UNITED COLOURS OF PD – DOPO I CINESI DI COZZOLINO E I ROM DI MARINO, LA DISCESA IN CAMPO DEGLI ALBANESI DI RENZI! AD ASTI 2 NEO ISCRITTI SU 3 ARRIVANO DALL’ALTRA PARTE DELL’ADRIATICO

“risorse”…..

UNITED COLOURS OF PD – DOPO I CINESI DI COZZOLINO E I ROM DI MARINO, LA DISCESA IN CAMPO DEGLI ALBANESI DI RENZI! AD ASTI 2 NEO ISCRITTI SU 3 ARRIVANO DALL’ALTRA PARTE DELL’ADRIATICO

341 tessere in poche ore (230 a cittadini extracomunitari), la stragrande maggioranza dei nuovi iscritti al Pd è albanese (possibile che abbiano scoperto la fede politica solo domenica scorsa?) – Un dirigente: “Al congresso c’erano donne con bambini in braccio, imprenditori con i dipendenti, interi condomini…”

 

Marco Cremonesi per “Il Corriere della Sera

 

«Ero incerto. Non sapevo chi scegliere tra Grillo e Renzi… Poi, però, Grillo mi è sembrata soltanto rabbia, una cosa sterile…». Hasan Bulcari ha 53 anni, una moglie ingegnere, un figlio al Politecnico di Torino e vive in Italia dal 1990. Per lavoro, crea insegne luminose per negozi. Per passione, fa l’attore recitando persino in piemontese. Per Giorgio Ferrero, il candidato renziano in testa alla corsa per la segreteria pd di Asti, è l’asso nella manica. Perché c’è poco da fare: il suo sostenitore Hasan è, di fatto, l’arbitro dei congressi del Partito democratico.

 RENZI,                BOSCHI,

RENZI, BOSCHI,

 Guarda un po’ che succede sotto il cielo color lamiera della città del Moscato: la stragrande maggioranza dei nuovi iscritti al Pd è, come Bulcari, albanese. Una folgorazione collettiva: i democratici albanesi hanno tutti scoperto la fede politica soltanto domenica scorsa.

 La sede del Pd di Asti guarda su piazza Statuto, nel cuore della città che siede tra Langa e Monferrato. In un ufficio disadorno, c’è Alfredo Castaldo. Come presidente della commissione provinciale per il congresso, i numeri – e le grane – arrivano sulla sua scrivania. E lui li legge: «Nel 2012, i tesserati pd a Asti erano 165. Nei giorni precedenti al congresso, se ne erano aggiunti un paio di centinaia. Una cosa in fondo abbastanza normale: il congresso, come dire… movimenta». Molto meno prevedibile quello che è accaduto domenica scorsa, in sede congressuale: «Abbiamo fatto 341 nuove tessere in quattro ore. Di queste, 230 sono andate a cittadini extracomunitari». Due iscrizioni al partito su tre. Perlopiù da parte di cittadini albanesi? «Non solo. Anche romeni, alcuni marocchini… Però, sì: perlopiù albanesi». Molti dei quali, ironia delle primarie, al momento buono neppure potranno votare. C’è chi si arrabbia, si capisce.

 RENZI

RENZI

 L’antagonista di Ferrero, la segretaria uscente Francesca Ferraris sbotta: «Pongo la questione morale su cose che tutti hanno visto». Quali cose, le racconta un dirigente: «Al congresso c’erano donne con bambini in braccio, imprenditori con i dipendenti, interi condomini…». Il tutto in una provincia che nell’intera sua storia ha espresso solo un consigliere comunale che non fosse certificato Made in Italy.

 Per la cronaca, un romeno a Villafranca d’Asti. Tra l’altro, la discesa in campo albanese non riguarda soltanto il capoluogo. Come riferisce lospiffero.com, a Rocchetta Tanaro Cesio, i 40 iscritti sono diventati da un giorno all’altro centotrenta. Quasi tutti extracomunitari e quasi tutti «lavoratori di un’impresa edile del paese, la Bibaj».

 Gianni                Cuperlo

Gianni Cuperlo

 Civati                intervistato

Civati intervistato

 Il problema esiste. «Anche perché – spiega Castaldo – questo non è un voto per le primarie. È un congresso. Si tratta di iscrizioni al partito». Difficile però che i 341 nuovi democratici si vedranno poi molto: «Appunto. Però nella fase di elezione si vedono eccome…». È normale che un congresso – e dunque un partito – possa essere condizionato da soggetti in qualche modo organizzati che c’entrano poco o nulla con la storia del partito stesso? Bisogna chiederlo a Giorgio Ferrero, 47 anni, imprenditore vinicolo e concorrente alla segreteria astigiana nel nome di Renzi: «Ma guardi che il problema è nel regolamento. È stato deciso che ci si può iscrivere al partito persino a congresso già iniziato? Beh, è evidente che certi fenomeni possano verificarsi. Ma comunque, il punto è questo: non è che si possa parlare di integrazione e poi scandalizzarsi perché c’è chi ti prende in parola».

 URNE                ELETTORALI PD

URNE ELETTORALI PD

PD DI                ASTI E PROVINCIA

PD DI ASTI E PROVINCIA

 Di certo, la partita non è chiusa. Spiega Castaldo che «ora le votazioni dovranno essere convalidate e la regola prescrive che gli aumenti degli iscritti sopra il 25% vadano messi sotto osservazione». Il che significa? «Faremo probabilmente una revisione delle liste. Dovremo capire se hanno preso la tessera pregiudicati, se ci sono state forme di organizzazione del voto come l’iscrizione in massa dei dipendenti di una determinata azienda o di un condominio… Ma questo è un organo tecnico. La soluzione politica può essere trovata soltanto dai candidati».

 TESSERA                PD

TESSERA PD


Contanti: per un italiano mille euro, per un extracomunitario 15mila

eguaglianza moderna. Se è vera la tesi contanti=evasione, allora per caso si intende concedere il beneficio dell’evasione a soggetti con “particolari” requisiti?

30 Ottobre 2013

di CLAUDIO PREVOSTI

“Non condivido la posizione del ministro Saccomanni in merito agli interventi sulla circolazione del contante. Infatti sono dell’idea che sia necessario aumentare e non ridurre, come ritiene il ministro, la possibilita’ dei pagamenti in contante, almeno al pari con il limite medio utilizzato oggi in Europa”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, senatrice Simona Vicari.

Oggi, spiega, “un cittadino italiano o europeo se vuole pagare in contanti in Italia non puo’ superare i mille euro pena una pesante sanzione. Mentre per gli extracomunitari il limite e’ fissato in 15mila euro. Non sono contraria alla diffusione della moneta elettronica, ma questa va sostenuta concretamente con la riduzione dei costi delle commissioni bancarie. E soprattutto e’ necessario sfatare la convinzione che un aumento dei pagamenti elettronici garantisca un maggior contrasto alla criminalita’. Infatti e’ accertato da numerosi studi che la lotta al riciclaggio ed all’evasione fiscale non migliora se si riduce la soglia di circolazione al contante. Anzi, le organizzazioni criminali per le loro attivita’ di riciclaggio utilizzano sempre piu’ sistemi sofisticati, quali ad esempio proprio le transazioni online. Percio’ se sul contante si vuole aprire una riflessione si faccia, ma consapevoli che qualunque intervento di riduzione dei pagamenti cash non aiutera’ la lotta alla criminalita’ e ci allontanera’ dall’Europa, dove quasi tutti i Paesi europei hanno limiti superiori ai nostri, con la Grecia che ha addirittura una soglia minima posta a 1500 euro”.
http://www.lindipendenza.com/contanti-per-un-italiano-mille-euro-per-un-extracomunitario-15mila/


BARI: VIETATO CONTESTARE CIVILMENTE NAPOLITANO! LA POLIZIA SEQUESTRA GLI STRISCIONI DI “BENVENUTO” DEGLI STUDENTI

Posted on ottobre 29, 2013

 Napolitano a Bari, applausi e proteste

 Cartelli “basta sacrifici”, contro F35 e contro il governo

 (ANSA) – BARI, 29 OTT – Piccole proteste al passaggio del presidente Giorgio Napolitano oggi a Bari, salutato soprattutto da applausi.

