“Ognuno guardi in casa propria” il Min. Lupi sul dossier su Rinaudo

Nuovasocietà Tv intervista Maurizio Lupi, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, per rispondere alla domanda sulla questione No Tav e la controinchiesta sul pm Antonio Rinaudo. Il ministro dichiarandosi non la corrente della cosa sa però rispondere: “I No Tav devono pensare solo a non fare minacce” e sopratutto “ognuno guardi in casa propria

http://youtu.be/_KsPa_waX54Cattura255

LE STRANE AMICIZIE DEL PM RINAUDO

 http://www.notav.info/senza-categoria/strane-amicizie-del-pm-rinaudo/

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da parte di un notav questa minuziosa inchiesta che dimostra come la vicenda giudiziaria messa in atto contro i notav non avvenga per amor di giustizia. Non avvenga nemmeno in maniera disinteressata.

Uno dei due pm con l’elmetto ha un ruolo chiave in molte vicende della nostra regione, appassionato di calcio e del potere del calcio, il pm Antonio Rinaudo,sempre solerte nei confronti dei notav, non sembra lo stesso per le sue frequentazioni e per le lui medesimo.

E’ un notav a fornirci questa inchiesta, e ancora una volta ci fa pensare molto sul ruolo e il coinvolgimento dell’informazione nella crociata contro la Valsusa.

Nessuno, in nessuna redazione, si è mai posto delle domande, ha fatto una ricerca negli archivi, per provare a capire qualcosa in più dell’astio profuso dai Pm contro giovani e meno giovani del movimento.

Forse perchè tutti troppo abituati a stringere mani.

Qui di seguito pubblichiamo la prima puntata dell’inchiesta, il 2 maggio la prossima.

 MAGISTRATURA E ‘NDRANGHETA ALL’ATTACCO DELLA VAL SUSA

Nell’ottobre 2003 un pubblico ministero della procura di Torino, Antonio Malagnino, ricevette un rapporto dei carabinieri in cui comparivano telefonate “amichevoli” tra un suo collega in procura, Antonio Rinaudo, e un uomo, tale Antonio Esposito detto Tonino, soprannominato negli ambienti malavitosi “O’ Americano”, già accusato di aver pianificato un omicidio negli anni Ottanta, emissario a Torino del più potente e famoso boss della ‘Ndrangheta in Val Susa: Rocco Lo Presti, le cui attività criminali avevano condotto nel 1995 allo scioglimento per mafia del comune di Bardonecchia (primo caso nel nord Italia).

Motivo scatenante dello scioglimento era stata l’inchiesta sul sindaco della piccola città alpina, che aveva concesso proprio a Lo Presti appalti miliardari in qualità di boss di quella “mafia della Val Susa” che connotò negativamente, per decenni, la fama di quei territori – fino alla nascita del movimento No Tav. Oggi Antonio Rinaudo gestisce con furore la battaglia giudiziaria contro quel movimento e difende un cantiere da più parti accusato di essere il nuovo e più grande bancomat per la stessa e sempre più potente organizzazione criminale.

La scoperta delle relazioni pericolose tra Rinaudo e l’emissario della ’Ndrangheta valsusina non portarono, sorprendentemente, ad alcuna conseguenza di rilievo per il magistrato. Rinaudo continuò, indisturbato, a ricoprire il suo ruolo di pubblico ministero. In quello stesso anno, anzi, gli fu affidata proprio un’inchiesta su attività riconducibili alla ‘Ndrangheta. Si trattava di sessantacinque persone coinvolte in un traffico internazionale tra tre paesi e due continenti. Rinaudo, per loro fortuna, lascerà giacere il fascicolo per ben dieci anni nel suo cassetto, prima di riesumarlo, appena un anno fa, quando per tutti gli indagati è ormai garantito, nei fatti, l’esito della prescrizione. È il procedimento 6616/02 R.G. G.I.P.: la chiusura indagini è datata 2003, ma la richiesta di rinvio a giudizio di Rinaudo (unico titolare dell’inchiesta) è dell’agosto 2013, dieci anni in ritardo e ad appena dieci giorni dalla firma del magistrato sulle prime accuse di terrorismo per chi si oppone all’alta velocità.

Prima di arrivare in Val Susa e imbastire la guerra giudiziaria contro il movimento, Rinaudo ha avuto tempo di lasciare altre tracce delle sue relazioni pericolose.

Il 26 febbraio 2005, quando Tonino Esposito ormai da anni gestiva l’impero dello strozzinaggio per conto di Lo Presti a Torino, Rinaudo fece al criminale una delle tante telefonate, chiedendogli di passare a prenderlo in macchina per portarlo a cena in un Hotel di lusso, dove lo aspettava Luciano Moggi, da cui il pubblico ministero, scopriranno i carabinieri, riceveva da tempo regalie e favori. Ironia della sorte, il malavitoso si lamentò della richiesta di Rinaudo proprio con Moggi (che definì al telefono il pm “’Na rottura di palle”) e sbottò: “Questi qua so’ tutti la stessa pasta, so’, ‘sti magistrati!”.

La telefonata era intercettata, stavolta, dal nucleo investigativo dei carabinieri di Roma, su ordine della direzione distrettuale antimafia di Napoli, che indagava, tra l’altro, sugli agganci che Moggi aveva con le forze di polizia e negli ambienti giudiziari.

Proprio da quelle telefonate emerse la presenza, alla cena tra Moggi, Rinaudo e Tonino Esposito, anche dell’avvocato ed ex deputato del Msi Andrea Galasso.

