Veneto. Un blitz da ”strategia della tensione”

non capisco. E’ uno stato unitario quanto c’è da reprimere il dissenso che lo minaccerebbe, ma QUANDO questo stato unitario cede OGNI SOVRANITA’ ALLA UE (O MEGLIO BCE) di fatto svuotandolo di poteri proprio ad uno stato non rivendica di essere un’entità da “rispettare”. Di quale integrità si parla? O meglio, interessa solo esercitare il potere repressivo PER CONTO DELLA UE?

L`arresto dei 24 indipendentisti dell` ”Alleanza”. La protesta di Salvini (Lega Nord)
Mario Fedi    

Rinascita lo aveva previsto. Quando il regime dei partiti e della miseria è alle corde, guarda attorno e inventa pretesti per “distrarre” il popolo. Se, però la “politica degli annunci” e della disattenzione non alligna e il lavoro dei suoi compiacenti media disinforma tori diventa manifestamente insufficiente, mette mano alla sempre rinnovabile e vergognosa e liberticida “strategia della tensione”.
Non importa chi è – persona fisica, giornale proscritto o forza politica – la vittima predestinata. Ma il sistema inventa il caso, lo amplifica, lo rende masticabile a buon pro della massa da omologare e colpisce.
Questa volta sull’incudine giudiziaria sono finiti 24 indipendentisti veneti. Arrestati perché la Procura di Brescia, coadiuvata dal gip (ah questi pm… quando mai sarà possibile fermare la loro politicizzazione a senso unico e recidere il loro nesso con la magistratura sana, quella giudicante?) ha dichiarato di ritenere questi cittadini di uno Stato che non è più di certo la “culla del diritto” associati “con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra”.
Una replica altrettanto vergognosa del blitz politico giudiziario che nel 1997 fu sferrato contro i “Serenissimi” che si presentarono sotto il campanile di piazza San Marco con un facsimile di carro armato e che, per un gesto evidentemente dimostrativo, furono lasciati per anni a marcire nelle carceri del BelPaese.
Anche questa volta i solerti “pubblici accusatori” hanno fondato tutto il loro teorema su un… “carro armato” in costruzione a Casale di Scodosia, nel Padovano, per replicare – così dicono le carte degli inquisitori – una programmata dimostrazione pro-indipendenza del Veneto in piena campagna elettorale europea. E anche questa volta il potente “carro armato” scoperto dalle eccellenti forze di sicurezza nazionale non è altro che un trattore mascherato da tank ma  che… “forse”  sarebbe stato dotato di un “cannoncino” – narrano le cronache – da ben “dodici millimetri”: una scacciacani, cioè.
Ma gli inquisitori sono sicurissimi della loro strada e presumono – secondo le carte giudiziarie – di aver sgominato, con il blitz dei Ros su varie città venete, da Padova a Treviso, Rovigo, Vicenza e Verona,  così, un pericolosissimo nucleo di terroristi capeggiato da Franco Rocchetta, uno dei deputati fondatori, con Tramarin, Marilena Marin e Giradi, della “Liga Veneta”.
Tanto per non sbagliare in galera sono finiti anche due “serenissimi” doc, Luigi Faccia e Flavio Contin, i due promotori della Life, la vicepresidente Patrizia Badii nonché il presidente dell’associazione di liberi imprenditori Lucio Chiavegato che è anche il leader veneto dei Forconi.
La cosiddetta “associazione terroristica” repressa dagli inquisitori si chiama “Alleanza”, e vi partecipano non soltanto i veneti ma vari gruppi autonomisti-indipendentisti italiani, dalla Puglia alla Sardegna alla Venezia Giulia. Secondo gli atti sul tavolo del procuratore di Brescia Tommaso Buonanno – che ha, bontà sua, “escluso collegamenti fra Lega Nord e queste persone” a tale “Alleanza” sono riconducibili a diverse sigle di ideologia secessionista. Il gruppo, dicono le fonti… pubbliche degli atti coperti da un teorico “segreto istruttorio”, “aveva progettato varie iniziative, anche violente, finalizzate a sollecitare l’indipendenza del Veneto e di altre parti del territorio nazionale dallo Stato italiano”. Tra le sigle partecipanti, Brescia Patria, Veneto Stato, il movimento indipendentista sardo Disubbidientzia, nonché il movimento dei Serenissimi. Rappresentanti di questi movimenti, si riunirono il 26 maggio 2012 ad Erbusco (Brescia) in quella che gli investigatori definiscono la riunione costitutiva de L’Alleanza. Obiettivo, secondo il gip, “provocare e guidare in armi una rivolta popolare, la creazione di ambasciate presso Paesi amici, già individuati nella Serbia e nella Svizzera, al fine di ottenere un formale riconoscimento internazionale”.
Cotali e cotante indagini erano cominciate circa tre anni fa. Secondo le carte istruttorie – per il disvelamento delle quali non vi sarà, riteniamo, alcun processo penale – obiettivo dell’Alleanza era principalmente la costituzione di uno Stato Veneto Indipendente. L’insurrezione armata avrebbe riguardato, secondo gli inquirenti, anche l’ «insurrezione» di varie regioni del Nord «esasperate dalla crisi economica». Il dato più volte evidenziato dagli inquirenti è quello della «pericolosità» dei Secessionisti.
Qualche giorno fa uno degli arrestati, Luigi Faccia, aveva commentato sul sito Indipendenza: «Sempre più persone, soprattutto giovani hanno a cuore il gesto dei Serenissimi in piazza San Marco. Ritengono che si debba ripartire da lì, da quel gesto eroico che è valso molto di più di trent’anni di venetismo all’acqua di rose e di inutili elezioni politiche».
Ricordiamo che in quella occasione la gravissima azione “terroristica” dei “Serenissimi” fu quella di issare una bandiera con il Leone di San Marco sul campanile dell’omonima piazza veneziana.
Nel silenzio tombale dei partitocrati soltanto la Lega Nord, con il segretario Matteo Salvini, ha avuto finora il coraggio di protestare per un evidente, colossale, schaiffo alla libertà di pensiero in Italia. “Lo Stato – ha dichiarato Salvini – libera mafiosi e clandestini e processa le idee”. Il segretario della Lega Nord ha invitato le autorità a rimettere “pacificamente in libertà” gli arrestati e ha colto l’occasione per invitare tutti gli italiani a scardinare la madre di tutte le norme liberticide adottate da questa Repubblica, firmando il referendum per l’abrogazione della legge Mancino.
Il solo “Plebiscito.eu” – il movimento promotore, l’altra settimana di un referendum on line che ha approvato l’indipendenza del Veneto – si è subito concretamente mobilitato in sostegno degli arrestati con una manifestazione serale in piazza San Marco a Venezia. La Lega Nord, da parte sua, ha annunciato una manifestazione domenica 6 aprile a Verona alle ore 18 per protestare contro gli arresti e l’indagine anti-indipendentista. Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ha commentato su Facebook. “Arrestare chi vuole l’Indipendenza è follia. Se lo Stato pensa di fare paura a qualcuno sbaglia”.

