Syria Arméniens avec Assad

PCN-TV/ SYRIE : LA MINORITE ARMENIENNE COMBAT LES DJIHADISTES

 PCN-TV pour Syria Committees – Comités Syrie

avec Al Mayadin – PCN-SPO / 2013 09 30 /

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV 

https://vimeo.com/pcntv

 En Syrie, les minorités arméniennes combattent les djihadistes avec l’Armée arabe syrienne …

Video sur :

https://www.facebook.com/photo.php?v=1417277711823724

 

On oublie trop souvent les minorités arméniennes dans le conflit syrien. Elles aussi soutiennent l’Etat laïque syrien – où elles sont respectées et jouissent comme tous les syriens des mêmes droits civils et politiques – et le gouvernement du Président Assad, garant d’une Syrie multiculturelle, tolérante et ouverte.

 Précisément tout ce que les djihadistes efusent et veulent détruire ! Avec le soutien des USA, de l’OTAN et singulièrement du régime Hollande à Paris, des intégrismes saoudiens et qataris.

 Les habitants de la ville de Kassab combattent vaillamment l’infiltration des milliers de djihadistes islamistes qui tentent de s’infiltrer depuis la Turquie voisine. La ville est située sur le rif de Lattaquié, sur les frontières entre la Turquie et la Syrie. C’est une ville dont la majorité est arménienne.

 Les soldats loyalistes ont repoussé des dizaines d’assauts terroristes et les habitants font désormais front commun avec l’armée nationale. Selon Al Mayadin TV, la ville jouit désormais d’une relative accalmie. Les infiltrations se poursuivent pour autant et les terroristes arrivent en Syrie via la ville frontalière voisine d’Al Jar …

 PCN-TV & PCN-SPO

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 http://www.syria-committees.org/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

 

Obama tra Netanyahu e shutdown

Obama oggi incontra il premier israeliano Netanyahu
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama incontrer oggi alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per colloqui che con tutta probabilit riguarderanno principalmente l’Iran.
http://multimedia.quotidiano.net/video/esteri/obama-oggi-incontra-il-premier-israeliano-netanyahu-qn-50311

Usa, niente accordo su bilancio: è scattato shutdown del governo
Il Congresso Usa non ha trovato l’accordo sul bilancio e alla mezzanotte di ieri, le 6 di stamane in Italia, scattato lo shudown del governo, il blocco parziale delle attivit . E’ la prima volta che accade da 17 anni.
http://multimedia.quotidiano.net/video/esteri/usa-niente-accordo-su-bilancio-e-scattato-shutdown-del-governo-qn-50351


Cota campione di faccia tosta

La faccia tosta di Cota lascia veramente senza parole! A distanza di due anni dall’approvazione del ddl Grandi Opere, il governatore piemontese ha il coraggio di presentarsi oggi davanti agli imprenditori valsusini per affermare che “Ltf fatica ad applicare” la legge regionale che lui stesso aveva presentato come grande successo solo due anni fa.

E, anzichè fare ammenda ed ammettere quanto noi sostenemmo all’epoca, cioè che questo provvedimento non ha portato il minimo beneficio all’economia della valle, coglie l’occasione per fare un po’ di campagna elettorale in perfetto stile leghista.

La responsabilità della mancata applicazione viene quindi scaricata sul governo romano, che, a suo dire, dovrebbe farsi attore dell’applicazione anche da parte di Ltf.
In realtà sapevamo fin dal principio che questa legge era “fumo negli occhi”, anche perché, se si fosse attuata, si sarebbe configurata come una violazione dei principi di libera concorrenza europea. Tant’è che in Francia la tanto decantata ‘Démarche Grand Chantier’ non ha mai funzionato.

Ma, ormai l’abbiamo capito, il TAV per Cota è questione di apertura psicologica, niente a che vedere con la dura realtà dell’economia.

Pertanto, agli imprenditori che (pare) hanno salutato con un applauso la promessa della macroregione del nord, progetto a quanto pare già fallito ancora prima di nascere, consigliamo di aprire finalmente gli occhi: il TAV è una gran fregatura, anche e soprattutto per loro.