 Alcuni giovani, mentre il capo dello Stato si trasferiva dal ‘palazzo ex Enel’ all’università, ha esposto uno striscione rosso (rimosso dalla sicurezza) gridando lo slogan: ‘Basta sacrifici’. Un altro gruppetto di ragazzi ha esposto uno striscione contro l’acquisto degli F35. Sono stati anche gettati in aria volantini con la scritta: ‘Napolitano responsabile del governo della crisi’.

 https://www.facebook.com/pages/Politici-che-non-hanno-MAI-lavorato-ELENCO-UFFICIALE-MANDIAMOLI-A-CASA/274354875910343

 FONTE:

 http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/10/29/Napolitano-Bari-applausi-proteste_9536693.html

http://bastacasta.altervista.org/p5745/


Legge di stabilità, Intesa e Unicredit riceveranno 2.3 miliardi. Noi salviamo loro, ma chi salva noi?

Scritto da IlFattoQuotidiano.it |

 Pubblicato Mercoledì, 30 Ottobre 2013 09:14

 Alle ultime battute l’operazione contabile che, grazie a un inedito gioco di squadra tra governo e Bankitalia, permetterà a molti istituti ed enti pubblici di registrare entro l’anno cospicui guadagni sulle partecipazioni nella banca centrale e il fisco a incassare fino a 1 miliardo di euro.

 Il colpo è meno grosso di quello che avrebbe voluto Renato Brunetta, ma è senz’altro notevole. La rivalutazione in arrivo per le quote di Bankitalia avrà un impatto non trascurabile sui conti di alcuni istituti di credito ed enti pubblici azionisti della banca centrale. La portata del colpo di bacchetta magica che trasformerà, grazie a suoi effetti contabili, le zucche in carrozza  e, in pochissimi casi, le carrozze in zucche, è stata annunciata dal ministro del Tesoro già direttore generale di via Nazionale, Fabrizio Saccomanni, martedì 29 ottobre alle commissioni Bilancio di Senato e Camera: la Banca d’Italia vale tra i 5 e i 7 miliardi di euro e con la rivalutazione delle quote al fisco potrebbe arrivare fino a 1 miliardo.

 E’ questo l’atteso risultato dei calcoli del comitato di esperti nominato per questo scopo da via Nazionale il 20 settembre scorso tra i quali figura in veste di presidente l’ex premier greco ed ex vicepresidente della Bce, Lucas Papademos. Un conteggio che aveva comprensibilmente acceso molte speranze, perché è da qui che arriverà un prezioso e insperato aiuto a molti traballanti bilanci. Primo fra tutti quello dell’Inpsche ha appena approvato i conti 2012 con un disavanzo di oltre 12 miliardi di euro causato dalla fusione con lInpdap. L’istituto di previdenza, però, ha in pancia 15mila quote di Bankitalia, il 5% del capitale, a un controvalore di 7.800 euro corrispondente al valore storico della partecipazione. Con la rivalutazione proposta dal comitato, il valore della quota potrà lievitare fino a 250-350 milioni di euro. Mica male se si pensa che tutto ciò avverrà senza far entrare un solo euro nelle casse dell’Inps.

 Stesso discorso per Intesa Sanpaolo Unicredit. La banca di Giovanni Bazoli ha scritto il suo 42,51% nell’ultimo bilancio a 624 milioni di euro e, se la rivalutazione andrà in porto in tempi brevi come sembra, a fine anno potrà quadruplicare il valore della posta a 2,125-2,975 miliardi e registrare la relativa plusvalenza. Va ancora meglio, in proporzione, all’istituto di Federico Ghizzoni che vedrà volare il suo 22,11% da 284,5 milioni fino a un valore compreso tra 1,105 e 1,5 miliardi di euro. E così le prime due banche italiane viaggeranno serene verso l’ormai prossima prova degli esami comunitari. Non male anche l’effetto per Banca Marche che dall’operazione porta a casa un plusvalore compreso tra 34 e 50 milioni che tuttavia non sarà risolutivo per i conti dell’istituto fresco di commissariamento.

 Tra chi viaggia verso una perdita, invece, ci sono i soliti noti come Carige, il Monte dei Paschi di Siena Fondiaria Sai. L’istituto genovese valutava infatti il suo 4,03% 892,2 milioni di euro e dovrà tagliarlo fino a una somma compresa tra 201 e 280 milioni. E per controbilanciare gli effetti dovrà attingere all’apposita riserva di valutazione che, per fortuna, era stata creata a fine 2012. Film analogo a Siena, che dovrà tagliare il suo 4,6% di 80-170 milioni anche se nel bilancio del Monte la partecipazione in Bankitalia “ai fini della quantificazione del patrimonio e quindi la relativa plusvalenza derivante dalla valutazione al fair value non è computata nell’ambito delle riserve degli strumenti disponibili per la vendita”. Quindi, come per Genova, gli effetti della valutazione ufficiale ci saranno solo sul conto economico e non sul patrimonio. Nessuna rete, infine, per la novella sposa Fondiaria Sai che dovrà svalutare la sua partecipazione per una somma compresa tra 45 e 70 milioni rispetto ai 138 milioni ai quali l’aveva portata a fine 2012 ritoccando la somma del 15% in più.

 A fare i conti dell’incasso atteso per il Fisco è stato lo stesso Saccomanni che ha annunciato un gettito compreso fra 800 milioni e 1,12 miliardi. L’esatto ammontare dipenderà dall’aliquota fiscale che si deciderà di applicare alle plusvalenze registrate dai soci di Bankitalia, ma che secondo diversi esperti del mondo bancario e politico dovrebbe essere pari al 16%, la stessa utilizzata nella rivalutazione delle partecipazioni delle imprese. Il ministro ha parlato anche di un “successivo del provvedimento, che sarà separato dalla Legge di Stabilità” e che “dovrà modificare lo Statuto della Banca d’Italia che dice che il capitale della Banca è 156.000 euro”. Poi il provvedimento dovrà contenere “la normativa di carattere fiscale, che definisce come sono mobilizzabili le quote”. “Da tutto ciò – ha aggiunto – dipende l’ammontare del gettito che potrà arrivare al Fisco. E’ comunque una misura una tantum e il gettito potrà essere realizzato nel 2014, e potrà essere utilizzabile per finalità una tantum o per pagamento dei debiti conto capitale”. Le quote, poi, secondo Saccomanni “dovrebbero essere un libero titolo che le banche possono scambiarsi, pur con dei limiti per evitare che alcune banche abbiano quote molto elevate. Credo verrà individuato un limite quantitativo“.

