Nuovo Esposto: costruzioni abusive alla Maddalena di Chiomonte?

Un nuovo esposto, riguardante il cantiere di Chiomonte della Torino-Lione, è stato presntato da parte di Pro Natura Piemonte e dal senatore Marco Scibona.

di Leonardo Capella

L’esposto, inviato a tutti gli enti competenti (Procura della Repubblica, Comune di Chiomonte, Compagnia dei Carabinieri di Susa, Corpo Forestale dello Stato, Soprintendenza Beni Ambientali e Paesistici) riguarda la costruzione di due edifici, all’esterno dell’area che il CIPE ha indicato per lo svolgimento dell’attività di cantiere, della cubatura stimata di mille-milleduecento metri cubi ciascuno. Gli estensori dell’esposto segnalano che per la costruzione di questi due edifici, la movimentazione terra e il relativo taglio arboreo non pare esistano atti depositati presso i competenti uffici del Comune di Chiomonte. Sottolineano inoltre che la zona interessata (ovvero la particella catastale n. 663 del F. XV Censuario di Chiomonte) alla costruzione è presumibilmente soggetta a vincolo ambientale-paesaggistico, a vincolo autostradale (fascia di rispetto autostradale), a vincolo archeologico relativo al “sito archeologico della Maddalena”.

Questo esposto, se dovesse trovare fondate motivazioni giuridiche, metterebbe la Procura di Torino di fronte alla necessità di intervenire, così come il Comune di Chiomonte. Intervento celere quanto quello relativo alla baita NoTAV costruita in Clarea per la quale nel marzo 2014 abbiamo assistito alla sentenza di condanna di undici attivisti NoTAV.

L.C. (17/04/2014)

Marco Scibona interrogazione a risposta immediata al ministro Lupi con risposta e replica 17-04-2014

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Gli scontri del 12 aprile visti con gli occhi di un poliziotto: ZAINO!

http://www.happyblog.it/post/43143/gli-scontri-del-12-aprile-visti-con-gli-occhi-di-un-poliziotto-zaino

Scritto da:  – mercoledì 16 aprile 2014

A.B.A.B. – All Backpacks Are Bastards

 Gli scontri del 12 aprile a Roma, visti con gli occhi della polizia.

Un agente in borghese, risultato poi essere un artificiere, è stato ingiustamente accusato di aver calpestato violentemente una donna (UNA DONNA!), che poi è risultata essere uno ZAINO (UNO ZAINO!). Avete capito bene, la donna era in realtà uno zaino. E non era l’unico zaino presente alla manifestazione.

La parole di un poliziotto, ancora sotto anfetamine shock, non lasciando dubbi sulla dinamica degli scontri:

Gli zaini venivano fuori dalle pareti! VENIVANO FUORI DALLE FOTTUTE PARETI!!11!!

I video e le foto dell’accaduto, che sono poi stati ripresi dalla stampa nazionale e internazionale, costituiscono in realtà dei falsi. Solo Happyblog ha il coraggio di rompere il silenzio della menzoNIA (?), mostrandovi come sono andate realmente le cose.

Raccolte in una gallery, 12 foto originali non ritoccate che vi mostrano gli scontri avvenuti in via Veneto lo scorso 12 aprile, da un altro punto di vista, molto più obiettivo di quello comunista della stampa italiana.

Gli scontri di Via Veneto visti con gli occhi di un poliziotto: ZAINO! ZAINO! ZAINO!

Numeri identificativi sui caschi dei poliziotti. Dopo il corteo di sabato, Sel e M5S chiedono una legge. E subito

http://www.huffingtonpost.it/2014/04/14/numeri-identificativi-sui-caschi-dei-poliziotti_n_5146841.html?1397489225&utm_hp_ref=italy&ncid=tweetlnkushpmg00000067

L’Huffington Post  |  Di  – Pubblicato: 14/04/2014 17:26

Cattura885

“Stiamo aspettando che ci scappi il morto per avere anche noi una legge che consenta di identificare i poliziotti violenti?”. Se lo stanno chiedendo in molti di fronte alle immagini del corteo di Roma, che mostrano un agente calpestare con violenza una ragazza stesa a terra. “Abbiamo avuto un cretino che dobbiamo identificare e va sanzionato perché ha preso a calci una ragazza”, ha detto il prefetto Alessandro Pansa. Peccato che “identificare il cretino” sarebbe stato molto facile, se solo una delle proposte di legge presentate nei mesi scorsi da Sel e Cinque Stelle non fosse finita nel cassetto [il responsabile del gesto si è più tardi presentato in Questura, ndr].

“Chiediamo che la nostra proposta di legge, presentata nel giugno del 2013, ottenga finalmente l’attenzione che merita”, commenta il senatore di Sel Peppe de Cristofaro. Si tratta del disegno di legge n. 803, un testo agilissimo di soli 7 articoli. La proposta di Sel è molto semplice: inserire un numero identificativo ben visibile sui due lati e sulla parte posteriore del casco, così che ogni poliziotto possa essere riconosciuto. Questo nel caso della celere; per le altre forze di polizia si propone l’obbligo di indossare sempre l’uniforme o comunque (in casi straordinari) un chiaro segno di riconoscimento.

“Si tratta di una norma minima di civiltà, già in uso in quasi tutti paesi europei”, sottolinea de Cristofaro. Il guaio, però, è che da noi non sembra esserci la volontà politica di affrontare la questione. “Ho presentato la proposta nel giugno dell’anno scorso e poi sollecitato in Aula una rapida approvazione, ma non è servito a molto. A ottobre è stata assegnata alla prima commissione permanente del Senato”. Poi, però, si è bloccato tutto.

“Il testo non è ancora stato esaminato… e non si può certo dire per una questione di tempo, trattandosi di soli sette articoli”, continua il senatore Sel. “Non è possibile neanche tirare in ballo questioni di bilancio, perché parliamo di una misura dai costi molto ridotti. Insomma, si tratta di stampare dei numeri su dei caschi, non di fare chissà che. È solo ed esclusivamente una questione di volontà politica”.