La presenza di Galasso (che i carabinieri di Roma definiscono “comune amico” di Rinaudo e Moggi) conduce nuovamente, guarda caso, alla Val Susa. Galasso aveva difeso il presunto mandante di Esposito per il vecchio caso di omicidio: era Franco Froio, dirigente supremo dei lavori per l’autostrada del Frejus che ingrassarono a tal punto il clan di Lo Presti da attirare le attenzioni della commissione antimafia. Ora, mentre è a cena con Rinaudo, Galasso assiste il suo amico e sodale politico Ugo Martinat (all’epoca viceministro dei lavori pubblici), mentre suo fratello darà domicilio legale a Vincenzo Procopio, suo portaborse. I due erano sotto inchiesta per gli appalti truccati al previsto cantiere Tav di Venaus: il viceministro, grazie al suo faccendiere, aveva messo in piedi un sistema di incassi in favore di Alleanza Nazionale per tutti gli appalti pubblici del torinese, ma anche una spartizione occulta del denaro stanziato per il Tav (che coinvolse anche l’allora ministro per i lavori pubblici, Pietro Lunardi).

I fili pronti a dipanarsi dalle frequentazioni di Rinaudo, però, sono appena cominciati. Quando Antonio Malagnino scoprì i suoi rapporti con l’uomo di Lo Presti, nel 2003, stava indagando su vicende criminali che avevano il loro fulcro proprio nel rapporto tra Tonino Esposito e Vincenzo Procopio, l’uomo degli appalti a Venaus. Accadde in quell’anno, infatti, che Procopio (membro del comitato direttivo di Torino 2006) ricevesse strane telefonate di minaccia, per poi essere avvicinato da Tonino in persona, che gli disse: “So che hai dei problemi. Conosco persone che possono aiutarti”. Fu a partire da questo avvicinamento mafioso, e dal successivo invio di cinque buste contenenti proiettili calibro 10 a tutti i dirigenti del comitato direttivo, che la procura ordinò l’intercettazione dell’utenza di Esposito e appurò tanto i suoi contatti con Rinaudo quando quelli con Lo Presti, scoprendo le attività usurarie a Torino del boss della ‘Ndrangheta e il tentativo di infiltrazione nei cantieri olimpici.

Lo Presti ed Esposito furono arrestati alla fine del 2006, pochi giorni prima che uno dei sessantacinque indagati che Rinaudo aveva “dimenticato” nel suo cassetto, Rocco Varacalli (un affiliato di primo piano della ‘Ndrangheta), cominciasse a parlare con (altri) magistrati e raccontasse che tutti gli appalti di Torino 2006 erano stati assegnati dal comitato olimpico a ditte facenti capo alla sua organizzazione, così come i lavori finanziati dalla giunta Chiamparino per il piano regolatore torinese (spina 3) e dal governo per il Tav Torino-Milano (che servì anche a interrare quintali di rifiuti tossici nella pianura padana). E qui la storia inizia a farsi complicata. Varacalli rivelò i nomi dei capi delle “locali”, le strutture territoriali della ‘Ndrangheta torinese; tra essi Bruno Iaria, figlio di Giovanni, vecchio boss del Canavese, con centro di comando a Cuorgné, nell’hinterland settentrionale di Torino. Proprio in quei mesi Bruno Iaria figurava, guarda caso, tra i “dipendenti” dell’azienda di una nota famiglia valsusina, i Lazzaro, che secondo l’ex sindaco di Bardonecchia avevano svolto la funzione di prestanome per Lo Presti durante la costruzione dell’autostrada del Frejus.

Lazzaro era stato anche arrestato per appalti truccati nel 2002, e in quell’occasione era emersa la presenza di una “talpa” in procura (mai identificata), che aveva avvisato gli “imprenditori” che era in corso l’intercettazione dei loro telefoni.

Poco tempo dopo, nel 2008, i Lazzaro ottennero appalti sia per lavori pubblici in Val Susa, sia per lavori di manutenzione della Salerno-Reggio Calabria e, attraverso complessi giochi camerali e contabili, si associarono a Giovanni Iaria in modo occulto. Questo, almeno, è ciò che dirà una relazione alla procura di Torino nel 2011, in cui si fece riferimento anche alle visite agli Iaria compiute da un altro “imprenditore” valsusino, Claudio Martina.

Eppure, in quello stesso 2011, Ltf firmò un contratto milionario per il cantiere Tav di Chiomonte… con chi? Beh, naturalmente proprio con le ditte Italcoge e Martina Srl delle famiglie Martina e Lazzaro. Questo nonostante pochi giorni dopo, il 9 giugno, Giovanni e Bruno Iaria venissero arrestati con l’accusa di associazione mafiosa. Ma il 17 giugno, dopo altri otto giorni, Antonio Rinaudo firmò i primi cinquantacinque avvisi di indagine per altrettanti oppositori all’installazione del cantiere e ordinò la perquisizione di alcune loro abitazioni, tra cui quella del portavoce Alberto Perino (che avrebbe di lì a poco ricevuto una lettera con scritto: “Vi diamo tutti in pasto ai maiali e vi sciogliamo nell’acido”).

Altri dieci giorni e, il 27 giugno, duemila agenti tra poliziotti e carabinieri scortano la pala meccanica dei Lazzaro affinché essa distrugga, tra le proteste e la resistenza dei valligiani, le barricate che delimitavano l’ingresso alla Libera Repubblica della Maddalena, il presidio degli oppositori costruito dove doveva sorgere il contestato cantiere. Antonio Rinaudo fu allora definitivamente delegato a contrastare il movimento No Tav con l’arma degli arresti e dei processi. Il 18 gennaio 2012, intanto, Vincenzo Procopio entrò nel Consorzio Valsusa Imprese per lo Sviluppo, di cui facevano già parte i Lazzaro, e ottenne appalti per il cantiere appena aperto. Milioni di euro dei contribuenti sono quindi tuttora a disposizione, oltre che di chi è indicato dagli investigatori come sodale degli Iaria, e dall’ex sindaco di Bardonecchia quale prestanome di Lo Presti, anche di chi intrigò per spartire i miliardi di Venaus che non furono rubati (in favore del viceministro difeso dall’amico di Rinaudo, Andrea Galasso) soltanto per l’opposizione del movimento No Tav.

