«NIENTE TAV SE È DANNOSA» – Parola di ministro dell’ambiente

Qualcuno si fida ancora di questi?

 http://video.corriere.it/ministro-ambiente-niente-tav-se-dannosa/93b6ca54-f936-11e2-a534-1599fd49895b

 La posizione del governo Letta sulla Tav è ormai nota, l’opera si deve fare per rispettare gli impegni presi con l’Europa.

Anche il ministro dell’ambiente Andrea Orlando si allinea alla posizione dei suoi colleghi, ma davanti ai tanti che nel Pd mugugnano contro un’opera considerata inutile accetta di assumersi la sua fetta di responsabilità: «Il mio ministero credo debba mantenere una posizione di terzietà, altri ministeri devono definire se un’opera è utile o non lo è. Il mio compito è quello di parlare attraverso degli atti: ci sono le valutazioni di impatto ambientale e valuteremo la Tav come tutte le opere».

La sorpresa da Orlando arriva a questo punto: «Se qualcuno dimostrasse che c’è un danno oggettivo per l’ambiente o un danno per la salute dei cittadini interverrò bloccando l’opera, a quel punto gli accordi europei verrebbero meno».

Orlando si sente sulle spalle un’infinità di impegni non mantenuti con gli altri paesi europei: «Dobbiamo lavorare per diminuire le procedure di infrazione aperte nei confronti del nostro paese, sono delle spade di damocle che ci espongono così come le emergenze che assorbono gran parte del mio lavoro».

La tutela dell’ambiente per Orlando deve partire dalla lotta contro il consumo di suolo: «Anche tra i costruttori c’è chi ha capito che il vero rilancio non può arrivare da nuove costruzioni ma dalla riqualificazione di quelle esistenti».

La nota dolente del ministero dell’ambiente è la mobilità sostenibile: «Non ci sono fondi per finanziarla, riusciremo ad appoggiare le città che si sono già impegnate in questo senso, di più non è possibile».

Questo errore li seppellirà PD+PDL partitounico

Oggi a causa di un errore del Presidente del Senato, si è finalmente palesato in modo chiaro e limpido come il sole che il PD e PDL non valutano gli emendamenti che vengono proposti così come le leggi, ma votano in base al segnale che viene dato loro.
Ora tocca a te diffondere questo video per mandarli ‪#‎tuttiacasa‬

 

Ferrovie ridicole nel dare dignità ai passeggeri, altro che grandi opere…..

UN PRIMO AGOSTO GIUNTO A SORPRESA PER LE FERROVIE DI STATO DI PORTA NUOVA!!

  Il 1° agosto, come risaputo,  arriva ogni anno a sorpresa: in modo assolutamente imprevedibile. Questo concetto è ben chiaro ai vertici delle Ferrovie di Stato (Trenitalia), che stamane hanno assistito, stupiti ed allibiti, al riempirsi della stazione di Porta Nuova (Torino) di migliaia di viaggiatori diretti verso le spiagge liguri di ponente.

   Il riversarsi, tanto inopportuno, di una miriade di passeggeri tra i binari della stazione, ivi condotti dall’insana intenzione di salire sul treno per Ventimiglia, ha gettato nel panico il luogo e, soprattutto, i quadri aziendali del “bravo” Moretti che hanno mascherato bene il loro disappunto.

   La cronaca di stamani è simile a tante altre già trattate dai media torinesi, ma credo valga la pena riassumerla. Il convoglio per Ventimiglia delle 8,35 ha registrato un ritardo di circa 25 minuti dalla stazione di partenza, Porta Nuova, comunicando solo all’ultimo il binario di stazionamento ed imbarco. Migliaia di passeggeri, tra cui molti bambini e tanti anziani preoccupati dalla calca in attesa, hanno deciso di attestarsi sul binario numero 5, quello storicamente sede di partenza della linea marittima, per scoprire all’ultimo minuto che in realtà il treno attendeva al numero 12 (dalla parte opposta).  

