E’ questo il rispetto del culto altrui dei fratelli musulmani?

comprendo il perché molti veri musulmani si sentono defraudati del vero senso pacifico dell’Islam da questi criminali

Egitto: croce appesa allo specchietto, tassista cristiano decapitato in piazza
Pubblicato da ImolaOggiESTERI, NEWSago 28, 2013

taxi28 ago – Tratto da Asianews – Le fonti di AsiaNews affermano che «le storie raccontate dalle vittime degli attacchi sono agghiaccianti e appesantiscono i cuori di tutta la popolazione egiziana». Una di esse riguarda Mina Rafaat Aziz, tassista di Alessandria, massacrato in piazza solo perché cristiano. Il ragazzo, poco più che ventenne, è stato ucciso lo scorso 16 agosto da una folla di islamisti scesa in strada dopo le notizie degli attacchi contro i sit-in del Cairo.
In un video amatoriale girato da un residente si vede una folla di persone che blocca le auto, controllando i passeggeri al loro interno. Anche il taxi di Aziz viene fermato. Uno dei manifestanti nota una croce appesa allo specchietto. In poco tempo il giovane viene trascinato fuori e preso a calci, pugni e bastonate finché non muore. Gli estremisti infieriscono per diversi minuti sul corpo senza vita del ragazzo con sputi e calci. L’esecuzione termina con la decapitazione del cadavere, che viene abbandonato sul marciapiede.
http://www.imolaoggi.it/2013/08/28/egitto-croce-appesa-allo-specchietto-tassista-cristiano-decapitato-in-piazza/

SIRIA: agire subito per la pace

consiglio di leggere l’art di Silvia Cattori

L’interferenza criminale dei Medici Senza Frontiere in Siria al fianco dei gruppi terroristici


28 agosto 2013 alle ore 16.07
Grazie a Silvia Cattori, un nutrito numero di personaggi di tutto il mondo sta interagendo per cercare di evitare l’ennesima atroce guerra assurda.
Ho avanzato la proposta di creare una rete globale contro la guerra in Siria e stanno arrivando le prime positive risposte.
Nel frattempo Silvia ha inviato un testo (in inglese) daspedire via ema/fax ai rappresentanti del Consiglio di Sicurezza che si riunisce oggi. Sotto ha inserito anche gli indirizzi o i numeri di fax… inondiamoli di messaggi contro ogni prospettiva guerrafondaia.
 
Fermiamoli!!!!
 
TO THE SECURITY COUNCIL MEMBER  
No to the war on   Syria  !!!!  
We, citizens of the United Nations, whose Charter rejects war, ask you to actively oppose any military action on   Syria   and to support a peaceful solution (“Geneva II”).  
This war that   USA   and their allies want to make is based on totally unverified and instrumental accusationson the use of chemical weapons by the Syrian Army.  
This war would be an illegal and irresponsible act, based on a lie, such as the war on Iraq in 2003, the war in Libya in 2011, the war on Kosovo in 1999, in Afghanistan in 2001 and so on.
 
History will remember which countries were for peace and which countries were warmongering.
 
Unfortunately for the past 2 years, unverified“news” and pure propaganda has been used to justify military interference in   Syria  , arming several groups. This interference by   USA  , their allies, and Arab countries has brought the country to the tragic state it is in today.  
   
 firmas….
 
AZERBAIJAN  
Numero di telefono:  
+ 1 212 371-2559   
+ 1 212 371-2832  
Numero di fax:      
+ 1 212 371-2784  
 Mail  generale: azerbaijan@un.int
Per questioni di protocollo: az.protocol@yahoo.com  
   
LUXEMBURG  
Telefono: (212) 935-3589  
Fax: (212) 935-5896  
Email: newyork.rp@mae.etat.lu  
   
   
MAROCCO  
   
Telephone: (212) 421.1580   Fax: (212) 421.7826 or (212) 980.1512      
Email: info@morocco-un.org  
COREA  
Tel : 1-212-439-4000  
Fax : 1-212-986-1083  
E-mail : korea.un@mofa.go.kr
 
 
RWANDA  
Phone:
212-679-9010  
Fax:  
212-679-9133  
Email:  
ambanewyork@minaffet.gov.rw
 
 
TOGO  
   
reparer dbx http://www.recoverytoolbox.com/fr/repair_outlook_express_batch.html outlook  
Tel. 1-212-490-3455 / 3456 Fax.1-212-983-668  
   
  PAKISTAN    
8 East,  65th Street
New York, NY 10065 United States of America Tel: +1 (212) 879-8600 Fax: +1 (212) 744-7348 E-mail: pakistan@un.int
 
