Pensioni d’oro, ci vorrebbe un decreto d’esproprio

Luca Telese

 Il governo usi il rigore draconiano che la riforma Fornero ha imposto a milioni di italiani

Scusate, oggi vorrei essere per nulla garantista, e tendenzialmente irrispettoso dei cosiddetti “diritti acquisiti”: se non altro perché nel caso delle pensioni d’oro, non sono diritti, e quindi non possono diventare acquisiti. Confesso che sono uno di quelli che è rimasto allibito nello scoprire che i centomila «super-pensionati» italiani costano al nostro sistema ben 13 miliardi di euro all’anno, come una mezza finanziaria. Credo che la risposta che il sottosegretario al Welfare, Carlo Dell’Aringa, ha dato in commissione Lavoro della Camera a un’interrogazione della pidiellina Deborah Bergamini, non sia quindi una notizia normale, ma che resterà nelle nostre coscienze una data spartiacque, un punto di non ritorno, l’antefatto – se non si interviene – di una futura guerra previdenziale.

 

Forse non tutti sanno che da anni il sito dell’Inps non fornisce previsioni di rateo per la generazione dei sub-quarantenni. E forse sapete anche che – secondo tutti gli studi – l’aspettativa tendenziale per chi è nato negli anni Settanta è quella di lavorare il doppio della generazione dei padri, per ottenere una rendita previdenziale che sia pari alla metà. È ovvio quindi che in questa forma di nuova segregazione generazionale, i 91 mila 337,18 euro lordi mensili percepiti da Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom (3.008 euro al giorno!) non dovrebbero suonare come una notizia di colore, ma come la dichiarazione di guerra a un mondo che non esiste più. Sentinelli non è ovviamente colpevole di nessun crimine, sul piano personale, ma lui e quelli che sono nella sua posizione, dovrebbero essere immediatamente oggetto di un decreto di esproprio, che riporti tutte le loro retribuzioni al parametro contributivo, con lo stesso rigore draconiano che la riforma Fornero ha imposto a milioni di italiani: ottengano la rivalutazione di quello che hanno pagato di contributi, e non una lira di più.

 

Tra vent’anni – infatti – quando avremo i primi casi di barbonismo, suicidio, o affidamento ai servizi sociali, per milioni di ex precari che davanti a loro non hanno altra via della pensione minima sociale, ci chiederemo come sia stato possibile che il secondo pensionato più ricco d’Italia (anonimo) prendesse 66.436,88 euro al mese, mentre al terzo posto con circa 51.781 euro, ci fosse Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca e dell’Inter (oggi advisor specializzato nel corporate finance e presidente del cda di Mittel management). Ci sono poi Alberto De Petris, ex di Infostrada e Telecom, che porta a casa circa 51 mila euro, Germano Fanelli, fondatore della Octotelematics (che nel 2010, bontà sua accumulava dieci incarichi differenti. Dal quinto al decimo posto della classica si resta intorno alla modica cifra di 40 mila euro, esattamente da 47.934,61 a 41.707,54 euro.

 

In questo ambito dovrebbero ritrovarsi anche manager come Vito Gamberale, amministratore delegato di F2i, oppure Alberto Giordano, ex Cassa di Roma e Federico Imbert, ex JP Morgan. Il problema che rende tutto ancora più grottesco è che molti di questi manager continuano a percepire emolumenti di diverso tipo che spesso si sommano alla pensione erogata. Un’altra follia. «Questi numeri – ha commentato la Bergamini, che ha ammesso di non aver neanche immaginato che la risposta alla sua interrogazione potesse scoperchiare questo abisso – dimostrano tutta la portata distorsiva di quel criterio retributivo dal quale ci stiamo fortunatamente allontanando grazie alle riforme pensionistiche degli ultimi anni. Benché gli interventi in materia siano particolarmente delicati, anche sul fronte della costituzionalità, e avendo cura di evitare qualsiasi colpevolizzazione verso i beneficiari di questi trattamenti, (che li hanno maturati secondo le regole vigenti) è evidente – conclude la deputata del Pdl – che il tema coinvolge una questione di equità e di coesione sociale». Vero, verissimo. Questa non è una lista di proscrizione che riguarda i singoli, ma la denuncia di una stortura che in tempi di rigore diventa inaccettabile.