Né è andata meglio alla proposta di legge elaborata dai Cinque Stelle e presentata dal senatore Marco Scibona. “L’episodio di sabato ci spinge a rilanciare un disegno di legge che ci riallineerebbe agli altri paesi civili del mondo, a cominciare dall’Europa”, spiega il Cinque Stelle. La proposta grillina è stata anche più sfortunata di quella di Sel: a quanto se ne sa, infatti, non è neanche stata assegnata a una commissione. Per due mesi è stata aperta agli interventi dei Cinque Stelle sulla piattaforma del MoVimento. “Ci hanno scritto anche molti operatori delle forze dell’ordine che erano a favore del numero identificativo”, sottolinea il senatore piemontese molto attivo nella lotta No Tav.

Un punto, quest’ultimo, sottolineato anche da de Cristofaro. “L’utilizzo dei numeri identificativi sarebbe una tutela per tutti: sia per i manifestanti che per gli agenti di polizia. I violenti sono un’eccezione: l’identificazione farebbe bene in primo luogo alle forze dell’ordine stesse”. Su questo, l’asse M5s-Sel è ben solido: entrambe le formazioni politiche chiedono al Parlamento che i loro testi vengano esaminati. Senza dover aspettare il prossimo pestaggio.

Il disegno di Legge presentato da Sel (DOCUMENTO)

http://davi-luciano.myblog.it/wp-content/uploads/sites/275859/2014/04/DDD.pdf

DDD

 

I 4 NoTav in carcere ricevono il sostegno di Mastrandrea, Guzzanti e altri personaggi dello spettacolo

http://www.quotidianopiemontese.it/2014/04/16/i-4-notav-in-carcere-ricevono-sostegno-mastrandrea-guzzanti-personaggi-spettacolo/#_

 valeria-mastandrea

“Anche noi saremo a Torino, il 10 maggio, per far sentire la nostra solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò”. Inizia così un lungo comunicato apparso questa mattina sul sitoNoTav.info a firma di alcuni importanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Appoggiano la causa, tra gli altri, l’attore e regista Valerio Mastrandrea, l’attrice Sabina Guzzanti, l’economista Guido Viale, il fumettista Zerocalcare, la presidentessa di Emergency Cecilia Strada, il giornalista Giulietto Chiesa. Lo scopo è sensibilizzare“anche chi non si è mai informato su questa lotta, e come molti è stato indotto a guardarla con sospetto” perchè tutti dovrebbero “allarmarsi per quanto sta accadendo”. Sotto accusa è la Procura della Repubblica di Torino, additata per i metodi e per l’accanimento nei confronti del movimento contro la Torino-Lione. In carcere i quattro attivisti citati stanno affrontando un processo che li vede imputati per “terrorismo”, dopo essere stati arrestati per aver danneggiato un macchinario nel cantiere di Chiomonte. “Nessuno è al riparo da questa accusa”ricordano i firmatari di questo appello, ricordando la lotta silenziosa di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e promuovendo la grande manifestazione che il 10 maggio vedrà le strade di Torino brulicanti di bandiere e cori contro l’alta velocità.
A maggio sarà in piazza anche lo scrittore Erri De Luca, da sempre al fianco dei militanti No Tav al punto da essere anche stato indagato per reato d’opinione (“Un onore” commentò), che specifica, in un secondo comunicato, che si sta battendo “Contro l’oscena accusa di terrorismo, per la libertà loro, per l’ aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val Di Susa”.

Tav, familiari dei militanti arrestati: pm non influenzi la giuria

http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/04/16/news/tav_familiari_dei_militanti_arrestati_pm_non_influenzi_la_giuria-83803626/

Secondo parenti e amici”non si può associare l’episodio dell’agressione all’autista del pm Rinaudo al processo in corso”: E attaccano: i vertici della procura contengano i due magistrati sovraesposti”

Tav, familiari dei militanti arrestati: pm non influenzi la giuria

” I magistrati della procura di Torino non devono tentare di associare episodi come l’ aggressione a un autista del pm Antonio Rinaudo al processo per terrorismo ai No Tav, “con il rischio di influenzare la giuria”.
E’ quanto affermano in un comunicato i familiari dei quattro imputati. I firmatari del documento si riferiscono in particolare, dicendosi “esterrefatti”, alle dichiarazioni attribuite  a uno dei pm, Andrea Padalino. “Ci chiediamo come possa fare simili affermazioni a indagini ancora da espletare”, sottolineano. L’articolo rilanciava una frase che Padalino aveva pronunciato pubblicamente nel corso di un processo.
“Ci domandiamo – si legge – se non sia il caso che i vertici della Procura contengano i due magistrati mediaticamente sovraesposti, che ricercano attivamente questa sovraesposizione, con il risultato di provocare un innalzamento costante della tensione. Chiediamo  che cessino comportamenti che mal si conciliano con le caratteristiche di imparzialità e indipendenza costitutive della figura del magistrato, e che possono ledere i diritti alla difesa e al giusto processo. In mancanza ci vedremo costretti a rivolgerci al Csm”..

VERS UN COUP D’ETAT A KIEV ?

# LUCMICHEL.NET / LM / En Bref (4) / 2014 04 18 /

Avec LVDR – RIA Novosti – PCN-SPO /

Mes analyses des dernières semaines se confirment. J’annonçais la perte de contrôle de la Junte de Kiev, illégitime et minoritaire, sur le pays. « Que contrôle encore Kiev ? » écrivais-je il y a quelques jours, annonçant un « tournant à l’est ».

Un collègue russe, le général Leonid Ivachov, partage mes analyses. « L’armée ukrainienne ne tirera pas sur les civils » dit-il.

« L’armée ukrainienne a déclaré qu’elle n’obéirait pas aux ordres s’ils impliquaient de tirer sur des civils. Le gouvernement de Kiev craint que les militaires organisent un coup d’Etat », estiment les experts interrogés jeudi par RIA Novosti.

Près de 60 soldats ukrainiens envoyés à Kramatorsk en véhicule blindé pour participer à une opération militaire contre les partisans de la fédéralisation du pays ont finalement pris le parti des manifestants. « Il fallait s’y attendre. Le gouvernement illégitime, le coup d’Etat et le banditisme général indignent les soldats et les officiers. Quand ce gouvernement illégitime leur donne l’ordre de mener une guerre contre leurs propres compatriotes, ces soldats et officiers prennent la bonne décision, la seule qui puisse être prise », déclare le général Leonid Ivachov, ancien commandant de la Direction générale de la coopération militaire internationale auprès du ministère russe de la Défense, dans une interview accordée à RIA Novosti.

