Destra e sinistra sono due punti nello spazio sociale dai quali passa un solo retto, il nostro

di Gianni Petrosillo – 23/08/2013

Fonte: Conflitti e strategie

Il gabinetto Letta è la continuazione di quello Monti con altri dementi o delinquenti. Fate voi che tanto una opzione non esclude l’altra e tutte e due fanno una certezza.
I sistemi per percuotere la popolazione sono stati edulcorati ma le finalità e i principi guida non sono mutati: occorre fare dell’Italia un’appendice geografica, priva di peso internazionale e di forza decisionale, a disposizione delle potenze occidentali e dei loro disegni mondiali.
Persino i partiti che lo sostengono sono gli stessi di ieri, anche se più deviati e sbandati di prima, così come intonsa persiste quella suprema volontà quirinalizia che ha sancito la nascita e la sussistenza di questo e di quell’altro esecutivo, beffandosi della fantomatica democrazia, del voto degli elettori e della tanto declamata sacralità costituzionale.
E’ ormai una corsa ad ostacoli per raggiungere un equilibrio centrista dopo l’esaurimento di una lunga fase di personalismo, pro e contro Berlusconi, che ha sfilacciato il tessuto connettivo della società italiana portandoci sull’orlo dell’abisso, una metafora usurata per segnalare l’assenza di segni vitali della Penisola. Adesso, pretenderebbero di chiudere il buco nero ideologico che hanno alimentato per decenni e che rischia di risucchiarli tutti con una mera manovra di palazzo studiata a tavolino tra filibustieri e farabutti di Stato. Vent’anni di surrogazione della politica con moralismo, oltranzismo etico, ubbie democraticistiche, servilismo volontario alla causa europeistica e atlantica, spettacolarizzazione televisiva,  vuotezza di contenuti programmatici, assenza di visione globale, incapacità ed incompetenza organizzativa non possono essere nascosti sotto il tappeto.
Da tempo sosteniamo che destra e sinistra sono due sfumature della stessa presa per i fondelli,  due punti nello spazio sociale dai quali passa un solo retto, il nostro.  Non c’è più dubbio che sia così, tanto che costoro non hanno timore di allearsi alla luce del sole – pur costruendosi intorno fossati di distinzioni fantasmagoriche e muretti di differenziazioni evanescenti – inaugurando compagini allargate di servizio al Paese, che provano a completare il servizio ai nostri danni. Si tratta di accelerare sulla svendita dei tesori pubblici che passa, necessariamente, da un’ulteriore debilitazione della sovranità nazionale e dalla dismissione della sua dignità deliberativa.
 
Diluendo le decisioni, smontando pezzo per pezzo le strutture industriali della nazione, delegando all’esterno i propri doveri e abusando dei loro diritti, annunciando salassi economici per legittimare più modeste ma ripetute ferite allo Stato sociale, in maniera da garantirsi un dissanguamento lento e costante, sperano di guadagnare tempo per la propria sopravvivenza e ugualmente raggiungere quei risultati devastanti che sono stati imposti dai loro padroni internazionali.
 
Per dimostrarvi che questa tattica di terrorismo psicologico sulla popolazione è sempre in atto riporto una notizia fresca fresca. Vogliono ancora impoverirci mettendo mano alle pensioni. Quest’ennesimo annuncio sconvolgente, dopo aver concretizzato una delle riforme più severe d’Europa sulla previdenza sociale, serve a spaventare il volgo, a dissimulare una fucilata al petto per rendere più accettabile un’altra gambizzazione. Naturalmente, stanno cercando di giustificare l’operazione ricorrendo ai sempiterni stratagemmi che fanno andare in brodo di giuggiole gli azionisti dell’equità sociale e i missionari del livellamento censuale. In pratica, propongono di alzare le pensioni minime a 750 euro creando un fondo comune per l’equità previdenziale alimentato da chi percepisce pensioni elevate MA ANCHE DAI CONTRIBUTI VERSATI DAI LAVORATORI.  E’ palesemente una trappola per succhiarci altra linfa. Se ne sta occupando il pluripensionato aureo Giuliano Amato, un impunito della Prima Repubblica che dopo averci regalato l’euro vorrebbe costringerci alla neuro.
Nonostante la morfina di fiducia che di tanto in tanto viene iniettata in una collettività depressa e repressa come la nostra, sparando dati a casaccio su una impossibile ripresa del Belpaese (la quale non è più tanto impedita da una generale  congiuntura sfavorevole essendo, soprattutto, il risultato diretto di una congiura antinazionale) la loro azione liquidatoria del benessere pubblico non conosce sosta. Del resto, non hanno alternative, o recitano la commedia fino in fondo oppure rischiano di finire davanti ai plotoni di esecuzione della Storia. Non ci sarà però sempre uno spread a salvarli e man mano che la situazione si farà più grave la loro fantasia apparirà per quel che realmente è: un raggiro ai danni della comunità.
Al pari, se sperano di coprire quattro lustri di malgoverno, equamente suddivisi tra cdx e csx (almeno nelle volte che si sono avvicendati al potere), riproponendo un intruglio di moderatismo, solidarismo interclassista e interraziale, senso di responsabilità, dottorismo bocconiano, supremazia dirittocivilistica ed altre amenità del genere, a fronte di una disperazione e depauperazione collettiva inarrestabile, il palcoscenico sotto i loro piedi finirà per incendiarsi svelando gli sporchi giochetti dietro le quinte. Speriamo che accada presto ma non dobbiamo illuderci. Senza una scintilla sapientemente alimentata proseguiranno le docce fredde. O ci armiamo di volontà politica critica e implacabile contro i traditori antinazionali o ci attrezziamo per il peggio che non potremo comunque evitare. Il disastro incombe ed il tempo stringe.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45951

PROPAGANDA DI GUERRA E BEOTI DI MASSA

Mi ha telefonato una vecchia amica, ex collega, comunista e mi ha detto costernata:   “Hai visto Assad , sta usando armi chimiche contro la popolazione, sta gasando i bambini, è un criminale, un assassino, bisogna mobilitarsi!”.

