Un pacco bomba trasforma in-vittima un giornalista pacco

http://www.notav.info/post/un-pacco-bomba-trasforma-in-vittima-un-giornalista-pacco/

spedizione-pacco-pacchetto_2735712E’ un rituale noioso che si ripete da anni quello dei pacchi bomba (o bombe-pacco) recapitati qua e là. Noioso perchè innesca la sequela di solidarietà varie all’indirizzato, le parole roboanti dei magistrati, le dichiarazioni di politici di turno è così via. E’ ancora più noioso perchè chi usa questa forma di corrispondenza esplosiva ha come unico risultato il can can mediatico, il far parlare di sè e della presunta vittima come godimento personale.

E’ una forma di comunicato stampa esplosivo di chi ha piacere a guardarsi allo specchio mentre i movimenti e le lotte proseguono il loro cammino senza badare a fatti che non li riguardano, e come già detto qui nel caso del movimento notav, non gli appartengono.

Infatti qual’è l’effetto del pacco bomba a Massimo Numa? E’ esattamente quello che questo personaggio si aspettava da tempo, quasi a sperarci, per rifarsi una verginità da “grande giornalista” come abbiamo letto su alcuni tweet di suoi colleghi, che magari gli porterà qualche telefonata importante e uan scorta tutta per lui.

E’ un favore ad un personaggio che ha poco a che fare con il giornalismo, perchè intinge la sua penna (passateci il termine anche nell’era digitale) nell’odio e nei suoi incubi ricorrenti. La solidarietà che ha generato nei suoi confronti dovrebbe far passare in secondo piano le continue diffamazioni, strumentalizzazioni e balle che Numa racconta quotidianamente?

Dovrebbe far cessare la levata di scudi e indignazione delle Anpi e dei sinceri antifascisti in merito al suo libro, che ne denota la personalità e l’appartenza politica Pubblicazione neofascista di Massimo Numa, cronista de La Stampa di Torino)?

Assolutamente no! Il “giornalista” in questione campa dei suoi articoli complottisti e dalle paranoie mentali di qualche questurino; non è un esperto come oggi si vuole far credere. Leggetevi gli articoli su di noi e scoprite quanto godimento prova nel dire che la talpa è al cantiere, che la questura ha beffato il movimento ecc…

Leggete con quanta peculiarità non lesina a scrivere nomi, cognomi e residenze di qualche fermato per  la lotta notav. Leggete bene e capirete chi è Massimo Numa.

Ora si vuole alimentare la campagna contro i notav, la deriva violenta, il ritorno agli anni di piombo e tutto il resto, ma la realtà è un’altra, e chi non scrive in malafede lo sa. Come si sa anche che facciamo una differenza tra giornalisti e giornalisti, ma non come vorrebbero alcuni, cioè che ci piacciono solo i giornalisti che scrivono a nostro favore. Siamo quelli che a cui piace la realtà dei fatti e chi si sforza, anche non condividendo le ragioni del movimento notav, di non candidarsi apertamente a lavorare nell’ufficio stampa della lobby sitav.

E anche i colleghi di Numa dovrebbero ammetterlo, ricordandosi che, come cita il codice deontologico del mestiere che praticano: i giornalisti non siano parte in alcun conflitto ma semplici testimoni”.

Tutto ciò per dire che non ci mettiamo in fila per dare solidarietà a Numa, ma anche che i pacchi bomba e i proiettili, non ci appartengono e non ne vogliamo essere accomunati, perchè sono l’altra faccia di quella medaglia che i vari Numa, vorrebbero mettersi sul petto.

Guerriglia Tav-NoTav, tanto rumore per nulla

 http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/04/guerriglia-tav-notav-tanto-rumore-per-nulla/732011/

di | 4 ottobre 2013


 In Valsusa lo scontro sul Tav si drammatizza. Da una parte aumenta la militarizzazione del cantiere e della valle, dall’altra crescono i pericoli di infiltrazioni violente nel movimento che si oppone alla costruzione del tunnel per l’alta velocità Torino-Lione. Ma siamo sicuri che questo progetto non sia già destinato a fare la fine del ponte sullo stretto di Messina? Gran spreco di soldi pubblici per lavori preparatori a una grande opera che non si farà.

