Grande confusione sotto e sopra le banche

 ate le dimensioni della bancarotta, due sole soluzioni: riorganizzare le banche con un sistema tipo Glass-Steagall, o sopprimere la popolazione per salvare le banche

 Redazione

martedì 29 ottobre 2013 16:43


da Movisol.

 Con l’avvicinarsi della prossima grande crisi bancaria, il caos regna sovrano tra coloro che prendono le decisioni. Le dimensioni della bancarotta sono tali che si offrono solo due soluzioni: riconoscere che il sistema non è salvabile, e procedere ad una riorganizzazione di tipo Glass-Steagall, o scegliere la miscela mortale di espansione monetaria, tagli al bilancio e prelievi forzosi – cioè sopprimere la popolazione per salvare le banche. Indovinate quale via si è imboccata.

  1. Un’uscita dalla politica di espansione monetaria iperinflazionistica della Federal Reserve è stata rinviata. Infatti, la Fed ha persino aumentato, in corrispondenza con la cosiddetta “crisi del debito USA”, la dose mensile di metadone per le banche, acquistando 100 miliardi di titoli – ben al di sopra della quota stabilita di 85.
  2. Il 19 ottobre La Repubblica ha dato notizia di una lettera segreta inviata da Mario Draghi alla Commissione UE, in cui si consigliava di astenersi dall’applicare procedure di bail-in prima che si insedi il Meccanismo Unico di Risoluzione (SRM), l’ente europeo che dovrebbe gestire le liquidazioni bancarie. «Il presidente della Bce non è contrario a far pagare i creditori quando l’unione bancaria europea sarà a velocità di crociera. Draghi però teme che imporre ora perdite sui bond, potenzialmente per decine di banche europee allo stesso tempo, può destabilizzare i mercati», scrive il quotidiano di De Benedetti. Forse Draghi è informato di una fuga degli investitori già in corso? Colpisce la corrispondenza di date: la lettera sarebbe stata scritta nei giorni in cui la Commissione UE costringeva Monte dei Paschi a un mini-default su tre titoli subordinati, come condizione per approvare il salvataggio tramite i Monti-bonds. La BCE non rinuncia al prelievo forzoso, ma lo rimanda al momento in cui avrà tutte le banche in gabbia, e potrà farlo di soppiatto.
  3. Il 16 ottobre i ministri delle Finanze dell’UE hanno approvato definitivamente il Meccanismo di Supervisione Unico (SSM), una delle due “colonne” dell’Unione Bancaria, che permetterà alla BCE di sorvegliare 150 banche europee. Ora la BCE può cominciare la messinscena dell’ispezione generale e dei cosiddetti “stress test”, che si concluderà con un conto salato di centinaia di miliardi. Ma prima che il conto venga presentato, i governi sono chiamati a preparare i “backstops”, e cioè il libretto degli assegni. Solo i crediti inesigibili delle banche spagnole e italiane assommano ad almeno 230 miliardi nei prossimi due anni. Le banche di altri paesi, come Francia, Germania e Gran Bretagna, hanno perdite anche superiori, ma riescono a nasconderle perché derivanti maggiormente da attività finanziarie.
  4. Il conto sarà pagato principalmente stampando moneta. L’UE ha già predisposto l’esonero dalla regola del pareggio di bilancio per gli aiuti bancari (cfrSAS 42/13). Si spera di tenere a galla le banche fino a quando il SRM non sarà a regime, scadenza che si sta pensando di anticipare al 2015 invece del 2018.
  5. Non c’è ancora accordo sul SRM. Mentre la BCE e la Commissione UE vogliono che le liquidazioni bancarie (col bail-in) siano gestite da un ente centrale europeo, la Germania si oppone, ma questo potrebbe cambiare qualora si trovasse un sotterfugio per evitare la bocciatura della Corte Costituzionale.Il Commissario al mercato interno Michel Barnier ha proposto che tale ente centrale sia sottoposto al Meccanismo di Stabilità Europeo (ESM). Così si affiderebbe ad un ente extra-legale, i cui dirigenti hanno discrezione totale e godono di immunità dalla legge, il potere di chiudere le banche e usare i soldi di azionisti, obbligazionisti e risparmiatori per pagarne i debiti, dopodiché, se non basta, attingere al “back stop” di 700 miliardi di soldi dei contribuenti.
  6. Il FMI ha proposto, e poi “ripudiato”, un prelievo del 10% sui conti privati per ridurre il debito pubblico. Nel suo Fiscal Monitor del 13 ottobre, a pag. 49, si legge: «Il forte deterioramento delle finanze pubbliche in molti paesi ha rinnovato l’interesse in un‘prelievo di capitale’ – una tassa una tantum sulla ricchezza privata – come misura straordinaria per ripristinare la sostenibilità del debito. Il vantaggio è che una tassa simile, se applicata prima che sia possibile evitarla e si percepisce che non verrà ripetuta, non distorce il comportamento (e qualcuno potrebbe addirittura considerarla equa)». A seguito di energiche proteste, un portavoce del FMI ha specificato che l’organismo “non raccomanda” alcun prelievo di capitale

Fonte: http://www.movisol.org/13news186.htm

Grande confusione sotto e sopra le bancheultima modifica: 2013-10-30T11:59:32+01:00da davi-luciano
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