Prove generali per il nastro in Clarea

http://www.tgvallesusa.it/?p=7149cropped-Banner-TGV1Posted on 10 aprile 2014

di Gabriella Tittonel

Partitella fra Italia e Francia ieri, sul campo delle polveri in Clarea, con operai delle due differenti fazioni, con le porte segnate in rosso sul bianco polveroso, con a tifare responsabili della costruenda galleria geognostica e Forze dell’Ordine.

Momento ludico, amichevole, a poche ore dalla battuta d’inizio di una nuova partita, una nuova avventura, quella dell’avvio dell’instancabile e rumoroso nastro trasportatore, schiavo moderno, utilizzato per condurre fuori, a pezzi, nei siti di stoccaggio e poi ai  mezzi di trasporto inviati chissà dove,   la montagna.

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Ultima partita insomma, su quella piana, quella di ieri. O meglio, penultima, perché l’ultima la giocherà quell’insieme di leggerissima polvere che da oggi è ritornata nella Clarea e da qui ora s’allarga a tutta la valle. Polvere, tra l’altro, di cui si parlerà il prossimo sabato mattina, 12 aprile, a Bussoleno, presso il salone polivalente, con il Professor Ugazio, medico, già Docente di Patologia generale all’Università di Torino in un incontro  introdotto dal Dottor Marco Tomalino del Coordinamento Sanitario Vallesusa.

E’ certo che le cose che il Professor Ugazio verrà a dire non saranno facili da accettare da uditori che certo non potranno più consegnarsi alla rassegnazione ma che dovranno comunque trovare ragioni per salvaguardare il bene primario della salute.

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Questo perché da oggi il nastro trasportatore del cantiere della Clarea, seppure ancora a intervalli, gira, la roccia esce tutta ordinata sullo scuro nastro, pare una sorta di sfornata di biscotti indigesti che poi scendono a pioggia nello scomparto di raccolta. E con questa sorta di biscottini escono le polveri, leggere, penetranti, assassine, si conquistano i piani alti del cantiere, le corsie dell’autostrada e poi si abbandonano fiduciose alle brezze della valle… Polveri per operai e Forze dell’Ordine, che per primi ne tastano la candida e penetrante bontà… E polvere per tutti, senza distinzione fra chi è giovane o vecchio, chi va a scuola e chi coltiva l’orto, chi s’affanna e chi fa progetti per il futuro…

Un futuro incerto insomma…

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Vissuto da alcuni con un sussulto di gratitudine, questo dopo il pranzo consumato da Lupi venuto in valle per rassicurare sulla grande opera che s’ha da fare… un lupo che, dopo un pranzo certamente appetitoso di suo, non sazio, ha affondato i denti nella gola dei valsusini.

Un lupo certo, di cui leggeremo prossime puntate, ma che certo non è il lupo di San Francesco!

G.T. 10.04.14

10 aprile 2014

L’ultrà del Tav imputato davanti al GIP di Torino, 11.4.2014.

post — 18 febbraio 2014 at 19:55

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Il pool della procura di Torino contro i No Tav, con calma, tanta calma, ha finalmente chiesto di processare Esposito Stefano, senatore del Partito Democratico.

L’accusa è di avere diffamato attraverso il sito ‘www.stefanoesposito.net’ diversi appartenenti del Movimento No Tav, tra cui Lele Rizzo, Dana Lauriola, Luca Abbà, Luigi Casel.

Qui l’articolo del senatore-ultrà Si Tav, che all’epoca era deputato, ma sempre del PD.

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L’udienza preliminare è fissata per l’11.4.2014, ore 09,30, Tribunale di Torino. Vedremo che ne penserà il GIP.

Nel frattempo approfittiamone per studiare…

…alcune anomalie.

Il pool della procura di Torino che da quattro anni istruisce i processi contro i No Tav è lo stesso che fa le indagini ‘a favore’ dei No Tav. E con più di 600 indagati del Movimento per reati che vanno dall’offesa al corpo politico-militare al terrorismo internazionale con custodia cautelare in carcere da mesi, tutto ad opera dei membri di quel pool, è perlomeno curioso che la procura non abbia ritenuto di delegare le scarsissime indagini ‘a favore’, se così le si può chiamare, ad altri magistrati. Anche solo per le tempistiche di istruzione dei processi, ma ne parliamo sotto.

Le tempistiche.

La differenza di velocità delle inchieste da parte dei magistrati del pool no tav è abissale, ora è finalmente un argomento di discussione (il procuratore generale di Torino si è tanto scandalizzato che qualcuno si è lamentato della situazione ambientale torinese…).

E allora. Per arrivare a quest’udienza preliminare è stato necessario attendere due anni dal fatto ed un anno e 10 mesi dalle denunce. Tenete a mente questi numeri. Gli avvocati di alcuni dei no tav hanno anche presentato un’istanza di avocazione al procuratore generale, perché il pool no tav non decideva se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione, e i no tav aspettavano.

Ma a parti inverse, cosa succede? A voi l’esempio che fotografa una realtà verificatasi e quindi incontestabile: quando pochi mesi fa un giornalista de ‘La Stampa’ si è sentito diffamato da un articolo apparso su notav.info (maggio 2013), il medesimo pool della procura ha impiegato 6 mesi e 1 giorno dal fatto e meno di 6 mesi dalla querela per aprire le indagini, chiuderle, e chiedere il rinvio a giudizio. Vi ricordate i numeri di prima? I No Tav hanno aspettato due anni dal fatto ed un anno e 10 mesi dalle querele.

Domanda, allora: una denuncia per diffamazione a danno di giornalista Si Tav merita più attenzioni e risorse di una denuncia per diffamazione a danno di un appartenente al Movimento No Tav?

I numeri e le date dicono che per la procura di Torino è così.

Al di là di questioni morali, che riflessi ci saranno, ad esempio, sulla prescrizione del reato?