L’ultimo colpo al progetto viene dalla Francia. Mentre a Roma si danno un gran da fare per dire che il Tav sarà realizzato a ogni costo, Parigi manda segnali che vanno nella direzione opposta: la linea Lione-Torino non è più una priorità. Lo sostiene un rapporto chiamatoMobilitè 21– Pour un schéma national de mobilité durable”, redatto da una  commissione del ministero francese dei Trasporti presieduta dal deputato socialista Philippe Duron. Il documento analizza tutti i progetti autostradali, ferroviari e marittimi su cui la Francia sta lavorando e propone una loro gerarchizzazione in tre gruppi, in vista delle scelte da fare e del budget pubblico che anche in Francia non è infinito. Il primo gruppo è quello delle “prime priorità”, da realizzare tra il 2014 e il 2030. Ci sono poi le “seconde priorità”, tra il 2030 e il 2050. E infine i “progetti a orizzonte più lontano”, al di là del 2050.

Il piano nazionale dei trasporti francese (Snit) prevedeva nel 2011 una spesa di circa 245 miliardi di euro. Troppi. Dopo il cambio del presidente e del governo, il nuovo ministro dei Trasporti ha insediato la commissione che, in otto mesi di lavoro, ha ridefinito le priorità. Le linee ferroviarie ritenute più urgenti, da realizzare dunque entro il 2030-2040, sono cinque: la Tours-Bordeaux, il collegamento Bretagna-Paesi della Loira, il by-pass Nimes-Montpellier, il completamento della Parigi-Strasburgo e la Bordeaux-Tolosa. Per tutto il resto, l’appuntamento è rinviato a dopo il 2040.

Anche per le linee già indicate come priorità europee, poiché “l’inserimento nella rete europea Te n -T”, dice il rapporto, “non è di per sé sufficiente a definire la priorità di realizzazione”. Tradotto: la Lione-Torino, con annesso supertunnel che sbuca in Valsusa, può aspettare. Per adesso non si fa, dopo il 2040 vedremo. Il rapporto fa cenno, è vero, al tunnel di base: “La commissione conferma l’interesse per la realizzazione dell’accesso previsto, in linea con la realizzazione del progetto di collegamento bi-nazionale”. Tuttavia, la commissione non può assicurare che la saturazione della linea esistente, “che giustifica la realizzazione del progetto, possa arrivare prima degli anni 2035-2040”. Ecco dunque l’espulsione del Tav valsusino dalle “prime priorità”.

Il rapporto lo dice chiaramente: condizione per realizzare nuove linee è la saturazione delle linee già in opera. Oggi sulla Torino-Lione passano 4 milioni di tonnellate l’anno, mentre la linea esistente ne porta almeno 20. La saturazione, dunque, secondo il rapporto francese potrebbe avvenire non prima del 2035-2040. Secondo alcuni studiosi italiani come il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano non avverrà mai, visto che il traffico passeggeri e merci tra Torino e Lione è negli ultimi anni addirittura calato e la crisi economica non promette certo clamorose impennate in futuro.I prossimi appuntamenti saranno dentro le assemblee parlamentari, in Italia e in Francia: dovrà essere approvato il trattato fra i due Paesi per la costruzione del super-tunnel. Sarà la verifica politica di una grande opera che ormai assomiglia sempre più al ponte sullo Stretto.