    L’avviso indicante il nuovo binario ha scatenato una sorta di esodo, fatto davvero da una marea umana variegata ed eterogenea, che ha attraversato la stazione tra mille ostacoli (tra cui carrelli delle pulizie, trasporto disabili e polizia ferroviaria). Uno slalom infernale, fatto a passo bersaglieresco, che ha visto cedere in ultima posizione proprio i più anziani spintonati da ogni dove.

   Naturalmente, al contempo, scendevano i viaggiatori del convoglio ora proveniente e poi diretto in Liguria. Centinaia di persone in controcorrente rispetto a coloro diretti all’imbarco: un fenomeno che ha scatenato il caos assoluto, gettando nel panico molte persone.

   Essendo giunto il primo agosto improvvisamente, come ogni anno, i vagoni erano visibilmente insufficienti ad accogliere i numerosi passeggeri, per cui una volta colmati i posti a sedere per molti si è avviato un viaggio, di parecchie ore, affrontato in piedi. Unica nota positiva è quella che l’aria condizionata, perlomeno alla partenza, sembrava essere in funzione.

   Sembrava il set di un film girato nella stazione di un Paese del terzo o quarto mondo. Una bolgia infernale in cui i più deboli hanno rischiato di non partire o, peggio, di crollare al suolo.

   La mia mente non può non andare alla notizia, quasi contemporanea alla visione infernale di stamane in Porta Nuova, della super talpa scavatrice giunta ieri a Chiomonte per lo scavo TAV. Camionate letterali di Euro impegnati, ad ogni costo anche sulla testa delle popolazioni, per la “fondamentale” tratta ad alta velocità Torino – Lione, mentre Trenitalia non è neppure in grado di fornire un viaggio dignitoso ai pendolari del lavoro o del turismo. Dignitoso, ho scritto, non comodo o “normale”, solo dignitoso. Un’azienda incapace nell’affrontare le emergenze che il calendario ogni anno presenta cogliendo impreparati tutto e tutti.

   Alla luce di stamane ritengo l’impegno sul TAV frutto di una malafede assoluta, poiché chi davvero crede nei trasporti su ferrovia non obbliga i suoi utenti a calvari ripetuti come quello a cui ho assistito stamane.

   Alla Procura di Torino chiedo: se manifestare anche con forza un dissenso è  rubricato quale reato di “terrorismo”, come possiamo allora definire i responsabili di tanto grave disagio ai propri viaggiatori (se oggi non è stato calpestato nessuno a morte forse è per un miracolo non certo per l’organizzazione della stazione di Torino), e come i tanti politici distratti da quanto accede sui loro territori e sin troppo attenti ai desiderata di chi si arricchirà (gli unici) dai lavori devastanti della Valle Susa? Lo chiedo pur essendo certo di  non ricevere risposte neppure questa volta, come non la ricevevo quando sedevo in Consiglio Regionale.

   Siamo tutti cittadini di serie C 4. Sudditi di un vassallo arrogante e presuntuoso, che sembra giocare presentando il conto a noi tutti ed all’ambiente sua preda.

    Juri BOSSUTO 

TECNOLOGIA PER BANCHE ASSASSINE

nota di Marco Saba

Immaginate che vi chiama il direttore di banca per chiedervi di rientrare sul conto e che voi rispondete che proprio questo mese non ce la fate, ma il direttore riattacca senza aggiungere altro. Il giorno dopo, uscite di casa come niente fosse e un drone assassino vi spara in mezzo agli occhi un chiodo di uranio che vi trafigge il cervello. Fantascienza ? No.
Dal 9 ottobre prossimo, la banca Barclays farà firmare ai clienti che potranno essere spiati per prevenire le frodi. Ovvero, le banche avranno i tabulati dei cellulari dei clienti che, attraverso la collaborazione delle compagnie di telecomunicazioni, potranno permettere di localizzare geograficamente il cliente. A quel punto basta inviare un miniaereo drone armato ad inseguire e distruggere l’obiettivo. E fin qui pazienza. Ma immaginate se un gruppo di hacker *malintenzionati* riuscisse a sostituire l’elenco dei clienti da eliminare con l’elenco dei banchieri mannari che ci stanno tenendo schiavi (tipo Fabio Panetta di Bankitalia che assiste felice rappresentando l’Italia alla congiura perpetua della spectre di Basilea…). Vi rendete conto ? in una giornata di assassinii mirati crollerebbe la pirlamide… Un rischio enorme. Ci sarebbe davvero poi un ordine mondiale NUOVO.
http://seigneuriage.blogspot.it/2013/07/tecnologia-per-banche-assassine.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