 Scusa, gli ho detto, ma come lo sai?  –

“Come, lo so? Ma lo dicono tutte le televisioni e le agenzie di stampa!”.

A beh, ho risposto. Ma ti sei dimenticata che tutte le agenzie di stampa e tutte le TV, sono di proprietà di lobby di alta finanza o poteri del Sistema? Ti sei dimenticata di quando facevi “controinformazione” e negavi la verità alle fonti di stampa del Sistema?

Lo sai ho no che La Repubblica, che mi ricordo, leggevi assiduamente, è il giornale di quello speculatore finanziario De Benedetti, un fogliaccio dell’alta finanza, da sempre ultra sionista?   Delle Tv Berlusconiane poi, non ne parliamo. Queste sono le tue fonti!

Non conosci il significato della parola “propaganda di guerra”?

Ti ricordi le “armi di distruzione di masse”, e l’antrace? Ti sei dimenticata che gli Occidentali e gli israeliani sono i Re della menzogna?  Eppure anche tu nutrivi, per esempio, dubbi sugli auto attentati dell’11 Settembre, mica era un false flag da poco.

Non hai notato che i linguivendoli e i pennivendoli, quando gli assassini, mercenari o psicopatici  fondamentalisti religiosi, ammazzano, scannano, mettono bombe che uccidono il popolo siriano, stanno zitti, si dimenticano la parola “terrorismo” che tanto amano e invece quando questi criminali, stanno per essere sconfitti, allora ecco, le notizie di bombardamenti siriani, di morti tra i civili, ecc.?

Non vedi che vogliono distruggere, ad uno ad uno, tutti gli stati laici, multiconfessionali, di linea nasseriana, Stati che lavorano per ammodernare le infrastrutture dei paesi arabi, perché i sionisti, gli occidentali, vogliono una regione divisa da rivalità tribali e religiose e arretrata, una regione di ricchi, ma innocui sceicchi?

E siccome a questi criminali d’Occidente, piace anche rapinare, ovviamente dopo aver ridotto all’età della pietra questi paesi, con i loro “bombardamenti mirati”, che lasciano anche scorie di uranio impoverito e leucemie per anni, non dispiace razziare le fonti energetiche del posto, e avviare il business della ricostruzione.

La mia amica è rimasta sconcertata, si è ricordata del suo “antagonismo” arrabbiato, con un filo di voce mi ha detto disperata:

Ma come puoi essere sicuro che non è vero niente delle armi chimiche di Assad? –

Ma, ho risposto ancora,  lo attesta una semplicissima considerazione, ragiona un pò:  Ma ti pare che Assad, proprio ora che sta vincendo su tutta la linea, che ha ripulito quasi tutto il paese dai criminali mercenari multicolori, finanziati e armati dagli Usa Israel, sarebbe così idiota da usare, proprio ora, armi chimiche esponendosi a ritorsioni, complicando tutta la sua posizione internazionale, mettendo in difficoltà anche  Putin?  Ora, che una volta vittorioso, ha la necessità di uscire dall’isolamento?

Non ci avevo pensato”, mi ha detto, deponendo tutta la sua baldanza iniziale.

Guarda, gli ho detto, stai attenta, se questi farabutti dei mass media, su input occidentali, stanno armando tutte queste menzogne, stanno montando tutta questa propaganda di guerra, potrebbe darsi che, non avendo digerito di non aver potuto distruggere la Siria, grazie alla opposizione di Putin e al fatto che il popolo siriano è rimasto fedele ad Assad, può darsi che stanno preparando una aggressione in grande stile, questa sì, veramente criminale. E allora hanno bisogno, per legittimarla, che i beoti come te, scusa il termine, ma devi riconoscere che è così, vengano prima “lavorati” e possano pensare: hanno fatto bene a uccidere Assad, era un criminale!  Poi magari avranno la faccia come il culo, tra qualche anno quando, oramai, non serve più  a nulla, faranno sapere che la storia dei bombardamenti chimici era falsa.

Ma ti ricordi anni addietro quando ti spiegavo che la propaganda di guerra occidentale ha bisogno di “andare in guerra” come ad una crociata del bene contro il male, oppure come reazione e ritorsione ad una false flag, tipo Pearl Harbour?

Ebbene il primo atto delle menzogne di massa è quello di dipingere il “dittatore” come un mostro, un sadico, criminale, la cui moglie, mentre il popolo muore di fame, compra gioielli e lui si fa il bagno nei rubinetti d’oro. Tutte menzogne, tutte invenzioni, anche abnormi, fotomontaggi, testimoni falsi, come quella bastarda che assicurava di aver visto i soldati irakeni di Saddam uccidere i neonati nelle culle. Non importa che sono cazzate colossali, ci pensano i mass media a renderle credibili e gli imbecilli che stanno a pranzo e a cena davanti al TV, se le bevono e versano anche lacrime. Poi vengono anche i film, alla Rambo ( e hanno anche il coraggio di dire he Goebbels usava la cinematografia per fare propaganda, ma Goebbels era un pivellino rispetto a questi hollywoodiani alla Spielberg).

Servono, serve dipingere il capo di Stato da ammazzare e il suo paese da distruggere, come un mostro, perché poi, quando gli occidentali vanno veramente alla guerra, quando bombardano senza pietà i civili: per carità “bombardamenti chirurgici, ci mancherebbe, e poi buttano anche qualche pacco di viveri (avariati) e medicine (scadute), poi ti dicevo, l’imbecille, il beota video dipendente (e sono la maggioranza dell’opinione pubblica)  si beve tutto e pensa: “hanno fatto bene, quel criminale del dittatore se lo meritava, era ora!”.

Cara mia è un film visto e rivisto. Sveglia cazzo, ma veramente credi che glI Usa, l’Inghilterra, la Francia, e lo stato più criminale della terra, Israele, siano benefattori? Ma dove sono finite le tue analisi contro l’Imperialismo?