Il cerchio delle cene del 2005 e delle telefonate del 2003 si chiude sei giorni dopo l’ingresso di Procopio nel cantiere.

Rinaudo firmò infatti la maxiretata con ventisei arresti e cinquantasei avvisi d’indagine contro gli oppositori al cantiere di Chiomonte.

Le attività del pm e dei suoi collaboratori contro l’opposizione al Tav hanno successivamente portato, in meno di quattro anni, a quasi mille indagati per reati connessi alla protesta contro la grande opera.

Arresti, forzature giudiziarie, lesioni del diritto di difesa, indifferenza smaccata o insabbiamenti per le violenze subite dai No Tav (dalle diffamazioni a mezzo stampa, ai pestaggi, agli incendi di auto e presidi, agli abusi sessuali). Tre ragazzi e una ragazza contrari all’opera sono detenuti da mesi, su ordine di Rinaudo, in completo isolamento e in regime d’alta sorveglianza nelle carceri italiane con l’accusa di aver danneggiato un compressore del cantiere, e per questo sono accusati da Rinaudo di “attentato con finalità terroristiche”. Due ragazzi scontano due anni e due mesi ai domiciliari per aver supportato un’azione No Tav. Le imputazioni e le intimidazioni del pm e dei suoi più stretti collaboratori non hanno risparmiato gli amministratori locali contrari al Tav, i giornalisti e i blogger critici verso il suo operato o verso quello della polizia, gli scrittori e gli intellettuali contrari all’opera; ma si sono concentrate soprattutto sui valligiani più affezionati alla salute della loro terra e sui giovani più generosi nel difendere un pezzo d’Italia dall’ennesima devastazione tossica da parte delle ecomafie e dei partiti.

Perché proprio Rinaudo? Perché proprio lui? Perché la procura ha affidato a un uomo con tali legami le controversie sociali sulla Torino-Lione, che coinvolgono migliaia di cittadini in contrapposizione a interessi politici e criminali cui conduce proprio ciò che abbiamo documentato con l’inchiesta che ora pubblichiamo nella sua interezza?

E perché i mezzi d’informazione non hanno mai dato conto di tutto questo, almeno da quando Rinaudo è stato destinato a quella Val Susa che anche grazie a lui è diventata, in questi anni, territorio d’emergenza?

Sono possibili risposte diverse. Quel che è certo, è che l’abuso giudiziario contro il movimento No Tav rivela, grazie alle informazioni che abbiamo qui raccolto, risvolti ancora più inquietanti.

Tutte le notizie che abbiamo reperito sugli intrecci tra crimine organizzato, politica e magistratura in rapporto al Tav sono basate su fonti documentate, su visure camerali, atti giudiziari, interviste e report giornalistici che troverete indicati in calce ai testi. Curiosamente, questo materiale ci ha condotto esattamente dove ci avevano condotto, da anni, le informazioni raccolte nei bar della Val di Susa e, in alcuni risvolti decisivi, per le strade di Torino.

D’altra parte – come abbiamo già avuto modo di affermare – chi ci arresta e ci indaga sarà sempre sotto indagine da parte nostra. L’indagine di un movimento, però, è diversa da quella di un tribunale; ogni valutazione sui fatti è affidata unicamente all’attenzione critica di chi vorrà dare lettura di quanto segue.

 LE STRANE AMICIZIE DEL PM RINAUDO (PARTE II)

RINAUDO NELLA SELVA INCANTATA

RELAZIONI PERICOLOSE DI UN PUBBLICO MINISTERO

(2003-2006)

http://www.notav.info/documenti/le-strane-amicizie-di-rinaudo-parte-ii/

Le telefonate tra Rinaudo e Moggi – Rinaudo amico di Tonino Esposito – Esposito emissario della mafia della Val Susa – Rocco Lo Presti, il boss di Esposito – Lo Presti e l’Autostrada del Frejus – Rinaudo amico di Andrea Galasso – Galasso difensore del viceministro – Il viceministro e gli appalti Tav di Venaus – Galasso, Martinat e Procopio – Gli arresti di Esposito e Lo Presti – Rinaudo nell’inchiesta Moggi – Rinaudo pm disattento sulla ‘Ndrangheta – Procopio nel cantiere di Chiomonte – Rinaudo alla crociata contro l’opposizione al Tav

 LE STRANE AMICIZIE DEL PM RINAUDO (PARTE III)

I FURBETTI DEL CANTIERINO

PARTITI, MAFIE E APPALTI DA VENAUS A CHIOMONTE

(2006-2011)

http://www.notav.info/documenti/le-strane-amicizie-del-pm-rinaudo-parte-iii/

 Lazzaro prestanome di Lo Presti? – I Lazzaro nel Canavese – Ferdinando Lazzaro in carcere – Osvaldo Napoli e la “talpa” in procura – Tonino Esposito minaccia Procopio – Rinaudo al telefono con Esposito – Procopio e Lunardi – I Lazzaro e Bruno Iaria – Giovanni Iaria nel Canavese – Iaria e il procuratore di Ivrea – Claudio Martina a casa di Iaria – Bertot e Porchietto al bar della ‘Ndrangheta – Bertot e Iaria – Il patto politica-‘Ndrangheta su Tav e cantieri – Il boss De Masi appoggia Fassino – Scontri in valle per i sondaggi – Ltf e Procopio condannati in primo grado – Ltf firma il contratto Tav con Lazzaro e Martina – I No Tav respingono Lazzaro e la polizia – Rinaudo indaga i No Tav – Nasce la Libera Repubblica della Maddalena