COLPO DI STATO LAMPANTE E STATO DI COLPA EVIDENTE

 DI GIANNI PETROSILLO
conflittiestrategie.it

L’ex ministro della Repubblica Giulio Tremonti ritorna sulla famosa lettera degli apostoli della Torre di guardia (Eurotower) ai conti comunitari, il duo Draghi-Trichet, i quali, il 5 agosto del 2011, scrissero all’allora Primo Ministro Berlusconi “intimandogli” di anticipare il pareggio di bilancio dal 2014, così com’era stato pianificato dal governo, al 2013. Quella nota produrrà effetti devastanti nei mesi successivi, tanto che nel novembre dello stesso anno Berlusconi sarà costretto a salire al Colle per rimettere il mandato nelle mani di Napolitano, il quale, con finta afflizione e falsa preoccupazione per le sorti della patria, accetterà le sue dimissioni.
Lettere simili furono mandate anche ad altri Paesi (vedi la Spagna) ma questi si fecero scivolare addosso le minacce e continuarono per la loro strada. Per noi, invece, quel ricatto in forma di epistola si rivelò devastante, sia sotto il profilo della tenuta della compagine ministeriale che sotto quello economico generale. L’accelerazione delle politiche d’austerità, per rendere il bilancio pubblico sostenibile, si voltò in rapina ai danni dei contribuenti ed in uno scossone agli assetti finanziari e produttivi del Paese dal quale non ci saremmo più ripresi.

Ora Tremonti, tornando sulla faccenda, parla di vero e proprio Golpe, seppur dolce o morbido, come si usa in questa fase post-democratica e post-moderna (sono definizioni sue) e, tra le righe, lascia intendere che Draghi, in quell’occasione, si fosse fatto latore consapevole di terze parti, interne ed esterne, le quali, con un piano ben congegnato, intendevano costringere il Cav alla resa politica per imbrigliare Roma e modificare i suoi indirizzi di politica economica

Il fiscalista di Sondrio accenna poi, più esplicitamente, ad un connubio tra forze straniere e quinte colonne interne. Atteniamoci all’evidenza e cerchiamo di essere meno vaghi di lui per capirci qualcosa. Seguiamo l’odore degli affari strategici nostrani che attirano gli sciacalli mondiali su una preda sempre più isolata e sguarnita di difese come l’Italia. Il messaggio di cui sopra porta la firma di un nostro connazionale, italiano di nome e allogeno di fatto, che tempi addietro Cossiga definì “Un vile, un vile affarista…socio della Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana …il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia, dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana, quand’era Direttore Generale del Tesoro”, colui che svenderebbe quel che rimane di questa povera patria (Finmeccanica, l’Enel, l’Eni) “ai suoi comparuzzi di Goldman Sachs”. Cossiga non è mai stato denunciato da Draghi, evidentemente perché in quelle frasi, pronunciate dal Senatore a vita, non c’erano gli estremi della diffamazione, essendo tutto vero o almeno verosimile.

Il progetto dell’ex governatore della Banca d’Italia resta quello di ieri, fare in modo che alla debolezza politica e al caos istituzionale italiano consegua la liquidazione industriale ed economica del patrimonio statale. Per conto di chi agisce Draghi? I macchinatori sono molti, ma possiamo immaginare che dietro a tutto ci siano gli stessi ambienti internazionali per i quali egli ha lavorato in passato e le cricche europee (francesi, inglesi e tedesche) legate a doppio filo alla finanza statunitense. Questo branco di predatori sta separando l’esemplare più debole dagli altri, al fine di immobilizzarlo e spartirsi la ciccia. Abbiamo visto la strana alleanza già all’opera durante il conflitto in Libia, laddove, con il pretesto di abbattere l’ennesimo dittatore sanguinario, si è, innanzitutto, spodestato un potere amico dell’Italia per soffiare ad essa contratti e commesse ed impedire qualsiasi ulteriore sua “espansione” sulla quarta sponda del Mediterraneo.