 

La domanda che pongo è questa: se si può riscrivere la Costituzione per rivedere la forma di governo dello Stato, se si può abolire una Camera o istituire un sistema Presidenziale, perché non si può introdurre una volta per tutte – e a grande maggioranza – un criterio di feroce rigore, che imponga l’uguaglianza previdenziale e contributiva tra i cittadini? Anche perché, ragionando con gli occhi di domani, con le risorse e la morale di cui disporremo domani, quello che oggi appare grave, domani sarà socialmente insostenibile. Se c’è una cosa a cancellare con un urgenza dunque, sono i porcellum: a partire da quello previdenziale.

 Twitter: @lucatelese

 http://www.linkiesta.it/pensioni-oro#ixzz2bYzldoPi

La replica delle Mamme No Muos: “La mafia è nei palazzi del potere e fa gli interessi degli americani”

di Redazione.

PALERMO, 10 AGOSTO 2013 – “Crocetta si inventa la presenza della mafia tra i No Muos perché non sa come giustificare il suo voltafaccia con il provvedimento di revoca della revoca delle autorizzazioni agli americani”. Questa la replica della coordinatrice delle Mamme No Muos, Concetta Gualato, in risposta al commento di Crocetta, dopo la manifestazione di Niscemi.

“Piuttosto, c’è da dire che la mafia – ha aggiunto Gualato – parte dai palazzi del potere e sta facendo gli interessi degli americani. I mafiosi oggi indossano la cravatta e non sono certo tra i manifestanti No Muos che sono gente semplice e generosa”.

Intanto, secondo gli investigatori, l’assalto di ieri alla base Usa di contrada Ulmo sarebbe stato pianificato da gruppi anarco-insurrezionalisti e da alcuni centri sociali.

Nel dibattito che hanno suscitato le dichiarazioni del presidente Crocetta è intervenuto anche il partito Sinistra Ecologia e Libertà Sicilia presente ieri alla manifestazione.

“La faciloneria con la quale il Governatore Crocetta – si legge nella nota – parla di infiltrazioni mafiose nel movimento No Muos è semplicemente sconcertante. La gravità di alcune dichiarazioni, buttate sul tappeto senza argomentazioni valide o elementi di prova, evidenzia la totale assenza di una cultura di Governo che già era emersa con il balletto, anch’esso sconcertante e vergognoso, con il quale il Governo Regionale ha gestito la vicenda dell’installazione della stazione Muos a Niscemi”.

“Il Governatore Crocetta – prosegue la nota di SEL – chieda scusa o porti prove incontrovertibili a sostegno delle sue bizzarre tesi e ricordi che allo stato attuale gli unici elementi che connettono Muos e Mafia sono contenuti nelle segnalazioni della DDA su interessi economici di diverse ditte impegnate nella realizzazione dei lavori”.

 http://www.si24.it/cronaca/8674-replica-mamme-no-muos-crocetta-si-inventa-presenza-mafia.html

“Sono immigrato, posso vendere merci false”: senegalese picchia agenti

FOLLONICA 09 agosto 2013 – Non ha digerito che gli sequestrassero la merce che voleva vendere al mercato, e si è ribellato picchiando due agenti della Polizia municipale. È diventata una guerra la lotta al commercio abusivo durante il mercato settimanale. Sempre più spesso i venditori abusivi, di solito stranieri, si ribellano ai Vigili urbani che tentano di far rispettare la legge. Anche questa mattina, verso le 12, durante i controlli di routine, le due pattuglie hanno iniziato a controllare i venditori. I quattro agenti si sono suddivisi tra i banchi, e, tra gli altri, hanno controllato anche un senegalese di 31 anni. L’uomo, regolare sul territorio italiano, non aveva però le autorizzazioni necessarie a vendere i proprio articoli, tutti contraffatti, e i Vigili ne hanno disposto il sequestro. Il provvedimento non è però piaciuto al senegalese che ha aggredito i Vigili strappando, nella colluttazione, la radio e gettandola a terra, poi è scappato.