L’EST UKRAINIEN CES LUNDI ET MARDI : L’INSURRECTION S’ETENT ENCORE

LUGANSK ET KOSTIANTYNIVKA : L’INSURRECTION CONTINUE A S’ETENDRE DANS L’EST UKRAINIEN …

 LM & FB pour PCN-INFO / avec AFP – lucmichel.net – PCN-SPO /

2014 04 29 / Ситуация в Донецкой области

Quelque 3.000 manifestants pro-russes ont pris d’assaut ce mardi matin le bâtiment de l’administration régionale à Lugansk, dans l’est de l’Ukraine, a constaté un correspondant de l’AFP.

Une vingtaine de jeunes, armés de barres de fer, ont brisé une fenêtre pour entrer dans le bâtiment, qui n’était pas protégé par la police tandis que la foule attendait à l’extérieur de pouvoir y pénétrer. Les locaux des services de sécurité de cette ville de 465.000 habitants, chef-lieu de la région du même nom, étaient déjà occupés depuis début avril.

 LUGANSK PASSE DE PLUS EN PLUS AUX INSURGES.

LES PRO-RUSSES PRENNENT D’ASSAUT LE BATIMENT DE L’ADMINISTRATION REGIONALE, LA PREFECTURE DE REGION, LE TRIBUNAL ET LE COMMISSARIAT DE POLICE

 Un millier de manifestants pro-russes, soutenus par une trentaine d’hommes lourdement armés, lançaient ensuite ce mardi après-midi l’assaut contre le commissariat de police de Lougansk après avoir pris peu auparavant le contrôle de la préfecture de région et du tribunal. Les manifestants ont enfoncé le portail arrière et lançaient des pierres sur le bâtiment. Une trentaine d’hommes armés de kalachnikovs et de lance-roquettes, habillés pour certains en civils et d’autres portant des uniformes les ont rejoints peu après en pointant leurs armes sur le bâtiment.

 LA JUNTE DE KIEV PERD DE PLUS EN PLUS LE CONTROLE.

TOURTCHINOV, ‘PRESIDENT’ FANTOCHE DE LA JUNTE, CONDAMNE LA “TRAHISON” DE LA POLICE DANS L’EST … ET RECONNAIT QU’IL EST SANS POUVOIR

 Le ‘président ukrainien par intérim’ fantoche Olexandre Tourtchinov a dénoncé ce mardi “l’inaction” voire la “trahison” des forces de l’ordre dans l’est de l’Ukraine, actuellement en proie à une insurrection armée pro-russe. La police, dont une partie était déjà passée à l’insurrection il y a 8 jours, c’est cette fois débandée. Y compris les forces anti-émeutes.

“Les événements dans l’Est ont illustré l’inaction, l’impuissance et parfois la trahison criminelle des forces de l’ordre dans les régions de Donetsk et de Lougansk”, a déclaré Tourtchinov dans un communiqué publié au moment même où un millier de manifestants pro-russes, soutenus par une trentaine d’hommes lourdement armés, lançaient l’assaut contre le commissariat de police de Lougansk après avoir pris peu auparavant le contrôle de la préfecture de région et du tribunal…

 ET PENDANT CE TEMPS …

KOSTIANTYNIVKA (REGION DE DONETSK) : UNE NOUVELLE VILLE INSURGEE

 Un nouveau foyer de crise est apparu lundi matin dans la ville de Kostiantynivka, proche de la capitale régionale Donetsk, où des insurgés pro-russes lourdement armés se sont emparés du bâtiment de la mairie et ont dressé des barricades, ont constaté des journalistes de l’AFP.

« Une poignée d’hommes en uniformes dépourvus d’insignes — semblables à ceux qui s’étaient emparé des bâtiments officiels en Crimée avant son rattachement à la Russie en mars — assuraient la garde devant la mairie et le siège de la police de cette ville de 80.000 habitants. Ils y ont hissé un drapeau de la “république de Donetsk” » dit l’AFP.

 La particularité de cette ville est qu’elle est à mi-chemin entre Donetsk et Slaviansk/Kramatorsk.

Selon la télévision locale, des manifestants sont aussi regroupés devant le siège de l’administration de la ville. Les employés ne se seraient pas rendus au travail ce jour. Les transports en commun fonctionneraient en service réduit. Les bus sont invités à faire un détour du centre-ville. Les manifestants déclarent ne pas avoir de revendications. Selon eux, ils commencent à “se préparer au référendum sur la souveraineté de la République populaire de Donetsk, prévue pour le 11 mai.”

 LES PROVOCATIONS DE LA JUNTE DE KIEV ET LEURS RELAIS PAR LES MEDIAS DE L’OTAN

 C’est cette montée en puissance des forces de la République du Donbass qui explique l’agitation et les provocations des putschistes du 21 février pro-OTAN de ces derniers jours.

A Karkhov avec les pogrom anti-russes de ce dimanche, basses oeuvres des hooligans payés par certains oligarques de la Junte bandériste de Kiev et autres nazis de Praviy Sektor. Sans oublier son Maire (pro-russe) qui a reçu une balle dans le dos (c’est signé !) et est entre la vie et la mort à l’hôpital.

 A Donetsk où, en réponse à cette violence, les pro-russes ont voulu couper court à toute velléité en infligeant une correction aux naïfs et aux intrigants de la ville.