Il ajoute que « certains des commandants qui viennent d’être nommés pourraient faire preuve de plus de détermination mais que la situation s’est déjà renversée en Ukraine ». D’après le général, l’« euphorie du Maïdan » est passée et le fait qu’aujourd’hui l’armée s’affirme comme la principale force politique du pays était « attendu”. « Aujourd’hui, le gouvernement de Kiev craint que les militaires fomentent un coup d’Etat pour rétablir l’ordre », a déclaré le général Ivachov.

Selon lui, un « général puissant » pourrait prochainement sortir de l’ombre, qui proclamerait l’illégitimité du gouvernement. « Des confrontations ponctuelles sont possibles mais les soldats et les officiers subalternes ne combattront pas », pense-t-il.

Un troisième expert, Igor Korotchenko, rédacteur en chef de la revue ‘Défense nationale’ et membre du Conseil public auprès du ministère russe de la Défense, est également de cet avis. Il pense que l’armée ukrainienne n’exécutera pas les ordres criminels venant de Kiev. « L’armée ukrainienne refusera simplement d’obéir à ces ordres. Aujourd’hui elle passe de facto du côté du peuple et c’est un facteur crucial, qui déterminera à terme la dynamique d’évolution de la situation dans le sud-est de l’Ukraine, où ont lieu des manifestations de masse contre le régime de Kiev », a-t-il déclaré à RIA Novosti.

D’après l’expert, l’armée ukrainienne fait simplement « un choix historique” en décidant de ne pas tirer sur les civils. « Le passage de l’armée ukrainienne dans le camp de l’opposition montre que dans une certaine mesure, l’armée détermine son futur choix politique et ce choix ne sera pas en faveur de Tourtchinov et d’Iatseniouk », ajoute Igor Korotchenko. Selon lui, le ministère ukrainien de la Défense devrait avoir pour tâche prioritaire de maintenir le contrôle des troupes. « Ce passage du côté de la population et ce refus d’obéir aux ordres crée un précédent et désormais, il est primordial pour le ministère ukrainien de la Défense de rétablir le contrôle », pense l’expert.

Pour lui, les unités militaires n’ont pas reçu suffisamment de nourriture et des rations de combat envoyées par les USA à titre d’aide humanitaire en Ukraine sont apparues sur le marché noir. Quand je dis que la junte de Kiev sont des « pieds-nickelés » ce n’est que l’exacte vérité.

A son tour, le général Evgueni Boujinski, ex-responsable de la direction des accords internationaux auprès du ministère russe de la Défense, estime lui aussi « que l’armée ukrainienne est affaiblie à un tel point qu’elle est incapable de mener une opération militaire ». « Dans l’ensemble, l’armée ukrainienne est dans un état déplorable du point de vue opérationnel et de l’attention qui lui était accordée ces derniers temps », a déclaré le général.

Selon lui, le matériel est également dans un état lamentable. « Globalement obsolète et hors service. Les unités opérationnelles sont toutes basées dans l’ouest et dans le centre. Il n’y a pas d’unités particulières dans l’est », a expliqué Evgueni Boujinski.

Quo vadis in Kiev ?

LM

UKRAINE : POURQUOI LES « ACCORDS DE GENEVE » SONT UNE FARCE …

Luc MICHEL / En Bref (3) / avec Libération – PCN-SPO/ 2014 04 18/

 En complément de mon dernier édito d’hier  …

SWITZERLAND-UKRAINE-SWITZERLAND-UKRAINE-RUSSIA-POLITICS-CRISIS

A peine l’encre séchée, la Junte de Kiev précise qu’elle n’a aucune intention de les respecter. Kiev et ses maîtres de Washington et Bruxelles prennent les Russes pour des imbéciles. Cela les conduira droit dans le mur.

Le pseudo ‘ministre’ de la junte putschiste Andrey Deshchytsa a déjà affirmé que Kiev « n’était pas tenue pas ses recommandations » et que l’opération criminelle « anti-terroriste » à l’est continuait. Selon Deshchytsa – l’un des pieds-nickelés de la Junte de Kiev – cité par RIA Novosti, « les troupes dans l’est du pays opèrent une opération spéciale et resteront où elles sont ».

Ensuite en « geste d’apaisement » sans doute – qui sont prévus par l’accord de Genève – Tourtchinov, un autre des pieds-nickelés, a annoncé à la Rada la « dissolution de la 25e brigade parachutiste de Dniepropetrovsk » (dont des unités sont passées à la rébellion à Slaviansk) et « des poursuites contre ses officiers ». Le tout annoncé triomphalement sur et avec Euronews (USAnews ?). Les accords de ce soir à Genève prévoient une « amnistie générale » (sic) … LM.NET - EN BREF geneve une farce (2014 04 18) FR 2

L’EXTREMISME ET L’ANTISEMITISME DES BENDERISTES ENFIN RECONNU PAR LES OCCIDENTAUX

 Genève aura seulement eu une utilité : Kerry et Ashton ont dénoncé, enfin, bien trop tard, « l’extrémisme et l’antisémitisme » des néofascistes de la Junte de Kiev. Reconnaissant l’antisémitisme des Bendéristes, le secrétaire d’Etat américain « s’est insurgé jeudi après des informations faisant état de l’obligation pour des juifs ukrainiens de s’enregistrer en tant que tels dans une ville de l’est de l’Ukraine, en proie à des troubles » (c’est çà le Bendérisme). « C’est non seulement intolérable, c’est grotesque. C’est au-delà de l’inacceptable », a-t-il martelé selon l’AFP.

 Préalable à une véritable nuit des longs couteaux à Kiev ?

Qui sera moins aisée que celle de 1934 à Munich. Car Dmitri Iarosch, le ‘Röhm ukrainien’, lui est prêt à la confrontation avec ses milices (aimablement armées, blindés compris, par les services de Mme Merkel pour le putsch du 21 février) …

 Luc MICHEL

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GEOPOLITIQUE : QUE VEUT MOSCOU EN UKRAINE ?

Luc MICHEL / En Bref (2)/ avec Libération – PCN-SPO/ 2014 04 17/ LM.NET - EN BREF que veut Moscou en ukraine (2014 04 17) FR

Vous êtes nombreux à m’avoir écrit pour me poser la question « Que veut Moscou en Ukraine ? ». Vous êtes aujourd’hui trop nombreux pour que je puisse répondre personnellement à chacun. Mais je vous lis tous et je tiens comte de vos questions et préoccupations dans mes éditoriaux d’actu rapide « EN BREF ».