GUATEMALA
57 Park Avenue, New York, N.Y. 10016
Tel. (212) 679-4760 Fax: (212) 685-8741
 
FRANCIA
Indirizzo: 245 East, 47th Street – 44 ° piano New York, NY, 10017 Stati Uniti
Telefono: 212.702.4900
E-mail: france@franceonu.org
CINA
Indirizzo: 350 East 35th Street, New York, NY 10016
Tel.: 212-655-6100 Fax: 212-634-7626
E-mail:  ChinaMissionUN@Gmail.com
 
UK
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ARGENTINA
 
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AUSTRALIA
 
Generale dell’ufficio email  australia@un.int
tel 212.351.6601
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Il generale al-Sisi annuncia che l’Egitto chiuderà il Canale di Suez alle navi americane

ah ho capito perché Al sisi è brutto e cattivo. Chiunque sia contro l’impero lo è.

“Il generale al-Sisi annuncia che l’Egitto chiuderà il Canale di Suez alle navi americane in caso di attacco alla Siria. Il leader egiziano ha ricordato inoltre che esiste un patto di mutua difesa tra Egitto e Siria e che Il Cairo non ripeterà lo stesso errore compiuto durante la guerra in Iraq” (Andrea Fais)

Il Sindaco di Niscemi: “Sempre al fianco dei No Muos, ma contrario all’occupazione”

http://www.linksicilia.it/2013/08/il-sindaco-di-niscemi-sempre-al-fianco-dei-no-muos-ma-contrario-alloccupazione/

Francesco La Rosa,  Sindaco di Niscemi, smentisce di avere tradito la sua partecipazione alla “causa No Muos”.  Accusa che, come vi abbiamo raccontato qua, gli è stata mossa proprio dagli attivisti. Raggiunto al telefono da LinkSicilia , dice la sua. Sostanzialmente sostiene di non condividere l’occupazione del Municipio da parte degli attivisti, ma nello stesso tempo, assicura che il Comune sta valutando tutte le possibili vie legali per opporsi al ritiro della revoca delle autorizzazioni del Governo Crocetta: 

regione

“Le  regole imposte dal vivere civile, in queste ultime settimane sono state palesemente violate dagli occupanti il Municipio, una bandiera anarchica che sventola dal balcone del palazzo di città e la rimozione di quelle istituzionali dallo stesso, la dicono lunga su quanto sta accadendo all’interno dell’edificio. L’aula consiliare chiusa a chiave dall’interno racconta il resto.
Nell’incontro avuto nei giorni scorsi con gli occupanti – dice la Rosa – io stesso ho detto di essere disposto a venire incontro alle loro richieste, ma solo qualora loro rispettino la legalità rendendo nuovamente fruibile l’aula occupata al Consiglio Comunale.
L’incontro e la breve trattativa è stata filmata e registrata dai manifestanti ma, non un parola sulle disponibilità di questa amministrazione è stata dagli stessi resa pubblica. Dagli stessi manifestanti sono state presentate in questi giorni anche istanze e lamentele riguardanti problematiche del paese che nulla hanno a che vedere con il Muos e che risultano, in questo momento, estremamente pretestuose e destinate soltanto ad alimentare il discredito su questa Amministrazione.”  no muos
 La Rosa ha ribadito ancora le sue ragioni, ricordando gli sforzi fatti fin’ora dalla sua amministrazione, a Niscemi, come a Palermo, come a Roma. Ha ricordato di essere stato sempre presente alle manifestazioni, con i rappresentanti del Consiglio Comunale e dell’ Amministrazione, a volte come semplice cittadino a volte nel pieno delle sue funzioni e che proprio oggi, incontrerà i legali del Comune per valutare il da farsi. Starebbe valutando cioè l’ipotesi di un ricorso contro lo stop alle revoche del Governo come suggerito dai Comitati No Muos.

Il Sindaco di Niscemi ha quindi affermato di volere amministrare la città “con le forze democraticamente elette e sicuramente non prestandosi ai giochi di chi della protesta ne vuol fare un uso diverso”.

A Niscemi, sotto le antenne satellitari del Muos, tra paura e angoscia, con lo spettro della Terza Guerra mondiale dietro l’angolo. Il silenzio della Regione

Niscemi, sgombero forzato del presidio No Muos. Il Sindaco si allea con la Polizia

Muos, Zucchetti: “Le nostre conclusioni sono state censurate”

INTERVENTO MILITARE IN SIRIA” L’ADDESTRAMENTO USA DEI “RIBELLI” DAL 2011 E IL GRANDE PIANO AL COMPLETO (IL LEAK DEL MARZO 2012)

Data: Lunedì, 26 agosto 

 DI TYLER DURDEN

zerohedge.com

 Per tutti coloro rimasti scioccati dallo “sviluppo degli eventi” in Siria, ecco il resoconto completo di come tutto è stato orchestrato nel 2011, divulgato nel marzo 2012 da WikiLeaks.

