TOSCANA: IN ARRIVO 600 CLANDESTINI DA ZONA CALDA VIRUS EBOLA – MAPPA

signori dell’accoglienza, tra difensori del traffico di umani, quindi mafiosi, anche figli prediletti di Mahltus. Vi fosse un’epidemia, NESSUNO PAGHERA’ solo le vittime.

APRILE 12, 2014 REDAZIONE
Siamo davanti ad un governo di criminali da processare che mettono a rischio la salute dei propri cittadini
Pistoia – Sono arrivati questo pomeriggio a Pistoia con un ponte aereo che li ha trasportati dalla Sicilia all’aeroporto di Pisa – pensate i costi – oltre cinquanta clandestini. Molti di loro provengono da una delle zone calde dell’emergenza Ebola: la Sierra Leone. Gli altri dalla Tunisia.
La Sierra Leone confina con i punti dove il contagio sta dilagando

Come è noto, Tunisia e Sierra Leone sono paesi in guerra, vero Alfano?

In tutto, Renzie e Alfano hanno destinato alla Toscana seicento clandestini, sugli oltre 4mila sbarcati negli ultimi giorni. Proprio poche ore fa – avvisate il Ministero della Sanità – un aggiornamento riguardante Ebola, informa di che i numeri dei contagiati sono aumentati sia in Guinea che in Liberia. Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a partire dal 9 aprile, un totale cumulativo di 158 casi clinicamente compatibili, tra cui 101 decessi sono stati ufficialmente segnalati in Guinea. 66 dei casi clinici sono stati confermati in laboratorio. E proprio la Sierra Leone ha diversi casi sospetti di Ebola. Due, ultimamente testati, sono risultati positivi ad un altro virus, quello di Lassa. Ma altri sono ancora da testare, e il virus ha una latenza fino a 21 giorni.
http://voxnews.info/2014/04/12/toscana-in-arrivo-600-clandestini-da-zona-calda-virus-ebola/

Ebola: con sbarchi arrivo inevitabile…

E’ scattata anche in Italia l’allerta per il virus “Ebola”. Con una circolare datata 4 aprile ma non diffusa al pubblico, il Ministero della Sanità ha comunicato l’attivazione di misure di vigilanza e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali in Italia. La qual cosa fa ridere, visto come viene affrontata l’invasione di clandestini.
La nota è stata inviata all’Enac, alla Farnesina, a tutte le regioni ed alla Croce Rossa Italiana. Per la prima volta, dal 1970 ad oggi, la nota dell’allarme è stata trasmessa anche al Ministero della Difesa.

Le procedure attivate dal Ministero della Salute prevedono controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, degli italiani presenti nei paesi colpiti dall’epidemia. L’intero asset delle capacità diagnostiche del Paese è affidato all’Istituto Spallanzani di Roma che “dispone dell’unico laboratorio a massimo livello di bio contenimento”.

Quattromila sub-sahariani che arrivano senza controlli, e il Ministero attiva la ‘sorveglianza’ negli aeroporti. Con un solo laboratorio di bio contenimento. Fantastico.

Il dato che allarma  è il tempo di incubazione del virus che varia dai 2 a i 21 giorni per la trasmissione a contatto con sangue e secrezioni, ed arriva sino ai 49 giorni per contagio derivante dallo sperma. E visto che molte clandestine africane finiscono direttamente lungo le strade, siamo messi benissimo.
http://informare.over-blog.it/article-ebola-ecco-la-circolare-segreta-del-ministero-della-salute-123300104.html

al link scansione della direttiva del ministero della sanità

Anche gli italiani sfrattati li mandano in albergo gratis, vero signori “parità dei diritti”?

Arrivati i primi cinquanta profughi: alloggiati negli alberghi
Sbarcati sulle coste siciliane arrivano da zone martoriate
Suddivisi tra la città e la località turistica di Piancavallo

PORDENONE – Sono arrivati a Pordenone i 50 profughi sbarcati sulle coste siciliane dopo aver attraversato il Mediterraneo con barconi salpati dalle coste nordafricane. Il volo che li ha portati al Nord è atterrato all’aeroporto di Verona alle 14.30, dopodichè gli immigrati, tutti in fuga da zone martoriate da guerra, sono stati accompagnati in questura a Pordenone e smistati.
Trentacinque sono stati accompagnati dai carabinieri a Piancavallo, dove alloggeranno all’Hotel Antares. A Pordenone sono rimaste 15 persone, sistemate nelle camere della locanda “Al Sole” che si trova in largo San Giovanni. Per far fronte alle prime necessità – dai vestiti agli spazzolini da denti – è stata mobilitata la Caritas.