Un’ultima considerazione:comprendiamo che, per affinità politiche, sia più facile interpellare solo gli amministratori amici, ma purtroppo per “elezione” il Presidente Cota rappresenta tutti i cittadini piemontesi e per relativa rappresentanza politica deve interpellare tutti gli amministratori locali. Non si continuino a portare avanti le “cattive abitudini” dell’Osservatorio, in cui vengono rappresentate solo le voci accomodanti ed estromesse quelle “scomode”.

Davide Bono – Consigliere regionale M5S Piemonte

Marco Scibona – Senatore M5S

Ufficio Stampa
gruppo consiliare regionale
MoVimento 5 Stelle
347-1498358

Tav: Erri De Luca, unica alternativa a stupro e’ resistenza Val di Susa

http://torino.repubblica.it/dettaglio-news/12:32/4405418

Roma, 30 set. (Adnkronos) – ”La Tav non si fara’, perche’ la Francia ha rinviato l’apertura dei cantieri al 2030. E noi ci mettiamo a trapanare adesso? L’opera non conta neanche per quelli che la vogliono fare. Conta solo spendere i soldi per quel buco. Inquineranno quelle vallate con milioni di metri cubi carichi di amianto e uranio. L’unica alternativa a questo stupro e’ la resistenza della Val di Susa”. Lo dice all’Adnkronos lo scrittore Erri De Luca, tornando sulla denuncia presentata da Ltf, societa’ responsabile della realizzazione della Torino-Lione, su alcune dichiarazioni dello scrittore sui sabotaggi No Tav. ”E’ un onore essere denunciato per un reato di opinione -rimarca De Luca- non so che seguito abbia la vicenda, sara’ la procura di Torino a decidere”. E a chi l’ha definito ‘cattivo maestro’ per la sua posizione sula tav, replica secco: ”Forse sono ‘cattivo’, secondo loro. Ma maestro e’ un titolo che non mi posso arrogare: resto un apprendista di quello che mi succede intorno”.

 

(30 settembre 2013 ore 12.48)

 

Verso un governo Saccomanni a tutela delle grandi banche ?

30 settembre 2013
Saccomanni Letta [1]
di Luciano Lago

Il capo dello Stato, l’ineffabile Giorgio Napolitano, nei colloqui mantenuti al Quirinale con Enrico Letta e soci, ha ventilato l’ipotesi di un possibile incarico al ministro dell’Economia  Fabrizio Saccomanni. Si tratterebbe in pratica di una nuova edizione del “governo tecnico” tanto caro alle centrali di potere ubicate a Bruxelles e Francoforte perché sarebbe un esecutivo nominato dall’alto (come ormai consuetudine) per mantenere i conti pubblici e fornire garanzie alle grandi banche tedesche e francesi che hanno in mano i titoli del debito pubblico italiano.

Garanzie, sempre e comunque  “garanzie”, questa la parola chiave che utilizzano gli amministratori politici fiduciari delle centrali finanziarie che dispongono tutti gli assetti economici italiani. Era la parola chiave che usava Mario Monti per coprire la sua politica tutta orientata a trasferire miliardi di euro dalle casse del tesoro a quelle delle varie istituzioni bancarie: dalla Stanley Morgan al M.P.S. per ripianare i debiti dei “compagni” di Mussari , Bersani , Amato e soci, al fondo ESM (Fondo di Stabilità europeo) una nuova istituzione finanziaria dove i governi europei sono obbligati a versare quote dei loro bilanci per sovvenzionare le banche in difficoltà. Garanzie sono quelle che presto richiederà l’ FMI per erogare un finanziamento straordinario per ripianare i debiti del bilancio pubblico e consentire al Tesoro di pagare i circa 100 miliardi all’anno di interessi passivi sul debito truffa maturato dallo Stato Italiano con le istituzioni finanziarie internazionali.

Tutti decreti e provvedimenti che hanno ripianato i bilanci delle grandi banche estere  e prodotto  il disastro economico italiano con la perdita di quote del PNL nazionale (9% in 5 anni), caduta della produzione industriale (25% in meno) con l’aumento esponenziale delle imposte e con conseguente affossamento dell’economia e del sistema delle imprese.

D’altra parte con la caduta del primo governo Letta (non si esclude però un Letta bis) si è innestato una sorta di “pilota automatico” che andrà a ripristinare tutte le imposte temporaneamente sospese, dall’aumento dell’IVA alla seconda rata IMU e possibilmente anche la prima (se il decreto non verrà convertito in legge) più tutta una serie di balzelli dalle accise sui carburanti a quelle su tabacchi alcolici, raddoppio IVA su certi generi, ecc. poco pubblicizzati ma che faranno sentire il loro peso sulle tasche “stremate “ ormai dei lavoratori, pensionati e famiglie.