02 Aprile 2014  – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23253

Milano: Una fiaccolata in memoria dei morti suicidi, il 4 Aprile, in Piazza Duomo

licenziamenti e cassaintegrazione, per quanto ce ne sarà ancora e per i più “fortunati”. I disoccupati non hanno il reddito di cittadinanza, c’è solo il suicidio.
Piccinini suggerisce di lasciare l’Italia, allora che senso ha illudere persone che vengono anche da lontano che qui troveranno il bengodi? Per loro c’è qualcosa di diverso che non miseria e disperazione riservata agli autoctoni?

3 aprile 2014
Il Comitato Popolare art 580 c.p. In memoria delle vittime dei suicidi di Stato ha indetto per il giorno 4 Aprile 2014 alle ore 21.00 in Piazza del Duomo a Milano, una fiaccolata in memoria dei morti suicidi, parteciperanno il Comitato Popolare art 580 c.p. Al completo, una rappresentanza dei familiari dei morti suicidi, il Prof. Claudio Borghi, il Prof. Antonio Maria Rinaldi, rappresentanza dei Sindaci, associazione Pronto Soccorso Famiglia Onlus ( Antonella Flati ). I negozianti di tutta Italia che non potranno partecipare metteranno una candela alla finestra in ricordo delle numerose vittime.
LA FIACCOLATA SARA TRASMESSA IN DIRETTA SU RAI 2 SUL PROGRAMMA VIRUS

Redazione
http://www.crisitaly.org/notizie/milano-fiaccolata-in-memoria-dei-morti-suicidi-4-aprile-in-piazza-duomo/