Restiamo sulle tempistiche. Un’altra conferma, un altro punto interrogativo.

Giornata del 3 luglio 2011. Denuncie di lesioni a carico dei no tav da parte delle ff.oo. Processo iniziato nel 2012, dibattimento in corso (in aula bunker ecc. ecc.) da un anno, sentenza possibile nel 2014.

Giornata del 3 luglio 2011. Denuncie di lesioni a carico delle ff.oo. da parte di no tav (carabiniere dei Cacciatori imputato per aver bastonato un manifestante in stato di fermo). Il processo, riporta La Repubblica oggi, inizierà “nel 2015”. Cioè inizierà quando sarà verosimilmente già chiuso quello a carico dei manifestanti per i fatti del medesimo giorno.

Domanda: le lesioni fatte da un notav meritano più velocità e risorse delle lesioni fatte da un carabiniere?

I numeri e le date dicono che per la procura di Torino è così.

Al di là delle questioni morali, che riflessi ci saranno, ad esempio, sulla prescrizione del reato?

Davide Bono mette Luca Giunti nel listino alle regionali del Piemonte

 http://www.tgvallesusa.it/?p=7165

Siamo quasi alla tornata finale della formazione delle liste degli schieramenti che si fronteggeranno per la guida della Regione Piemonte. Il Movimento Cinque Stelle, dopo aver scelto tramite voto on-line i propri candidati, ora si appresta a formare il listino e spunta il nome di Luca Giunti.

Posted on 10 aprile 2014

 di Leonardo Capella

Il sistema elettorale del Piemonte prevede un turno unico, senza ballottaggio. La nuova legge elettorale regionale presenta una nuova ripartizione delle circoscrizioni dei 40 seggi piemontesi in base al numero dei residenti: 21 a Torino, 5 a Cuneo, 4 ad Alessandria, 3 a Novara, 2 a Biella, Asti, Vercelli, 1 nel Verbano-Cusio-Ossola, mentre i rimanenti 10 verranno assegnati col maggioritario e collegati al listino del candidato presidente. In tutto ci saranno 51 eletti: 50 consiglieri più il governatore.

Abbiamo chiesto a Davide Bono, candidato Presidente del Movimento Cinque Stelle, a che punto è nella formazione del listinoStiamo compilando un listino per competenze chiare per andare a coprire ruoli di rilevanza in caso di vittoria, anche non strettamente attivisti 5 stelle, ma chiaramente simpatizzanti ed in linea con il nostro programma.

Si è fatto il nome di Luca Giunti, ci può confermare questa indicazione?

Con Luca Giunti ci siamo incontrati e abbiamo condiviso le proposte programmatiche e abbiamo deciso di convergere sulla lista del Presidente. Stiamo parlando di una persona con competenze su ambiente, parchi, caccia, eocnomia montana e foreste.

La nota contrarietà alla linea Torino-Lione del Dott. Giunti che valenza potrà avere all’interno della Giunta Regionale?

E’ ovvio che con Giunti la volontà di creare un ufficio in Assessorato dedicato allo studio del contrasto alla realizzazione delle linee AV/AC in Regione Piemonte prende corpo in maniera sostanziosa. Penso ad una delega ad interim con l’Assessorato alle infrastrutture e ai trasporti.

L.C.(10/04/14)

sono solo italiani, spesso uomini e etero. Per cui, che crepino nell’indifferenza

sono solo italiani, spesso uomini e etero. Per cui, che crepino nell’indifferenza. I Tiggi ne parlano? No, discriminano, sono umani di serie B
Mantova: Si suicida dandosi fuoco in auto, lascia la moglie e due figlie di 5 e 9 anni
10 aprile 2014
L’allarme è scattato dopo che alcuni automobilisti di passaggio sulla strada comunale Albareda, a Bondeno di Gonzaga, hanno visto le fiamme: quando i carabinieri sono arrivati, insieme ai vigili del fuoco, hanno trovato una Fiat Punto completamente bruciata e, accanto, un corpo carbonizzato. Si tratta di un uomo residente a Gonzaga, era sposato e aveva due figlie di 5 e 9 anni.
In base ai primi rilievi, le circostanze della morte fanno pensare a un suicidio: il fatto che il corpo fosse fuori dall’auto farebbe ipotizzare un tardivo ripensamento. All’origine del gesto ci sarebbero difficoltà economiche.(…)
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http://www.crisitaly.org/notizie/mantova-si-suicida-dandosi-fuoco-in-auto-lascia-moglie-figlie-5-9-anni/SEMPRE a MANTOVA
Oggi arrivano altri cinquanta profughi
Stamani lo sbarco a Malpensa, poi in città. Vertice d’urgenza in prefettura: «Mancano le strutture per ospitarli»

Non sono ancora stati smistati i primi quaranta, ma oggi ne arriveranno altri cinquanta: la situazione dell’accoglienza a Mantova dei profughi provenienti dall’Africa, tecnicamente “richiedenti protezione internazionale” si va facendo sempre più complicata.
Non appena, nella serata di ieri, è trapelata la notizia dei nuovi arrivi, è stato convocato un vertice che si terrà questa mattina in prefettura, al quale sono stati invitati, tra gli altri, il Comune di Mantova, la Caritas e l’Arci. I problemi da risolvere sono notevoli, a partire dall’individuazione della loro sistemazione.
Attualmente i primi quaranta profughi, inizialmente insediati all’Arci Tom di Borgochiesanuova, sono stati trasferiti in alloggi disponibili a Colle Aperto. Ora si apre un nuovo capitolo, e il direttore della Caritas diocesana, Giordano Cavallari, non nasconde i problemi. «L’arrivo dei profughi è stato CONTINUA QUI