Twitter: @ gbarbacetto

Il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2013

Non avete scampo

Carlo Cottarelli, direttore del dipartimento Affari Fiscali del FMI, indicato ieri da Enrico Letta quale nuovo commissario per l’anglofilicamente detta spending review, ovverosia l’esecutore dei diktat delle oligarchie finanziarie euroatlantiche per la colonia Italia.
http://byebyeunclesam.wordpress.com/2013/10/03/non-avete-scampo/


NON BASTA DIRE INFILTRAZIONE

Di comidad 

 Stranamente alcuni commentatori di opposizione avevano salutato la crisi del governo Letta come un fallimento personale del monarca Napolitano, che avrebbe visto frantumarsi in mano la propria creatura. Si trattava di commenti sortiti da quello stesso inghippo logico che è alla base di alcune barzellette, come quella del tizio che va allarmato dallo psichiatra per dirgli che la moglie si crede una gallina; ma poi, di fronte alla prospettiva di guarirla, si chiede chi gli farà l’uovo. Il controsenso sta nel contestare i fondamenti di un sistema, salvo poi dare credito alle scadenze ed alle emergenze che esso prospetta.

Soltanto se si prendono sul serio assurdità come lo spread o il rapporto deficit-PIL, si può arrivare a pensare che una caduta di Enrico Letta avrebbe rappresentato un problema. Ma visto che attualmente i governi hanno l’unica funzione di fingere di governare, questa artificiosa drammatizzazione della situazione politica ha rappresentato solo un ulteriore alibi propagandistico per riconfermare la verità ufficiale che le decisioni che ci riguardano vadano prese altrove. E infatti le scelte sono fatte altrove, dato che sono in corso le trattative tra Washington e Berlino per gli ultimi dettagli del mercato transatlantico, il Transatlantic Trade and Investment Partnership – la NATO economica! -, che dovrebbe essere avviato entro il 2015. Sino ad allora l’Europa verrà tenuta compatta a soffrire sotto l’euro, per essere consegnata tutta insieme ai tentacoli delle multinazionali statunitensi.

Basta considerare che ormai è chiaro che dietro l’euro non c’è la Merkel, ma la NATO, per capire quanto possa essere presa sul serio la retorica anti-euro di un Pdl o di una Lega. Il Buffone di Arcore ha liquidato improvvisamente e velleitariamente la proficua tattica “cicchittiana” di fare opposizione stando al governo, rinunciando così anche a quel po’ di potere di ricatto che aveva, e restituendo per intero al monarca Napolitano la posizione di arbitro insindacabile, che potrà inventarsi ciò che vorrà all’ombra dell’alibi dell’emergenza. C’è però ugualmente chi continua a favoleggiare di prossime elezioni in cui il Buffone di Arcore, oppure Grillo, potrebbero fare razzia di voti in un elettorato stanco di tasse e sacrifici. Si dimentica così che un PD in piena emorragia di iscritti ha stravinto le ultime elezioni amministrative, a dimostrazione che non c’è nessun nesso tra voti e consensi; mentre il fenomeno M5S ha visto “inspiegabilmente” più che dimezzarsi i voti. Il dibattito politico viene troppo spesso costretto ai livelli arcaici dell’alternativa tra democrazia o tirannide, cioè ai tempi della Polis greca, con metropoli di trentamila abitanti, in cui i media più potenti erano gli epistolari ed il passaparola, e ci si ammazzava ancora con spade e lance. Né la democrazia, né la tirannide sono concetti che abbiano un senso di fronte alle attuali tecniche manipolatorie. La democrazia non può più opporsi al tiranno, poiché questo non si presenta più con il volto truce e/o paternalistico dell’autoritarismo, ma con quello allarmato dell’emergenza e dello stato di necessità che la manipolazione ha evocato. Anzi, qualche immaginetta di presunti tiranni o dittatori da presentare ogni tanto come una terribile minaccia, serve a rafforzare nelle masse la propensione ad inchinarsi alle emergenze. In queste condizioni, l’ultima frontiera, o l’ultima spiaggia, rimasta alla “libertà” pare sia il “colpanostrismo”, una versione sofisticata del senso di inferiorità razziale.

