http://www.youtube.com/watch?v=a7BVmdOoN34

 Chagall n’aimait pas les conflits. Le réalisateur s’est donc réjoui d’avoir trouvé un épisode de sa vie où le grand peintre entrait en confrontation avec ni plus ni moins qu’un autre célèbre artiste, père du Suprématisme – issu du Constructivisme russe – Kasimir Malevitch. Marc Chagall occupait à cette époque le poste de commissaire délégué aux affaires des arts de la région de Vitebsk, où il avait créé une école des Beaux-arts en y invitant tous les avant-gardistes.

 Alexandre Mitta explique : « Les jeunes passionnés par les idées novatrices de Malevitch, les jeunes que Chagall avait trouvés, aidés, à qui il avait enseigné, ces jeunes-là ont rejeté leur maître pour en suivre un autre. Cette histoire des relations entre un artiste et ses élèves constitue l’un des volets du film. Il y en a un autre qui est très important dans un film sur Chagall – ce sont ses relations avec ses proches. Il aimait beaucoup sa femme, c’était sa muse, sa déesse. Et c’est également très intéressant de voir comment étaient les relations entre l’artiste et sa femme, des relations qui n’étaient pas toujours au beau fixe. »

 Ces deux grands personnages du monde des arts étaient des références il y a un siècle et aujourd’hui ils continuent à l’être. Géométriques et plein de couleurs s’agissant des toiles de Malevitch, chargées d’émotions et irréels pour les tableaux de Chagall, les deux artistes sont exposés avec succès partout dans le monde. « Malevitch et Chagall sont des peintres qui véhiculent l’image de la Russie », précise Alexandre Mitta.

 « Même s’il a passé la majeure partie de sa vie en France, en Occident, toute sa vie c’est la Russie que Chagall a peint. Ses toiles, pour le monde entier, sont des cartes postales de la Russie d’avant la révolution avec sa poésie et sa beauté. Quant à Malevitch, c’est un peintre révolutionnaire, l’un des représentants les plus brillants de l’avant-garde apparue au début du XXe siècle. C’est lui qui a créé le premier système non-figuratif. C’est lui qui a été le premier à avoir eu cette idée simple que la couleur et la forme, ces deux fondements de la peinture, peuvent avoir une existence séparée des objets. »

 « Le réalisateur a affirmé vouloir montrer au spectateur qu’il faut apprendre à voir non pas ce que l’artiste a peint, mais ce que cache sa toile », commente La Voix de la Russie.

NNK - LM Chagall et Malevitch (2014 04 04) FR 2

 CHAGALL, MALEVITCH ET LES AVANT-GARDES RUSSES

 Kazimir MALEVITCH est le père de l’art moderne abstrait. Avec ses fameuses œuvres suprématistes « CARRE NOIR » et « CROIX NOIRE » (1).  Qui inspirent encore aujourd’hui les Slovènes de LAIBACK et du « Nouvel Art Slovéne » – le NSK / « NEU SLOVENISCHE KUNST » – et notre NNK, courant politico-artistique. Le Logo du NNK y ajoute le TRIANGLE ROUGE des Constructivistes russes …

 Cette postérité venant directement des concepts des « Suiveurs du Nouvel Art » de Malévitch.

Qui crée à Vitebsk le groupe politico-artistique UNOVIS (parfois MOLPOSNOVIS ou POSNOVIS) qui « fut un groupement éphémère d’artistes russes ayant eu cependant une forte influence, fondé et dirigé par Kasimir Malevitch au sein de l’École artistique de Vitebsk en 1919. Initialement formé par des étudiants sous le nom de MOLPOSNOVIS, le groupe s’est constitué pour explorer et développer des nouvelles théories et de nouveaux concepts dans l’Art. Sous la direction de Malévitch, ils se renommèrent UNOVIS, centralisant leur préoccupation sur ses idées suprématistes et produisant de nombreux projets et publications dont l’influence sur l’avant-garde russe et étrangère fut immédiate et largement diffusée. Le groupe s’est dissous en 1922 ».

Le nom d’UNOVIS est l’acronyme du russe ‘Utverditeli Novogo Iskusstva’, soit les « Champions du Nouvel Art », alors que POSNOVIS était l’acronyme de Posledovateli Novogo Iskusstva, soit les « Suiveurs du Nouvel Art », et MOLPOSNOVIS « signifiant Jeunes Suiveurs du Nouvel Art ».

 Rallié au CONSTRUCTIVISME russe, un courant d’avant-garde issu du FUTURISME RUSSE – Constructivistes et Futuristes russes soutiendront la Révolution bolchévique -, MALEVITCH fonde le SUPREMATISME.

Ces courants sont étroitement liés au Bolchévisme dès le début du XXe Siècle et en particulier à la Fraction bolchévique interne et externe V PERIOD (‘En Avant’) de LUNACHARTSKI, qui est à l’ultra-gauche du Parti bolchévique et est la matrice du National-bolchévisme, vingt ans avant l’Allemagne.

 A ce sujet, j’ai parlé de « National-bolchévisme culturel soviéto-russe » (2). Opinion que partage le politologue AGURSKY dans sa « Troisième Rome » (3) (4).

 En 1917, LUNACHARTSKI devient commissaire du peuple dans le gouvernement bolchévique, en charge de l’éducation et de la culture. Et il lance le grand mouvement artistique poltico-culturel, le « PROLETKULT », avec les avant-gardes artistiques ralliées à la Révolution. Période exaltante ! Trotski lui-même écrira longuement sur ces courants, notamment les Futuristes …

 Avec la révolution de 1917, Chagall est nommé commissaire aux Beaux-Arts à Vitebsk, l’un des foyers les plus actifs de l’avant-garde russe entre 1918 et 1922, qui fut aussi un point de ralliement pour nombre d’artistes d’origine juive.