L’imposizione fiscale in Italia, già altissima, schizzerà ancora in alto battendo ogni record al mondo e questo creerà l’avvitamento facile da prevedere con diminuzione del reddito, chiusura o fuga delle imprese ancora attive, aumento disoccupazione, maggiori esborsi di cassa integrazione, minori entrate per il fisco, crollo ulteriore dei valori immobiliari con difficoltà per le garanzie sui mutui e conseguenze per le banche esposte, aumento del debito pubblico e degli interessi su questo.

In pratica una bancarotta dello Stato simile a quella che si sta verificando in Grecia.

Ma niente paura: abbiamo a disposizione i “tecnici” alla Saccomanni che provvederanno a peggiorare ulteriormente il disastro consentendo al FMI ed altre istituzioni come Golman Sachs (per la quale lavoravano tutti, guardo caso, da Prodi a Mario Draghi, a Monti ed altri tecnici) di mettere la corda al collo del sistema Italia condannato a subire le imposizioni del sistema dell’usura della grande finanza, quella che ha portato al tracollo tanti paesi dall’America Latina a paesi del continente Africano consentendo alle grandi banche ed alle multinazionali di rastrellare enormi profitti con le “privatizzazioni” di tutti i servizi pubblici e la svendita di parte del patrimonio pubblico.

Sarà la prima esperienza di un processo di neo colonizzazione economica che avviene in un grande paese europeo ed ancora una volta quella dell’Italia sarà una sperimentazione dove il Paese farà da “testa di ponte” per le decisioni che sono state prese nei ristretti club di potere (da Bilderberg alla Trilateral Commission) dalla “elite finanziaria” che pilota e decide le strategie, nomina i governi con i suoi fiduciari, orienta i grandi media (“mega media”),dispone delle enormi  risorse finanziarie che le consentono di comprare chiunque.

D’altra parte Letta e  Saccomanni avevano già proclamato la loro “linea rossa” , in obbedienza alla Commissione Europea ed alla Merkel:  il 3% del deficit da non superare pena altre nuove manovre finanziarie, esattamente quello che si andrà a verificare.

In pratica L’Italia è ridotta ad essere un “povero paese” dove manca non solo un governo ma una intera classe politica che sia minimamente responsabile verso l’interesse nazionale e gli interessi della stragrande maggioranza dei cittadini piuttosto che essere sensibile esclusivamente alle direttive di entità finanziarie estere e delle varie lobby nazionali.

Un capo del governo che avesse tale sensibilità sarebbe andato da un pezzo a battere i pugni sul tavolo a Bruxelles e Francoforte e reclamare quanto meno la deroga al “Fiscal Compact” (la Francia lo ha fatto) che inchioda la spesa pubblica al 3% impedendo qualsiasi intervento per sgravare le imprese dal carico di imposte che costringe a chiudere, avrebbe reclamato ad esempio la revisione di trattati capestro come il MES/ESM che obbliga lo Stato a farsi carico dei debiti delle banche europee (oltre 127 miliardi previsti a carico dell’Italia) e in particolare avrebbe provveduto a studiare qualche provvedimento che rimettesse in circolazione un po’ di denaro alimentando la domanda interna: ad esempio l’assegno di cittadinanza che potrebbe essere emanato dal Tesoro o dalla Cassa Depositi e prestiti a favore delle famiglie con basso reddito o in difficoltà con possibilità di spesa esclusivamente all’interno del sistema nazionale, in deroga ai trattati monetari di Bruxelles che privano lo Stato di qualsiasi sovranità monetaria.

Sono le famose deroghe ai trattati europei che francesi e tedeschi già utilizzano infischiandosene delle regole che essi stessi hanno contribuito a stabilire, regole che risultano ferree per gli Stati deboli come Italia e Grecia ma molto elastiche per Germania e Francia.  Senza considerare il peso ed il potere contrattuale che avrebbe l’Italia, come maggiore debitore europeo, a negoziare una modifica alle condizioni, visto il pericolo di  diventare insolvente con tutte le conseguenze che questo avrebbe per le banche tedesche e francesi.