 I quattro agenti sono stati raggiunti da altri tre colleghi ed è iniziata la caccia all’uomo. Il venditore abusivo si è nascosto in un condominio, da cui è giunta la segnalazione al comando. Raggiunto il nascondiglio, l’uomo si è nuovamente scagliato contro gli agenti ferendone due. Il senegalse, che ha al suo attivo una lunga lista di precedenti anche specifici, è stato arrestato per lesioni, resistenza e commercio di merce contraffatta.I due agenti si trovano ancora al pronto soccorso dell’ospedale di Massa Marittima per essere medicati. Del caso si sta interessando oltre al comandante della Polizia municipale Gabriele Lami anche l’assessore Francesca Stella che sta seguendo la vicenda in prima persona.

 http://www.ilgiunco.net/2013/08/09/si-ribella-e-aggredisce-due-vigili-al-mercato-arrestato-venditore-abusivo/

La Bce ribadisce, la ripresa è vicina

Nessuna novità di rilievo dal Bollettino mensile della Bce. L’istituto di Francoforte prevede una “graduale ripresa nel prosieguo dell’anno e nel 2014”, sottolineando però che i rischi per le prospettive economiche dell’area euro “continuano ad essere orientati al ribasso”.

 La Bce ribadisce quindi le sue linee guida, o guidance, secondo le quali prevede che i tassi di interesse resteranno “sui livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo”. Tale strategia di politica monetaria è legata a una previsione che “le pressioni di fondo sui prezzi restino contenute nel medio periodo”, pur in presenza di una “debolezza generalizzata dell’economia”. Il prossimo direttivo, pertanto, “seguirà tutte le nuove informazioni sugli andamenti economici e monetari e valuterà l’eventuale impatto sulle prospettive della stabilità dei prezzi”.

 Per quanto riguarda Italia e Spagna, i tassi bancari sui prestiti alle società non finanziarie dalla fine del 2011 “rimangono su un livello superiore” a quello registrato in Francia e Germania.  Anche sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni i tassi bancari attivi in Italia e Spagna sono superiori a quelli di Francia e Germania. Nel dettaglio, i mutui ipotecari in questi due Paesi a inizio 2010 “hanno registrato un aumento più brusco” che nelle due principali economie europee. Da fine 2011, nota la Bce, i tassi sui mutui ipotecari si sono contratti, anche se “in Italia e Spagna restano superiori ai livelli osservati nel 2010, sebbene i tassi di politica monetaria abbiano raggiunto i minimi storici”.

 La Bce ha infine sottolineato che “la riduzione del rating della Francia da parte di Fitch e di quello dell’Italia da parte di S&P hanno avuto impatti limitati sui mercati obbligazionari”.

http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201308081038231711&chkAgenzie=TMFI&utm_medium=referral&utm_source=pulsenews

francesi, spagnoli, riminesi TUTTI RAZZISTI

Spagna-Francia, colpo a racket migranti

14.25

Le polizie di Francia e Spagna hanno arrestato 75 persone con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina verso vari Paesi dell’Ue. L’organizzazione, basata a Barcellona, era specializzata nel traffico di esseri umani,provenienti per lo pi?? dalla Cina

Muniti di falsi passaporti, i clandestini venivano diretti in Regno Unito, Irlanda, Francia e Italia, ma anche negli Stati Uniti, dove entravano nel giro dello sfruttamento della manodopera e della prostituzione. Poi,per anni, pagavano un vitalizio ai loro aguzzini.

http://www.studioconsulenzaromano.net/news-online/spagna-francia-colpo-a-racket-migranti/123449/

 A Rimini ronde contro gli ambulanti. Tensione e proteste in spiaggia

 di Paola Benedetta Manca10 agosto 2013Commenta

 Attimi di tensione questa mattina in spiaggia a Rimini. Più di un centinaio di venditori abusivi hanno organizzato una forte protesta nei confronti del Comune che proprio da oggi, e fino al 24 agosto, ha ingaggiato ronde di vigilantes contro gli ambulanti. Si tratta una sessantina tra volontari e guardie private che presidieranno il litorale adriatico. Rimini, dunque, ha dichiarato guerra ai venditori nelle spiagge che stamattina hanno risposto con una marcia di protesta.

 Gli ambulanti, soprattutto senegalesi, si sono dati appuntamento all’altezza del bagno 121 per poi entrare in spiaggia, privi della loro mercanzia, e camminare sulla riva, tra i turisti, fino all’altezza del bagno 100. Durante la manifestazione hanno cominciato a protestare e urlare, spaventando anche i bagnanti. Hanno più volte scandito le parole «lavoro» e «sussidio di disoccupazione». Davanti all’ingresso del bagno 121, scelto come punto di incontro dai venditori ambulanti, alcuni carabinieri e un paio di militari hanno tenuto sotto controllo la situazione.