La Junte de Kiev a perdu le contrôle de l’Est et s’efforce à faire croire que si il y a des villes prises, ce n’est qu’une question d’organisation pour en reprendre le contrôle.

Mais elle s’auto-intoxique et refuse de voir qu’en face elle a une armée du sud-est de plus en plus structurée, qui s’équipe sur les prises de guerre des postes de police et des soldats ukrainiens qui font défections ; une armée d’ouvriers, d’employés, d’anciens berkyt, de pères de familles qui refusent les diktats des gangs fascistes de Kiev.

 Les media de l’OTAN bien sûr racontent une toute autre histoire. Se font relais du discours du “gouvernement” de Kiev sans recul aucun. La situation serait due simplement à des provocations de la Russie via des agents russes. La volonté du peuple, nos chers “démocrates” (sic) “européens” (re-sic), ils ne connaissent pas. Tout comme ils ont oublié l’origine de la colère de l’Est qui aujourd’hui se transforme en soulèvement et pourrait se terminer en guerre civile si les fous de Kiev continue dans leur politique de répression armée. Et quelle est cette origine ? L’annulation de la Loi sur le statut de la langue russe prise dès les premières heures suivant le putsch du 21 février.

 LE PROGRAMME ET LES IDEES DES INSURGES DE L’EST

 En exclusivité, traduit du Russe par PCN-SPO (une des agences de presse associative du Groupe de Presse multimédia du PCN), le Manifeste-ultimatum de l’Armée du Sud-Est (ex Armée du Donbass).

Pour quoi se battent les insurgés de l’Est ukrainien, quelle est leur vérité (bien différente de celle des médias de l’OTAN, quelle est la situation qu’ils vivent réellement …

http://www.lucmichel.net/2014/04/28/pcn-spo-document-ukraine-lultimatum-de-larmee-du-sud-est-a-la-junte-de-kiev/

LM & FB

Alessia Morani (PD) offende chi non ha reddito: non ha combinato nulla nella vita

mercoledì, 23, aprile, 2014

Alessia Morani (PD) : “Chi non ha reddito, vuol dire che non ha combinato nulla nella vita”. Questa donna cinica e poco riflessiva è responsabile giustizia all’interno dell’ufficio di segreteria del PD e la invitiamo a spiegarci, per esempio, che cosa ha mai fatto di grandioso Carlo d’Inghilterra per avere un reddito…

video al link

http://www.imolaoggi.it/2014/04/23/alessia-morani-pd-offende-chi-non-ha-reddito-non-ha-combinato-nulla-nella-vita/

Elezioni UE, Syriza rimuove attivista Rom perché ostile ai musulmani

mercoledì, 23, aprile, 2014

In vista delle elezioni europee del 25 maggio prossimo, Syriza ha annunciato oggi di aver rimosso l’attivista Rom Saticha Suleiman dalla lista dei suoi candidati per sedere al Parlamento di Bruxelles, dopo le critiche esplose all’interno del partito greco.

Una Ong creata da Suleiman, riporta EuObserver, incoraggia esplicitamente i bambini della minoranza Rom a non recarsi in scuole frequentate a maggioranza da musulmani. antiplomatico.it

Reato di “lesa Boldrini” ?

 Martedì 22 Aprile 2014

Scrive ‘macello’ sulla pagina Facebook della Boldrini: la polizia gli piomba in casa

