No Tav, 16 novembre manifestazione in Val di Susa. Dopo Roma, la Valle e i movimenti procedono insieme

http://www.huffingtonpost.it/2013/10/20/no-tav-16-novembre-corteo-antagonista_n_4132521.html

Fabio Lepore, L’Huffington Post  |  Pubblicato: 20/10/2013 18:33 CEST

Con la #SollevazioneGenerale di Roma, la Valle è scesa in città. Ora sarà la città ad andare in Valle? “L’occasione potrebbe esserci già a metà novembre, molto probabilmente sabato 16”, spiega all’HuffPost Guido Fissore, uno degli esponenti più noti del movimento valsusino. “Stiamo infatti organizzando una grande manifestazione a Susa, dove partirà il cantiere per la stazione internazionale e per la galleria vera e propria. Sarà un’altra occasione per allargare i temi della protesta. Ci sarà lo stesso popolo sceso in strada a Roma, ma certo raggiungere la Valle di Susa è un po’ più complicato. Noi non siamo una grossa organizzazione che si può permettere di pagare i trasporti per tutti, ma saranno sicuramente presenti altri resistenti di tutta Italia. E credo, visto quanto siamo simpatici a Moretti, che anche questa volta Trenitalia non ci favorirà per organizzare dei treni speciali”.

“Abbiamo aderito e condiviso i temi di questa manifestazione sin dall’inizio”, dice Fissore, “la cosa più bella che ho notato è la presenza di molti movimenti nati dal basso. C’è stata una partecipazione molto allargata, fatta di slogan meno politici in senso tradizionale, ma ricchi di contenuto”.

“Anche la mia sensazione è molto positiva”, aggiunge Lele Rizzo, esponente No Tav e del centro sociale Askatasuna. “E non mi riferisco solo al livello degli scontri, che è il tema sul quale ci si è concentrati troppo in questi giorni. Positiva perché la voce è finalmente tornata alla piazza. E la piazza, come sempre quando si parla di diritti, era composta da moltissime persone che realmente vivono sulla propria pelle la negazione dei diritti. Non solo No Tav e No Muos, ma anche chi occupa le case e gli studenti. Era una piazza antagonista: ha fatto ciò che si era prefissa di fare e l’importante adesso è che ci sia una continuazione. Questa penso sia la vera scommessa”.

La continuità, è questo l’indirizzo emerso anche durante l’assemblea finale di oggi a Porta Pia. E forse i primi segnali si avranno già martedì, quando, in occasione dell’incontro del ministro Lupi con alcuni esponenti del movimento per la casa, alcune manifestazioni circoscritte potrebbero essere organizzate nelle principali città d’Italia.

Sull’incontro con il ministro delle infrastrutture, però, sembra esserci poca fiducia, da parte degli attivisti. Per Rizzo: “L’incontro che ci sarà martedì è un segnale positivo, ma la fiducia che riponiamo è davvero poca. Ed è il ministro che proprio con i No Tav sta andando giù a pugno duro…”.

“Non vorrei che fossero le solite promesse”, è la sensazione di Fissore, “fatte perché si sono trovati davanti a un movimento che non si aspettavano così forte e coordinato. La cosa che li ha spaventati può essere proprio questo fortissimo coordinamento. Che esiste e, come dimostra il risultato di questa manifestazione, funziona”.

Sul significato del corteo romano per i No Tav Rizzo sottolinea: “Dal punto di vista No Tav, dire di portare la Valle in città significa creare più spazi di libertà anche nelle aree metropolitane. La contiguità con la lotta della Valle di Susa significa anche questo. E tutti i percorsi presenti nella manifestazione di ieri sono molto vicini a quello che facciamo noi”.

 

 

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Vetrina #Unicredit distrutta in via Boncompagni

 

 
 
 
 
 
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TAV: contraddizioni a non finire

http://www.tgvallesusa.it/?p=2903

WRITTEN BY: VALSUSA REPORT – OTT• 22•13

moretti2Una cascata di contraddizioni investe l’affaire TAV in questi giorni. Dalle dichiarazioni di Mauro Moretti, al servizio de Le Iene Show in programma per la serata del 22 ottobre, passando per L’Aquila e Bardonecchia, preoccupata dalla stazione internazionale di Susa.

 Ricostruiamo quanto accaduto tra ciò che sembrerebbe condurre alla soluzione  della vicenda TAV per alcuni, e verità per altri,  che prima o poi avrebbero dovuto emergere in una vertenza così piena di falsità.

 Sibilline sono le dichiarazione rilasciate alcuni giorni fa alla Fiera di Bologna dall’Ad del Gruppo FS Mauro Moretti, il quale ”annuncia che in un prossimo futuro, tra pochi mesi, i centri minori verranno collegati da pullman e non piu da treni”.

trippawebImmediato il pensiero va alla Valle di Susa che presenterebbe di per sé un paradosso: se da un lato infatti dovrà ospitare il tracciato della Torino-Lione, dall’altro non avrà più i treni locali per servire i vari paesi. “Dove esiste una quantità di persone modesta – ha aggiunto Moretti –  si va in pullman e non in treno, perché altrimenti sono sprechi e nessuno se li può permettere”. E ancora: “Continuare a dire che tutti hanno diritto ad avere la ferrovia e i pullman, che poi rimangono entrambi vuoti, significa buttare via i soldi dei contribuenti”