Pistoia: Marito e moglie in povertà, “Ci hanno tolto i bambini, li hanno prelevati da scuola”
3 aprile 2014
-«Ci hanno portato via i bambini. Sono andati a prenderli mentre erano a scuola, il più piccolo all’asilo, l’altro alle elementari. Chissà che trauma, poverini, portati via così, senza vedere il babbo e la mamma». Piangono Stefano Barli, 56 anni, e la moglie Catiuscia Grossi, 36. Da ieri mattina i loro due bambini, di 2 e 6 anni, non vivono più con loro. Su disposizione del Tribunale dei minori di Firenze sono stati affidati, temporaneamente, ad una struttura gestita da suore a Firenze: i genitori, che sono assistiti dall’avvocato Paola Citi del foro di Pistoia, potranno vedere i piccoli periodicamente, secondo una cadenza che sarà stabilita nei prossimi giorni.(…)

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Milano: Mamma e ladra per necessità, avevo il frigo vuoto e la mia bimba era senza scarpe
3 aprile 2014
Mentre nascondeva le scarpe per sua figlia di due anni nella borsa, Leda non pensava al fatto che quello fosse un reato. Chi poteva punirla per il furto di un paio di stivaletti caldi per una bambina così piccola? Quando cominciò a riempire lo zaino con latte e formaggio, carne e pannolini, qualche dubbio cominciò a venirle. «Non mi fermai, non avevo alternative, signor giudice». La bambina aveva bisogno delle scarpe e nel frigorifero non c’erano né latte né carne. Per questo, quel giorno dell’ottobre scorso, Leda, disoccupata e coperta di debiti, aveva deciso, per la prima volta in vita sua, di andare a rubare. Al supermercato.
Come le è venuto in mente?
«Lo so, è stata una pazzia. Ma quando sei disperato, quando non hai niente per sfamare tua figlia che ha solo due anni e mezzo, si fanno anche delle cose stupide, pericolose, che possono avere gravi conseguenze».
Ma non poteva chiedere aiuto a qualcuno?
«Ovvio che ho chiesto aiuto, sono una “cliente” fissa della parrocchia del mio quartiere, la chiesa di Santa Maria al Gratosoglio, qui a Milano, Vado lì tutte le settimane, mi danno il pacco con i viveri. Ma non basta. Non avevo il latte. Non avevo i pannolini».(…)

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Solofra: Si suicida lanciandosi nel vuoto perchè disoccupato. Muore 54enne
3 aprile 2014
Si terranno questa mattina, presso la Collegiata di San Michele Arcangelo, alle ore 10.00, i funerali di Antonio Del Vacchio, il 54enne che si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto dal monte Terminio due giorni fa. L’episodio ha destato stupore e sconcerto nel paese di Solofra, dove l’uomo viveva con sua moglie e i suoi due figli da diversi anni. Antonio, originario di Striano, soffriva da tempo la mancanza di un lavoro. La disoccupazione gli aveva suscitato un malessere interiore profondo che lo ha accompagnato a compiere il disperato gesto.(…)

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Vicenza: Tagli per 3 milioni in Comune, bloccate le assunzioni e ridotti i consumi di energia
3 aprile 2014
Blocco delle assunzioni. Risparmio dell’energia elettrica. Riduzione dell’inchiostro e della carta. Utilizzo della posta elettronica certificata. E diminuzione dei contributi erogati. Achille Variati cala l’accetta sul bilancio di palazzo Trissino. La parola d’ordine è l’ormai classica «spending review». Ma questa volta i conti non sono sulla carta, tantomeno ipotetici. «No – assicura il sindaco – questa è una sfida culturale per l’intera struttura comunale». Un percorso da «monitorare» che porterà a un risparmio di 3 milioni di euro in un anno.(…)

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Pisa: La protesta dei “caschi gialli”, 150 mezzi pesanti e oltre 500 artigiani sfilano in centro
3 aprile 2014
Circa 150 mezzi pesanti e oltre 500 artigiani stanno sfilando per le vie del centro di Pisa, attraversando i Lungarni, per la manifestazione «Diamo una scossa» promossa dalla Cna pisana per chiedere alle istituzioni locali un maggiore impegno a sostegno delle imprese nella lotta alla crisi. Il corteo ha provocato pesanti conseguenze al traffico cittadino in prossimità del centro: i Lungarni sono infatti stati chiusi e nelle strade d’accesso alla città si registrano forti rallentamenti e code.