Lascia un commento-sfogo sul profilo del presidente della Camera e il giorno dopo gli agenti citofonano a casa sua per una verifica. Felice Ferrucci, termolese, è caduto dalle nuvole e racconta tra sconcerto e divertimento la disavventura che gli è capitata. La polizia termolese è stata allertata da Roma dopo che il sistema di sicurezza che regola la comunicazione della terza carica dello Stato ha intercettato una frase giudicata a rischio. Inevitabile la riflessione del protagonista: “Ma in questo modo si spendono i soldi pubblici?”. Tutto si sarebbe potuto aspettare quando la polizia ha citofonato a casa, tranne quello. Che la ragione della ‘visita’, cioè, dipendesse dal commento a un post di Laura Boldrini sulla pagina Facebook del presidente della Camera. Felice Ferrucci, 43 anni, termolese, è cascato dalle nuvole. Incredulo, ha ascoltato i poliziotti che gli spiegavano di essere lì dopo la segnalazione arrivata direttamente da Roma. «Da Roma?». Da Roma, per l’appunto. Per via di quella parola usata nel suo commento, «scritto come sfogo, come risposta a una riflessione sul taglio delle indennità dei politici». La parola ‘incriminata’ è macello. Una parola che evidentemente è stata intercettata dal sistema di sicurezza che regola la comunicazione della terza carica dello Stato ed è diventata motivo di verifica e accertamenti. Felice racconta la disavventura che gli è capitata ieri sera, giovedì 17 aprile, quando hanno suonato al citofono della sua abitazione. Era la Polizia. «Ho pensato che fosse per qualche problema allo stadio, io sono un grande tifoso giallorosso e magari, mi sono immaginato sul momento, dipendeva dai petardi esposi nella partita del pomeriggio allo stadio Cannarsa…» Macchè petardi. Dipendeva da un commento su facebook scritto la sera del 16 aprile nell’apposito spazio in calce a una riflessione di Laura Boldrini sui tagli e i risparmi dello Stato, sulla riduzione delle indennità e delle spese per il personale, i gruppi parlamentari, i deputati titolari di cariche. “Sono il prossimo che farà qualche pazzia…- ha scritto Felice Ferucci – Orfano da venerdì, senza lavoro da mesi (per assistere la mia mamma) una casa (fortunatamente mia, ma ancora per poco visto che non posso pagare nulla), prossimo ad andare a mangiare alla Caritas, oltretutto iscritto alle categorie protette ma un cazzo niente, in Molise per uno di 43 anni come me, anche se invalido, non c’è possibilità di lavoro..”. Il commento si chiude così: “Ora dimmi tu cara Boldrini, secondo te sono prossimo a fare un macello?”. Nel dubbio, e senza cogliere quella che il termolese definisce «ironia e sarcasmo, in quel contesto non c’è storia…», la polizia capitolina si è messa in allarme e ha chiesto agli uffici del Commissariato di Termoli, dove Ferucci abita come indica il suo profilo fb, di andare a dare un’occhiata. Lui, che è onesto e non si nasconde dietro un dito, ammette che qualche problema con le forze dell’ordine lo ha avuto, «ma è roba vecchia e poi non c’entra nulla, per questioni di tutt’altro genere». E tuttavia non può evitare di chiederselo. E chiederlo: basta a spiegare quello che è successo? «Sono sconcertato se ci ripenso, e nello stesso tempo questa cosa mi fa sorridere. Io non ho offeso nessuno, non ho minacciato nessuno. Quello era uno sfogo, come si capisce perfettamente. E invece arriva la polizia. Ci rendiamo conto?». Certo, la polizia fa il suo lavoro. Quelli che passano al setaccio, con l’aiuto di un sistema computerizzato, le migliaia e migliaia di messaggi scritti sulla pagina del presidente della Camera anche. Ma Felice domanda quanto tutto questo sia costato. E riflette sul fatto che lui fatica a sbarcare il lunario, è uno dei tanti giovani ormai cresciuti che non hanno un lavoro e non sanno come tirare avanti. Così, quando la polizia è andata via, terminata la ‘verifica’, ha pensato di far sapere al presidente della Camera quello che era accaduto. Si è messo al pc e ha postato un altro commento. “La polizia a casa mia per un commento di cui anche un ragazzetto di 15 anni avrebbe inteso il sarcasmo e l’ironia. e meno male che non ti ho offesa, certo che a Roma a 200mila euro l’anno non avete proprio niente da fare?” Poi precisa: «Cioè, lo so che Laura Boldrini non c’entra, che non è lei e che lei nemmeno legge i commenti. Ma la pagina Facebook è sua, e io scrivo a lei. A chi devo dirglielo, se no?». da PrimoNumero

UCRAINA: L’ULTIMATUM DELL’ESERCITO DEL SUD-EST ALLA GIUNTA DI KIEV

Traduzione a cura di SeP – por PCN-SPO/ 2014 04 27 /

http://www.scoop.it/t/pcn-spo – https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

L’ultimatum-manifesto dell’Esercito del Sud-Est (ex esercito del Donbass): per che cosa stanno combattendo gli insorgenti dell’Ucraina dell’Est, qual è la loro verità (molto diversa da quella dei media della NATO), qual è la situazione che stanno vivendo.

# « 26 aprile, Lugansk.

Servizio stampa dello stato maggiore dell’Esercito del Sud-Est.

 ULTIMATUM PCN-SPO - DOCUMENT l'ultimatum de l'armée du sud-est (2014 04 27) IT

Noi, Esercito comune del Sud-Est, abbiamo provato per tre settimane, dal 6 aprile, a dimostrare alla giunta di Kiev che la conquista dell’edificio del SBU non era un obiettivo fine a sé stesso. Questo era solo un tentativo per essere finalmente ascoltati. Noi volevamo semplicemente comunicare alle autorità di Kiev che le persone della regione di Lugansk non erano più in grado di subire trattamenti inumani. Intimidazioni, arresti, molestie, licenziamenti, negligenze, razzismo, sono state le risposte della giunta alle domande pacifiche dei residenti.

 Le nostre richieste erano semplici e comuni: l’amnistia per tutti i prigionieri politici, un referendum, l’abolizione dei dazi doganali, la cancellazione dell’aumento dei prezzi e la lingua russa. Queste esigenze essenziali sono chiare per le autorità di ogni paese civile. E sono state ascoltate in tutto il mondo.

 E così, il 17 aprile a Ginevra, la Russia, gli Stati Uniti e l’UE hanno firmato, al tavolo dei negoziati con la parte ucraina, gli “accordi di Ginevra”, obbligando la giunta di Kiev a concedere l’amnistia ai partecipanti alle manifestazioni e ad ascoltare la voce del sud-est.

 Kiev, di fronte a tutte queste richieste, ha dato in risposta:

 1. La giunta continua a chiamarci separatisti e terroristi, mentre Maidan sono manifestanti legittimi.

 2. La giunta ha schierato le bande armate del “Settore Destro” di Kiev nel Donbass, nella città di Dnepropetrovsk.

 3. La giunta di Kiev arma ed equipaggia a spese dello Stato, la Guardia Nazionale, composta da quegli attivisti che al Maidan hanno tagliato e bruciato la polizia Berkut, e che ora sono stati inviati a tagliare e bruciare i manifestanti di Slavjansk.

 4. Contro tutti gli accordi internazionali, contro la Costituzione dell’Ucraina, la giunta ha inviato un esercito regolare per reprimere il popolo del Donbass. Noi già sappiamo che questo esercito ha ucciso degli abitanti a Slavjansk, Kramatorsk e Donetsk.

 5. E’ noto come gli attivisti scompaiono nella regione di Lugansk.

 E adesso, comprendiamo l’azione della giunta di Kiev – questa è la GUERRA!

 Una guerra contro il proprio popolo. Noi non abbiamo accettato le condizioni disumane imposte da questa banda fascista – e hanno deciso di distruggerci fisicamente!