Tutti i particolari sul Gazzettino in edicola il 13 aprile
http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/PORDENONE/pordenone-profughi-alberghi-piancavallo/notizie/629235.shtml

Nuovo attacco chimico in Siria + FNA: “Migliaia di terroristi hanno attraversato il confine turco per raggiungere Aleppo”

sono arrivati gli aiuti dai liberatori per i “ribelli” per la libertà…..

nuovo attacco chimico in Siria
Roma – Governo siriano e ribelli denunciano un nuovo attacco chimico in un villaggio in Siria e come già era accaduto in occasione dell’attacco a Ghouta ad agosto si accusano a vicenda.
La tv di Stato accusa il Fronte al Nusra di aver usato gas cloro a Kfar Zeita, causando due morti e oltre 100 feriti.
La coalizione dell’opposizione parla di decine di persone colpite dal gas letale. Lo riferiscono media Usa.
http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2014/04/12/AQ2zeaSC-nuovo_attacco_chimico.shtml

FNA: “Migliaia di terroristi hanno attraversato il confine turco per raggiungere Aleppo”
TEHERAN (FNA) – Migliaia di militanti supportati da potenze straniere sono entrate nella città di Aleppo, nel nord della Siria tramite il confine turco, fonti informate hanno riferito sabato.
“Abbiamo visto,supportati dagli stati stranieri,  l’arrivo di circa 5.000 terroristi completamente attrezzati con vari tipi di equipaggiamento militare, tra cui armi pesanti, nella città di Aleppo dopo aver attraversato il confine a Bab Al-Hava incrocio a nord nella provincia di Aleppo” una fonte militare ha riferito ad FNA oggi.
Ha detto che secondo l’intelligence acquisita da parte dell’esercito siriano, i militanti hanno ricevuto corsi di formazione per poi essere spediti ad Aleppo, da una base militare in Turca vicino al confine con la Siria.
La fonte ha aggiunto che altri 3.000 militanti circa sono entrati regione di Al-Rashedin nella città di Al-Atareb.
La scorsa settimana, le truppe siriane hanno respinto i ripetuti tentativi da parte dei gruppi terroristici di infiltrarsi nella città vecchia di Aleppo dalla parte orientale della Moschea degli Omayyadi, uccidendo un gran numero di combattenti anti-governativi.
Una fonte militare ha detto che, oltre ad un pesante tributo in termini morti tra i terroristi, a causa delle operazioni di domenica dell’esercito, anche un convoglio di armi e munizioni è stato distrutto nella battaglia del Aleppo.
La fonte ha aggiunto che i soldati siriani hanno attaccato tane e raduni dei ribelli in Kafar Hamra, al-Shwiehneh, ICARDA, Babis, njera, Kafarnaha, Atareb, Khan Tuman e Jub Ghabsha nella campagna di Aleppo, aggiungendo che molti insorti sono stati uccisi, molti sono stati feriti e il resto è fuggito dal campo di battaglia.
La fonte ha continuato dicendo che le altre forze dell’esercito hanno concentrato i loro sforzi verso i terroristi che si stavano radunando nelle vicinanze del carcere centrale,  Khan al-Assal, Maaret al-Artiq, Anadan, Handarat, Bishqatin, Kafar Saghir e al-Lairamon uccidendo decine di terroristi.
Unità dell’esercito si sono scontrate con i gruppi ribelli nella città vecchia di Aleppo, al-Mashad, Dahrat Abd-Rabbu, al-Mansourieh, Sheikh Said, la città industriale e al-Kastilo in cui la popolazione ha potuto assistere alla forza e al potere dell’esercito sui campi di battaglia.
http://fractionsofreality.blogspot.it/2014/04/fna-migliaia-di-terroristi-hanno.html

Terremoto in Emilia, l’estrazione di petrolio tra le possibili cause

La relazione della commissione del Ministero anticipata dal “Science”: non escluso un nesso tra il sisma e le attività estrattive nella Bassa modenese

ROMA, 11 APR – Tra le cause dei terremoti che hanno colpito l’Emilia Romagna il 20 e il 29 maggio 2012, uccidendo 27 persone e causando centinaia di feriti, non si può escludere l’estrazione petrolifera in zona. Sarebbero le conclusioni attese e non ancora pubblicate del rapporto realizzato dalla commissione Ichese, anticipate dalla rivista Science.
La commissione è stata istituita dal Commissario per il terremoto, d’intesa col Dipartimento della Protezione Civile per valutare le possibili relazioni tra esplorazione ed estrazione di idrocarburi in Emilia Romagna e i due terremoti, rispettivamente di magnitudo 5.9 e 5.8. Science cita fonti che conoscono lo studio, secondo le quali «il rapporto sarebbe stato presentato alla Regione Emilia-Romagna, almeno un mese fa». Secondo le stesse fonti «i politici sia a livello regionale sia nazionale sarebbero preoccupati per gli effetti e starebbero ritardando la pubblicazione».
Il rapporto, spiega Science, esclude che il deposito di gas naturale sopra la faglia geologica attiva nei pressi di Rivara nella valle del Po possa aver causato i terremoti perchè le trivellazioni dovevano ancora iniziare quando questi si sono verificati. Invece, secondo la rivista, il rapporto «punterebbe l’indice su un altro sito: il giacimento di petrolio di Cavone, gestito da Gas Plus». Science sostiene di aver visto le conclusioni del rapporto, nelle quali ci sarebbe scritto che «non può essere escluso che le attività di estrazione nel sito potrebbero aver innescato il terremoto del 20 maggio, il cui epicentro è a 20 chilometri di distanza».
Una nota congiunta di Commissario per il terremoto, Dipartimento della Protezione Civile e Ministero dello Sviluppo Economico rileva invece che «il rapporto, consegnato a metà febbraio, sottolinea come sia necessario, per escludere o confermare l’ipotesi di un legame causale tra le estrazioni di idrocarburi nella località Cavone e i fenomeni di sismicità dell’area, approfondire gli studi». Sempre oggi il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha annunciato che «ci sarà la pubblicazione integrale di tutto il lavoro fatto in modo che nessuno possa dire che su questa come su altre vicende delicatissime si voglia nascondere qualcosa».
Science sottolinea che le variazioni di stress e pressione nella crosta terrestre causate dall’estrazione del petrolio e dall’iniezione di fluidi per migliorare il flusso non sono sufficienti da sole a innescare un forte terremoto. Tuttavia, prosegue la rivista, non si può esclude che i cambiamenti indotti nella crosta da queste attività, «potrebbero aver ‘risvegliatò una faglia attiva che ha causato il terremoto del 20 maggio che a sua volta, alterando ulteriormente lo stress della crosta, potrebbe aver innescato l’evento 29 maggio». L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), contattato dall’ANSA, ha detto di non avere alcun elemento per poter rilasciare commenti in merito al rapporto, in quanto questo «non è stato pubblicato».