Aoh, ho chiuso, svegliati!  Va beh, che il comunismo è morto, ma ti è morto anche il cervello?  Guarda che stai diventando più imbecille dei missisti di una volta, quelli che dicevano che bisognava difendere l’America come male minore, il chè è tutto dire.

Ci siamo salutati, abbiamo chiuso, ci risentiremo.

Ma non c’è tanto da ridere, siamo in piena società degli spettri, un vero Grande Fratello e qui a Roma sento gente, giovani e non giovani, che sono andati a vedere MADONNA, e si dichiarano entusiasti: ha charme, ha classe, che donna! Dicono, e in TV li ho visti come allucinati urlare al suo apparire.

Capite, una squallida miliardaria, arricchitasi  con lo sfruttamento dei mentecatti,  che prese il nome Madonna  per rompere i coglioni alla Chiesa e fare un favore a “lorsignori” (a me, che non sono cattolico, può  fregare di meno, ma non sono deficiente) fa prosternare folle di coglioni. Amen.

Maurizio

http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-propaganda-di-guerra-e-beoti-di-massa-119668381.html

Quali i piani dell’oligarchia finanziaria europea per l’Italia

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Posted By Luciano Lago On 23
agosto 2013

 
 [1]

di Luciano Lago

Per comprendere  dove ci stanno portando le centrali di potere esterno che dirigono il sistema italiano, bisogna fare un passo indietro e ricordare quanto accaduto tra il 2011 ed il 2012. 
 
Dopo aver utilizzato con successo (a loro vantaggio) il ” fiduciario”  Mario Monti, paracadutato dall’alto al governo (il “golpe bianco”, a giudizio di molti analisti, avvenuto  con assenso della Merkel, di Mario Draghi, oltre all’esimio pres. Napolitano) che ha lavorato con la finalità di dare garanzie e trasferire risorse finanziarie ottenute dal risparmio dei cittadini italiani (tramite incremento delle imposte)  alle grandi banche tedesche e francesi,  affossare l’economia italiana ed il sistema industriale che era il principale “competitor” rispetto al sistema dell’industria manifatturiera tedesca., l’oligarchia
finanziaria ha poggiato i suoi piani sul vecchio presidente Napolitano (rieletto per la seconda volta in deroga alla
prassi istituzionale) per ottenere un proseguimento dello stesso tipo di governo, cambiando il premier nella persona di Enrico Letta.

Enrico Letta che per il suo curriculum e la sua appartenenza ai circoli esclusivi dell’elite  finanziaria quali “Aspen Institute” e similari, offre il massimo delle garanzie per i signori di Bruxelles e
Francoforte che hanno dato il gradimento alla sua nomina.

Attualmente il governo Letta Alfano, detto delle “larghe intese”,  gode del consenso dei principali schieramenti (centro destra e centro sinistra) e sta sviluppando la politica già programmata dalle centrali di Bruxelles e Francoforte che prevede la  il drastico
ridimensionamento dell’apparato industriale italiano (si parla di dimezzamento potenziale) costituito da medie e piccole imprese manifatturiere (messe in condizione di “fuori mercato” tra tassazione massima, burocrazia opprimente, chiusura del credito, costi energetici enormi, ecc.), la privatizzazione di quasi tutti i servizi pubblici e l’adeguamento del sistema normativo e burocratico per consentire l’ingresso in Italia delle grandi multinazionali, il futuro ridimensionamento dell’apparato pubblico. Tutte queste misure porteranno all’omologazione del mercato italiano ai grandi mercati internazionali con  la rimozione di ogni garanzia di lavoro e di spese sociali che non sono più compatibili con le regole del mercato unico e della globalizzazione imposta dai mondialisti.

D’altra parte, al di là dei proclami e della retorica europeista dei Letta e soci, risulta chiaro che questi personaggi lavorano per interessi esterni, in particolare per offrire garanzie alle grandi banche internazionali, continuando a pagare oltre cento miliardi di
interessi passivi ogni anno sul debito, per portare l’Italia in una posizione di quasi default (visto l’aumento costante ed insostenibile del debito pubblico) per ottenere i finanziamenti del FMI dietro condizioni precise ed impegni nella riduzione della spesa pubblica e nelle privatizzazioni che consentiranno ai Letta, ai Saccomanni, Franceschini, Colannino, Alfano e soci di giustificare le nuove misure che saranno predisposte dal governo adducendo il motivo :“L’Europa ce lo chiede ed il Fondo Monetario anche”.
 
Il gioco risulta abbastanza scoperto: una volta superata l’”impasse” della questione Berlusconi (decadenza dalla carica di senatore ed espulsione dal contesto istituzionale)  il governo, che sia il Letta
Alfano o il Letta bis,  avrà campo libero per procedere a quelle riforme che sono negli ’interessi del sistema di potere e richieste dall’oligarchia europea e dalle grandi banche ed istituzioni finanziarie (Goldman Sachs e FMI  intesta). 
 
Nel frattempo procede il degrado del sistema Italia sia sotto il profilo economico con la fuga di molte aziende che hanno verificato l’impossibilità di continuare a produrre in Italia e conseguente delocalizzazione degli stabilimenti con perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. Fallimenti a catena nelle piccole e medie aziende (circa 6.500 procedure fallimentari nei primi sei mesi dell’anno in corso) con una buona parte di chiusure che riguardano  aziende storiche, una su tre in Lombardia, quasi
la metà di quelle esistenti nelle regioni come Puglia e Calabria. Ne derivano sofferenze sui crediti  a catena per aziende fornitrici, banche ed istituzioni come INPS ed Agenzia delle Entrate che non possono più esercitare il loro “salasso” sugli imprenditori falliti salvo pignorarne le proprietà ancora libere da ipoteche bancarie.

 

Sale naturalmente il numero dei disoccupati, dei cassaintegrati e degli “scoraggiati”, soprattutto giovani che non lavorano e non studiano, che non compaiono più neanche nelle statistiche tale è la sfiducia nella possibilità di ottenere un qualsiasi posto di lavoro, un vero record.
 