 Ce que veut Moscou dépendra de ce que les Occidentaux voudront de leur côté, et de leur degré d’agression contre la Russie. Une chose est certaine sans respect – ce respect dont ils ont manqué totalement depuis 1991 – ils n’obtiendront rien et les claques seront rendues par deux. L’affaire de Crimée est un tournant.

 1/ LE PLAN A : NEUTRALISATION

 Il y a tout d’abord la réunion de Genève.

 Moscou y présentera son PLAN A : la fédéralisation et la neutralisation de l’Ukraine. C’est la solution raisonnable.

 Le ministre russe des affaires étrangères Sergueï Lavrov, souvent surnommé «monsieur niet» par les médias de l’OTAN qui aiment les allusions à la Guerre froide, expliquera sans doute à Genève ce que veut la Russie: une «fédéralisation» de l’Ukraine qui accorde une large autonomie aux régions de l’est et du sud-est comptant une forte proportion de russophones (qui ne sont pas forcément des Russes ethniques comme c’était le cas en Crimée). « Au départ, la Russie avait même voulu faire asseoir à Genève des partisans de cette décentralisation. Aujourd’hui elle s’efforce de démontrer que l’Etat ukrainien est si faible ce que révèlent tous les jours l’inaction de sa police et les atermoiements de son armée qui a perdu la Crimée sans un coup de feu – qu’il faut pratiquement la mettre sous tutelle. Pour Moscou, il ne s’agit pas de négocier avec l’Ukraine sous médiation internationale une solution à la crise mais de trouver avec les Occidentaux un modèle pour décider de l’avenir de l’Ukraine. Bruxelles et Washington repoussent la vision russe ».

 Mon avis est que Genève est une farce, comme l’as été Genève I et II pour la Syrie.

La diplomatie est un théâtre pour amuser les médias et les opinions publiques. Les diverses parties ne donnent pas le même sens aux mots et les « accords » sont inapplicables. Par exemple « désarmer les groupes armés illégaux », c’est désarmer l’Armée du Donbass pour les occidentaux et Kiev. Mais c’est désarmer les milices de la Junte de Kiev – à commencer par celles de Svoboda et Praviy Sektor -, un projet qui signifierait la guerre civile à Kiev même. Ce fait semble avoir échappés aux journalistes occidentaux (voir Libé ce soir). Pendant que les négociations quadripartites de Genève, le Parlement européen appelle à des sanctions lourdes contre Moscou et la Junte de Kiev organise des mesures répressives développées.

 Pour une fois je serai d’accord avec Libération (Paris). Le fait que Poutine n’ait pas reporté ce jour sa conference de presse-marathon indique clairement le peu d’importance qu’il accorde à Genève. Il y a soufflé le chaud et le froid, alternant la carotte et le gros baton (le seul que les américains comprennent).

 La fédéralisation de l’Ukraine implique aussi le dossier Moldavie et Transdniestrie.

 * Lire mon analyse pour EODE Think Tank :

 Géopolitique : Poutine déplace ses pions sur le ‘grand échiquier’ et propose la neutralisation de Kiev et de la Moldavie…

http://www.lucmichel.net/2014/04/01/eode-think-tank-geopolitique-poutine-deplace-ses-pions-sur-le-grand-echiquier-et-propose-la-neutralisation-de-kiev-et-de-la-moldavie/

 2/ LE PLAN B : ‘NOVY ROSSIA’ OU LA ‘TRANS-DNIEPR’ ?

 Le Plan A représente la dernière chance de préserver un état ukrainien au coût finalement modique en géopolitique de la Crimée.

 Mais cette dernière chance qu’est la fédéralisation est refusée à la fois par la Junte de Kiev, ultranationaliste dans la ligne bendériste, et ses maîtres occidentaux. Qui ne veulent pas la neutralisation de Kiev mais in fine l’Ukraine dans l’OTA N. Etape indispensable à la défaite finale de Moscou (relire Brezinski et son « grand chessboard »).

 Restera alors le PLAN B pour Moscou, au prix cette fois d’une nouvelle guerre froide et sans aucun doute de graves problèmes économiques. Mais la Puissante Russie stalinienne s’était bâtie sur un isolement global de 1918 à 1939. Ce plan ce serait une PMR à la puissance 1000 : la ‘Novi Rossia’. Qui fait trembler les géopolitologues US comme Edward Luttwak …

 * Lire mon analyse pour EODE Think Tank sur les thèses de Luttwak et les miennes :

 Géopolitique / Crimée et ‘Transdniestrie’ entre géopolitique et répétition de l’histoire …

http://www.eode.org/eode-think-tank-geopolitique-crimee-et-transdniestrie-entre-geopolitique-et-repetition-de-lhistoire/

 Luc MICHEL

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DECRYPTAGE ELEMENTAIRE : QUAND LES MEDIAS DE L’OTAN JOUENT A SE FAIRE PEUR SUR L’UKRAINE …

Luc MICHEL / En Bref / avec Libération – PCN-SPO/ 2014 04 17/

 Voici une infographie IDE pour Libération (Paris), le plus russophobe de tous les médias de l’OTAN.

LM.NET - EN BREF décryptage ukraine (2014 04 17) FR

Libé qui donne même régulièrement la parole à une militante de Praviy Sektor, sans avertir ses lecteurs de son engagement néonazi.

  Carte intéressante pour deux raisons :

 * La positive. Visualiser les événements à l’Est.

 A noter qu’Odessa, oubliée volontairement par les médias de l’OTAN, y figure enfin (on vient d’y proclamer une République populaire). Odessa, clé géopolitique du désengagement de la PMR (‘Transdniestrie’), le pivot russe entre Ukraine et Moldavie.

 * La négative. Voir comment les médiamensonges de l’OTAN manipulent l’opinion publique. Notez les chars russes style guerre froide massés aux frontières, le conditionnel concernant le passage des troupes ukrainiennes à l’insurrection à Slaviansk (faits pourtant incontestables) ; Notez encore la Crimée « annexée et occupée » (sic), alors que même les cartes de l’OTAN utilisées lors de la dernière Conférence de presse du SG de l’Alliance (sans oublier celles de Google) montrent la péninsule rattachée à la Russie.