Fonte Ansa
http://www.crisitaly.org/notizie/pisa-protesta-dei-caschi-gialli-150-mezzi-pesanti-500-artigiani-sfilano-in-centro/

Malvinas: Kirchner, Londra ha trasformato le nostre isole in una base nucleare

Giovedì, 03 Aprile 2014 12:20

BUENOS AIRES (IRIB) – Il presidente dell’Argentina Cristina Fernandez Kirchner ha accusato la Gran Bretagna di aver trasformato le isole contese di Malvinas in una vera e propria base militare nucleare della Nato.
Le dichiarazioni della Kirchner sono giunte in occasione del 32esimo anniversario dell’inizio della guerra che si combattè tra i due Stati. “La verità sulle Malvinas e’ che continuano ad essere la più grande base militare nucleare della Nato nell’Atlantico meridionale e questa e’ una verità che non possono celare”, ha detto la Kirchner che parlava ai veterani di guerra ed ai suoi sostenitori radunati in occasione dell’evento. Il presidente argentino ha notato che oggi le isole, che secondo le leggi internazionali appartengono all’Argentina e risultano occupate da Londra, sono una delle zone maggiormente militarizzate della Terra ed in esse vivono più militari che civili.
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/157199-malvinas-kirchner,-londra-ha-trasformato-le-nostre-isole-in-una-base-nucleare

Mar Nero: le navi USA hanno violato i tempi di presenza ( Mosca ).

Le navi da guerra americane hanno ripetutamente oltrepassato la presenza di durata stabilita da una convenzione internazionale sul Mar Nero, ha informato, Giovedi, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov .
” Esiste la convenzione di Montreux, che definisce i criteri per limitare la presenza di navi da guerra di Stati esteri non affacciandosi sul Mar Nero, sia in termini di stazza sia la durata del soggiorno. Abbiamo notato che negli ultimi tempi le navi guerra americane hanno due volte estesa la loro presenza oltre il termine stabilito, questa estensione non è sempre conforme alle regole in vigore ai sensi della Convenzione di Montreux. abbiamo riferito sia al partito americano e, naturalmente , la Turchia che ha la sovranità sullo Stretto ” , ha detto Lavrov .
Egli ha sottolineato che Mosca ha insistito sul ” rispetto incondizionato di tutte le disposizioni della Convenzione. ”
” Veglieremo “, ha concluso il capo della diplomazia russa .

La Convenzione di Montreux è un accordo internazionale firmato nel 1936. Esso definisce il regime della navigazione nello Stretto del Bosforo e dei Dardanelli. Ai sensi dell’articolo 18 tale documento, il tonnellaggio complessivo delle navi da guerra di potenze non rivierasche del Mar Nero, si limita a 30.000 tonnellate e la durata della loro presenza al massimo 21 giorni.
Fonte:
http://fr.ria.ru/world/20140403/200899007.html

Trad. kefos93

Turchia: “complotto blackout ” durante spoglio

ANKARA – Mentre in Turchia continuano le proteste per i presunti brogli durante le amministrative di domenica, il quotidiano di opposizione Birgun ha rivelato che i tagli della luce durante lo spoglio sono avvenuti in 20 province, nelle quali i fornitori privati di energia appartengono a società vicine al premier Erdogan.
Il ministro dell’energia, Taner Yildiz, ha dato la colpa del blackout ad Ankara a un gatto entrato in una centralina elettrica, suscitando un fiume di sfottò su internet.
Fonte:
http://italian.irib.ir/featured/item/157162-turchia,-complotto-blackout-in-spoglio

Nessun aereo contro le torri gemelle? Lo dicono la Boeing e numerosi piloti

Nessun aereo contro le torri gemelle? Lo dicono la Boeing e numerosi piloti

 – 15.mar 2014

Tutti ricordano ciò che le televisioni ci hanno mostrato riguardo agli attentati dell’11 settembre 2001. Tantissimi filmati, da angolazioni diverse, ci hanno mostrato che due aerei passeggeri, esattamente due Boeing 767, si sono schiantati sulle Torri Gemelle.

Lo abbiamo visto tutti e non ci sarebbe motivo per dubitare delle immagini televisive. Se non fosse che diversi piloti, che hanno guidato quegli stessi aerei, ritengano fisicamente impossibile ciò che si è visto in TV. Perché?

Andiamo per punti: possiamo sapere a che velocità viaggiavano gli aerei prima di schiantarsi? Sì.

La NTSB (National Transportation Safety Board) ha rilasciato, tra i vari documenti, questo, in cui, a pagina 2, si legge:

During the descent from 12,000 feet to 6,000 feet, the aircraft groundspeed remained between 500 – 520 knots. As the aircraft made it’s descent to 1000 feet, it accelerated (there goes Zaphod58′s hypothesis about self propulsion at level flight on final approach) and impacted World Trade Center tower #2 at approximately 510 knots groundspeed.