Non che la situazione degli “anziani” sia migliore, cioè di coloro che hanno superato la fatidica soglia dei 50 anni ed hanno perso il posto di lavoro che diventa impossibile riottenere. Nessuna possibilità per gli “over 50” neanche se si accontentano di posti meno qualificati e sottopagati: esiste ormai una vasta disponibilità di manodopera extra comunitaria da utilizzare vuoi per lavori legali con bassi salari, vuoi per lavoro nero, vuoi per la malavita sempre alla ricerca di nuove reclute fra gli spacciatori, rapinatori e nel vasto mondo della prostituzione. Un “vantaggio” per le organizzazioni criminose che hanno trovato il modo di lucrare sull’emigrazione di massa dall’Africa in forte incremento nonostante la crisi.

Una grossa base di manovra per le organizzazioni mondialiste in Italia, quelle affiliate all’ONU, ai sindacati, alla Chiesa  ed alle numerose ONG internazionali che operano nel nostro paese e che hanno approfittato del momento per proclamare il nuovo verbo 
dell’accoglienza e della società “multiculturale” come dogmi del pensiero “politicamente corretto” a cui è anche rischioso opporsi per non essere tacciati di razzismo.

L’ineffabile Enrico Letta tuttavia proclama la prossima “uscita dalla crisi e la possibilità di agganciarsi alla ripresa”, una prospettiva che al momento vede soltanto lui  e non certo i milioni di famiglie calcolate dall’INSTAT scivolate sotto la soglia della povertà (circa 3
milioni e 232.000 nel 2.012) e tanto meno i 3,5 milioni di disoccupati ufficiali.

La situazione risulta difficile ed ingarbugliata ma, d’altro canto, è notorio che né Letta né il governo possiedono il bandolo della matassa poiché questo si trova a Bruxelles ed a Francoforte,  grazie ai trattati vincolanti sottoscritti dall’Italia che hanno privato il paese di ogni sovranità, trattati  come Maastricht, Lisbona,  Fiscal
Compact ed il MES.

Questi trattati hanno di fatto svuotato qualsiasi autonomia decisionale da parte dell’esecutivo ed hanno privato anche il Parlamento di ogni sostanziale possibilità di emanare normative che non siano a conferma e ratifica delle normative europee in tutti gli ambiti più importanti della vita economica del paese:
l’industria, il credito, le assicurazioni, la normativa dei farmaci, la concorrenza, il commercio, l’agricoltura, la pesca, ecc.. Guarda caso tutti settori dove vengono favorite le grandi concentrazioni delle multinazionali e le banche a scapito dei piccoli produttori e dell’impresa nazionale, questo consente di comprendere quali interessi ci siano dietro la maschera della retorica europeista adottata dai nostri politici.
 
Da considerare poi gli effetti perversi che deriveranno dall’ultimo trattato  il “Redemption Fund”, un trattato vincolante per regolare i debiti pubblici dell’eurozona che darà il colpo di grazia e toglierà qualsiasi possibilità di manovra sulle spese e sul bilancio al governo italiano ma al contrario questi dovrà adempiere a tutte le richieste e direttive che gli saranno date dalla Commissione Europea, dall’oligarchia in sostanza, quella dei Van Rompuy, dei Barroso, Schultz e degli altri personaggi. 

Facile indovinare quali saranno le “direttive”, dato che queste si prevedono quelle usuali dei tagli alla spesa pubblica ed in particolare ai dipendenti pubblici (si avvicina la carneficina  anche per gli statali fino ad oggi garantiti), alla spesa sociale, sanità ed
istruzione in primis.
 

 
Resta da capire quale sarà il nome fantasioso che il governo attuale o il nuovo Letta bis vorranno dare a questo programma, dato che il precedente lo avevano chiamato “salva Italia”  ed ha procurato solo un salasso per i cittadini ed un affossamento per l’economia, sarebbe appropriato definire il nuovo programma “Affoga Italia” e si potrebbe comprendere quale sarà il futuro che li attende..

Smascherato il complotto saudita contro la Siria

Posted By Luciano Lago On 23 agosto 2013

Smascherato il complotto contro la Siria ordito dai “ribelli” salafiti in accordo con i servizi di Riad:

La delegazione russa all’ONU ha presentato le foto rilevate dai satelliti russi in base alle quali, contestando la versione fornita dai media occidentali e dalle TV saudite,  SI RILEVA CHE I RAZZI CONTENENTI IL GAS LETALE SONO PARTITI DALLE POSIZIONI MANTENUTE DALLE MILIZIE SALAFITE.

Da notare che  le stesse foto collimano con le foto dei satelliti militari USA e le autorità USA erano quindi al corrente di chi fossero i veri autori dell’attacco criminale e terroristico.

L’attacco effettuato  Mercoledì scorso  21 Agosto, nei sobborghi di Damasco ha causato circa 800 vittime in maggioranza civili, fra i quali molte donne e bambini.  Le foto ed i filmati della strage sono apparsi tempestivamente sul canale  web You Tube e ritrasmesse dalle televisioni del Qatar e degli Emirati (schierate dall’inizio con le forze ribelli), riprese da tutti i media occidentali hanno dato vita ad una massiccia  campagna di diffamazione  del governo siriano creando il pretesto per un possibile intervento militare da parte di USA, Francia e Gran Bretagna. In pratica un pretesto tipo “Golfo del Tonchino” (il pretesto che permise agli USA di intervenire in Vietnam).                                      

Il “primo della classe”, come già successo con l’operazione in Libia, è stato naturalmente il governo francese di Hollande che ha minacciato un proprio intervento anche a prescindere da una autorizzazione dell’ONU.