Nei giorni scorsi ha suscitato molte ironie la dichiarazione del segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, riguardo ad una opera di infiltrazione del suo partito da parte dei servizi segreti. Le ironie erano fuori luogo perché si soffermavano solo sull’attuale inconsistenza politica ed elettorale del PRC, che non giustificherebbe tanta attenzione da parte dei servizi segreti. La posizione di Ferrero appare effettivamente puerile, ma non perché si dia troppa importanza (nessun gruppo è abbastanza insignificante da non essere infiltrato), bensì per il suo attardarsi in una concezione primitiva dei servizi segreti, ancora considerati come un semplice apparato dello Stato dedito alle sue operazioncine di provocazione e destabilizzazione. Invece i servizi segreti oggi non sono un semplice apparato dello Stato, sono lo Stato.

E questa luminosa verità la proclama, nella sua suprema saggezza, la Corte Costituzionale in una a

href=http://www.governo.it/Presidenza/CONTENZIOSO/comunicazione/allegati/sentenza_40_2012_sintesi.pdf>sentenza del 2012, in cui si dichiara che il Segreto di Stato non è suscettibile di venire sottoposto ad alcun vaglio giurisdizionale; perciò, nella circostanza, quello che allora si chiamava ancora SISMI non poteva essere chiamato a rendere minimamente conto del suo operato. In un periodo in cui si parla tanto di conflitti tra poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, si scopre così che esiste un potere superiore a tutti e tre: quello dei servizi segreti, appunto. Altro che Marx relegato in soffitta, qui si seppellisce Montesquieu nella cantinola.

Ora la procura di Roma vorrebbe ascoltare, attraverso una rogatoria internazionale, il consulente del Dipartimento di Stato USA che si occupò della gestione del caso del rapimento di Moro nel 1978. In un’intervista rilasciata a Giovanni Minoli appena qualche giorno fa, il “consulente” Steve Pieczenik afferma di aver manipolato tutta la vicenda, compreso il ministro degli Interni di allora, Francesco Cossiga, per arrivare all’uccisione di Moro, sacrificio necessario per “salvare” l’Italia. Pieczenik è uno psichiatra che ha lavorato per la CIA, forse proprio quello psichiatra della barzelletta della moglie che si credeva una gallina.

Infatti quest’intervista rappresenta l’ennesima manipolazione: si indica una verità, persino ovvia, ma solo per far capire che essa non potrà mai diventare una verità giudiziaria, perché qualsiasi indagine incapperà nelle maglie del Segreto di Stato. Ti facciamo sapere la verità, per farti sapere che non puoi fartene nulla. Anche cambiando le premesse, non cambiano le conseguenze. Magari ti convinci pure, “liberamente”, che Moro andasse sacrificato.

I servizi segreti quindi non fanno “intelligence” su quello che accade; per loro infatti vale appieno il “verum ipsum factum”, cioè essi possono permettersi di creare la realtà, di creare addirittura l’economia. La National Security Agency costituisce infatti un vero e proprio ministero delle partecipazioni statali della Silicon Valley.

Ferrero avrebbe quindi fatto bene a chiedersi in base a quale “incantesimo” Rifondazione Comunista non riesca più a presentarsi alle elezioni con il proprio simbolo, e come mai un partito comunista ritenga che il comunismo non costituisca più un richiamo appetibile per gli elettori, neppure nel momento in cui il cosiddetto capitalismo ha gettato tutte le sue maschere e tutti i suoi orpelli. Il PRC pare essere diventato una sorta di broglio elettorale istituzionalizzato, che serve a tenere paralizzati e inespressi milioni di voti comunisti. Abbiamo così un comunismo che prima adotta la scelta elettorale, poi nei fatti la nega con liste ibride all’insegna dell’inseguimento del fantasma della “società civile”. Forse allora l’infiltrazione era cominciata un po’ prima. Anzi, si può dire che i servizi segreti si siano confezionati negli anni un PRC a proprio uso e consumo, rifornendolo anche di un’ideologia ad hoc.

 http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=573


 

Nei prossimi 5 anni regaleremo attraverso le tasse 450 miliardi alle banche!