Quindi l’aereo avrebbe impattato la torre 2 del WTC alla velocità di 510 nodi. 510 nodi equivalgono a 586 miglia orarie, circa 940 km/h.

Grazie alle ricostruzioni della Commissione Nazionale sugli Attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, nota anche come 9/11 Commission, che ha redatto un rapporto di 585 pagine (lo trovate qui), sappiamo anche la velocità dell’aereo che si sarebbe abbattuto sul Pentagono. A pagina 27 del rapporto, è scritto:

At 9:37:46, American Airlines Flight 77 crashed into the Pentagon, travelling at approximately 530 miles per hour.

Quindi anche il Boeing 757 che si sarebbe schiantato sul Pentagono, viaggiava alla velocità incredibile di 530 miglia orarie, circa 850 km/h.

Questi dati sulle velocità, notate bene, sono dati ufficiali, confermati dal Governo USA.

Ci sarebbe qualcosa di strano in queste velocità? Sì. Perché?

Su Wikipedia (e su qualsiasi altro manuale specialistico) possiamo facilmente scoprire qual è la velocità massima di un Boeing 767:

Velocità max Mach 0.86 (913km/h568 mph, 493 kt) a 35 000 ft (V di crociera max)

Quindi il Boeing 767 che avrebbe colpito la torre 2 del WTC, viaggiando a 940 km/h, superava di 27 km/h la velocità massima raggiungibile dall’aereo. Pensate sia strano? E invece la parte strana deve ancora arrivare.

Un Boeing può raggiungere quella velocità solo, ripeto: solo, a 35000 piedi di altezza, che equivalgono, a circa 10500 metri.

Perché un 767 non può volare alla stessa velocità sul livello del mare?

La spiegazione è semplice: sul livello del mare l’aria è molto densa. Salendo di quota l’aria diviene sempre più rarefatta. Per questo motivo esiste ciò che viene chiamato tecnicamente Velocità Massima di Manovra, che per un Boeing 767 è di 414 miglia orarie (665 km/h), altrimenti l’attrito dell’aria potrebbe far perdere il controllo del mezzo e le vibrazioni potrebbero addirittura provocare la rottura delle ali.

Questi dati, sconosciuti alla maggior parte della gente, sono invece risaputi tra i piloti che lavorano per le compagnie aeree. Nel filmato che segue, che è già stato cancellato una volta da Youtube, sono riportate le dichiarazioni di numerosi piloti. Tutti affermano che è fisicamente impossibile che un aereo possa raggiungere 900 km/h sul livello del mare.

Non solo: alla fine del filmato c’è la dichiarazione di una signora che lavora per la Boeing che afferma che a 700 piedi (circa 200 metri, la quota alla quale si sono schiantati gli aerei), la velocità di 767 dovrebbe essere di 250 miglia orarie (circa 400 km/h), e non 900 km/h!

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Ricapitolando: non solo gli aerei viaggiavano al doppio della velocità consentita senza rompersi, ma erano pilotati da dirottatoti che si erano addestrati su aerei molto più piccoli, che compivano manovre impossibili anche per un pilota con decenni di esperienza e che psicologicamente non dovevano essere proprio tranquilli, dato che stavano per ammazzarsi…

La domanda allora è: perché in televisione abbiamo visto quegli aerei schiantarsi sulle torri se fisicamente era impossibile?

Esiste una risposta anche a questo quesito e a fornircela è Simon Shack, autore di September Clues, un documentario che gli è costato anni di lavoro.

Simon ha analizzato tutti i filmati che ci hanno mostrato le TV americane e anche i filmati “amatoriali”. La conclusione è stupefacente. Ma non voglio anticiparvi nulla. Buona visione.

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– See more at: http://www.losai.eu/nessun-aereo-contro-le-torri-gemelle-lo-dicono-la-boeing-e-numerosi-piloti/#sthash.pki3s8yC.dpuf

Il volo MH370 e quello che non ci vogliono dire della base Diego Garcia.

MH370 vs Tsunami 2004: Il Ruolo della base militare e di Intelligence, Diego Garcia.
 
Tradotto e riadattato da Fractions of Reality
 
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Il volo MH 370 del Boeing 777 aveva un avanzato “sistema di attrezzature per la localizzazione di emergenza”, che emette segnali, che dovrebbe facilitare il suo ritrovamento. Successivamente è stato stabilito che il volo MH 370 era andato in direzione sud verso l’Oceano Indiano.
 