 Non va meglio alla riunione al circolo locale del Pd Alta Valle Susa, a Bardonecchia. Con i parlamentari Bragantini e Marino, accolti dal segretario a Pietro Vivino – presenti anche il consigliere comunale Maurizio Pelle, mentre tra il pubblico sedevano il vicesindaco di Oulx Paolo Terzolo, gli ex assessori di Bardonecchia Salvatore Sergi e Roberto Canu. La futura nascita della stazione internazionale di Susa preoccupa parecchi operatori economici dell’Alta Valle. Una stazione che di fatto sostituirà le fermate internazionali di Oulx e Bardonecchia, dal omento che la linea Av sbucherà direttamente in Francia da Susa attraverso la montagna. Uno degli interventi più duri e apprezzati è quello di Salvatore Sergi: “Non raccontiamoci frottole con la costruzione della Tav, la Torino-Modane diventerà un ramo secco, e la stazione di Susa toglierà il traffico turistico internazionale a Oulx e Bardonecchia”e conclude spiegando: “Il mio intervento duro è stato fatto per sollecitare le istituzioni ad evitare che la linea storica dell’alta Valle diventi un ramo secco, staccato dalla Tav”. Anche il vicesindaco di Oulx, Paolo Terzolo dichiara: “È assurdo imporre che i treni della neve fermino all’autoporto di Susa, per poi far scendere i turisti trasportandoli a Sestriere o Sansicario con gli autobus, quando già a Oulx c’è la stazione internazionale” .

Intanto da L’Aquila giunge la notizia delle trattative che il governo sta negoziando, per convogliare i 2,25 miliardi di euro inizialmente previsti per la costruzione della tratta TAV Torino-Lione per permettere la ricostruzione del territorio aquilano – fondi già stanziati nella Legge di Stabilità 2012 e maggiorati quest’anno di altri 60 milioni – (dal sito 3e32).

Yves_Crozet

Yves Crozet

Infine, in un servizio che andrà in onda questa sera 22 ottobre alle 21.00, le Iene Show renderanno pubblico il documento della Commissione “Mobilità 21″ per voce di Yves Crozet, professore di Economia all’Università di Lione, membro del Laboratorio di Economia dei Trasporti, nonché membro della Commissione stessa. Un documento del resto già evidenziato dai Comunicati Stampa del Presidio Europa, nel quale la Francia non intende occuparsi della Linea TAV prima del 2030, per motivi economici trasportistici che spostano l’attenzione francese sui nodi urbani e di smistamento.

Iene: Cos’è Mobilitè 21?
Crozet“Nell’ottobre 2012 il Ministro ha formato una commissione di 10 persone, sei deputati e senatori e quattro esperti tra cui io, per studiare l’insieme delle infrastrutture dei trasporti in Francia. Questa commissione è stata chiamata Mobilitè 21 perché è incentrata sul XXI secolo e i servizi di trasporti”.

Iene: Ci può riassumere a che conclusioni è arrivata sul tratto francese Lione-Torino?
Crozet“La principale conclusione del rapporto della Mobilitè 21 era di fare attenzione alla realizzazione di progetti di linee ad alta velocità, anche perché queste linee nuove creerebbero problemi di saturazione sugli snodi ferroviari esistenti. Piuttosto che concentrarsi sulla costruzione di centinaia di chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità, era meglio concentrarsi sul dare molta più mobilità ai nodi ferroviari parigini, di Lione e Marsiglia. E abbiamo insistito che costruire il tunnel Lione-Torino avrebbe implicato spese estremamente ingenti e che i soldi spesi per la Lione-Torino avrebbero precluso gli investimenti sugli altri progetti nazionali.”

Iene: Abbiamo letto una data prima della la quale non potranno iniziare i lavori. Ce la può confermare?
Crozet“Il Governo ha ricevuto il rapporto della commissione Mobilitè 21 alla fine del giugno 2013 e il 9 luglio 2013 il Primo Ministro ha fle iene2atto una comunicazione sugli investimenti futuri e ha confermato che avrebbero seguito le conclusioni del rapporto Mobilitè 21. Cioè, che avrebbe dato la priorità agli investimenti sulla stazioni parigine e che il solo progetto futuro entro il 2030 sarebbe stato la linea Bordeaux-Tolosa.”

Iene: Qual è la linea ufficiale del governo francese su quest’opera?
Crozet“Per noi è molto chiaro che i Governi da molti anni cercano di rimandare questo progetto senza mai osare dire la verità: cioè che andrebbe fermato. Sempre più persone sostengono che il progetto è troppo costoso e che soprattutto non corrisponde a una reale domanda e che se si realizza questo progetto il traffico e l’utilizzo sarà veramente basso. Quindi sarà un progetto con una grande capacità di traffico ma non sarà utilizzato. Tutti i deputati, la corte dei conti, spiegano che questo progetto non è assolutamente prioritario, oltre ad essere molto costoso”.

Iene: In Italia si dà per certa la costruzione. Si dice che è fondamentale per l’Europa
Crozet: “Negli orizzonti futuri di realizzazione non verrà realizzato quasi niente prima del 2025-2030″Iene: I lavori continuano o sono fermi?Crozet: “Per il momento i lavori sono fermi”

Manifestazione di Roma, per un liberale hanno ragione

Questi manifestanti chiedono casa e lavoro invece di grandi opere. Innanzitutto propongono una alternativa alle modalità di spesa pubblica, non si limitano a chieder più spesa, come fanno tutti di questi tempi. E alcuni di questi sono anche al governo.

Poi chiedono cose che hanno un perfetto e condivisibile senso economico, oltre che sociale (e forse non tutti loro ne sono coscienti).