Per forzare l’Italia a privatizzare le compagnie strategiche non c’è altra via che quella di affrettare la sua caduta nel baratro o, per lo meno, di far percepire l’irreversibilità della situazione di crisi, anche se  la contingenza non è così disperata, in modo che la vendita dei gioielli di famiglia appaia come una necessità ineludibile per salvare il salvabilie. Del resto, anche quest’ultimo Esecutivo di larghe intese, ristrette idee e medesime cattive intenzioni degli altri che lo hanno preceduto ha già annunciato di voler riaprire il dossier dismissioni.

Rebus sic stantibus, anziché denunciare tardivamente il putsch di palazzo, Tremonti e Berlusconi, il cui vittimismo è stucchevole al pari dell’ingiustificata considerazione che hanno di se stessi, dovrebbero spiegare agli italiani perché non opposero nessuna resistenza ai banditi “multinazionali” e finirono per consegnarsi, con le mani legate e senza batter ciglio, al nemico. I registi anti-italiani – se ci sono e, secondo me, ci sono certamente perché questa è un’epoca storica che oggettivamente favorisce il complotto e la diserzione dei singoli e dei gruppi – hanno avuto la meglio perché sulla loro strada hanno incontrano personaggi meschini e arrendevoli che si dichiarano retti statisti durante la bella stagione ma diventano uomini ad angolo retto appena principia la cattiva. Presupposto per la riuscita di un colpo di Stato è lo stato di colpa di chi non lo ha fermato quando doveva e poteva.

Gianni Petrosillo
Fonte: www.conflittiestrategie.it
Link: http://www.conflittiestrategie.it/colpo-di-stato-lampante-e-stato-di-colpa-evidente
31.07.2013

Banche, la Giustizia non è uguale per tutti

too big to be judged
di Marcello Foa – 31/07/2013
Leggo sul Fatto Quotidiano questo titolo: “Banche, JP Morgan pagherà agli Usa 410 milioni per manipolazione del mercato”, poi sul Sole 24 ore un altro articolo secondo cui Obama “starebbe regolando i conti con le banche” infliggendo multe miliardarie. Segue elenco dei reati commessi da diversi grandi istituti bancari, prevalentemente anglosassoni:
-JPMorgan è accusata di aver manipolato il mercato elettrico di California e Midwest, in particolare “la banca avrebbe speculato su alcuni derivati, spacciando in California e in altre zone del Midwest degli Usa “centrali elettriche in perdita per incredibili fonti di profitto”, e causando così un sovrapprezzo di “decine di milioni di dollari in tariffe, molto oltre i prezzi di mercato”. Ovvero truffa.
-altre banche come Bank of America, Ubs, Wells Fargo, Citigroup, Credit Suisse, Hsbc, Deutsche Bank, Barclays oltre alla stessa JP Morgan sono accusate e giudicate colpevoli per reati del calibro di manipolazione dei mercati, riciclaggio, truffa ai danni di clienti, informazioni ingannevoli, eccetera. Nel 2010 Goldman Sachs aveva patteggiato per aver ingannato i propri clienti.
Trattasi di reati molto gravi, reati penali. E noi tutti sappiamo quanto sia severa la Giustizia americana. In teoria. O perlomeno non per tutti. Già perchè se a commettere i reati di cui sono accusati i grandi istituti bancari sono singoli cittadini o aziende normali o altre piccole banche l’esito è quasi scontato: carcere per i responsabili.
Invece i processi avviati contro i summenzionati istituti si concludono con una multa. E tutto viene dimenticato. Non è un caso che siano gli stessi istituti a rallegrarsi per l’esito dei processi, come JP Morgan che afferma: “Siamo lieti di metterci questa vicenda alle spalle”. In fondo le multe, per quanto milionarie e talvolta miliardarie, possono essere facilmente assorbite con accontamenti o riducendo gli utili in periodi di crescita come questi.
Ben per loro. Resta però un mistero: perché chi appartiene alla superlobby delle grandi banche internazionali gode di fatto dell’immunità? E che garanzie ha l’investitore che questi reati non vengano reiterati? Basta la parola?
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45870&utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA SCENDE! MA E’ LA SOLITA BUFALA AMERICAN SYLE…IN REALTA’ E’ SALITA DELLO 0,2% ECCO LA PROVA