Situato nell’Oceano Indiano, la base dell’esercito e dell’intelligence statunitense, Diego Garcia, viene descritta dagli osservatori specializzati come il “segreto meglio custodito della marina” – la base ha una vasta gamma di attrezzatura per l’osservazione e l’individuazione che avrebbero dovuto aiutare la compagnia aerea malese nel ritrovare il volo.
 
Al contrario, invece, l’esercito americano ha preferito rimanere molto in disparte, come sottolineato da un articolo accuratamente documentato da Matthias Chang.
 
Secondo la Reuters ( 28 th March, 2014, citato da Matthias Chang ):
 
In definitiva, l’unico paese con le risorse tecniche per recuperare l’aereo – o almeno il suo registratore della scatola nera, che potrebbe trovarsi in acque a diverse miglia di profondità – possono essere gli Stati Uniti. I suoi veicoli da acque profonde, in ultima analisi, recuperarono la scatola nera del  relitto Air France 447 dopo la sua caduta 2009 in una remota regione del Sud Atlantico.
 
Gli Stati Uniti hanno uno sistema satellitare in ultimissima generazione con elevate funzionalità di precsione e di monitoraggio della superficie terrestre, compresi gli oggetti in movimento . Queste tecnologie sono parte dello United States Network Space Surveillance. La base di Diego Garcia “è uno soltanto uno dei tanti luoghi dotati di un sistema elettro-ottico chiamato Deep Space Surveillance per il monitoraggio degli oggetti nello spazio profondo “. Dati i livelli di sofisticazione di queste tecnologie di osservazione, è altamente improbabile che il volo MH370 possa aver viaggiato inosservato su un ampio arco dell’Oceano Indiano.
 
Un altro disastro  nell’Oceano Indiano: Lo tsunami del dicembre 2004.
 
La recente presa di posizione delle forze armate degli Stati Uniti e la sua incapacità di agire in relazione al volo MH 370 ha una somiglianza molto simile all’atteggiamento adottato da Washington in relazione alla tragedia dello tsunami nell’Oceano Indiano nel dicembre 2004.
 
Entrambi gli eventi si riferiscono a tecnologie di osservazione e di monitoraggio avanzate situate nella base di Diego Garcia. In entrambi i casi l’esercito americano è rimasto inerme ed in silenzio.
 
Sulla scia dello tsunami dell’Oceano Indiano che ha colpito la costa dello Sri Lanka e della Thailandia il 26 dicembre 2004 “, un portavoce del servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti ha confermato … che il centro alle Hawaii, parte del NOAA ha allertato la base di Diego Garcia. Lui non sapeva sa se i militari americani alla base abbiano allertato qualcun’altro nella regione del pericolo imminente”(The Guardian, 6 Gennaio, 2005)
 
Il Servizio Meteo avvisa i militari? L’idea è che le persone alla struttura militare Diego Garcia fossero totalmente ignari di ciò che stava accadendo e non avessero avuto informazioni riguardanti lo tsunami e la sua traiettoria mortale. Un’ipotesi assurda.
 
Conosciute e documentate, l’esercito americano a Diego Garcia ha sistemi avanzati che le hanno consentito di controllare in modo molto preciso il movimento dell’onda sismica in tempo reale, nonché la traiettoria precisa dello Tsunami. Eppure ha scelto di non mandare un’immediato segnale di emergenza che avrebbe salvato centinaia di vite in Thailandia, Sri Lanka, India e Malesia.
 
Chi informa chi? Mentre il Centro Hawaii aveva formalmente notificato l’evento a Washington e ai militare a Diego Garcia, il governo americano sapeva già cosa stava accadendo, poiché i dati sismici relativi allo tsunami (trasmesso dalla struttura di Diego Garcia) erano stati elaborati in pochi minuti da un’agenzia sotto la giurisdizione del Dipartimento degli Interni, cioè il National Earthquake Information Center (NEIC) con sede a Golden, Colorado.
 
Detriti metallici sul fondo dell’oceano
 
La ricerca delle macerie del Boeing 777 e della sua scatola nera sono terminate senza ottenere prove pertinenti sulle cause dell’incidente.
 
La domanda chiave: i militari degli Stati Uniti sanno dove questi detriti si trovano?
 
La base di Diego Garcia ha anche un’avanzata tecnologia che consente di intraprendere rilevazione di oggetti metallici sul fondo dell’oceano Indiano. Perché queste tecnologie non vengono applicate?
 