Vediamo più da vicino i due problemi. Le case ci sono, e moltissime sono vuote. Non credo che quelli che protestano hanno i soldi per comprarsele, anche se costassero meno. Quindi non chiedono case in proprietà. Vorrebbero case a prezzi di affitto ragionevoli, che non si trovano, soprattutto nelle grandi città. Certo la casa in affitto dà meno sicurezza psicologica, ma è molto meglio per chi cerca lavoro (ma anche per chi lo offre), non lo inchioda al posto dove abita. E così si diminuirebbero anche i costi ed i tempi di trasporto: un beneficio sia per i lavoratori che per i padroni che per l’ambiente (meno inquinamento, e meno spese in sussidi per i trasporti pubblici).

Ma perché non si trovano case in affitto? I padroni sono tutti cattivi se chiedono prezzi alti, o “autolesionisti” quando non affittano? Certo che no: il problema è il rischio troppo elevato se l’inquilino smette di pagare: gli sfratti per morosità sono molto complicati, poi arrivano leggine ad-hoc, poi c’è l’equo canone, ecc. ecc.. Questo “congela” il mercato, con danni per tutti. Ma poi c’è un meccanismo che aggrava, e molto, il problema: si chiama “prezzo di attesa”. Le case, anche se vuote, tendono nel lungo periodo a rivalutarsi, rappresentano un bene-rifugio solido (mattoni invece di carta). A questo contribuisce il fatto che l’incidenza del costo del terreno sul prezzo delle case è alto, dati i noti vincoli all’uso del suolo, gli infiniti permessi (e “mance”) necessari per costruire, la protezione insensata di inesistenti suoli agricoli ecc.. Infine c’è la secolare demagogia “bipartisan”, che da sempre protegge e incoraggia la casa in proprietà. Il Nobel Krugman attribuisce in parte all’immobilità dei lavoratori, fregati dai mutui “subprime” e che quindi non possono cambiar casa, la stasi della produttività americana.

Quindi occorre rompere questo intreccio inefficiente, che tiene artificialmente vuote moltissime case. Se entrassero sul mercato, anche gli affitti scenderebbero, e rapidamente (è la legge della domanda e dell’offerta, bambole….).

Veniamo al lavoro: le grandi opere notoriamente generano pochissima occupazione per ogni euro pubblico speso (solo circa il 25% dei costi di costruzione va in salari). Basta vedere la Torino-Lione: quanta gente credete che occupi la “talpa” che scava per 5 anni sotto la montagna? Poi quei pochi occupati sono molto distribuiti nel tempo, e la massima occupazione si avrà verso la fine dell’opera, cioè fra 7-10 anni se tutto va bene. Ma non solo: per le grandi opere ferroviarie, l’intero costo ricade sulle esangui casse pubbliche, cioè toglie soldi a tutto il resto che si potrebbe fare.

All’economia (capitalistica, si intende) serve invece occupare tanta gente a basso reddito, che deve spendere, mica può permettersi di risparmiare…E deve occuparla subito, per rilanciare la domanda interna, che è il vero problema. Quindi manutenzioni di strade ed edifici, ma anche del territorio che frana ecc. Tutto questo certo a parità di spesa, ma altrettanto certamente non con assunzioni pubbliche, altrimenti ci troviamo i 15.000 forestali della Sila moltiplicati per 10…..Basta semplicemente fare gare per questo tipo di opere, cui possano partecipare sia privati che cooperative “momentanee”.

Dare soldi alle imprese, anche con sconti fiscali, oggi serve pochissimo: le imprese con una domanda interna debole non assumono comunque, e di nuovo non perché i padroni sono egoisti o cattivi, ovviamente: perché non venderebbero i loro prodotti.

Da Roma a Susa isolare i violenti di Gian Carlo Caselli

Da:“Il Fatto”