 L’azione delle ronde è partita questa mattina, alla luce dei recenti scontri che si sono scatenati tra venditori abusivi stranieri per aggiudicarsi le postazioni sulla battigia. La giornata di oggi da alcuni è già stata ribattezzata il “Vigilantes Day”. I vigilanti privati, insieme ad alcune decine di volontari di diverse associazioni, dovranno scoraggiare i tanti venditori abusivi che si muovono sull’arenile e che, nei giorni scorsi hanno dato luogo a diverse risse. La decisione del Comune è arrivata dopo le tensioni di inizio estate. Il 30 luglio scorso una maxi rissa aveva coinvolto 10 senegalesi e circa 20 cingalesi. Il bilancio era stato di un senegalese portato in ospedale con una contusione guaribile in 7 giorni e tre fermati (due suoi connazionali e un cingalese).

 La questione è stata oggetto di tavoli in prefettura ai quali hanno preso parte i rappresentanti di enti pubblici e forze dell’ordine e si è deciso di percorrere questa strada per contenere il problema. «Dobbiamo salvare il volto di Rimini e della città», ha commentato il questore Alfonso Terribile. Solo un paio di sere fa, si è scatenato l’ennesimo parapiglia: uno straniero ha lanciato un lettino addosso al titolare di uno stabilimento balneare e altri stranieri si sono scagliati contro i carabinieri. Così, da stamattina, dal bagno 60 al 150, la zona considerata “più calda”, si muovono, complessivamente, una sessantina di uomini tra volontari, 15 vigilantes di 5 istituti di vigilanza e dieci bodyguard di Confsicurezza, impegnati su tre turni: 7 e 30-11 e 30; 15-17 e 20-23.

 Intanto l’azione del Comune di Rimini contro i venditori abusivi incassa l’approvazione del segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, che sul suo profilo twitter scrive: «Ronde sulla spiaggia di Rimini contro i vù cumprà. Adesso tutti seguono la strada che avevo indicato. Molto bene».

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-10/rimini-ronde-contro-ambulanti-133059.shtml?uuid=AbE0f3LI

 Crisi, il 24% degli italiani sceglie la vacanza a “chilometri zero” e resta nella sua regione

Secondo la Coldiretti, chi si è potuto permettere di trascorrere almeno un giorno e una notte fuori casa ha comunque tagliato la distanza dalle mete, per effetto della crisi e del caro trasporti

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Vacanze, troppi rincari: 55% italiani a casaGli italiani in vacanza grazie ai finanziamenti, ma servono più di tre anni per chiudere il debito

16:02 – Quasi un italiano su quattro, il 24%, ha scelto di passare le vacanze nella propria regione. Lo rivela la Coldiretti, sottolineando come il 36% degli italiani è rimasto a casa con brevi spostamenti giornalieri per raggiungere località turistiche situate nelle vicinanze, chi invece si è potuto permettere di trascorrere almeno un giorno e una notte fuori casa ha comunque tagliato la distanza dalle mete, per effetto della crisi e del caro trasporti.

Quest’estate il 32% dei vacanzieri ha scelto località più vicine rispetto allo scorso anno, con ben sette italiani su dieci in vacanza in Italia e di questi il 24% che non si allontana neppure dalla propria regione. Solo il 4% di chi lascia i confini nazionali ha scelto mete extracomunitarie.

 Chilometri zero anche sulla tavola delle vacanze – La vittoria del “chilometro zero” nell’estate 2013 è sancita anche dal fatto che, sostiene la Coldiretti, l’87% degli italiani in vacanza quando mangia fuori cerca un menù locale. E’ probabilmente questo il segreto del successo in Italia degli agriturismi dove si recano ben il 9% degli italiani in vacanza.

 La crisi cambia le priorità in vacanza e quest’anno sono ben 8,3 milioni di italiani che inoltre hanno scelto, o sceglieranno nei prossimi giorni, il prodotto agroalimentare tipico del territorio, a chilometri zero, come souvenir preferito magari acquistato direttamente nelle fattorie e nei mercati degli agricoltori.

 http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1111101/crisi-il-24-degli-italiani-sceglie-la-vacanza-a-chilometri-zero-e-resta-nella-sua-regione.shtml

Chiudono le aziende del gruppo “Bronte jeans”: 175 dipendenti perdono il lavoro

di Redazione.