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Messina: la ragazza disperata che cerca di salvare i cuccioli buttati nel cassonetto

[VIDEO] Messina: la ragazza disperata che cerca di salvare i cuccioli buttati nel cassonetto Le conseguenze del brutale abbandono di una cucciolata di cagnolini appena nati sono state riprese in un video che, nelle ultime ore, sta facendo il giro della rete. La vicenda è avvenuta a Camaro, in provincia di Messina, dove due giovani filmano con una videocamera il drammatico tentativo di salvataggio dei piccoli, gettati come giocattoli rotto dentro un cassonetto dell’immondizia. I piccoli, otto in tutto, sono stati individuati tra i sacchetti dei rifiuti ma per due di loro non c’è stato, purtroppo, nulla da fare. I superstiti si trovano invece al sicuro nella casa della volontaria che li ha soccorsi. Secondo TempoStretto, che riporta la testimonianza dell’attivista, i piccoli sarebbero stati lasciati a morire in una delle tante minidiscariche cittadine. La ragazza intervenuta racconta: “Era una domenica come tante per me. Sebbene abituata a vivere costantemente nell’emergenza, speravo che almeno quella di ieri sarebbe stata una giornata normale”. E spiega che dopo essersi avvicinata al cassonetto per gettare un sacchetto d’immondizia aveva udito i flebili guaiti degli animali. Comprendendo immediatamente cos’era successo, aveva iniziato a frugare tra i rifiuti. I cuccioli erano stati gettati alla rinfusa e risultavano sparsi tra le buste di plastica. I due ritrovati senza vita sono purtroppo deceduti per ipotermia. “Ho lottato per cercare di salvarli, ma non ci sono riuscita”, commenta con amarezza l’attivista, “non sono arrivata in tempo”. I sei superstiti erano stati gettati nell’immondizia a poche ore dalla nascita e con il cordone ombelicale ancora attaccato. “Non sono ancora fuori pericolo e non sappiamo se riusciranno a sopravvivere. L’ipotermia non li ha uccisi ma non hanno avuto la possibilità di ricevere il latte materno, fondamentale per immunizzarsi. I danni potrebbero quindi essere permanenti”. Alla domanda se abbia o meno allertato le autorità competenti, la volontaria risponde di non aver chiamato nessuno perché “non sarebbe riuscita a tollerare le solite frasi di scherno. Ogni volta che chiedo aiuto alle forze dell’ordine è così. Il più gentile ti informa che il compito non è loro. Non è vero: le leggi in materia di randagismo parlano chiaro”. E conclude: “Dei cuccioli, cani o gatti, non importa niente a nessuno”. Foto: fonte video.

Rispetta il lavoro degli attivisti: riporta sempre la fonte originale dei contenuti che prelevi.

 Grazie!

 

Sudafrica. Pretoria s’indigna per la “gaffe” di Washington

Un esponente dell’Anc è stato fermato all’aeroporto di New York perché nella lista dei terroristi

Roberta Mura    

Gli Stati Uniti stanno collezionando una gaffe dietro l’altra. Dopo lo “scandalo” delle intercettazioni ai danni della cancelliera tedesca Angela Merkel (e non solo), si è alzato un nuovo polverone di polemiche contro gli Usa. Il nuovo malcontento proviene dall’Africa e in particolare dal Sudafrica. I dirigenti dell’African National Congress (Anc), il partito al potere, hanno “strigliato” Washington per il fermo di un loro dirigente, Tokyo Sexwale, un noto compagno di lotta di Nelson Mandela, all’aeroporto “John Fitzgerald Kennedy” di New York, perché nella lista dei “terroristi”. L’episodio, scrive martedì il quotidiano sudafricano The Times, risale al fine settimana appena passato. Gli ufficiali del servizio immigrazione hanno sostenuto che rappresentava “una minaccia per la sicurezza” degli Stati Uniti.
Sexwale, ex ministro per le Questioni abitative, già candidato alla guida dell’Anc, è stato rilasciato poche ore dopo e ha potuto proseguire il suo viaggio per Miami. Ma ha già fatto sapere che presenterà un esposto all’ambasciatore statunitense a Pretoria.
L’increscioso “incidente” ha fatto infuriare l’Anc e il governo di Pretoria che ha “invitato” gli Stati Uniti a “risolvere al più presto” il problema dei dirigenti della lotta contro l’apartheid ancora presenti nella lista nera nordamericana.
Fino al 2008, parliamo di cinque anni fa, tra i sospettati che rischiavano l’espulsione dagli Usa o l’arresto c’era anche Nelson Mandela.
A proposito dell’ex presidente sudafricano, la cui salute rimane ancora precaria, ieri il capo di un gruppo “razzista” che nel 2002 organizzò un attentato ai suoi danni è stato condannato a 35 anni di carcere da un tribunale di Pretoria.
Mike du Toit è il primo sudafricano a essere riconosciuto colpevole di tradimento dopo la fine dell’apartheid nel 1994. Insieme con Du Toit sono stati condannati a pene detentive 20 altri esponenti di Boeremag, un’espressione in lingua Afrikaans che vuol dire “Potere afrikaner”. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di aver organizzato nel 2002 una serie di attentati dinamitardi a Soweto, il sobborgo alle porte di Johannesburg simbolo della lotta contro l’apartheid.
29 Ottobre 2013- http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22588


Fusione termonucleare a deuterio-elio3

http://blog.ilmanifesto.it/scienziato/2013/10/30/fusione-nucleare-2/

IL MANIFESTO BLOG

   D’ambiente, nucleare, TAV e altri mostri…di Massimo Zucchetti
 
  • Avvertenza: questo non è un articolo completamente divulgativo.

     1.      Introduzione

    Negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento della domanda di energia nel mondo; le fonti energetiche utilizzate per soddisfarla comportano però problemi di diverso genere: ambientali (tutti le fonti fossili), di sicurezza (la fissione nucleare, con le sue scorie, gli incidenti e i problemi di proliferazione), di efficienza e disponibilità (le fonti solare, eolica o idroelettrica).

    Un reattore basato sulla reazione di fusione nucleare – viene normalmente asserito dalla comunità scientifica – prometterebbe di risolvere parte di questi problemi: può essere davvero un’energia pulita sia come emissioni radioattive che dal punto di vista dei rifiuti, sicura anche in caso di gravi incidenti e basata su un combustibile largamente disponibile? Vedremo come questo non sia del tutto vero per gli attuali progetti, ed occorra fare un passo in avanti, senza il quale la ricerca e sviluppo in questa direzione andranno a cozzare – prima o poi – contro problemi analoghi a quelli che hanno causato a livello mondiale il mancato sviluppo della fissione nucleare. Occorre abolire ex principio ogni problema dovuto alla presenza di radioattività: scorie, incidenti, trasporto di materiali nucleari, rilasci di radioattività durante il funzionamento e non. Chi non comprende questo nuovo approccio, è probabilmente ancorato ad una concezione della sicurezza e dell’impatto ambientale che deve essere superata.

    La ricerca scientifica sulla fusione nucleare e più specificamente sul suo possibile sfruttamento tecnologico impiega oggi grandi risorse economiche e umane. Tale tematica risulta attualmente di grande interesse per la comunità scientifica internazionale, come dimostrato dai numerosi ed ambiziosi progetti di ricerca ad essa dedicati in varie parti del mondo. In tal senso, anche l’Italia gioca un ruolo, essendo coinvolta in alcuni progetti attraverso sia Enti di ricerca e Università che con la propria industria: principalmente, ma non solo, con il progetto ITER.

    Solo ad un previa verifica della compatibilità ambientale di un qualunque reattore, basata sulla assenza di conseguenze dovute a incidenti con rilascio di radioattività, e nessuna produzione di scorie, un ulteriore sviluppo può ritenersi possibile e giustificato. Altrimenti, si tratta soltanto di risorse sottratte allo sviluppo di altre fonti energetiche.

    Le reazioni di fusione nucleare compatibili con l’utilizzo in una centrale elettrica sono diverse, ognuna con determinati vantaggi e svantaggi. L’attenzione della ricerca si sta focalizzando soprattutto sulla reazione fra deuterio e trizio (D-T) che presenta i requisiti fisici più accessibili per condurre “presto” al traguardo di un reattore commerciale; questa strada, nonostante sia la più semplice, non è però quella che garantisce i risultati migliori, poiché non eliminerebbe completamente né il problema delle scorie radioattive (costituite principalmente dalle strutture attivate dell’impianto) né quello della proliferazione, essendo il trizio un materiale rilevante dal punto di vista bellico. Si avrebbero problemi di trasporto di scorie. Si avrebbero problemi di rilascio di radioattività, per quanto contenuti.