    Dunque è possibile. Stando alle cronache del corteo di Roma del 19 settembre, cui hanno partecipato migliaia di “antagonisti”, è possibile manifestare con forza ma senza violenza, distinguendosi nettamente dalla minoranza dei facinorosi illegalmente aggressivi. È persino possibile cercare di ostacolarne o impedirne le gesta, così facilitando l’azione delle forze dell’ordine. Perché quel che è successo a Roma sembra invece lontano se non impossibile in Val di Susa, con i No-Tav? Il movimento è formato per la stragrande maggioranza di persone “per bene”. Ma ce ne sono anche “per male”, con tutte le sfumature del male, fino a mettere in conto la commissione di reati. E le persone per bene non osano distinguersi troppo dai violenti. Anzi, li tollerano. Spesso li accettano e ne condividono l’azione (“siamo tutti black bloc” è uno slogan abituale…). E ciò nonostante si sia registrata, negli ultimi due anni, una evidente impennata che cercherò di esporre con esclusivo riferimento alla materialità obiettiva dei fatti accaduti, senza ovviamente toccare nessun profilo di eventuali responsabilità individuali.   NEL GIUGNO-LUGLIO 2011 e anche successivamente vi sono stati pesanti attacchi (di solito notturni) contro il cantiere di Chiomonte. Un’infinità di oggetti atti a offendere (pietre, biglie di ferro, razzi, bombe carta e bottiglie incendiarie) è stata scagliata contro gli operai e poliziotti che sono costretti a vivere asserragliati in quel cantiere. A operare sono squadre organizzate secondo schemi paramilitari, tanto da indurre il Tribunale della libertà di Torino (giudice “terzo” indipendente da tutto e da tutti) a parlare ripetutamente di “eversione” e “micidialità”. E ancora recentemente è stata fermata un’auto (che viaggiava in convoglio con altre di copertura) zeppa di strumenti che una consulenza tecnica ha qualificato come assai pericolosi. Poi ci sono stati moltissimi attentati/sabotaggi, con danni assai gravi, contro i mezzi di lavoro delle ditte che sono impegnate nel cantiere (Rodotà ha sostenuto che si tratta di fatti assimilabili a quelli intimidatori di stampo ‘ndranghetista). Vi sono anche state reiterate iniziative illegali contro vari giornalisti “sgraditi” in Valle. Da ultimo, ecco l’ordigno esplosivo in grado di uccidere fatto recapitare a un giornalista di Torino che ogni giorno i siti No-Tav gratificano con insulti e minacce (per cui non si può escludere, in linea di principio, l’ipotesi che l’attentato – pur anonimo – sia per certi versi riconducibile a qualche scheggia dell’area). Va ancora ricordata la cosiddetta “Libera repubblica della Maddalena”. Poco se ne è parlato, mentre la vicenda avrebbe meritato ben altra attenzione. Si è trattato di una “enclave” creata nei pressi del cantiere, con tanto di posti di blocco valicabili soltanto da coloro (forze dell’ordine comprese) che ottenevano il permesso dei sedicenti “repubblicani”. Dunque, un pezzo del territorio dello Stato italiano sottratto per qualche mese alla sovranità dello Stato medesimo. Un fatto che può serenamente definirsi “eversivo”. Così come è “eversivo” bloccare mezzi di trasporto sul-l’autostrada, circondarli con un manipolo di persone molte delle quali travisate, pretendere l’esibizione di documenti personali e di trasporto per verificare che il carico non abbia a che fare col cantiere. Co-m’è successo a un ignaro e terrorizzato camionista olandese, al cui mezzo è stata anche squarciata una ruota per meglio bloccarlo. Tutto ciò comporta l’usurpazione di funzioni che ogni Costituzione democratica riserva esclusivamente al potere pubblico. E se le parole hanno ancora un senso, per definire tale usurpazione ce n’è una soltanto: che è appunto eversione.   Ebbene, contro questa catena di gravi violazioni di legge, la voce delle persone per bene del Movimento o non si è fatta sentire per nulla o ha balbettato qualche confuso distinguo, quando non ha addirittura preteso di legittimare con pubblici proclami certe azioni violente come i sabotaggi. Col risultato che le persone per bene del Movimento potrebbero anche avere tutte le ragioni del mondo (non lo so, non rientra nel perimetro delle mie competenze) circa l’utilità e i costi del Tav: ma per quanto siano eventualmente valide, queste ragioni non possono che risultare screditate dall’accettazione di fatto di forme anche gravi di violenza.   SI PUÒ DIRE anzi che il Tav – ormai sempre più e irreversibilmente – sembra diventato un pretesto per professionisti della violenza assortiti (le persone “per male”), affluiti nella Valle da varie città italiane ed europee per sperimentare metodi di lotta incompatibili con il sistema democratico, costruendo una specie di laboratorio che si spera non abbia mai a rivelarsi come incubatrice di vicende ancor più gravi.   Sono fatti che non si possono non vedere. Invece, fra politici, amministratori, intellettuali e opinionisti si trovano ancora – purtroppo – personaggi che a prendere le distanze, condannandola senza riserve, dalla commissione di reati (anche violenti) gli viene l’orticaria. Per cui preferiscono tacere o addirittura manifestare indulgenza. Inglobando in questo “generoso” atteggiamento un catalogo di attacchi scomposti contro il doveroso accertamento delle responsabilità penali. In realtà per esprimere radicale insofferenza verso la prospettiva che i violenti possano essere soggetti – come qualunque altro cittadino – all’obbligo di rispondere delle illegalità commesse.

Gian Carlo Caselli

 

La manifestazione di sabato scorso a Roma LaPresse

  

Troppe parole senza dire l’unica verità indiscutibile: in Valsusa il primo ad essere criminale è lo stato (con la s minuscola ovviamente, dal momento che in Valsusa opera qualcosa che non è ben chiaro anche se i sospetti sono tanti, ma vedremo. Diamo tempo al tempo. Non esiste solo la Procura di Torino). Paragonare le piazze romane con la Valsusa vuole dire non conoscere nè le piazze romane (ma ci può stare che un p.m. torinese non le conosca proprio bene bene) nè la Valle (e questo invece è molto più serio). Se alcuni p.m. hanno pensato di fare il bel gesto (ancora da capire) di andare nel cantiere in previsione di una notte pirotecnica, sarebbe (stato, forse ormai è tardi) utile al dott. Caselli passare qualche giornata con il movimento, magari assieme a molti con cui è stato in anni precedenti (alle feste di Rifondazione era spesso presente), magari con don Ciotti. Forse una visita a suo tempo, forse una parola e una presa di posizione in più a tempo debito avrebbero evitato tanti problemi. Ma forse stare dalla parte del movimento no tav non era così importante come sponsorizzare le iniziative di Libera. Chissà poi perchè. Comunque la delusione è stata grande, grandissima e la distanza che divide i millitanti no tav e tutti quelli che erano a Roma (centri sociali, sindacati di base, no muos, no ponte, TUTTI ANTIMAFIA MOLTO PIU’ DI MOLTE PROCURE) dalle posizioni del dott. Caselli è incolmabile. E ciò è gravissimo (a proposito di persone “per male” e ricordandosi di Sciascia) perchè fa sorgere (a me per primo) dubbi e sospetti su moltissimi espisodi della storia italiana recente e passata.
Ad esempio sull’addebitare a scatola chiusa tutti gli episodi eversivi (ripeto, eversivi) al movimento no tav. Non credo sia il caso di commentare oltre.
Quanto alla critica verso la Libera Repubblica della Maddalena consiglio la rilettura (attenta però) dei Viaggi di Gulliver e una vacanza all’isolotto di Malu Entu.