Sono quelle azioni e quelle decisioni che andrebbero a favore dei cittadini che non trovano lavoro, dei piccoli imprenditori che chiudono le serrande, degli artigiani, dei pensionati e delle famiglie in difficoltà ma che sono l’ultima preoccupazioni dei politici italiani, attenti solo alle parole proferite dalla Merkel, da Mario Draghi e da Van Rompuy, i referenti di questo governo.

Quando mai però ci si potrà aspettare azioni o gesti di autorità da personaggi privi di personalità e di autonomia decisionale quali i Letta, i Saccomanni e gli altri, tutti asserviti ed inchinati alle direttive dell’oligarchia europea ed al servizio delle grandi banche. Da un Enrico Letta che aveva scritto che sarebbe bello morire per Mastricht e che l’Europa è per lui una “madre affettuosa”, il vecchio vizio della classe politica italiana di manifestare la “libidine di servilismo” verso i poteri esterni  che siano quelli europei o quelli d’oltre Atlantico.

Sarà quello che sarà ed il popolo italiano dovrà pagare cara la sua abulia e la sua sostanziale indifferenza, nell’idea che poi “tutto si aggiusti” continuando a credere a quello che viene raccontato dalle TV e dai “giornaloni” del sistema fino al momento inesorabile della “sveglia” per tutti, sarà però troppo tardi.

http://www.ilgiornale.it/ [2]

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12383 [3]

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/10343325/Italian-Prime-Minister-Enrico-Letta-calls-for-vote-of-confidence-after-Silvio-Berlusconi-brings-down-coalition.html [4]

http://www.elmundo.es/elmundo/2013/09/29/internacional/1380423391.html [5]

http://www.stampalibera.com/?p=66895

Gli imprenditori No Tav riciclano i rifiuti a freddo

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/09/29/news/gli_imprenditori_no_tav_riciclano_i_rifiuti_a_freddo-67547666/?

Prima edizione in bassa val Susa degli Stati Generali del Lavoro voluto dall’associazione Etinomia. Tra i progetti, un impianto per trattare l’immondizia, il risparmio energetico nelle scuole e la certificazione etica delle aziende

di FABIO TANZILLIGli imprenditori No Tav riciclano i rifiuti a freddo


Un impianto per riciclare i rifiuti a freddo, risparmio energetico nelle scuole e certificazione etica delle aziende: sono queste alcune delle  proposte emerse nella prima edizione degli Stati Generali del Lavoro, conclusi domenica pomeriggio a Vaie, in bassa val Susa. Un evento organizzato dall’associazione degli imprenditori No Tav “Etinomia”, per proporre ed elaborare progetti concreti, all’insegna dello sviluppo sostenibile e dell’economia alternativa. Erano otto tavoli di lavoro con amministratori pubblici, cittadini, cooperative ed esperti provenienti da tutta Italia. Erano oltre 300 i partecipanti, e nei vari tavoli hanno partecipato anche dei docenti universitari provenienti dalla East University di Londra, dalla Finlandia e dall’Austria. Una delle proposte più interessanti fatte dai gruppi di lavoro, consiste nella realizzazione in Val Susa di un nuovo impianto per differenziare i rifiuti a freddo: senza inquinare, e quindi “alternativo” all’inceneritore del Gerbido. Seguendo l’esempio concreto del Centro riciclo di Vedelago, realizzato nella provincia di Treviso e premiato nel 2011 dall’Unione Europea. 

“L’impianto potrebbe nascere in bassa Val Susa, recuperando una delle tante aree industriali ormai abbandonate  – spiega Eleonora Ponte di Etinomia – garantirebbe lavoro ad almeno 60-70 persone. Per finanziarne la costruzione, i Comuni interessati potranno chiedere aiuto alla Banca Etica, puntando sull’ampio bacino di utenza della Val Susa, e usufruire di contributi a fondo perduto dell’Unione 


Europea”. Nell’impianto trevigiano arrivano circa 100 tonnellate di rifiuti al giorno, già differenziati dai Comuni e dalle aziende. Il 35 % di questo materiale  viene subito rivenduto ad altre aziende in tutta Europa per poterlo riciclare. Sono gli stessi operai dell’impianto a separare subito i materiali ancora “buoni” e che hanno valore di mercato, come il ferro e l’alluminio, da quelli che andranno invece rielaborati nell’impianto di trattamento a freddo. Il risultato finale è la produzione della cosiddetta “materia prima secondaria”, proprio grazie ai rifiuti riciclati: un elemento utilizzato dalle industrie plastiche per costruire sedie ed altri materiali, e anche nel settore dell’edilizia al posto della sabbia, e per produrre mattoni o realizzare pavimenti. Si tratta di un prodotto costa meno di altre materie prime, garantendo anche un risparmio economico alle aziende che lo utilizzano. La centrale di Vedelago è costata alla Provincia di Treviso 1 milione e 600mila euro. 