Emerge dalla vicenda che le milizie ribelli in Siria sono armate e manovrate totalmente dai servizi dell’Arabia Saudita che hanno ordito l’ennesima provocazione criminale accuratamente predisposta, approfittando della presenza degli ispettori dell’ ONU in questi giorni in Siria (guarda caso) per accertarsi dell’eventuale utilizzo di armi vietate dalle convenzioni quali appunto i gas.

L’Esercito nazionale siriano ha inflitto dei pesanti rovesci negli ultimi mesi alle milizie ribelli, nonostante  le forniture di armamenti ricevuti da USA, Arabia Saudita e Turchia, riprendendo possesso di molte delle postazioni che questi avevano in precedenza conquistato come la città di Qussay  e quella di Latakkia.

A questo punto le milizie ribelli, fagocitate dai servizi di Riad,  hanno giocato la carta della “provocazione” per ottenere un allargamento del conflitto con l’intervento delle potenze occidentali, un gioco  troppo scoperto per non essere smascherato dai Russi che, interessati nell’evolversi della situazione, hanno da tempo i loro satelliti puntati sulla Siria e qualsiasi movimento non sfugge alla loro osservazione.

Si può scommettere quale sarà a questo punto l’atteggiamento dell’ONU, fortemente condizionato dagli interessi delle grandi potenze, se riuscirà a pronunciarsi in maniera obiettiva su questa vicenda che rappresenta l’ennesimo crimine contro l’umanità commesso in Siria dove è in corso il più forte bagno di sangue degli ultimi anni in Medio Oriente per una guerra che si dimostra sempre più una guerra per procura delle grandi potenze visto anche la composizione delle milizie ribelli d’ispirazione salafita e wahabita, all’80% composte da mercenari provenienti da altri paesi, armati e finanziati dalle potenze straniere.

D’altra parte pochi giorni dopo in Siria,  ad Aleppo,  è esplosa l’ennesima autobomba predisposta da un terrorista kamikaze, nel corso di una festa per la premiazione degli studenti meritevoli, mietendo decine di vittime fra ragazzi e ragazze che partecipavano all’evento.

Questo atto terroristico come altri (autobombe esplose a Damasco) non sembra che abbiano fatto insorgere lo sdegno internazionale contro gli autori che sono terroristi a tutti gli effetti ma che la stampa occidentale ha descritto come “combattenti per la democrazia” ignorandone le atrocità ed il fanatismo integralista da cui sono pervasi.

Un sistema ignobile del “due pesi e due misure” che condanna il terrorismo quando questo è diretto contro obiettivi occidentali e di Israele ma lo giustifica e lo sostiene quando può risultare utile ai fini di egemonia delle grandi potenze quali gli USA, l’Arabia Saudita ed i loro alleati.

Risulta evidente come i  petroldollari dei sauditi riescano a tacitare qualsiasi riflesso morale degli occidentali e dei loro opinionisti  “politicamente corretti”.
http://www.stampalibera.com/?p=65929

Il nuovo confronto militare Ovest-Est

di Manlio Dinucci – 23/08/2013

Fonte: Il Manifesto

Da quando Putin è tornato alla presidenza, si è rafforzata da parte della Russia la «retorica anti-americana» servendosi di «vecchi stereotipi della guerra fredda»: lo ha dichiarato il presidente Obama dopo aver cancellato l’incontro stabilito per settembre.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’asilo concesso dalla Russia a Edward Snowden, reo di aver portato alla luce le prove che i servizi segreti Usa spiano tutti e tutto. Ma c’è ben altro. Mosca si oppone allo «scudo antimissile», che permetterebbe agli Usa di lanciare un first strike nucleare sapendo di poter neutralizzare la ritorsione. È contraria all’ulteriore espansione della Nato ad est e al piano Usa/Nato di demolire la Siria e l’Iran nel quadro di una strategia che mira alla regione Asia/Pacifico. Tutto questo viene visto a Mosca come un tentativo di acquisire un netto vantaggio strategico sulla Russia (oltre che sulla Cina).
Sono solo «vecchi stereotipi della guerra fredda»? Non si direbbe, visto il programma annunciato dalla Nato l’8 agosto. Esso prevede «più ambiziose e frequenti esercitazioni militari» soprattutto a ridosso della Russia. Dal 25 agosto al 5 settembre cacciabombardieri Nato (anche italiani), a duplice capacità convenzionale e nucleare, parteciperanno in Norvegia all’esercitazione «Brilliant Arrow» del Comando aereo alleato, a capo del quale è stato appena nominato il generale Frank Gorenc, che comanda anche le Forze aeree Usa in Europa. Seguirà in novembre l’esercitazione aerea «Steadfast Jazz», che vedrà lo spiegamento di cacciabombardieri Nato in Polonia, Lituania e Lettonia, al confine russo. In settembre-ottobre navi da guerra Nato parteciperanno alla grande esercitazione «Brilliant Mariner» nel Mare del Nord e nel Mar Baltico. È previsto anche l’invio di altre navi da guerra Nato nel Mar Nero, dove in luglio si è svolta l’esercitazione «Sea Breeze 2013» cui hanno partecipato le marine di dieci paesi (Italia compresa) agli ordini del Comandante delle Forze navali Usa in Europa, che comanda allo stesso tempo la Forza congiunta alleata a Napoli.
Gli Usa e gli alleati Nato stanno dunque accrescendo la pressione militare sulla Russia la quale, ovviamente, non si limita a quella che Obama definisce «retorica anti-americana». Dopo che gli Usa hanno deciso di installare uno «scudo» missilistico anche sull’isola di Guam nel Pacifico occidentale, il Comando delle forze strategiche russe ha annunciato che sta costruendo un nuovo missile da 100 tonnellate «in grado di superare qualsiasi sistema di difesa missilistica». Entro quest’anno effettuerà 16 lanci sperimentali di missili balistici intercontinentali di vario tipo. Ed è già in navigazione il primo sottomarino nucleare della nuova classe Borey, lungo 170 m, capace di scendere a 450 m di profondità, armato di 16 missili Bulava con raggio di 9mila km e 10 testate nucleari multiple indipendenti, in grado di manovrare per evitare i missili intercettori. Il nuovo sottomarino fa parte degli otto che la marina russa riceverà entro il 2020 (per sostituire i precedenti), insieme a 16 sottomarini multiruolo e 54 unità di superficie.
Su questo e altro i media europei, in particolare quelli italiani campioni di disinformazione, praticamente tacciono. Così la stragrande maggioranza ha l’impressione che la guerra minacci solo regioni «turbolente», come il Medio Oriente e il Nordafrica, senza accorgersi che la «pacifica» Europa sta divenendo di nuovo, sulla scia della strategia Usa, la prima linea di un confronto militare non meno pericoloso di quello della guerra fredda.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45958