 APPROFONDIMENTO – intervento militare in Siria, stato delle forze dopo il ritiro

 Rilasciato il 6 marzo 2012 alle ore 07:00 GMT

 

 Ci sono alcuni punti degli incontri di oggi che voglio sottolineare –

 Ho passato la maggior parte del pomeriggio al Pentagono con il gruppo di studi strategici dell’United States Air Forces (USAF) – ragazzi che passano il loro tempo cercando di capire e spiegare al capo dell’USAF il panorama nel quale stanno operando. C’ero solo io e altri quattro ragazzi di rango colonnello luogotenente, tra cui un rappresentante inglese ed uno francese che al momento mantengono contatti con gli USA fuori da Washington.

 Volevano torchiarmi sulla situazione strategica in Siria, quindi dopo ho dovuto torchiarli io sulla situazione militare. Il livello di comprensione della posta in gioco in Siria, quali sono gli interessi strategici, il ruolo della Turchia, il ruolo dell’Iran, etc. è ancora molto basso. Dopo un paio d’ore di discussione,hanno detto senza davvero dirlo che sul posto ci sono già squadre (presumibilmente americane, inglesi, francesi, gioradane, turche) di Forze Speciali (SOC)mirate a missioni di ricognizione e di addestramento delle forze dell’opposizione. Un ragazzo interno all’USAF ha dichiarato, con molta cautela, che al momento non esiste un vero e proprio Esercito Siriano Libero da addestrare, ma che le operazioni che si stanno svolgendo ora vengono eseguite per “prudenza”. A me l’hanno posta in questo modo: “Vedila così: il livello di informazione sull’ordine di battaglia in Siria di questo mese è il migliore dal 2011”. Gli è stato detto di preparare contingenti e di essere pronti ad agire entro 2-3 mesi, ma insistono ancora sul fatto che si stia agendo secondo un piano di contingenza, non come una mossa verso l’escalation.

 Ho continuato a fare pressione chiedendo lo scopo operativo di queste squadre SCO e se questo avrebbe portato ad un’eventuale campagna aerea per fornire copertura al gruppo ribelle siriano. Hanno immediatamente scacciato quest’ipotesi, dicendo che “ipoteticamente” l’idea è quella di commettere attacchi di guerrilla e campagne di omicidi, di cercare di spezzare le forza alawite provocando un collasso dall’interno. Non ci sarebbe stato bisogno di copertura aerea e comunque non si sarebbero aspettati che questi ribelli siriani si sarebbero messi a marciare in colonna.

 Hanno posto l’accento su come la campagna aerea in Siria facesse sembrare la Libia un gioco da ragazzi. Le difese aeree siriane sono molto più robuste e molto più fitte, specialmente intorno a Damasco e ai confini con Israele e Turchia. Sono più preoccupati delle difese aeree mobili, in particolare i missili SA-17 di cui si stanno rifornendo di recente. È ancora un’operazione fattibile, solo che non è una facile.

 La base principale di appoggio sarebbe Cipro, senza dubbio. Inglesi e francesi decollerebbero da lì. Hanno insistito su quanto c’è immagazzinato a Cipro e di quante ricognizioni partano da lì. Il gruppo si è diviso sull’eventuale coinvolgimento della Turchia, ma ha affermato che sarebbe fondamentale come base di appoggio. Anche se la Turchia ha avuto un problema politico con Cipro, hanno detto che inglesi e francesi avrebbero comunque usato Cipro come loro base aerea principale. Il ragazzo dell’USAF sembra abbastanza convinto del fatto che i turchi non parteciperanno (sembrava alquanto arrabbiato con loro).

 Sembra ci sia ancora molta confusione riguardo all’obiettivo di un intervento militare con una campagna aerea. Diversamente dalla Libia, non c’è chiarezza geografica e non si può creare semplicemente una no-fly zone sulle regioni di Homs e di Hama. Questo comporterebbe campagna SEAD (Suppression of Enemy Air Defenses) a livello nazionale che durerebbe quanto la guerra. Non credono che ci sarà un intervento aereo a meno che i media non si interessino abbastanza ad un massacro, come la mossa di Gheddafi contro Bengasi. Pensano che gli USA tollererebbero un gran numero di uccisioni finché non raggiungono lo scenario pubblico. Stanno anche discutendo delle abilità delle forza siriane che al momento stanno operando sulle difese aeree del Paese e sull’importanza della presenza dell’Iran. Il ragazzo dell’USAF non è ossessionato dalla sfida di far fuori le capacità dei missili balistici e delle armi chimiche in Siria. Con Israele a fianco e il regime in crisi esistenziale, il ragazzo la vede come una grande complicazione per qualsiasi intervento militare.