Mais après un conflit avec Malevitch, il démissionne en 1920. Il quitte à jamais sa ville natale. Deux ans après, il quitte le pays, d’abord pour Berlin, puis Paris.

 LM

 * Sur Chagall, lire :

Luc MICHEL, NNK / CHAGALL, LA RUSSIE, LES AVANT-GARDES ET LA REVOLUTION D’OCTOBRE

http://www.facebook.com/notes/nnk-neue-nationaleuropaische-kultur/-nnk-chagall-la-russie-les-avant-gardes-et-la-revolution-doctobre/428725497166696

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 NOTES ET RENVOIS

 (1) Par suprématisme, Malévitch entend « une création non-objective construite à l’aide d’unités géométriques minimales (carré, cercle, rectangle, triangle et croix ) noires sur fond blanc ». Selon lui, « chaque unité géométrique est issue du carré, référent absolu du système ». Le cercle, « premier élément suprématiste fondamental », est « obtenu par la rotation du carré.

La croix provient de la division du carré en deux rectangles superposés perpendiculairement en leur milieu.

La rigueur géométrique de cette Croix noire sur fond blanc est tempérée par les contours irréguliers de ses bras. La superposition des deux plans semble inachevée, créant une sorte de tension dynamique et vibratoire ». Malévitch parvient ainsi à « susciter dans un espace bidimensionnel la création d’un champ empli d’énergie ».

 (2) Cfr. Luc MICHEL, « UN NATIONAL-BOLCHEVISME CULTUREL RUSSE ET SOVIETIQUE. LE PROLETKULT ET LES AVANT-GARDES ARTISTIQUES RUSSES. 1900-1935 », Conférence pour le CEPSE et l’Ecole de Cadres du PCN, Bruxelles, 1997, version écrite in LA LETTRE COMMUNAUTARISTE, Bulletin interne du PCN, n° spécial hors série, Bruxelles, Septembre 1996.

 (3) Cfr. M. AGURSKY , THE THIRD ROME. NATIONAL BOLCHEVISM IN THE USSR, Westview Press, Boulder, 1987;

M. AGURSKY , LA TERZA ROMA. IL NAZIONALBOLSCEVISMO IN UNIONE SOVIETICA, Il Mulino, Bologne, 1989.

 AGURSKY a développé ses réflexions au départ de sa thèse de doctorat présentée au début des Années 80 :

M. AGURSKY , IDEOLOQIA NATSIONAL-BOLSHEVIZMA, Moscou, 1980;

M. AGURSKY , L’IDEOLOQIE NATIONALE-BOLCHEVIQUE, Thèse, Ecole des Hautes Etudes, Paris, 1983.

 M. AGURSKY est le fils de Samuel AGURSKY (1889-1947) qui fut secrétaire général de la section juive du Parti Communiste de l’URSS, puis directeur de l’lntitut d’histoire de ce parti.

LA “TROISIENE ROME” : LE NATIONAL-BOLCHEVISNE EN UNION SOVIETIQUE , c’est sous ce titre de qu’ AGURSKY réunit les différentes formes de National-bolchevisme en Russie puis en Union soviétique, du milieu du XIXe siècle au triomphe du Stalinisme et du socialisme dans un seul pays en 1927. La thèse centrale d’ AGURSKY est que la Révolution d’octobre fut éminemment et principalement russe et nationaliste avant tout et qu’elle rejoignait ainsi la mission messianique de Moscou et de la Russie, se voulant la “Troisième Rome” succédant à Rome et à Constantinople et le centre d’unification du monde. La volonté de révolution mondiale et l’internationalisme du Komintern étant placés au service implicite de cette mission.

AGURSKY étudie longuement les fondements historiques et culturels en Russie de ceux qui attribuent à ce peuple un rôle salvateur et révolutionnaire dans le monde, notamment les courants panslaviste, populiste et socialiste-révolutionnaire. A propos des fondements culturels, il évoque un « national-bolchévisme culturel ».

L’une des thèses d’ AGURSKY est que LENINE a révisé le Marxisme en le nationalisant et en le russifiant et que STALINE a accompli et porté à son terme ce processus. Avec la victoire des bolcheviques, Moscou, la “Troisième Rome”, devient donc le centre du mouvement révolutionnaire mondial et rejoint par là la mission traditionnelle de la Russie. AGURSKY définit d’ailleurs le Bolchevisme comme l’ “association du Communisme et de la Nation russe”.

Son livre, bien qu’hostile au National-bolchevisme et au Stalinisme, est aujourd’hui incontournable dans l’étude des différentes formes russes du National-bolchevisme et il est particulièrement dommage que les universitaires qui étudient le National-bolchevisme en France et en Allemagne lui attribuent, volontairement sans doute, peu ou pas d’intérêt. Il est vrai qu’il remet fondamentalement en cause leur thèse centrale qui fait du National-bolchevisme une excroissance de la “Révolution conservatrice” et de l’extrême-droite. Mettre en parallèle la thèse du professeur AGURSKY, qui présente un National-bolchevisme issu de la gauche la plus extrême, met évidemment à néant les thèses de l’Université française, style DUPEUX, sur le National-bolchevisme germanique, qui lui est apparenté idéologiquement.

 (4) Sur la notion historique et idéologique de « National-bolchévisme », cfr.

Luc MICHEL, MYTHES ET REALITES DU NATIONAL-BOLCHEVISME 1918-1993, Editions Machiavel, Bruxelles, 2e édition, 1995.

1ère édition en 1991, Traductions en Anglais, Italien, Espagnol et Portugais.