Alessio Ariotto

P.S. “Cost. art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione“.
La Val Clarea e il cimitero neolitico devastati ringraziano il dott. Caselli per la sensibilità dimostrata


Vedi Giancarlo il problema non è tanto e/o solo quello che fa la tua procura, il problema è soprattutto quello che NON FA e che NON VUOL VEDERE. 

 Ovviamente da un procuratore e uomo di legge ci si aspetterebbe  un po’ più di prudenza e di indagini prima di incolpare qualcuno di qualcosa ma come ho detto prima ci sono cose per le quali la tua procura vede ( e stravede) per altre è stranamente cieca quindi sarei un attimino più prudente prima di parlare di  “..doveroso accertamento delle responsabilità penali”.

 Così tanto per dire…

 

Dario.

Tav, intervista a Le Iene, Yves Crozet: “In Francia i lavori fermi fino al 2030”

http://www.nuovasocieta.it/torino/tav-intervista-a-le-iene-yves-crozet-in-francia-i-lavori-fermi-fino-al-2030.html

  • Lunedì, 21 Ottobre 2013 19:11 
Yves CrozetYves Crozet
 

di A.D.

I lavori per la Torino-Lione in Francia? Praticamente sono fermi. Ad affermarlo, in un’intervista a “Le Iene Show” di Italia Uno che andrà in onda domani sera, è Yves Crozet, professore di economia all’Università di Lione, nonché membro della commissione Mobilité 21. I lavori per il Tav oltralpe non vanno avanti e non prima del quinquennio 2025-2030 si vedrà qualcosa di realizzato. Crozet nell’intervista cita il rapporto della commissione inviato al governo francese: «Linee ferroviarie nuove creeranno problemi di saturazione sugli snodi ferroviari esistenti – spiega l’esperto – Piuttosto che concentrarsi sulla costruzione di centinaia di chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità sarebbe stato meglio concentrarsi sul dare molta più mobilità ai nodi di Parigi-Lione e Marsiglia».
«Il tunnel Lione-Torino implicherebbe spese estremamente ingenti che precluderebbero gli investimenti su altri progetti nazionali» continua Crozet nell’intervista.
«È quindi chiaro che i governi francese e italiano cercano di rimandare questo progetto da anni senza mai dire la verità e cioè che il Tav andrebbe fermato, perché troppo costoso, ma soprattutto perché non corrisponde ad una reale domanda». Infatti se si realizza il traffico e l’utilizzo sarebbero veramente bassi» conclude il membro di Mobilité 21.

No TAV: Comunicato Stampa 21.10.2013 Gli oppositori alla Torino-Lione all’Assemblea Nazionale Francese

PresidioEuropa

www.PresidioEuropa.netinfo@PresidioEuropa.net

Movimento No TAV

 

Comunicato Stampa

 

21 ottobre 2013

 

GLI OPPOSITORI ALLA TORINO-LIONE

SARANNO ASCOLTATI DALL’ASSEMBLEA NAZIONALE FRANCESE


Gli oppositori alla Torino-Lione saranno ascoltati domani, Martedì 22 Ottobre alle ore 17, a Parigi da parte della Commissione per gli Affari Europei dell’Assemblea Nazionale francese[1] in occasione della tavola rotonda “Progetti europei di infrastrutture di trasporto: dibattito sulla Lione-Torino” organizzata dalla Presidenza della Commissione.

Questo è un passo importante che riconosce la rilevanza degli argomenti e del lavoro svolto da anni in Francia e in Italia dai cittadini e delle associazioni e movimenti per contrastare la realizzazione di una Grande Opera Inutile e Imposta: la nuova linea ferroviaria Torino-Lione.[2]

A questa tavola rotonda parteciperanno Daniel Ibanez per il “Coordinamento degli Oppositori alla Lione-Torino”[3], François Lépine, Vice Presidente della lobby[4] “La Transalpine”, Hubert du Mesnil[5], Presidente di LTF – Lyon Turin Ferroviaire. Vi sarà anche Anne Houtman, capo della Rappresentanza della Commissione europea in Francia. I media francesi, che da anni danno molta attenzione alle ragioni dell’opposizione, saranno presenti.

Dopo l’intervento che Madeleine Wahlberg, rappresentante del Forum contro le Grandi Opere Inutili e Imposte, ha fatto mercoledì 16 ottobre a Tallinn nell’ambito dell’evento TEN-T Days organizzato dalla Commissione Europea[6], gli oppositori sono ora considerati dall’Assemblea Nazionale come interlocutori inevitabili al pari dei Presidenti delle aziende pubbliche.

E’ possibile seguire in diretta la tavola rotonda a questo link alle ore 17 di Martedì 22 Ottobre 10: www.assemblee-nationale.fr/13/commissions/commissionsdirect.asp[7]


1989 – 2013, 24 anni di opposizione popolare alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione

                   

www.notav.info www.notav.eu www.notav-valsangone.euwww.notavtorino.orgwww.lavallecheresiste.info  www.ambientevalsusa.itwww.spintadalbass.orgwww.tgvallesusa.itwww.mavericknews.wordpress.com www.PresidioEuropa.net

 

 

Djihadistes de l’UE et mediamensonges

LUCMICHEL. NET/ COMMENT LES INSTITUTIONS BELGES ET LES MEDIAS MENTENT SUR LES DJIHADISTES !