CATANIA, 8 AGOSTO 2013 – Il gruppo tessile Bronte jeans ha annunciato la cessazione di attività di tutte e cinque le aziende del gruppo, con il conseguente licenziamento di tutto il personale: 175 dipendenti, 144 dei quali donne.

Problemi economici si prospettano anche per l’indotto che coinvolge altri 150 lavoratori. Lo rende noto la Cgil di Catania sottolineando che la crisi è stata ”caratterizzata da un crescente decentramento all’estero delle produzioni di importanti marchi, come Benetton, Diesel, Jacob e altri”.

L’azienda registra un andamento negativo dal 2008, e dal 2009 ad oggi ha usufruito di tutti gli ammortizzatori sociali ordinari ed in deroga, scaduti il 30 giugno scorso. Il gruppo, che opera nel settore da 35 anni, è composto da 5 aziende: Bronte Jeans (56 dipendenti), Rosso nero confezioni (46), L. S. Moda (29), Artigianato tessile (33) e Gte (11).

”È chiaro ed evidente che la delocalizzazione a basso costo nel settore tessile continua ad averla vinta alla faccia del tanto enunciato ‘Made in Italy’ – afferma Giuseppe D’Aquila, segretario della Filctem Cgil di Catania – tutti i grandi marchi italiani, se non costretti attraverso una legge dello Stato a mantenere almeno parte delle loro produzioni in Italia, continueranno su questa strada. Ci limiteremo ad attaccare etichette italiane a prodotti manufatti in Turchia, Ucraina, Egitto, Bangladesh, Romania”.

Il sindacato sollecita ”l’intervento delle istituzioni locali e regionali” e si è già ”attivato con le segreterie nazionali per aprire un tavolo al ministero dello Sviluppo economico”.

http://www.si24.it/news-dalle-province/8592-chiude-bronte-jeans-175-dipendenti-licenziati.html

STAFF DI IGNAZIO MARINO, il cambiamento………

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Le assunzioni del sindaco Ignazio Marino con relativi stipendi. Erano tutte necessarie in un ente pubblico che ha decine di migliaia di dipendenti e una situazione finanziaria ignobile? Soprattutto: era necessario pagare delle persone ancora di più degli scandalosi stipendi elargiti ai tempi di Alemanno e proprio&anche a causa dei quali l’ex sindaco è stato brutalmente defenestrato dalla città?

Che dire, auguriamoci che almeno tutti questi signori valgano ancor di più di quanto ci costano…

Incendio alla festa del PD

Scritto da Dario Caselli

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La notizia è che alla Festa del PD di Campagnola, in provincia di Reggio (Emilia), nella notte tra lunedì e martedì si è verificato un incendio probabilmente di origine dolosa.

 Se ciò fosse accaduto decenni fa, sarebbe stato facile trovare il colpevole, la classica “vile aggressione fascista”.

 Ora si potrebbe pensare ad un berlusconiano esasperato per la sentenza della Cassazione, anche se ci riesce difficile immaginare il militante Pdl medio, attempatello, in giacca e camicia, con auto di media cilindrata, che lascia il luogo di vacanza per recarsi con una tanica di benzina ad incendiare tende, fra le zanzare della Bassa, magari dopo aver preso un diuretico per tenere sotto controllo la pressione.

 Potrebbe trattarsi di un congiunto dei molti scomparsi nel dopoguerra in quella zona, ma il partito ha sempre negato di saperne qualcosa e, nonostante il grido dell’onorevole Montanari “chi sa parli”, tutti hanno continuato a tacere e comunque saremmo anche qui di fronte ad un piromane attempatello.

 Da tempo nella nostra Provincia e in quelle zone prendono fuoco cantieri, aziende, auto, perfino betoniere.

 Uno penserebbe alla mafia e al circuito dell’usura, ma a Reggio la mafia non esiste, e se per caso esiste e ha gestito cantieri, costruito case, fatto movimento terra od altro, è stato all’insaputa di tutti, visto che non ci sono indagini locali, inoltre non è stato mai coinvolto, non dico un politico, ma manco un usciere, con l’eccezione del guardiano della Tav.

 Poi non vorremo sospettare che il Pd paghi il pizzo, o prenda i soldi a strozzo!

 Non resta che pensare al gesto di uno squilibrato, o al massimo di un avventore della Festa che, dopo troppo lambrusco si è addormentato con la sigaretta accesa e, svegliato dal fuoco, è fuggito.