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ma per mantenere l’Europa ed il benessere di cui qualsiasi cittadino europeo beneficia soprattutto greci ed italiani questo ed altro di sacrifici no?

Basta! Non se ne può più! Nei prossimi 5 anni regaleremo attraverso le tasse 450 miliardi alle banche!
 Di Stefano Di Francesco
Bisogna davvero che la smetta di leggere  documenti e previsioni del Governo! Ogni volta diventa sempre più evidente il fatto che scrivano numeri a capocchia, basati sul nulla per giustificare politiche fiscali feroci e depressive.
Basta! Non se ne può più!

L’ultimo DEF del Settembre 2013 merita di essere letto (sono 100 paginette che vanno via veloci) al fine di poter comprendere come mai e poi mai usciremo da questa depressione  con simili figuri al Governo.
La vera chicca del documento è la tabella che riporta le previsioni fino al 2017 del debito, PIL, Avanzo Primario ed altri indicatori di finanza pubblica.
Sulla base di detta Tavola possiamo procedere allo studio del famoso “ Effetto Saccomanni” che recita come segue: laddove ricorrano le condizioni per poter scrivere una serie di dati di finanza a casaccio, è prassi inserire aumenti del reddito (PIL ) a fronte di diminuzioni del debito al fine di rendere credibile una qualsiasi previsione di bilancio, salvo poi, nel futuro, rimodulare i dati secondo le esigenze del Governo         ( tanto i numeri  sono messi sempre a caso)”.
Non lo avete mai studiato, vero? …invece è importante conoscerlo specialmente oggi.
Dunque: partiamo dall’analisi del dato che evidenzia come nonostante tutto quanto occorso di negativo al Paese, ancora i nostri eroi non han capito niente della crisi attuale e di cosa e quale sia la chiave per la ripresa e la crescita. Gli interessi sul debito sono la variabile chiave di tutto!! Vanno portati all’1%!!!
Pagare il 5% l’anno su 2000 miliardi significa spendere 100 miliardi l’anno e trasferirli al sistema bancario che al 90% detiene il debito italiano: in cinque anni, dal 2013 al 2017, i cittadini italiani pagheranno attraverso le tasse la bellezza di 450 miliardi di euro al sistema bancario!!

Pensateci un momento: quante cose si potrebbero fare con una cifra del genere? Quanto sarebbe importante poter disporre di risorse per tagliare le tasse ai lavoratori ed alle imprese? E invece no! Si preferisce ingrassare la rendita bancaria parassitaria.
Posto dunque che ancora una volta ci troviamo  a fare i conti con gente che non fa l’interesse dello Stato e dei cittadini, ma quello della grande finanza o come la definiva il Prof. Auriti, della “Grande Usura”, diamo un rapido  sguardo alle altre voci della tabella del DEF.
Le prime tre righe sono illuminanti e rispondono alla domanda del perché aumenta in modo incontrollabile il debito pubblico. Infatti a fronte di un Avanzo Primario  cumulato per gli anni 2013/2017 del 17.4% si sosterranno spese per interessi  sul debito del 26.6%, da cui avremo che il debito salirà solo per questo motivo del 10%!!
Tuttavia, nella Tabella si noterà come il rapporto debito/PIL sia  previsto in progressivo graduale ridimensionamento: ma come? Se in 5 anni solo per effetto dell’indebitamento netto salirà del 10%, come si fa a scrivere che scenderà addirittura del 10%?
Questo è l’”Effetto Saccomanni”, ovvero come scrivere numeri a capocchia da qui all’eternità!
In realtà, il bravo Ministro ci fa sapere che il rapporto debito/PIL si ridurrà a ragione di una impetuosa, incontenibile,fantastica,eccezionale crescita  del PIL nel periodo 2013/2017 di ben 230 miliardi, ovvero un incremento del 14.7%!!!
Perfetto!! Meraviglioso! Che risultato eccezionale. La crisi è finita.
Sono dei pagliacci in giacca e cravatta, altro che statisti e professori!!
Per quanto tempo ancora dovremo tollerare simili incantatori di serpenti al timone del Paese, fedeli all’Euro più che alla Repubblica, succubi dell’Europa e dei suoi perversi  indirizzi, garanti del sistema bancario e finanziario globale?!