 Luc MICHEL/ En Bref /

avec SYRIA COMMITTEES Website – LLB – PCN-SPO / 2013 10 20 /

Le dossier brûlant des djihadistes « venus de l’UE » participer à l’assaut terroriste en Syrie (mais aussi en Somalie) est l’occasion depuis des mois d’une intense manipulation des gouvernements de l’UE, membres de l’Alliance atlantique, et des médias de l’OTAN. Gouvernement belge en tête, l’un des plus concernés, sinon le plus. Le retour de Syrie d’un jeune djihadiste flamand, un converti radicalisé, Jejoen Bontinck, est l’occasion de nouveaux médias mensonges …

 Les médias belgicains, comme La Libre Belgique (Bruxelles), parlent de « dizaines » de jeunes belgo-flamands et de « centaines d’européens ». Lourde sous-estimation !

Les sources sécuritaires syriennes m’ont donné lors d’une mission en Syrie mi-juin 2013 (avec des parlementaires du Parlement Flamand de Belgique) de tous autres chiffres : 7.000 à 9.000 djihadistes ‘européens’, dont 600 à 700 belges – le plus gros contingent avec les néerlandais -, dont de nombreux convertis européens de souche.

A cela s’ajoutent les filles – sujet de honte pour les familles et les islamistes radicaux – parties faire le « djihad par le mariage » (sorte de prostitution militante en fait).

 Les faits – pertes sur les fronts, arrestations, retours, scandales divers – démontrent sans cesse que les chiffres syriens sont les bons et pas les statistiques truquées de l’UE et des belges.

 A cela s’ajoute le volet occulté du dossier par les médias de l’OTAN :

– officiers des Forces spéciales de l’OTAN encadrant les djihadistes (au moins jusqu’en juillet, les turcs – que Washington vient de tancer à ce sujet – continuant toujours l’encadrement). Des officiers belges, français, néerlandais, turcs, ont été arrêtés à Qusseir début juin …,

– filières djihadistes sous contrôle des services spéciaux turcs (membre de l’OTAN).

Tout ce qui explique la frilosité des gouvernements de l’UE …

 Le parquet fédéral anti-terroriste belge – dont le porte-parole dit par ailleurs « comprendre » les motivations des djihadistes (sic) – enquête sur des faits que les services spéciaux belges ont couvert et organisés, à un moment où les islamistes radicaux étaient les alliés de l’OTAN en Libye et en Syrie. Vous avez dit « duplicité » ? Ou plutôt « schizophrénie » ???

 Quand à Jejoen Bontinck, sautant sur la propagande anti-Assad des autorités belges, il dit aujourd’hui « ne pas être un djihadiste », « ne pas avoir été combattre », mais « avoir participé à des opérations humanitaires » (sic). A Damas, en juin dernier, j’ai visité des centres de détentions anti-terroristes et rencontré certains de ces djihadistes venus de France, d’Espagne et du Caucase russe. Tous m’ont raconté la même histoire humanitaire. Tous avaient pourtant été arrêtés les armes à la main …

 Luc MICHEL

 http://www.lucmichel.net/2013/10/20/lucmichel-net-comment-les-institutions-belges-et-les-medias-mentent-sur-les-djihadistes/

 # Lire sur les médias de l’OTAN :

* Jejoen, l’un des Belges partis en Syrie, de retour en Europe,

> http://www.lalibre.be/actu/belgique/jejoen-l-un-des-belges-partis-en-syrie-de-retour-en-europe-52611bf43570314ade9e502b

* Jejoen Bontinck interpellé par la police à son retour de Syrie,

> http://www.lalibre.be/actu/belgique/jejoen-bontinck-interpelle-par-la-police-a-son-retour-de-syrie-526191d63570c7e5f9ee2d0c 

_________________________

 Luc MICHEL /

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Siria: Rinvenuti missili ed armi israeliane.

IRIB secondo Al-Alam, l’esercito siriano ha scoperto sei missili di fabbricazione sionista nel paese di Al Taba a Daraa.
Si tratta di missili Law che i soldati ne anno scoperti sei. Oltre a questi missili, i soldati siriani anno localizzato 12 casse di munizioni, una mitragliatrice di 14,5 millimetri, 7 Waki taki ( n.d.t. Walkie-talkie )tutti di fabbricazione israeliana. Secondo il giornalista de Al Alam, sono stati distrutti gli stochs di armi e munizioni di Daraa in Al Balad, appartenenti a terroristi. Ad Aleppo, i veicoli dei terroristi che viaggiano sulla strada di Kastilelo stati individuati e decine di di loro sono stati uccisi. I miliziani sono stati bersagliati quando hanno cercato di introdursi nella città di Al Seyf al Dola e nella Moschea di Al Zubair a Salahedin e nella piazza di al Yarmoun.

(trad.kefos93 )

Fonte:
http://french.irib.ir/info/moyen-orient/item/279659-isra%C3%ABl-trafique-des-missiles-en-syrie

La verità sui filamenti di ricaduta: sono polimeri di origine militare

Nella seconda decade di ottobre sono caduti in molte zone d’Italia “strani” filamenti: la pioggia di fibre è stata talmente copiosa che molti cittadini, accortisi dell’anomalia, hanno allertato i Vigili del fuoco. Alcune testate, per lo più locali, hanno prima riportato la notizia con toni interrogativi, poi con incredibile tempestività, hanno riferito le “spiegazioni” fornite dagli “esperti”.