Ragusa: 23enne tenta il suicidio buttandosi dal ponte “Costanzo”. E´gravissimo a Catania
10 aprile 2014
Si getta nel vuoto dal ponte Costanzo ma viene recuperato dai vigili del fuoco e trasportato in elisoccorso al «Cannizzaro» di Catania dove sta lottando con la morte attaccato alle macchine della rianimazione. Il suicidio è stato tentato da un 23enne di origini ragusane ma residente a Ragusa. L.T.A., che, poco prima delle 16, ha raggiunto il viadotto con la propria auto, una «Citroen» verde, ha accostato ai bordi della carreggiata e si è buttato giù. Alcuni automobilisti hanno assistito atterriti alla scena, chiamando aiuto. Sono immediatamente giunti, quasi in contemporanea, La Polstrada, i vigili del fuoco che hanno recuperato il corpo esanime dalla scarpata senza non poche difficoltà, l’ambulanza del 118 «Cmr Modica 1» e l’elisoccorso che ha subito trasportato il giovane nel capoluogo etneo. I medici hanno stabilizzato la condizioni cliniche ma pare che la situazione sia piuttosto grave. Il giovane sarebbe in coma farmacologico per i traumi riportati, soprattutto alla testa, e le fratture sparse.(…)

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Ferrara: Piccolo imprenditore, sono senza pensione e sotto sfratto, “non abbandonateci”
10 aprile 2014
«Aiutatemi a non delocalizzare». A un mese e mezzo dalle elezioni comunali, Ugo Soriani si rivolge a tutti i candidati, chiedendo se l’interesse spesso dichiarato dalla politica per le piccole e piccolissime imprese esiste davvero. Stavolta, però, la ditta (la Plus Impianti Srl) non finirebbe in Cina, ma a trenta chilometri di distanza, a Massafiscaglia.
La vicenda ha a che fare con il fallimento della Cir Costruzioni. «Io e i miei tre dipendenti siamo manutentori di impianti elettrici – spiega Soriani dal suo (quasi) ex stabilimento di via Due Abeti, la strada che collega via Modena con via Michelini –, e tra i nostri principali clienti c’era la Cir, che ci ha anche concesso per sei anni in comodato gratuito questi edifici e questo terreno, di cui era proprietaria. Per questo le sono ancora grato». È un terreno di tre ettari su cui sorgono, oltre ai capannoni, anche la sede legale e l’abitazione dello stesso piccolo imprenditore. Con la procedura giudiziaria in corso, dell’area sono entrati in possesso i creditori, motivo per cui ieri mattina alla Plus Impianti è arrivato l’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto, anche se all’ultimo ha concesso una proroga di un mese e mezzo, fino al 20 maggio. In realtà una sede alternativa Soriani l’avrebbe – almeno per i capannoni –, ma fuori dai confini comunali. «Devo riconoscere che le forze politiche e i cittadini di Massafiscaglia ci hanno aiutato molto, trovandoci una nuova sistemazione a canone agevolato», commenta.(…)

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 Bologna: Il «dimenticato» sotto ai portici, «Italiano 65 anni. Vecchio per il lavoro (dicono!!!)
10 aprile 2014
È noi, è uno di noi, è la nostra storia mutilata, è la nostra vergogna. Sulla Rete è diventato il monumento, virtuale e realissimo, di cosa significa essere «Italiano 65 anni. Vecchio per il lavoro (dicono!!!). Giovane per la pensione». Il suo «Help» corre a decine di miglia di cliccate sui siti. Lui non c’entra: è stata una ragazza a fotografarlo e a metterlo su Facebook urlando la propria rabbia, l’indignazione.
«Un signore mi ha detto di avermi visto sul sito della Gabanelli. Servisse a qualcosa per gli 80 mila come me…» racconta lui. Si chiama Renato. Curatissimo, dai capelli alla punta delle scarpe, impeccabile, seduto su un seggiolino con una ciotola in mano. Chiede l’elemosina, sorride, ringrazia. «Quattro, cinque ore nelle città dove non mi conoscono. Mi vergogno. Raccolgo dieci-quindici euro, mi bastano. Poi prendo un treno… pago il biglietto, ci mancherebbe… e vado nei centri di accoglienza Caritas in qualche altro posto dove non mi conoscono. A Reggio Emilia, a Modena, a Forlì, a Cesena. Alla mattina mi sposto di nuovo».(…)

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San Giovanni: Ruba per fame generi alimentari all’Ipercoop, denunciato 28enne
10 aprile 2014
Ha riempito di generi alimentari un carrello della spesa nel centro commerciale Ipercoop di San Giovanni Teatino (CH) e ha cercato, poi, di guadagnare l’uscita senza dare nell’occhio.
L’episodio è accaduto ieri pomeriggio. Un uomo di 27 anni di San Salvo (CH) è stato denunciato per furto aggravato dai Carabinieri della Stazione di Sambuceto dopo che gli addetti alla vigilanza del centro commerciale lo avevano bloccato mentre cercava di allontanarsi. L’uomo, dopo aver prelevato dagli scaffali generi alimentari.(…)

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Invasione: da sindaci e presidenti delle Regioni presto Conferenza con Renzi.

giovedì, 10, aprile, 2014
Martedì 15 o mercoledì 16 aprile si terrà l’incontro, una Conferenza Unificata straordinaria per discutere con Renzi, Delrio e i ministri portatori d’interessi sull’immigrazione. La richiesta è arrivata oggi, nel corso della Conferenza Unificata, dai sindaci e dai presidenti delle Regioni al ministro per gli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, che l’ha subito trasmessa al Governo. Non chiederanno certo di fermare questa invasione, ma soldi per la becera e non certo disinteressata accoglienza.
http://www.imolaoggi.it/2014/04/10/invasione-da-sindaci-e-presidenti-delle-regioni-presto-conferenza-con-renzi/

Immigrati, sindaco Catania: qui situazione esplosiva, servono 20 mln di euro

giovedì, 10, aprile, 2014
”Oggi solo nella mia citta’ sono arrivati 300 immigrati. La situazione sta diventando esplosiva e il Governo deve intervenire subito”. Il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha chiesto oggi al Governo di convocarare al piu’ presto una seduta straordinaria della Conferenza Unificata, chiedendo espressamente la presenza del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
”Per questo – ha aggiunto Bianco – chiediamo al Governo di sbloccare al piu’ presto i fondi Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati) che ammontano a circa 20 milioni di euro”. Bianco ha anche comunicato che, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, il numero dei richiedenti asilo e’ aumentato di 15 volte.
”Mettere subito a sistema la rete Sprar e i 7 mila nuovi posti disponibili. Emanare immediatamente una direttiva che non lasci alle sole Prefetture il compito di smistare i migranti in arrivo, ma preveda la concertazione con i Comuni e gli Enti locali. Convocare subito una Conferenza Unificata sull’emergenza immigrazione, alla presenza del Presidente del Consiglio. Chiedere un incontro straordinario, in vista del semestre italiano di presidenza dell’Ue, al Consiglio e alla Commissione europea. Valutare la possibilita’ di un decreto legge ad hoc”.
Cosi’ Enzo Bianco, sindaco di Catania, riassume le richieste avanzate oggi a nome dell’Anci nel corso della riunione del tavolo di coordinamento sull’Immigrazione al Viminale, alla presenza dei rappresentanti delle Regioni e del sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. ”Solo nelle ultime ore – spiega Bianco – centinaia di migranti sono sbarcati nei porti di Catania, Messina e Augusta. Sono 18 mila dall’inizio dell’anno, contro le poche centinaia degli stessi mesi dell’anno scorso. Il ministero dell’Interno, da parte sua, ha parlato di una stima di 600 mila possibili arrivi nei prossimi mesi, mentre qualcuno ne calcola addirittura di 900 mila”. ””Un’emergenza di questo tipo – sostiene Bianco – non puo’ essere affrontata con strumenti ordinari. Per questo abbiamo chiesto, raccogliendo il consenso di tutti gli attori presenti al tavolo, di convocare innanzitutto una Conferenza Unificata dedicata a questo tema, alla presenza del premier, del sottosegretario Delrio, del Tesoro e dei ministri dell’Interno, della Difesa e del Welfare.
I Comuni – fa notare Bianco – attendono ancora i risarcimenti per le spese per l’accoglienza sostenute negli scorsi anni, e non possono al momento permettersi anticipazioni, pena il rischio di creare pericolosi debiti fuori bilancio. Chiediamo inoltre che, se i numeri sugli sbarchi verranno confermati, siano il Consiglio e la Commissione europea ad affrontare insieme all’Italia questa emergenza. Al Governo chiediamo innanzitutto di valutare la possibilita’ di emanare subito un decreto legge per affrontare l’emergenza con adeguate misure e fondi, insieme con una direttiva che stabilisca la concertazione tra Viminale, Prefetture, Comuni ed Enti locali circa le decisioni che riguarderanno l’accoglienza dei migranti nei territori”
http://www.imolaoggi.it/2014/04/10/immigrati-sindaco-catania-qui-situazione-esplosiva-servono-20-mln-di-euro/

ma ovviamente non si possono arrestare gli scafisti, è razzismo.

La Marina non basta piu’, 48 clandestini in barca a vela sbarcano a Riace
giovedì, 10, aprile, 2014
A bordo di una barca a vela 48 migranti sono giunti sulle coste di Riace, in provincia di Reggio Calabria. Il natante, di 13 metri, e’ stato avvistato dai Carabinieri della Compagnia di Locri, che hanno permesso di attivare i soccorsi. Sul posto sono giunti gli uomini della Capitaneria di Porto e della Guardia di finanza di Roccella Jonica. I 48 migranti, di nazionalita’ afgana e pakistana, sono in discrete condizioni di salute.
Tra loro vi sono 34 uomini, 6 donne e 8 bambini. Sono in corso indagini da parte della Sezione operativa navale della Guardia di finanza di Roccella Jonica e del Commissariato di Siderno, per individuare gli scafisti, che si sarebbero dileguati.
http://www.imolaoggi.it/2014/04/10/la-marina-non-basta-piu-48-clandestini-in-barca-a-vela-sbarcano-a-riace/

forza su tangenti per la mafia del traffico di umani si attendono. Davvero dobbiamo pensare sia solo buonismo e buoni sentimenti? Se così fosse, per gli italiani disoccupati ci sarebbe reddito di cittadinanza e case per gli sfrattati. Ma la mafia non ci guadagna

10/04/2014 – IL CASO
Sbarchi, 90 migranti all’ora
Allarme rosso del Viminale
Record: da martedì 4400 persone. La Libia è un porto franco

ANSA

Inarrestabile. Un flusso di donne e bambini, vecchi e giovani che scappano dal disperato Corno d’Africa e dalla tumultuosa fascia subsahariana, e attratti da una Libia «porto franco», attraversano il Mediterraneo. Sono decine e decine di migliaia pronti a salpare per arrivare da noi, aspettano solo di potersi imbarcare. Dal primo gennaio a ieri mattina ne abbiamo già accolti 13.071 ma in serata si sono superati i 15.000. E altri seicento sbarcheranno stamani a Porto Empedocle.

I piani alti del Viminale seguono l’evoluzione della situazione con molta apprensione. Si fanno le stime: «Nei primi cento giorni del 2013 ne sono arrivati 1500 e a fine anno 43.000. Nei primi cento giorni di quest’anno siamo già a 15.000. A fine anno arriveremo a mezzo milione?».

Speriamo di no. Ma intanto è una corsa contro il tempo per trovare una sistemazione alle migliaia di profughi sbarcati e in arrivo in questi giorni. Il Viminale ha inviato una circolare ai prefetti per sollecitarli ad allestire centri di accoglienza. I Comuni di quella rete di solidarietà che in questi anni ha garantito ospitalità ai richiedenti asilo sono a secco di risorse finanziarie.

Il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico: «Speriamo di risolvere velocemente il problema della copertura finanziaria. Servono 140 milioni di euro per le esigenze attuali».

In Libia la situazione è completamente fuori controllo. Il volume del traffico di «merce umana» dipende soltanto dalla disponibilità di natanti, di barche in grado di galleggiare. Non c’è un apparato di polizia centrale di contrasto ai trafficanti di clandestini. Anzi, il traffico finanzia le milizie che non si sono mai sciolte. Le stime che parlano di trecentomila, seicentomila irregolari pronti a venire in Europa potrebbero essere verosimili.

La novità di questi sbarchi, che fa saltare quel meccanismo che aveva retto il sistema dell’accoglienza e dei rimpatri, è che si tratta per il 90% dei casi di richiedenti asilo. È diventato inefficace quel sistema che dagli arrivi portava all’identificazione e poi all’espulsione. A fatica, ma funzionavano gli accordi bilaterali con i Paesi d’origine. Oggi tutto questo sembra insufficiente nel momento in cui si tratta di accogliere (ci riferiamo agli sbarchi avvenuti dal 1° gennaio ad oggi) 2200 eritrei, 1321 siriani, e poi somali, pachistani, maliani e profughi del Gambia.

La protezione umanitaria va garantita. Semmai la riflessione da fare, suggeriscono gli addetti ai lavori, è se non si debba mettere mano all’Accordo di Dublino, per cui un curdo che voglia andare in Germania può anche presentare domanda di richiedente asilo in Italia. E non, come oggi, per cui si deve risiedere nel Paese in cui si è fatta domanda di asilo.

I report della nostra intelligence segnalano una possibile evoluzione positiva della situazione in Libia solo in presenza di una stabilizzazione politica. Positivo che si siano riaperti i pozzi petroliferi e che un nuovo incarico per formare il governo sia stato affidato ad Al Thinni.

Ma intanto la situazione rimane fuori controllo. Lo stesso dispositivo in mare dei mezzi di salvataggio, «Mare Nostrum», che vede impegnata la nostra Marina militare accanto al volontariato umanitario e alla Croce Rossa, rischia di alimentare il circuito del traffico dei clandestini. A Tripoli e nelle altre città libiche della fascia costiera, si è diffusa la notizia che in alto mare le imbarcazioni vengono intercettate dalle navi militari che portano i migranti in Italia.

Si sono abbassati anche i costi del viaggio. Oggi con 300 dollari si compra il biglietto di sola andata per Lampedusa, per l’Italia-Europa, a fronte dei 1000/1500 dollari che si pagavano una volta. E si finanziano così le milizie mai sciolte. Sono troppi anni che l’Italia denuncia la solitudine, e l’egoismo europeo. Un po’ troppo «tirchia» quest’Europa che investe poco in Frontex e nella accoglienza.
http://www.lastampa.it/2014/04/10/italia/cronache/sbarchi-migranti-allora-allarme-rosso-del-viminale-s6zmSc8jFZZ6dvAT5sYDyK/pagina.html

Lavora per qualche mese in Olanda e 50 anni dopo una lettera: “Ecco la sua pensione”

a proposito di civiltà, di cui parla la Boldrini, lo sa che in italia esistono gli esodati? Che il 50% dei pensionati ha una pensione sotto i mille euro?
Per non parlare dei precari e chi ha anche solo 20 anni di contributi MAI E POI MAI RIUSCIRANNO AD ANDARCI IN PENSIONE?
Lei crede che siamo immersi da privilegi e soldi in quanto italiani.

giovedì, 10, aprile, 2014
Mai se lo sarebbe aspettato, quegli otto mesi di lavoro da operaio in Olanda non erano che un’esperienza lontana e quasi dimenticata della propria vita. Così quando riceve una lettera da Rotterdam lui, ex rappresentante di commercio cagliaritano, pensa a uno scherzo: “Egregio signor Carlo Coco, le comunichiamo che avendo lei compiuto i 65 anni di età ha diritto a ricevere il trattamento pensionistico relativo al periodo di lavoro prestato nei Paesi Bassi nel 1971“. Poi il conteggio: 48 euro al mese. A seguire, le condizioni per incassarlo.
Superato lo stupore, Coco mostra il documento alla moglie olandese, conosciuta proprio a quei tempi: “Ti sembra possibile che dopo quarantadue anni si siano ricordati di me? Hanno trovato anche il mio indirizzo di Quartu Sant’Elena“. La risposta è glaciale: “Normale, certo”. Normale forse nel nord Europa, dove alle leggi corrispondono atti conseguenti, dove il cittadino paga le tasse e in cambio riceve servizi, dove gli uffici sono uffici e non rifugi di burosauri svenuti. Uffici organizzati e precisi, al punto di rintracciare un ragazzo sardo, oggi settantenne, che quasi mezzo secolo prima aveva cercato fortuna in un paese lontano …
http://lanuovasardegna.gelocal.it/

Giannuli: sono di sinistra, per questo non voterò Tsipras

il partito Sel dentro la lista Tsipras, quella rivoluzionaria che si propone tanto per le masse, ha preso le distanze da Archinà? SI è pentito del decreto arricchisci le banche Bankitalia? Si si, è un ragionamento da estremista populista….unico pericolo che incorre questa europa meravigliosa, grande sogno democratico, alla fine dalle parole di Ovadia si è capito a che serve l’operazione, a salvare le banche da derive “alla Orban”?
Il progetto di Barbara Spinelli, una del popolo (come madama Boldrini), che ci faceva al Bilderberg?

Scritto il 09/4/14
La lista Tsipras? «E’ un aggregato che non ha nessuna vitalità o prospettiva. E’ la sommatoria deprimente di quel che resta di alcuni apparati di sinistra, alla ricerca disperata di margini di sopravvivenza, ma senza alcun reale progetto politico». Aldo Giannuli boccia sonoramente l’esperimento messo in piedi per le europee da Barbara Spinelli e Paolo Flores d’Arcais. E di chiara di aver «ascoltato con crescente desolazione» un recente comizio di Moni Ovadia, che sosteneva: «Non si torna indietro dall’Europa, perché bisogna battere i nazionalismi che hanno portato alla prima ed alla seconda guerra mondiale». Replica Giannuli: «Ancora con questa accozzaglia di luoghi comuni? Ci mancava solo che dicesse che di mamma ce n’è una sola e che non ci sono più le mezze stagioni. Vogliamo riflettere su cosa è in concreto questa Europa e le sue istituzioni, al di là della propaganda “europeista” in cui non crede più nessuno?».

Secondo Giannuli, non essendoci né un’analisi («e come volete che venga fuori in poche settimane di raffazzonata corsa a fare le liste?») non c’è neppure Moni Ovadia, candidato con la Lista Tsiprasuna linea politica e, di conseguenza, nessuna azione politica. «E voi pensate di prendere voti così?». Il politologo, docente universitario e con alle spalle una lunga militanza, anche in Rifondazione Comunista, si dichiara «non ostile» alla “Lista Tsipras”, ma la considera «una cosa morta». E aggiunge: «Posso fare le mie condoglianze, ma non ho molta voglia di restare a vegliare la salma. Se altri ritengono di doverlo fare, per carità, facciano pure, ma, ci rivediamo dopo le esequie». Ci sono molti modi di essere “di sinistra”, charisce Giannuli. «Ad esempio, io sono convinto della inconciliabilità fra capitalismo e giustizia sociale, perché il capitalismo è costitutivamente portatore di ingiustizie sociali. Ed è il motivo per cui mi definisco comunista. Poi altri la pensano diversamente, ad esempio la lista Tsipras si muove nell’ottica di una socialdemocrazia moderata, cercando di realizzare “spazi di giustizia sociale” all’interno del sistema dato, che non rimette in discussione».

Dunque, se uno si considera “di sinistra” – cioè convinto del «nesso inscindibile fra giustizia sociale e libertà individuali e politiche», all’interno di una comunità di persone che aspirano a «un ordinamento sociale giusto e libero» – come può credere nella “Lista Tsipras”, che di fatto non propone di radere al suolo l’attuale ordinamento dell’Unione Europea, sostanziale dittatura dell’élite finanziaria imposta attraverso strumenti come l’austerity, il Fiscal Compact e la camicia di forza dell’Eurozona? Come dire: è illusorio pensare di riformare e correggere l’Ue, bisogna proprio abbatterla. Ma il vero problema è che, in Italia, il “popolo di sinistra” ha ben poche chanches: se la “Lista Tsipras” è così deludente, quello che ha attorno è ancora peggio. Per Giannuli, il Pd è ormai un partito «organicamente di destra», ligio ai diktat dell’élite finanziaria europea, anche se tiene ancora in ostaggio una residua porzione di “popolo di sinistra”, per lo più composta da pensionati, segnati più che altro «da una nobile ma sterile nostalgia». Si salva solo Civati, ma il Pippo Civatisuo «è un gruppo minuscolo e neanche tanto coeso». Dov’è finito, allora, il popolo della sinistra? Soprattutto nell’astensionismo e nel Movimento 5 Stelle.

Nel 2006, ricorda Giannuli, le liste di sinistra (Rifondazione, Pdci, Verdi) ottennero complessivamente circa 4 milioni di voti. Nel 2013 “Rivoluzione Civile” guidata da Ingroia (con dentro anche un pezzo di Idv) ottenne 765.000 voti, e Sel un milione di suffragi. Totale, meno di 2 milioni di voti. E gli altri 2 milioni persi per strada? Fronte Pd: nel 2008 il partito di Veltroni ottenne 12 milioni di voti, mentre nel 2013 quello di Bersani si è fermato a 8 milioni e mezzo, perdendo cioè quasi 3 milioni e mezzo di elettori. Sommati a quelli della sinistra radicale, fanno 5 milioni e mezzo di italiani. Dove sono finiti? «Mi pare che non sia necessario fare calcoli particolarmente raffinati o interpellare chiromanti per capire che si sono divisi fra astensione e M5s». Il resto, oggi, è ancora collocato nel Pd per «una residua ma non trascurabile quota, direi un 25-30%», più forse un 10% nella «pozzanghera in cui si agitano Rifondazione, Sel, Pdci». Giannuli non ha dubbi: «Se qualcosa di sinistra ripartirà in questo paese, è dall’area dell’astensione o da quella del M5s che può succedere. Non Giannulicerto dal Pd, da Rifondazione o Sel».

Certo, ammette Giannuli, i grillini dovrebbero accelerare una sorta di evoluzione democratica. Pessime le espulsioni a catena dei dissidenti, «una pratica stalinista». Un problema anche «la proprietà privata del simbolo» del movimento creato da Grillo. D’accordo, serviva a «tutelare il simbolo da parte di “assalti” esterni», ma resta «una soluzione strampalata». Molto meglio «avere uno statuto ed una regolare costituzione come soggetto politico». Il professor Giannuli è convinto che, tra un po’, il M5S «rivedrà questa stramba sistemazione». Certo, il “populista” fondatore-padrone resta ingombrante, ma anche decisivo sul piano elettorale. «Non ho mai nascosto le mie critiche alle pose leaderistiche di Grillo», premette Giannuli, che però ribalta il ragionamento: come mai, nonostante il populismo, le esternazioni “isteriche” di Grillo e la mancanza di democrazia di cui è accusato, il M5S prende tutti quei voti, sottraendoli tanto al Pd quanto alla cosiddetta sinistra radicale? «Non sarà che, nonostante tutte le sue numerose pecche (che i suoi elettori conoscono benissimo, state tranquilli) il M5S appare più credibile, poniamo, di Rivoluzione Civile o della lista Tsipras?». Possibile che i signori della sinistra ufficiale siano così poco credibili da essere superati «da un rivale così pieno di difetti»?
http://www.libreidee.org/2014/04/giannuli-sono-di-sinistra-per-questo-non-votero-tsipras/

Renzi decide: 5 donne capolista alle Europee

il partito del “Se non ora quando”…..