 L’Accordo sullo Status delle Forze Armate del post 2011 in Iraq è ancora in fase di negoziazione. Questa gente sperava che durante la sua visita Biden avrebbe annunciato un accordo con Maliki, ma niente da fare. Scommettono sul fatto che gli iracheni si ricordano della guerra con l’Iran e che Maliki non vorrà affrontare la minaccia dell’entrata di jet iraniani nello spazio aereo iracheno. Affermano che la maggior parte dei caccia americani sono fuori dell’Iraq e sono stati trasferiti in Kuwait. Hanno spiegato che questo è il bello dell’aeronautica: la base in Kuwait è a due passi dalle loro basi europee, cioè facile da rafforzare quando ne hanno bisogno. Non sembrano preoccupati dal fatto che la capacità degli USA di riorganizzare le sue forza sia un messaggio per l’Iran. Hanno fatto l’esempio della portaerei USS Enterprise che doveva già essere disarmata, ma la cui operatività è stata estesa per altri due anni per inviarla nel Golfo. Quando gli americani si ritireranno, avremmo almeno due portaerei nel Golfo all’interno del Comando Centrale e una nel Mediterraneo all’interno del Comando Europeo. Ho chiesto se la riorganizzazione in Kuwait e il dispiegamento di portaerei sarebbero stati necessari per far capire all’Iran che gli americani non vanno da nessuna parte. Hanno risposto che l’Iran recepirà il messaggio consultando il sito del Comando Centrale: dal 1° gennaio dovrebbero pubblicare ovunque dove gli USA si stanno riorganizzando.

 Un’altra delle loro preoccupazione riguarda la possibilità che un’operazione in Siria potrebbe essere ostacolate dall’Iran dalla base aerea di Balad, in Iraq.

 Il rappresentante francese era dell’idea che la situazione in Siria non sarà come la Libia, dove la Francia sarebbe fiera di intervenire. Non nell’anno elettorale. Anche il rappresentante inglese ha sottolineato la riluttanza del Regno Unito, ma ha affermato che la rinegoziazione del trattato UE indebolisce il ruolo della Gran Bretagna e che vorrebbe cercare un modo di riaffermarsi nel continente (non credo che una campagna in Siria sia il modo migliore). Il tipo inglese ha poi menzionato per inciso che il comandante della base aerea di Cipro è stato sostituito da uno che pilota Raptors, cioè qualcuno che sa cosa vuol dire iniziare a sganciare le bombe. Ha scherzato dicendo che probabilmente si trattava di una coincidenza.

 Prima di questo, ho avuto un altro incontro con un diplomatico kuwaitiano (nome in codice KU301). Il diplomatico sembra si stia ancora ambientando a Washington (il nuovo team è arrivato meno di due settimane fa), ma ha fatto capire chiaramente che il Kuwait stava aprendo le porte per permettere agli USA di riorganizzare le sue forze come necessario. Contavano già una presenza notevole e molti di loro saranno lì per un periodo di 90 giorni a rotazione. Ha inoltre affermato che l’Accordo sullo Status delle Forze Armate che gli USA firmano con Baghdad all’ultimo momento verrà preso talmente alla lettera che persino l’ingresso di una addestratore nel Paese può essere interpretato come indice di ciò che gli USA hanno intenzione di fare in termini di mantenere le forze in Iraq. In complesso, non mi ha dato l’impressione che il Kuwait stia dando di matto perché gli americani se ne vanno.

 Tutto viene riorganizzato. I kuwaitiani gestivano molto meglio le loro relazioni con l’Iran, ma da quando è venuta a galla quella storia di spionaggio un anno fa, sono peggiorati. Non crede che l’Iran abbia significative competenze clandestine nei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo, sebbene ci stia provando. L’attività dell’Iran è concentrata soprattutto sulla propaganda. Il diplomatico ha poi detto che mentre l’Arabia Saudita e il Bahrein possono affrontarlo quando necessario e oscurare i media, il Kuwait è molto pià aperto e quindi fornisce all’Iran maggiori opportunità di plasmare le percezioni (lavorava in un’unità d’informazione in Kuwait). Dice che un notevole numero di kuwaitiani seguono molti media iraniani, specialmente al-Alam.