Sanguinosi giochi di potere al Cairo

di Manlio Dinucci – 23/08/2013

Fonte: Il Manifesto
Per non perdere la faccia di premio Nobel per la pace, il presidente Barack Obama ha deplorato la violenza contro i civili in Egitto, esprimendo condoglianze alle famiglie delle vittime. Uccise per la maggior parte con le armi fornite dagli Usa alle forze armate egiziane. Quelle che hanno sostenuto per oltre trent’anni il regime di Mubarak, garante degli interessi Usa, e assicurato la «pacifica transizione» quando il dittatore è stato rovesciato dalla sollevazione popolare. Quelle addestrate dal Pentagono, nell’esercitazione Bright Star 2009, a «operazioni militari nel terreno urbano», ossia a combattere all’interno di una grande metropoli.
Come provvedimento di facciata, Obama ha cancellato la Bright Star 2013, che avrebbe dovuto svolgersi in Egitto in settembre con la partecipazione di migliaia di militari di Stati uniti e altri paesi (Italia compresa). Non ha cancellato però il finanziamento di 1,5 miliardi di dollari annui alle forze armate egiziane.
L’Egitto infatti è di importanza strategica per gli Usa. Esso «svolge un ruolo chiave nell’esercitare una influenza stabilizzante in Medio Oriente», in particolare nell’«affrontare la crescente instabilità a Gaza», ribadisce il Comando centrale Usa. A differenza che in altri paesi – scrive il «New York Times» – gli aerei e le navi da guerra statunitensi possono transitare senza preavviso nello spazio aereo egiziano e attraverso il Canale di Suez per condurre «operazioni antiterrorismo» in Medio Oriente e Africa. Questi sono «solo alcuni dei modi in cui i militari egiziani assistono gli Stati uniti nel perseguire i loro interessi nella regione». A un certo punto però, oltre che sui militari, «Obama ha puntato su Morsi, leader della Fratellanza musulmana», ritenendolo come presidente «un partner utile».
Quanto siano utili per gli Usa e la Nato i capi della Fratellanza musulmana, lo dimostra Yusif Al Qaradawi, la principale «guida spirituale». Cittadino qatariano di origine egiziana, tiene un seguitissimo programma televisivo su Al Jazeera. Da questa tribuna, durante l’attacco Nato alla Libia nel 2011, incitava ad assassinare Gheddafi e a sostenere la Fratellanza musulmana che, aiutata da forze speciali qatariane, partecipava all’attacco interno. Lo scorso giugno, in un raduno a Doha, ha chiamato «ogni musulmano addestrato al combattimento a rendersi disponibile» per partecipare alla guerra in Siria. Guerra importante nella strategia Usa/Nato, in cui il Qatar è molto attivo, soprattutto fornendo armi ai «ribelli» attraverso la Turchia. Lo stesso Qatar ha sostenuto Morsi, dandogli in un anno 8 miliardi di dollari, ai quali la Turchia si era impegnata ad aggiungerne 2. Sentendosi molto forti, Morsi e i capi della Fratellanza musulmana si sono però allargati troppo, concentrando il potere nelle proprie mani in nome della «rivoluzione islamica» e suscitando di conseguenza una forte opposizione popolare.
Washington, facendo leva sulle forze armate, ha cercato di arrivare a una deposizione «indolore» di Morsi. Ma era troppo tardi. I vertici militari, sfruttando anche le pressioni esercitate da Israele e Arabia Saudita, hanno deposto il presidente e usato il pugno di ferro contro le masse mobilitate per una prova di forza dalla Fratellanza musulmana. Lo hanno fatto con il consenso di gran parte della popolazione e anche della sinistra egiziana. Diffusa è l’opinione, cui dà voce lo scrittore di sinistra Alaa Al Aswany (vedi il manifesto del 15 agosto scorso), che «la rivoluzione è stata sostenuta dall’esercito». Quello che ha fatto assolvere Mubarak, e quindi se stesso, per i crimini commessi in trent’anni di dittatura.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45957

Alle bufale americane non credono più neppure in Inghilterra

23 agosto 2013 alle ore 17.09
«L’attacco con agenti tossici ieri in Siria sembra avere tutte le caratteristiche di un nuovo incidente del Tonchino: un “casus belli” creato ad arte per giustificare un’escalation militare delle potenze straniere, come quello che nel ’64 autorizzò l’intervento americano in Vietnam. La verità la scoprirà soltanto un’indagine poliziesca: le impronte digitali sono fatte apposta per condurre all’esercito siriano».

Gwyn Winfield è uno degli esperti più ascoltati in queste ore: a capo delle Falcon Communications inglese, è un’autorità riconosciuta nel campo della difesa dalle armi non convenzionali.

Signor Winfield, le vittime dell’attacco sono vere. Quale agente è stato usato?
«Per vederci chiaro bisogna aspettare il bilancio reale delle vittime. I sintomi fanno ensare all’uso di agenti antisommossa molto potenti contenuti in munizioni lanciate di solito da aerei o dall’artiglieria. Li hanno impiegati gli americani in Vietnam, gli israeliani a Gaza; servono a far uscire all’aperto il nemico dai nascondigli, per poi ucciderlo con munizioni regolari. Ma introdotti in spazi ristretti, provocano la morte».