    Vanno studiate altre opzioni.

    Una seconda opzione consiste nel far fondere con il deuterio l’isotopo più leggero dell’elio, quello con un solo neutrone (D-3He); la fusione in un plasma così composto (plasmi “avanzati”) richiede il raggiungimento di parametri molto stringenti, con temperature anche cinque volte superiori a quelle necessarie nei plasmi a D-T, ma i vantaggi ottenibili sarebbero notevoli. In primo luogo, i rifiuti radioattivi sarebbero decisamente minori e con un livello di attività e brevi tempi di dimezzamento tali da permetterne la completa declassificazione a rifiuti non radioattivi in breve tempo; nessun trasporto di scorie sarebbe necessario; inoltre il problema della proliferazione sarebbe completamente risolto, essendo impossibile, in reattori di questo tipo, sfruttare la reazione per ottenere nuclidi di interesse bellico. Infine, i plasmi a D-3He possono essere competitivi con quelli a D-T, nonostante il loro ridotto tasso di reazione, grazie alla conversione diretta dell’energia, un metodo grazie al quale sembra possibile trasformare l’energia della fusione direttamente in elettricità, con rendimenti prossimi al 100%.

    Ai plasmi avanzati sono associate alcune nuove problematiche di notevole interesse scientifico e modellistico: oltre al raggiungimento dei requisiti fisici necessari per la fusione, e all’approvvigionamento del combustibile, la modellizzazione matematico-fisica di un plasma avanzato richiede tecniche più sofisticate non solo di quelle della trasportistica neutronica nei reattori a fissione, ma anche di quella neutronica e particellare dei plasmi a Deuterio-Trizio, data la particolarità delle temperature, densità e specie particellari da trattare in questo caso, e dell’importanza dei fenomeni di transitorio durante la fase di accensione con innesco D-T, come verrà descritto in seguito.

    E’ questo problema teorico-modellistico e computazionale, che comprende diversi aspetti multidisciplinari della fisica matematica applicata al trasporto di particelle e all’energetica, quello che verrà affrontato in questo articolo.

    2.      Modelli avanzati di trasporto per reattori a fusione nucleare D-3He

    Per studiare questo nuovo tipo di reattori occorre procedere – anche – alla derivazione di modelli matematici per ottenere adeguate soluzioni approssimate all’equazione di Boltzmann sia in condizioni stazionarie che transitorie, al fine di indagare i fenomeni di trasporto neutronico e di particelle cariche nei reattori a fusione con plasmi avanzati deuterio-elio-3.

    Sostanzialmente è necessario adottare un approccio teorico mirante a mettere a punto modelli analitici volti a risolvere l’equazione di trasporto di particelle con approssimazioni che ne conservino la natura iperbolica e che permettano di determinare alcune grandezze efficaci che caratterizzino le popolazioni particellari soprattutto in condizioni transitorie. Risultano, infatti, non numerose le pubblicazioni che danno conto dell’evoluzione temporale della popolazione particellare nei sistemi a fusione, e ancora più scarse nel campo dei reattori tokamak a plasmi avanzati deuterio-elio-3: la natura pulsata e non steady-state dei plasmi sperimentali nei reattori a fusione avanzata impone invece trattazioni accurate delle fenomenologie verificantisi durante i transitori.

    Infatti, la reazione che si realizza in un reattore a D-3He è la seguente:

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    Il vantaggio principale della fusione del deuterio con l’elio-3 consiste nella assenza di neutroni fra i prodotti (presenti invece nei plasmi a D e T), che tenderebbero ad attivare le strutture del reattore. Bisogna però notare che in un plasma di deuterio ed elio-3 la fusione fra questi due nuclei non è l’unica che avviene: sono presenti alcune reazioni secondarie. In particolare due nuclei di deuterio possono reagire fra loro secondo le già note reazioni:

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    Nel 50% dei casi la reazione è causa di un flusso neutronico dall’energia relativamente limitata, ma comunque dannosa per le strutture; nell’altro 50% dei casi viene prodotto un nucleo di trizio che, oltre ad essere di per sé radioattivo, può reagire con un altro nucleo di deuterio secondo:

     

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    producendo neutroni altamente energetici. La reazione fra due nuclei di 3He non può, invece, avvenire poiché necessita di una temperatura superiore a quella che ha il plasma.

    Per raggiungere le elevatissime temperature necessarie al verificarsi delle reazioni di fusione nucleare è ovviamente necessario fornire al reattore una grande energia, e questo deve, per essere conveniente, restituirne una quantità superiore.

    Si definisce fattore di guadagno Q il rapporto fra l’energia fornita dal reattore e quella spesa per mantenere quest’ultimo nello stato stazionario. Si può inoltre definire un fattore di guadagno per casi non stazionari Q* – quale quello dei plasmi a D-3He, definito come:

     

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    I reattori sono energeticamente convenienti se il fattore di guadagno è superiore all’unità: questa situazione è detta di pareggio o breakeven. Nella situazione in cui la reazione stessa fornisce energia sufficiente per mantenere il reattore in equilibrio il fattore di guadagno è infinito, poiché non deve essere fornita alcuna energia al reattore: questa condizione è detta di ignizione, ed è quella che si realizza nelle stelle.

    L’obiettivo di un reattore a fusione nucleare commerciale deve essere il superamento della condizione di breakeven, senza però raggiungere l’ignizione: infatti, un plasma che non necessita di potenza dall’esterno sarebbe completamente ingovernabile.

    Oltre alla temperatura, i più importanti parametri di un plasma sono la sua densità (n) e il tempo di confinamento dell’energia (τe); quest’ultimo è il tempo caratteristico in cui il sistema perde energia (in modo esponenziale), ed è quindi definito come:

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    Poiché il plasma perde continuamente energia, la condizione minima per un funzionamento economico del reattore è che l’energia termonucleare prodotta possa supplire a tali perdite. La potenza in uscita dal plasma PT è la somma di quella prodotta dalla reazione termonucleare Pth e quella persa per trasporto o bremsstrahlung PL; supponendo che PT venga trasformata in potenza elettrica e successivamente in potenza di riscaldamento con un rendimento η, la potenza di riscaldamento massima cedibile è  ηPT. Il criterio di economicità è quindi:

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    (dove E è l’energia fornita da una singola reazione αT1/2 è la radiazione per bremsstrahlung) che è solo funzione della temperatura.

    Per un plasma a DT, con η=1/3, la curva tracciata in funzione della temperatura presenta un minimo ad una temperatura di circa 25 keV, cui corrisponde il più basso nτe compatibile con l’economicità del reattore. Il criterio secondo cui:

     

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    è detto criterio di Lawson. È da notare che la curva di Lawson sta sopra alla curva di breakeven: questo vuol dire che l’economicità non coincide con il breakeven (Q=1).

    Se, in modo analogo a quanto fatto in precedenza, si impone che non ci sia iniezione di energia dall’esterno, ossia il plasma si autoalimenta, si ottiene il criterio cosiddetto di ignizione; in questo caso:

     

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    Il minimo delle curve considerate è dovuto al fatto che: alle basse temperature la radiazione per bremsstrahlung è superiore all’energia prodotta dalla reazione di fusione, ancora bassa; alle alte temperature le perdite di energia salgono più rapidamente di quanto faccia l’energia prodotta, visto che la sezione d’urto <συ> presenta un massimo e poi scende. Questo fatto rende un reattore a fusione nucleare particolarmente stabile poiché un innalzamento della temperatura fa incrementare le perdite di trasporto, e quindi causa lo spegnimento della reazione.