 E l’accolito putschista Poroshenko che ci ha annunciato la decisione di questo governo neofascista – che con noi, si deve parlare solo con il linguaggio della forza, avrà questo potere. La potenza del potere del popolo!

 E così, per l’ultima volta, nella forma di un ultimatum, noi vi avvertiamo:

– Se entro le 14 di martedì 29 aprile, le nostre rivendicazioni fondate sull’accordo di Ginevra non saranno soddisfatte, noi proclameremo tutte le autorità di Kiev criminali e anti-nazionali, e passeremo all’azione.

 Tutti coloro che non sono indifferenti al futuro della nostra cara regione Lugansk, tutti coloro che sono preoccupati per la sorte dei nostri figli e degli anziani, tutti coloro che sono stanchi di vivere nella povertà e nell’oscurità, noi li invitiamo alle 14 del 29 aprile ad andare davanti agli edifici delle amministrazioni delle città e delle regioni delle autorità di Kiev, per ascoltare le risposte alle richieste del popolo della regione di Lugansk.

 La vittoria sarà nostra!

 Quartier generale dell’Esercito del Sud-Est »

 Traduzione a cura di SeP /

PCN-SPO / Fabrice BEAUR (Фабрис БЭОР) per la traduzione francese /

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УКРАИНА: УЛЬТИМАТУМ АРМИИ ЮГО-ВОСТОКА ХУНТЕ КИЕВА.

PCN-SPO/ 2014 04 27 / http://www.scoop.it/t/pcn-spo

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26 апреля. Луганск.

Сообщение пресс-службы Штаба Армии Юго-Востока.PCN-SPO - DOCUMENT l'ultimatum de l'armée du sud-est (2014 04 27) RU

 УЛЬТИМАТУМ.

Мы, Объединенная армия Юго-Востока, уже три недели, начиная с 6 апреля, пытались довести до киевской хунты, что штурм здания СБУ не являлся целью как таковой. Это всего лишь была попытка быть в конце концов услышанными. Нам хотелось всего лишь донести до киевских властей, что народ Луганщины уже не в состоянии выносить к себе бесчеловечного обращения. Запугивание, аресты, оскорбления, увольнения, пренебрежение, расизм — такой был ответ от киевской хунты на мирные требования жителей.

Наши требования были просты и обычны — амнистия всем политзаключенным, референдум, отмена повышения цен и тарифов, русский язык. Это элементарные требования понятны для правительства любой цивилизованной страны. И они были услышаны всем миром. И поэтому, 17 апреля в Женеве Россия, США и ЕС сели за стол переговоров с Украинской стороной и подписали Женевские соглашения, обязав киевскую хунту объявить амнистию участникам протестных акций и прислушаться к голосу Юго-Востока.

По всем этим требованиям Киев дал свои ответы:

1. Хунта продолжает называть нас сепаратистами и террористами, а майдан называет законными митингующими.

2. Хунта перебросила вооруженные банды «правого сектора» из Киева поближе к Донбассу, в город Днепропетровск, заняв детский лагерь.

3. Хунта вооружила и укомплектовала за государственный счет Национальную Гвардию, состоящую из майдановцев, которые резали и поджигали бойцов Беркута, а теперь их направили резать и поджигать протестующих в Славянске.

4. Вопреки всем международным документам, вопреки Конституции Украины, Хунта направила регулярную армию подавлять народ на Донбассе. Мы уже знаем о всех убитых этой армией жителях Славянска, Краматорска, Донецка.

5. Достоверно известно, что пропадают люди-активисты в Луганской области.

И теперь нам стали понятны действия этой киевской хунты — это ВОЙНА! Война против собственного народа. Мы не согласились на бесчеловечные условия, выдвинутые этой фашистской бандой — и они решили уничтожить нас физически!

И если хунтовский приспешник Порошенко озвучил нам решение неофашисткого правительства — что с нами надо разговаривать только языком силы, они эту силу получат. Всю мощь народной силы!

И поэтому, в последний раз, в ультимативной форме, мы предупреждаем:

— Если до 14 часов вторника 29 апреля, все наши требования, подкрепленные Женевскими соглашениями, не будут выполнены, мы считаем все органы власти, которые находятся в Киеве, антинародными и преступными, и переходим к активным действиям.

Всех, кому не безразлично светлое будущее родной Луганщины, всех кого беспокоит судьба наших детей и стариков, всех кто устал жить в нищете и мраке, приглашаем 29 апреля в 14–00 к зданиям администраций своих городов и районов услышать ответы Киевской власти на требования народа Луганщины.

Победа будет за нами!

Штаб Объединенной армии Юго-Востока.

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ATTENTAT A KHARKOV

UKRAINE : APRES LES LYNCHAGES ANTIRUSSES DE DIMANCHE, LE MAIRE PRO-RUSSE DE KHARKOV GRIEVEMENT BLESSE PAR BALLES

 Luc MICHEL/ En Bref /

Avec AFP – PCN-SPO / 2014 04 28 LM.NET - EN BREF attentat à Kharkov (2014 04 28) FR

Le maire pro-russe de Kharkov (Est de l’Ukraine) Guennadi Kernes a été grièvement blessé par balles lundi dans un “attentat” commis par des inconnus, a indiqué la mairie sur son site.

“Le maire a été atteint par balles dans le dos. Il est en train d’être opéré. Les médecins luttent pour sa vie”, a annoncé la mairie sans plus de précisions.