Sarà facile individuare la sostanza, recuperandone dei campioni?
«Niente affatto. Chi lo ha usato ha scelto apposta un agente volatile per cancellare la propria firma. Ne restano tracce, però, nel sangue, nei polmoni e nei capelli delle vittime per 48-72 ore. Non si tratta di Sarin classificabile come arma, bensì di un organofosfato prodotto in Siria, forse mescolato con altre sostanze chimiche».

Perché esclude il gas Sarin?
«Perché i soccorritori non hanno protezioni, quindi la tossicità del prodotto è più bassa. Se invece fosse confermato il bilancio di 500 o 5000 morti, allora si prefigurerebbe l’impiego di una vera arma chimica».

Lei è scettico al riguardo?
«Come non esserlo? È difficile credere che il regime di Assad lanci un’offensiva del genere in simultanea con l’arrivo a Damasco degli ispettori Onu incaricati dell’indagine sulle armi chimiche. Come in ogni omicidio, l’investigatore deve chiedersi: cui prodest? Non giova certo al regime, che in ogni caso verrà incolpato».

Perché?
«Perché quella sostanza è prodotta dalle forze armate del regime. È probabile che sia stata catturata dai ribelli dell’Esercito libero siriano, gli unici altri in grado di lanciare quegli agenti con l’artiglieria. E a loro sì, che giova: otterranno le armi e l’intervento promessi da Washington. Solo un’indagine di tipo poliziesco potrà rivelarci chi è davvero il colpevole».

Secondo RT.com, il ministero degli Esteri russo avrebbe dichiarato che i materiali e prove che proverebbero l’uso di armi chimiche da parte di Assad sarebbero state preparate prima dell’incidente del 21 agosto.

Photo Credit (Reuters/Ammar Dar)
 
Tutto il mondo è sgomento di fronte ai video che ritraggono bambini e persone uccise presumibilmente da un attacco chimico. Tutti i media hanno accusato del massacro Damasco,
senza prima appurare che cosa effettivamente sia successo e ignorando i pregressi che invece inchiodavano i ribelli alla responsabilità di aver utilizzato armi chimiche in alcune occasione (vedi Dal Ponte). Ora però Mosca ha dichiarato per bocca di Aleksandr Lukashevich, portavoce del ministero degli Esteri, che le prove contro Damasco sarebbero state preparate prima del 21 agosto, la data della strage. Nel comunicato diramato dal ministero si spiega che Mosca continuerà a monitorare da vicino tutto ciò che concerne il presunto attacco chimico. “Stiamo ottenendo nuove prove che questo atto criminale è stato fatto per provocare”, recita il comunicato, “In particolare ci sono prove che circolano su internet, che provano che il materiale video dell’incidente e che accusa le truppe di Assad del massacro sarebbero state postate su internet diverse ore prima l’attacco. Questo prova che fosse un’azione preordinata”. Ma non è finita qui, le accuse di attacco chimico formulate contro Damasco indicano, secondo Mosca, una nuova ondata di propaganda antisiriana, e secondo Lukashevich la retorica bellica di alcuni paesi (vedi la Francia) sarebbe inaccettabile. Sempre il portavoce ha ricordato come il governo di Assad si sia dimostrato costruttivo nel permettere agli esperti di armi chimiche delle Nazioni Unite di recarsi in Siria. La stessa cosa non si può dire per i ribelli siriani che continuano a non garantire l’incolumità e la sicurezza degli investigatori nelle zone da loro controllate. “Ciò impedisce direttamente l’obiettivo dell’indagine di possibili casi di uso di armi chimiche in Siria“, conclude la nota.
http://www.tribunodelpopolo.it/attacco-chimico-russia-accusa-prove-contro-damasco-costruite-prima-dellincidente/
 
Tratto da: terrarealtime.blogspot.it

Il PD contro il Monopoly scrive all’ambasciatore USA

23 agosto 2013

Articolo satirico. La notizia e’ succosa: Al PD non piace il nuovo Monopoly

In uno dei periodi storici più critici per il governo italiano, tra le tante questioni sollevate dal Partito Democratico in Parlamento c’è anche la richiesta di fermare l’uscita del nuovo Monopoly, lo storico gioco di società di casa Hasbro.
Il motivo di tanto accanimento lo spiegano alcuni deputati del Pd – principalmente renziani – in una lettera inviata direttamente al nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Il gioco da tavola, infatti, ha abbandonato per sempre il mondo immobiliare per lanciarsi nella caccia sfrenata ai brand di successo, rendendo il giocatore uno scaltro trader di finanza, abile ad arricchirsi anche alle spalle degli altri.
I deputati Michele Anzaldi, Marina Berlinghieri, Matteo Biffoni, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno hanno scritto a John R.Phillips chiedendogli di attivarsi per far intervenire direttamente Washington sulla questione. E di bloccare il gioco, o di ritornare alle vecchie regole, perchè quello attuale contraddice “la chiave etica del Presidente Obama”, scrivono.
E’ proprio attraverso parole del presidente statunitense che i deputati renziani motivano la loro battaglia, ricordando la sua condanna dopo lo scandalo dei mutui subprime che portò al crollo dei mercati azionari mondiali e al monito di non tornare più a questo sistema finanziario corrotto.
“Mentre la Casa Bianca, con realismo e saggezza, pone l’accento – scrivono i deputati Pd – contro le frodi dei titoli e gli abusi degli strumenti finanziari, il Monopoly, gioco che da generazioni alfabetizza i giovani sui meccanismi del liberto mercato, torna ad esaltare la turbo economia che ha aperto la crisi finanziaria 2008, con il messaggio diseducativo che, in caso di violazione delle regole, non si viene neanche puniti”.
PARTITODEMOCRATOPOLY Il PD contro il Monopoly scrive all’ambasciatore USA

 Commento: l’articolo e’ succoso e fa capire cos’e’ la classe dirigente Italiana. Che i protagonisti siano del PD e’ irrilevante. Il punto non sta tanto nel fatto che dei deputati perdano tempo dietro a ste cose nonostante le immani problematiche del paese (che e’ una non notizia, perche’ fatto acclarato), e neanche nella Ridicolaggine della vicenda, ma sta nella mentalita’ di costoro.