 

L’A.R.P.A., l’Agenzia regionale per le palle sull’ambiente”, ha sentenziato: “Trattasi di tele di ragni volanti. E’ il fenomeno dello spider ballooning: sono cioè fili di Aracnidi che, migrando, secernono fili”. No! E’ tutto falso. Non sono né i ragni né Spiderman a tessere questi grovigli appiccicosi. Ci chiediamo come l’A.R.P.A., cui sarebbero stati consegnati campioni di filamenti, abbia potuto eseguire le analisi così velocemente. Sono analisi, infatti, che richiedono tempi molto lunghi. Non si comprende come gli enti ufficiali, che impiegano ere geologiche per fornire responsi, abbiano potuto subito rassicurare (e circuire) l’opinione pubblica, divulgando l’esito (falso) degli esami.

 

Quelle precipitate sono dunque fibre polimeriche diffuse con gli aerei impegnati nelle attività di geoingegneria illegale. Molti si chiedono per quale ragione i militari le disperdano: abbiamo in parecchi articoli analizzato la questione ed illustrato la composizione chimica dei filamenti. Essa NON coincide con la sericina, la proteina di cui sono formate le ragnatele. Mentre rinviamo alla lettura degli studi sottoelencati, rammentiamo le seguenti acquisizioni.

 • I filamenti sono impiegati come vettori dei composti chimici, a loro volta usati per creare corridoi elettromagnetici.

• Le fibre, essendo costituite di materiali biocompatibili, si “legano” al D.N.A. degli esseri viventi, favorendone una ridefinizione genetica secondo nuovi parametri biologici, anzi biotecnologici.

 I polimeri diffusi con gli aerei sono dannosissimi. Si consideri il caso del metanale.

 Il metanale è un polimero particolarmente pericoloso che ha bisogno di un catalizzatore che, guarda caso, è costituito dai carbagammati.

I carbagammati sono di origine organica, della famiglia degli uretanici.

 

La reazione tra un gruppo amminico e biossido di carbonio permette la biosintesi del carbammato.

 

I carbammati costituiscono un gruppo importante di insetticidi: ne sono esempi il feniluretano, l’Aldicarb, il Carbofuran, il Fenoxycarb, il Sevin ed il Ethienocarb. Questi insetticidi agiscono causando inibizione della colinesterasi per inattivazione reversibile dell’enzima acetilcolinesterasi. Alcuni di questi composti sono molto tossici anche per gli esseri umani.

 

I poliuretani sono una classe di polimeri la cui struttura è formata da gruppi carbammato multipli. Questi materiali possiedono un’ampia varietà di proprietà e sono commercialmente disponibili come schiume, elastomeri e solidi.

 

Alcuni carbammati, come neostigmina, rivastigmina e meprobamato, sono usati in farmacoterapia come inibitori dell’enzima colinesterasi. L’uretano etilico (C2H5-O(CO)-NH2) è dotato di proprietà anestetiche generali ed anche mutagene. E’ stato usato in passato nella terapia del mieloma multiplo, perché dotato di proprietà alchilanti del D.N.A. Oggi è stato del tutto abbandonato, poiché troppo tossico e riconosciuto anche dotato di proprietà cancerogene, soprattutto per il polmone e lo stomaco.

 La formazione di un carbammato costituisce un utile gruppo protettivo adoperato nella sintesi chimica delle proteine per proteggere gruppi amminici che non si vuole far reagire. È stabile nelle condizioni di reazione e può essere successivamente facilmente rimosso per idrolisi.

 IN SINTESI

 I carbammati sono convenientemente sintetizzati per reazione di alcoli o fenoli con un isocianato o, in alternativa, per reazione di un gruppo amminico con un estere dell’acido cloroformico. Nel caso si impieghi un alcool o un fenolo, la reazione può così schematizzarsi:

 R-N=C=O + R’-OH ? R-NH(CO)O-R’

 Usando, invece, un cloroformiato, ottenuto per reazione del fosgene con un alcol o fenolo, lo schema di reazione è il seguente:

 R-O(CO)Cl + R’-NH2 ? R-O(CO)NH-R’

 L’inibizione della colinesterasi è stata associata all’esposizione a pesticidi oranofosfati e carbamati, fin dalla loro creazione durante la Prima e Seconda guerra mondiale. Tipicamente, essi provocano gravi disturbi neurologici che conducono alla paralisi non solo negli insetti, ma anche negli esseri umani. L’esposizione avviene solitamente attraverso l’uso improprio di dispositivi per la diffusione di pesticidi oppure attraverso l’irrorazione aerea (scie chimiche). Gli effetti dell’inibizione della colinesterasi per esposizione cronica o esposizione intensa e reiterata si traducono in un’inibizione delle attività dell’enzima acetil-colinesterasi (AchE). L’integrazione di nanoparticelle in vari materiali nanocompositi, come gli idrogel aerei ed altre simili sostanze usate nelle irrorazioni aeree, nella modificazione del tempo atmosferico e nella dispersione di nanosensori (M.E.M.S. n.d.r.), comportano nell’individuo l’inibizione della colinesterasi fino al 96.2% nonché la presenza in quantità rilevabile di materiali nanocompositi. Ciò a conferma delle scoperte pubblicate dalla Ocean University (Cina) nel numero di giugno 2009, sulla rivista Chemical sensitivities (Sensibilità chimica), secondo cui le nano particelle sono 100 volte più tossiche di una singola molecola di pesticida, come il malathion, il propoxopur o il benomyl.

 Un approfondito studio referato, a cura della tossicologa Dottoressa Hildegarde Staninger, si può leggere qui.