 Libé hurle au loup russe, ne parle que russophobie, guerre froide et sanctions.

Et comme l’AFP, comme tous les médias de l’OTAN, Libé est en pleine panique. Poutine vient en effet de remettre les pendules à l’heure en direct à Moscou, lors de sa grande conférence de presse annuelle : rappel de la nature putschiste de la Junte de Kiev, droit de la PMR à décider démocratiquement de son destin, soutien aux forces pro-russes et fédéralistes du Sud-Est ukrainien. Et cerise sur le gâteau russe : rappel de son ‘droit’ à intervenir militairement en Ukraine. Vladimir Poutine, toujours à la télévision : « Je tiens à rappeler que le Conseil de la Fédération russe (chambre haute) a octroyé au président le droit d’utiliser les forces armées en Ukraine. J’espère fortement que je ne serai pas obligé de recourir à ce droit.»…

 POUTINE PARLE DIRECTEMENT AUX EUROPEENS

 En conclusion, Poutine a expliqué pourquoi il s’est adressé aux Européens sur la Crimée.

Pendant la « Ligne directe », le président russe Vladimir Poutine a expliqué pourquoi il s’est adressé aux populations de l’Europe, et non pas aux gouvernements avant la signature du traité sur l’entrée de la Crimée au sein de la Russie. « Notre position est ouverte et honnête, elle est transparente. C’est pourquoi il est beaucoup plus facile de communiquer cette position aux citoyens ordinaires qu’à certains dirigeants », a déclaré Poutine. « Le gouvernement d’un pays, quel qu’il soit, doit prendre son peuple en considération, a noté le président russe. Il a ajouté qu’en raison de la peur d’être mis sur écoute par les services spéciaux, dans certains pays, les gens ont peur de s’exprimer à haute voix ». Evoquant ainsi la répression contre les politiques pro-russes au sein de l’UE (sujet que je connais, hélas, trop bien).

LM.NET - EN BREF décryptage ukraine (2014 04 17) FR 2

 LOBBY ET BLOC PRO-RUSSES AU SEIN DE L’UE ?

 Car la grande nouveauté de cette crise, c’est la constitution d’un Bloc important de l’opinion publique ouest-européenne (mais aussi africaine) – voir les réseaux sociaux ou les forums des médias de l’OTAN – pour Poutine et pour la Russie et contre les USA et l’OTAN. Fait nouveau, fait à suivre. Avec mes Réseaux, nous voyons enfin des années de travail déboucher, celui démarré en 1983, lorsque j’affirmais « La Russie c’est aussi l’Europe » au milieu d’un silence glacial.

Le soutien à la Russie n’est plus seulement celui d’un « Lobby pro-russe » (comme disent de mes réseaux les presstitutes de l’OTAN qui m’ont massivement attaqué sur mon action en Crimée, en PMR et ailleurs). Il a le soutien de nombreux citoyens qui ont ouvert les yeux et c’est un Bloc d’opinion !

 Luc MICHEL

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Disclosure. Atto Primo?

Sconvolgenti dichiarazioni dello scienziato iraniano Mehran Keshe in materia di applicazioni tecnologiche che porterebbero a una svolta epocale per l’umanità. Il governo italiano ne è informato ma la chiavetta con i protocolli ricevuta dal nostro ambasciatore a Bruxelles è sparita. L’Iran ha lo scudo spaziale? La Keshe Foundation è lo strumento dell’Iran per dare scacco matto all’America e alle fondamenta dell’economia occidentale? Le enormi implicazioni…e un Ultima Ora.

di Fabrizio Salmoni

Disclosure = Rivelazione. E’ il vocabolo con cui la comunità mondiale dei ricercatori definisce la fine della secretazione sulle tecnologie tenute nascoste per decenni dai gruppi di elite che governano l’economia globale. Per capirci, quelle sepolte nel mare dei Programmi Speciali (SAP) finanziati con il budget nero dei Ministeri americani, con operazioni semilegali della finanza internazionale, e sviluppate clandestinamente dal complesso militare-industriale. Da tempo, fonti multiple (testimoni, documenti declassificati, filmati) confermavano incredibili traguardi raggiunti nel campo della ricerca energetica ma mai affiorati alla luce dell’ufficialità, quindi negati al progresso dell’umanità: si è scritto tanto e parlato sovente di risultati conseguiti in materia di antigravità, elettrogravità, Zero Point Energy, fusione nucleare, addirittura nella comprensione della dimensione spazio-temporale (1). Tali risultati consentirebbero grandi avanzamenti in tutti i campi del vivere sulla Terra, significherebbero possibilità di produrre energia pulita e infinita, porterebbero enormi rivolgimenti culturali e scientifici, forse anche politici e sicuramente, con il superamento dei carburanti fossili, devastanti effetti economici. Il mondo allora cambierebbe volto e farebbe un grande salto verso la comprensione stessa dell’universo e della propria posizione in esso. In tutto questo sta, si afferma, la ragione della segretezza assoluta all’ombra del concetto di sicurezza nazionale, custodito da un’elite globale che detiene potere economico-finanziario e controllo sugli apparati ad esso preposti.

In effetti, quando si consideri che già nel 1965 la National Security Agency (Nsa) utilizzava computers alla velocità di 650 Mhz viene spontaneo chiedersi se per lo meno lo stesso anticipo di circa 30 anni può valere per tutti i campi scientifici, in particolare nella propulsione aerospaziale. Lo stesso ci si può chiedere se si considera, tra le tante leaks ormai disponibili (la lista è lunghissima), la testimonianza di Mark McCandlish (2) , ex ufficiale dell’aviazione americana, secondo cui nel 1988 gli Usa già disponevano di prototipi di oggetti volanti (ARV) che sfruttavano l’antigravità. Una delle conferme più clamorose dello sviluppo parallelo e clandestino delle tecnologie viene da un personaggio di indiscutibile peso: Ben R. Rich, ex CEO della Lockeed Skunk Works dove sono stati realizzati i progetti più top secret dell’aviazione americana (SR71 Blackbird, F117A Nighthawk) dichiarò nel corso di una conferenza alla Engineering Alumni Association dell’Università di California a Los Angeles, il 23 Marzo 1993: “…Abbiamo già i mezzi per viaggiare verso le stelle. ma queste tecnologie sono rinchiuse nei progetti segreti e ci vorrebbe un miracolo per farle emergere a beneficio dell’umanità. Qualsiasi cosa possiate immaginare, noi sappiamo come farlo…” (3).