    Il riscaldamento del plasma alle temperature necessarie affinché la reazione di fusione abbia luogo è uno dei problemi maggiori, soprattutto per quanto riguarda i plasmi avanzati che richiedono temperature molto elevate, fino a cinque volte quella prima evidenziata per il D-T.

    Il riscaldamento per effetto Joule è un buon punto di partenza, ma poiché la sua efficienza scende con T-3/2, non può essere la soluzione per raggiungere il punto di accensione. Le alternative applicabili per coadiuvare il riscaldamento ohmico possono essere riassunte in: iniezione di particelle neutre, riscaldamento a radiofrequenze (RF) o riscaldamento mediante particelle alfa.

    Quest’ultimo è quello dovuto agli urti dei nuclei di 4He provenienti dalle reazioni di fusione dei plasmi a D-T e D-3He; ed è proprio su tale meccanismo che si basa l’idea di raggiungere la fusione del D-3He mediante l’innesco a D-T (“fiammifero di Coppi” dal nome di Bruno Coppi, lo scienziato del MIT che ha ideato la procedura, e con il quale l’autore collabora dal 2005 come “research affiliate” al MIT. Massachussetts Institute of Technology)

    Per quanto riguarda la messa a punto di uno strumento numerico di supporto alla ricerca considerata, si rileva come tale attività risulti fondamentale visto il crescente bisogno di dettagliate e precise analisi sulle distribuzioni particellari e neutroniche ad alta risoluzione spaziale su sempre più complesse geometrie tridimensionali, specialmente durante la fase transitoria di accensione sopra descritta. Data la complessità di tale ambito di ricerca l’approccio usuale a tali problemi è di tipo teorico e prevede tecniche numeriche basate sul metodo Monte Carlo. L’onere, in termini di tempo di calcolo, di tali analisi numeriche impone la ricerca di metodi di riduzione della varianza onde aumentare l’efficienza computazionale di tali analisi, nonostante l’incessante sviluppo delle risorse hardware e il miglioramento continuo degli algoritmi per il calcolo parallelo. Ciò che ci si propone è di studiare un cosiddetto metodo “globale” di riduzione della varianza, ossia una tecnica che permetta un trasporto di particelle efficiente, al fine di consentire il calcolo delle grandezze sotto indagine con la dovuta precisione in tutto il dominio spaziale di riferimento. Naturalmente, un tale strumento numerico può essere efficacemente utilizzato anche per le analisi stazionarie di routine tipicamente volte alla valutazione di quelle grandezze necessarie per la progettazione dei componenti dei reattori a fusione, quali la deposizione di potenza, il danneggiamento da radiazione nei materiali e l’inventario di prodotti di attivazione per conseguenti valutazioni dosimetriche.

    Si osserva che, sebbene ci si inquadri nell’ambito di ricerca sullo sfruttamento tecnologico della fusione nucleare, i risultati che ci si prefigge risultano poco esplorati allo stato attuale delle ricerca nell’ambito: allo stato attuale, la modellistica per i reattori a fusione a plasmi avanzati è sempre stata costituita da generalizzazioni di quella utilizzata per i reattori a plasmi convenzionali deuterio-trizio, che – come si è visto – possono risultare insufficienti data la particolarità delle temperature, densità e specie particellari da trattare in questo caso, e dell’importanza dei fenomeni di transitorio durante la fase di accensione con innesco D-T.

    3.      Applicazione

    Fin dagli anni ’80 sono stati proposti esperimenti che permettano a un plasma di D-3He di raggiungere le condizioni di fusione. Sulla base delle tecnologie sviluppate per il tokamak compatto ad alto campo magnetico Ignitor è stato proposto un esperimento basato su un plasma a D-3He, ad alto campo magnetico, più grande e potente rispetto a Ignitor: Candor, che secondo gli studi di fattibilità dovrebbe essere in grado di raggiungere le condizioni di fusione per un plasma a D-3He sulla base delle esistenti tecnologie e conoscenze.

    I parametri di riferimento sono:

     

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    Questi parametri dovrebbero consentire alla parte centrale del plasma di operare nella seconda regione di stabilità, ovvero in quel regime di funzionamento corrispondente alla seconda soluzione dell’equazione differenziale descrivente l’equilibrio di un plasma ignito. Nel primo regime, evidentemente, è possibile ottenere modi di funzionamento più stabili e collaudati, mentre la seconda regione di stabilità, pur non essendo fino ad ora stata ottenuta per alcun plasma reale, può essere più facilmente raggiunta in caso di macchine compatte ad alto campo e triangolarità intorno allo 0,35, configurazione nella quale le proprietà di contenimento e stabilità sono tali da permettere l’accesso a questo ulteriore regime.

    La fase finale della  ricerca consiste nell’applicazione della modellistica messa a punto all’analisi del progetto Candor e alla sua proposta a livello di comunità scientifica, quale credibile prima macchina sperimentale a fusione realmente “pulita”.

    4.      Interdisciplinarietà e verifica di compatibilità ambientale

     Una centrale a fusione costituisce un sistema complesso, in cui le diverse parti e aspetti sono legati tra loro da leggi complesse. Abbiamo prima di tutto il plasma, in cui le teorie caotiche devono essere applicate per prevedere il comportamento delle particelle, con temperature di milioni di gradi. Poi ci sono i magneti, in cui le temperature sono criogeniche e i campi magnetici sono governati da relazioni complesse. Fra plasma e magnetici, in un reattore a fusione avanzata, non abbiamo il mantello, ma soltanto la prima parete e il vessel.

    Un approccio multidisciplinare è un punto chiave di questo studio: diverse discipline sono coinvolte: la fisica dei reattori a fusione, la teoria dei modelli matematici avanzati per la risoluzione dell’equazione del trasporto, le tecniche numerico-computazionali per la messa a punto di uno strumento numerico efficiente basato sul metodo Monte Carlo mediante l’affinamento di particolari metodi “globali” di riduzione della varianza, la scienza dei materiali, etc.

    Il reattore a fusione avanzata potrà trovare sviluppo nel campo degli studi sulla sicurezza dei reattori nucleari a fusione e sulla questione dei rifiuti radioattivi per la fusione, proponendo il ciclo del combustibile DHe3 come una possibile soluzione. Soluzioni innovative in questi settori potrebbero essere un chiaro vantaggio della fusione rispetto alla fissione, in vista della sua accettazione a livello di pubblica opinione.

    Per quanto riguarda i rifiuti radioattivi, la clearance (cioè, la declassificazione dei materiali a “non radioattivi”) di tutti i componenti del reattore, dopo un sufficiente periodo di decadimento intermedio, dovrebbe essere l’obiettivo finale di un reattore ambientalmente accettabile.

    La dimostrazione della “sicurezza passiva” del reattore sarebbe anche necessaria: questo concetto può essere tradotto come dosi trascurabili, ordini di grandezza rispetto a quelle ritenute oggi “sicure”, alla popolazione anche in caso dei peggiori incidenti ipotizzabili con rilascio ambientale radioattivo.

    Anche se fattibili in teoria, questi obiettivi saranno difficili da ottenere per i reattori a fusione con il ciclo del combustibile deuterio-trizio. Come ulteriore passo verso le opzioni di sicurezza passiva e rifiuti zero, le caratteristiche dei reattori a fusione basati sui cicli avanzati del combustibile appaiono ideali.

    Solo ad un previa verifica della compatibilità ambientale dei reattori a fusione avanzata, basata sulla assenza di conseguenze dovute a incidenti con rilascio di radioattività, e nessuna produzione di scorie, un ulteriore sviluppo può ritenersi possibile.