 Riguardo alla scena politica, il governo kuwaitiano sta passando un duro periodo affrontando un’opposizione più coraggiosa, benché ancora estremamente divisa, specialmente tra gli islamisti. Ora i parlamentari devono tornare alle loro tribù per raccogliere sostegno per le elezioni di febbraio. Capita di frequente che un membro del parlamento di Kuwait City scopra di aver perso l’appoggio della tribù una volta tornano a casa e viene distribuito molto denaro. Il governo spera che con una lista pulita possa calmare l’opposizione. Secondo il diplomatico, un buon modo per gestire l’opposizione è quello di rinviare i casi ai tribunali, dove possono restare per sempre. È un buon modo per il governo di guadagnare tempo. Non crede che la Lega Araba prenderà significativi provvedimenti contro la Siria – a nessuno interessa l’intervento militare. Lo dicono solo per minaccia.

 Tyler Durden

Fonte: www.zerohedge.com

Link: http://www.zerohedge.com/news/2013-08-25/military-intervention-syria-us-training-rebels-2011-and-complete-grand-plan-march-20

26.08.2013

 Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO

I 4 DELL’APOCALISSE

opposizione alle guerre voulte dal premio nobel per la pace Obama? Non pervenuta. L’opposizione alle guerre di Bush evidentemente ritiene che quelle di obama siano fatte per salvare le vite dai dittatori cattivi…..non certo per gli interessi Usa

Data: Martedì, 27 agosto

DI PIERO LA PORTA

pierolaporta.it

 

La minaccia di bombardare la Siria anche senza mandato delle NU ha almeno due scopi: 1) saggiare la capacità/volontà di reazione di Russia e Cina; 2) presentarsi alla conferenza di pace sulla Siria col colpo in canna.

La messa in scena degli attacchi col gas è successiva e strumentale a un piano più ampio preparato sin da luglio ( leggi qui) rivelato da Foreign Policy ( leggi qui).

Siamo alle manovre preliminari alla battaglia, quando il condottiero cerca di conquistare una posizione più favorevole sul campo, dalla quale sparare più agevolmente sul nemico allo scoperto e, in questo caso, arrivare da una posizione di forza alla conferenza di pace – se si farà – per la Siria.

 Dopo aver cercato inutilmente una risoluzione favorevole nelle NU, vista  l’opposizione russa e cinese, dicono che si possa fare a meno della benedizione onusiana e, per questo scopo si sarebbero accontentati anche solo del cuore della pubblica opinione, come avvenne per bombardare Belgrado, infettando le coscienze degli europei con una massa di false notizie.

Questa volta tuttavia e ben prima di quanto si attendevano – a parte il gregge di imbecilli nel giornalismo italiano – il dubbio s’è fatto strada. Così nel web vengono a galla vecchie complicità della CIA con Saddam nel gasare le truppe iraniane ( leggi qui) e persino uno come Colin Powell  (quello delle patetiche fialette piene di nulla, mostrate balbettando al Consiglio di Sicurezza per giustificare l’attacco all’Iraq) persino Powell prende le distanze ( leggi qui) dal condottiero, Hussein Barak Obama, premio Nobel per la pace su cauzione, che ha fatto più morti lui in cinque anni che Augusto Pinochet in venticinque. E non gli bastano.

I quattro cavalieri – Obama, Cameron, Hollande e la Merkel – sognano un ordine mondiale i cui effetti sinora sono: disordine economico, disordine sociale, disordine politico e guerra alle viste. Nessuno di questi effetti è loro sgradito né inatteso: come tutti i grandi criminali politici della storia sono convinti di poter cavalcare l’Apocalisse e uscirne trionfanti.

Dei quattro la più furba è la culona ex funzionario della Germania comunista, la cui solida formazione politica è ben evidente, nella sua capacità di evitare ogni coinvolgimento di immagine e purtuttavia tenere dietro ai tre cavalieri che le fanno da battistrada.

La Germania, in cambio d’un prezzolato ruolo proconsolare in Europa, svende gli interessi della UE alla costellazione anglosassone, riconoscendo agli Usa quello che un tempo fu la prerogativa del papato: l’unzione dell’Imperatore. La Francia è scherano della Germania.

Obama e Cameron perseguono lo scopo strategico di assicurare l’incontrastato potere del sistema dollaro/sterlina e la sua esclusiva centralità nel mercato dell’energia.