 

La verità è questa: quanto, invece, si legge sui siti istituzionali è unaragnatela di sciocchezze e di bugie, un intrico in cui sono rimasti impigliati i negazionisti e le istituzioni tutte.

 Che cosa scrivevano costoro qualche anno addietro, quando il fenomeno della Geoingegneria clandestina non era ancora conclamato? Il C.I.C.A.P., contraddicendo sé stesso, nel 1999 stabilì quanto segue:

“I risultati riportati in tabella indicano che il campione di “capelli d’angelo” non può essere identificato con alcuno dei materiali riportati. Tale risultato permette comunque di escludere le ipotesi preliminari. Relativamente al campione esaminato, si può dunque concludere:

 – non si tratta di tela di ragno;

– non si tratta di cellulosa o di materiali simili alla cellulosa (il che esclude la possibilità che si tratti di lana di pioppo o di rayon)”.

 – Analisi di fibre contenute nelle scie (articolo di FMM Research team), 2007)

 – Le ragne del diavolo, 2007

 – Ragnatele simili a quelle di ragno cadute a Venezia (Italia), 2007

 – Ragnatele a confronto, 2007

 – Ulteriori analisi sui polimeri di Mondovì, 2007

 – Analisi dei filamenti di ricaduta: sono polimeri artificiali!, 2009

 – Filamenti di polimeri già nel 2002: il caso di Alessandria, 2009

 – Resoconto dell’analisi microscopica di un campione di filamento polimerico di ricaduta del 15 ottobre, 2011

Tratto da:tankerenemy.com

 La verità              sui filamenti di ricaduta: sono polimeri di origine              militare

http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/2013/10/la-verit%C3%A0-sui-filamenti-di-ricaduta-sono-polimeri-di-origine-militare.html

L’Ultima Vergogna: Violare l’Austerity si, ma solo per “Salvare le Banche”

lasciamo stare il soggetto dell’interpellanza ed andiamo alla sostanza: E’ VERO? E se lo è, perché solo Borghezio dice qualcosa? Tutti camerieri delle banche quindi?

Lunedì,  Ottobre 21st/ 2013

“Salvataggi” Bancari a spese dei tagli ai servizi pubblici dei paesi in difficoltà: la tripla beffa della dittatura finanziaria Ue Comunicato Stampa e Interrogazione alla Commissione europea

Interrogazione alla Commissione Europea
Comunicato stampa di Mario Borghezio, Eurodeputato
L’Ultimo Regalo dell’UE alla Speculazione                                                      

Bruxelles – Nella mia ultima interrogazione alla Commissione Europea, dello scorso venerdì 18 Ottobre, ho posto l’attenzione sul fatto che “la nuova politica, annunciata dal Commissario Olli Rehn in una lettera ai ministri finanziari dell’UE il 9 ottobre, introduce il permesso di violare le regole sul deficit, ma solo per salvare le banche, non per salvare la gente e le imprese; la giustificazione data è che gli aiuti alle banche rappresentano misure “una tantum” e perché possono essere escluse dalla contabilità del deficit, come se gli investimenti non fossero una tantum!”.

 Gli OTC non escludono il “Bail-in”                                                                     

Inoltre ho fatto notare come gli “aiuti OTC” non escludono il “bail-in”; al contrario, le disposizioni annunciate da Rehn dicono che gli aiuti vengono condizionati a misure punitive nei confronti di azionisti e obbligazionisti (per ora non si parla di risparmiatori). In realtà questo aspetto delle nuove norme è stato già applicato nel caso del Monte dei Paschi di Siena, quando il Commissario UE Almunia ha ordinato di assicurare che i 4,1 miliardi dei “Monti-bonds” non andassero “ai possessori di titoli ibridi e obbligazioni junior” se si voleva l’approvazione dell’UE. In osservanza della prescrizione, MPS ha sospeso il pagamento degli interessi su tre titoli ibridi”.

La Trappola della Procedura di Infrazione                                                       

In base alla lettera ho fatto altresì notare come “solo i paesi col debito al di sotto del 60% del Pil potranno evitare la procedura di infrazione”. In altre parole, per i paesi con debito oltre quella soglia che aiutino le banche scatterà la procedura, a patto che gli aiuti non facciano sforare il deficit del 3%. Questo significa che se i paesi indebitati vorranno salvare le banche, potranno farlo solo tagliando le spese (sanità, scuola, pensioni e sicurezza). Se faranno i tagli, riceveranno il bonus “OTC”, e cioè gli aiuti bancari non saranno conteggiati nel deficit”.

 Il Conto della Speculazione sui Cittadini                                                         

In virtù di ciò ho chiesto se “la Commissione ha valutato la pericolosità di introdurre i salvataggi “over the counter”. “Over the counter” (OTC) ricordo che è il termine usato per indicare le transazioni finanziarie, soprattutto derivati, compiute dalle banche senza farle comparire in bilancio. Esse costituiscono la grande massa della speculazione, ma nessuno può quantificarle esattamente perché, appunto, non compaiono in bilancio. Si stima che siano nell’ordine dei quadrilioni (milioni di miliardi) e definitivamente fuori controllo: questo è il quadro del disastro in cui la finanza mondiale rischia di precipitarci tutti. E l’UE che fa: introduce i salvataggi “over the counter” per far pagare il conto ai cittadini!

Bruxelles – Comunicato stampa di Mario Borghezio, Eurodeputato

Interrogazione alla Commissione Europea, di Venerdì 18 Ottobre 2013
http://www.quieuropa.it/lultima-vergogna-violare-lausterity-si-ma-solo-per-salvare-le-banche/