     Bibliografia generale

    1. L. El Guebaly, M. Zucchetti, “Recent developments in environmental aspects of D-3He fuelled fusion devices ”, Fus. Eng. and Des. 82 (2007) 351-361
    2. J. F. Santarius, G. L. Kulcinski, L. A. El-Guebaly, H. Y. Khater, “Could advaced fusion fuels be used with today’s technology?”, Journ. of Fus. En. 17 (1998) 33-40
    3. M. Zucchetti, “The zero-waste option for nuclear fusion reactors: advanced fuel cycles and clearance of radioactive materials”, Ann. of Nucl. En. 32 (2005) 1584-1593
    4. M. Zucchetti, L. E. Sugiyama, “Advanced fuel cycles for fusion reactors: passive safety and zero-waste option”, Journ. of Phys.: Conf. Series 41 (2006) 496-501
    5. B. Coppi, P. Detragiache, S. Migliuolo, M. Nassi, B. Rogers, “D-3He burning, second stability region, and the Ignitor experiment”, Fus. Tech. 25 (1994) 353-367
    6. B. Coppi, “Physics of neutronless fusion reacting plasmas”, Phys. Scripta T2/2 (1982) 590-595
    7. J. S. Herring, T. J. Dolan, “Safety in the ARIES III D-3He tokamak reactor design”, Proceedings of the 14th IEEE/NPSS Symposium on Fusion Engineering, San Diego, 1991, p. 708-711
    8. W. Horton, F. Porcelli, P. Zhu, A. Aydemir, Y Kishimoto, T. Tajima, “Ignitor physics assessment and confinement projections”, Nucl. Fus. 42 (2002) 169-179
    9. G. L. Kulcinski, J. P. Blanchard, L. A. El-Guebaly, G. A. Emmert, H. Y. Khater, C. W. Maynard, E. A. Mogahed, J. F. Santarius, M. E. Sawan, I. N. Sviatoslavsky, L. J. Wittemberg, “Summary of Apollo, a D-3He tokamak reactor design”, Fus. Tech. 21 (1992) 1779

     

    Articoli sui Reattori a Fusione a D-He3

    1. M.Zucchetti, ‘Neutron activation in first-wall materials for advanced-fuel fusion reactors’, Fusion Technol., 19 (1991) 852, American Nuclear Society, LaGrange Park, Illinois (USA).
    2. M.Zucchetti, ‘Neutron damage comparison of fusion fuel cycles’, Trans. Am. Nucl. Soc., 65 (1992) 188, American Nuclear Society, LaGrange Park, Illinois (USA).
    3. M.Zucchetti, ‘Environmental Advantages of advanced fuel fusion reactors’, Proc. ICENES 98 Meeting, Tel Aviv (Israel), june 1998, p.304.
    4. M. Zucchetti, “The Zero-Waste Option For Nuclear Fusion Reactors: Advanced Fuel Cycles and Clearance of Radioactive Materials”, Annals of Nuclear Energy 32/14 (2005) 1584-1593.
    5. M. Zucchetti, L.E. Sugiyama “Advanced Fuel Cycles for Fusion Reactors: Passive Safety and Zero-Waste Options”, European Physical Society 19th Nuclear Physics Divisional Conference “New Trends in Nuclear Physics Applications and Technology”, Pavia (Italy), September 2005. Journal of Physics: Conference Series 41 (2006) 496–501. Available at: http://www.iop.org/EJ/toc/1742-6596/41/1
    6. M. Zucchetti, G. Cambi, D. Cepraga, A. Ciampichetti, ‘Neutronics, activation and waste management of the Candor experiment’ Annals of Nuclear Energy 34 (2007) 687–692
    7. L. El-Guebaly, M. Zucchetti, ‘Recent Developments in Environmental Aspects of D-3He Fuelled Fusion Devices’, Fus. Eng. And Des 82 (2007) 351–361
    8. M. Zucchetti “Advanced fuel fusion reactors: towards a zero-waste option” in: Veda B. Durelle (ed) “Nuclear Energy Research Progress”, Nova Science Publishers, New York (2008), ISBN-10: 1604563656.
    9. M. Zucchetti, L. Bonavigo “Advanced fuel fusion reactors: towards a zero-waste option”, Proc. Int. Conf. INCREC 2010, Amman (Jordan), march 2010, CD-ROM. ISBN 978-1-4244-5214-9.
    10. M. Zucchetti, “Heat Load Analyses For Advanced-Fuel Nuclear Fusion Reactors”, Atti 65º Convegno Nazionale ATI, Domus De Maria (Cagliari, Italia), Settembre 2010. CD ROM
    11. M.Zucchetti, “Exploration Of Clearance Strategy for an advanced-fuel fusion device”, Fusion Sci. And Technol., 60,2 (2011) 743-747.
    12. M.Zucchetti, “Safety Analyses For Candor, an Advanced-Fuel Fusion Device”, Fusion Sci. And Technol., 60,2 (2011) 786-790.
di massimozucchetti 
pubblicato il 30 ottobre 2013 

I figli rubati

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ai cittadini non comunitari ma sul suolo
europeo viene garantito, con soldi, il ricongiungimento. Le
famiglie degli indigeni, se indigenti, vanno distrutte.

La società civile se ne sbatte. Sono solo bambini.

I figli rubati

Posted By Redazione On 28 ottobre
2013 

 
07/10/2013

 

Furore          sconvolta. Cinque bambini sottratti ad una famiglia

Furore sconvolta. Cinque bambinisottratti ad una famiglia

Furore sconvolta. Cinque bambini sottratti ad una famiglia. Nella cittadina della Costiera amalfitana che si incunea fra Amalfi, Praiano ed Agerola, c’è grande sconcerto per una vicenda che vede la sottrazione di cinque bambini dalla loro legittima famiglia perchè non sarebbero stati in grado di mantenerli…
 

 
I figli rubati – di Chiara Lyn Russo
 
C’è una famiglia normale, fino a qualche anno fa anche felice,
che si ritrova in indigenza economica. C’è un padre che va dal sindaco a chiedere un lavoro. C’è un sindaco che delega all’ufficio di assistenza sociale la verifica della situazione. C’è una perizia dell’assistente sociale, che
indica lo stato economico della famiglia e la “presunta” o
“evidente” impossibilità di mantenere i figli.

 
C’è un Tribunale che decide sulla base di perizie di assistenti
sociali quando sia il caso di togliere i minori alle relative famiglie.

C’è un avvocato che tutela le famiglie e che poi chiede il
pagamento della parcella. C’è l’impossibilità per la famiglia di pagarlo.

C’è il vortice nel quale cade la famiglia che si vede portar via
una bella mattina i bambini dai poliziotti e da oggi, può vederli solo una volta alla settimana, per un’ora, nelle fredde stanze di una casa famiglia, nella quale è difficilissimo entrare e capire cosa accade.
 
Tutto questo rappresenta la tendenza attuale del lavoro degli assistenti sociali, che forzano le perizie, che fanno in modo di portar via i figli a famiglie che poco tempo fa potevano occuparsene tranquillamente, spostandoli paradossalmente in case famiglia che gravano lo Stato di un
costo mensile che si aggira intorno ai 3mila euro a persona.

Gli ultimi due casi di cronaca, quello di Gonnesa, nel quale una giovanissima coppia si vede sospendere la patria podestà di un bimbo di tre mesi solo perché indigente e quello di una coppia di Torre Annunziata, che si vede strappar via due bimbi di uno e due anni, perché era andata in comune a chiedere un lavoro, fanno emergere un quadro agghiacciante, una situazione sommersa, silenziosa, fatta di vergogne e dolori, di famiglie distrutte dall’incompetenza e dalla perversione di un sistema che non applica le norme, ma si arroga il diritto di decidere degli affetti, un sistema che aggredisce la base della società, la famiglia.
 
