Sudafrica. Pretoria s’indigna per la “gaffe” di Washington

Un esponente dell’Anc è stato fermato all’aeroporto di New York perché nella lista dei terroristi

Roberta Mura    

Gli Stati Uniti stanno collezionando una gaffe dietro l’altra. Dopo lo “scandalo” delle intercettazioni ai danni della cancelliera tedesca Angela Merkel (e non solo), si è alzato un nuovo polverone di polemiche contro gli Usa. Il nuovo malcontento proviene dall’Africa e in particolare dal Sudafrica. I dirigenti dell’African National Congress (Anc), il partito al potere, hanno “strigliato” Washington per il fermo di un loro dirigente, Tokyo Sexwale, un noto compagno di lotta di Nelson Mandela, all’aeroporto “John Fitzgerald Kennedy” di New York, perché nella lista dei “terroristi”. L’episodio, scrive martedì il quotidiano sudafricano The Times, risale al fine settimana appena passato. Gli ufficiali del servizio immigrazione hanno sostenuto che rappresentava “una minaccia per la sicurezza” degli Stati Uniti.
Sexwale, ex ministro per le Questioni abitative, già candidato alla guida dell’Anc, è stato rilasciato poche ore dopo e ha potuto proseguire il suo viaggio per Miami. Ma ha già fatto sapere che presenterà un esposto all’ambasciatore statunitense a Pretoria.
L’increscioso “incidente” ha fatto infuriare l’Anc e il governo di Pretoria che ha “invitato” gli Stati Uniti a “risolvere al più presto” il problema dei dirigenti della lotta contro l’apartheid ancora presenti nella lista nera nordamericana.
Fino al 2008, parliamo di cinque anni fa, tra i sospettati che rischiavano l’espulsione dagli Usa o l’arresto c’era anche Nelson Mandela.
A proposito dell’ex presidente sudafricano, la cui salute rimane ancora precaria, ieri il capo di un gruppo “razzista” che nel 2002 organizzò un attentato ai suoi danni è stato condannato a 35 anni di carcere da un tribunale di Pretoria.
Mike du Toit è il primo sudafricano a essere riconosciuto colpevole di tradimento dopo la fine dell’apartheid nel 1994. Insieme con Du Toit sono stati condannati a pene detentive 20 altri esponenti di Boeremag, un’espressione in lingua Afrikaans che vuol dire “Potere afrikaner”. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli di aver organizzato nel 2002 una serie di attentati dinamitardi a Soweto, il sobborgo alle porte di Johannesburg simbolo della lotta contro l’apartheid.
29 Ottobre 2013- http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22588


Sudafrica. Pretoria s’indigna per la “gaffe” di Washingtonultima modifica: 2013-10-30T15:05:04+01:00da davi-luciano
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