Ma a Vaie gli imprenditori No Tav non hanno solo parlato di rifiuti: l’istituto comprensivo di Sant’Ambrogio, che ospita gli allievi delle scuole medie ed elementari, farà parte di un progetto pilota per promuovere il risparmio energetico. “I professionisti di Etinomia lavoreranno con le scolaresche e gli insegnanti – aggiunge la Ponte – per controllare insieme l’edificio scolastico, e individuare gli interventi da fare per sprecare meno energia elettrica e di riscaldamento”. Altro argomento di dibattito ha riguardato la circolazione delle monete complementari, che in tutta Italia si stanno diffondendo in questi anni di crisi: la proposta è quella di far nascere una federazione delle valute locali già esistenti, in modo che possano utilizzarsi in tutto il territorio nazionale, aldilà della provenienza (dallo Scec napoletano al Danee milanese). Infine, è stata consegnata ai parlamentari del Movimento 5 Stelle presenti all’incontro, una proposta di legge per l’istituzione del “Bilancio del bene comune”: una sorta di certificazione etica, già utilizzata con successo in Germania e Austria. Le aziende che hanno questa certificazione, rilasciata da un apposito comitato scientifico sulla base di alcune regole e principi (ad esempio analizzando il divario tra il salario dato agli operai rispetto ai compensi per i manager), usufruiscono di sgravi fiscali e acquisiscono di punteggi maggiori nel caso in cui partecipino ad appalti pubblici.
 

Tav, la crisi di governo rallenta le compensazioni

http://www.lastampa.it/2013/10/01/cronaca/tav-la-crisi-di-governo-rallenta-le-compensazioni-DbEPpCHBzcXujbXoUuRfiK/pagina.html

Susa e Chiomonte: le ricadute, per ora, restano sulla carta Dieci milioni di finanziamenti diretti (decreto Cipe) e altri 32 che dovrebbero arrivare dalla deroga al patto di stabilità.

 
 
Fermo il decreto Cipe, elenchi da correggere: i cantieri nell’estate 2014
MAURIZIO TROPEANO
INVIATO A SUSA

Nella sala del comune di Susa, davanti al sindaco, Gemma Amprino, ai suoi assessori e ad una rappresentanza di imprenditori e commercianti, il presidente della Regione, Roberto Cota, prova a gettare semi di ottimismo: «Non sono preoccupato delle conseguenze della crisi di governo sulla Tav perchè c’è un’intesa bipartisan e la realizzazione delle opere inserite nell’elenco delle compensazioni non è in discussione e può essere messo a punto dai tecnici del ministero». In realtà le dimissioni dei ministri del Pdl, e tra loro di Maurizio Lupi, titolare delle Infrastrutture, ha costretto ad annullare, a data da destinarsi, la riunione della task force governativa creata proprio per velocizzare l’iter delle compensazioni. Il governatore spera di ottenere una nuova convocazione del tavolo tecnico nazionale entro un paio di settimane ma, in ogni caso, l’avvio dei cantieri a Susa e Chiomonte subirà un significativo rallentamento. Se tutto va bene, ma proprio tutto (gare, convenzioni, ricorsi e appaltatori) infatti, i lavori potrebbero iniziare solo prima dell’estate 2014, ad urne ormai chiuse.  

 

La crisi, infatti, rende incerta la conclusione delle procedure per correggere alcuni punti della delibera Cipe e della lista degli interventi da autorizzare per la deroga al patto di stabilità. Correzioni necessarie per poter spendere i dieci milioni di compensazioni dirette. Qui il problema nasce dal fatto che la delibera del comitato interministeriale non è stata ancora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ed è ferma alla Corte dei Conti. E questo mentre «la decisione per il secondo lotto costruttivo della galleria del Brennero, discussa nella medesima seduta, è già stata pubblicata», denuncia il vicepresidente della Commissione Trasporti del Senato, Stefano Esposito. E poi quella delibera è da correggere perché individua un soggetto attuatore diverso (la Regione) da quelli indicati nella tabella degli interventi prioritari (provincia di Torino e comuni di Susa e Chiomonte) . E senza correzione potrebbero nascere dei problemi nella gestione di quelle opere dove sono previsti cofinanziamenti.  