La tensione nel nord Africa, nel vicino Oriente, in particolare in Siria, è dunque funzionale al quadruplice scopo di: 1) rendere più difficoltosi i commerci euromediterranei con la Cina; 2) tenere artificiosamente alto il prezzo del petrolio, tendenzialmente verso i 200 dollari al barile, per rendere concorrenziali le scisti canadesi-statunitensi e i giacimenti del mare del Nord; 3) imporsi come protettori delle pipeline verso l’Europa; 4) mettere le mani sui giacimenti nel Mediterraneo orientale.

Ciò che non hanno calcolato i quattro delinquenti – o piuttosto hanno calcolato benissimo – è che i loro piani hanno come esito finale una terza guerra mondiale che farà impallidire le precedenti due messe insieme.

In realtà, questa strategia di tensione, continuata e crescente, logora prima di tutto proprio gli Stati Uniti. La politica estera di Obama ha bruciato ogni credibilità e ogni credito morale accumulato in precedenza dagli Usa. Nello stesso tempo il premio Nobel per la pace non è in grado di mantenere le promesse elettorali di coesione sociale interna, da quando il consueto dilemma “burro o cannoni” si è risolto a vantaggio di Goldman Sachs e del sistema militare industriale, potente, incontrastato, trasudante hitech, tuttavia incapace d’una visione politica che vada oltre la spallata, la cannonata o il colpo di lupara dal drone che vola a 16mila metri.

Non di meno chi si augura un crollo degli Stati Uniti non trova le mie simpatie, sebbene io sia convinto che questo crollo, avanti di questo passo, è più prossimo di quanto si possa immaginare, così come accadde per l’Unione sovietica.

L’impero sovietico finì con qualche guerricciola locale. La fine dell’impero statunitense sarebbe una sciagura incalcolabile; scatenerebbe quantità di appetiti da farci rimpiangere largamente quello che stiamo vivendo ora. Fameliche ambizioni si manifesterebbero in Asia e in Africa,  come in  Europa orientale e centrale, nel Mediterraneo come nel Golfo persico, in America latina come ai Poli: un caos globale.

Tutto perché quattro imbecilli sono giunti al potere, osannati da un mondo che aspira a essere corrotto con loro e almeno quanto loro.  

Piero La Porta

Fonte: www.pierolaporta.it

Link: http://www.pierolaporta.it/lapocalisse-4-farabutti/

27.08.2013

LA CONGIURA DEI RADICALCHIC

Scritto da: Gianni Petrosillo (26/08/2013)

Voi intellettuali vi atteggiate tanto, parlate così sofistici, state sempre ad analizzà, a criticà, a giudicà, ma la verità è che non ce state a capì più un cazzo, ma da mò…” Questo è il giudizio inappellabile messo in bocca al coatto romano arricchito, interpretato da Ennio Fantastichini, nel film Ferie D’Agosto del regista Paolo Virzì, che risponde senza alcun metus al professore di sinistra, rappresentato da Silvio Orlando, dalla cui voce aveva appena sentito la solita rampogna sulle regole e sulla moralità pubblica, calpestate dai bestioni un po’ di destra e un po’ berlusconiani, colpevoli di aver portato il Paese sull’orlo del baratro. L’immagine perfetta dell’Italia intortata in contraddizioni superficiali di quest’ultimo ventennio di rintontimento politico e ideologico.

 Tuttavia, è ormai molto lontana la soggezione piscologica degli ignoranti da una certa intellighenzia progressista e pseudomarxista, emergente, per esempio, in un’altra pellicola italiana girata negli anni ’70, la Classe operaia va in paradiso, di Elio Petri, che narra le vicende del manovale comunista, Lulù Massa (Gian Maria Volontè), il quale resta impressionato dal linguaggio forbito degli studenti “che non si capisce un cazzo di quel che dicono, ma proprio per questo parlano bene e sembrano saperne più di tutti”. Oggi, finalmente, anche il popolo rozzo e  beota ha smesso di credere ai ciarlatani della cattedra, troppo raffinati per essere veri e troppi umani per essere migliori (anzi, sono i peggiori di tutti perché frappongono tra loro ed il resto della società una insopportabile spocchia mascherata da superiorità etica), preferendo cascare in nuovi tranelli che almeno non lo costringano a vivere col vocabolario in mano.

 Ma gli stessi intellò di ieri, sbugiardati dalla storia e dagli eventi, che proprio non ne vogliono sapere di scendere dal pero per non rinunciare ai vantaggi acquisiti, dopo aver definitivamente perso il soggetto della loro personalissima rivoluzione, stranamente troppo aderente all’oggetto dei loro desideri di ascesa sociale, si ritrovano a discettare di grandi tematiche, discernibili unicamente dalla torre d’avorio su si sono innalzati, in ristretti circoli di facoltosi profeti dell’apocalisse laica. Vorrebbero emancipare la collettività vendendole ancora fumo, certo non più quello nero delle fabbriche e della retorica operaistica bensì quello depurato e inodore di una nuova stagione umanitaria.

 Sono all’ultima spiaggia, anche se si tratta dello sciccoso litorale di Capalbio dove puntualmente s’incontrano senza mai scontrarsi. Più mettono al centro dell’universo questioni di lana caprina e più si ritrovano a maneggiare  la merda che si accalca nella squallida periferia della sragionevolezza. Ecologia, decrescita, moralità, civismo, dirittumanesimo, sono problematiche totalmente neutralizzate da un’epoca storica in cui tutto è possibile perché niente ha veramente valore. Eccetto i soldi con cui gli editori pagano i loro soliloqui. Il nocciolo del politicamente corretto sta tutto qui, abbiamo tutta la libertà di spingerci fino ai confini della libertà proprio perché questa è già stata confinata in un recinto.

 Poiché il mondo è globalizzato, perlomeno nella sciatteria filosofica e teoretica, le stesse problematiche fasulle vengono rilanciate da un punto all’altro dell’Atlantico. A dir la verità qualcuno cerca ancora di darsi un contegno ed una dignità, ma è ormai difficile capire se lo fa per onestà intellettuale o per invidia verso quei colleghi che saturano la scena mediatica prendendosi le prime pagine dei giornali e l’attenzione della televisione. Ultimamente, è stato Noam Chomsky, apprezzato linguista e studioso competente, il quale pure in passato ha preso qualche brutta cantonata (vedi appello contro l’Iran di alcuni anni fa) ad attaccare un altro chiacchierone a bischero sciolto, guru del movimento occupy Wall Street e disoccupy your brain, Slavoj Žižek.

 Noam Chomsky, docente al Massachusetts Institute of Technology, linguista e icona della sinistra yankees, ha denunciato il jargon-ridden (gergo eccessivo), negli studi culturali di ispirazione francese che è preminente nelle  discipline umanistiche, anche negli Usa. Poi è andato dritto al punto: “Io non sono interessato alle pose, usando termini di fantasia come i polisillabi e fingendo di avere una teoria quando non si ha nessuna teoria di sorta…Non c’è nessuna teoria in nessuna di queste cose, almeno non nel senso che intende chiunque abbia familiarità con le scienze o qualsiasi altro campo serio d’analisi. Il suo obiettivo è Žižek “… un esempio estremo di ciò. Io non vedo niente di quello che dice”. Slavoj Žižek è una celebrità nei circoli accademici e non si comprende proprio il motivo di questo successo, o meglio lo si capisce se si esce dalla sfera scientifica e si entra in quella dello spettacolo. Come dare torto Chomsky in questo frangente? Come si può arrivare a mescolare  Marx con Freud e chissà chi altro? Conosciamo bene questa moda anche in Italia dove impazzano giovani filosofi che si definiscono neomarxisti senza aver studiato una pagina una del grande pensatore di Treviri.

Il Chronicle of Higher Education ha soprannominato Žižek “l’Elvis della teoria culturale”, forse  doveva essere un complimento ma la stonatura è fin troppo evidente.

 Del resto, prendendo una delle sue citazioni a caso, noi avremmo lasciato cadere il paragone con “The Pelvis” ed avremmo avanzato quello più realistico con Pozzi-Ginori(quelli dei water): “Il gabinetto anglosassone acquista il suo significato solo attraverso la sua relazione differenziale con i gabinetti francesi e tedeschi. Abbiamo una tale moltitudine di tipi di gabinetti, perché c’è un eccesso traumatico che ognuno di loro cerca di accomodare.” Rimanendo alla tazza, mai sentito una stronzata più grossa. Ma l’America è la patria dell’esagerazione e le cacate europee vengono accumulate insieme a tutta l’altra cianfrusaglia autoctona che serve allo show ma non alla conoscenza. Il dramma è che certi eccessi oltreatlantici diventano cessi amplificati ritornando da noi come merce d’importazione alla quale gli statunitensi hanno aggiunto il packaging. Dunque, in conclusione, ci ritroviamo a che fare con la stessa merda ma con i bagni culturali spostati in fondo a sinistra.

Le lacrime facili degli Usa

A proposito dell’utilizzo di armi chimiche in Siria, il segretario di Stato Usa ha dichiarato che «Il nostro senso di umanità è stato offeso»http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Siria-Kerry-usate-armi-chimiche-per-Obama-ora-si-deve-reagire_32527035350.html ) .

Ora, io all’epoca ero piccola, ma non mi ricordo che nessun segretario di Stato Usa abbia detto niente di simile a proposito del napalm e dell’Agente Aranciohttp://www.vice.com/it/read/agente-arancio-philip-jones-griffiths ) utilizzati in Vietnam. E anche da più grandicella non mi risulta che nessun segretario di Stato Usa si sia espresso in modo analogo in merito all’Operazione Piombo Fusohttp://ildocumento.it/diritti-umani/gaza-operazione-piombo-fuso.html ) condotta da Israele contro i nativi palestinesi, piuttosto recentemente.

Si commuovono facile, gli yankees

 Alessandra Colla

Fonte: www.alessandracolla.net

Link: http://www.alessandracolla.net/2013/08/27/le-lacrime-facili-degli-usa/

27.08.2013

Pensioni d’oro, subito un tetto massimo di 5mila euro. Ecco come

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/10/pensioni-doro-subito-tetto-a-5000-euro-al-mese-per-aumentare-pensioni-basse/681650/ 

di  | 10 agosto 2013

Le cifre fornite dal sottosegretario dell’Aringa parlano chiaro: esiste in Italia una pletora di pensioni d’oro che sono una offesa ai milioni di cittadinie che devono vivere con pensioni da fame. Il trattamento più alto erogato dall’Inps, tocca quota 91.337,18 euro al mese. Scorrendo la “top ten” previdenziale fornita dal sottosegretario, c’è un salto fra il primo e il secondo posto, che si ferma a 66.436,88 euro. Ancora uno scalino per arrivare ai 51.781,93 e ai 50.885,43 euro del terzo e quarto posto. Poi la situazione si stabilizza, con i restanti “classificati” dal quinto al decimo posto che restano nella fascia dei 40mila euro, esattamente da 47.934,61 a 41.707,54. Il sottosegretario non è sceso più in basso dei 40.000 euro al mese – forse per non mettere in imbarazzo qualche notissimo volto politico – ma la realtà è che c’è molta gente che ha 10.000 euro al mese di pensione. Vi sono decine di migliaia di pensioni da nababbi che determinano una enorme spesa previdenziale.

Si tratta quindi di intervenire sia per ragioni morali sia per ragioni economiche e di giustizia sociale. Economiche e di giustizia sociale perché spostare alcuni miliardi di euro dalle tasche dei ricchi a quelle dei pensionati che non arrivano a fine mese ha un effetto positivo sia sul piano dell’uscita dalla crisi che su quello della giustizia sociale, della riduzione delle diseguaglianze. Noi proponiamo di mettere un tetto a 5.000 euro alle pensioni d’oro, ricavando per questa via miliardi di euro da utilizzare per aumentare le pensioni più basse.

Chi dice che questo non è possibile perché la Corte ha bocciato il contributo di solidarietà varato dal governo Monti o non sa o è in malafede. Il contributo di Monti è stato bocciato perché faceva un prelievo fiscale alle sole pensioni più alte. Questa norma era palesemente incostituzionale e quindi è stata bocciata: infatti non è possibile aumentare il carico fiscale – a parità di reddito – per una sola categoria. E’ del tutto evidente che il governo Monti aveva scelto volutamente questa strada sbagliataper farsi bocciare il provvedimento; il governo ha fatto la bella figura e i ricchi non hanno pagato: cane non mangia cane.

La strada corretta è quella di modificare il calcolo delle pensioni utilizzando le ingenti cifre che si possono recuperare tagliando le pensioni più alte per aumentare le pensioni più basse. Mentre un prelievo fiscale sulle sole pensioni d’oro è incostituzionale, una redistribuzione solidaristica all’interno del sistema pensionistico pubblico non solo è pienamente legale ma ne invera la ragion d’essere. Noi proponiamo quindi di modificare radicalmente il calcolo delle pensioni che sono dovute al versamento di contributi milionari al fine di determinare nei fatti un tetto massimo per le pensioni a 5.000 euro al mese e di utilizzare le risorse ricavate per aumentare il rendimento delle pensioni più basse. Misura semplice, che il governo può fare in 10 minuti, senza aver bisogno del consenso della Merkel.

Si tenga anche presente che sul tema si raccontano un mucchio di falsità. Ad esempio la deputata Bergamini – che ha avuto il merito di fare l’interrogazione da cui sono emersi questi dati – sostiene che questo scandalo deriva dal sistema a ripartizione. La Bergamini si guarda però bene dal dire che con il sistema contributivo così fortemente voluto e sostenuto dalla destra, la situazione è destinata a peggiorare e non a migliorare