Il tasso di disoccupazione italiano si attesta nel mese di giugno al 12,1%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a maggio.
TUTTO BENE QUINDI..MENO DISOCCUPATI?
CERTO..MENO DISOCCUPATI CHE SONO ISCRITTI NELLE LISTE DI DISOCCUPAZIONE..IN REALTA’ IL NUMERO DEGLI INATTIVI (SECONDO L’ISTAT) E’ AUMENTATO DELLO 0,3% rispetto al mese precedente. Il tasso si attesta al 36,4%,.

IN PRATICA..LA DISOCCUPAZIONE IN UN SOLO MESE E’ AUMENTATA DELLO 0,2%.
LA RIPROVA?
BASTA ANDARE A VEDERE IL TASSO DI OCCUPAZIONE PARI AL 55,8%UN VALORE MAI COSI’ BASSO DA OLTRE 13 ANNI…MA ALLORA VI ERANO UN SACCO DI BADANTI ED EXTRACOMUNITARI CHE LAVORAVANO IN NERO…QUINDI IL DATO E’ MOLTO PIU’ BRUTTO CHE 13 ANNI FA.

QUESTI NUMERI NON CONSIDERANO POI TUTTI COLORO CHE SE NE VANNO DALL’ITALIA..E NON SONO POCHI OGNI MESE…
http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.it/2013/07/la-disoccupazione-in-italia-scende-ma-e.html

l’Italia? Solo periferia!

i più citrulli a sostenere i propri aguzzini vuoi che non fossero stati gli italiani??
Ecco un ricordino….. Quando Prodi prospettava i grandi vantaggi dell’euro
Prodi e le svendite italiane

ITALIA …SVENDESI PAESE CON VISTA MARE!

 Non è certo confortante la linea di demarcazione tracciata dal Fondo Monetario Internazionale che vede un’Europa divisa nettamente in due, al di là di ogni speranza di integrazione. Peccato che a luglio sia stata proprio l’Italia a guidare la ripresa dell’eurozona.

ROSSANA PREZIOSO 30 LUGLIO 14:41

 E stavolta anche di storia visto che se da una parte ci sono Grecia, Spagna e Italia (che nei secoli la storia l’hanno fatta e non subita come ora), dall’altra la Germania, l’Olanda e il Belgio (che la legge la dettano adesso). E poi la Francia che pur avendo seri problemi per riuscire a far quadrare i conti, resta al di là del muro.

 Almeno stando al report del Fmi che, redatto il 23 luglio, è rimasto in disparte proprio a causa del suo contenuto manicheo: buoni da una parte e cattivi dall’altra. Cattivi da un punto di vista strettamente finanziario, con un a punta d’ironia visto che l’Italia è stato tra i primi creatori (e sostenitori) dell’Unione europea e dell’integrazione tra le nazioni in tempi ben remoti e di certo non sospetti di crisi.

E proprio a proposito di crisi e di Italia, la ripresa della fiducia nell’Eurozona arriva proprio da Roma. Secondo l’indice Esi (Economic sentiment indicator) da noi c’è stato un aumento a 2,9 punti rispetto a più 1,2 della media Eurozona (0,7 di Berlino) che diventa 2,4 punti in ottica Ue. Non solo, ma un miglioramento si è visto anche per l’indice Bci (Business climate indicator) della Commissione Ue che valuta le prospettive di industrie e fiducia tra i 17 della moneta unica. Ebbene i risultati parlano di un +0,14 punti a luglio.

 Eppure, nonostante tutto, il Fmi ci taglia le gambe. E la cosa difficilmente va giù se a decretare la divisione è un organismo ufficiale, con un fortissimo potere anche sull’opinione pubblica, proprio in un momento di forte tensione sociale a causa di riforme difficili da reggere sulla lunga distanza e che spesso vengono “consigliate”, sebbene sarebbe meglio dire imposte, proprio dagli stessi che adesso ci relegano in seconda fila.

 Una fila che sembra l’anticamera della bocciatura visto che, ad onor del vero, se Roma deve scontare tra le altre cose un debito Pil al 130%, quindi tecnicamente insolvibile, Atene, Lisbona e Madrid, devono invece “ringraziare” proprio la Troika se, come Dublino, si ritrovano peggio di quando hanno iniziato le cure da cavallo impostegli per sanare i conti pubblici. Conti che invece, hanno visto un tracollo proprio dopo l’entrata in scena di prestiti e programmi di aiuto.

 E a questo punto la domanda: se non ci fossero stati gli aiuti? Certo è che alla radice di tutto l’esigenza di dover far correre alla stessa velocità delle economie che non avevano le stesse gambe e molte delle quali partivano svantaggiate su un terreno per loro impervio. Non che queste economie siano prive di ogni colpa: l’Italia non sarà nel “centro” dell’Europa ma è impossibile assolverne la storia economica e politica.Lo stesso dicasi per le altre. Ma è pur vero che dal momento che la moneta unica c’è bisogna anche lavorare per creare tutto il resto che di unico non ha proprio niente. E questo rapporto del Fmi lo conferma ulteriormente.

 Per parafrasare una famosa frase (tra l’altro di un italiano) “Fatto l’euro, bisogna fare gli europei”

 http://www.trend-online.com/prp/fmi-periferia-italia/

Alla Fed? Tutti gli “amici” del presidente

ma non si narra che la Germania sia ossessionata dal controllo dell’inflazione memore di Weimar il che impedirebbe alla BCE di trasformarsi in FED per stampare tanti soldi????Sembrava tutto deciso. Ma a quanto pare non sarà la Yellen a succedere a Bernanke. Infatti, secondo voci di corridoio, il terzo incomodo guadagna punti, anche se…

ROSSANA PREZIOSO 30 LUGLIO 18:35

 Il fronte della successione a Bernake si spacca sempre di più Se Obama ha dichiarato di non aver ancora deciso ma di preferire un governatore della Fed che invece del tasso della disoccupazione (dato particolarmente caro alla Yellen), consideri con maggior peso quello dell’inflazione (forse anche più raggiungibile).

 Intanto, però, il fronte democratico si spacca visto che nei pensieri della base le preferenze vanno all’attuale numero due della Fed, la Yallen appunto, mentre si sussurra che in realtà Obama punti più a Larry Summers ex segretario al Tesoro durante la prima presidenza di Obama e quindi una sua vecchia conoscenza. E da qui la disputa interna fra i sostenitori. MA il colpo di scena è in agguato: e se per evitare dispute si scegliesse un terzo candidato?

In realtà è un’ipotesi forse lontana ma non del tutto irragionevole in una partita che era iniziata in sordina e che invece trova nuova linfa vitale proprio nell’arrivo di un nuovo pretendente e per giunta nemmeno pronosticato. Come conferma Henry Blodget “Sono stato molto sorpreso che improvvisamente sia salito alla ribalta, in fondo l’unica cosa che gioca a suo favore è essere amico di Obama. Quindi far parte dello stesso sistema che governa da anni il Paese”

Aaron Task è d’accordo, “Amico del presidente, ecco il motivo che gli farà avere l’incarico”. A questo punto la curiosità di vedere cosa accadrà al di là di ciò che era stato pronosticato, c’è. E d è tanta.

http://www.trend-online.com/prp/fed-successore-bernanke-presidente-obama/2.html

un confronto civile

Rissa violenta tra una trentina di vu’ cumprà. Volano bottiglie, vari i feriti
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSlug 30, 2013

Rimini, 30 luglio 2013 – Una guerra vera e propria, con vari feriti e l’intervento massiccio di carabinieri e polizia per riportare la calma in spiaggia. L’ennesimo scontro tra i vu’ cumprà è andato in scena a Miramare, tra i bagni 35 e 36, dove venditori abusivi senegalesi e asiatici (per lo più cingalesi, a quanto pare) se le sono date di santa ragione per conquistare il loro spazio nel ‘suk’ abusivo che ogni giorno allestiscono in riva al mare (guarda il video). La rissa è scoppiata dopo le 10, ed è andata avanti per un quarto d’ora. Lo scontro è degenerato quando uno dei coinvolti ha preso alcune bottiglie di vetro da un cestino e le ha tirate addosso ai rivali, i quali a quel punto hanno ricavato delle mazze smontando uno dai porta-abiti che usano per esporre la loro mercanzia.
Una trentina i vu’ cumprà coinvolti, quando le forze dell’ordine sono arrivate sono riuscite a fermarne ed arrestarne tre. Si tratta di due senegalesi e un cingalese (quest’ultimo bloccato ancora con la spranga in mano mentre picchiava due ‘avversari’), accusati di rissa aggravata: domattina compariranno davanti al giudice.
Uno dei coinvolti si è rotto un braccio, altri hanno riportato ferite varie. Anche un ragazzino di 13 anni che si trovava in quel momento in spiaggia è rimasto lievemente ferito. Mezzora dopo altra rissa, questa volta nei pressi del bagno 100, sempre tra vu’ cumprà. Una giornata di follia, con i turisti nauseati dalla tanta violenza in spiaggia.
 
Il Comune: “E’ un problema di ordine pubblico”
‘’Siamo davanti a un problema di ordine pubblico, stiamo parlando di occupazione fisica dell’arenile, della difficoltà dei bagnini di salvataggio di operare in tranquillità, degli scontri che sfociano tra venditori per occupare un pezzo di spiaggia. Siamo davanti ad un problema complesso, dalle molte sfaccettature ma che ha bisogno di misure forti per essere risolto’’. Lo ha detto l’assessore alla sicurezza e alla Polizia Municipale di Rimini Jamil Sadegholvaad, che con il sindaco Andrea Gnassi e il comandante della Polizia Municipale Vasco Talenti è stato ricevuto verso le 13 dal Prefetto Palomba. ‘’Abbiamo voluto rappresentare al Prefetto tutta la nostra preoccupazione per i fatti accaduti sull’arenile questa mattina’’. ‘’Abbiamo piu’ volte ribadito – ha aggiunto – che oggi l’abusivismo commerciale in spiaggia presenta aspetti sempre più preoccupanti in materia d’ordine pubblico e che, come tali, vanno affrontati per la complessità e gravità che il fenomeno mostra’’.
‘’E’ chiaro – aggiunge l’assessore – che il tema dei rinforzi, ma soprattutto delle tempistiche del loro arrivo, è ormai fondamentale per un’opera di prevenzione senza la quale diventa poi molto difficile intervenire a stagione in corso. Erano nove gli uomini (sette agenti della Polizia municipale, due i marinai della Capitaneria di Porto) che questa mattina stavano operando sul tratto d’arenile, dal bagno 90 al bagno 120, che l’Ordinanza del Questore, nel quadro dell’organizzazione definita in sede di Comitato per la sicurezza e ordine pubblico, assegna alla Polizia municipale per l’azione di contrasto dell’abusivismo commerciale. Uomini che, rafforzati dall’arrivo dell’Ispettore responsabile della zona di Miramare, sono poi intervenuti per dare supporto ai colleghi e riportare l’ordine al bagno 136 non appena avvisati della rissa tra venditori abusivi avvenuta. Ed anche questo, al di la’ delle chiacchiere e facili polemiche, e’ un segno tangibile che noi, sul territorio quanto sulla spiaggia, ci siamo’’.  Restodelcarlino
http://www.imolaoggi.it/?p=57646