 Una cosa si può però dire con certezza: la vigilanza non è più quella dei tempi dell’onorevole Secchia.

Delirio di mafia: i No Muos pronti a querelare Crocetta

 10 ago 2013

  Posted by Daniela Giuffrida

“Crocetta ha ragione. Confermo di avere fatto parte prima di Cosa Nostra che poi ho lasciato per aderire alla Stidda. Ieri, insieme con altri 50 attivisti mafiosi dell’albo di Modica, ci siamo infiltrati  nella speranza di trovare un lavoro anche noi, come le ditte che già lavorano al Muos di Niscemi”.

 E’ una replica ironica e pungente quella di Peppe Cannella del Comitato regionale No Muos, alle deliranti dichiarazioni del Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che in una intervista a Repubblica, ha dichiarato che nella grande  manifestazione No Muos di ieri a Niscemi c’era anche la mafia.

 Ma il popolo No Muos  non limita all’ironia. L’intenzione è di querelarlo per diffamazione: “Le dichiarazioni di Crocetta fanno ridere- dice Massimo Zucchetti- Tutto il mondo sa che se ci sono interessi mafiosi intorno ad una grande opera sono schierati per la costruzione non per il blocco. Quando si parla di mafia non si dovrebbe scherzare. Ci stiamo già muovendo per querelare Crocetta per diffamazione”.

 Intanto, all’indomani della manifestazione, i No Muos, si dicono soddisfatti: ”

 “Una giornata storica – ha detto a LinkSicilia, Cannellas – mille attivisti No muos hanno violato le recinzioni militari e sono entrati facendo capire che le antenne e le parabole Muos sono ferraglia da smontare. Oggi, ci siamo riappropriati di un pezzo di Sughereta che gli Americani e i loro compari come Lombardo, Crocetta e Letta ci avevano tolto.

Parabole, antenne e strumenti di morte come il Muos – ha proseguito Cannella- non li faremo mai costruire a Niscemi. E non li vogliamo in nessuna parte del mondo

Cosa succederà adesso?

“Adesso i parlamentari e i senatori nazionali devono dire di non volere il Muos. Si pronuncino subito. Crocetta é inaffidabile e il Governo nazionale é muto e sordo sul Muos. Lì staneremo tutti, non fermandoci e continuando con il presidio e le azioni dirette.”

no muos

“Quello che è successo ieri  mi ha ricordato molto, almeno nella prima fase, la prima giornata di Comiso di trent’anni fa – ha aggiunto  Zucchetti – ad un un certo punto, quasi come per miracolo, le reti si sono “inchinate” davanti al popolo No Muos che pacificamente ha invaso tutto il prato, donne, anziani, famiglie con bambini. Il  popolo dei no Muos, come un solo uomo, è arrivato fin sotto alle antenne e gli attivisti che si erano arrampicati sulle antenne sono scesi unendosi alla folla. Anche la Polizia, in maniera molto responsabile ha soltanto svolto un’azione di controllo. Credo sia proprio un salto di qualità perchè io non ho mai visto, dopo quella vissuta nel 2005 all’Emmaus in Val Di Susa, una giornata così bella.

C’erano i sindaci, gli amministratori con la fascia tricolore – ha sottolineato Zucchetti – segno che non erano presenti a titolo personale ma come Amministrazione. C’erano le bandiere di tutti i partiti recenti e tutti i movimenti… si respirava una grande unione è stata veramente una bellissima giornata”.

E’ possibile mettere a confronto, No tav con i No Muos?

“Sono stato piacevolmente stupito per la compostezza e della responsabilità da tutte le parti mentre in Valle di Susa c’è da una parte sola. Io non ho visto scene di violenze è stata decisamente una manifestazione pacifica

Sappiamo che inizialmente si è avvertito un certo nervosismo nelle forze dell’ordine e anche dei dimostranti..