Questi deputati disprezzano la Liberta’ e non hanno alcuna fiducia nelle famiglie Italiane e nella loro capacita’ di scelta sul fatto che il gioco sia o meno educativo. Ma soprattutto questi deputati non hanno alcun senso della Realta’ e sono presuntuosi: scrivono ad un ambasciatore, affinche’ costui mobiliti la Casa Bianca in un azione repressiva su un Impresa Privata che non ha commesso alcun reato di alcun genere, ma semplicemente commercializza un prodotto di successo il cui restiling non piace a lor signori.

Direi che la disconnessione dei Cervelli delle nostre Classi dirigenti dal “Mondo Reale” e la sostanziale incapacita’ di costoro a raffrontarsi allo stesso e’ senza limiti.

 Aspettiamo la prossima iniziativa.

 By GPG Imperatrice
http://www.rischiocalcolato.it/2013/08/il-pd-contro-il-monopoly-scrive-allambasciatore-usa.html

ancora peggio. Con le loro cosiddette riforme volte a facilitare lo smantellamento delle imprese italiane, il loro collasso, hanno avallato ogni provvedimento volto a far capitolare l’impresa italiana di fronte alla globalizzazione non proteggendola in alcun modo e mo fanno i patrioti? Ad esempio, di recente è stato istituito un tribunale e fisco speciale per le imprese straniere chiamate ad “investire” in italia (a far shopping) è o non è favoritismo? No loro dicono trattasi di rimozione degli ostacoli agli investimenti stranieri. Lo disse Napolitano niente meno. Via gli ostacoli alla concorrenza, bene. Ci assumerà Mc Donald

Qualcosa inizia a muoversi nel gulag della burocrazia. Potrebbe essere l’inizio della fine.

Qualcosa inizia a muoversi nel gulag della burocrazia. Potrebbe essere l’inizio della fine.

 22 agosto 2013

 Giuseppe Sandro Mela.

   La Perestrojka fu introdotta nel 1987 da Mihail Gorbačëv: identificava un complesso di riforme tese a dare maggiore trasparenza alla vita pubblica, e precedette di quattro anni l’implosione finale dell’Urss.

   Sistemi strutturalmente troppo rigidi, ideologizzati, come quella della Russia di allora o dell’Italia di oggi, non ammettono addolcimenti né umanizzazione: anche un minimo cedimento ne mette pienamente in luce tutte le contraddizioni, sotto le quali il sistema crolla peggio di un castello di carta.

   Problema comune all’Urss ed all’Italia é la responsabilità civile e penale dei burocrati e funzionari dello stato, sempre che in uno stato debbano esserci figure di tal tipo.

   Il comma 10 dell’articolo 28 del Dl 63/2013, il così detto Decreto del fare, se inizia a far vedere un barlume di giustizia nel sistema burocratico italiano potrebbe essere il trigger che ne scatenerà il collasso: le porte socchiuse sono destinate ad spalancarsi.

   Lascio il Lettore alla lettura di quanto segue, che a parere dello scrivente sembrerebbe essere di particolare rilevanza.

   Sole24Ore. 2013-08-22. L’ufficio pubblico pagherà per i suoi ritardi (ma è solo un primo test).

  Parte da oggi, 22 agosto, l’indennizzo automatico per i ritardi della pubblica amministrazione, ma solo per le imprese. Lo stabilisce il comma 10 dell’articolo 28 del Decreto del fare (Dl 63/2013, da questo link il Dossier online per gli abbonati), che limita molto il principio dello stesso articolo, secondo cui il diritto all’indennizzo è generalizzato: il comma 10 prevede infatti un avvio sperimentale limitato alle pratiche legate all’«avvio e all’esercizio delle attività d’impresa» e il comma 12 fissa in 18 mesi la durata del test.

  La norma fa partire la propria applicabilità dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Dl (la 98/13) – ieri – ma riguarda i procedimenti iniziati «successivamente» a tale data. Se ne deduce che potranno beneficiare del diritto all’indennizzo in caso di ritardo solo le istanze presentate da oggi. Interpretazione confermata dalla guida messa online sul sito del ministero della Pubblica amministrazione.

  Dopo la sperimentazione, sarà emanato un decreto del presidente del Consiglio, sentite Regioni e Comuni, che stabilirà se confermare l’indennizzo, se rimodularlo e se estenderlo agli altri procedimenti. Quindi il Governo è cosciente della delicatezza della partita: riconoscere un rimborso di 30 euro per ogni giorno di ritardo significa rischiare o un’emorragia di denaro pubblico (anche se la legge pone un limite di 2mila euro a procedimento) o forzare il lavoro degli uffici pubblici, con possibili errori nei procedimenti.

  Va poi considerato che la norma è indeterminata: per esempio, quando parla di procedimenti relativi all’esercizio dell’attività d’impresa, potrebbe riferirsi anche all’immatricolazione di un veicolo aziendale, mentre la stessa operazione, se richiesta da un cittadino, non sarebbe coperta da indennizzo. Probabilmente serviranno molti chiarimenti attuativi.

In ogni caso, l’indennizzo andrà chiesto entro 20 giorni dal termine che l’ufficio avrebbe dovuto rispettare. Occorre rivolgersi al responsabile nominato dall’amministrazione, che dovrà concludere il procedimento nella metà del tempo originariamente previsto o liquidare l’indennizzo. Se neanche il responsabile provvedesse, ci si può rivolgere al Tar (il contributo unificato è dimezzato). In caso di condanna, i dipendenti possono essere puniti disciplinarmente e chiamati a rimborsare il danno erariale.

 http://www.rischiocalcolato.it/2013/08/qualcosa-inizia-a-muoversi-nel-gulag-della-burocrazia-potrebbe-essere-linizio-della-fine.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews