Paesi Brics verso l’addio al Fmi e alla Banca Mondiale

http://www.imolaoggi.it/2014/04/21/paesi-brics-verso-laddio-al-fmi-e-alla-banca-mondiale/

lunedì, 21, aprile, 2014

 brics

 I Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) sarebbero pronti a creare due distinti organismi internazionali, alternativi al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale. La notizia è stata rilanciata da quotidiano russo online Rbth, ma il malcontento delle economie emergenti è palese da tempo. Il ministro delle Finanze del Brasile, Guido Mantega, nel 2011 dato in pole position per guidare proprio l’FMI, ha dichiarato che l’istituto non può essere paralizzato dai continui ritardi del Congresso nell’approvare la riforma della governance.

APPROFONDISCI – I Brics provano a liberarsi dall’Fmi e dalla Banca Mondiale

Secondo una proposta avanzata dagli stati emergenti, gli USA dovrebbero rinunciare al loro diritto di veto al board dell’FMI e le stesse quote sarebbero ripartite in modo più corrispondente all’attuale situazione economica dei vari paesi membri. In particolare, le economie avanzate passerebbero da una quota complessiva del 60,5% a una del 57,7%, mentre le economie emergenti salirebbero dal 39,5% al 42,3%.

Tra i paesi che secondo la schema dell’accordo guadagnerebbero di più ci sarebbero la Cina (+2,4%), il Brasile (+0,53%), la Corea del Sud (+0,39%), la Turchia (+0,37%) e il Messico (+0,35%). Tra coloro che ci perderebbero maggiormente, invece, l’Arabia Saudita (-0,85%), il Belgio (-0,59%), la Germania (-0,52%), il Canada (-0,36%) e gli USA (-0,24%).

Preso atto, tuttavia, della mancata volontà di Washington e dell’Europa a ridurre il proprio peso dentro il board di entrambi gli organismi, i Brics si starebbero accordando tra di loro per crearne due alternativi: una riserva monetaria comune servirebbe a sostituire l’FMI, mentre una banca per lo sviluppo dei Brics rimpiazzerebbe la Banca Mondiale.

Secondo una bozza iniziale, ciascuno dei due istituti necessiterebbe di un capitale di 100 miliardi di dollari, che sarebbe ripartito tra i vari membri, in proporzione al loro peso economico. Da qui, la Cina dovrebbe contribuire per 41 miliardi, Brasile, India e Russia per 18 miliardi ciascuno e il Sudafrica per 5 miliardi.

La discussione di questa fase si sta concentrando anche sulla sede dei due organismi, perché ciascun membro ne ha rivendicato fortemente la presenza sul proprio territorio, ha affermato l’ambasciatore russo per gli affari speciali presso il Ministero degli Esteri, Vadim Lukov.

I Brics hanno preso consapevolezza di loro e hanno compreso che più restano uniti, più potranno riaffermare il loro interesse nel mondo. E la fase di scontro politico tra la Russia e l’Occidente non starebbe facendo altro che accelerare un trend in atto da vari anni.

di Giuseppe Timpone per investireoggi

Pasquetta in Clarea

A decine arrivano dai boschi il giorno di Pasquetta all’area archeologica della Maddalena di Chiomonte.

di Valsusa Report

Giunti dai monti della Ramat e da Giaglione una trentina di No Tav beffano l’insopportabile blocco sul ponte Clarea, si mangiano ricchi manicaretti preparati per l’occasione. Le FfOo guardano dalla via francigena e innervosite confabulano. Il blocco sul ponte è ormai storia. La gente scende dai sentieri della Ramat, risale e guada partendo da Giaglione, ma l’importante è arrivare. E la gente continua ad arrivare infatti, giovani e persone in età, che non hanno temuto una passeggiata tra i boschi nonostante il clima sfavorevole.

V.R. 21.04.14

REPRESSION EN UKRAINE/VIOLATION DES DROITS DE L’HOMME : MOSCOU DRESSE UNE « LISTE NOIRE »

EODE Press Office / KH & LM / avec RIA Novosti / 2014 04 21 /lm civil 2011

La ‘Chambre civile russe’ – la 3e chambre russe représentant la société civile, élément de Démocratie directe ignorée des kremlinologues, et spécialisée dans les droits de l’Homme (et oui c’est çà la soi-disant « dictature de Poutine » (sic) (*) – dresse une « liste noire » des politiques, des représentants des milieux d’affaires et des responsables des forces de l’ordre qui violent les droits de l’Homme en Ukraine, et proposera aux autorités russes d’imposer des sanctions à leur encontre, a déclaré ce lundi à RIA Novosti Gueorgui Fiodorov, membre de la Chambre.

« Actuellement, nous recueillons toutes les informations (sur les violations des droits de l’Homme en Ukraine, ndlr), je pense que d’ici la semaine prochaine le travail sera terminé et rendu public. Parallèlement, nous avons entrepris de dresser une « liste noire » des personnes qui violent les droits de l’Homme et nous proposerons aux dirigeants de notre pays d’imposer des sanctions à leur encontre. Il s’agit de plusieurs représentants de la classe politique et des milieux d’affaires ukrainiens – les oligarques de type mafieux à qui la junte de Kiev a vendu les régions de l’est – qui organisent la terreur (via les mercenaires de Academi/Blackwater et leurs services de sécurité privés liés au crime organisé), possèdent des actifs et des intérêts en Russie. Nous estimons qu’en raison de l’actuelle situation politique, ils doivent faire l’objet de sanctions », a indiqué le responsable.

 KIEV AUX ABOIS AMPLIFIE LA REPRESSION

Depuis plusieurs semaines, les partisans de la fédéralisation organisent des meetings et des manifestations dans le sud-est de l’Ukraine. La semaine passée, Kiev a annoncé le début d’une opération « anti-terroriste » de grande envergure dans la région, impliquant l’armée.

Au lieu d’amnistier les partisans de la fédéralisation de l’Ukraine interpellés, Kiev poursuit les arrestations et viole par ailleurs les droits des journalistes, a déclaré encore ce lundi à Moscou le ministre russe des Affaires étrangères Sergueï Lavrov à l’issue de négociations avec son homologue mozambicain Oldemiro Baloi. “Une des clauses de l’accord de Genève exige d’amnistier les prisonniers politiques et les protestataires. Cependant, au lieu d’amnistier les personnes incarcérées, notamment le gouverneur populaire de Donetsk Pavel Goubarev, les autorités ukrainiennes continuent d’interpeller des leaders politiques du sud-est du pays”,  a souligné M.Lavrov.

En outre, Kiev interpelle et arrête des journalistes, a expliqué Lavrov. “Les journalistes non seulement russes, mais aussi étrangers ne sont pas autorisés à se rendre dans les régions ukrainiennes pour voir ce qui se passe là-bas. C’est révoltant”, a dit le ministre.

« Un changement de pouvoir ayant des caractéristiques d’un coup d’Etat s’est produit à Kiev le 22 février 2014 » dit Moscou. La Rada suprême (parlement) a destitué le président Viktor Ianoukovitch, réformé en la violant la Constitution et fixé l’élection présidentielle au 25 mai.

Refusant de reconnaître les nouvelles autorités, les habitants de plusieurs régions du sud et de l’est tiennent des meetings de protestation, exigeant la tenue d’un référendum sur la fédéralisation de l’Ukraine. Mardi 15 avril, le ‘président ukrainien par intérim’ (désigné en violation de la constitution) Alexandre Tourtchinov a lancé une opération militaire contre les manifestants.

 KH & LM / EODE Press Office

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 Photo : Luc Michel lors d’une conférence à la Chambre Civile Russe en octobre 2011. Avec le logo de la 3e Chambre russe …

 (*)  plein d’informations sur la CHAMBRE CIVILE RUSSE (parfois dite ‘civique’ en français) sur la PAGE spéciale d’EODE :

EODE – International Conference “Monitoring of the electoral process”

https://www.facebook.com/pages/EODE-International-Conference-Monitoring-of-the-electoral-process/123345831106781

Accumulo, fotovoltaico e distacco dalla rete, l’incubo delle utility Usa

http://www.qualenergia.it/articoli/20140317-accumulo-fotovoltaico-distacco-dalla-rete-incubo-per-utility-usa

Gli incubi delle utility si stanno materializzando: già nel medio periodo la “tenaglia” delle rinnovabili con l’accumulo metterà in crisi il modello della produzione elettrica centralizzata. Grazie al calo dei costi di FV e storage, tra il 2020 e il 2030 negli Usa potrebbero staccarsi dalla rete dieci milioni di utenze. Uno studio del Rocky Mountain Institute.
18 marzo 2014

I due incubi delle utility energetiche di buona parte del pianeta si stanno materializzando in un luogo inaspettato: gli Stati Uniti d’America, patria dell’energia “a basso costo” figlia dello shale gas. Il Rocky Mountain Institute, infatti, ha diffuso un rapporto,“The economics of grid defection” (allegato in basso), nel quale si dà la risposta a un semplice quesito: ossia cosa succederà al business delle utility sul medio periodo quando inizieranno a vedersi gli effetti della produzione da rinnovabili, specialmente da fotovoltaico, unita all’accumulo e magari condita da un “poco” di efficienza energetica. E ancora. Quale sarà il punto d’incontro tra convenienza economica dell’accoppiata rinnovabili/fotovoltaico, rispetto al prezzo dell’energia elettrica? Ossia quando raggiungeranno questi sistemi la grid parity, e in quale zona degli Stati Uniti? La risposta non piacerà alle utility perché la grid parity per zone molto importanti e rappresentative della nazione è, sul medio periodo, assai vicina.

Dato per assodato un aumento del 3% dei prezzi dell’elettricità (analisi che non arriva dal Rocky Mountain Institute (RMI), ma dalla U.S Energy Information Administration – EIA), alle isole Hawaii la grid parity è già una realtà, grazie agli alti costi dell’energia elettrica, ma la vera sorpresa arriva dalle due città simbolo degli Stati Uniti, Los Angeles e New York. E la Grande Mela è in pole position. Il “temuto” punto di parità, infatti, è fissato al 2025, mentre per la “città degli angeli” bisognerà aspettare sei anni: nel 2031. Per Louisville e San Antonio, rispettivamente Kentucky e Texas bisognerà attendere il 2047. E si tratta di uno scenario conservativo, perché, fanno sapere dal RMI, “le proiezioni più ottimistiche, che dipendono dal rispetto di determinati obiettivi su fotovoltaico ed efficienza, potrebbero far arrivare alla grid parity milioni di clienti residenziali e commerciali di New York e Los Angeles già in questo decennio”, cioè entro il 2020.

Si tratta di un fenomeno che sta facendo letteralmente tremare i polsi a più di un amministratore delegato sia delle utility, sia delle aziende che si occupano di trasmissione e distribuzione perché dietro la grid parity c’è l’off grid, ossia il distacco dalla rete, con la conquista della temuta “autonomia energetica” da parte di utenze domestiche e commerciali che fino a oggi erano troppo piccole per dotarsi dei sistemi di autoproduzione e per questo motivo erano il classico “parco buoi” da sfruttare a piacimento.

I possibili scenari del rapporto sono quattro. Il primo è quello di base fondato sui costi generalmente accettati dei sistemi fotovoltaici dotati d’accumulo che possono supportare il 100% dei consumi degli edifici, magari con un utilizzo occasionale di generatori diesel, ma solo per le utenze commerciali; il secondo presuppone una diminuzione dei costi dei sistemi maggiore di quanto supposto dal Dipartimento dell’energia statunitense; mentre il terzo è quello nel quale si vedono miglioramenti dal lato della domanda, inclusi gli investimenti sull’efficienza energetica e sistemi per controllare al meglio la flessibilità sui consumi.

Il quarto, il più probabile a nostro giudizio, considera l’effetto combinatodell’accelerazione tecnologica e il miglioramento sul lato della domanda. Il Rocky Mountain Institute prende come esempio lo scenario più conservativo, perché è quello che si adatta meglio alla realtà immobiliare statunitense che è molto più dinamica di quella europea (si pensi solo ai processi di demolizione-ricostruzione) e per il sistema creditizio che è maggiormente disponibile all’innovazione sul fronte economico-finanziario, riconoscendo in maniera più dinamica il delta di valore rappresentato dall’efficientamento e dalla generazione distribuita.

Secondo la ricerca tra il 2020 e il 2030 potrebbero essere interessati al distacco dalla rete a causa dell’arrivo della grid parity ben dieci milioni di utenze che darebbero l’addio definitivo a qualsiasi legame energetico, cosa che metterebbe seriamente a rischio parecchi miliardi di dollari di fatturato delle utility. E non è poco. Tutto ciò, oltretutto, senza prendere in considerazione altri fattori che potrebbero incrementare il fenomeno, come il desiderio di maggiore affidabilità nella fornitura elettrica – non bisogna dimenticare che negli Usa i black out sono più diffusi che da noi – e quello di non emettere CO2 e quindi non contribuire ai cambiamenti climatici. Per non parlare del fatto che le comunità locali potrebbero creare delle piccole reti a isola in grado di essere autosufficienti dalla rete e dare altri benefici.

Le conseguenze pratiche per le utility potrebbero essere “drammatiche” dal loro punto di vista, poiché la grid parity arriverà all’interno del tipico ciclo trentennale delle stesse, mettendone a rischio i modelli di business tradizionali. Nell’ipotesi più conservativa il rapporto afferma che i sistemi fotovoltaico più accumulo al 2024 forniranno elettricità al 20% in meno rispetto al prezzo più caro dell’elettricità fornita dalle utility, mentre nell’ipotesi più ‘aggressiva’ l’elettricità autoprodotta sarà più conveniente in tutti i casi.

Ora c’è da vedere come le utility reagiranno al fenomeno e che nuovi modelli di business adotteranno. Di sicuro la lotta, viste le prime avvisaglie in materia di capacity payment, sarà dura. Elettroni fossili contro elettroni rinnovabili e accumulati.

Il report “The economics of grid defection” (pdf)

18 marzo 2014

SYRIE: LA PRESIDENTIELLE AURA LIEU LE 3 JUIN

EODE Press Office /

Alerte info / avec SANA – AFP / 2014 04 21 /

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http://www.eode.org/

 2014-04-21T095227Z_1_CBREA3K0RFL00_RTROPTP_2_CNEWS-US-SYRIA-CRISIS-ELECTIONS

Le scrutin présidentiel en Syrie, qui devrait aboutir à la réélection de Bachar al-Assad, aura lieu le 3 juin, a annoncé lundi le président du Parlement, Mohammad al-Laham. “Je fixe la date de l’élection d’un président pour la République arabe syrienne (…) pour les citoyens résidant en Syrie le mardi 3 juin”, a-t-il annoncé lors d’une réunion solennelle du Parlement.

Les dépôts des candidatures pourra se faire à partir de mardi et jusqu’au 1er mai, a-t-il précisé.

 Jusqu’à présent, Bachar al-Assad -comme son père Hafez précédemment -, avait été élus par référendum. La nouvelle Constitution approuvée en 2012 donne pour la première fois la possibilité à plusieurs candidats de se présenter. Selon les clauses approuvées par le Parlement le 14 mars, le futur président doit avoir vécu en Syrie de manière continue au cours des 10 dernières années. En outre, tout candidat à la présidentielle devra obtenir le soutien d’au moins 35 députés sur les 250 que compte le Parlement.

 Bachar al-Assad, qui n’a pas encore annoncé officiellement sa candidature, avait affirmé en janvier dans une interview à l’AFP qu’il y avait “de fortes chances” qu’il se représente.

 EODE Press Office

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LUC MICHEL SUR AFRIQUE MEDIA TV CE LUNDI 21 AVRIL 2014

de 11h à 17h30 dans le ‘Débat panafricain’

avec Bachir Mohamed Ladan.

En streaming sur http://lb.streamakaci.com/afm/

KH pour PCN-SPO/ Avec Afrique Média TV – lucmichel.pcn / 2014 04 21 / LM + AMTV

Luc MICHEL parlera particulièrement

De la situation en Ukraine (perte de contrôle de Kiev, insurrection autonomiste à l’est et au sud, accords de Genève et plans de Poutine) ;

Et il répondra à la question « Que penser et qu’attendre de la Présidentielle algérienne ? » ;

 # REDIFFUSION DE L’EMISSION

DE CE DIMANCHE 20 AVRIL 2014

 SUJETS D’ACCEUIL :

1- NIGERIA: enlèvement des jeunes lycéennes à CHIBOK dans l’état de BORNO. Qui se cache derrière cet acte?  (François BIKORO, PP NDOM)

2- CAMEROUN : Le chef de l’Etat en Europe depuis la fin du sommet UE-Afrique coûterait une fortune au contribuable camerounais selon les journaux privés. On parle d’environ 1 milliards de FCFA en 13 jours. (JEAN DE DIEU AYISSI)

3- GUINEE BISSAU : Les observateurs nationaux et internationaux ont salué chaleureusement la bonne tenue des élections législatives et présidentielles qui se sont déroulées dimanche. Le bon déroulement des élections peut-il contribuer à la levée des sanctions imposées par les partenaires depuis le coup d’état d’avril 2012?  (HADI DIAKITE)

4- GUINEE BISSAU : le second tour opposera José Mario VAZ du (PAIGC) à NUNO NABIAM, le candidat des militaires. L’armée chercherait-elle à contrôler l’exécutif ? (JP SAMNICK)

5- LIBYE : l’ambassadeur jordanien enlevé à Tripoli deux jours après l’annonce de sa démission. Quelles interprétations ? (Dr BASSILEKIN)

6- TRANFERT D’ARGENT: Les Africains perdent 1 milliard 800 millions de dollars en frais d’envoi par an, selon une étude réalisée par l’ONG Overseas Development Institute, basée à Londres. Comment expliquer ces coûts élevés ?  (ABDOU ADAMOU, Me YAMBI)

7- CRISE UKRAINIENNE : L’Ukraine pourra-t-elle sortir indemne de la crise qui ébranle ses régions orientales ? (Luc MICHEL, Hubert Etoundi)

 SUJETS A DEBATTRE :

1- ALGERIE : Zoom sur la présidentielle. (fin de campagne, déroulement du scrutin, avenir)

2- COTE D’IVOIRE : Bilan à mi-parcours du président ADO

3- CONGO : Assassinat du chef Maï Maï, Paul SALADA « Morgan ». Elimination d’un témoin gênant ?

4- ICONE DE LA SEMAINE : Houari Boumédiène (Algérie)

 KH / PCN-SPO