Si può dunque immaginare quanto le implicazioni politiche di una disclosure sarebbero devastanti se si ufficializzassero verità nascoste da decenni: vorrebbe dire che l’umanità è vissuta all’ombra della menzogna e che le è stato negato il progresso. Come ne uscirebbe il concetto di democrazia? Quale sarebbe il prezzo politico delle conseguenze?

Una disclosure era finora giudicata inevitabile dagli analisti per la difficoltà dei detentori dei segreti di mantenere il controllo del cover-up a fronte della velocità con cui viaggiano sviluppo tecnologico e comunicazione. Si stimava che i tempi avrebbero prima o poi coinciso con quelli degli avanzamenti segreti per cui sarebbe stata facilitata la comprensione (e conseguentemente l’ accettazione) di tecnologie e principi fisici prima inimmaginabili ma non si poteva prevedere quando il punto di crisi sarebbe stato raggiunto e quali circostanze l’avrebbero facilitato. Del resto, come ha esemplificatoAlbert Harrison, professore di psicologia, su Philosophical Transactions, la rivista scientifica della Royal Society, una disclosure “potrebbe essere molto meno drammatica per generazioni cresciute con computer, calcolatori elettronici, avatar e telefoni cellulari piuttosto che per generazioni precedenti che utilizzavano macchine da scrivere, diapositive, telefoni a gettone e bambole di pezza” (4). Si riteneva poi evidente che specificatamente chi controlla i mercati dell’energia (leggi le corporation del petrolio, dei combustibili fossili e la finanza connessa) volesse ritardare il più possibile tale momento per sfruttare fino all’ultimo i benefici economici assicurati dallo sfruttamento controllato delle risorse energetiche e intanto assicurarsi conoscenze estreme, potere, ricchezza e controllo. Non si era forse considerata una possibile motivazione: il confronto geopolitico.

kesheforfukushima

La Keshe Foundation. Oggi qualcuno sembra aver deciso di rompere gli indugi e portare a fondo l’attacco al sistema di potere occulto che per proteggere i propri interessi avrebbe impedito che l’umanità progredisse avvalendosi di un progresso scientifico finora negato. La ragione? Forse proprio il conflitto freddo tra Occidente e Iran potrebbe aver generato la decisione di utilizzare l’arma definitiva della disclosure, perchè di vera arma in questo caso si tratterebbe.

(foto: L’Ing. Keshe)

Quel qualcuno, nella quotidianità ha il nome di Mehran T. Keshe, enigmatico ma affabile scienziato iraniano, laureato in ingegneria nucleare alla University of London, che si insedia dal 2005 in Olanda (ma con sede a Ninove, Belgio) con la sua Keshe Foundation(www.keshefoundation.org), registrata come organizzazione di ricerca spaziale, per divulgare le scoperte raggiunte con un lavoro di 30 anni (si suppone in Iran) nel campo della produzione di energia e propulsione provenienti dalla combinazione di materia, antimateria e materia oscura del cosmo (5). L’Ing. Keshe sostiene di aver sviluppato una tecnologia a base di plasma ionizzato che utilizza i principi dell’elettromagnetismo e le proprietà dei campi gravitazionali. Un apposito microreattore da lui progettato produrrebbe energia infinita (quindi a basso costo) applicabile ad ogni campo della scienza e ad ogni aspetto della vita quotidiana, dal trasporto all’ambiente ai sistemi medico-sanitari alla nutrizione, all’agricoltura, alla decontaminazione nucleare (300 applicazioni brevettate): “…una scienza che non esiste ufficialmente” (6) che permetterebbe all’umanità di ritrovarsi appieno nell’ambiente cosmico che la avviluppa “perchè l’uomo terrestre è un tutt’uno con i tipi di materia che lo avvolgono e lo compongono“. Tesi già sollevate senza apparente seguito da illustri nomi dell’astrofisica e che sembrano ora essere fatte proprie dall’Ing. Keshe. Applicando tali sorprendenti principi al settore aerospaziale, la Fondazione Keshe sostiene di aver realizzato dei prototipi di veicoli (chiamati  Magnetically Originated Joint Habitation and Nutrition Systems (Mojhans), veri e propri dischi volanti con proprietà strabilianti (7) in grado di intraprendere viaggi nel cosmo (“La colonizzazione dello spazio è l’obiettivo finale della nostra tecnologia…”). Con la stessa tecnologia si sarebbe realizzata anche una sorta di difesa dei satelliti orbitali che verrebbero protetti “creando nello spazio uno schermo magnetico che interagisce con l’atmosfera e produce plasma dinamico cosi niente può toccare l’oggetto volante“(8), una descrizione che ricorda il mai (?) realizzato (per intero) scudo spaziale reaganiano (SDI) e che lascia supporre che sia l’Iran ad avere applicato tale innovazione.

Dal momento della sua sistemazione in Europa, l’Ing. Keshe avrebbe contattato i governi e le comunità scientifiche nazionali (tranne il Canada “perchè ritenuto responsabile di rapimenti di scienziati iraniani“) per offrire i protocolli della sua tecnologia, accolto con curiosità, interesse ma anche dall’ostilità degli Usa che avrebbero rifiutato e addirittura avversato il contatto. Nell’ambito di tali contatti solo alcuni Paesi, tra cui Italia, Giappone e due stati africani avrebbero finora accettato l’offerta e una chiavetta con le necessarie informazioni (disegni, registrazione brevetti e progetto esecutivo del microreattore).

L’Italia avrebbe ricevuto tutta la documentazione in data 26 Ottobre 2012 nelle mani dell’ambasciatore a Bruxelles. L’incontro e la consegna della chiavetta sono stati confermati dal Sottosegretario agli Esteri Marta Dassù nella risposta all’interrogazione alla Camera del deputato Fabio Meroni (Lega Nord) il 13 Dicembre 2012 (9). L’incontro con l’ambasciatore è stato videoregistrato dall’Ing. Keshe ma secondo il protocollo diplomatico e il Sottosegretario Dassù, la registrazione non è divulgabile ” e non rappresenta la prova di un impegno ufficiale“. Negli anni trascorsi in Europa, l’Ing. Keshe ha molti incontri ma trova anche molti ostacoli: i media non parlano della Fondazione, si cerca di isolarlo e viene anche minacciato di morte. Molti governi rifiutano di incontrarlo ” per paura dell’America” e anche l’Unione Europea subisce le pressioni Usa”(10).