Fonte: ioamolitalia.it
http://www.nocensura.com/2013/10/nei-prossimi-5-anni-regaleremo.html#_


 

La Cia addestra ribelli “moderati” per contrastare i miliziani jihadisti

Pubblicato da ImolaOggiESTERI, NEWSott 4, 2013
ribelli4 ott – – ”La Cia sta ampliando il suo programma di addestramento dei ribelli siriani, con l’obiettivo di rafforzare il fronte moderato contro i miliziani jihadisti che operano nel Paese”. Lo scrive oggi il Washington Post, citando fonti dell’intelligence Usa. Tuttavia, secondo il quotidiano della capitale americana, ”i limiti imposti al programma dell’intelligence possono garantire solo che i ribelli moderati non perdano la guerra civile, ma non che riescano a vincere”.
Secondo il Wp, infatti, la Cia ”dovrebbe garantire l’addestramento di poche centinaia di combattenti”, nelle basi presenti in Giordania. Sempre secondo il Wp, ”nel 2013 la Cia ha garantito la formazione di poco meno di 900 combattenti, a fronte degli oltre 20 mila addestrati da Hezbollah”. Per il quotidiano americano, i limiti imposti al programma della Cia ”nascono dal desiderio della Casa Bianca di arrivare a una soluzione politica per la crisi siriana”, scenario che richiederebbe una situazione di stallo sul fronte militare.
http://www.imolaoggi.it/2013/10/04/la-cia-addestra-ribelli-moderati-per-contrastare-i-miliziani-jihadisti/


La Nasa sta progettando test nucleari sulla Luna: Anonymous colpisce ancora

’operazione Apocalisse continua.

Le rete Anonymous dopo essersi infiltrata nei siti di uomini politici, banche, sindacati, neo brigatisti, ha alzato il livello del’asticella: si è occupata dei progetti segreti della Nasa.

E i documenti top secret scaricati sono da allarme rosso, l’ente spaziale americano starebbe progettando di testare esperimenti nucleari sulla Luna.

La motivazione è triplice, scientifica, militare e politica. E’ la motivazione militare a preoccupare maggiormente “trarre informazioni dal presente lavoro sulla capacità di armi nucleari mai testate nell’eventualità di una guerra spaziale”, contro chi o che cosa?

Tutto nella più totale riservatezza, chiaro che la diffusione di tali notizie potrebbero scatenare reazioni decisamente negative. Anche perché non si tratterebbe solo di una dimostrazione di considerevole potenza militare e di tecnologia avanzata, ma la Nasa stessa si pone un inquietante interrogativo “Le detonazioni di un’arma nucleare sul o nei pressi del nostro satellite, potrebbero provocare disturbi ambientali, contaminazioni biologiche ed radiologiche fino ad avere ripercussione sulla gravità del nostro pianeta, al momento non ancora calcolabili con ragionevole certezza”.

L’equazione che mostriamo, sempre estrapolata dal documento, testimonia che gli scienziati americani stanno valutando anche il momento migliore per far esplodere le testate nucleari, al fine evitare che in qualche modo vengano viste e avvertite dalla Terra.

nasa equazione

la (F) è il risultato che dovrebbero ottenere dall’equazione.  F sta per FUOCO meglio noto come PUNTO FOCALE. il punto focale l’ottengono calcolando (V) velocità/ (P) potenza di impatto che viene moltiplicato con (M) che è la sorgente di illuminazione che a sua volta è moltiplicata per il tempo di illuminazione  dal momento in cui gli ioni verrebbero sprigionati dall’esplosione.