12/04/2014 – 12:24

http://www.gazzettadiparma.it/news/emilia/180357/Terremoto-in-Emilia–l-estrazione.html

Roma. Squadrismo di Stato. Brutalità stop and go

Cariche a fondo e caccia all’uomo. Almeno una decina di compagni a terra. 80 fermi. Questo il risultato di una giornata di lotta che doveva portare a Roma la voce di chi voce non ha. E la si è voluta far tacere ancora.

Posted on 12 aprile 2014

di Massimo Bonato

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Mi accorgo che le notizie che cerco, in sé passano in secondo piano a mano a mano che gli squilli del telefono prolungano l’attesa. E sale la preoccupazione. I cellulari squillano a lungo a vuoto. Difficile parlare con qualcuno. Le informazioni sono frammentarie e inevitabilmente incerte.

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“Non ho mai visto niente del genere” dice una compagna. “Ne ho viste tante, ma oggi per la prima volta ho avuto veramente paura” un’altra aggiunge.

Stanno bene. Si sono ricompattati e torneranno ai pullman e a Torino, in Valle. Ma non tutti. In piazza Barberini sono rimasti almeno una decina i feriti, qualcuno grave. Nicoletta Dosio per esempio è caduta, raccontano, è stata calpestata durante la carica, di sicuro ha avuto lesioni a un braccio e quasi sicuramente alle costole. E non è la sola. Il più grave è un 47enne peruviano che ha raccolto un petardo inesploso ma gli è improvvisamente deflagrato in mano riportando lesioni gravissime.

Giunti a Roma, sin dal priimo mattino il sentore era che la blindatura della città non presagisse nulla di buono. Molti bus provenienti da nord-est sono stati fermati alle porte della città e perquisiti.

La manifestazione era autorizzata. Era l’occasione per protestare per il diritto alla casa contro il decreto Lupi, contro il job act di Renzi, contro la precarietà e l’austerity. All’appello del Coordinamento di Lotta per la Casa hanno risposto molti movimenti, dall’acqua pubblica ai No Muos, centri sociali e studenti, i No Tav hanno raggiunto la capitale con quattro pullman.

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Tra il ministero dello Sviluppo economico e quello del Welfare, uno spezzone si è staccato dal corteo per raggiungere e assediare il ministero. Il Corteo ha atteso. Ma dopo quasi mezz’ora, sono bastate uova e arance lanciate dagli assedianti a scatenare le forze dell’ordine disposte ad attenderli in assetto da guerra. Parte la prima carica che investe gli assedianti. La polizia si ferma e lo spezzone reagisce con il lancio di oggetti. A questo punto vengono sparati lacrimogeni e parte una seconda carica violentissima, profonda, che raggiunge il corteo principale in via del Tritone e lo sospinge per oltre 200 metri fino in piazza Barberini. Non è una carica di alleggerimento, è una vera e propria carica militare atta a recare quanti più danni possibile, a fondo, finché i manifestanti non sono sparpagliati e divisi. Quando la violenza cesserà per terra resteranno k-way e una impressionante quantità di scarpe perdute nella fuga. Ma la vista è quella di gente a terra, trattenuta dalla polizia.

“La paura più grande era di cadere nella gran folla di gente comune, famiglie con bambini, quelli dell’acqua tutti vestiti di blu per la manifestazione – ci raccontano – se cadevi non ti rialzavi, e ti passavano sopra”.

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“Sono stati brutali” è ciò che più di una persona ripete. Il corteo è riuscito comunque a riprendere il percorso, pur monco di tanti gruppi dispersi nelle vie laterali, o che hanno tentato di raggiungere nuovamente Porta Pia per strade alternative. La testa del corteo ha poi imboccato il Traforo del Tritone e raggiunge piazza della Repubblica.