Nel 2012, l’Ing. Keshe viene espulso dal Belgio e trova rifugio in Italia presso Brescia dove insedia la sua Fondazione. Da li dichiara l’intenzione di promuovere la diffusione della tecnologia al plasma tramite workshops per scienziati volontari o designati dai rispettivi governi. Le adesioni individuali arrivano mentre quelle “ufficiali” sono scarse. Tramite workshops di due anni gli scienziati potranno a loro volta familiarizzarsi con le conoscenze acquisite e diffonderle presso le rispettive comunità scientifiche e i governi. A questi viene demandato il compito di procedere all’acquisizione della tecnologia per porla in opera.MojiansKeshe

Dalla nuova sede italiana, Keshe instaura numerosi contatti e organizza incontri pubblici per far conoscere le proprie proposte. Tra i primi incontri tenuti in Italia, quello con il Consiglio delle Università Lombarde; poi quello pubblico del Talent Gold 2012 al Centro Fiera del Garda di Montichiari (Brescia) il 15 Dicembre 2012, a cui erano presenti 400 persone, finito anzitempo per le intemperanze create nel pubblico da una persona che si ritiene appartenesse ai Servizi (11).  Il 15 febbraio scorso è stato inaugurato in forma privata “per motivi precauzionali” l’ International Space Institute, annesso alla Fondazione, che ad oggi ospita 8 studenti internazionali, da maggio ne prevede 25, da settembre 250. Ogni giovedi mattina vi si tengono workshops in livestream e training per i presenti.

(foto: illustrazione del mojihan keshe)

Conseguenze. Nel campo dei trasporti, la tecnologia Keshe incidendo sulla gravità porterebbe i tempi di spostamento a limiti incredibilmente bassi (30 minuti da Los Angeles a Milano – dichiara Keshe) e in quello medico  risolverebbe gran parte delle malattie più gravi tra cui la Sla. Grandi innovazioni otterrebbe l’agricoltura con il conseguente aumento e riequilibrio delle risorse per i paesi sottosviluppati  mentre in campo ambientale, con il superamento dei combustibili fossili, si otterrebbe l’eliminazione dell’inquinamento nonchè la possibilità di decontaminare le aree come Fukushima dalla radioattività nucleare (per questo  il Giappone è stato tra i primi ad aderire al progetto Keshe) o dai rifiuti tossici. Con l’attivazione dei suoi microreattori, anche la cosiddetta green economy diventerebbe obsoleta, ed i rivolgimenti potrebbero essere ancora maggiori se o quando si venisse a conoscere l’iter seguito da Keshe per conseguire i risultati che sostiene.

Mille domande. Tutto questo non può che lasciare chiunque esterrefatto: se tutto sarà confermato ( troppo sembra ormai essere avanzato nel progetto che, diversamente dalle frodi come le famose lenticchie di Babilonia di zio Paperone, prevede la massima diffusione teorica in sede di verifica preliminare) e viste le possibili conseguenze e implicazioni della diffusione di conoscenze di tale portata, mille domande si affollano nella mente. Le prime che affiorano sono le seguenti:

1. L’Ing. Keshe dichiara di essere cittadino iraniano e sembra sottindentere che i luoghi stessi della sua ricerca siano stati in Iran. Lo stesso primo utilizzatore delle straordinarie applicazioni sembra essere la repubblica islamica quando Keshe dice che “…l’Iran è la prima nazione ad avere un programma di navi spaziali...”(12), e quando accusa il Canada di aver ordito rapimenti di scienziati iraniani. Il suo legame sembra dunque chiaro. Possibile che la Keshe Foundation sia LO strumento destabilizzante dell’egemonia occidentale, che l’Iran abbia deciso la mossa dello scacco matto per vincere la decennale guerra fredda con gli Usa e con – come lo chiama Keshe – il “governo mondiale”? In tal caso non ci sarebbe da stupirsi delle preoccupazioni per la sua sicurezza perchè i mezzi per metterlo a tacere certamente non mancherebbero. E’ possibile che finora sia stato sottovalutato e che si sia cercato di minimizzare se non ignorare la sua attività, ma la posta in gioco è troppo alta per pensare che si sia voluto ricorrere solo a banali ostacoli. O c’è qualche altro mistero dietro Keshe?

2. Chiunque sia il supporto politico della Keshe Foundation, avrà messo in conto il crollo dell’economia mondiale che rischia di seguire la disclosure ed ogni altra conseguenza?

3. Acquisito il fatto che sono diversi i soggetti che praticano la ricerca scientifica per perseguire risultati nel campo delle energie libere e sostenibili (lo stesso Keshe cita la Pure Energy Systems di Sterling Allan come esempio per questo tipo di ricerche) di quali fonti o riferimenti ha usufruito per  conseguire obiettivi cosi avanzati?

4. A cosa si riferisce quando parla di altre “life forms” (forme di vita) nell’universo? La sua ricerca lo ha forse portato a scoprire nuove verità di cui non siamo a conoscenza?

E’ difficile elencare le enormi implicazioni che avrebbe una disclosure di questo tipo per la rivoluzione estrema che verrebbe indotta dall’introduzione di tecnologie cosi avanzate. Tutta la nostra vita quotidiana ne verrebbe sconvolta, nel bene e nel male; l’ assetto del potere globale verrebbe stravolto e soprattutto investito dalle responsabilità di un cover up criminale gestito da un’elite trasversale e transnazionale, probabilmente di natura militar-finanziaria, che si sarebbe avvalsa delle sue conoscenze avanzate per imboccare un cammino separato rispetto al resto dell’umanità. Non so cosa ci dobbiamo augurare.