Il segretario ufficializza la candidatura di 5 donne alle europee. Alla minoranza del partito dice: su lavoro e riforme già votato.
mercoledì 9 aprile 2014 21:53

“Noi abbiamo un pluralità di questioni aperte se le affrontiamo tutte non reggiamo la discussione di oggi: nei prossimi 50 giorni darei priorità alla campagna elettorale. Capisco le discussioni, le polemiche, le posizioni diverse ma siamo ad un passo da una campagna elettorale importante”. E’ la richiesta con cui il premier e segretario del Pd, Matteo Renzi ha aperto la direzione del partito sulle europee e amministrative.

“Le europee sono decisive non solo per il rinnovo del Parlamento europeo ma perché il Pd nel Pse ritiene il voto fondamentale per un nuovo futuro dell’Europa”.

Poi rivolgendosi alla minoranza del Pd: “Sulle riforme del lavoro e del Senato i ministri Poletti e Boschi faranno due seminari di approfondimento con il Pd. Sono riforme lineari e coerenti con quanto già votato in direzione, si possono migliorare al di là di chi ha altre intenzioni rispetto alla disciplina di partito a cui io mi sono sempre attenuto”.

Alessia Mosca per il nord ovest, Alessandra Moretti per il nord est, Simona Bonafè per “la Toscana centro – scherza Matteo Renzi – e il resto del centro”, Pina Picierno per il sud e Chiara Chinnici per le isole. Sono le capolista annunciate dal segretario Pd alla direzione del partito, “5 donne punto di riferimento della scommessa del Pd in questa battaglia”, sottolinea Renzi. Il Pd si è a volte “diviso al proprio interno” ed è stato “eccessivo il tono di alcuni e alcune sulla parità di genere in legge elettorale.

Su questo non sono un pasdaran. Ma sarebbe molto bello avere alla guida delle liste per le europee cinque candidature di donne, non come bandierine, ma come persone che per esperienza, storia personale e lavoro fatto in questi giorni possano dare un contributo all’Europa”.

http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=56751&typeb=0&Renzi-decide-5-donne-capolista-alle-Europee

Europee Pd, uomini contro Renzi: la rabbia dei maschietti non più capilista, da Emiliano a Soru…
Pubblicato: 09/04/2014 13:43 CEST | Aggiornato: 09/04/2014 19:40 CEST

La rivolta dei ‘maschietti’ del Pd corre in lungo e in largo per la penisola, da nord a sud, da sud a nord: tutti quelli che si vedevano sicuri capilista alle europee ora sono spiazzati e molto arrabbiati. Le lamentele, raccontano a Montecitorio, sono arrivate fino a Roma, subito dopo l’annuncio a sorpresa di Matteo Renzi: “Tutte e cinque le liste del Pd per le europee saranno guidate da donne”. Gelo sulla primavera. Perché nessuno dei diretti interessati era stato avvertito. I telefoni sono diventati subito roventi. Perché oltre ad una scelta di genere che fa malissimo agli uomini scalzati dal primo posto, quella del segretario Pd è anche una mossa di conquista di altri pezzetti del partito finora rimasti ai margini della sua maggioranza, una mossa perfino preventiva degli attacchi che, altrimenti, sarebbero arrivati puntuali oggi in direzione Dem da parte della minoranza. Ed è in direzione Pd che, indirettamente, Renzi ammette che la scelta di candidare le donne come capolista ha scatenato “problemi” nel partito, tanto che accoglie il vicesegretario Lorenzo Guerini, reduce da un ennesimo incontro con i segretari regionali, con una battuta: “Caro Lorenzo abbiamo cambiato idea. Mettiamo cinque uomini. Sei pregato di tornare giù…”.

Qualche renziano alla Camera si dice sicuro che “il più arrabbiato di tutti è Michele Emiliano”, il sindaco di Bari, nonché segretario del Pd pugliese, nonché possibile candidato del Pd alle regionali dell’anno prossimo. Ma naturalmente Emiliano si adopera subito per lasciare la cosa sotto traccia e su twitter esulta: “Veramente è una buona notizia quella di tutte donne capolista Pd alle europee. L’ho fatto anche io con la lista civica Emiliano nel 2004!”. Il sindaco di Bari dovrebbe comunque finire in lista per Strasburgo, ma il fatto di perdere il primo posto è stato un assoluto smacco con sorpresa per lui che si è curato la prima tappa della campagna di Renzi per le primarie proprio a Bari a ottobre 2013. Segretario ingrato. Ma proprio il caso degli “incarichi multipli” di Emiliano aveva fatto storcere il naso alla minoranza bersaniana, pronta a denunciare la cosa in direzione. Renzi lo sapeva. E voleva evitare l’incidente. In effetti, ora la minoranza ha meno argomenti, anche se Emiliano comunque sembrerebbe avviato a finire in lista e a fare l’europarlamentare ‘a tempo’, fino alle regionali in Puglia. Ad ogni modo, al suo posto, nella circoscrizione Sud, il segretario-premier ha scelto Pina Picierno, provenienza Areadem, componente della segreteria Renzi.