Ottanta le persone fermate, una decina i feriti, tra cui qualcuno gravemente. Lo spezzone No Tav è riuscito a ricompattarsi e a raggiungere alla fine i pullman per il ritorno, tra qualche testa dolente per le manganellate, stanchezza e tensione.

M.B. 12.04.14

Ci risiamo: l’ennesimo fatto strano addebitato ai notav

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post — 12 aprile 2014 at 14:32

fanghi-secchi-copia_58831Ieri sera, apprendiamo dai giornali,  è stato aggredito da tre uomini incappucciati l’autista del PM Rinaudo, i media hanno dato grande risalto all’accaduto ed hanno già individuato a priori i colpevoli: il Movimento No Tav o meglio la sua cosiddetta “frangia antagonista”. Sono poi subito seguite le immancabili esternazioni di due personaggi quali il Sen. Esposito (appena rinviato a giudizio per calunnia nei confronti di alcuni No Tav) e Chiamparino che sono ormai i portavoce ufficiali della lobby politico/affaristica che vuole il TAV.

In tutto questo nessuno approfondisce “l’agguato”, che se ci permettete è abbastanza strano nella sua dinamica.

Ormai non si contano più gli episodi “strani” che oltre a non rientrare nella strategia dei No Tav sono anche controproducenti, il che li rende sospetti proprio perché il Movimento No Tav ha dimostrato in oltre 20 anni di sapersi muovere seguendo regole ben precise. Tra gli ultimi episodi anomali ricordiamo le tre bottiglie molotov ritrovate sullo zerbino del Sen. Esposito (che aveva appena speso 10.000 euro per l’impianto di sicurezza), ma chi è il pazzo che correrebbe un rischio enorme per depositare tre molotov sullo zerbino? Ricordiamo la strana sassaiola notturna contro l’autista di un mezzo del cantiere di Chiomonte, ma che senso ha compiere un’azione come quella? In ultimo le fantomatiche missive di morte dei NOA, anche questo un episodio talmente al di fuori delle strategie del Movimento da essere molto sospetto.

Stranamente le “aggressioni” le “minacce” etc. etc, come in un copione replicato ormai in modo automatico, sono avvenute e avvengono quando vi sono appuntamenti di richiamo nazionale che vedono coinvolto il Movimento No Tav, o  passaggi legislativi importanti e, se ben analizzati, sembrano far parte di una strategia studiata a tavolino!

Dobbiamo anche dire che la storia dell’Italia e quella più recente della Valle di Susa, ci ha consegnato storia “diverse” da quelle ufficiali: abbiamo conosciuto le stragi di stato, i servizi segreti deviati e la connivenza tra stato e mafia e non ce ne dimentichiamo.

Nei prossimi giorni di appuntamenti molto importanti per il Movimento No Tav ve ne sono due, mentre nei giorni scorsi al Senato è stato ratificato il trattato italo francese del 2012 ed  in tutti e tre i casi fa comodo oscurare le ragioni del Movimento con episodi giornalisticamente eclatanti.

E’ appena stata ratificato dal Senato l’accordo italo francese che di fatto apre il TAV ufficialmente all’ingresso della Mafia in quanto tutti gli appalti (anche quelli dalla parte italiana) saranno affidati secondo la legge francese che non prevede le regole antimafia.

Il 10 maggio è prevista a Torino una grande manifestazione nazionale organizzata dal Movimento No Tav, che si prevede avrà una più che massiccia adesione, di solidarietà ai quattro militanti tuttora detenuti con l’assurda accusa di terrorismo e contro l’utilizzo della magistratura come organo di repressione del dissenso.

Il 22 maggio si terrà a Torino il processo contro i  quattro militanti No Tav accusati di terrorismo, un’accusa che non ha alcun fondamento, che è un chiaro esempio di utilizzo distorto della giustizia, che dimostrerebbe in modo inequivocabile l’accanimento dello stato contro una popolazione che manifesta il suo dissenso verso un’opera devastante per le finanze nazionali e per la salute.

Ormai gli indizi sono troppi per pensare che non vi sia una regia dietro a tutti quelle strane aggressioni o gesti intimidatori, questo ci ricorda un pò quello ormai famoso della guardia del corpo di Belpietro!

Corteo Roma: lancio uova e arance a ministero economia

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/04/12/antagonisti-e-movimenti-per-la-casa-in-corteo-a-roma_babad1a4-f7ad-461c-b126-abc8d2a998d9.html

“Non abbiamo nulla da nascondere”, manifestanti a Porta Pia. 30 manifestanti identificati, avevano bastoni

Lancio di uova e arance contro il ministero dell’economia da parte di un gruppo di manifestanti del corteo “12a per dire no al piano casa e al jobs act del governo Renzi”. La testa del corteo è arrivata a via XX Settembre. C’era anche un ragazzino nel gruppo di manifestanti che ha lanciato uova e arance contro il ministero dell’economia. Alcuni fotografi e reporter che stavano riprendendo la scena sono stati allontanati dai manifestanti con un lancio di bottiglie. Il corteo ha poi ripreso il percorso.