“Non c’ero, nè abbiamo avuto notizia di disordini all’inizio della manifestazione, non ho visto nulla, però non abbiamo saputo di disordini né abbiamo visto gente portata via sui cellulari, ne abbiamo saputo di arresti.”

http://www.linksicilia.it/2013/08/delirio-mafia-i-no-muos-pronti-a-querelare-crocetta/

Banca condannata per stalking

PESCARA. “Una telefonata allunga la vita”, diceva un vecchio tormentone pubblicitario, ma spesso può arrivare ad angosciarla. A chi non è mai capitato di essere perseguitato da telefonate insistenti provenienti da call center o società alle quali non ha mai lasciato il proprio numero, per poi scoprire che queste lo avevano indebitamente avuto da database gestiti da altri? Per un episodio simile il tribunale di Chieti ha condannato una banca che aveva affidato il recupero crediti ad una società, fornendo i recapiti telefonici di un cliente che non ne aveva autorizzato la diffusione. Per questo il giudice Camillo Romandini ha condannato la banca Santander a versare 10mila euro ad un uomo residente a Chieti, assistito dall’avvocato teatino Vanessa Serra e dalla collega pescarese Anna Olivieri per «lesione alla riservatezza».

La sentenza è passata in giudicato perché, passati sei mesi, la società condannata ha rinunciato a ricorrere in appello. Il giudice ha riconosciuto che, in caso di sottoscrizione di un contratto, l’azienda deve avvisare il cliente che i suoi recapiti possono essere ceduti ad un’altra società, in questo caso la Transcom Worlwide spa, specificando quale.

La vicenda inizia quando l’uomo, che preferisce non essere citato, comincia a ricevere frequenti telefonate da una «famigerata avvocatessa» (così la definisce la sentenza) che gli chiede conto del suo debito con la banca per un finanziamento acceso qualche tempo prima. Le chiamate non arrivano solo sull’utenza personale dell’uomo, che tempo prima aveva aperto un conto in una filiale pescarese Santander, ma anche a casa del fratello, della nonna anziana e sul posto di lavoro. Ben presto le chiamate diventano messaggi «molto incalzanti», racconta l’avvocato Serra, «che hanno inciso anche dal punto di vista psicologico visto che il mio assistito si è trovato a spiegare anche al datore di lavoro i suoi fatti privati».

La sentenza parla di «messaggi e telefonate che hanno messo in difficoltà il ricorrente». Il cliente della banca Santander, al momento della sottoscrizione del finanziamento faveva forinito i suoi recapiti personali e acconsentito che questi venissero ceduti, qualora ce ne fosse stato bisogno, ad una società di recupero crediti. «Ma non è dato verificare», spiega la sentenza, «che fornì anche i numeri dei parenti contattati dalla Transcom. Quest’ultima, dal canto suo, avrebbe dovuto accertarsi se il cliente aveva autorizzato la banca a diffondere i suoi dati personali». Una situazione, sempre secondo il giudice, aggravata dal fatto che gli addetti del recupero crediti si spingono fino alla città d’origine del ricorrente, in Puglia, suonando a casa della nonna malata. «Sono condotte vietate dal Garante della privacy», prosegue l’avvocato, «tanto più che la banca ha incaricato una società esterna invece di un legale», commenta ancora Vanessa Serra, «la quale si serviva di personale addestrato ad una sorta di terrorismo psicologico. Certe condotte inducono il debitore, che magari non sa bene come difendersi, ad accendere un altro finanziamento per pagare quello di cui gli si chiede conto».

Il danno psicologico e di violazione della privacy è stato stimato dal giudice Romandini 10mila euro; in più,copia della sentenza è stata inviata al Garante della privacy e può creare un precedente importante per tutti i clienti che ricevono telefonate indesiderate malgrado non abbiano fornito i loro recapiti: dalle proposte di sottoscrivere contratti per le utenze ai sondaggi di opinione.

Secondo l’avvocato Serra quella di Chieti può essere una sentenza pilota. «Non ho trovato precedenti del genere», spiega, «soprattutto in ragione del fatto che la banca ha rinunciato a presentare ricorso in appello». La sentenza è stata depositata a dicembre: i sei mesi per un eventuale ricorso sono passati e il cliente riceverà il suo risarcimento. Nel frattempo il vecchio debito è rimasto tale.

Francesca Rapposelli

http://ilcentro.gelocal.it/chieti/cronaca/2013/07/25/news/banca-condannata-a-pagare-perche-angosciava-il-cliente-1.7480361?fb_action_ids=10200968811916843&fb_action_types=og.recommends&fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2210200968811916843%22%3A144934715710976%7D&action_type_map=%7B%2210200968811916843%22%3A%22og.recommends%22%7D&action_ref_map=%7B%2210200968811916843%22%3A%22s%3DshowShareBarUI%3A p%3Dfacebook-like%22%7D