 

La riunione della task force avrebbe dovuto permettere di risolvere anche il problema di rendere omogenea la lista delle opere per cui ottenere la deroga dal patto di stabilità. La cancellazione della riunione rimanda nel tempo l’esame delle richieste e delle relative autorizzazioni da parte del ministero dello Sviluppo economico con la conseguenza di allontanare nel tempo l’erogazione dei fondi e l’apertura dei cantieri. Esposito, che prima della crisi di governo, aveva ipotizzato l’avvio dei lavori nel maggio 2014, adesso è pessimista: «Incrociando le dita ci vorranno altri 40 giorni, forse due mesi». 

 

Cota e con lui l’assessore ai Trasporti, Barbara Bonino, di fronte ad imprenditori e al sindaco di Susa, si sono detti meno pessimisti ribadendo che a questo punto la scelta è solo tecnica e fa capo al ministero e non più politica: «Oggi – spiega Bonino – invieremo alla struttura di missione una nota riassuntiva della situazione con le relative soluzioni che dovrebbero permettere di sbloccare i finanziamenti». Il sindaco Amprino ha spiegato che le opere da realizzare nel 2013 non prevedono alcun finanziamento in ambito Cipe. Anche la provincia di Torino che ha già approvato il progetto esecutivo per la costruzione del Ponte degli Alpini è convinta che per correggere la delibera e pubblicare la delibera Cipe non serva una decisione politica. 

Ma quando mai ricostruire un ponte può essere considerato compensazione in cambio della realizzazione di un’altra opera? Di questo passo qualsiasi cosa dovuta potrà essere considerata come una compensazione!!!