Après les émeutes et les lynchages anti-russes d’hier organisées par les néofascistes ukrainiens avec les supporters radicaux des clubs de football ukrainiens et la participation de Praviy Sektor (*), voici les escadrons de la mort (que je dénonçais sur La voix de la Russie il y a quelques jours) qui tirent et dans le dos …

 AU sujet des lynchages (pogroms en russe) de Kharkov, vous avez une nouvelle fois l’occasion de voir ce que valent les infos des médias de l’OTAN. Alors que RT, PCN-TV et PCN-SPO (une des agences de presse associative du Groupe de Presse multimédia du PCN) publiaient dès cette nuit analyses, videos et photos, pas une info sur les médias occidentaux comme l’AFP , Libération, AP ou LLB (alors qu’ils désinforment sur l’Ukraine heure par heure). Pire les articulets sur l’attentat contre le maire de Kharkov (AFP ou LLB/La Libre Belgique par exemple) sont illustrés de photos de hooligans ukrainiens lors des émeutes de ce dimanche. Vous avez dit censure et manipulations de l’information ? …

 OUI les russes et russophones ont toutes les raisons de craindre pour leur vie dans l’Ukraine xénophobe de la junte de Kiev ! Et les gouvernements polonais, roumains – ces deux ci ayant joué les apprentis sorciers – et hongrois s’inquiètent aussi officiellement pour leurs propres minorités.

OUI les dirigeants de Kiev qui organisent ou laissent faire sont bien des criminels en guerre contre leur propre peuple !

OUI les terroristes sont à Kiev et pas dans l’est ukrainien !

 Mais qu’attendre des héritiers des pogroms bendéristes de 1941-45, le premier gouvernement depuis 59 ans qui a associé des nazis au pouvoir, avec le parrainage de Washington, Bruxelles et Berlin …

 LM

 (*) Lire : http://www.lucmichel.net/2014/04/28/pcn-tv-breaking-news-football-ultras-linked-to-neofascists-clash-with-peaceful-anti-govt-protesters-in-eastern-ukraine-at-least-14-injured/

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Luc MICHEL /

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BACHAR AL-ASSAD CANDIDAT A LA PRESIDENTIELLE SYRIENNE

Syria Committees Website / Avec SANA – AFP – PCN-SPO / 2014 04 28 /

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http://www.scoop.it/t/pcn-spo SYRIA - Assad candidat (2014 04 28) FR

Le président syrien Bachar al-Assad a annoncé ce lundi sa candidature à la présidentielle du 3 juin. “Moi, le citoyen Bachar Hafez al-Assad souhaite me porter candidat au poste de président de la République syrienne”, a-t-il indiqué dans une lettre lue par le président du Parlement Mohammad al-Lahham.

 “Je demande à l’ensemble des citoyens syriens de s’abstenir de tirer en l’air en signe de joie, quelle que soit l’occasion, d’autant plus que la Syrie va connaître les premières élections de son histoire moderne”, a affirmé le président Assad, cité par la présidence. “Ceux qui souhaitent exprimer leur joie et leur soutien à tout candidat à la présidentielle doivent se comporter avec un sens de la responsabilité nationale et en se rendant aux urnes à la date fixée”, a-t-il ajouté.

 Début mars, le Parlement syrien a voté une loi (dix ans de résidence en Syrie pour être candidat) qui exclut de facto une participation des exilés fantoches de l’opposition en exil à la prochaine présidentielle et ouvre la voie à la réélection de M. Assad dont le départ est la principale revendication de cette pseudo « opposition » aux mains de l’étranger.

 Assad, au pouvoir depuis 2000, est engagé depuis trois ans dans une guerre difficile contre les rebelles dirigés par l’étranger qui veulent sa chute et vendre la Syrie aux occidentaux, aux israéliens et aux monarchie du Golfe. Septième candidat à se présenter depuis une semaine (preuve de la vie politique intense syrienne), le président de 48 ans doit être réélu au terme de ce scrutin qui sera organisé dans les zones contrôlées par le régime. C’est à dire au moins 60% du territoire, la totalité des grandes villes sauf Raqa (aux mains des djihadistes de l’Etat islamique en Irak et au Levant / EIIL), et 70% au moins de la population.

 KH & LM / Syria Committes Website /

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Magistratura libera ed indipendente

Ancora una volta M5S vota insieme a Pd e Sel. Ora la magistratura sarà ancora più libera, si dice Indipendente, di poter perseguire chiunque e incarcerare magari per terrorismo in base agli interessi di quella o quell’altra cosca LESI magari da qualche movimento.

(DIRE) Roma, 29 apr. – 2014

“Un grande risultato per il Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia del Senato. E’ stato approvato l’emendamento a firma del gruppo M5S che sopprime l’articolo 1 sul ddl sulla Disciplina della responsabilita’ civile dei magistrati presentato dal centrodestra. A favore dell’emendamento soppressivo hanno votato M5S, Pd, Sel. Contro Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Scelta Civica e Lega”. Lo dice Enrico Cappelletti, capogruppo M5s in commissione Giustizia. “Abolendo l’articolo 1- aggiunge- sono state soppresse le norme che minavano l’indipendenza della magistratura nel nostro Paese. In tutti gli ordinamenti dei Paesi Occidentali in caso di errore giudiziario non esiste infatti la previsione di responsabilita’ civile diretta dei magistrati, infatti e’ lo Stato che paga e poi si puo’ rivalere a sua volta sul magistrato. Il disegno di legge rappresentava l’ennesimo tentativo berlusconiano di limitare l’indipendenza e l’autonomia della magistratura nel nostro Paese. Un tentativo andato a vuoto grazie all’iniziativa del Movimento 5 Stelle”. (Com/Vid/ Dire) 16:34 29-04-14 NNNN

lo annuncia con somma gioia Elena Fattori
https://www.facebook.com/Fattori.Elena.M5S?fref=ts