Partendo dal presupposto che si veda l’esplosione sia visibile nonostante i 384 mila chilometri  che separano la Terra dalla Luna la Nasa sembra essere giunta alla conclusione che l’esplosione sarà meno visibile durante un preciso momento della fase di luna piena, di per sé già molto luminosa.

Fonte: http://www.articolotre.com/2013/09/la-nasa-sta-progettando-test-nucleari-sulla-luna-anonymous-colpisce-ancora/208324


 

L’Italia ceduta a pezzi come la Grecia: quattro isole in vendita

sarà per trovare risorse per gestire meglio i flussi migratori come richiesto dalla Ue. Agli italiani non servono soldi, son ricchi ed hanno tante case

Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSott 4, 2013
santo stefano4 ott – Italia, isole in vendita. Con 28 ettari di estensione di cui 3 demaniali, ”Vendesi Isola di Santo Stefano, la piu’ piccola isola dell’Arcipelago Pontino, ad un miglio circa dall’Isola di Ventotene”. E’ piuttosto diffuso il sogno di comprare l’isola per rincorrere il mito di averla tutta per se’ .Cosi’ l’annuncio inserito in un sito di compravendite via web (Immobiliare.it). Ma non c’e’ solo l’isola pontina, andando sul web si trovano altre offerte tra Venezia, Messina e in Fiuli Venezia Giulia, vicino Grado.
L’isola di Santo Stefano esercita un richiamo turistico notevole: gli scorci naturali, lo splendido mare ed i fondali ricchi di pesci e flora marina costituiscono uno scenario unico per chi ama il mare e gli sport subacquei. Santo Stefano costituisce infatti un paradiso naturalistico incontaminato. L’isola e’ famosa anche perche’ ospita il Carcere Borbonico, inaugurato nel 1795 per l’isolamento dei colpevoli e l’espiazione della Giusta Pena e in disuso dal 1964. Nel carcere, durante il periodo fascista, vi fu confinato anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Santo Stefano ha una superficie complessiva di ettari 28.76.67, di cui 25.30.79 ettari appartengono ad un unico proprietario ed i restanti 3.45.88 appartengono al Demanio (l’area dell’ex cittadella Carceraria Borbonica). Dal punto di vista amministrativo, l’isola fa parte dell’isola di Ventotene, e si trova in posizione centrale nel Golfo di Gaeta, tra due centri importanti: Roma e Napoli. Santo Stefano e’ inoltre vicinissima ad altre isole tirreniche: Ponza, Ischia e Capri.
L’isola e’ interamente attraversata da strade comunali e da sentieri che si snodano in tutte le direzioni e che collegano i vari punti. In epoca romana Santo Stefano ospito’ Giulia, figlia di Ottaviano e dello stanziamento romano rimangono alcuni resti della cosidetta Villa Giulia e della Vasca Giulia, una sorta di piscina ricavata negli scogli sul mare con una serie di scalinate scavate anch’esse nella roccia. I fabbricati presenti nell’isola, ricadenti nell’area di proprieta’ privata, raggiungono una superficie coperta di mq. 2000, accatastati nella quasi totalita’. Nell’isola non esiste una rete idrica, ma ci sono numerose cisterne per la raccolta dell’acqua piovana; la produzione di energia e’ affidata a pannelli solari.
L’isola di Santo Stefano inoltre presenta vari scali. Il piu’ importante e’ quello a nord-ovest di Marinella per barche e gommoni, mentre sul lato est c’e’ il porticciolo, piccola rientranza tufacea usata come ricovero per piccole imbarcazioni. Santo Stefano e’ di proprieta’ di un privato, che ha affidato la vendita ad una immobiliare di Cori, nella provincia di Latina.
Ma non c’e’ solo Santo Stefano. ”Nella laguna di Marano, orientata verso Grado”, c’e’ un’altra isola in vendita: si sviluppa su circa 21 ettari di terreno in proprieta’ esclusiva, senza vincoli demaniali. Tra gli edifici esistenti una chiesa consacrata, un fienile, una stalla.
E poi c’e’ un’isola privata a Messina, in cerca di nuovo acquirente per 2.900.000,00 euro. Nella zona est della Sicilia, si sviluppa su circa 3.500 metre quadrati con un piccolo porto privato all’interno della Baia, mentre dalla parte del mare aperto ha una scogliera a strapiombo con un panorama mozzafiato. L’isola e’ composta da due fabbricati rurali per un totale di circa 100 metri quadrati coperti, con la possibilita’ di realizzare una fantastica villa sul tetto dell’isola ed una piccola depandance (ideale come casa del custode) vicino il porticciolo.
A Venezia poi, nella laguna e’ in offerta a 7.800.000 euro, una ”isola residenziale nella laguna comprendente alcuni complessi immobiliari, un porticciolo in parte piantumato a giardino”, per una estensione di quasi sei mila metri quadrati di cui oltre cinquemila a verde, al netto dei fabbricati. Tutta l’isola versa attualmente in stato di abbandono. Gli spazi a verde e la stessa vegetazione sono completamente abbandonati ed anche gli edifici sono in stato di abbandono. Esiste pero’ un progetto approvato di ristrutturazione villa residenziale con porticciolo privato.
http://www.imolaoggi.it/2013/10/04/litalia-ceduta-a-pezzi-come-la-grecia-quattro-isole-in-vendita/