In passato, gli assistenti sociali hanno chiuso gli occhi
dinanzi ad evidentissimi casi di abusi, ora, chissà come
mai, vista la generale situazione economica, dovuta alla
politica del debito dettata dall’Unione Europea e alla
scellerata conduzione politica italiana, in mano a gente
facente parte di oscuri gruppi di potere massonico (vedi
Bilderberg, Trilaterale, Aspen Institute), si tende a
”rapire” i figli di gente per bene, davanti a tanta gravità,
bisogna porsi delle domande, sollevarsi da terra e cercare
di analizzare la situazione dall’alto per vederci più
nitidamente.
 
Chi sceglie di informarsi sui progetti di questi politici, avrà chiaro il perché i bambini vengano strappati alle famiglie utilizzando la teoria che il reddito possa essere un metro di giudizio, al contrario di quanto previsto dalla legge italiana, che in materia di affido, con l’articolo 149/2001 recita al comma 2 :

“Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria
famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti
interventi di sostegno e di aiuto”.
 
E’ chiaro quindi che prima di togliere la patria podestà, prima di spedire come pacchi in volanti della polizia i bambini in case famiglia, bisogna effettuare tutta una serie di accertamenti che esulano dalla capacità economica della famiglia e qualora si evidenziassero carenze reddituali; gli
assistenti sociali avrebbero il compito di occuparsi di ”sostenere” con degli aiuti queste famiglie, il che costerebbe sicuramente meno ai contribuenti rispetto all’affidamento in casa famiglia dei minori, con il vantaggio di evitare veri e propri shock emotivi a queste persone, che hanno in fondo la sola colpa di trovarsi in Paesi che hanno ceduto la propria sovranità monetaria e che quindi ora si trovano travolti da una crisi pianificata, voluta per aumentare il potere di un ente oligarchico che si chiama Unione Europea, che continua ad indebitarci prestandoci moneta che potremmo stamparci da soli, eliminando il problema del pagamento di interessi che paghiamo per della carta che non è legata nemmeno a riserva aurea, una vera follia!
 
La disgregazione dei valori che fino ad oggi hanno tenuto in piedi la nostra nazione, già fortemente infiltrata dalla massoneria, è voluta, si tratta di un disegno preciso volto all’instaurazione di qualcosa di diverso, fatto di
controllo totale della gente, di cessione di ogni sovranità, e della perdita di ogni diritto che fino ad oggi avevamo dato per scontato. Ricordiamo la prassi utilizzata per spedire sempre nuova carne da macello nella Comunità Forteto alle porte di Firenze, comunità finanziata con 1,2 milioni di euro dal 1997 al 2010 dalla Regione Toscana, fondata nel 1977 e nella quale per decenni si sono sperimentati gli abusi più indicibili su minori strappati alle famiglie di origine, gestita da Rodolfo Fiesoli,
condannato per abusi e stupro e poi rilasciato inspiegabilmente
nel 1979, e da Luigi Goffredi. L’obiettivo principale della setta e della comunità finanziata dalla regione pare fosse “la distruzione della normalità” e l’approdo ad una società distopica della confusione sessuale.
 
I giudici che hanno inviato i minori a “Il Forteto” nonostante le condanne penali e quelle in sede europea e i Servizi Sociali che hanno consigliato la struttura, hanno mai pagato per le loro responsabilità? E perché, soprattutto i media (conniventi e di proprietà dei soliti noti), non fanno e
non hanno fatto emergere questo tipo di problematiche sociali?
La massoneria, ormai presente in tutti gli uffici, in ogni ente, diramata silenziosamente in ogni anfratto della nostra struttura sociale, con i suoi rappresentanti, sta lavorando da sempre per la distruzione di ciò che conosciamo come nostra sicurezza, come certezza di bene comune.
 
Negli ultimi anni il fenomeno dei bambini tolti alle famiglie è aumentato del 29,3% (fonte Panorama) e questa è un’annosa faccenda che riguarda tutti i cittadini, nessuno escluso.

La disperazione di aver perso un figlio ingiustamente è inenarrabile e ci si trova impotenti di fronte ad un sistema malato che ingoia nel buio centinaia di bambini.

Grande confusione sotto e sopra le banche

 ate le dimensioni della bancarotta, due sole soluzioni: riorganizzare le banche con un sistema tipo Glass-Steagall, o sopprimere la popolazione per salvare le banche

 Redazione

martedì 29 ottobre 2013 16:43


da Movisol.

 Con l’avvicinarsi della prossima grande crisi bancaria, il caos regna sovrano tra coloro che prendono le decisioni. Le dimensioni della bancarotta sono tali che si offrono solo due soluzioni: riconoscere che il sistema non è salvabile, e procedere ad una riorganizzazione di tipo Glass-Steagall, o scegliere la miscela mortale di espansione monetaria, tagli al bilancio e prelievi forzosi – cioè sopprimere la popolazione per salvare le banche. Indovinate quale via si è imboccata.

  1. Un’uscita dalla politica di espansione monetaria iperinflazionistica della Federal Reserve è stata rinviata. Infatti, la Fed ha persino aumentato, in corrispondenza con la cosiddetta “crisi del debito USA”, la dose mensile di metadone per le banche, acquistando 100 miliardi di titoli – ben al di sopra della quota stabilita di 85.
  2. Il 19 ottobre La Repubblica ha dato notizia di una lettera segreta inviata da Mario Draghi alla Commissione UE, in cui si consigliava di astenersi dall’applicare procedure di bail-in prima che si insedi il Meccanismo Unico di Risoluzione (SRM), l’ente europeo che dovrebbe gestire le liquidazioni bancarie. «Il presidente della Bce non è contrario a far pagare i creditori quando l’unione bancaria europea sarà a velocità di crociera. Draghi però teme che imporre ora perdite sui bond, potenzialmente per decine di banche europee allo stesso tempo, può destabilizzare i mercati», scrive il quotidiano di De Benedetti. Forse Draghi è informato di una fuga degli investitori già in corso? Colpisce la corrispondenza di date: la lettera sarebbe stata scritta nei giorni in cui la Commissione UE costringeva Monte dei Paschi a un mini-default su tre titoli subordinati, come condizione per approvare il salvataggio tramite i Monti-bonds. La BCE non rinuncia al prelievo forzoso, ma lo rimanda al momento in cui avrà tutte le banche in gabbia, e potrà farlo di soppiatto.
  3. Il 16 ottobre i ministri delle Finanze dell’UE hanno approvato definitivamente il Meccanismo di Supervisione Unico (SSM), una delle due “colonne” dell’Unione Bancaria, che permetterà alla BCE di sorvegliare 150 banche europee. Ora la BCE può cominciare la messinscena dell’ispezione generale e dei cosiddetti “stress test”, che si concluderà con un conto salato di centinaia di miliardi. Ma prima che il conto venga presentato, i governi sono chiamati a preparare i “backstops”, e cioè il libretto degli assegni. Solo i crediti inesigibili delle banche spagnole e italiane assommano ad almeno 230 miliardi nei prossimi due anni. Le banche di altri paesi, come Francia, Germania e Gran Bretagna, hanno perdite anche superiori, ma riescono a nasconderle perché derivanti maggiormente da attività finanziarie.
  4. Il conto sarà pagato principalmente stampando moneta. L’UE ha già predisposto l’esonero dalla regola del pareggio di bilancio per gli aiuti bancari (cfrSAS 42/13). Si spera di tenere a galla le banche fino a quando il SRM non sarà a regime, scadenza che si sta pensando di anticipare al 2015 invece del 2018.
  5. Non c’è ancora accordo sul SRM. Mentre la BCE e la Commissione UE vogliono che le liquidazioni bancarie (col bail-in) siano gestite da un ente centrale europeo, la Germania si oppone, ma questo potrebbe cambiare qualora si trovasse un sotterfugio per evitare la bocciatura della Corte Costituzionale.Il Commissario al mercato interno Michel Barnier ha proposto che tale ente centrale sia sottoposto al Meccanismo di Stabilità Europeo (ESM). Così si affiderebbe ad un ente extra-legale, i cui dirigenti hanno discrezione totale e godono di immunità dalla legge, il potere di chiudere le banche e usare i soldi di azionisti, obbligazionisti e risparmiatori per pagarne i debiti, dopodiché, se non basta, attingere al “back stop” di 700 miliardi di soldi dei contribuenti.
  6. Il FMI ha proposto, e poi “ripudiato”, un prelievo del 10% sui conti privati per ridurre il debito pubblico. Nel suo Fiscal Monitor del 13 ottobre, a pag. 49, si legge: «Il forte deterioramento delle finanze pubbliche in molti paesi ha rinnovato l’interesse in un‘prelievo di capitale’ – una tassa una tantum sulla ricchezza privata – come misura straordinaria per ripristinare la sostenibilità del debito. Il vantaggio è che una tassa simile, se applicata prima che sia possibile evitarla e si percepisce che non verrà ripetuta, non distorce il comportamento (e qualcuno potrebbe addirittura considerarla equa)». A seguito di energiche proteste, un portavoce del FMI ha specificato che l’organismo “non raccomanda” alcun prelievo di capitale