L’Iva e le altre

  Se su un maglione venduto a 100 euro grava (fino ad oggi 30 settembre) IVA del 21 per cento, vuol dire che 100 è comprensivo della stessa Iva,   proviamo a scorporare l’IVA con una semplice proporzione che ci permette di ricavare il prezzo al netto dell’IVA
100 : 121 =  x : 100  risolviamo l’incognita ed abbiamo 100×100/121 che corrisponde a € 82,64
Di conseguenza l’IVA al 21% sul maglione di € 100 corrisponde a € 17,36
Sullo stesso maglione dal 1 ottobre l’IVA sarà del 22%, se il negoziante lascia invariato il prezzo abbiamo
100 : 122 = x : 100  e risolvendo otteniamo € 81,97 con un’IVA di  € 18,03
In pratica l’aumento di un punto percentuale corrisponderà a € 18,03 – 17,36 = € 0,68. Se il commerciante non aumenta il prezzo del maglione quello 0,68 graverà su di lui, quindi nel giro di pochi giorni i commercianti cercheranno di adeguare i prezzi  e il maglione probabilmente sarà segnato a € 101.
 I commercianti che riescono subito ad adeguare i prezzi e che mantengono le vendite non soffriranno di certo; ma ci sono commercianti che già sono in difficoltà a vendere quel maglione a cento euro e ci sono consumatori che proveranno a guardare nel proprio guardaroba e utilizzeranno i maglioni vecchi se i tarli non se li sono mangiati durante l’estate.
 Quindi  l’effetto di questo aumento IVA  può essere : tendenziale diminuzione dei consumi, difficoltà per il commercio e per chi produce, e per l’occupazione non sarà di certo una boccata di ossigeno.
  Certo quel  € 0,68 sembra ben poco, ma  18,03 euro su ogni maglione sono una cifra notevole. L’IVA, grava su tutti, non importa se chi compra il maglione sia ricco o povero.
 Si possono fare tutte le chiacchiere che si vogliono sulle impose ma se si vogliono ridurre le imposte occorre ridurre la spesa.  
 Quell’idea di mantenere la spesa elevata e pagarla aumentando il debito pubblico non è praticabile stando in Europa e qual’ora fosse praticabile,  uscendo dall’Europa e stampando Lire italiane,  avrebbe come effetto una inflazione strepitosa.
 Se si vuole ridurre la spesa senza chiudere scuole ed ospedali occorre ridurre la spesa superflua. Ma, ma, ma, …
Se lo Stato eroga pensioni superiori a 5.000 euro al mese è sicuramente superfluo, ma appena si vuole operare un qualche limite subito scattano i veti: si dice che si tratta di diritti acquisiti sulla base dei contributi pagati, e “grandi giuristi” come Amato diranno subito che non si può.
Se si vuole porre un divieto di accumulo di più pensioni oltre i 5.000 euro scattano le stesse pregiudiziali.
Se si vogliono eliminare le province, si dice che il risparmio è ben poco.
Se si vogliono ridurre gli stipendi ai parlamentari si dice che il risparmio è ben poco; se si vuole ridurre il numero dei parlamentari si dice che ci vogliono tempi lunghi per una riforma costituzionale.
Se si dice che si possono ridurre gli stipendi ai dirigenti pubblici con oltre 300.000 euro l’anno, si dice che è stato fatto e si scopre che nei fatti non è stato fatto.
Se si vogliono risparmiare  i miliardi per gli arerei di guerra F35 si dice che ci sono impegni internazionali.
Se si vuole colpire il gioco d’azzardo e i guadagni di chi opera in quel settore, si dice che il gioco d’azzardo permette un incasso allo Stato, salvo poi diventare spesa per curare il malati di ludopatia.
Se si vuole chiudere la TAV, si dice che è un’opera utilissima per il progresso (come lo era il mega ponte sullo stretto).
Poi si dice sempre la solita balla di far pagare gli evasori e si sparano cifre enormi sulle imposte evase; ma finché gli evasori non si scoprono con  precisi dati anagrafici non si può fare niente ed occorre fare attenzione tra  grandi evasori e piccoli disperati sull’orlo del fallimento.
 Le imposte poi debbono avere un proprio equilibrio e se sono squilibrate nel modo di operare frenano la stessa economia. Ci possono essere imposte sui consumi (l’IVA ne è un esempio), sui redditi (l’IRPEF ne è un esempio), imposte sul patrimonio (l’IMU ne è un esempio).  Le imposte sui redditi di lavoro sono quelle che più delle altre frenano occupazione e produzione generando anche prezzi elevati nel momento della produzione dei beni;  bene,  in Italia abbiamo IRPEF ed IRAP e da tempo si dice che è necessario diminuire queste imposte ma non si vogliono neanche ipotizzare e studiare delle imposte sul patrimonio.
 Berlusconi e Letta sono complici per l’aumento dell’IVA, solo che il primo vuole darla da bere dicendo che non è colpa sua e il secondo si limita a dire che era inevitabile.
30/09/2013 francesco zaffuto
http://www.lacrisi2009.com/2013/09/liva-e-le-altre.html


 

Letta mente agli italiani #LettaMente

“Letta ieri sera dal suo maggiordomo Fabio Fazio ha detto in televisione che è a favore del Mattarellum e che per colpa di Grillo non si è potuto tornare a quella legge. Sappiamo bene, invece, che la verità è l’esatto opposto. Il Deputato del pd (menoelle, ndr) Giachetti propose il ritorno al mattarellum che fu bocciato a pieno titolo da Letta, dalla Finocchiaro e da tutto il pd (menoelle, ndr) che votò contro. Il M5S compatto votò a favore. Ci sono gli atti della camera che lo testimoniano. Questa è una menzogna che meriterebbe non solo una denuncia per diffamazione ma un intervento da parte di Roberto Fico in qualità di Presidente della Vigilanza Rai soprattutto per l’accomodante comportamento di Fazio che non poteva non sapere che quella era una balla colossale e non è minimamente intervenuto smentendo ciò che Letta stava asserendo. Come è possibile vedere da questo pezzo in evidenza Letta fu il primo a votare CONTRO il ritorno al mattarellum.

letta_voto.jpg

Riportiamo alcuni numeri relativi alla mozione Giachetti riporto il pezzo dell’articolo del loro giornale di partito in cui si nota il povero deputato pd (menoelle, ndr) che vota in solitaria sostenuto in pieno dal M5S, ma completamente abbandonato dal suo stesso partito.

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Qui il dettaglio di chi ha votato a favore e chi ha votato contro.” Felice Marra

 http://www.beppegrillo.it/2013/09/letta_mente_agli_italiani.html