Bloccata ‘nave madre’ piena di immigrati pronti a trasbordare sui barconi

saran razzisti i romeni

Bloccata ‘nave madre’ piena di immigrati pronti a trasbordare sui barconi
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSset 12, 2013
sirio12 set. – E’ stato il pattugliatore romeno del Frontex, il sistema europeo di controllo del mare Mediterraneo ad intercettare poco dopo la mezzanotte di martedi’ 10 settembre, la ‘nave madre’ – utilizzata per il traffico di immigrati dall’Egitto alla Sicilia – che navigava a 130 miglia sud-est da Capo Passero. Aveva navigato per due giorni dopo essere partita dal porto di Kafr el Sheik carica con i migranti che di li’ a poco sarebbero stati trasbordati sulla carretta del mare, poi intercettata e rimorchiata nel porto di Siracusa.
Grazie ad un sofisticato radar che riesce a radiografare il mare sino a 15 miglia di distanza, la nave e’ stata seguita per tutta la notte sino a quando non e’ stata chiara la rotta verso la Sicilia. Alle prime luci dell’alba, intono alle 6.30 il pattugliatore romeno ha abbordato la ‘nave madre’ che ha tentato una manovra per sfuggire al controllo, ma in poco tempo le altre unita’ navali della guardia di finanza partite da Siracusa con il controllo dal cielo delle unita’ aeronavali della Guardia due aerei e un elicottero hanno costretto l’equipaggio a bloccare i motori. A quel punto e’ iniziato il controllo sulla nave grazie al fatto che il cargo non aveva alcuna bandiera (secondo il codice della navigazione di Montigo Bay e’ possibile effettuare controlli su imbarcazioni pirata e su navi che non hanno alcuna bandiera).
Messi alle strette gli uomini dell’equipaggio che avevano detto di essere dei pescatori sventolando uno straccio che non aveva alcuna caratteristica di bandiera, hanno ceduto e sono stati costretti a seguire sino al porto di Catania le unita’ navali militari. Gli uomini dell’equipaggio hanno anche sostenuto di far parte delle milizie del dittatore Morsi, un particolare che non ha convinto per nulla le autorita’ italiane. Secondo gli investigatori della squadra mobile, coordinate dalla procura di Catania, l’organizzazione che opera a Kafr el Sheik avrebbe una solida cellula a Siracusa che cura gli sbarchi e si adopera per fare emigrare nel nord Italia e in Europa tutti gli immigrati che lasciano l’Africa per iniziare una nuova vita lontano dalla guerra civile.
http://www.imolaoggi.it/2013/09/12/bloccata-nave-madre-piena-di-immigrati-pronti-a-trasbordare-sui-barconi/