Fonte: http://www.movisol.org/13news186.htm

Via Calvi, disperazione dopo lo sgombero: “Dimenticati dal Comune, ma ci mandano la Tares”

BOLDRINI queste persone non hanno diritto a niente? Ve ne ricordate solo per INVIARE LORO LE CARTELLE DELLA TARES?

Le storie delle 17 famiglie fatte uscire stamattina dall’immobile occupato abusivamente. “Mio figlio sarà operato a giorni e siamo senza casa”. “Gli agenti sono entrati con violenza, senza il minimo rispetto”. Orlando: “Sgombero disposto da magistratura”

 Riccardo Campolo29 Ottobre 2013

La “tendopoli” allestita nel porticato della palazzina – foto Campolo

Toni, Sonia, Fabio. Questi sono solo alcuni nomi delle persone sgomberate questa mattina dall’immobile di via Pasquale Calvi. Ad attenderli ci sarà una lunga notte all’addiaccio, nella “tendopoli” allestita nel porticato sotto il palazzo. La zona è stata completamente chiusa per permettere alle forze dell’ordine di procedere con le operazioni. Attorno alla palazzina regna il caos: poliziotti, vigili del fuoco, bambini che piangono, intere famiglie disperate per un futuro sempre più incerto: “Vogliamo qualche risposta dal sindaco – spiega Veronica Severino, 24 anni – perché tutti meritano un tetto sopra la testa. Facciano qualcosa”.

 La sua storia è comune a quella di tanti altri inquilini dello stabile, sfitto da ventotto anni. Veronica viveva a casa con il compagno ed il figlio disabile: “Mio figlio è nato con una malattia congenita ed ha i piedi storti. Fra venti giorni dovrà affrontare la terza operazione ed ora ci ritroviamo senza una casa. Sia io che il mio compagno siamo disoccupati. Lui ha perso il lavoro tempo fa, io non posso averne uno perché devo pensare alla salute del mio bambino”. Nelle sue condizioni vivevano altre diciassette famiglie, che come lei si preparano a a dormire nelle tende montate per l’occasione. “Siamo senza prospettive ed ora – ci spiega – non potremo fare altro che tornare a vivere in macchina“. Il nervosismo aumenta, fra le urla degli occupanti e le lacrime dei bambini. Alcuni di loro non hanno nemmeno un anno. Gli operai della ditta di trasporti scendono con la gru una culla cosicché i genitori possano rimettere a dormire i propri figli.

 SGOMBERO ABUSIVI IN VIA CALVI – FOTO CAMPOLO

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Piccoli, ancora con gli occhi impiastricciati e la colazione che sicuramente gli sarà andata di traverso. “Fateci parlare con tranquillità”. Con questa frase, secondo quanto raccontato daBenedetta Ventimiglia (25 anni), gli agenti delle forze dell’ordine avrebbero chiesto di entrare nelle abitazioni occupate. “Non hanno avuto il minimo rispetto. Sono entrati con violenza, mentre i bambini facevano colazione prima di andare a scuola o addirittura ancora dormivano”. Anche Benedetta condivide le stesse difficoltà dei suoi compagni “d’avventura”. Fra quelle quattro mura viveva con il compagno ed il figlio. Tutti e due non hanno un lavoro. “Avevamo chiesto 60 giorni di proroga, per cercare di capire cosa fare – spiega Benedetta -. Non abbiamo ricevuto mai sussidi e siamo disoccupati. Tramite il nostro avvocato abbiamo cercato anche il proprietario dell’edificio (lo stabile appartiene un privato, ndr) ma non ha alcuna intenzione di incontrarci. Gli abbiamo proposto di pagargli anche l’affitto”.

 Si avvicina anche una ragazzina. Non ha ancora sedici anni, ma sembra che già ne abbia passate tante. “Quando siamo arrivati, le case erano in condizioni pietose. Ci siamo attrezzati per l’allaccio della corrente elettrica, non la rubavamo. Ci stavamo muovendo anche per i contatori dell’acqua. Il comune – conclude – se ne lava le mani, però ci manda i bollettini per pagare la Tares”. Poi compare un altro ragazzo, di circa 30 anni, che ci spiega cosa gli è accaduto: “Avevo un’occupazione ed una casa, anche graziosa. Poi ho perso il lavoro ed il proprietario voleva ugualmente la ‘mesata’. L’ho dovuta lasciare, dopo i tanti sacrifici fatti per dare dignità alla mia famiglia”.

 Dell’amministrazione comunale non si vede nessuno. Ad interessarsi della questione c’è Maurizio Castagnetta, responsabile territoriale del gruppo Ora Palermo: “Rimprovero alla polizia i metodi dello sgombro. Non c’era bisogno di intervenire così, soprattutto perché non è educativo nei confronti dei bambini che vanno ad ogni costo tutelati. Queste famiglie non hanno mai ricevuto alcuna assistenza, il comune se n’è disinteressato. Si fanno tutti belli in campagna elettorale. Promettono e poi scompaiono, o addirittura ti levano il saluto. Questa gente non ha rappresentanza. Orlando, Crocetta ed i partiti non gli voltino le spalle. Dalle ultime statistiche sono oltre 12 mila senza tetto in città, a fronte di oltre 20 mila richieste. I fondi europei dove vanno a finire? Che ci fanno con i beni confiscati alla mafia? Devono trovare una soluzione. Nessuno merita questo trattamento”.

 Annuncio promozionale

 Fanno capolino anche i ragazzi del centro sociale Anomalia: “Questa è una comoda non-soluzione per i politici che invece di risolvere i problemi – spiega il portavoce Emilio Spera – li aggravano estendendo una emergenza sociale che attanaglia da decenni la nostra città”. Il sindaco Orlando è intervenuto successivamente con una nota stampa, nella quale precisa che “lo sgombero di oggi non è stato effettuato su disposizione del comune ma della magistratura. Sul posto ci sono gli assistenti sociali (ma i presenti ne lamentavano l’assenza, ndr) perché è dovere dell’amministrazione fornire assistenza per l’applicazione di un provvedimento giudiziario, sia fornire assistenza alle famiglie coinvolte“.