Al via da Porta Pia il corteo 12a per dire no al piano casa e al jobs act del governo Renzi.

I manifestanti hanno uno striscione col quale chiedono “Reddito per tutti”. Una parte dei bus arrivati da fuori Roma -denunciano gli stessi manifestanti- “sono stati fermati dalla polizia e perquisiti”.

Alcuni manifestanti erano stati fermati ed identificati dalle forze dell’ordine a Piazzale del Verano e poi sono stati rilasciati. Il gruppo ha poi raggiunto Porta Pia dove confluiscono le varie anime del corteo: precari, disoccupati, senzacasa, no Tav e No Muos.

Presenti anche molti migranti, studenti e esponenti di “occupazioni” di stabili e centri culturali.

 Una trentina di manifestanti diretti a Porta Pia sono stati fermati dalla polizia nei pressi di piazzale del Verano. Dopo alcuni controlli sono risultati in possesso di bastoni e picconi. Dopo essere stati identificati saranno denunciati.

Cassa integrazione: 100 milioni di ore. 223mila posti di lavoro a rischio

chi se ne frega, l’importante tanto per gli italiani che cadono in miseria lo stato garantisce casa, vitto e reddito di cittadinanza no?
che dire di quei MILIONI che no rientrano nella cassa integ?
No, non si beccano il sussidio di disoccupazione.
Ci sono tanti di quei paletti che in pochissimi ci rientrano. Si racconta siamo il paese dai tanti diritti…..

sabato, 12, aprile, 2014
Sono 223.165 i lavoratori a rischio occupazione nel primo trimestre 2014 . A suonare un nuovo allarme lavoro è l’Osservatorio Cisl che registra come la cassa integrazione guadagni a marzo abbia toccato la soglia dei 100 milioni di ore autorizzate mentre complessivamente i lavoratori coinvolti ammontano a 500 mila.
Un dato, quello sui posti a rischio, “ampiamente confortato dal trend negativo del dato occupazionale“. La dinamica della cassa integrazione, infatti, tra il periodo gennaio-marzo di quest’anno “è di nuovo crescente”. Non solo. “Da oltre un anno si continua ad osservare un graduale cambiamento nella composizione interna: in particolare cresce quella che si può considerare la componente strutturale, con un passaggio dalla Cigo, che cala, alla Cigs, che aumenta, indicativa di crisi lunghe e ristrutturazioni”, spiega il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra che ribadisce la necessità di un rapido rifinanziamento della cig in deroga per il 2014.
“La dinamica delle ore autorizzate di Cig in deroga è ripresa, con la crescita delle autorizzazioni grazie alle ultime assegnazioni di risorse, ma si tratta di autorizzazioni riferite perlopiù a periodi del 2013, mentre si fa fatica a coprire l’inizio del 2014 senza una ulteriore ripartizione di risorse”, dice ancora
Il rifinanziamento della Casa in deroga, infatti, è per il sindacato ormai una vera e propria emergenza. ”Chiediamo di assegnare immediatamente le risorse già disponibili per gli ammortizzatori in deroga, pari ad un miliardo. Non si possono, infatti, restringere le indennità di sostegno al reddito nel bel mezzo di una crisi così profonda”, ammonisce ancora Sbarra che chiede al governo “di ricercare le coperture per coprire le richieste per l’intero anno”.
La cassa in deroga, infatti, prosegue, “resta, ad oggi, l’unico strumento in grado di fornire risposte immediate ad imprese e lavoratori in tutti i settori ed i territori, di frenare l’emorragia dei posti di lavoro, di evitare ulteriori aumenti del tasso di disoccupazione (13% ) che colpisce in modo prevalente i giovani (42.3% )”. E il suo rifinanziamento “si impone” assieme ad un “corposo investimento sui contratti di solidarietà a cominciare da quelli per le piccole e medie imprese”. A questo la Cisl associa la richiesta “di rendere obbligatorio per quanti godono dei trattamenti di sostegno al reddito la partecipazione a percorsi di formazione e la necessità’ di aprire da subito una discussione sulle politiche attive per il lavoro ed i servizi per l’impiego”.
Contemporaneamente, ricorda ancora la Cisl, i dati Istat sull’occupazione riferiti all’ultimo trimestre 2013 offrono “un quadro in continuo peggioramento”. A fronte di un ritmo meno accentuato di perdita di occupati nell’industria, l’edilizia perde in un anno il 5,6 % di occupati, ed il terziario mostra significative riduzioni, anche in aree dove l’occupazione fino a qualche tempo fa cresceva, come i servizi alla persona.
“E’ particolarmente inquietante che continui da un anno la riduzione dei dipendenti a termine (-6,6% in un anno) e dei collaboratori (-13,3%). Senza una ripresa economica le assunzioni non sono trainate neppure dai contratti flessibili”, annota all’indirizzo del governo che ha puntato su un nuovo contratto a termine per riattivare la circolazione dell’occupazione.La Cisl, infatti, “apprezza che il Governo abbia messo al centro della sua azione il lavoro, ma contemporaneamente osserviamo che modificare le regole del lavoro non è di per sé sufficiente “.
Il sindacato si attende “effetti positivi sui consumi dal prossimo alleggerimento dell’Irpef in busta paga. Ma servono anche misure per bloccare il processo di deindustrializzazione e di contrazione degli investimenti con politiche di sostegno ai settori industriali emergenti ed alla ricerca ed innovazione risolvendo alcune criticità di contesto come il costo dell’energia, le dotazioni infrastrutturali, il costo del denaro alle famiglie ed alle imprese”, conclude.
.(Adnkronos)
http://www.imolaoggi.it/2014/04/12/cassa-integrazione-100-milioni-di-ore-223mila-posti-di-lavoro-a-rischio/