LÉGISLATIVES AU QUÉBEC (1) : LA QUESTION DU REFERENDUM SUR L’INDEPENDANCE DOMINE LA CAMPAGNE’

Luc MICHEL pour EODE Press Office /

avec La Presse – AFP – Radio Canada / 2014 04 03 /

http://www.facebook.com/EODE.monitoring

http://www.eode.org/category/eode-international-elections-monitoring/international-elections-survey/ EODE - Elections news QUEBEC 1 (2013 04 03) FR

 Législatives très disputées au Québec ce 7 avril avec en toile de fond une fois de plus l’indépendance du bastion francophone …

 « La souveraineté du Québec, la charte des valeurs avec la laïcité ou encore l’intégrité se sont imposées dans la campagne des législatives du 7 avril de la province francophone à l’issue très incertaine entre le Parti Québécois au gouvernement et les libéraux » commente l’AFP.

 Emmené par la Première ministre sortante Pauline Marois, le Parti Québécois (PQ) est devancé dans les sondages par le Parti Libéral du Québec (PLQ) de Philippe Couillard. Les deux autres formations, la Coalition Avenir Québec (CAQ) de François Legault et Québec Solidaire (gauche) de Françoise David se posent en arbitre.

 ENJEU NON ENONCE :

LE RÉFÉRENDUM SUR L’INDÉPENDANCE DU QUÉBEC

 Le référendum sur l’indépendance du Québec – comme en Crimée ou en Catalogne – ou l’intégrité sont autant “d’enjeux non énoncés clairement qui prennent le devant de la scène”, remarque Carolle Simard, professeur à l’Université du Québec à Montréal.

 Au pouvoir mais minoritaire, le gouvernement indépendantiste de Mme Marois a déclenché des législatives anticipées pour emporter une majorité en lançant sa “campagne sur les questions économiques ou identitaires avec la Charte des valeurs”, explique Antonia Maioni, politologue à l’Université McGill.

 Mais pour le PQ, “ces deux piliers ont été ébranlés” par le poing levé de Pierre Karl Péladeau, milliardaire indépendantiste rallié de dernière heure au PQ. L’image sur toutes les télévisions de ce magnat de la presse au Canada, haranguant la foule d’un “+faire du Québec un pays+”, n’a pas eu l’effet escompté. Au contraire, les adversaires libéraux, dont la plateforme électorale n’était guère solide sur l’économie –généralement leur thème de prédilection–, ont déclenché “une campagne de peur”, analyse Mme Maioni.

 COMME EN ECOSSE, EN CATALOGNE ET APRES LA CRIMEE :

LA PEUR DU RÉFÉRENDUM –

 Philippe Couillard s’est engouffré dans la brèche et a centré sa “campagne sur la peur du référendum” sur l’indépendance en cas d’une victoire du PQ, une manière de faire ressortir auprès de l’électorat “une forme de radicalisme du parti québécois”, juge Pierre Martin, professeur à l’Université de Montréal. Cette peur des politiciens professionnels du parlementarisme pour ce mécanisme de Démocratie directe qui fait irruption dans le jeu électoral.

« Or la population québécoise n’est pas prête pour un référendum, même si elle semble dans les sondages attachée à l’idée de la souveraineté » affirment en cœur partis et médias. “Il n’y aura pas de référendum (…) tant que les Québécois ne seront pas prêts”, a même lancé Mme Marois dans un débat mi-mars, sans arriver à lever l’ambiguïté autour de la question de l’indépendance.

 L’aile gauche du Parti Québécois, déjà méfiante vis-à-vis du ralliement du milliardaire Pierre Karl Péladeau, a « également souffert des reniements du parti sur les questions environnementales, illustrés par le feu vert à l’exploration pétrolière sur l’île d’Anticosti, refuge pour la faune et la flore au coeur de l’embouchure du Saint-Laurent ».

 « Empêtré dans la campagne et pour éviter la fuite de son électorat de gauche vers la formation Québec Solidaire , le PQ a bien tenté de déplacer le débat sur l’intégrité et la transparence. Un moyen de refaire le coup du dernier scrutin en septembre 2012 gagné sur “l’échec relatif du Parti Libéral”, usé par la crise étudiante du printemps précédent et par plus d’une décennie au pouvoir », remarque Carolle Simard, une sociologue.

 Autre angle d’attaque pour les indépendantistes, la charte des valeurs pour laquelle les libéraux apparaissent divisés sur le principe de laïcité de l’Etat, avec l’interdiction qui serait faite aux employés accueillant du public de manifester leur appartenance à une religion. Mais, pour Mme Simard, cette thématique “est arrivée tard dans la campagne” et ne s’est jamais imposée. “En Gaspésie, c’est le prix du poisson qui fait l’élection” et non le port ostentatoire de signes religieux. Par cette formule, Claire Durand entend résumer l’enjeu de la campagne où la « vie quotidienne des Québécois » serait « passée au second plan ».