La politica italiana. Con la conferma governativa di aver ricevuto le informazioni base direttamente dall’Ing. Keshe, si apre un grande quesito e si prospettano grandi responsabilità per la politica italiana: verificare e avere il coraggio eventualmente di andare a fondo partecipando con scienziati ai test della Fondazione. Il gesto, forse superficiale, dell’ambasciatore italiano nell’accettare la chiavetta, ha sicuramente messo l’Italia in difficoltà con gli alleati. Ma la posta in gioco è troppo alta per ignorare la realtà, e la richiesta di trasparenza che sale oggi dalla gente non può che riguardare innanzitutto la possibilità di entrare tra i primi in una nuova era. Il coraggio è essenziale e non è dato dalla nostra classe politica ma le nuove forze che si affacciano potrebbero essere più adatte ad esplorare le strade che sembrano prospettarsi. I tempi potrebbero essere maturi per coinvolgere la ricerca scientifica su teorie finora negate da una scienza ufficiale autoreferenziale e lenta. Il dibattito sulle nuove energie  prenderebbe sicuramente slancio ed entusiasmo di fronte a possibili avanzamenti epocali in tutti i settori, e di fronte ad un lento coinvolgimento di altri paesi e al diffondersi della nuova conoscenza, le resistenze potrebbero crollare. Allora tutto cambierebbe. Ma il primo obiettivo della politica è combattere il concetto di segretezza, che è il contrario della democrazia. Quando poi sia abbinato a quello di sicurezza nazionale come giustificazione, il rischio è altissimo: chi detiene il potere di sapere, di decidere cosa e quanto la gente deve sapere? Cosa è giusto e logico che rimanga segreto e cosa non deve? Quante infamie e quante informazioni utili all’umanità sono state nascoste in nome della sicurezza nazionale? Porsi queste domande e iniziare una discussione su questi temi sarebbe un grande passo da compiere prima che la realtà ci imponga i suoi tempi.

ULTIMA ORA. E’ dal Giappone, uno dei primi paesi a ritirare la documentazione della tecnologia Keshe, che arriva la clamorosa notizia del  primo successo dei test per la bonifica delle scorie nucleari di Fukushima.  Lavorando su campioni di acqua e di terreno, provenienti dalle zone più critiche della centrale nucleare andata distrutta durante lo tsunami del 2011, la radioattività dell’acqua, delle parti metalliche coinvolte, delle scorie di varia natura presenti in sospensione, Yukako Saito, knowledge seeker attualmente in stage presso la sede italiana della Fondazione Keshe ed inviata in missione ha potuto ridurla in un brevissimo intervallo di tempo a ZERO.

Data l’assoluta eccezionalità del responso del test, che si è svolto in livestream pubblico, per la massima trasparenza nei confronti della popolazione giapponese, esso è stato ripetuto con esito identico e poi ripetuto ancora da altri due laboratori indipendenti. Anche in questi casi il responso è stato sovrapponibile (13). Rimaniamo in attesa di conferma ufficiale della Foundation. (F.S. 13.4.2014)

(1) Miguel Alcubierre, The warp drive: Hyper-fast travel within general relativity, inClass.Quantum Grav. 11-5, L73-L77 (1994) e H.E. Puthoff, Seti, the Velocity-of-Light Limitation and the Alcubierre Warp Drive, in Physics Essays 9 (1996)

(2) v. Fabrizio Salmoni, Gruppi d’elite,segretezza, sicurezza nazionale e innovazioni scientifiche: un problema di democrazia, in Maverick: http://mavericknews.wordpress.com/2014/02/27/gruppi-di-elite-segretezza-sicurezza-nazionale-e-innovazioni-tecnologiche-un-problema-di-democrazia-parte-1/, Marzo 2014; anche in Steven Greer, Disclosure, Crossing Point 2001

(3)Timothy Good, Earth, an Alien Enterprise, Pegasus Books 2013;  anche Tom Keller in MUFON Journal, Maggio 2010. e in www.abovetopsecret.com/forum/thread 965970/pg1

(4) Timothy Good, ibidem

(5) La ragione sociale della Fondazione è: “Organizzazione indipendente non-profit e non-religiosa fondata dall’ingegnere nucleare M.T. Keshe che si propone di sviluppare nuova conoscenza scientifica, nuove tecnologie e nuove soluzioni per i grandi problemi globali come carestie, siccità, mancanza di fornitura elettrica, cambi climatici e malattie, tramite l’utilizzo di speciali reattori al plasma che daranno anche la possibilità all’umanità di viaggiare nello spazio“.

(6) Le caratteristiche fornite dalla tecnologia Keshe per i Mojhans sarebbero le seguenti:velocità estrema che permette spostamenti rapidi nel sistema solare e oltre. Un’andata e ritorno da Marte con stop sulla Luna prenderebbe pochi giorni; campi deflettori in grado di distruggere particelle che potrebbero impattare e distruggere un veicolo che viaggi ad alta velocità; annullamento della frizione ambientale dell’atmosfera; damping inerziale per non far sentire agli occupanti del veicolo gli effetti dell’accelerazione; campi di forza per bloccare le radiazioni cosmiche; gravità artificiale per vivere e lavorare come sulla Terra senza doversi preoccupare dell’effetto di mancanza di peso sul corpo;invisibilità. Vedi http://www.keshefoundation.org/applications/space/flight-technology/78-flight-technology.html

(7) Intervista a Spazio Tesla del 23 Dicembre 2013 all’Hotel Ambasciatori di Brescia. http://www.youtube.com/watch?v=jsKJZmKQElM

(8) Ibidem

(9) Lo stesso deputato ha reiterato nella stessa data l’interrogazione poichè la risposta scritta ricevuta non rispondeva alla richiesta di conoscere le valutazioni sulle tecnologie acquisite e “a quali enti, non specificati nella precedente risposta, siano stati inviati i file acquisiti e quali siano le valutazioni in corso“. Ad oggi la risposta del Ministero non risulta pervenuta, forse per il frequente avvicendamento dei governi.

(10) Intervista a Spazio Tesla, ibidem

(11) http://www.iconicon.it/blog/2012/12/mehran-keshe-brescia-il-15-dicembre/

(12) Il 4 Dicembre 2011 un drone-spia americano è stato “catturato” nello spazio aereo iraniano. Il drone non è caduto nè è stato abbattuto ma letteralmente catturato da un velivolo iraniano con tecnologia Keshe. “Drone-spia catturato da disco volante iraniano?”  ha titolato l’inglese Examiner.com (www.examiner.com/article/spy-drone-captured-by-iranian-flying-saucer)

(13) http://www.iconicon.it/blog/2014/04/fukushima-testata-con-successo-la-soluzione-keshe/