Ma anche Renato Soru viene raccontato come furioso. Avrebbe dovuto essere lui il capolista della circoscrizione Isole. E invece al suo posto ci sarà il sindaco di Caterina Chinnici, figlia di Rocco, magistrato ucciso dalla mafia. Niente Soru e niente capolista sardo. E che dire di David Sassoli? Europarlamentare uscente, suo era il primo posto in lista nella circoscrizione Centro. Niente da fare: la lista dell’Italia centrale sarà guidata da Simona Bonafè, renziana della prima ora rimasta fuori da tutti gli incarichi di partito e di governo.

Ma i casi di Alessia Mosca e Alessandra Moretti sanno proprio di conquista di pezzi di partito. La prima è lettiana. Renzi l’ha scelta come capolista nel nord-ovest, al posto di Sergio Cofferati. La seconda è di provenienza bersaniana, data in avvicinamento a Renzi da tempo, ma in fondo rimasta autonoma, mai entrata in maggioranza dopo le primarie 2013. Renzi l’ha voluta capolista nel nord-est, al posto di Flavio Zanonato, ex ministro di Letta, bersaniano.

http://www.huffingtonpost.it/2014/04/09/europee-pd-uomini-contro-renzi_n_5116970.html?1397043692&utm_hp_ref=italy

Atene, bomba esplode davanti a Banca di Grecia

Ordigno davanti all’istituto centrale. Alla vigilia della visita di Merkel. Nessuna vittima nello scoppio.
PAURA
La sede della Banca di Grecia ad Atene.

Un potente ordigno è esploso la mattina del 10 aprile davanti alla sede della Banca di Grecia, ad Atene, causando alcuni danni ma nessuna vittima. Lo hanno riferito radio locali.
ESPLOSA IN PIENA NOTTE. La bomba, secondo le prime informazioni della polizia, era stata collocata dentro un’auto parcheggiata davanti all’edificio che ospita la Banca centrale, poco distante dagli uffici della Troika (Ue, Bce e Fmi). L’esplosione è avvenuta pochi minuti prima delle 6 locali (le 5 in Italia) ed è stata udita in una vasta area della capitale.
TELEFONATE ANONIME ALLA STAMPA. Stando agli inquirenti, il veicolo – una Nissan – era stato imbottito con almeno 75 chili di esplosivo. Un’ora prima dell’esplosione, un anonimo aveva telefonato al sito di notizie Zougla e al giornale Efymerida ton syndakton per avvertire dell’imminente scoppio dell’ordigno.
L’attentato, che sinora non è stato rivendicato, è avvenuto il giorno dopo il ritorno della Grecia sui mercati internazionali dopo quattro anni di assenza e alla vigilia della visita ad Atene della cancelliera tedesca Angela Merkel.
SOSPETTATO UN’ESTREMISTA DI SINISTRA. Le indagini si starebbero già indirizzando verso Christodoulos Xiros, uno degli ex capi del disciolto gruppo estremista di sinistra greco ’17 novembre’, responsabile di 23 omicidi fra il 1975 e il 2000 ed evaso nel gennaio 2014 da un carcere del Paese.
Secondo fonti della polizia, Xiros è al primo posto nella lista dei sospettati in quanto è uno dei pochi ad avere le conoscenze tecniche per questo genere di attentati.
AUTO PARCHEGGIATA ALLE 5 DEL MATTINO. Intanto, in base a informazioni raccolte dai media sul posto, alcuni testimoni avrebbero notato verso le 5 del mattino una persona parcheggiare l’autobomba e quindi allontanarsi di corsa dal veicolo.
Poco dopo vi sono state due telefonate anonime in cui l’interlocutore ha detto che «in una strada tra le vie di Panepistimiou e Stadiou c’è un’auto con dentro 75 chilogrammi di dinamite che esploderà fra 45 minuti».
Poco prima delle 6, infatti, dopo che la polizia aveva bloccato l’area, è avvenuta l’esplosione. Parlando alla televisione privata Skai, il portavoce del governo, Simos Kedikoglou, ha detto che «i terroristi non raggiungeranno il loro obiettivo».

Giovedì, 10 Aprile 2014

http://www.lettera43.it/cronaca/atene-bomba-esplode-davanti-a-banca-di-grecia_43675126753.htm

Russia: la Voce dell’America privata di antenna (Rossiya Segodnya).

L’agenzia di stampa russa Rossiya Segodnya rifiuta di ritrasmettere alla radio Voce dell’America che emette ” dall’altro mondo”, ha dichiarato, Mercoledì, a Mosca, il Direttore generale dell’Agenzia russa, Dmitri Kiselev .

” Rossiya Segodnya non coopererà più con la Voce dell’America ( … ). Si ha l’impressione che emettano dall’altro mondo, o almeno da un mondo che non esiste più. Considero queste radio ( Voce dell’America e Radio Svoboda ) come spam ” , ha detto il sig. Kisselev.

Secondo lui, il contratto per la ritrasmissione della Voce dell’ America sulla frequenza 810AM della Voce della Russia è scaduto nel mese di aprile. La nuova agenzia pubblica Segodnya Rossiya ( Russia Today ), che ha assorbito la Voce della Russia e l’agenzia RIA Novosti, nel dicembre 2013, non ha intenzione di prorogarla. Il sig. Kisselev ha già informato il consiglio dei governatori del Broadcasting ( BBG ), l’agenzia della distribuzione di catene ed antenne di propaganda americana all’estero.

Secondo il direttore della BBG, Jeff Shell, è una vera violazione della libertà di parola.

” Questo non ha niente a che vedere con la libertà di parola. La Voce dell’America e la radio Svoboda non dicono niente di originale “, ha notato il sig. Kisselev. Ha detto che non giudica affatto necessario sostenere queste radio sul territorio russo.

Fondato nel 1942 dal governo degli Stati Uniti, la Voce dell’America trasmette in 45 lingue ed ha un’audience settimanale di 164 milioni di ascoltatori. Il suo budget per il 2012 è stato di 206,2 milioni dollari, secondo il sito ufficiale della radio .

Trad.kefos93

http://fr.ria.ru/politique/20140409/200940214.html