 La « vie quotidienne » moyen de faire passer au second plan le véritable enjeu au Québec français : la question de l’indépendance …

 Luc MICHEL / EODE Press Office

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QUE PENSER DE LA PSEUDO ‘JUSTICE INTERNATIONALE’ ?

LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA’ TV.

Emission ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’ du 30 mars 2014 / Partie 3 & 4 /

Animée par Mohamed Bachir Ladan / PCN-TV avec Afrique Média TV / 2014 04 02 / PCN-TV - LM sur AMTV 30 mars 2014 (2014 04 02) FR partie 3 + 4

Video 1 sur : https://vimeo.com/90599856

https://www.facebook.com/photo.php?v=730363293675474

 Video 2 sur : https://vimeo.com/90599857

https://www.facebook.com/photo.php?v=730369570341513

« j’ai été ému par ses interventions sur Africa Media. C’est ce genre d’Européens que nous cherchons »

– Un téléspectateur africain (sur Facebook).

Intervention de Luc MICHEL sur :

la CPI et les TPIY et TPIR, justice politique occidentale,

Milosevic – Gbagbo – Blé Goudé dans les oubliettes de La Haye,

l’Afrique peut elle sortir de la CPI ?

KH / PCN-TV

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

https://vimeo.com/pcntv

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# TV panafricaine AFRIQUE MEDIA …

La chaîne AFRIQUE MEDIA, chaîne panafricaine à caractère informationnel et thématique : l’information  des africains  sur les enjeux internationaux, la chaîne  de référence  miroir de l’Afrique …

Website : http://afriquemedia.tv/

Streaming : http://lb.streamakaci.com/afm/

Venerdì 11 Aprile cena, presentazione e proiezione del docufilm Target Iran

CenaforuMarzo

Venerdì 11 Aprile il giornalista Fulvio Grimaldi presenta a Gaeta il suo ultimo film documentario. L’incontro con Grimaldi si terrà presso il circolo PRC “Mariano Mandolesi” in Via Indipendenza 262 a Gaeta. L’iniziativa prevede alle 20:00 una cena sociale a sottoscrizione, e alle 21:30 la proiezione del docufilm “Target Iran”, accompagnata dall’introduzione e i successivi commenti dell’autore.

Fulvio Grimaldi è un giornalista con una lunga esperienza in fatto di reportage dai fronti di guerra e di conflitto sparsi per il globo. La sua carriera è da sempre dedicata alla cronaca internazionale di lotte popolari e resistenze anti imperialiste. Per questo motivo il suo curriculum da Reporter è quasi unico nel panorama italiano, e di grande spessore nel panorama giornalistico internazionale. È stato l’unico testimone italiano della strage di Derry del 1972 (Bloody Sunday), che ebbe modo di documentare ampiamente.

L’iniziativa fa parte della serie di docufilm proiettati nei mesi di Febbraio, Marzo e Aprile presso il circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Gaeta; tutti dello stesso autore, affrontano il tema della guerra imperialista, dalla Palestina, alla Iugoslavia, passando per la Libia, le primavere Arabe e il Sud America. Anche stavolta Grimaldi si cimenta con un paese “nel mirino”, appunto quell’Iran definito “stato canaglia”, da anni minacciato di rappresaglie da Stati Uniti, Israele e altre potenze occidentali. In questo ultimo lavoro Grimaldi compie lo sforzo di raccontare le condizioni di vita e le relazioni geopolitiche del popolo e dello stato iraniano senza utilizzare parametri moralisti eurocentrici. Attraverso le interviste, le riprese sul posto e la ricostruzione della storia economico-politica del paese, l’autore ricerca una verità altra, vissuta nel contatto con i veri protagonisti, i cittadini e attraverso i luoghi che sono stati sito di una storia straordinaria di quasi tre millenni, partendo da Ciro il Grande e compiendosi con la rivoluzione islamica di Khomeini.

Profondo conoscitore della storia contemporanea del mondo arabo, Grimaldi offrirà testimonianze e analisi sulla “questione Iran” diverse da quelle proposte dai media tradizionali.Si tratta di un appuntamento da non perdere per tutti i curiosi e gli amanti della buona informazione, della storia e della politica internazionale.