l’Italia? Solo periferia!

i più citrulli a sostenere i propri aguzzini vuoi che non fossero stati gli italiani??
Ecco un ricordino….. Quando Prodi prospettava i grandi vantaggi dell’euro
Prodi e le svendite italiane

ITALIA …SVENDESI PAESE CON VISTA MARE!

 Non è certo confortante la linea di demarcazione tracciata dal Fondo Monetario Internazionale che vede un’Europa divisa nettamente in due, al di là di ogni speranza di integrazione. Peccato che a luglio sia stata proprio l’Italia a guidare la ripresa dell’eurozona.

ROSSANA PREZIOSO 30 LUGLIO 14:41

 E stavolta anche di storia visto che se da una parte ci sono Grecia, Spagna e Italia (che nei secoli la storia l’hanno fatta e non subita come ora), dall’altra la Germania, l’Olanda e il Belgio (che la legge la dettano adesso). E poi la Francia che pur avendo seri problemi per riuscire a far quadrare i conti, resta al di là del muro.

 Almeno stando al report del Fmi che, redatto il 23 luglio, è rimasto in disparte proprio a causa del suo contenuto manicheo: buoni da una parte e cattivi dall’altra. Cattivi da un punto di vista strettamente finanziario, con un a punta d’ironia visto che l’Italia è stato tra i primi creatori (e sostenitori) dell’Unione europea e dell’integrazione tra le nazioni in tempi ben remoti e di certo non sospetti di crisi.

E proprio a proposito di crisi e di Italia, la ripresa della fiducia nell’Eurozona arriva proprio da Roma. Secondo l’indice Esi (Economic sentiment indicator) da noi c’è stato un aumento a 2,9 punti rispetto a più 1,2 della media Eurozona (0,7 di Berlino) che diventa 2,4 punti in ottica Ue. Non solo, ma un miglioramento si è visto anche per l’indice Bci (Business climate indicator) della Commissione Ue che valuta le prospettive di industrie e fiducia tra i 17 della moneta unica. Ebbene i risultati parlano di un +0,14 punti a luglio.

 Eppure, nonostante tutto, il Fmi ci taglia le gambe. E la cosa difficilmente va giù se a decretare la divisione è un organismo ufficiale, con un fortissimo potere anche sull’opinione pubblica, proprio in un momento di forte tensione sociale a causa di riforme difficili da reggere sulla lunga distanza e che spesso vengono “consigliate”, sebbene sarebbe meglio dire imposte, proprio dagli stessi che adesso ci relegano in seconda fila.

 Una fila che sembra l’anticamera della bocciatura visto che, ad onor del vero, se Roma deve scontare tra le altre cose un debito Pil al 130%, quindi tecnicamente insolvibile, Atene, Lisbona e Madrid, devono invece “ringraziare” proprio la Troika se, come Dublino, si ritrovano peggio di quando hanno iniziato le cure da cavallo impostegli per sanare i conti pubblici. Conti che invece, hanno visto un tracollo proprio dopo l’entrata in scena di prestiti e programmi di aiuto.

 E a questo punto la domanda: se non ci fossero stati gli aiuti? Certo è che alla radice di tutto l’esigenza di dover far correre alla stessa velocità delle economie che non avevano le stesse gambe e molte delle quali partivano svantaggiate su un terreno per loro impervio. Non che queste economie siano prive di ogni colpa: l’Italia non sarà nel “centro” dell’Europa ma è impossibile assolverne la storia economica e politica.Lo stesso dicasi per le altre. Ma è pur vero che dal momento che la moneta unica c’è bisogna anche lavorare per creare tutto il resto che di unico non ha proprio niente. E questo rapporto del Fmi lo conferma ulteriormente.

 Per parafrasare una famosa frase (tra l’altro di un italiano) “Fatto l’euro, bisogna fare gli europei”

 http://www.trend-online.com/prp/fmi-periferia-italia/

l’Italia? Solo periferia!ultima modifica: 2013-08-01T16:58:00+02:00da davi-luciano
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