Boldrini`s story

Chi di Boldrini ferisce di Boldrini perisce. Ne ha fatto le spese, questo 11 aprile, la versione on line de L’Espresso. Che si era permesso di narrare che la giovin figlia del presidente della Camera va in giro con due giovani di bell’aspetto, la sua scorta. L’articolo, titolato appunto “La famiglia Boldrini è sotto scorta. E i poliziotti sono di bell’aspetto”, riguardava non solo la nota storia, già pubblicata, sulla scorta per la presidentessa e il suo compagno, ma anche la scorta utilizzata dalla figlia ventunenne Anastasia. Dall’articolo, pubblicato verso le 11,30 anche su Fb e twitter, si evinceva che per la giovane Boldrini, vista a Fiumicino, era stato espressamente richiesto la presenza di un paio di body-guard “giovani e di bell’aspetto per non dare nell’occhio”.
Chissà come e chissà perché… doopo pochi minuti l’articolo è scomparso ovunque. Cancellato. Una rapida (auto) censura. Forse impreciso. Forse si trattava di qualcun altro, Forse…

11 Aprile 2014
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23312&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Rinascita-Tutti+%28Rinascita+-+Tutti%29#sthash.7UkoN50L.dpuf

UKRAINE/ PARLONS CHIFFRES !

# LUCMICHEL.BXL / En Bref/ 2014 04 12 /

avec RIA Novosti – PCN-SPO /

PARLONS CHIFFRES : L’AIDE RUSSE A L’UKRAINE SE CHIFFRE EN MILLIARDS, L’AIDE DES OCCIDENTAUX EN PROMESSES NON CONCRETISEES …

Voici les chiffres que vous ne lirez pas dans les médias de l’OTAN.

Plutôt que de parler de « guerre du gaz », parlons chiffres et comparons ce que font respectivement la Russie et les Occidentaux – USA, UE, FMI – pour aider concrètement l’économie ukrainienne en faillite …

« La Russie n’a pas encore l’intention de recouvrer sur l’Ukraine les milliards de dollars évoqués par Vladimir Poutine dans sa lettre aux leaders des pays européens qui reçoivent le gaz russe transitant par l’Ukraine », a déclaré le secrétaire de presse du président russe Dmitri Peskov.

La facture représente 35,4 milliards de dollars US, soit 20% du PIB ukrainien de l’an dernier.

Moscou continue à soutenir l’économie ukrainienne sans pour autant reconnaître ses nouvelles autorités.

 LA DETTE DE L’UKRAINE ENVERS LA RUSSIE SE MONTE A PLUS DE 16 MILLIARDS DE DOLLARS !

La dette globale contactée par l’Ukraine envers la Russie se monte cependant à plus de 16 milliards de dollars. Ce montant inclut 3 milliards de dollars accordés par Moscou à Kiev à la fin de l’année dernière, avant le changement du pouvoir en Ukraine. Le président Poutine a rappelé les conditions de l’aide financière et de la coopération énergétique avec l’Ukraine : « Nous avons convenu en décembre dernier que l’Ukraine allait entièrement rembourser sa dette envers Gazprom pour le gaz livré en 2013 et effectuer intégralement les paiements courants. C’est à ces conditions que nous lui avons accordé le rabais trimestriel. » Et çà n’a évidemment pas été tenu par la Junte de Kiev arrivée au pouvoir par le putsch du 21 février.

 LES ‘PIROJKI’ DU MAIDAN …

Et les Occidentaux qu’ont-ils fait de concret ?

La réponse sera donnée par le président russe : « Nos partenaires européens reconnaissent la légitimité des nouvelles autorités de Kiev mais ne font strictement rien pour soutenir l’Ukraine et ne lui accordent pas un seul dollar et pas un seul euro, tandis que la Russie lui accorde toujours son aide. Cette situation ne saurait être qualifiée que paradoxale ».

Poutine appelait donc hier ironiquement l’Europe à ne pas limiter son aide aux « pirojki sur le Maidan » … Les partenaires européens devraient aider l’Ukraine à éviter le défaut de paiement, a indiqué le président russe Vladimir Poutine. « La Russie ne peut pas prendre cette charge unilatéralement », a-t-il dit lors de la réunion au Conseil de sécurité de Russie. « C’est pourquoi nous nous sommes adressés à nos partenaires européens et nos amis pour organiser au plus vite une rencontre dans le but de trouver des moyens d’aide et de soutien à l’économie ukrainienne », a précisé le président russe. « Les pirojki sur le Maidan ne suffisent pas pour protéger l’économie ukrainienne du chaos », a ajouté Poutine. Evoquant ironiquement les gâteaux offerts sur le maidan aux manifestants par les politiciens et diplomates occidentaux il y a trois mois.

 RETOUR A LA REALITE ECONOMIQUE ET PLUS A LA PROPAGANDE !

La Russie avait accordé à l’Ukraine en décembre 2013 un prêt de 3 milliards de dollars. Les Européens de leur côté se sont contentés pour l’instant de déclarations d’intention. En réalité l’UE en crise économique et financière n’a évidemment pas les moyens de mettre les 15 ou 20 milliards dont l’Ukraine a besoin sur la table. L’UE propose du vent. Les coups de bluff de joueurs de poker désargentés. « On s’assied, on signe, nous donnons des miettes et nous prenons tout dans 6 mois », voilà les propositions de Bruxelles. Qui se moque bien de l’Ukraine et des Ukrainiens. Le Kremlin, lui, en bon joueur d’échec, ne participe pas au grand poker menteur. Mais tient en mains depuis des mois la seule carte réelle, non truquée, du dossier : les 15 milliards de dollar dont l’Ukraine a besoin pour ne pas être en faillite en 2014 …

 Luc MICHEL

QUE CONTROLE ENCORE LA JUNTE DE KIEV ?

# LUCMICHEL.NET/ Alerte info rouge / Avec RIA Novosti – PCN-SPO / 2014 04 12 /

A DONETSK LA POLICE ANTI-EMEUTE SE RANGE DU COTE DES MANIFESTANTS !

« Nous ne voulons pas obéir à Kiev parce que nous ne comprenons pas qui y est légitime »

– un Berkout de Donetsk.

Les membres de la Police anti-émeute (ancien Berkout) ont refusé de partir de Donetsk pour Slaviansk où les pro-fédéralisation (comme les médias russes les appellent maintenant) ont occupé le commissariat de police et le siège du conseil municipal. Les policiers ont déclaré qu’ils soutenaient les revendications des manifestants et qu’ils refusaient d’exécuter les ordres de leur commandement.

« Nous n’allons pas disperser les habitants pacifiques parce que nous ne voulons pas être traités comme à Maïdan », a déclaré un policier devant les manifestants. La foule a ovationné et a scandé « Berkout ! Russie! ». « Nous ne voulons pas obéir à Kiev parce que nous ne comprenons pas qui y est légitime », a ajouté un autre membre des forces anti-émeutes.

HIER DEJA LE ‘GROUPE ALPHA’ ANTI-TERRORISTE A REFUSE DE PRENDRE D’ASSAUT LES BATIMENTS ADMINISTRATIFS A DONETSK ET LOUGANSK

Les dirigeants des forces spéciales ukrainiennes Alpha ont refusé d’effectuer la prise d’assaut des bâtiments administratifs à Donetsk et Lougansk sur les ordres de Kiev. « Nous allons travailler exclusivement dans le cadre légal. Nos divisions ont été créés pour la libération des otages et la lutte contre le terrorisme », précise l’un des dirigeants du groupe cité par les médias locaux.

Précédemment, un haut fonctionnaire du gouvernement de Kiev a menacé d’effectuer l’assaut des bâtiments administratifs à Donetsk et Lougansk si les partisans de la fédéralisation de l’Ukraine ne quittent pas ces bâtiments. Une menace de « tirer pour tuer » lors de l’assaut étaient également formulées.

AU FUR ET A MESURE QUE LA JUNTE DE KIEV ENTEND REPRIMER ELLE PERD LE CONTROLE DE SES FORCES

Car contrairement aux médiamensonges des médias de l’OTAN, la Junte putschiste de Kiev n’a nullement adopté une « attitude concilliante » ou « apaisante ». Elle entend réprimer durement. Et utiliser les lois anti-terroristes contre des citoyens désarmés.

Pour l’instant, Kiev joue la grande comédie du pouvoir installé. Et désinforme avec la complicité des médias de l’OTAN. Ainsi le pseudo ‘ministre de l’Intérieur par intérim’ putschiste Arsen Avakov a déclaré mardi lors de la réunion du cabinet des ministres à Kiev que « la crise politique dans la partie orientale du pays serait réglée sous 48 heures » (sic). Avakov a précisé sans rire « que la situation serait régularisée par le biais des négociations ou par la force ». « A tout moment nous pouvons faire tout ce que nous avons prévu », a indiqué le ministre par intérim.

Mais Kiev perd de plus en plus le contrôle de ses forces de police. Comme à Donetsk ou la « Milice du Donbass » (pro-russe) patrouille les rues de la ville dans des patrouilles mixtes avec la police.

Parlant de Slaviansk, Kiev entendait aussi réprimer. « Des hommes armés en tenue camouflage ont pris le commissariat de Slaviansk. La réaction sera très forte », a écrit M. Avakov, sans plus de précisions sur le nombre d’assaillants. « C’est la différence entre des protestataires et des terroristes », poursuit-il. Les hommes armés sont en fait des militants sans armes de la Milice du Donbass. Slaviansk est une ville de quelque 100.000 habitants située dans la province de Donetsk, frontalière de la Russie. Mais la « réaction forte » a vu les Berkout de Donetsk passer à l’insurrection.

L’EPURATION OU LA METHODE SUICIDAIRE DE LA JUNTE DE KIEV POUR REPRENDRE PIED

Les putschistes de Kiev en pleine panique, et qui savent que la thérapie de choc du FMI va jeter les ukrainiens dans la rue, entend donc épurer. Méthode typiquement fasciste. Et qui sera suicidaire, en accélérant la désagrégation des structures étatiques restantes et la criminalisation des milices putschistes.

Sur fond des protestations ayant gagné l’est du pays, le pseudo ‘président d’Ukraine par intérim’ putschiste, nommé contre la Constitution,  Alexandre Tourtchinov, a signé un « décret sur la destitution du chef du Service de sécurité dans la région de Donetsk » Valeri Ivanov. Le décret a été publié ce samedi sur le site officiel du président ukrainien par intérim.

Parallèlement, la Junte de Kiev entend organiser une vaste épuration sous couvert de « lustration ».

Un « comité de lustration », qui s’appelle « Nikoli znovou » (« jamais à nouveau ») a été créé à Kiev. Il a pour objectif de lutter contre « les ennemis du peuple ». La nouvelle structure procède déjà à la composition des listes des fonctionnaires et des membres des forces de l’ordre qui ne reconnaissent pas le pouvoir actuellement en place, ou qui ont participé d’une manière ou d’une autre aux affrontements contre les activistes du Maidan. Les membres du comité ont commencé à créer des listes des « ennemis du peuple ». Ces listes regroupent les noms des personnes qui sont opposées au nouveau pouvoir. Les activistes de cette structure appellent depuis leur site Internet les citoyens à rejoindre la structure pour les aider à élargir la liste des suspects. Chacun peut ajouter un nom d’une personne, qui, selon lui est opposée aux événements qui se sont produits sur le Maidan, explique Vladimir Chtol, docteur en sciences politiques. « Peu importe le nom, derrière lequel ils se cachent, les comités de lustration sont incontrôlables », explique-t-il. « Prenons l’exemple des organisations de rebelles qui se transforment carrément en forces armées d’Etat, équipées d’armes de pointe qu’ils utilisent pour violer les droits de l’Homme. Pour l’Ukraine, les conséquences risquent d’être imprévisibles. Ces comités de lustration ne feront qu’intensifier la stratification sociale et contribueront à la criminalisation de la société ukrainienne. » En tout une soixantaine de citoyens ukrainiens font partie de cette liste à l’heure actuelle. Parmi eux, les responsables des forces de l’ordre, des juges, des procureurs et des avocats. Le site de la structure « Nikoli znovou » répertorie toutes leurs données personnelles: leurs noms, prénoms, photos d’identité, lieu de travail et numéros de téléphone. Les représentants du comité de lustration les accusent de véritables « crimes ». « Etre un protégé du parti des Régions », « se prononcer en faveur de la hausse des tarifs des transports en commun » ou encore « diffuser l’information fausse sur les activistes du Maidan » – tout cela fait partie des crimes, explique Alexeï Martynov, directeur de l’Institut international des nouveaux Etats.

RESTE LES MILICES NEONAZIES ET LES CHIENS DE GUERRE OCCIDENTAUX

Police et forces spéciales n’étant plus sous contrôle, reste les milices néofascistes de la Junte – Svoboda et Praviy Sektor – et les mercenaires occidentaux recrutés par Kiev (sur le modèle irakien de 2003).

Trois unités militaires (en fait militarisées, Kiev entendant faire croire à un soutien de l’Armée) ont été transférées dans les régions de Donetsk et de Lougansk pour réprimer les soulèvements populaires, a communiqué une source dans les organes sécuritaires ukrainiens. Selon la source, une unité représente le « ministère de l’Intérieur ». La deuxième « est une unité de la garde nationale composée de combattants bien entraînés de Praviy Sektor ». « La troisième unité est composée de mercenaires Blackwater portant l’uniforme de la police anti-émeute Sokol. Leur tâche consiste à en venir à bout de la protestation rapidement et durement », a précisé la source.

Moscou, par la voix du ministre Lavrov a confirmé ces informations. Et mis en garde Kiev contre tout bain de sang …

Ces derniers jours, et contrairement aux fausses informations des médias de l’OTAN évoquant un « isolement » (sic) des autonomistes insurgés, des partisans de la fédéralisation organisent des meetings à Donetsk, Kharkov et Lougansk. Leurs participants réclament l’organisation d’un référendum sur le statut de leur région. A Donetsk et à Lougansk les manifestants ont occupé des bâtiments administratifs. Voici maintenant Slaviansk. Et la création d’une « Armée populaire », sur le modèle des Forces d’auto-défense de Crimée début mars,  est à l’ordre du jour …

 

Luc MICHEL